In occasione del Gran Premio di Formula 1 di Monza (Italia) si ripropone l’abbinata tra gioielli e corse automobilistiche. Appassionati e appassionate possono scegliere di indossare il celebre tracciato interamente realizzato in oro bianco, con diamanti o zaffiri incastonati a mano lungo tutto il percorso e con diamante allo start: sono ciondoli o portachiavi di lusso, inventati nell’estate del 2002 dall’artigiano orafo Gianfranco Quartaroli, appassionato di gare di Formula 1. La forma del gioiello riproduce le famose curve Lesmo, Ascari, Parabolica dell’Autodromo Nazionale Monza. A rappresentare i bolidi rossi in pista lungo il tracciato scorre un castone rettangolare in oro con rubino taglio baguette e 4 diamanti neri ai lati. Prezzo sul sito circuitigioielli.com: 5.190 euro. F.G.
Archi Dior per tutti
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Chi ha ammirato e desiderato i pezzi unici della collezione Archi Dior, destinati a una clientela internazionale, si può consolare con una linea gioielli simili, ma un po’ più accessibili. L’ispirazione è la stessa: i nastri, le pieghe e i drappeggi degli abiti icona del celebre couturier francese, così come le forme, quello che cambia è il cartellino del prezzo. La nuova tendenza di riprodurre l’alta gioielleria in collezioni di fascia media ha contagiato anche Victoire de Castellaine, direttore creativo di Dior Joaillerie, che sembra non voler relegare lo spirito dei sontuosi orecchini Corolle o dello strepitoso bracciale Ailée (https://gioiellis.com/dior-gioielli-sfilata) sulle orecchie e sul polso di pochi fortunati. Un po’ come le seconde linee del mondo della moda, ma senza correre il rischio di apparire una versione sbiadita dell’originale, anche se il concetto è semplificato in fase di lavorazione: il metallo (oro bianco, rosa e argento) è sempre modellato e ritorto con professionalità, ma al posto delle distese di pietre rare, in combinazioni di colore spettacolari, ecco più discreti ma comunque luminosissimi pavé di diamanti incolore a sottolineare le balze, le plissettature e le curve dei gioielli. I cui prezzi non sono esattamente entry level, partono da 7 mila euro, ma almeno li rendono pezzi più portabili e non destinati a scomparire subito in cassaforte.
Il puzzle stilistico di Etnò
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Metti una gioielleria di Torino (che si chiama Centotre), metti una intraprendente designer (Sabrina Inzoli) ed ecco Etnò, marchio di gioielli che vuole «proporre un nuovo concetto di gioiello dove i materiali preziosi incontrano elementi insoliti e originali, provenienti da ambiti diversi». Il risultato sono una serie di collezioni con elementi che provengono dal mondo della moda, dal design, dalla natura e perfino dall’arredamento. Simboli, silhouette, forme geometriche che spaziano dal gusto retrò a quello astratto delle composizioni multicolori di certe collane. Ma anche l’indulgenza per i pendenti con incisa una scritta, un aforisma, o magari il verso di una famosa canzone di Vasco Rossi. I materiali utilizzati sono l’argento dorato, pietre semipreziose, madreperla. Insomma, gioielli semplici, che possono andare bene per la vita di tutti i giorni, da indossare in ufficio o sull’autobus, senza stare a pensarci troppo. Ecco qualche immagine che dà l’idea della produzione di Etnò. G.N.
Cominciano ad arrivare le prime foto dalla Mostra del Cinema di Venezia. Ecco, per esempio, Emily Watson con gioielli Tiffany sul red carpet della cerimonia di apertura della 72esima edizione del concorso internazionale. Emily per l’occasione ha indossato orecchini e bracciale in platino e diamanti della nuova collezione Tiffany Victoria per assistere all’anteprima del film Everest.
