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Questa Coca Cola ha 9888 diamanti

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Una borsa a forma di bottiglia di Coca Cola tempestata da 9888 diamanti: è l’idea da record di Coronet ♦︎

Ci si può divertire con i gioielli? Sì, in molti modi. C’è chi si diverte a fare shopping e chi gioca con diamanti e oro come elementi di un puzzle. È quello che fa Coronet, marchio di gioielli di Hong Kong specializzato in diamanti. Ogni tanto Coronet sorprende con le sue iniziative: dopo aver realizzato, nel 2015, una chitarra elettrica (vera) completamente ricoperta con diamanti bianchi e neri per 400 carati, a Baselworld 2018 il brand ha stabilito un altro Guinness record. Questa volta il primato mondiale riguarda il maggior numero di diamanti incastonati su una borsetta a forma di bottiglia di Coca Cola. Vale la pena di guardare quello che è un gioiello che difficilmente sarà utilizzato nella vita reale. La borsa a forma di bottiglia della più popolare bevanda gassata ha 9.888 diamanti per 120 carati.

Coronet ha presentato la sua borsa.gioiello a Baselworld, precisando che la produzione ha richiesto circa cento giorni di lavoro di 15 artigiani. I diamanti sono posati su una superficie di Icestrella, un materiale utilizzato nella creazione di vetri antiproiettile, che replica l’aspetto e l’atmosfera della famosa bottiglia in vetro. Il design, invece, è dell’americana Kathrine Baumann (che è anche ex miss America), mentre la realizzazione è di Aaron Shum Jewelry, l’azienda proprietaria del marchio Coronet.

Quindi, se vi lamentate del prezzo delle borsette di famose marche, pensate che ce n’è una che costa senza dubbio di più.





La top model Yukie con la bottiglia-borsa di Coronet
La top model Yukie con la bottiglia-borsa di Coronet

Il tappo della borsa-bottiglia
Il tappo della borsa-bottiglia
Esterno della borsa-gioiello con 9888 diamanti
Esterno della borsa-gioiello con 9888 diamanti
Lo staff di Coronet riceve a Baselworld il certificato del Guinness dei primati
Lo staff di Coronet riceve a Baselworld il certificato del Guinness dei primati
L'interno della borsa-gioiello
L’interno della borsa-gioiello








Baselworld 2018, selezione e novità




Baselworld 2018 parte all’insegna della selezione. Ma le novità non mancano ♦︎

«Il mondo sta cambiando velocemente. Di fronte a questa sfida ci sono solo due alternative: ingigantirsi o concentrarsi. Noi abbiamo scelto di concentrarci». Le parole di Sylvie Ritter, managing director di Baselworld, hanno aperto la nuova edizione, la numero 101, della grande fiera dedicata a orologi e gioielleria di lusso. Anzi, sempre più di lusso, perché se Baselworld 2017 ha contato 135.000 visitatori totali, in calo dai 145.000 del 2016, a novembre il gruppo Mch, che organizza la fiera, ha annunciato che avrebbe dimezzato la lista degli espositori e ridotto la durata dell’evento di due giorni, in risposta alla fase di difficolta registrata dai player dell’orologeria elvetica (l’export di orologi svizzeri, però, dopo due anni di crisi ha ripreso a lievitare a +12,6% nei primi mesi 2018). Baselworld ha anche ridotto del 10% le tariffe per l’affitto degli stand.

Il risultato è che a Basilea ci sono circa 700 espositori, quasi dimezzati rispetto ai 1.300 del 2017, anno in cui erano già calati di 200 rispetto al 2016, ma avevano comunque attratto 106mila buyer e 4.400 giornalisti (tra cui quelli di gioiellis.com). Eppure, se nella orologeria non ci sono più brand come Movado o Eberhard, rimangono sempre nomi di primo piano come Rolex, Patek Philippe, il gruppo Swatch con i tanti suoi brand, alcuni dei quali, come Omega. C’è anche il gruppo Lvmh con Maison come Bulgari e Tag Heuer. E non mancano molti top brand della gioielleria da quelli fashion come Swarovski, fino all’haute joaillerie con Graff, de Grisogono o Harry Winston, Pasquale Bruni, fino a i piccoli ma con grande creatività come Alessio Boschi, ai marchi classici della gioielleria italiana, Nanis, Giovanni Ferraris, Annamaria Cammilli, Picchiotti, Fope, Leo Pizzo, Casato, tanto per citarne alcuni. Insomma, Baselworld è dimagrita, ma conserva sempre un bel po’ di fascino: i 101 anni li porta bene. Racconteremo nei prossimi giorni le novità.




Sylvie Ritter
Sylvie Ritter inaugura Baselworld 2018
Booth Swarovski
Booth Swarovski
Ingresso principale allo spazio espositivo di Baselworld
Ingresso principale allo spazio espositivo di Baselworld
Collana Swarovski
Collana Swarovski
Al lavoro nei booth
Al lavoro nei booth

Interno di Baselworld
Interno di Baselworld







Tamara Comolli si prepara a conquistare l’Italia

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Tamara Comolli, brand di Monaco di Baviera, pronto ad aprire il primo store in Italia. E non solo… ♦︎

È bionda, sensibile, delicata. Ma non lasciatevi ingannare dall’aspetto: Tamara Comolli ha una teutonica capacità raggiungere i suoi obiettivi. La designer di Monaco di Baviera con nome di origine lombarda, progetta infatti l’apertura della prima boutique monomarca in Italia all’inizio dell’estate 2018. La mossa segnerà l’inizio del percorso di sviluppo che il brand sta progettando in Italia. Una discesa dal passo del Brennero già iniziata nel 2017 con l’ingresso in un punto vendita strategico, Pisa Orologeria, a Milano, un marchio molto noto e prestigioso in città.

