Quasi 400 rari gioielli della dinastia Moghul all’asta con Christie’s a New York ♦︎
I Moghul, ricordiamo per chi non conosce la storia dell’India, sono stati i membri di una dinastia imperiale che ha regnato durante la dominazione islamica del grande Paese asiatico. L’impero Moghul durò dal 1526 al 1857. Il suo fondatore fu Babur il Conquistatore: era un discendente del grande generale turco-mongolo Tamerlano e prima di arrivare in India governava una città dell’odierno Uzbekistan.
Dei Moghul sono rimasti gli antichi palazzi, edifici come il celebre Taj Mahal, ma anche tanti gioielli, molto ricercati dai collezionisti. Il 19 giugno a New York una selezione di questi gioielli sarà messa in vendita in un’asta eccezionale di Christie’s: Maharajas and Mughal Magnificence. Gioielli che hanno fatto la storia, pezzi unici che risalgono a quasi 500 anni fa, al tempo della prima parte della dinastia Moghul. La collezione comprende quasi 400 oggetti realizzati in oro, diamanti, zaffiri, smeraldi, rubini. Oltre ai classici gioielli, come collane e anelli, sono in catalogo anche e pugnali, molti dei quali sono stati indossati o usati dalle famiglie reali e nobili di India.

Tesori reali indiani
Tra i tanti tesori reali indiani della collezione c’è un jigha (ornamento del turbante) incrostato di diamanti su oro bianco, creato tra la metà e la fine dell’Ottocento. La collezione comprende anche diamanti eccezionali, tra cui il Mirror of Paradise Diamond e l’Arcot II Diamond, entrambi originati dalla miniera di Golconda, la più antica miniera di diamanti conosciuta dall’uomo. L’Arcot Diamond è una pietra a taglio brillante, a forma di pera, del peso di 17,21 carati. È uno delle due gocce di diamanti simili inviate alla regina Charlotte (1744-1818), la moglie di re Giorgio III, dal Nawab di Arcot. I diamanti furono successivamente acquistati all’asta dal Marchese di Westminster e poi montati nella Tiara di Westminster, che fu indossata all’incoronazione della Regina Elisabetta II.
Altro pezzo notevole: la collana Nizam of Hyderabad (dalla metà alla fine del XIX secolo), è realizzata in oro con sette grandi diamanti triangolari, ciascuno incorniciato da un pannello traforato di foglie di diamante con una lavorazione Kindan, un tipo tradizionale di gioiello fatto con pietre preziose indiane, che comprende varie gemme e una foglia d’oro posizionata tra le pietre e il suo supporto.

Gioielli Cartier
Di tutte le grandi case di gioielleria, Cartier ha avuto la collaborazione più lunga e più produttiva con l’India, che deriva dalla passione di Jacques Cartier per il Paese. Il gioielliere faceva frequenti visite in India, incontrandosi regolarmente con le famiglie reali con le quali stabiliva strette relazioni. Molti dei gioielli più belli di Cartier di questo periodo sono stati ispirati dall’architettura indiana, dalle gemme e dai gioielli. Uno di questi esempi è una splendida spilla da cintura in platino del 1922 con diamanti, smeraldi e zaffiri. Questo pezzo faceva parte della collezione di Sybil Sassoon, Marchesa di Cholmondeley e figlia di Sir Edward Sassoon e della baronessa Aline de Rothschild. È stato indossato sia per l’incoronazione di re Giorgio VI nel 1937 sia per l’incoronazione della regina Elisabetta II nel 1953. Federico Graglia






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