Alta gioielleria come ce ne sono poche: la reggia di Versailles interpretata da Dior ♦
Dior à Versailles: l’ultima collezione di alta gioielleria della casa francese s’ispira alla monumentale reggia, simbolo della grandeur della nazione. Eppure quella di Victoire de Castellane, non è una semplice rivisitazione dei decori barocchi, ma un esercizio di immaginazione: «una Versailles notturna, costellata da pietre che scintillano alla luce delle candele». Per esempio, quella dei tremila lumi nei grandi lampadari che all’epoca si riflettevano nella sorprendente Galleria degli Specchi. Uno sfavillio che si esprime in diamanti a goccia montati su linee curve e superfici piatte dell’anello e degli orecchini Galerie des Glaces, mentre nella spettacolare collana paiono raggruppate in modo casuale.
In tutti i casi l’effetto è di estrema leggerezza perché de Castellane utilizza tecniche orafe del 18esimo secolo come l’argento brunito per dare profondità al gioiello, e lo combina con il più moderno oro bianco, insieme all’oro rosa e al platino. Poi i diamanti, dal tradizionale taglio rosa o briolette assemblati in maniera asimmetrica con forme più recenti a baguette. Il gusto per i decori si vede con grandi zaffiri, smeraldi e rubini incorniciati da nastri in metalli preziosi che riprendono le modanature del legno della Chambre du Roi (la camera da letto del Re), i tendaggi degli appartamenti delle dame reali, o il sole emblema del Salone d’Apollo dove si trovava il trono. E ancora, l’imponente geometria in bianco e nero del cortile di marmo, più morbida e sinuosa nel bracciale e nella collana Cour de Marbre con diamanti tondi incastonati nell’argento annerito che si intersecano con una fila di diamanti rettangolari. Insomma, un tuffo nel passato remoto che però parla al presente.