D’altra parte, Tamara Comolli dopo 25 anni di attività è presente a livello internazionale con una rete di concessionari che conta circa 120 punti vendita tra Europa, Est e Ovest, Stati Uniti e Cina e con sei flagship tra Stati Uniti, Spagna e Germania. Guarda caso si trovano tutti in luoghi di vacanza d’élite e vicine all’acqua, elemento caro a Tamara. L’obiettivo del brand è rendere più capillare la propria distribuzione sul territorio italiano affiancando alla boutique di prossima apertura una selezione di gioiellerie.

«Sono nata in Germania, cresciuta in Spagna e da sempre sono innamorata dell’Italia, dei suoi colori e dei suoi profumi. La vita mi ha portato a conoscere questo meraviglioso Paese con il quale continuo a avere una profonda relazione che parte dal mio nome fino ad arrivare agli artigiani che oggi producono le mie linee», spiega Tamara Comolli. «L’Italia è un Paese di appassionati ed estimatori della bellezza, dell’arte, della gioielleria. Per questo penso sia importante per noi investire risorse ed energie dedicate ad avvicinare di più la mia filosofia di gioielleria a un pubblico così preparato e desideroso di nuove scoperte come quello italiano».

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Tamara Comolli
Tamara Comolli
Collezione India, orecchini in oro e snakewood. Prezzo: 1490 euro
Collezione India, orecchini in oro e snakewood. Prezzo: 1490 euro
Bracciale Mikado Flamenco, in 25 pezzi. Oro rosa e pietre colorate
Bracciale Mikado Flamenco, in 25 pezzi. Oro rosa e pietre colorate
Collana Mikado Flamenco
Collana Mikado Flamenco
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Tamara Comolli, braccialetto Mikado Romance in oro rosa con quarzi, e morganite rosa
Anello in oro bianco e diamante
Anello in oro bianco e diamante







Questa collana ha stregato il Tefaf




Una collana con rubini e diamanti di Maubussin: è stata presentata al Tefaf da SJ Phillips ♦︎

Al Tefaf, la fiera di Maastricht (Olanda) dedicata all’antiquariato e non solo, tra i tanti gioielli antichi, vintage e contemporanei spiccavano alcuni pezzi da SJ Phillips. A partire da una collana a tre fili di turchesi e lapislazzuli, con al centro un ovale traforato e scolpito con un disegno a volute floreali, montato in oro. Ma al centro dell’attenzione è finita anche una collana, di ispirazione indiana, progettata e realizzata dalla maison francese Mauboussin a Parigi nel 1930, con rubini cabochon, diamanti quadrati, circolari e taglio baguette, montati su platino. Secondo gli storici della gioielleria, negli anni Trenta Mauboussin era considerata la Maison più in voga. E tra il 1928 e il 1931 nel suo store di Rue de Choiseul, a Parigi, ha ospitato tre speciali esposizioni, ognuna dedicata a una pietra preziosa: smeraldo, rubino (come nel caso della collana) e diamante. Per la cronaca: la collana è stata messa in vendita a 5,5 milioni di dollari.

Sj Phillips è un’azienda specializzata in eccezionali gioielli antichi con base a Londra. E al Tefaf ha mostrato anche altro, come una collana che è datata addirittura 1770. Lo stile è rococò. È composta a croce, con motivi floreali asimmetrici e unisce il simbolo religioso con l’interesse per le scienze, in particolare la botanica, che a quel tempo era un campo di studi nuovo grazie allo studioso svedese Linneo. Federico Graglia




Collana di Maubussin con rubini e diamanti
Collana di Maubussin con rubini e diamanti
Collana art déco con turchesi e lapislazzuli
Collana art déco con turchesi e lapislazzuli
Pendente a croce e motivi floreali, stile rococo
Pendente a croce e motivi floreali, stile rococo
Spilla Ottocento con diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri
SJ Phillips, spilla Ottocento con diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri
Anello art déco con diamanti
Anello art déco con diamanti
Anello art déco con tre rubini e diamanti baguette
Anello art déco con tre rubini e diamanti baguette
Orecchini a forma di fiore, zaffiri e diamanti, anni Sessanta
Orecchini a forma di fiore, zaffiri e diamanti, anni Sessanta







Venduto il diamante Leggenda

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Venduto per 40 milioni di dollari il quinto diamante più grande del mondo, The Lesotho Legend ♦︎

In quali gioielli si trasformerà il quinto diamante più grande del mondo? Il diamante, 910 carati, perfetto, colore D, tipo IIa, è stato estratto a gennaio dalla miniera di Letšeng, in Lesotho. Poco più di un mese dopo è stato venduto ad Anversa, Beglio, capitale mondiale dei diamanti, per 40 milioni. Il diamante è stato soprannominato The Lesotho Legend e appartiene ora alla società mineraria Gem Diamonds. Ma forse è stato un affare: il prezzo di vendita del diamante, infatti, è stato di 43.956 dollari per carato, cioè una cifra di molto inferiore al prezzo record toccato per un diamante grezzo, cioè 77.649 dollari, stabilito da Constellation, pietra di 812,77-carati, estratta anni fa da Lucara Diamond in Botswana. Chi è il nuovo proprietario del quinto diamante più grande del mondo? Si chiama Samir Gems, ed un broker di pietre con sede ad Anversa, fondato nel 1982 e gestito dalla famiglia di origine indiana Bhansali, che ha acquistato la pietra assieme ad altri partner. Non resta che attendere la nascita di un gioiello altrettanto eccezionale. Rudy Serra





The Legend of Lesotho
The Legend of Lesotho

Il diamante da 910 carati
Il diamante da 910 carati







Tiffany e Cartier stelle online

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Tiffany e Cartier hanno i migliori servizi online nella classifica di L2 ♦︎

L2 è una società di consulenza con sede a New York che è specializzata nell’analisi comparativa delle prestazioni digitali dei marchi. Ora L2 ha pubblicato il suo rapporto annuale, che classifica la competenza digitale di alcuni dei più grandi marchi di orologi e gioielli al mondo. Insomma, è una classifica su chi riesce a utilizzare meglio web e social media. Risultato: su 70 marchi esaminati, i promossi a pieni voti sono solo due: Tiffany e Cartier.

