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Torna VicenzaOro



Torna VicenzaOro tra lusso e tecnologia (con un po’ di mondanità) ♦︎

Ritorna VicenzaOro (19-24 gennaio). Ieg, il gruppo che organizza la manifestazione fieristica, lo definisce «il più grande salone europeo dedicato all’oreficeria e alla gioielleria». E, in effetti, se si considera anche la concomitante TGold, i numeri ci sono. Più che fiera, infatti, parola ormai che ha un sapore un po’ vecchio, VicenzaOro preferisce etichettarsi come business hub, una piattaforma dove concludere affari, al servizio delle 4500 aziende coinvolte, di cui il 35% estere, con 96mila visitatori attesi da oltre 130 Paesi e 3800 top buyer ospitati anche grazie all’aiuto del governo, cioè con il contributo determinante del ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ice. VicenzaOro, in sintesi, ospita oltre 1500 brand, di cui l’80% già presenti nelle edizioni precedenti, su oltre 25mila metri quadri, con un’incidenza dei brand del segmento alto di gamma a + 10%.

E la prova che VicenzaOro si sia trasformata in un format è la sua replica in altri mercati, come Dubai. Infatti, oggi la fiera nata a Vicenza organizza cinque saloni nel mondo ed è presente a dieci appuntamenti internazionali. Nel 2018, per esempio, oltre Vicenza sarà a Hong Kong, Arezzo, Las Vegas, Dubai, Mumbai.

Ma VicenzaOro è anche gioielleria di tutti i generi, alta, media, bassa, di moda, di componentistica. Oltre, appunto, a T.Gold, salone dedicato agli operatori del settore della produzione di gioielli, in cui l’Italia eccelle. Infatti, T.Gold gode di ottima salute: quest’anno cresce di oltre il 20% il numero degli espositori grazie all’ingresso di nomi importanti del settore come la britannica Durston e la tedesca Hemerle+Meule. In totale sono presenti oltre 160 aziende espositrici, da 16 Paesi del mondo, in particolare da Italia, Germania, Stati Uniti.  Tra i motivi di interesse c’è la crescita  del segmento della stampa 3D e le relative soluzioni.

I premi al gioiello

Con l’apertura di VicenzaOro tornano anche per la quinta edizione gli Andrea Palladio International Jewellery Awards, con la consegna dei premi alle eccellenze del lusso e top player della gioielleria mondiale che si sono distinte per la creatività, il progetto, la produzione, la distribuzione, il retail, la comunicazione, i new media, il premio alla carriera e la Corporate Social Responsibility. Quest’ultimo si inserisce nel filone della gioielleria sostenibile, a cui VicenzaOro ha anche deciso di dedicare un appuntamento assieme a Cibjo (lunedì 22), la Confederazione mondiale della gioielleria.

A decretare i vincitori, alla presenza del presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, del vice presidente, Matteo Marzotto, e del direttore generale, Corrado Facco, sarà una giuria composta da Franco Cologni, presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Clare Phillips, curatrice del dipartimento di Scultura, Artigianato del ferro, vetri e ceramiche del Victoria & Albert Museum di Londra, Alba Cappellieri, professore Design del Gioiello al Politecnico di Milano, Silvana Annichiarico, direttore Triennale Design Museum.

Appuntamenti

Meno mondano, ma più di sostanza, l’appuntamento di venerdì 19 con Visio.Next, summit dedicato al futuro del lusso e della gioielleria con il giornalista Alan Friedmann, Claudia D’Arpizio, partner di Bain&Company per Moda Lusso, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Matteo Marzotto, nella doppia veste di vice presidente esecutivo di Ieg e presidente di Dondup, Diego Nardin, ad di Fope, Licia Mattioli, ad di Mattioli e vice presidente per l’internazionalizzazione di Confindustria, Adi Al Fardan, fondatore di Adi Hasan Al Fardan Jewellery Trading, Andrea Panconesi, fondatore e presidente di LuisaViaRoma.

Sabato, invece, è previsto l’appuntamento con il profilo del consumatore per il 2018-19 sotto la lente di Trendvision Jewellery + Forecasting. Tutti i giorni, infine, i Digital Talks, workshop tematici sull’innovazione digitale in collaborazione con Federpreziosi.





VicenzaOro 2017
VicenzaOro 2017

indossato pasquale bruni 1
Modella nel booth di Pasquale Bruni
Orecchini e collana di Stefan Hafner
Orecchini e collana di Stefan Hafner
Orecchini di Nikos Koulis
Orecchini di Nikos Koulis

Corrado Facco e Matteo Marzotto
Corrado Facco e Matteo Marzotto







Gioielli e pietre che avranno più valore nel 2018

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La casa d’aste Bonhams ha analizzato quali sono i trend di gioielli e pietre più richiesti e che aumenteranno di valore. Per esempio, i rubini e… ♦︎

Quale tesoro avete nascosto in casa? Oppure in una cassetta di sicurezza in banca? Forse non sapete che, come per i quadri o per i titoli azionari, anche i gioielli sono soggetti a variazione del loro valore. Pietre che venti anni fa erano poco considerate o, addirittura erano indicate come difettose, come i diamanti brown, oggi sono utilizzate anche per l’alta gioielleria. Insomma, è bene conoscere il valore di quello che si possiede.

La casa d’aste Bonhams, per esempio, ha rivelato al sito Professional Jeweller quali sono i gioielli che nel 2018 dovrebbero essere più richiesti e, quindi, ottenere un prezzo più alto. Ecco i dieci preziosi che nel 2018 aumenteranno di valore secondo Jean Ghika, direttore mondiale della gioielleria di Bonhams.

1) Diamanti colorati. Se dieci anni fa un diamante blu vivido era valutato da 200.000 a 300.000 dollari per carato, oggi il valore è lievitato  2-3 milioni. Un tassi di crescita superiore a quello della Borsa o degli immobili. Insomma, è stato un ottimo investimento. Ma ora? Secondo Jean Ghika, «il mercato oggi è più informato e la bellezza e la rarità di queste pietre è pienamente apprezzata. Diamanti colorati di giallo, rosa e blu fantasia in tutte le taglie e saturazione sono sempre più richiesti dai compratori di tutto il mondo». E i prezzi sono destinati a salire, perlomeno secondo la Fancy Color Research Foundation. Il prezzo medio di tutti i diamanti blu è salito in due anni dell’8,1%.

Anello con diamanti rosa marquise e Fancy Light Blue al centro
Anello con diamanti rosa marquise e Fancy Light Blue al centro

2) Rubini. La pietra rossa è una delle più richieste degli ultimi due anni, superando l’appeal di zaffiri e smeraldi. Bonhams porta a esempio un anello art déco di Lacloche, con un rubino birmano non riscaldato di cinque carati, è stato venduto per 30.000 sterline nel 2007. Un rubino equivalente, su un anello di Cartier, è stato battuto a più di 362.000 sterline di recente, con un un aumento del 1.108% in soli sette anni.

Anello con rubino sangue di piccione non riscaldato
Anello con rubino sangue di piccione non riscaldato

3) Diamanti bianchi. Restano tra le scelte giuste per conservare il valore di un gioiello. Secondo la casa d’aste, c’è un crescente interesse per i diamanti con un taglio antico, a mano, del periodo vittoriano, edoardiano e art déco. Hanno un grande fascino e si distinguono dai diamanti tagliati perfettamente, ma sempre uguali che si trovano ora.

Anello moi et toi: un diamante taglio a pera, un diamante assher, più 216 diamanti
Anello moi et toi: un diamante taglio a pera, un diamante assher, più 216 diamanti




4) Zaffiri. Anche se un po’ meno del rubino, lo zaffiro mantiene un grande appeal. Anche perché, accanto al classico colore blu, gli zaffiri sono disponibili in un’ampia varietà di sfumature, anche rare come il padparadscha (rosato-arancione). La rarità di alcune sfumature rendono lo zaffiro molto ricercato dai collezionisti e, quindi, ne conserva o accresce il valore. Anche perché zaffiri delle miniere storiche, come quelli del Kashmir, sono tra i più rari e ricercati.

