La più grande asta di gioielli con la più grande ombra della storia. Il caso è stato sollevato dal New York Times e riguarda l’asta di gioielli di Heidi Horten organizzata da Christie’s.
La vendita, programmata per 10 e 12 maggio a Ginevra, comprende 700 gioielli eccezionali, tra cui l’eccezionale Briolette dell’India, un diamante da 90 carati stimato quasi 8 milioni di dollari. Il problema emerso nei giorni scorsi è l’origine della ricchezza della famiglia tedesca Horten. Helmut Horten, il marito di Heidi, avrebbe avuto stretti legami con il Terzo Reich.
Non solo. Si sarebbe arricchito illecitamente con l’acquisto di aziende svendute a prezzi di saldo dai proprietari ebrei, costretti a vendere con le minacce. Heidi Horten, che è morta l’anno scorso, si era sposata a 19 anni con Helmut Horten, di 30 anni più vecchio. Negli anni Ottanta Heidi ha ereditato quasi 1 miliardo di dollari, spesi anche per collezionare magnifici gioielli. Gli incassi previsti dall’asta di Christie’s sono stimati in oltre 150 milioni di dollari. sarebbe battuto il record di 137 milioni stabilito dalla vendita dei gioielli di Liz Taylor nel 2011. Il ricavato dell’asta è destinato in beneficenza, in particolare a una fondazione di Vaduz in Svizzera a cui fa capo un museo nel cuore della vecchia Vienna, oltre a iniziative filantropiche in campo medico. Ma questo non ha impedito le polemiche.
La storia segreta
I problemi sono nella storia della famiglia. Christie’s stessa ha ammesso che Helmut Horten ha costruito la sua ricchezza acquistando società di ebrei costretti a vendere dal regime di Hitler. Stephanie Stephan, figlia di un uomo d’affari ebreo nel board di una società di Amsterdam che è stata nel mirino di Horten durante il nazismo, pensano che l’impegno filantropico non sia ragione sufficiente per mandare avanti una vendita che si basa su queste discusse origini della fortuna della famiglia. Stephan, giornalista basata a Monaco, cita la dichiarazione giurata di un collega del padre, secondo cui Horten aveva minacciato di deportare i proprietari ebrei nei lager se avessero resistito all’acquisizione.
Anche secondo David de Jong, autore di un libro sui miliardari tedeschi, Horten mise le basi della sua ricchezza durante il Terzo Reich comprando a prezzo di sconto da ebrei che erano forzati a svendere. Per esempio, i grandi magazzini Alsberg di Duisburg, acquistati per neanche il 65% del loro reale valore. A quel tempo Horten descrisse l’acquisto su una rivista del partito nazista affermando che il negozio era passato in mani ariane.
Prima di morire, però, Heidi Horten aveva assunto uno studioso per indagare sulla fortuna di famiglia. Le ricerche hanno confermato che il marito si avvantaggiò dall’acquisto di imprese di ebrei, ma che il livello di ricchezza conseguito in questo modo non deve essere sopravvalutato. Christie’s, per parare le critiche, si è impegnata a girare parte dei proventi alle ricerche e l’educazione sull’Olocausto.