L’esame di L2 ha riguardato quattro fattori: il sito web ed e-commerce, con l’esame della velocità di caricamento, le pagine dei prodotti, l’esperienza dell’utente e l’assistenza clienti online. E, poi, l’efficacia del marketing digitale, per esempio la visibilità nelle ricerche su Google, e gli articoli sui media, ma non quelli pagati. Cioè quelli che leggete su gioiellis.com, a differenza delle foto e delle citazioni pubblicati su tanti blog che non sono altro che pubblicità mascherata. Altri fattori considerati per la classifica sono la velocità di caricamento su tablet e smartphone, e più in generale le funzionalità messe alla prova su diversi dispositivi.

Dopo aver passato ai raggi x le attività digitali dei 70 marchi, L2 ha assegnato punti in cinque categorie: Genius (per chi ha superato 140), Gifted (110-139), Average (109-90), Challenged (89-70) e Feeble (<70). Solo due, alla fine, sono rientrate nella categoria Genius: Tiffany & Co. (144 punti) e Cartier (140).

Tiffany, per esempio, vanta le migliori pagine di prodotto, oltre che un ottimo riscontro in articoli su varie testate. Cartier, invece, ha guadagnato punti per la facilità nelle prenotazione di appuntamenti online e una forte presenza su YouTube e Instagram. Appena sotto i due best performance si trova, invece, Swarovski (139), seguito da Alex & Ani (138) e David Yurman (136). Nei primi dieci posti si sono classificati anche Pandora e due marchi del gruppo LVMH, e cioè Bulgari e TAG Heuer. Tra i primi, infine, anche marchi come Longines (di Swatch Group), eMontblanc, marchio invece di Richemont. Questi marchi, però, sono rientrati nella categoria Gifted. Tra i marchi di gioielli, hanno raccolto punti Fabergé (68), marchio di proprietà di Gemfields; Buccellati(63), e Graff (58).




Bracciale in oro rosa. Prezzo: 7.550 euro
Tiffany, bracciale in oro rosa. Prezzo a maggio 2017: 7.550 euro
Orecchini in oro. Prezzo: 3.150 euro
Orecchini in oro. Prezzo: 3.150 euro

Collana Tiffany City HardWear in oro giallo. Prezzo: 17.000 euro
Collana Tiffany City HardWear in oro giallo. Prezzo: 17.000 euro
Collana della collezione Résonances con diamanti
Cartier, collana della collezione Résonances con diamanti

Collana Ecume in platino con diamanti bianchi e fancy yellow briolette
Cartier, collana Ecume in platino con diamanti bianchi e fancy yellow briolette

Collana Bangalore in oro bianco con perline di zaffiro, rubino, smeraldi, diamanti e pietre intagliate
Cartier, collana Bangalore in oro bianco con perline di zaffiro, rubino, smeraldi, diamanti e pietre intagliate







I gioielli del Tefaf

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Tornano i gioielli al Tefaf di Maastricht. Ecco alcuni dei pezzi più interessanti ♦︎

Torna il Tefaf (Maastricht, 10-18 marzo). Fondata nel 1988, la fiera della città olandese è considerata il principale appuntamento mondiale per arte, antiquariato, design e gioielli speciali. Anche se di recente si è moltiplicata con due appuntamenti in primavera e autunno a New York, il Tefaf originale di Maastricht resta sempre l’avvenimento più atteso. Gestita come una fondazione senza scopo di lucro, Tefaf vanta una tradizione di capolavori in ogni categoria di arte, design e antiquariato, ma anche Haute Joaillerie. E anche questa’anno i pezzi forti di gioielleria non mancano. Si possono trovare gioielli molto diversi tra loro, da un pendente in oro, smeraldi e smalto realizzato in Spagna nel Settecento, a un anello dello scultore italiano Arnaldo Pomodoro, oppure il bracciale con anello abbinato di Cartier in oro giallo 18 carati, ametista e turchese, datato tra il 1966 e il 1969. Ma non mancano i gioielli contemporanei, come gli orecchini con quarzo fumé, diamanti brown, bronzo e oro bianco di Hemmerle. Sempre della raffinata Maison tedesca si trova il bracciale Harmony con acquamarina, alluminio e oro bianco del diametro di circa 8 centimetri, altro pezzo di grande design.

Tra l’altro, più in generale, Tefaf vanta un grande controllo su qualità, autenticità e condizione degli oggetti proposti: un aspetto da non sottovalutare quando si acquistano pezzi d’epoca. Federico Graglia





Hemmerle, bracciale Harmony con acquamarina, alluminio e oro bianco
Hemmerle, bracciale Harmony con acquamarina, alluminio e oro bianco

Hemmerle, orecchini con quarzo fumé, diamanti brown e oro bianco
Hemmerle, orecchini con quarzo fumé, diamanti brown e oro bianco
Hemmerle, spilla con zaffiro, ferro e oro bianco
Hemmerle, spilla con zaffiro, ferro e oro bianco
Hemmerle, anello in rame, oro bianco e zaffiro
Hemmerle, anello in rame, oro bianco e zaffiro
Arnaldo Pomodoro, anello in oro bianco e giallo, con una sfera traforata
Arnaldo Pomodoro, anello in oro bianco e giallo, con una sfera traforata
Girocollo Glycines di Philippe Wolfers, Art Nouveau. Oro, tormalina intagliata, opale intagliato, rubini, granato
Girocollo Glycines di Philippe Wolfers, Art Nouveau. Oro, tormalina intagliata, opale intagliato, rubini, granato
Cartier, bracciale e anello in oro giallo 18 carati, ametista, turchese (1966-1969)
Cartier, bracciale e anello in oro giallo 18 carati, ametista, turchese (1966-1969)
Oro smeraldi e smalto 6 x 45 cm 2.4 x 1.8 in
Spilla spagnola del Settecento in oro, smeraldi e smalto