Torna l’oro di De Lazzari
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In diretta dagli anni Ottanta, quelli che ora vanno di gran moda: il brand De Lazzari-Oro addosso torna in primo piano a VicenzaOro. L’azienda fondata nel 1982 da Lina e Vittorio De Lazzari ha conosciuto un paio di decenni fa un momento brillante, in cui ha scalato le posizioni nella scala della gioielleria. Fino a confermarsi. Ora De Lazzari-Oro Addosso è una realtà riconosciuta, che propone collezioni come Luxury, Ego e Fullcolor destinate a una donna esigente, che sceglie pezzi lavorati e con pietre grandi, brillanti, di forte impatto. Un po’ curiosamente, tra l’altro, per il suo book l’azienda ha scelto di far indossare anche a un uomo alcune delle proprie creazioni destinate all’universo femminile. Forse per far risaltare meglio il contrasto tra oro, gemme e le ruvidezze maschili.
Il ménage a trois di Blue White Group
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Blue White Group è un nome che raggruppa tre marchi internazionali che da tempo hanno deciso di fare fronte comune nella gioielleria. Blue White Diamonds è la società con una storia più lunga: da più di 40 anni opera nel settore dell’importazione di diamanti e pietre preziose. JJewels Milano è invece un brand più recente, mentre Duepunti Milano propone piccoli diamanti rivestiti da materiali innovativi, che danno vita ad un concept non convenzionale, con colori pastello e diamanti certificati (ce ne occuperemo con un altro articolo). Il risultato del ménage a trois sono, tra l’altro, i gioielli di JJewels, che vedete nelle immagini. Tra l’altro, gli orecchini collezione Morgana con opali, granati e diamanti di JJewels Milano hanno ricevuto un riconoscimento ai Jewelers JCK Choice Awards (una sorta di Oscar della gioielleria) nello scorso maggio, a Las Vegas. Un motivo in più per dare un’occhiata alla produzione del brand. M.d.B.
Le Metamorphosis di Misis
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Misis, brand veneto che ha un ampio catalogo di collezioni, si presenta a VicenzaOro September con una novità: Metamorphosis. Si chiama così, infatti, la nuova collezione dell’azienda fondata nel 1986 da Bruno e Maria Ester Piaserico, che ha scelto di debuttare alla fiera del gioiello. I monili sono a forma di fiori, farfalle e rivisitazioni d’arte bizantina. La collezione è composta da tre distinte linee: Bisanzio, Magnolia e Nike. Pubblichiamo le prime immagini dei gioielli, che sono realizzati in argento rodiato o placcato oro, in qualche caso anticato, zirconi, smalto, ma anche con pietre dure, come la siliconite o giada.
Le elaborate fantasie di Alcozer
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Dall’Africa alle boutique di mezzo mondo: la storia di Giampiero Alcozer sembra un’avventura. Che è stata vinta: il brand fiorentino ha appena compiuto 20 anni. La Alcozer&J è nata per passione e per caso. Il fondatore, ha raccontato, da piccolo si rifugiava nel laboratorio di un artigiano camerunese, dove ha imparato a intagliare ebano e avorio. «Avrei dovuto seguire le orme della mia famiglia, percorrere le strade della media borghesia. Stavo per laurearmi in Scienze Politiche, ma poi ho scelto la via più dura», ricorda. Imparato il mestiere di intagliatore, ha cominciato dal basso, con la vendita dei suoi gioielli nei mercatini, per strutturarsi come un’azienda sulle ali delle richieste sempre maggiori dei suoi monili. L’azienda ha preso vita nel 1994 e ora figura a pieno titolo tra i brand con una buona personalità. Propone tre linee di bijoux: Classic, Opera Unica e Uomo. Sono utilizzate pietre semipreziose, perle e cristalli Swarovski, su fusioni a cera persa di ottone, successivamente dorato con il sistema dei bagni galvanici. Lo stile è originale, con echi di quelle complicate costruzioni che si usavano nell’Ottocento: animali, piante e fiori intrecciati in disegni elaborati, spesso con superfici che utilizzano la tecnica del cameo. Sono realizzati artigianalmente: per acquistarli online ci vogliono 45 giorni. D’altra parte, ogni anno Alcozer crea circa 15mila modelli che si vanno ad aggiungere all’archivio storico che ne vanta più di 300mila. Giulia Netrese
Il giardino di rose di Graff
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Graff, sinonimo di diamanti e gioielli, ama le rose. La Maison di New York, ha creato Rosette, una serie di collane e orecchini con pendenti che si ispirano al fiore più amato, cantato, e coltivato. Questo roseto è, come è lecito aspettarsi, una serie di otto pezzi in cui fioriscono diamanti, la pietra più utilizzata, ma anche smeraldi, rubini e zaffiri. I petali sono composti da corolle di piccoli brillanti, con al centro un diamante più grosso, sempre con il classico taglio rotondo. I ciondoli sono legati a una catena d’oro bianco, spesso ornata a sua volta da pietre preziose, a volte con la forma di piccoli fiocchi. Un roseto dalle mille luci, dai riflessi preziosi, più raro della rosa nera.