Anello stile Art Deco in platino, diamanti e zaffiro
Anello stile Art Deco in platino, diamanti e zaffiro

5) Smeraldi. Lo stesso discorso degli zaffiri vale anche per le pietre verdi per eccellenza. Il valore dipende però in gran parte dal colore della pietra e dalla chiarezza. Le pietre di alta qualità non trattate (con certificazione) provenienti dalla Colombia sono molto richieste e hanno registrato un notevole aumento di valore negli ultimi dieci anni.

John Rubel, anello con oro bianco, smeraldo, zaffiri e diamanti
John Rubel, anello con oro bianco, smeraldo, zaffiri e diamanti

6) Belle Epoque e Art Déco. Fine Ottocento e primi decenni del Novecento sono due periodi d’oro per la gioielleria e sono sempre più apprezzati. Nell’ultimo decennio il valore dei gioielli antichi è aumentato del 54%. In particolare, i gioielli del periodo 1945-1975 sono aumentati dell’88,9% e quelli art déco (anni Venti e Trenta) e Belle Epoque (1890-1915) del 71,8%.

Anello Art Deco di Boucheron con una grossa acquamarina. Venduto per 19mila euro
Anello Art Deco di Boucheron con una grossa acquamarina. Venduto per 19mila euro

7) Gioielli di grandi Maison. Nel tempo il valore dei gioielli di grandi marche resistono meglio. Ma, ancora meglio, negli ultimi anni hanno visto i prezzi impennarsi. Cartier, Van Cleef & Arpels, Bulgari, Verdura, Suzanne Belperron e Tiffany, per esempio, sono marchi sempre più richiesti in sede d’asta.

Bulgari, collana della collezione Giardini Italiani
Bulgari, collana della collezione Giardini Italiani

8) Perle naturali. Perle sì, ma non coltivate. Sono quelle che hanno visto il loro valore moltiplicarsi negli ultimi anni. I dati di Art Market Research, riporta Professional Jeweller, indicano un aumento del 286,1% del prezzo delle perle naturali nell’ultimo decennio.

Orecchini con perle naturali e diamanti appartenuti alla imperatrice Eugenia di Francia
Orecchini con perle naturali e diamanti appartenuti alla imperatrice Eugenia di Francia

9) Grandi designer. Non c’è solo la firma delle grandi Maison a far lievitare il prezzo dei gioielli. Anche i gioielli di artisti o designer come Suzanne Belperron, Coco Chanel, Hemmerle, Georges Braque, Daniel Brush o Andrew Grima sono molto richiesti.

Orecchini Coquillage di Suzanne Belperron
Orecchini Coquillage di Suzanne Belperron

10) Spinelli. Il rosso va di moda, ma non è detto che sia quello dei rubini. Gli spinelli assomigliano molto ai rubini e sono altrettanto belli da vedere su un gioiello. Ecco perché i anelli, collane o bracciali con grandi spinelli spuntano quotazioni sempre più elevate. Secondo Bonhams, c’è un notevole interesse per gli spinelli e molti collezionisti li vogliono acquistare. Federico Graglia

Tiffany Blue Book2013 , anello con spinello rosso centrale taglio ovale, circondato da spessartiti e diamanti bianchi taglio tondo
Tiffany Blue Book 2013, anello con spinello rosso centrale taglio ovale, circondato da spessartiti e diamanti bianchi taglio tondo







Gioielli con l’oro nascosto nei computer

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L’oro nascosto nei computer si trasforma in gioielli con opali. L’idea è di Dell e Nikki Reed ♦︎

«Quel computer è un gioiello». Può capitare di ascoltare una frase del genere, di solito pronunciata da un appassionato di tecnologia. Ora, però, può essere interpretata in senso letterale. A Las Vegas, al Ces, fiera dell’elettronica di consumo, uno dei più grandi gruppi di pc, Dell, ha presentato una collezione di gioielli realizzata con l’oro riciclato dalle schede madri dei pc. Nel cuore dei computer, infatti, è spesso utilizzata una minuscola connessione in oro, perché il metallo è un ottimo conduttore di elettricità e, quindi, di dati. Quando si cambia un computer, in media ogni cinque-sei anni, questa piccola quantità di oro finisce nei rifiuti. L’attrice e attivista Nikki Reed ha pensato quindi di riutilizzarla grazie a Dell, che ha anche annunciato di voler utilizzare oro riciclato per le schede madri dei prossimi computer. La linea di gioielli si chiama Circular Collection e comprende anelli, orecchini e gemelli dalla forma circolare. L’oro, a 14 e 18 carati, è utilizzato assieme a opali, ovviamente con provenienza eticamente certificata.

I materiali grezzi recuperabili dai rifiuti elettronici, tra cui oro, platino, argento, rame e palladio, hanno un valore stimato in 55 miliardi di dollari. Ma per ora il riciclo è documentato solo per 8,9 milioni di tonnellate di rifiuti. Alessia Mongrando





Orecchini pendenti della Circular Collection
Orecchini pendenti della Circular Collection. Prezzo: 148 dollari

Orecchini in oro e opali. Prezzo: 168 dollari
Orecchini in oro e opali. Prezzo: 168 dollari
Nikki Reed  (immagine da Facebook)
Nikki Reed (immagine da Facebook)
Nikki Reed, orecchini in oro riciclato e opali
Nikki Reed, orecchini in oro riciclato e opali
Nikki Reed, anelli in oro riciclato e opali
Nikki Reed, anelli in oro riciclato e opali

Nikki Reed, gemelli con opali. Prezzo: 348 dollari
Nikki Reed, gemelli con opali. Prezzo: 348 dollari







Il 2017 anno d’oro per i gioielli italiani



Alla vigilia di VicenzaOro l’Osservatorio di Ieg su oro e gioielli fotografa la situazione: aumentano le vendite. E tra Valenza, Arezzo e Vicenza vince… ♦︎

Conto alla rovescia per VicenzaOro January (19-24 gennaio). Mentre il classico modello fiera è in piena fase di trasformazione, come dimostra anche la strada originale intrapresa da Fiera Vicenza, le incertezze sono ancora molte. Quale sarà, davvero, l’esito di VicenzaOro? Le attese, sono positive, anche perché dopo qualche anno difficile per il mondo della gioielleria, a causa della crisi economica, i dati incoraggianti su consumi e trend di spesa possono far sorridere anche le aziende della filiera orafa.

I dati diffusi dall’Osservatorio sul settore orafo-gioielliero di Italian Exhibition Group (il gruppo che organizza VicenzaOro), indicano per i primi nove mesi del 2017 un incremento di produzione e fatturato. L’indice medio di fatturato totale del settore, precisa l’analisi dell’Osservatorio, è aumentata del 6,2% nei tre trimestri dello scorso anno rispetto allo stesso periodo del 2016, del 2% a livello nazionale e con una punta dell’8,2% per quanto riguarda le vendite all’estero. Ancora meglio: per la produzione l’indice medio è aumentata del 13% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre
Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre

 Vola l’export

In valore assoluto le esportazioni di oro e gioielli made in Italy a settembre 2017 erano a quota 5,2 miliardi di euro (5,176 miliardi di euro) pari a +13% in valore, considerando un prezzo medio dell’oro sostanzialmente simile a quello del 2016. Questo exploit si spiega con la ripartenza dei consumi in India, Russia e Usa. Gli ultimi due, in particolare, sono molto importanti per la gioielleria Made in Italy, che si inserisce in questo scenario con tassi interessanti, soprattutto per quanto riguarda il mercato statunitense. In Usa l’andamento della domanda di gioielli e bijoux made in Italy nei primi nove mesi del 2017 è salito del 21% in valore. Bene anche l’Europa, in controtendenza rispetto all’andamento globale. In Francia l’export di gioielli e oreficeria italiana è salita nei primi nove mesi del 44%, del 14% Germania e del 22% in Spagna. In Russia i gioielli italiani segnalano fatturati in aumento di oltre il 12%.

L’Osservatorio ha anche quantificato il differente business tra i poli della gioielleria. Alessandria (Valenza) nei primi nove mesi del 2017 ha registrato un valore del fatturato a 1,5 miliardi di euro, Arezzo un export a 1,4 miliardi, mentre Vicenza e dintorni è a circa 1 miliardo di euro.