Spilla Calabrone firmata Fabergé con diamanti, rubini e perle
Spilla Calabrone firmata Fabergé con diamanti, rubini e perle







Primato a Barcellona di Bulgari




È a Barcellona il più grande store (ora rinnovato) d’Europa di Bulgari ♦︎

Per Bulgari primato a Barcellona. Nella città catalana la Maison romana ha aperto un rinnovato flagship. Si trova sul Paseo de Gracia ed è stato allestito da Zordan, azienda vicentina di arredamento, partner di Bulgari dal 2000.  Il Paseo de Gracia (in catalano Passeig de Gràcia) è uno dei viali più eleganti di Barcellona, dove si trovano edifici disegnati da archistar del passato come Antoni Gaudí e Lluís Domènech i Montaner, ma anche negozi di moda e gioielli. Bulgari era presente sul paseo dal 2010, ma di recente lo store è stato completamente rinnovato. L’intervento è stato deciso per adeguare il negozio della lussuosa griffe al nuovo concept dell’esteroso (è un eufemismo) architetto Peter Marino, introdotto da Bulgari a partire dal 2015. Per questo il rinnovo si è concretizzato in una ristrutturazione radicale del flagship non solo in termini di arredi, ma anche di strutture.

Lo spazio è primo fra tutti in Europa e secondo solo al flagship di New York a livello mondiale. Esteso su un’area di 250 metri quadri e presenta una facciata non molto vasta, ma che si sviluppa ampiamente in profondità. È caratterizzato da tonalità neutre, in cui trovano posto due vip room, nella parte conclusiva e più celata del negozio. A livello di finiture sono preponderanti nel punto vendita i marmi, mentre in termini di arredi spiccano gli elementi metallici in ottone, nonché  le boiserie in legno di noce.

Zordan ha allestito il flagship Bulgari di Barcellona: «Abbiamo progettato e realizzato tutti gli arredi a parete e in facciata: le showcase Condotti, le porzioni di parete a seta (silk wall) e a specchi, tutti gli specchi, le boiserie in legno di noce di una delle due vip room nonché elementi accessori come i picture frames e i corrimano», spiega il project manager di Zordan, Giuseppe Caruso. «Inoltre, abbiamo fornito tutti gli elementi free standing del flagship: i counter di marmo e i tavoli di legno con teca espositiva (Albini table). Elementi di particolare spicco sono il sushi counter bronzato, predominante all’ingresso del negozio, totalmente metallico e con teche illuminate, nonché le pantheon mesh, imponenti e scenografiche reti metalliche in ottone con cui è stato studiato tutto il rivestimento dell’accesso all’ascensore». Rudy Serra




Il flagship store di Bulgari a Barcellona, interno
Il flagship store di Bulgari a Barcellona, interno
Il flagship store di Bulgari a Barcellona, saletta Vip
Il flagship store di Bulgari a Barcellona, saletta Vip
Peter Marino
Peter Marino
Collier della collezione Diva di Bulgari
Collier della collezione Diva di Bulgari
Blue Iridescent, collana di Bulgari, alta gioielleria, collezione Giardini Italiani. Oro bianco 18 carati, 7 zaffiri taglio cuscino (187,48 carati), 7 spinelli rosa taglio cuscino (81.13 carati), diamanti tondi (24,75 carati) e pavé di diamanti
Blue Iridescent, collana di Bulgari, alta gioielleria, collezione Giardini Italiani. Oro bianco 18 carati, 7 zaffiri taglio cuscino (187,48 carati), 7 spinelli rosa taglio cuscino (81.13 carati), diamanti tondi (24,75 carati) e pavé di diamanti
Bulgari, collezione Giardini Italiani
Bulgari, collezione Giardini Italiani
Bulgari, collana della collezione Giardini Italiani
Bulgari, collana della collezione Giardini Italiani
La collana dedicata a Trinità dei Monti
La collana dedicata a Trinità dei Monti
Collana di Bulgari con pietre colorate
Collana di Bulgari con pietre colorate





A Parigi 250 gioielli d’artista




Da Calder a Koons: a Parigi i gioielli d’artista della collezione di Diane Venet. Fino all’8 luglio ♦︎

Che cosa fa una donna con l’anima di artista e moglie di uno scultore? Fa collezione di gioielli. Ma di gioielli speciali, creati da altri artisti. Così Diane Venet, moglie di Bernar Venet, in 30 anni ha messo assieme una considerevole raccolta, che spesso gira per il mondo. Ora, però, Parigi fa le cose in grande e dal 7 marzo all’8 luglio 2018 il Musée des Arts Décoratifs dedica spazio alla grande raccolta intitolata De Calder à Koons, bijoux d’artistes. La colletion idéale de Diane Venet.

Che è davvero vasta: 230 pezzi, più altri 20 prestati da gallerie e proprietari, con sculture-gioiello di artisti celeberrimi, come Alexander Calder, Jeff Koons, Max Ernst, Pablo Picasso, Niki de Saint Phalle, Caesar, Takis e Louise Bourgeois, Salvator Dalì e, ovviamente, Bernar Venet. In tutto sono 150 gli autori rappresentati nella collezione. I materiali utilizzati sono in gran parte tradizionali: oro, argento, bronzo, smalto. I gioielli progettati dagli artisti sono spesso stati realizzati da orafi.

