Un mosaico di gemme su una forma perfetta: l’uovo. Fabergé nel 1914 ne fabbricò uno con questa tecnica. È diventato uno dei gioielli più famosi. Ora la Maison russa rinata sotto le insegne di Gemfield, ripropone l’uovo, ma rimpicciolito, come ciondolo di lusso da appendere alla catena di una collana. Non a caso il gruppo a cui appartiene Fabergé opera in campo minerario: non stupisce, quindi, che i ciondoli d’uovo siano ricoperti da rubini, zaffiri del Mozambico, tzavorites e diamanti, a volte con l’utilizzo di una sola pietra preziosa, in altre con un mix tutti-frutti. Nella collezione Mosaic, le gemme colorate sono inserite con un con una tecnica di invisible setting. I tasselli colorati sono incastrati come in un puzzle uno accanto all’altro, in file strette, su una struttura in oro. Una tecnica che ricorda quella di Peter Carl Fabergé, pioniere nei primi anni del Novecento e autore della famosa serie di uova. In particolare, L’Uovo mosaico è una delle uova imperiali che l’ultimo Zar di Russia, Nicola II, donò a sua moglie la Zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova nel 1914. È realizzato con oro, perle, diamanti taglio rosetta, granati verdi, smalto verde traslucido, bianco opaco, rosa pallido opalescente, verde pallido e seppia pallido. Oggi fa parte della Royal Collection, la raccolta d’arte della famiglia reale britannica. Federico Graglia
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