Garavelli, progettazione Cad
Garavelli, progettazione Cad

Garavelli, prime fasi di lavorazione
Garavelli, prime fasi di lavorazione
Garavelli, lavorazione di un orecchino
Garavelli, lavorazione di un orecchino
Garavelli, gioiello terminato
Garavelli, gioiello terminato
L'ingresso a VicenzaOro January 2017
L’ingresso a VicenzaOro January 2017







I gioielli cinetici si fermano

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La designer tedesca Barbara Schulte-Hengesbach, famosa per i suoi gioielli cinetici, passa le consegne alla figlia Claudia ♦︎

I gioielli cinetici si fermano. O, meglio, si prende un po’ di riposo la loro creatrice, la designer tedesca Barbara Schulte-Hengesbach, che dopo 30 anni ha deciso di riporre la matita e passare le consegne alla figlia Claudia Schmeddinge al suo partner, Andreas Lehmann. La galleria di Dusseldorf che ha esposto le sue creazioni, ha quindi abbassato le saracinesche, ma solo per rinnovarsi e dare appuntamento a marzo 2018. Curiosamente, la designer che predilige i raffinati movimenti di anelli, collane e bracciali ha annunciato che a 71 anni si dedicherà al suo hobby preferito: la pesca, in Olanda (ma senza rinunciare a un ruolo di advisor sulla sua ex attività).

La storia professionale di Barbara Schulte-Hengesbach è iniziata nel 1971, con un diploma in design di gioielli. Poi, ha ben presto iniziato a disegnare i gioielli che sono diventati una sorta di icona del design: i gioielli cinetici. Si tratta quasi sempre di anelli in oro giallo 750, con cornici che si muovono senza giunture o cerniere visibili. Non è semplice. Per questo la designer ha vinto numero si premi. Ora non resta che attendere le nuove collezioni questa volta firmate dalla coppia Schmedding-Lehmann, che già da anni ha affiancato Barbara Schulte-Hengesbach nel suo lavoro. Giulia Netrese

Leggi anche: I gioielli cinetici




Anello in oro 18 carati di Barbara Schulte-Hengesbach
Anello in oro 18 carati di Barbara Schulte-Hengesbach
Anello cinetico in oro giallo 750
Anello cinetico in oro giallo 750
Anello cinetico Momentum
Anello cinetico Momentum
Anello Infinito
Anello Infinito, con perla
Anello cinetico in oro con diamante
Anello cinetico in oro con diamante
Anello Stella cadente
Anello Stella cadente
Anelli della collezione Rose, oro e perla
Anelli della collezione Rose, oro e perla







Al Brafa i fenici con Cartier



I nuovi pezzi esposti al Brafa 2018, a Bruxelles dal 29 gennaio: dalla collana fenicia a Cartier ♦︎

Volete acquistare una collana fenicia, in oro con turchesi e ametista di tarda origine sarmata e datato durante il primo scorcio dell’impero romano? O preferite una collana di Cartier con smalti, diamanti e ametista del 1905? Oppure, ancora, un contemporaneo pendente con la forma di una sirena in oro, argento, diamanti, rubini, pietra luna e ametista? Non resta che prenotare un volo per Bruxelles, dove dal 29 gennaio inzia il Brafa (fino a 4 febbraio).

Leggi anche: Prezioso Brafa

Dal 1956 la Brussels Art Fair (Brafa) è una delle più antiche e prestigiose fiere d’arte del mondo. I pezzi esposti sono di particolare pregio, dall’antiquariato all’arte moderna e contemporanea, fino alle belle arti e ai gioielli. Tra gli espositori, infatti, non mancano quelli che propongono pezzi unici o vintage, tutti di particolare pregio. Come Una collana di Cartier con smalto, oro, diamanti e ametiste, per finire con gioielli da collezione come una collana fenicia in oro che risale al primo periodo dell’impero romano. Un’occasione per fare del turismo abbinato ai gioielli. Lavinia Andorno





ANtiche demi parure di collana e orecchini in crisoberillo e argento. Portogallo, circa 1700
ANtiche demi parure di collana e orecchini in crisoberillo e argento. Portogallo, circa 1700

Da Chamarande, un bracciale in oro, smeraldi, zaffiri, rubini e diamanti. Circa 1890
Da Chamarande, un bracciale in oro, smeraldi, zaffiri, rubini e diamanti. Circa 1890
Collana fenicia in oro, turchesi e ametista
Collana fenicia in oro, turchesi e ametista
Eau Revante Belle Impossible pendant Sylvie Corbelin Bourg en Bresse 1958 design jeweller since 2000 18 carat gold silver diamonds brown diamonds ruby moonstone beetle wings amethyst Unique piece
Galerie Martel-Greiner, Eau Rêvante – Belle Impossible, pendente. Sylvie Corbelin (Bourg-en-Bresse, 1958). Oro 18 carati, argento, diamanti, diamanti brown, rubino, pietra di luna, ali di scarafaggio, ametista. Il Beetlewing è un’antica tecnica artigianale che utilizza ali di scarafaggio iridescenti praticate tradizionalmente in Tailandia
Galerie Montaigne, anello di Cartier in oro bianco con diamanti e zaffiri
Galerie Montaigne, anello di Cartier in oro bianco con diamanti e zaffiri

Galerie Montaigne, collana in oro, smalto, ametiste e diamanti. Cartier, circa 1950
Galerie Montaigne, collana in oro, smalto, ametiste e diamanti. Cartier, circa 1950







VicenzaOro Design Room, chi c’è e chi non c’è

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Chi c’è, chi non c’è e chi è da scoprire tra gli 11 designer invitati a VicenzaOro January nella Design Room ♦︎

Aida Bergsen, Akillis, Fernando Jorge, Bia Tambelli, Alissa jewelry, BebPop, Kellyxia Fine Jewelry, Magerit, Noor Jewelry, Netali Nissim, Qayten, Federica Rettore. Sono 11 i creatori invitati nel distretto The Design Room alla prossima VicenzaOro January 2018. L’area riservata alle piccole Maison create da designer giovani, emergenti e, possibilmente, con qualche cosa in più da dire. Rispetto allo scorso anno, quando è stata introdotta questa area espositiva, ci sono alcune conferme, come Federica Rettore, Netali Nissim, Magerit, Qayten e Fernando Jorge. Le novità, invece, iniziano con Aida Bergsen, che nonostante il nome nordico ha sede a Istanbul ed è una designer-scultrice. Akillis è una Maison di Parigi creata da Caroline Gaspard, che si descrive come «une aventurière, audacieuse et determinée». C’è poi Bia Tambelli, emergente designer brasiliana. Kellyxia, invece, è una azienda cinese, con sede a Shanghai, anch’essa per ora ignorata da Google. Infine, Noor Jewelry è il brand di Noor Fares, designer libanese cresciuta a Parigi e trasferita a Londra, già molto quotata. Insomma, nella Design Room sono previsti brand già ben affermati, come Fernando Jorge, Magerit, Qayten o Federica Rettore assieme a nomi che sono letteralmente da scoprire. Forse per aumentare la curiosità. Lavinia Andorno




Noor Fares, anello Flower of Life, pietra luna, oro giallo, pietre di colore e diamanti
Noor Fares, anello Flower of Life, pietra luna, oro giallo, pietre di colore e diamanti
Noor Fares
Noor Fares
Anello in oro di Fernando Jorge
Anello in oro di Fernando Jorge
Fernando Jorge
Fernando Jorge
Akillis, bracciale Puzzle, in oro bianco e diamanti
Akillis, bracciale Puzzle, in oro bianco e diamanti
Caroline Gaspard
Caroline Gaspard
VicenzaOro January 2017
VicenzaOro January 2017






Il 2018 sarà d’oro?

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Quale sarà il prezzo dell’oro nel 2018? Ecco le previsioni degli esperti ♦︎

Il 2018 sarà un altro anno d’oro? Chi possiede gioielli sarà contento di sapere che il valore di bracciali, collane e anelli fabbricati con il metallo giallo nel 2017 si sono rivalutati circa del 20% in media, anche se con oscillazioni consistenti, fino a oltre 1300 dollari l’oncia. La notizia interessa, naturalmente, ancora di più chi i gioielli li produce, oltre a chi vede l’oro come un investimento. E per il 2018?