La porcellana preziosa di Eleonora
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Si avvicina Homi (Milano, 12-15 settembre) e anche sul fronte del bijoux di alto livello ci sono novità, come segnala Eleonora Ghirardi: «Questa per me è la sesta edizione, ed ogni edizione è stata una sfida raccolta puntando alla mia creatività. Ogni gioiello è rigorosamente unico, garantito Made in Italy, realizzato personalmente, e il mio materiale principale è la porcellana di Limoges, coniugata spesso ad altri materiali interessanti, che dà vita a gioielli estremamente eleganti, resistenti, moderni. Creo peraltro gioielli che hanno la peculiarità, spesso, di poter essere indossati in modi diversi (soprattutto le collane)».
Il concept, spiga Eleonora, «è la creazione di opere uniche, o piccole, ma originali collezioni, vere e proprie sculture da indossare o da destinare all’interior design. Trovo la mia più grande ispirazione nell’arte, nell’osservazione della natura e nei viaggi».
La nuova collezione si chiama Pearl-Celain, nome che si ispira alla pronuncia anglosassone di porcelain (porcellana). I bijoux sono dedicati a «donne che non amano un gioiello puramente decorativo, ma puntano alla ricerca dell’unicità ed alla particolarità di indossare un’idea, creata con un materiale all’apparenza fragile, ma assai resistente». Le perle in porcellana sono utilizzate come gocce d’argento oppure oro per collane, bracciali e anelli. La collezione Forest è invece riproposta con nuove forme, ma fedele ai materiali principali, ovvero porcellana e licheni. Eleonora Ghirardi segnala, infine, Hawaiian waves, collezione composta da «vere sculture da indossare» in policarbonato, porcellana, argento e oro. Le fotografie che pubblichiamo, tratte dal catalogo, sono di Tania Betti. La modella è Francesca Polizzi, make-up e hair stylist Laura Martucci.
Uomini, siete indecisi su come deve essere l’anello di fidanzamento che volete acquistare da Tiffany? Donne, volete un solitaire su misura, proprio come avete sempre sognato? Ora è più facile, grazie a Engagement Ring Finder app, un software gratuito per tablet o smartphone iOs (iPhone, iPad) e Android (per esempio, Samsung) che rende facile individuare il proprio anello o crearne uno su misura. Non solo: l’applicazione permette di provare virtualmente sulla propria mano l’anello. Basta scattare una foto della mano per vedere come potrebbe figurare l’anello selezionato. Inoltre, si può condividere la foto con gli amici. L’app non è l’unica novità. Il brand di New York ha presentato anche Tiffany Novo. È un anello con diamante taglio cuscino con quattro griffe e pavé di diamanti. Federico Graglia
Altra news da Tiffany: il brand americano dedica un charm e un bracciale della collezione Return To Tiffany a Milano: dopo New York, sul cuore in argento più famoso del mondo viene inciso proprio il nome del capoluogo lombardo, nonché capitale della moda italiana. La capsule collection si troverà nelle boutique milanesi a partire da settembre. Il ciondolo a cuore e il bracciale Please Return to Milano, ispirati a quel portachiavi nato nel 1969 con inciso «Please Return to Tiffany & Co. New York», saranno in vendita in edizione limitatissima e disponibili solo fino ad esaurimento. Prezzi: bracciale con charm in argento Rtt Milano 330 euro, charm in argento Rtt Milano 160 euro.