«La mia passione per il gioiello d’arte è nata il giorno in cui Bernar si è divertito avvolgendo il mio anulare sinistro un sottile Bacchetta d’argento… Questo gesto, toccante nella sua spontaneità, ha avuto un altro effetto su di me, quello di scoprire l’universo poco conosciuto di questi gioielli d’arte unici, preziosi per la loro rarità e il loro carico simbolico spesso all’origine della loro creazione», ha raccontato Diane Venet. Certo, alcuni di questi gioielli sono sculture in miniatura, non indossabili, ma altri sono stati concepiti come opere d’arte da infilare al dito oppure attorno al collo. Sono gioielli veri. Ma con un guizzo che rivela lo stile e la creatività dell’autore. Rudy Serra

De Calder à Koons, bijoux d’artistes. La colletion idéale de Diane Venet
Musée des Arts Décoratifs
107, rue de Rivoli, Paris
Da martedì a domenica: 11-18
Ticket da 9 a 13 euro




Damien Hirst. Pill Charm Bracelet, 2004, argento
Damien Hirst. Pill Charm Bracelet, 2004, argento
Diane Venet. Foto: Damian Noszkowicz
Diane Venet. Foto: Damian Noszkowicz
Luciano Fontana, bracciale Elisse Concetto Spaziale, 1967
Luciano Fontana, bracciale Elisse Concetto Spaziale, 1967
Frank Stella, anello in oro
Frank Stella, anello in oro
Victor Vasarely, bracelet Jolie, 1985, argento e smalto
Victor Vasarely, bracelet Jolie, 1985, argento e smalto
Bernar Venet, anello Ligne indéterminée, oro, 1998
Bernar Venet, anello Ligne indéterminée, oro, 1998

Claude Viallat, collier, acrilico, 2016
Claude Viallat, collier, acrilico, 2016







I tesori di Bulgari

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Un libro con le storie, ma soprattutto i gioielli, che hanno accompagnato il mito di Bulgari ♦︎

Arriva un libro che racconta tutto e, soprattutto, mostra l’arte, la gloria e gli onori di Bulgari. La Maison romana passata sotto le insegne francesi di Lvmh è descritta da Vincent Meylan, uno specialista del lusso, che si è già occupato di Christie’s e Van Cleef & Arpels. Il libro si intitola Bulgari, Treasures of Rome e, ovviamente, narra la crescita del brand di gioielli diventato in pochi decenni un mito. Una fama conquistata non solo con la necessaria abilità nell’arte orafa, ma anche con l’idea di avvolgere la propria produzione di gioielli con stili e forme prese in prestito dall’antichità, quella dell’impero romano, ma anche quella dei bizantini e dell’arte islamica. L’anello Trombino e i braccialetti Serpenti hanno così fatto il giro del mondo.

Per comporre il libro l’autore ha avuto accesso agli archivi della Maison e questo spiega l’accuratezza della ricostruzione e il corredo fotografico che illustra le pagine del libro. In cui non mancano, come ci si poteva aspettare, le immagini classiche delle clienti diventate di fatto ambasciatrici del marchio di gioielleria, come Liz Taylor, la contessa Dorothy Dentice di Frasso che frequentò Bulgari mentre era in love con Gary Cooper, o l’Infanta Beatrice di Spagna e la principessa Maria Jose del Belgio.

Ma è riduttivo descrivere Bulgari come una gioielleria per celebrity. È, invece, una delle grandi del mondo della gioielleria capaci di proporre uno stile diverso, riconoscibile e, diciamolo, spesso anche copiato. Federico Graglia

Bulgari, Treasures of Rome
ACC Art Books
Prezzo: 95 dollari





Bracciale con smeraldi e rubini
Bracciale con smeraldi e rubini

Il libro «Bulgari, Treasures of Rome»
Il libro «Bulgari, Treasures of Rome»
Collana di Bulgari con gemme
Collana di Bulgari con gemme di colore
Parure di rubini e diamanti
Parure di rubini e diamanti
Il celebre bracciale serpente, in versione orologio
Il celebre bracciale serpente, in versione orologio
Anello Trombino con rubino burmese di 5,98 carati  non riscaldato
Anello Trombino con rubino burmese di 5,98 carati non riscaldato
Una pagina del libro «Bulgari, Treasures of Rome», dall'archivio della Maison
Una pagina del libro «Bulgari, Treasures of Rome», dall’archivio della Maison

Liz Taylor con orecchini di Bulgari
Liz Taylor con orecchini di Bulgari






OroArezzo, è già count-down




Torna OroArezzo, il business del metallo giallo visto attraverso la gioielleria ♦︎

Il conto alla rovescia è già iniziato. La seconda vita di OroArezzo (6-8 maggio), affidata dallo scorso anno alle cure e alle sinergie di Italian Exhibition Group (la società fieristica che organizza VicenzaOro) può ora avvalersi delle strutture collaudate affidate alle cure del direttore generale di Ieg, Corrado Facco. Ecco, dunque, che l’appuntamento numero 39 non è più in concorrenza con la più famosa VicenzaOro, ma ne diventa complementare. Più dedicata alla produzione, ai componenti, alla lavorazione dei gioielli, come è nella tradizione del distretto aretino, OroArezzo prevede la partecipazione di 650 player dell’oreficeria. Le aziende orafe, infatti, lo scorso anno hanno rappresentato il 75% del totale degli espositori mentre il 13 % sono state le aziende di macchinari e il 12% quelle presenti nella sezione cash and carry, per le vendite a pronto.

Il programma presentato da Ieg prevede Meeting Club e dei Retail Club Italia, momenti dedicati al business degli oltre 450 buyers ospitati, di cui l’80% internazionali, operatori di mercati emergenti e tradizionali, provenienti da 60 paesi grazie al supporto di ministero dello Sviluppo e Ice, che finanziano parte dell’organizzazione.