Secondo gli analisti del colosso bancario Citi, la quotazione dell’oro potrebbe restare su questo livello o crescere. A dare la spinta possono essere i focolai di tensione in giro per il mondo, dalla Corea del Nord al Medio Oriente. Insomma, guerre e catastrofi, oppure improvvisi crack di Borsa restano il carburante per sostenere le quotazioni dell’oro e, quindi, anche il valore dei gioielli per chi li possiede. Ma possono anche indicare la possibilità di un aumento di prezzo per chi li vuole comprare.

Le previsioni del World Gold Council

Secondo John Reade, Chief Market Strategist del World Gold Council, «ci sono diverse ragioni per credere che l’oro potrebbe mantenere la traiettoria verso l’alto». L’analista ritiene che la politica monetaria continuerà a essere un importante motore della domanda di oro, dato che la Federal Reserve (la Fed) ha anticipato di voler aumentare i tassi ulteriormente l’anno prossimo. Oltre alla politica monetaria, ci sono altri due fattori potenzialmente importanti per l’oro: l’andamento del mercato azionario Usa e la quotazione del dollaro. La fine della lunga fase di rialzo di Wall Street potrebbe riaccendere la domanda di oro. E se il dollaro Usa sarà meno forte l’oro potrebbe trarre beneficio.

Altri fattori che possono sostenere le domanda di oro: la Cina, il più grande mercato d’oro del mondo, ha evitato «l’atterraggio duro» dell’economia, che molti avevano previsto 18 mesi fa, e si prevede crescerà a un ritmo giusto nel 2018, intorno al 6,4%. L’economia indiana si sta riprendendo dalla shock monetario del 2016 e dall’adeguamento all’imposta sui beni e servizi lanciata nel 2017. L’India, altro Paese che acquista molto oro, dovrebbe essere uno dei Paesi con la crescita più rapida del mondo nel 2018, espandendosi ad un ritmo ancora più rapido di quanto non fosse tra il 2012-2014. Infine, il mercato della gioielleria statunitense, il terzo più grande al mondo, potrebbe trarre vantaggio dalla continua crescita economica e dall’elevata fiducia dei consumatori. Insomma, anche il 2018 potrebbe rivelarsi un anno d’oro. Federico Graglia





Chanel, anello d'oro Sous le signe du Lion
Chanel, anello d’oro Sous le signe du Lion

Marie-Hélène de Taillac, orecchini Mermaid in oro 22 carati incisi a forma di conchiglia
Marie-Hélène de Taillac, orecchini Mermaid in oro 22 carati incisi a forma di conchiglia
Anello in oro disegnato per Cartier
Anello in oro disegnato per Cartier
Marina B, collezione Mini Atomo, anello  con palline di diverse dimensioni in oro giallo
Marina B, collezione Mini Atomo, anello con palline di diverse dimensioni in oro giallo
Marisol, autoritratto in oro 18 carati
Marisol Escobar, autoritratto in oro 18 carati
Noor Fares, anello Hex Seal in oro giallo a forma esagonale sulla parte superiore tempestato di diamanti bianchi
Noor Fares, anello Hex Seal in oro giallo a forma esagonale sulla parte superiore tempestato di diamanti bianchi
Boucheron, Serpent Bohème, anello piccolo in oro giallo con pavé di 8 diamanti per 0,12 carati. Prezzo: 2700 euro
Boucheron, Serpent Bohème, anello piccolo in oro giallo con pavé di 8 diamanti per 0,12 carati. Prezzo: 2700 euro

Frank Stella, anello in oro
Frank Stella, anello in oro







Per Sotheby’s bilancio con record



Il 2017 anno con il record mondiale del diamante più costoso per Sotheby’s ♦︎

Tempo di bilanci anche per Sotheby’s. La grande casa d’aste, che nel 2017 ha celebrato i 100 anni in Bond Street, a Londra, ha però preferito non entrare nel dettaglio delle singole divisioni (gioielleria, arte, mobili, francobolli eccetera), ma ha riassunto la sua attività in un bilancio complessivo. Le vendite, quindi, nel 2017 hanno raggiunto i 4,7 miliardi di dollari, con un incremento del 13,1%. Ha però sottolineato che le vendite online di gioielli alle aste vanno a gonfie vele e che il 23% dei lotti è stato acquistato via internet. Un dato interessante. Senza entrare nel dettaglio per quanto riguarda la gioielleria (è stato un anno di luci e ombre) Sotheby’s ricorda i pezzi di maggior successo.

Per esempio, il record mondiale d’asta per diamante o pietra preziosa con The Pink Star, successivamente ribattezzato The CTF Pink dal compratore Chow Tai Fook. Il diamante rosa tipo IIa a taglio misto da 59,60 carati è stato acquistato per 71,2 milioni.

Sotheby’s ha anche stabilito un record per gli orecchini più costosi venduti all’asta con i diamanti a forma di pera Apollo Blue e Artemis Pink, che pesano rispettivamente 14,54 carati e 16 carati. Sono stati venduti come due lotti separati e successivamente ribattezzati La memoria delle foglie autunnali e Il sogno delle foglie autunnali. I due orecchini sono stati venduti per un totale complessivo di  57,4 milioni.

Altri pezzi forti sono stati un diamante blu vivido fantasia taglio smeraldo del peso di 5,69 carati, venduto per 15,1 milioni, e un anello di Piaget con un diamante rettangolare rosa taglio brillante di 7,04 carati, venduto per 13,2 milioni di dollari. Federico Graglia

Leggi anche: The Pink Star venduto per 71,2 milioni 




The Pink Star con l'anello su cui è montato
The Pink Star con l’anello su cui è montato

Nel 2013 Pink Star è stato venduto per 83 milioni di dollari
Nel 2013 la pietra è stata venduta per 83 milioni di dollari
pink star 4
Il più grande diamante rosa fantasia, vivid, internamente perfetto
La coppia di orecchini con i diamanti Apollo Blue e Artemis Pink
La coppia di orecchini con i diamanti Apollo Blue e Artemis Pink
La Légende, diamante a cuore di 92,15 carati di Boehmer et Bassenge venduto per 14,9 milioni
La Légende, diamante a cuore di 92,15 carati di Boehmer et Bassenge venduto per 14,9 milioni
Exquisite Fancy Vivid Blue Diamond e Diamond Ring, venduto per 15,1 milioni di dollari
Exquisite Fancy Vivid Blue Diamond e Diamond Ring, venduto per 15,1 milioni di dollari

Anello con diamanti rosa purpureo intenso di Piaget
Anello con diamanti rosa purpureo intenso di Piaget







Ivanka Trump, gioielli con giallo

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Un intrigo finanziario dietro il marchio di gioielleria legato a Ivanka Trump ♦︎

Il brand di gioielli legato a Ivanka Trump, figlia del presidente Usa, Donald Trump ha un problema. Un insuccesso commerciale? Forse. Ma negli Stati Uniti sul flop del marchio Ivanka Trump Fine Jewelry si addensano ombre minacciose.

Leggi anche: I gioielli di Trump (Ivanka)

La prospettiva è quella individuata dal mensile GQ, edizione Usa. Secondo il magazine, un documento giudiziario depositato alla Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Sud di New York, sostiene che la società di gioielli Ivanka Trump Fine Jewelry sarebbe stata coinvolta in un schema finanziario per coprire un debito di 100 milioni di dollari dovuto alla Commercial Bank di Dubai da una famiglia degli Emirati Arabi, gli Al-Saris, attiva nel trading petrolifero. Ma che cosa c’entrano i gioielli di Ivanka Trump?

Semplice: gli arabi in questione si sarebbero fatti prestare soldi dalla banca senza riuscire a ripagarli. Per evitare guai, avrebbero nascosto i soldi tramutandoli in diamanti acquistati da Madison Avenue Diamonds, che è la società a cui Ivanka ha concesso in licenza il suo nome, e anche da Jacob Arabo (quello di Jacob & Co). Acquistare diamanti è un sistema per nascondere i soldi ed evitare il pignoramento: basta la tasca di una giacca o dei pantaloni per nascondere una fortuna. La famiglia avrebbe poi acquistato immobili a Las Vegas.

