Il ciondolo Africa di Vhernier
Il ciondolo Africa di Vhernier

Vhernier for Africa

Vhernier nelle baraccopoli del Sudafrica. Non con i raffinati gioielli delle sue collezioni, ovviamente, ma con un progetto di charity. Anche se il termine non è esattamente appropriato: il brand della gioielleria guidato da Carlo Traglio, infatti, ha deciso di sostenere il progetto Empower Shack, sviluppato dallo studio Urban Think-Tank del Politecnico Federale di Zurigo ETH-Zürich. Il team è guidato dall’architetto Alfredo Brillembourg e dal suo socio Hubert Klumpner, in collaborazione con Ikhayalami NGO. In che cosa consiste il progetto? Non è un traguardo da poco: migliorare la qualità della vita di coloro che vivono negli slum di Cape Town. Per riuscirci, l’idea è stata quella di ideare delle unità abitative minimaliste. La prima è già stata installata, ma il cammino è lungo: lo slum alle porte di Cape Town, nel distretto di Khayelitsha, copre un’area di 4 chilometri quadrati, in cui vivono 400mila persone. L’obiettivo è realizzare le prime cento unità, ognuna costa circa 6mila euro. Un  tetto, delle pareti, servizi minimi: molto più di quanto abbia ora chi vive nelle baraccopoli.

Che c’entra Vhernier? Presto detto: il brand ha creato il ciondolo Africa, un gioiello che rappresenta il volto del Paese, disponibile nelle boutique Vhernier. Il 25% del prezzo di vendita del gioiello sarà devoluto per la costruzione di nuovi Empower Shack. Tra l’altro, acquistarlo non è solo un sostegno filantropico: il ciondolo è grazioso, una reinterpretazione delle tradizionali maschere africane, un profilo in ebano con occhi d’oro.

«Con i suoi oltre 50 milioni di abitanti e con una delle economie più importanti del continente, il Sudafrica è un paese nel quale le diseguaglianze economiche fortissime producono tensioni sociali drammatiche», spiega Carlo Traglio, presidente Vhernier. «Sono subito rimasto affascinato dal progetto Empower Shack, che nella sua semplicità rappresenta una soluzione efficace e sostenibile al disastroso processo con cui stanno crescendo le megalopoli sudafricane. Inoltre, trovo ammirevole che un’archistar come Alfredo Brillembourg si occupi di sociale senza concentrarsi sul business».

Quella relativa al Sudafrica non è l’unica iniziativa etica di Vhernier. Un altro esempio è «Un anello per salvare un bambino», iniziato nel 2010 per supportare gli interventi della Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus: il cento per cento dei proventi ricavati  dalla vendita dell’anello Pirouette Vhernier for Kids, in argento e oro rosa, è andato a sostegno dell’attività di chirurgia pediatrica dell’ospedale Saint Damien di Haiti. «Chi compra un anello di fatto salva una persona: il costo del Pirouette corrisponde al costo in un’operazione chirurgica», ricorda Traglio. Vhernier negli Usa supporta Artists for Peace and Justice (APJ), l’Associazione fondata dal filmmaker premio Oscar Paul Haggis, con l’iniziativa «Un’istruzione per i ragazzi di Haiti»: la vendita di ogni anello garantisce un anno di formazione ad uno studente della St. Luc Street School e all’Academy for Peace and Justice. «Ad Haiti l’analfabetismo raggiunge il 43%. Questo è un piccolo passo concreto, per un futuro migliore», conclude il presidente dell’azienda. G.N.

Carlo Traglio, presidente di Vhernier
Carlo Traglio, presidente di Vhernier
Il ciondolo Africa di Vhernier
Il ciondolo Africa di Vhernier
L'interno della prima abitazione del progetto progetto Empower Shack
L’interno della prima abitazione del progetto progetto Empower Shack
L'esterno dell'abitazione nello slum di Cape Town
L’esterno dell’abitazione nello slum di Cape Town
Il ciondolo Africa
Il ciondolo Africa
L'architetto Alfredo Brillembourg
L’architetto Alfredo Brillembourg
Uno schizzo del modulo abitativo Empower Shack
Uno schizzo del modulo abitativo Empower Shack

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Rosato a tavola con Expo 2015

Next Story

Bonomea, realtà rovesciata

Latest from News