I Bon Bon di Bronzallure
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Tra le novità a VincenzaOro 2015 settembre ci sono anche i gioielli di Bronzallure, in particolare gli anelli. L’idea dell’azienda, la milanese di origine libanesi Milor Group, è quella di unire la robustezza del bronzo in una miscela bagnata in oro 18 carati. Insomma, metallo storico con metallo nobile. Un’idea nata nel 2011 con l’aiuto dell’Università di Padova, che ha messo a punto questa lega metallica originale. Tanto esclusiva che è stata anche brevettata. Il risultato del mix tra bronzo e oro è un metallo dalla sfumatura rosa. La lega è anche anallergica e senza nickel. Ed ecco le novità di Bronzallure: i Bon Bon Bague sono anelli, ma non realizzati solo in metallo. Utilizzano il calcedonio, pietra con tonalità che vanno dal blu delicato, al rosa, al verde pallido. Ad arricchire gli anelli si aggiungono i pavé in zirconi o pietre naturali. Al repertorio di Bronzallure vanno poi aggiunte le collane e i bracciali: Knots, Arrows, e i Cocktail Rings. I prezzi oscillano da 49 a 300 euro.
Pomellato Mignon nella Sabbia
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La coerenza è tutto: dopo i Nudo Petit, arrivano i Sabbia Mignon. Mais oui, madame et monsieur: a Pomellato spira un sottile aria parigina. Così la maison di Milano, città che ha eretto un arco di trionfo in onore di Napoleone (L’Arco della Pace), fa bis con la collezione che si distingue per il pavé (altra parola francese) irregolare. Non a caso la collezione si chiama Sabbia: i preziosi granelli sono neri, bianchi o brown. Un po’ come in riva al mare. Come nel caso dei Nudo Petit, anche i Sabbia Mignon costano meno della linea Classic. La versione in oro rosa brunito con diamanti neri ha un prezzo di mille euro. Il Mignon in oro rosa rodiato con diamanti bianchi sale a 1.500 euro. L’anello in rosa brunito con diamanti brown viene venduto a 1.100 euro. Quasi la metà del prezzo della versione classic: 2.100 euro. Matilde de Bounvilles
L’arte del cerchio di Talento Italiano
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L’arte del gioiello in Italia è diffusa su tutto il territorio: lo testimonia un brand che sottolinea la sua appartenenza alla tradizione, Talento Italiano. Tanto per cominciare, i gioielli di Talento Italiano non nascono né a Valenza, né a Vicenza, e tantomeno ad Arezzo o a Tarì. La Maison, invece, ha sede a Legnano, tra Milano e Varese. Forse per questo, Antonio Sartori, che l’ha fondata nel 1994, ha seguito una strada tutta sua nel comporre le sue collezioni. Così la classica azienda familiare si è evoluta fino a individuare un proprio posto al tavolo delle firme della gioielleria italiana. Un esempio è la collezione Ricami. Il nome potrebbe far pensare a qualcosa di lezioso, un po’ vintage, con lo sguardo rivolto al passato. Invece Ricami è una collezione modernissima, che è costruita attorno alla ripetizione della forma perfetta: il cerchio. Comprende anelli in oro nero e rosa, con pavé di diamanti bianchi, brown e sfumati, orecchini e collane con pendenti. Tutto con la forma rotonda ripetuta in diverse dimensioni. E l’idea funziona. Giulia Netrese
[wzslider]Ricordate i braccialetti composti da dolci caramelle, che piacciono tanto ai bambini? Erano il sogno di ogni bambina ma, pare, continuino a essere apprezzati anche dalle ragazze più grandi. Come la designer di scozzese Rosie Kimber, che crea orecchini, collane, anelli e spille in ottone, resina, silicone e cristalli di zucchero dalle forme astratte, ma composte da elementi così colorati da sembrare commestibili. Le tonalità sono accese: rosa fluo, arancione sorbetto, violetta candita, tutti colori invitanti come quelli dei dolci dell’infanzia. Non a caso la collezione è stata battezzata Sugar. Ma non lasciatevi tentare: sono indigesti. L.A.