Ivanka e Jacob Arabo non sono accusati di essere coinvolti in questo piano, comunque. Sta di fatto che la Maison di gioielli con il nome di Ivanka, secondo l’accusa, sarebbe servita a coprire questo intrigo finanziario, una sorta di riciclaggio. Federico Graglia




ivanka per abbey drucker
Ivanka Trump ritratta da Abbey Drucker
Bracciale Tassel, in oro e diamanti bianchi e champagne. Prezzo: 13890 dollari
Bracciale Tassel, in oro e diamanti bianchi e champagne. Prezzo: 13890 dollari
Anello Patrasso, con zaffiro e diamanti. Prezzo: 6400 dollari
Anello Patrasso, con zaffiro e diamanti. Prezzo: 6400 dollari
Anello in oro e diamanti bianchi e neri. Prezzo: 4340 dollari
Anello in oro e diamanti bianchi e neri. Prezzo: 4340 dollari
Orecchini Montmatre, oro e diamanti. Prezzo: 3490 dollari
Orecchini Montmatre, oro e diamanti. Prezzo: 3490 dollari
Bracciale Metropolis, oro e diamanti. Prezzo: 13900 dollari
Bracciale Metropolis, oro e diamanti. Prezzo: 13900 dollari

Diamanti
Diamanti







Arriva la collana anti-aggressione




Un piccolo gioiello tecnologico anti aggressione: potrebbe rivelarsi utile ed è stato progettato negli Usa. Si vende anche online ♦

È una buona o una cattiva notizia il lancio, per ora negli Usa, di un gioiello anti aggressione? Giudicate voi. Il debutto della collana con pendente per proteggere le donne da tentativi di violenza ha preso il via a Philadelphia. Athena, questo il nome del pendente, è progettato per proteggere le donne dalle aggressioni con il tocco di un pulsante nascosto nel gioiello. Quando viene attivato, il gioiello può trasmettere la posizione geografica di chi lo indossa, e allo stesso tempo emette un suono assordante di 85 decibel. Lo ha sviluppato Yasmine Mustafa, dopo un viaggio inquietante in Sud America. «In ognuno dei sei paesi che ho visitato, ho incontrato le donne che mi hanno raccontato storie di aggressione», ha raccontato. Così Yasmine Mustafa ha iniziato a lavorare con esperti di auto-difesa per progettare un dispositivo efficace e facile da usare. È disponibile abbinato a tre diverse colorazioni: oro rosa, argento o nero.

Il nome deriva dalla dea greca della saggezza e della vittoria. Il gioiello può essere indossato con una collana, ma anche attaccato a un portachiavi, legato a una borsa, agganciato alla cintura. Ha un unico pulsante di attivazione: quando è premuto per tre secondi si attiva, facendo partire il suono e una richiesta di intervento a un servizio di emergenza. Il prezzo della sicurezza è piùttosto modesto: 129 dollari. Arriverà anche in Europa? G.N.




Athena Safety Wearable
Athena Safety Wearable
Il ciondolo si può applicare anche alla borsa
Il ciondolo si può applicare anche alla borsa
Il ciondolo si collega con l'app che lancia l'allarme
Il ciondolo si collega con l’app che lancia l’allarme
Il ciondolo Athena legato alla borsa
Il ciondolo Athena legato alla borsa
Il ciondolo Athena
Il ciondolo Athena

Il pendente Athena
Il pendente Athena







La spilla dello scandalo è italiana (di Nardi)





La spilla con il moro di Venezia, che ha fatto scandalo a Buckingham Palace, è italiana. Ma non è razzista. Ecco la storia ♦︎

È tutto un equivoco. La spilla che ha mandato in crisi Buckingham Palace è di un gioielliere italiano, ma non ha una vocazione razzista. Quando, prima di Natale, Marie Christine von Reibnitz, principessa del Kent sposata con Michael, il primo cugino della regina Elisabetta, si è presentata a palazzo reale per il pranzo indossando una spilla che raffigurava un moro, non pensava che avrebbe sollevato una polemica sui soliti social media. La spilla, invece, ha avuto un impatto forte, perché è stata collegata al fatto che la fidanzata ufficiale del principe Harry, Meghan Markle, ha una madre di pelle nera. Insomma, sarebbe stata una provocazione.

Sono quindi arrivate le scuse ufficiali: un portavoce della principessa ha detto, in seguito, che  Marie Christine von Reibnitz era «molto dispiaciuta e angosciata per aver causato un’offesa». E che, d’altra parte, aveva indossato la spilla molte volte senza che nessuno avesse nulla da ridire. Anche se, per la verità, la stessa principessa aveva in passato commesso qualche gaffe che era stata sottolineata dai giornali.

Resta un fatto: la spilla con il moro è un simbolo razzista? Nardi, il gioielliere italiano che ha realizzato il gioiello, e molti altri dello stesso tipo, spiega che non è così. Il moretto è una figura tradizionale del Rinascimento a Venezia, tanto che anche William Shakespeare utilizza un uomo di pelle nera, Otello, per una delle più celebri tragedie ambientata in una colonia veneziana, come era a quel tempo Cipro. L’immagine del moro è ricorrente nelle opere d’arte e nella gioielleria della Venezia settecentesca. E molti turisti acquistano questa immagine classica della storia dell’arte veneziana senza nessuna intenzione razzista.

Nardi ha il negozio in piazza San Marco, è un’azienda tradizionale a conduzione familiare e produce gioielli dalla fine degli anni Venti. «La spilla appartiene alla collezione Rinascimento», ha precisato il gioielliere. E non ha nessun significato discriminatorio, ma semmai è una icona che appartiene a un periodo storico. Forse, insomma, il vero scandalo è l’ignoranza della storia e dell’arte. Rudy Serra




Marie Christine von Reibnitz, principessa del Kent, con la spilla di Nardi
Marie Christine von Reibnitz, principessa del Kent, con la spilla di Nardi
Nardi, pendente con rubini e diamanti
Nardi, pendente con rubini e diamanti
Spilla Moretto con diamanti
Spilla Moretto con diamanti
Spilla in oro, argento, zaffiri, rubini e perle
Spilla in oro, argento, zaffiri, rubini e perle
Spilla in oro con zaffiri gialli e arancio
Spilla in oro con zaffiri gialli e arancio
Spilla Moretto in oro e argento con zaffiri neri e diamanti fancy
Spilla Moretto in oro e argento con zaffiri neri e diamanti fancy

Spilla Moro di Venezia in oro e zaffiri rosa
Spilla Moro di Venezia in oro e zaffiri rosa







Vhernier cresce e si espande



Per Vhernier aperture a raffica di boutique e risultati oltre le attese ♦︎

Macché freddo, l’inverno è caldissimo per Vhernier. E non solo per le vendite natalizie: i marchio italiano di alta gioielleria ha programmato aperture a raffica di nuove boutique in giro per il mondo. La più emblematica è quella inaugurata a Londra, monomarca. Si trova in Burlington Gardens, angolo Old Bond Street, all’interno di un edificio del 1926 progettato da Vincent Harris: una superficie di 80 metri quadri, con tre vetrine su strada, delimitate da archi. Al suo interno, una sala per le vendite e un privé per gli acquisti speciali.

La boutique londinese segue lo stile del brand: arredi in rovere sbiancato e in cuoio naturale, rosso corallo per i rivestimenti in cachemire, seta e velluto. In più, i Palloncini (nome di una collezione di successo) sospesi, realizzati dai vetrai di Murano e un Granchio (come una spilla di Vhernier) realizzato in bronzo sulla porta di ingresso.

Tra il 2016 e il 2017 la Maison piemontese con flagship store in via Monte Napoleone, a Milano, ha aperto due punti a New York, in Madison Avenue e a Wall Street, e a Miami, nel Design District. La partecipazione al Couture di Las Vegas (unico evento a cui l’azienda prende parte), ha consentito l’ingresso anche da Bergdorf Goodman, tempio del lusso e della moda di New York.

Interno della boutique Vhernier a Londra
Interno della boutique Vhernier a Londra
Esterno della boutique Vhernier a Londra
Esterno della boutique Vhernier a Londra

Giro del mondo

Sempre nel 2017 Vhernier ha inaugurato una nuova boutique a Porto Cervo, ha trasferito e ampliato quella di Roma. «L’Europa sta performando ottimamente. Il business nei concessionari indipendenti è in crescita del 36% rispetto al budget», commenta Carlo Traglio, presidente Vhernier. «Per quel che riguarda le boutique, oltre a Milano che resta il nostro flagship più rappresentativo, i risultati più soddisfacenti sono quelli di Parigi, che proprio nel 2017 ha compiuto 10 anni».