Nel programma non mancano le manifestazioni di contorno, come il Concorso Premiere, che vede in lizza le imprese orafe e quest’anno ha per tema l’Arte Orafa e il Recupero dei Metalli Preziosi. Chi vincerà?





Interno di OroArezzo. Photo: Lorenza Ricci Studio
Interno di OroArezzo. Photo: Lorenza Ricci Studio

Corrado Facco allo stand di Unoarerre. Credits: Lorenza Ricci Studio
Corrado Facco allo stand di Unoarerre. Credits: Lorenza Ricci Studio
OroArezzo 2017. Credits: Lorenza Ricci Studio
UnoAerre, OroArezzo 2017. Credits: Lorenza Ricci Studio

Gioielli Falcinelli a  OroArezzo 2017. Credits: Lorenza Ricci Studio
Gioielli Falcinelli a OroArezzo 2017. Credits: Lorenza Ricci Studio






Wallace Chan torna al Tefaf





Wallace Chan torna al Tefaf di Maastricht con alcuni pezzi fuori dal comune ♦︎

Al Tefaf di Maastricht (10-18 marzo 2018) sono in catalogo parecchi nomi di primo piano della gioielleria. E non solo gioielli d’epoca di grandi Maison, come Cartier o Van Cleef & Arpels, ma anche di designer contemporanei. Oltre a Hemmerle, per esempio, alla grande fiera olandese dedicata all’arte, l’antiquariato e il design torna anche il maestro Wallace Chan.

Leggi anche: I gioielli del Tefaf 

Wallace Chan è una leggenda nel mondo della gioielleria e non solo. Nato in una famiglia povera a Fuzhou nel 1956 e si è trasferito a Hong Kong all’età di cinque anni. Dopo un lungo apprendistato, nel 1987, ha ideato un metodo per scolpire figure all’interno di una pietra. La tecnica utilizza intagli come nei cammei per creare un’immagine  che è poi riflessa all’interno della gemma e crea un effetto tridimensionale. Come nella giadeite a forma di testa di cavallo, con diamanti bianchi, yellow rosa e brown, cristallo, granato tsavorite, su titanio: un pezzo da non perdere e che vedete fotografato in questa pagina.

Al Tefaf, in ogni caso non mancano altri pezzi di gioielleria fuori dal comune, come la collana con citrini firmata Andrew Grima, oppure l’anello con il diamante Cassiopea di 4 carati, parte della collezione di Amy Burton. Federico Graglia



Wallace Chan, anello Onde. Diamanti e titanio
Wallace Chan, anello Onde. Diamanti e titanio
Wallace Chan, spilla Una storia d'amore. Giadeite a forma di testa di cavallo, diamante, diamante rosa, giadeite, cristallo, diamanti yellow e brown, granato tsavorite, titanio
Wallace Chan, spilla Una storia d’amore. Giadeite a forma di testa di cavallo, diamante, diamante rosa, giadeite, cristallo, diamanti yellow e brown, granato tsavorite, titanio
Anello con diamante Cassiopea, 4,07 carati, collezione di Amy Burton
Anello con diamante Cassiopea Unum, 4,07 carati, collezione di Amy Burton
Bracciale in oro e corniola, Londra 1962
Bracciale in oro e corniola, Londra 1962
Collana con citrini e diamanti di Andrew Grima, 1974
Collana con citrini e diamanti di Andrew Grima, 1974
Glenn Spiro, anello con diamante taglio marquise su oro rosso e bronzo, 1962
Glenn Spiro, anello con diamante taglio marquise su oro rosso e bronzo, 1962
Orecchini Tourbillon di Van Cleef & Arpels in oro bianco e diamanti
Orecchini Tourbillon di Van Cleef & Arpels in oro bianco e diamanti
Pendente o spilla di Karel Appel, oro giallo, diamanti e smalto
Pendente o spilla di Karel Appel, oro giallo, diamanti e smalto
Spillaa forma di gufo di L. Gautrait, in oro, berillo dorato, smalto e diamante, circa 1900
Spillaa forma di gufo di L. Gautrait, in oro, berillo dorato, smalto e diamante, circa 1900
Collana art déco Marchak, con turchesi e lapislazzuli intagliato. Circa 1930
Collana art déco Marchak, con turchesi e lapislazzuli intagliato. Circa 1930
Spilla art déco di Cartier, in platino, diamanti e ametiste
Spilla art déco di Cartier, in platino, diamanti e ametiste
Van Cleef & Arpels, clip in oro rosa, spinelli, diamanti
Van Cleef & Arpels, clip in oro rosa, spinelli, diamanti







Artisti da indossare a Dubai





Gioielli firmati da famosi artisti, da Picasso a Kapoor: sono in mostra (e in vendita) a Dubai ♦︎

Che i gioielli siano una forma artistica, ovviamente quando sono al top, è assodato. E la passione di molti pittori e scultori per i gioielli lo conferma. Se andate a Dubai, per esempio, dal 19 marzo al 2 giugno 2018 potete visitare la Custot Gallery, che ha organizzato una mostra intitolata Art and Jewelry, curata dalla collezionista Diane Venet. Come potete immaginare, la mostra è dedicata ai gioielli che sono stati realizzati da artisti di fama internazionale, come Alexander Calder, Pablo Picasso e Niki de Saint Phalle, passando per Anish Kapoor, Marc Quinn, Ron Arad, oppure l’argentino Pablo Reinoso, l’iraniano Monir Shahroudy e il libanese Nadim Karam. Nota: gli 80 gioielli esposti sono anche in vendita. La mostra è un’idea di Stéphane Custot, che gestisce la galleria nella città degli Emirati.