I mostri preziosi di Paolo Piovan
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Da 40 anni Paolo Piovan crea mostri. Serpenti, draghi, figure che potrebbero popolare film di carattere fantasy. Ma questi esseri fantastici o spaventosi nel loro stato naturale, diventa gioielli elaborati, barocchi, tecnicamente impegnativi. E quindi riscuoto successo. La azienda Paolo Piovan Gioielli ha sede a Padova e si è conquistata un suo spazio nel mondo della gioielleria. Lui, un self-made man, ha iniziato la sua carriera giovanissimo, e come orafo ha acquisito subito i trucchi del mestiere, la tecnica necessaria per trasformare un anello in un piccolo mondo denso di materiali preziosi, ma anche di fantasia. Un po’ di estro lo ha poi acquistato con i suoi lunghi viaggi, in cui ha conosciuto fantasie popolari e visto animali esotici. Le volute barocche che si ammirano nella vicina Venezia, unite alla abilità realizzativa, hanno fatto il resto. Ogni gioiello è interamente fatto a mano, realizzato uno ad uno per sorprendere. E ci riesce. Matilde de Bounvilles
Estate in giallo
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L’India è il Paese con il maggior utilizzo di oro: non stupisce, quindi, che aziende indiane come Krown Jewels siano specializzate nel confezionare gioielli in cui il colore giallo è prevalente. È il caso di questa serie di gioielli che sembra intonarsi perfettamente ai colori caldi dell’estate e, naturalmente, del caldo sole di Mumbai, dove ha sede il brand. Nata solo nel 2001, Krown si è messa in luce per la sua produzione che non concede troppo agli stilemi del gusto orientale, anche se i gioielli prodotti sono piuttosto vistosi, elaborati, densi. Se vi piace il giallo e l’oro potete tranquillamente fare indigestione con le immagini dell’ultima collezione del brand indiano. A differenza di quelli prodotti da altri connazionali, questi gioielli sono più leggeri nonostante le loro grandi proporzioni, grazie all’utilizzo di parti in rodio. I semplici zirconi che prendono il posto dei classici diamanti concorrono a mantenere più contenuto il prezzo. L.A.
Compleanno d’oro per Giovanni Ferraris
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Compie 30 anni: Giovanni Ferraris in tre decenni (è stata fondata nel giugno del 1985) è diventato un brand consolidato nel mondo della gioielleria italiana. Una storia tutta italiana, che inizia dopo l’apprendistato e il diploma di orafo ad Alessandria, uno dei distretti di eccellenza della gioielleria italiana. Dopo aver deciso di fondare l’azienda che porta il suo nome, Giovanni Ferraris ha anche scelto di seguire una strada propria, che l’ha portato a mantenere la tradizione artigiana nella realizzazione delle proprie collezioni, accanto a un estro del tutto personale nella scelta dello stile e dei modelli. Pezzi di alta qualità, con grande profusione di oro, pietre come zaffiri rosa o gialli, diamanti. E forme elaborate, con intrecci, trame, sovrapposizioni. Il brand, che si prepara alla nuova VicenzaOro, festeggia quindi con soddisfazione il compleanno; dopo aver creato anche un marchio easy-to-wear, Minù. E con il proposito di continuare ancora a lungo la strada. G.N.
Aria di Provenza con Fabergé
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Fabergé, nome che è indissolubilmente legato alle preziose uova pasquali realizzate per gli zar, è tornato sulla scena mondiale della gioielleria. La sua ultima produzione di gioielli, che in alcuni casi sono anche orologi, ricordano la tradizione della maison, con motivi ovali che spuntano attraverso l’elaborato disegno dei diversi pezzi che compongono le collezioni. È il caso, per esempio, dei ciondoli a forma di uovo.
Le nuove collezioni di gioielli sono evidenziate come gemme colorate eccezionali e alcuni classici, come i tuoi ciondoli d’uovo. Le due nuove collezioni di alta gioielleria si chiamano Secret Garden, e Estate in Provenza. La prima celebra la primavera ed è composta da collana, orecchini, anelli, bracciali e spilla. I gioielli hanno motivi floreali e preziose gemme di colori vibranti, e sono ispirati dalla passione di Carl Fabergé per i fiori e l’opera del pittore russo Marc Chagall. Estate in Provenza, invece, si ispira ai paesaggi assolati del sud della Francia in estate. Oro e pietre preziose si intrecciano in nastri di fiori (un riferimento al folklore russo, Paese a cui Fabergè è legato) e texture che ricordano abiti tessuti con motivi floreali. Perle di turchesi, perle naturali, tormaline Paraiba, smalto lucido, diamanti e smeraldi compongono tre set: collana, orecchini e anello. Cosimo Muzzano