Non solo: Vhernier negli ultimi mesi ha potenziato la propria distribuzione anche nel Middle East. A fine ottobre è stata inaugurata la prima boutique a Istanbul, all’interno del Swissotel su circa 100 metri quadri. A metà giugno il brand ha fatto il suo ingresso in Arabia Saudita: un corner nella gioielleria Al Rubaiyat Jewelry and Watches di Jeddah, situata nel complesso commerciale del lusso in Tahlia Street. Per fine 2017 è, invece, il turno della boutique Vhernier di Dubai, che trova spazio in una nuova ala del Dubai Mall. Sempre la fine del 2017 è concisa con l’opening di un pop up store Vhernier all’interno del department store Hankyu a Osaka, Giappone. Uno spazio unico, decorato dall’artista Kahori Maki, che ha disegnato il pannello centrale dello spazio e scolpito delle speciali opere in legno che decorano le vetrine, ispirandosi a colori e forme della maison.

Vhernier ha chiuso il 2017 con un fatturato superiore ai 38 milioni di euro, in crescita del 25% sul 2016 e in aumento di oltre il 10% rispetto all’obiettivo che il management si era posto a inizio anno.




Carlo Traglio, presidente di Vhernier
Carlo Traglio, presidente di Vhernier
Vhernier, orecchini Vague in oro e diamanti
Vhernier, orecchini Vague in oro e diamanti
Bracciali della collezione Eclisse
Bracciali della collezione Eclisse
Vhernier, anello Fuseau in oro giallo
Vhernier, anello Fuseau in oro giallo

Spilla Granchio
Spilla Granchio







Annamaria Cammilli porta Firenze in Cina



Il brand fiorentino Annamaria Cammilli apre uno store nella città di Suzhou ♦︎

Un altro brand italiano della gioielleria, Annamaria Cammilli, arriva in Cina. La Maison fiorentina ha inaugurato un nuovo store a Suzhou, città da 15 milioni di abitanti soprannominata la Venezia della Cina per la sua importante rilevanza storica e artistica. La designer italiana apre così una finestra importante nel grande Paese asiatico, che sembra assetato di gioielli made in Italy.

Durante l’inaugurazione, Riccardo Renai, Ceo di Annamaria Cammilli, ha presentato il brand a giornalisti e autorità locali. «L’apertura verso il mercato cinese è un momento chiave per la nostra azienda: in termini di potenzialità e sviluppo la Cina è a oggi una delle realtà più interessanti per il mondo del lusso. Si tratta di un ulteriore passo importante per la crescita del nostro brand che nel 2017 porta a +24% delle vendite», ha commentato Renai. Il grande magazzino Matro, dove si trova lo store di Annamaria Cammilli, è stato realizzato nel 1990 e da sempre rappresenta il più frequentato centro commerciale di Suzhou, con più di 180mila clienti di fascia alta. Il mall ha vinto centinaia di premi, tra cui il National Corporate Best Reputation Award e The Advanced Quality and Honor Unit.





cammilli cina
Lo store di Annamaria Cammilli a Suzhou

Riccardo Renai, Ceo di Annamaria Cammilli
Riccardo Renai, Ceo di Annamaria Cammilli
Riccardo Renai, inaugurazione dello store cinese
Riccardo Renai, inaugurazione dello store cinese
Modella cinese con gioielli di Annamaria Cammilli
Modella cinese con gioielli di Annamaria Cammilli
Anelli della collezione Dune
Anelli della collezione Dune

Anello Sultana
Anello Sultana







Un 2017 di record per Christie’s



Il 2017 è stato un anno d’oro per i gioielli di Christie’s, con una raffica di record ♦︎

La fine dell’anno è il momento in cui si fanno i bilanci dei 12 mesi appena trascorsi. È un momento delicato e non sempre (o, meglio, spesso) questa analisi è resa pubblica. Per quanto riguarda il mondo dei gioielli questo vale ancora di più. Un velo di riservatezza cela sempre gli affari delle grandi Maison e dei player del settore. Tranne in un caso: quando gli affari vanno bene. Anzi, super bene. È il caso, per quanto riguarda il 2017, di Christie’s, la grande casa d’aste impegnata anche sul fronte dei gioielli. Christie’s, infatti, ha reso pubblico il bilancio del settore gioielli che, i numeri confermano, è davvero lusinghiero: 24 stagioni come leader delle aste nel settore gioielli. Nel 2017, infatti, Christie’s ha venduto gioielli per 556,7 milioni di dollari. Tra l’altro, si fanno spazio anche le vendite online (8,9 milioni), anche se la parte del leone la fanno ancora le aste tradizionali (547,8 milioni).

In questo complesso si contano, inoltre, una serie di record che Christie’s, con orgoglio, rivendica. Per esempio, il record mondiale per una collezione di gioielli Art Nouveau e Art Deco di un singolo proprietario, venduti al 100%, per un totale di 12,4 milioni. Oppure il record d’asta mondiale per un diamante D-color, impeccabile, raggiunto con la collana The Art of de Grisogono, venduta per 33,7 milioni di dollari. Un altro successo è stato il prezzo record d’asta per carato raggiunto per un diamante rosa raggiunto con The Pink Promise (32,2 milioni di dollari) e, per rimanere sempre sulla stessa tonalità di diamanti, il record per diamante più storico mai venduto all’asta con Le Grand Mazarin (14,4 milioni).

«Sono stati raggiunti nove prezzi record nelle nostre vendite in tutto il mondo, spinti dall’intensa concorrenza di collezionisti che offrono ai massimi livelli per diamanti importanti, gemme rare e gioielli e oggetti superbi. Noi abbiamo visto anche un’enorme crescita nelle nostre vendite online, che hanno incoraggiato i clienti a godersi l’esperienza di vendita all’asta a tutti i livelli di prezzo», ha commentato Rahul Kadakia, responsabile internazionale della gioielleria, Christie’s. Che, probabilmente, spera di fare il bis nel 2018. Federico Graglia





The Pink Promise, diamante ovale fancy vivid pink diamond di 14.93 carati. Venduto per 32,163 milioni di dollari a Hong Kong
The Pink Promise, diamante ovale fancy vivid pink diamond di 14.93 carati. Venduto per 32,163 milioni di dollari a Hong Kong

The Art of de Grisogono, collana con diamante di 163,41 carati, venduta per 33,7 milioni
The Art of de Grisogono, collana con diamante di 163,41 carati, venduta per 33,7 milioni
La Légende, diamante a cuore di 92,15 carati di Boehmer et Bassenge venduto per 14,9 milioni
La Légende, diamante a cuore di 92,15 carati di Boehmer et Bassenge venduto per 14,9 milioni
Anello conun diamante fancy intense blue pot/IF diamante da 8.67 carati per 13,2 milioni
Anello conun diamante fancy intense blue pot/IF diamante da 8.67 carati per 13,2 milioni
Le Grand Mazarin, diamante rosa light, di 14,93 carati, venduto per 14,4 milioni, 758,4 per carato
Le Grand Mazarin, diamante rosa light, di 14,93 carati, venduto per 14,4 milioni, 758,4 per carato

Anello con diamante burmese di oltre 15 carati venduto per 12,9 milioni, alla cifra record di 861.000 per carato
Anello con diamante burmese di oltre 15 carati venduto per 12,9 milioni, alla cifra record di 861.000 per carato







VicenzaOro strappa gioiellieri a Baselworld



VicenzaOro attira più brand del lusso (+10%) e ne strappa nove a Baselworld. Ecco il programma del prossimo evento ♦︎

Non c’è nessuna guerra tra VicenzaOro e Baselworld. Le due grandi fiere europee dedicate alla gioielleria (quella svizzera in gran parte alla orologeria) marciano divise. Nessuna guerra, ma sana competizione sì. Ed ecco perché tra gli organizzatori trapela informalmente soddisfazione per la migrazione di nove (per ora) brand dalla manifestazione di Basilea a quella di Vicenza, che si terrà dal 19 al 24 gennaio 2018. Il travaso di brand non è comunicato ufficialmente né è commentato. Ma è un dato di fatto.

