Eden Diodati: gioielleria etica che aiuta le donne del Ruanda ♦︎
Il tema conduttore di VicenzaOro September è stata la sostenibilità e la correttezza etica del mondo del gioiello. L’0ro impiegato dai gioiellieri deve essere puro non solo da un punto di vista minerale, ma anche morale. Ecco perché aziende come quella Eden Diodati occupano un posto speciale. Jennifer Ewah, è una designer di origine britannico-nigeriana. È avvocato, ha studiato all’università di Oxford, ma ha seguito anche la sua vocazione al Central Saint Martins di Londra e al London College of Fashion. Dimenticata la toga e i tribunali, ha scoperto la sua passione per i gioielli. Ma anche per gli aspetti etici, i diritti e le speranze di chi è socialmente emarginato. Jennifer ha quindi deciso di lanciare un marchio di gioielli sostenibili: lusso, ma eticamente corretto. Il nome del marchio ha due origini: Eden si riferisce al paradiso, mentre Diodati è il nome di un teologo e italiano-svizzero (1576-1649), lucchese in esilio che ha tradotto la Bibbia per i luterani.
Ma ciò che è più importante è l’attività dell’azienda, che offre lavoro a donne orfane e vedove a Kigali, capitale del Ruanda. La cooperativa che è stata fondata da due sorelle per questa attività fornisce lavoro a oltre 5.000 donne sopravvissute ai genocidi. Molte di loro malate di Hiv/Aids dopo aver sperimentato la violenza durante il conflitto degli anni Novanta.
Da un umile inizio sotto un albero, in un villaggio remoto, le suore hanno insegnato a circa 20 donne come tessere perline o migliorare le loro capacità. In Italia, i componenti metallici sono fabbricati e finiti prima di abbinarli con gli elementi in rilievo dorati del Ruanda. I gioielli sono ora venduti anche online. Lavinia Andorn






