Sapete giudicare il pavé del vostro gioiello? Il pavé è la tecnica più utilizzata nella gioielleria, eppure pochi la conoscono davvero. Leggete come valutare i pavé di pietre sui vostri gioielli ♦
Ci sono gioielli composti da gemme così vicine l’una all’altra da sembrare una superficie continua: ecco l’effetto di un pavé fatto a regola d’arte, che trasforma un fiore, un insetto o una forma qualsiasi in un oggetto dall’armonia unica. È il risultato di tante ore di lavoro e grande abilità tecniche. Certo, riconoscere quello migliore non è difficile, basta una certa sensibilità, ma capire perché è così speciale rende l’esperienza ancora più gratificante. Ecco una serie di esempi di alta gioielleria per imparare a conoscere questa tecnica: in fondo saperne un po’ di più aiuta anche a scegliere meglio e fare un acquisto consapevole.
La tecnica
Si scavano nel metallo dei fori conici dove inserire le pietre, successivamente bloccate (incastonate) con minuscole palline ottenute incidendo con uno scalpello (bulino) il materiale di scavo ai lati della pietra. È chiaro che si tratta di un lavoro, quello svolto a mano dall’incassatore, di estrema precisione. La minore distanza tra una pietra richiede una maggiore abilità e attenzione che fanno aumentare i costi di produzione. Viceversa spazi vuoti più ampi riempiti di queste palline indicano il contrario. Ma non solo: con l’affollamento intorno alla pietra spesso si ottiene un effetto di complessiva confusione che gli addetti ai lavori definiscono con il termine sporco.
La collezione Tubetto di De Grisogono è un esempio da manuale: i diamanti neri dell’anello qui sotto pur essendo di diverse dimensioni sono tutti sullo stesso piano. È l’abilità dell’incassatore a far sì che le gemme più grandi non sporgano troppo e quelle piccole rimangano in evidenza, per cui la profondità del solco deve essere calcolata al millimetro, operazione ancora più difficile quando sono di diverse misure. Inoltre, le minuscole palline che fissano le pietre sono quasi invisibili anche in foto come questa dove l’oggetto è molto ingrandito.
Ecco altri due esempi mirabili di incassatura invisibile, il Camaleonte di Vhernier e gli orecchini a stelle e strisce di Michele della Valle. Ottenere questo tipo di qualità è molto più difficile con i diamanti incolori su oro bianco, perché con le pietre colorate, se la base è buona, si può migliorare colorando il metallo. Inoltre, in questi due casi il pavé è continuo, non ha delle lastre di metallo che lo delimitano ma avvolge la montatura. Dettaglio che aumenta la difficoltà e il tempo di esecuzione.
Qui sotto è interessante notare la raffinatezza delle palline, sono in oro giallo o nero a seconda del colore delle pietre; nella seconda immagine invece, un tecnica mista: le punte su lastra ( dei cilindri applicati sul metallo al posto delle palline incise con lo scalpello) al centro e pavé ai lati.
Altri esempi di altissima artigianalità tutta italiana: gli anelli Drapes di Palmiero con pietre di identica misura nonostante il drappeggio, e il bracciale Pom Pom di Pomellato.
Infine, sempre di Pomellato un esempio di pavé questa volta preincassato nella linea Sabbia, dove può sembrare che in fase di progettazione si sia indicato nel software gli spazi necessari per poter posizionare le pietre e i pallini, senza quindi doverli eseguire a mano e ottenere questo preciso effetto. Monica Battistoni