Leggi anche: Baselworld dimezza gli espositori 

Ufficiale, invece, è il programma del prossimo evento dedicato alla gioielleria e l’ambiziosa agenda che il team di Italian Exhibition Group (di cui fa parte Fiera Vicenza) ha programmato per il 2018. Il primo appuntamento è come sempre, quello di VicenzaOro. Seguiranno OroArezzo, dallo scorso anno organizzato da Ieg, le presenze a Las Vegas, Mumbai (soprattutto per i macchinari) e Dubai. Ne parleremo a suo tempo.

Le aree di VicenzaOro
Le aree di VicenzaOro

VicenzaOro January 2018. Il primo dei due appuntamenti (il secondo si terrà dal 22 al 26 settembre) è sold out, ha annunciato il direttore generale del gruppo, Corrado Facco. Che, però, ha aggiunto (unica sintonia con Baselworld) che l’obiettivo è la qualità, la selezione dei brand. Insomma, niente gigantismo, ma brand picking. Lo testimonia anche il fatto che l’edizione 2018 occuperà uno spicchio di superficie in meno rispetto al 2017: cioè 25.000 metri quadrati contro i 29.000 dello scorso anno. Poca cosa, tutto sommato. E, d’altra parte il mondo è sempre più online, con i consumi che si spostano sul piatto della bilancia in cui si trovano i millennials. Insomma, va così. È anche per questo che il vice presidente esecutivo di Ieg, Matteo Marzotto, sottolinea che bisogna avere una visione più ampia, non confinata in una nicchia di mercato. E bisogna inquadrare il mondo della gioielleria in quello del fashion. Non a caso VicenzaOro September coinciderà con la fashion week milanese, per mettere in atto una delle tante sinergie promosse dal management di Ieg, con il supporto non marginale dell’Ice (come ha confermato il presidente Michele Scannavini) e del governo italiano.




Da sinistra: Alba Cappellieri (docente al Politecnico di Milano e direttrice del Museo del Gioiello di Vicenza), Matteo Marzotto (vice presidente esecutivo di Italian Exhibition Group, Michele Scannavini (presidente Ice), Ivana Ciabatti (presidente Confindustria Federorafi), Gaetano Cavalieri (presidente di Cibjo) e Corrado Facco, direttore generale Ieg
Da sinistra: Alba Cappellieri (docente al Politecnico di Milano e direttrice del Museo del Gioiello di Vicenza), Matteo Marzotto (vice presidente esecutivo di Italian Exhibition Group, Michele Scannavini (presidente Ice), Ivana Ciabatti (presidente Confindustria Federorafi), Gaetano Cavalieri (presidente di Cibjo) e Corrado Facco, direttore generale Ieg

Torniamo a gennaio: la fiera a Vicenza ospiterà oltre 1500 brand, di cui l’80% è già cliente. Dato che è lo stesso numero di marchi della scorsa edizione, se ne deduce che c’è stato un ricambio del 20%, un quinto. Non è poco. Ma con due importanti novità: la prima è che i brand legati al mondo del lusso aumentano del 10%. La seconda è che a gennaio l’aspetto tecnologico-industriale diventa sempre più consistente.

Aree & segnaletica. Come negli anni scorsi la disposizione degli stand sarà divisa in aree omogenee, contraddistinte da un colore. Al momento, le presenze indicano Icon (brand affermati, lusso) al 25%, Look (piccola gioielleria, tendenza fashion) al 17%, mentre la parte del leone la fa Creation (aziende private label) con il 40% e, infine, Essence (gemme, materiali) al 18%.

L'ingresso a VicenzaOro January 2017
L’ingresso a VicenzaOro January 2017

Industria preziosa. A VicenzaOro si affianca TGold, manifestazione parallela e attigua a VicenzaOro, dedicata al mondo delle macchine per la lavorazione dei gioielli. Anche questa è andata sold out e, ha anticipato Marzotto, sarà necessario aggiungere una tensostruttura per ospitare le aziende a TGold: sono 161 (+20%) da 16 Paesi con Germania, Usa e Italia che rappresentano le eccellenze del settore.

Visioni. Se le piccole botteghe di gioiellieria chiudono, se i grandi brand si disperano perché non riescono più a raggiungere i giovani, se i giornali vedono un inesorabile calo delle copie (e, quindi, anche la pubblicità su carta conta sempre meno), occorre guardare avanti. Quale sarà il futuro? Promette di svelarlo Visio.Next, appuntamento di apertura organizzato da VicenzaOro su multicanalità della distribuzione. Tradotto: riflessioni sul perché gli acquisti si fanno sempre più online, anche quelli di gioielli. Parteciperanno Claudia D’Arpizio, direttore di Bain&Company, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Matteo Marzotto, nella doppia veste di vice presidente esecutivo Ieg e presidente di Dondup, Diego Nardin, ad di Fope, Licia Mattioli, ad di Mattioli e vice presidente per l’internazionalizzazione di Confindustria, Adi Al Fardan, fondatore di Adi Hasan Al Fardan Jewellery Trading. Spoiler: il trend proseguirà.

Infine, VicenzaOro non rinuncerà agli Andrea Palladio Awards né all’ormai tradizionale appuntamento con TrendVision.




Modella allo stand di pasquale Bruni a VicenzaOro January 2016
Modella allo stand di pasquale Bruni a VicenzaOro January 2016







Graff in blu, Christie’s d’oro



Con due diamanti blu gemelli di Graff si chiude un anno d’oro per Christie’s ♦︎

In vista del Natale il portafogli si apre più facilmente. Specialmente se la spesa serve ad acquistare Magnificent Jewels. Così l’asta a New York di Christie’s si è chiusa con un totale di  vendite per 62,5 milioni di dollari. Sono stati aggiudicati l’88% dei lotti e l’85% per valore. Il pezzo top si è rivelato essere un anello con Superb Twin-Stone Fancy Vivid Blue Diamond di circa 3,36 e 2,71 carati di Graff, che ha raggiunto 12,5 milioni di dollari. Due diamanti gemelli blu, in effetti, sono piuttosto rari.

Assieme all’anello di Graff, sono stati venduti pezzi di Buccellati, Bulgari, Cartier, David Webb, Jar, Van Cleef & Arpels e altri. Christie’s fa notare, inoltre, che sono stati accolti bene anche gioielli unici firmati da artisti, che raramente sono molto apprezzati all’asta. Invece, sono stati venduti sopra le stime di partenza pezzi di Charles Loloma, Georges Fouquet e Raymond Templier. La cronaca dell’asta (tenuta il 6 dicembre) registra anche il successo per le collezioni private messe in vendita, come Property From The Collection del senatore Jacob K. Javits e Marian B. Javits, i gioielli appartenuti a Hank Greenberg, e la collezione di Dwight D. e Mamie Eisenhower. Insomma, una chiusura d’oro per l’annata di Christie’s, reduce dalla vendita di pezzi emblematici come The Art of de Grisogono, Creation 1, il più grande diamante D-color impeccabile mai messo all’asta, che ha stabilito un nuovo record d’asta mondiale per 33,7 milioni, oppure Le Grand Mazarin, un diamante rosa chiaro del 19.07 carati venduto per 14,4 milioni, e la vendita a Hong Kong di The Pink Promise per 32,1 milioni, prezzo record mondiale per carato di un diamante rosa. Federico Graglia




Raro bracciale art déco firmato Georges Fouqu, detto Cassandre. Venduto per 924.000 dollari
Raro bracciale art déco firmato Georges Fouqu, detto Cassandre. Venduto per 924.000 dollari
Collana di Bulgari con diamanti, ametiste, smalto. Venduta per 225.000 dollari
Collana di Bulgari con diamanti, ametiste, smalto. Venduta per 225.000 dollari
Orecchini firmati Jar, multigemma. Venduti per 1,2 milioni di dollari
Orecchini firmati Jar, multigemma. Venduti per 1,2 milioni di dollari
Anello con zaffiro Belle Époque. Venduto per 1,7 milioni
Anello con zaffiro Belle Époque. Venduto per 1,7 milioni
Collana di diamanti firmata Harry Winston. Venduta per 1,8 milioni
Collana di diamanti firmata Harry Winston. Venduta per 1,8 milioni
Anello con diamante. Venduto per 3,6 milioni
Anello con diamante. Venduto per 3,6 milioni
Anello con coppia di diamanti blu di Graff: 12,5 milioni di dollari
Anello con coppia di diamanti blu di Graff: 12,5 milioni di dollari

Collana Belle Epoque con smeraldi e diamanti. Venduta per 756.000 dollari
Collana Belle Epoque con smeraldi e diamanti. Venduta per 756.000 dollari







Rocca brilla a Torino



Rocca (gruppo Damiani) rinnova la storica boutique di Torino ♦︎

Rocca (brand del gruppo Damiani) ha rinnovato la boutique torinese nella centrale via Roma, a Torino, 290 con un design coerente con il concept utilizzato in tutti i negozi della catena, compreso il flagship di Piazza Duomo a Milano. La boutique Rocca di Torino, narra la cronaca, ha avuto clienti come Giuseppe Verdi, Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello ed è stata punto di riferimento anche per i reali di Casa Savoia. «In questo nuovo progetto di Torino abbiamo voluto continuare con l’idea di innovazione che da qualche anno ci accompagna nel rifacimento delle nostre boutique, offrendo un’immagine elegante e coordinata. L’obiettivo è accogliere in un ambiente raffinato e conviviale un folto pubblico, che possa esplorare gli spazi con curiosità e senza impegno e che venga a scoprire i valori dell’arte orafa e orologiera, sotto la guida di un personale attento e competente. Da piemontese, penso che Torino sia una città splendida e in forte crescita, molto apprezzata dal pubblico internazionale: vogliamo che il negozio diventi un punto di riferimento nella città della Mole Antonelliana», ha commentato Giorgio Damiani, vicepresidente del Gruppo Damiani, che nel 2008 ha acquisito la catena Rocca.

La boutique di 400 metri quadri è distribuita su due piani, ha nove vetrine e propone una serie di marchi top: oltre a Damiani, ci sono Rolex, Omega, Breitling, Venini, Salvini, Bulgari, Blancpain, Lange & Sohne, Ulysse Nardin, Baume & Mercier, Longines, Bliss, Tissot.




Interno della boutique Rocca a Torino
Interno della boutique Rocca a Torino
La boutique Rocca di via Roma
La boutique Rocca di via Roma

Esterno della boutique
Esterno della boutique







Cuorecode, il bracciale con app



Manda un messaggio attraverso un braccialetto: è l’idea di Cuorecode

Alessio Fornacini, amministratore della Forval, azienda di lavorazione dei metalli preziosi di Anghiari (Arezzo, Italia), ha avuto un’idea: legare il gioiello alla tecnologia, per attrarre il pubblico dei più giovani (e non solo). Il progetto si chiama Cuorecode e, come suggerisce il nome, si propone come un link tra passione e tech. In sostanza, Cuorecode ha studiato piccoli gioielli ai quali è associata la possibilità di inviare e ricevere un messaggio attraverso una app. La app serve a utilizzare il codice QR univoco presente nel gioiello. Il codice QR è quello dalla forma quadrata che si trova anche su molte confezioni e che identifica un determinato prodotto. Attraverso questo sistema (raccontarlo è più complicato di utilizzarlo) c’è la possibilità di «raccontare» nell’argento una frase, creare un messaggio multimediale fotografico, video o testuale. Come funziona? Semplice: il mittente del messaggio scarica l’app. Scrive una frase o sceglie un’immagine. A quel punto il destinatario deve a sua volta scaricare l’app e inquadrare con il proprio smartphone il codice QR presente sul gioiello: riceverà in risposta il messaggio o l’immagine scelta da chi ha donato il gioiello. E a sua volta può rispondere con un messaggio. Insomma, un gioco. I gioielli Cuorecode sono in argento 925. Lavinia Andorno




Bracciale Cuorecode. Prezzo: 34,90 euro
Bracciale Cuorecode. Prezzo: 34,90 euro
Orecchini con cuore. Prezzo: 49,90 euro
Orecchini con cuore. Prezzo: 49,90 euro
Pendente con cuore. Prezzo: 89,90 euro
Pendente con cuore. Prezzo: 89,90 euro
Pendente con cuore. Prezzo: 44,90 euro
Pendente con cuore. Prezzo: 44,90 euro
Bracciale in argento Cuorecode. Prezzo: 59,90 euro
Bracciale in argento Cuorecode. Prezzo: 59,90 euro
Bracciale in argento. Prezzo: 59,90 euro
Bracciale in argento. Prezzo: 59,90 euro

Bracciale Cuorecode. Prezzo: 49,90 euro
Bracciale Cuorecode. Prezzo: 49,90 euro







Alexandra Mor tra le designer top

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Alexandra Mor nell’Olimpo delle migliori designer del secolo. E con una missione nobile: salvare gli elefanti dal bracconaggio ♦︎

Quante brave designer sarebbero disposte a fare qualche sacrificio pur di entrare tra le selezionate di Women Jewellery Designers, prestigioso volume redatto dalla gemmologa e scrittrice Juliet Weir-de la Rochefoucauld? Alexandra Mor ci è riuscita, e senza sforzo.

Leggi anche: Inimitabile Alexandra Mor

Il volume, pubblicato dalla Acc Publishing di Londra, approfondisce l’influenza e il lavoro delle designer di gioielli di tutto il mondo nel corso del secolo scorso fino a oggi. Per quanto riguarda lo stile di Alexandra Mor, Juliet Weir-de La Rochefoucauld scrive: «I gioielli di Mor sono giovani e del momento. Sono intensamente personali. Portano nel ventunesimo secolo l’ideale americano di gioielli che possono essere trasformati per diverse occasioni. Si possono aggiungere semplici orecchini per creare elaborati orecchini chandelier, mescolando e abbinare una varietà di gocce di pietre preziose: un’idea che ha attraversato l’Oceano Atlantico dall’Europa del XVIII e XIX secolo. I suoi gioielli parlano di aggraziata semplicità e linee eleganti che si soffermano sulla mente, esigendo un’ammirazione esigente – classici pronti a perpetuare i ricordi per la generazione successiva». Insomma, un commento molto gratificante per la designer americana, che nel 2016 si è trasferita a Bali. Che non solo è capace di creare pezzi unici di alto livello, con pietre straordinarie e composizioni raffinate e originali. Alexandra Mor è anche capace di innovare e stupire, come quando abbina pietre preziose a semi di tagua. Cioè un legno esotico che è chiamato anche avorio vegetale. È un materiale ricavato dai semi di una palma, la Phytelephas macrocarpa, che cresce nella foresta pluviale del Sud America. Il frutto, una volta essiccato, ha consistenza, colore e aspetto molto simile all’avorio e può essere facilmente lavorato e tinto. La designer lo utilizza in abbinata con perle o quarzi: l’effetto è davvero sorprendente. E non è una scelta solo stilistica: la designer ha optato per i semi di tagua per non contribuire all’uccisione degli elefanti. Forse non lo sapete, ma ne viene abbattuto uno ogni 15 minuti dai bracconieri a caccia di zanne. Alessia Mongrando




Anello com topazio fumé da 0,55 carati su un seme di tagua lavorato
Anello com topazio fumé da 0,55 carati su un seme di tagua lavorato
Collana con perle barocche, semi di tagua, legno sawo, fiori di loto
Collana con perle barocche, semi di tagua, legno sawo, fiori di loto
Orecchini Dangling Snowflake con diamanti
Orecchini Dangling Snowflake con diamanti
«Women Jewellery Designers», libro di Juliet Weir-de la Rochefoucauld
«Women Jewellery Designers», libro di
Juliet Weir-de la Rochefoucauld
Orecchini a bottone con diamanti
Orecchini a bottone con diamanti
Orecchini a grappolo in platino e diamanti
Orecchini a grappolo in platino e diamanti
Anello con peridoto di 21,04 carati e 262 diamanti
Anello con peridoto di 21,04 carati e 262 diamanti
Anello con diamante fancy light yellow di 5,02 carati e diamanti taglio brillante bianchi
Anello con diamante fancy light yellow di 5,02 carati e diamanti taglio brillante bianchi
«Women Jewellery Designers», scritto da Juliet Weir-de La Rochefoucauld
«Women Jewellery Designers», scritto da Juliet Weir-de La Rochefoucauld






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