La mostra comprende bracciali, collane, orecchini, anelli, cioè l’intero spettro dei gioielli. Spesso sono pezzi creati dagli artisti come un segno di amore per moglie compagne. Ma non solo: Alexander Calder, per esempio, durante la sua vita ha scolpito più di 1.800 gioielli, tutti pezzi unici. Federico Graglia




Anish Kapoor, Water Pendant, oro 22 carati lucido, smalto blu. Courtesy of Louisa Guinness Gallery. Photo Credit: Richard Valencia
Anish Kapoor, Water Pendant, oro 22 carati lucido, smalto blu. Courtesy of Louisa Guinness Gallery. Photo Credit: Richard Valencia

Collana in ottone di Alexander Calder. Foto Courtesy: Custot Gallery
Collana in ottone di Alexander Calder. Foto Courtesy: Custot Gallery
Anello Linea Indeterminata, in argento, di Bernar Venet. Foto Courtesy: Custot Gallery
Anello Linea Indeterminata, in argento, di Bernar Venet. Foto Courtesy: Custot Gallery
Niki de Saint Phalle, collana Assemblage, 1974- 2015. Foto Courtesy: Custot Gallery
Niki de Saint Phalle, collana Assemblage, 1974- 2015. Foto Courtesy: Custot Gallery

Pablo Reinoso, orecchini a forma di spaghetti. Foto Courtesy: Custot Gallery
Pablo Reinoso, orecchini a forma di spaghetti. Foto Courtesy: Custot Gallery







A Nanis il premio Inhorgenta



Nanis vince il premio nella categoria Fine Jewelry a Inhorgenta ♦︎

Lo ha vinto Nanis il premio più prestigioso a Inhorgenta. La fiera di Monaco, infatti, ha rivelato i vincitori del suo secondo concorso, tagliato sul modello dei Palladio Awards di VicenzaOro. La giuria di Inhorgenta, quindi, ha proclamato la Maison di Laura Bicego miglior brand per la categoria Fine Jewelry. In particolare, è piaciuto ai sette giurati un bracciale della collezione Trasformista, con una motivazione entusiastica: «Realizzato in oro 18 carati con un diamante bianco, è un vero colpo di genio della stilista Laura Bicego. Intrecciati insieme, i singoli collegamenti formano uno schema rigoroso. Non appena il braccialetto si svolge, tuttavia, emerge una sequenza immaginativa di elementi dorati di forma organica. La particolarità: il braccialetto può essere trasformato in una collana. Wow!». Un altro premio è andato, invece, al Goldschmiede Dreier per il design e a Gellner per la categoria Fashion Jewelry. Ecco l’elenco dei premiati a Inhorgenta:

Fine Jewelry – Nanis
Fashion Jewelry – Gellner
Smart and Connected Watch – TAG Heuer
Designer – Goldschmiede Dreier
Watch Design – Junghans
Retailer of the year – Juwelier Hunke di Ludwigsburg
Premio Best Piece of Jewellery – Jaime Moreno (votato dal pubblico)

Leggi anche: Nanis, il Trasformista si trasforma





Laura Bicego riceve il premio Inhorgenta per la migliore Fine Jewelry
Laura Bicego riceve il premio Inhorgenta per la migliore Fine Jewelry

Gellner, anello di perle della linea Stars in Heaven, oro rosa 750, acciaio inossidabile annerito, perla di Thaiti
Gellner, anello di perle della linea Stars in Heaven, oro rosa 750, acciaio inossidabile annerito, perla di Thaiti
Goldschmiede Dreier, anello sfaccettato
Goldschmiede Dreier, anello sfaccettato
Jaime Moreno, pendente con opale boulder verde
Jaime Moreno, pendente con opale boulder verde
Trasformista, bracciale convertibile in oro 18kt e diamanti. Inciso manualmente utilizzando un bulino
Trasformista, bracciale convertibile in oro 18kt e diamanti. Incisomanualmente utilizzando un bulino

Anello in oro e diamanti della collezione Trasformista
Nanis, anello in oro e diamanti della collezione Trasformista







L’alta gioielleria in mostra a Valenza



A Valenza le tecniche dell’alta gioielleria diventano una mostra itinerante ♦︎

Si dice che Valenza sia la capitale dell’alta gioielleria in Italia. La verità è che non tutta l’alta gioielleria è realizzata nella città piemontese, ma buona parte sì. L’antica tradizione orafa di Valenza è ora mostrata attraverso la mostra Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro (23-25 febbraio 2018). La settecentesca Villa Gropella ospiterà la prima e inedita tappa, perché si tratta di una esposizione itinerante. L’esposizione è curata da Giansante Gioielli, realtà locale del settore e permette di osservare dall’interno le tecniche di lavorazione dei gioielli di pregio. «Con questa preziosa rassegna la nostra realtà intende valorizzazione l’arte orafa legata indissolubilmente al territorio di Valenza, oggi come ieri», commenta Marcello Giansante.

La mostra visualizza la produzione artigiana locale, ripercorrendone l’evoluzione attraverso l’esposizione di fotografie, oggetti e scritti che narrano lo straordinario lavoro dei valenti artigiani di quest’area, nota al mondo per i suo raffinati manufatti e diventata oggi un punto di riferimento della produzione orafa internazionale. Molto spesso, infatti, non si ha coscienza del processo creativo che sta dietro un gioiello di pregio. «Le botteghe capaci di lavorare pietre e metalli preziosi sono oggi un patrimonio culturale e non solo economico molto importante», aggiunge Giansante. «Vogliamo che quest’arte venga esaltata e, per questo, abbiamo ideato un progetto espositivo che valorizza il saper fare. La grande precisione e l’abilità manuale, oltre che la fantasia e la creatività, tramandata, con i suoi gesti e i suoi strumenti, di generazione in generazione, da maestro ad apprendista, sono gli elementi che si potranno scoprire nel corso dell’esposizione».

Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro
23 – 25 febbraio 2018 dalle 10.00 alle 18.00
Villa Gropella – Strada per Solero, 8 – Valenza (Alessandria)
Ingresso gratuito
www.gioielleriagiansante.it/mostra
Tel. +39 0362 907354





Immagine dalla mostra Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro
Immagine dalla mostra Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro

Lavorazione con lo stampo
Lavorazione con lo stampo
Lavorazione dei gioielli
Lavorazione dei gioielli
Bracciali a molla di Giansante Gioielli
Bracciali a molla di Giansante Gioielli
Controllo qualità
Controllo qualità

Villa Gropella, a Valenza
Villa Gropella, a Valenza







I gioielli dell’anno del cane

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Inizia l’anno del cane secondo l’astrologia cinese. Da festeggiare con un gioiello ♦︎

Per i cinesi è la Festa di primavera. Ma è anche il capodanno della luna. Un concetto che gli occidentali non hanno ben capito e allora hanno chiamato la festività Capodanno cinese, assimilandolo a quello che si festeggia il 1 gennaio. Quello cinese, invece, non cade sempre nella stessa data: nel 2018, per esempio, il Capodanno cinese è il 16 febbraio. La data, infatti, dipende dalla luna nuova e quindi la data varia tra il 21 gennaio e il 19 febbraio. Tra l’altro, oltre che in Cina è festa anche in Corea, Mongolia, Singapore, Malesia, Nepal, Bhutan, Vietnam e Giappone, oltre che nelle comunità cinesi di tutto il mondo. Con il nuovo anno, cambia anche il segno astrologico che secondo la tradizione influenzerà i successivi 12 mesi. L’oroscopo cinese assegna a ogni anno il carattere di un animale. Nell’ordine, sono Topo, Bufalo, Tigre, Coniglio, Drago, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Maiale. Il 2018, per esempio, è l’anno del cane. E, naturalmente, molti gioiellieri hanno pensato di dedicare al cane un loro gioiello. Eccone alcuni. Cosimo Muzzano





Boucheron, anello cane lupo in oro
Boucheron, anello cane lupo in oro

Boucheron, anello cane lupo in oro
Boucheron, collezione Hiver Imperiale, bracciale Husky
Van Cleef & Arpels, spilla cane
Van Cleef & Arpels, spilla cane
Dog Fever, anello Hug in argento e smalto
Dog Fever, anello Hug in argento e smalto
E. Wolfe Brittany o Springer, spilla Spaniel in oro e diamanti
E. Wolfe Brittany o Springer, spilla Spaniel in oro e diamanti
Giovanni Raspini, bracciale zampe di cane
Giovanni Raspini, bracciale zampe di cane
Spilla a forma di testa di cane in oro, diamanti, rubini
Spilla a forma di testa di cane in oro, diamanti, rubini
Roberto Coin, bracciale cane con diamanti bianchi e neri, smalto
Roberto Coin, bracciale cane con diamanti bianchi e neri, smalto
Spilla a forma di cane in platino con diamanti e rubini
Spilla a forma di cane in platino con diamanti e rubini

Tiffany, spilla in oro e zaffiri
Tiffany, spilla in oro e zaffiri







A Broggian le operation di Vhernier



Nuovo manager ai piani alti di Vhernier: è Andrea Broggian, che assume la carica di chief operating officer ♦︎

Un nuovo assetto manageriale per Vhernier. Il brand piemontese, con radici a Milano e store in via Monte Napoleone, a New York, a Miami, e Londra, ha nominato Andrea Broggian come chief operating officer. Obiettivo: gestire e incrementare l’espansione della maison a livello sia nazionale che internazionale. Broggian viene da una famiglia nata nell’expertise nel settore dei diamanti e delle pietre preziose e che ha poi allargato le competenze nella gioielleria. Dopo l’esperienza come imprenditore e Ceo nel gruppo di famiglia, all’interno del quale ha operato per 30 anni e che ha portato ad essere presente nei più prestigiosi retailers di oltre cinquanta paesi, Andrea Broggian ha collaborato con Mikimoto e Chaumet, ha guidato la nascita e l’affermazione del marchio Mimì e successivamente ha ricoperto il ruolo di chief operating officer alla Mattioli di Torino. È stato anche presidente del Club degli Orafi e collabora con istituzioni fra cui  l’Istituto Gemmologico Italiano (Igi) e The World Jewellery Confederation (Cibjo).





Andrea Broggian
Andrea Broggian

Orecchini Vague Volta Celeste, con zaffiri e diamanti
Orecchini Vague Volta Celeste, con zaffiri e diamanti
Orecchini Vague in titanio e diamanti
Orecchini Vague in titanio e diamanti
Vhernier, anello Eclisse in oro e lapis
Vhernier, anello Eclisse in oro e lapis
Orecchini della collezione Eclisse in oro e giada
Orecchini della collezione Eclisse in oro e giada
Bracciali della collezione Eclisse
Bracciali della collezione Eclisse
Collier Orange Velvet, in titanio e 2.427 diamanti più una spessartite con la stessa tonalità
Collier Orange Velvet, in titanio e 2.427 diamanti più una spessartite con la stessa tonalità

VHERNIER collana Orange Velvet in titanio diamanti e spessartite details
La spessartite al centro di Orange Velvet







I gioielli da mangiare

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A Bologna gioielli etici a tema food e dolci golosi a tema gioielli ♦︎

Cibo da indossare? Oppure gioielli da mangiare? L’inconsueto menu va in scena a Bologna, dal 14 al 25 febbraio, al Grand Hotel Majestic «ex Baglioni). Proprio nel giorno di San Valentino, infatti, sono previste le Dolci Conversazioni di Ridefinire il Gioiello, a cura di Sonia Patrizia Catena. Più che da mangiare, per la verità, l’idea è quella di parlare (e guardare) del gioiello sostenibile, etico.

All’interno dell’hotel, quindi, va in scena una mostra itinerante attorno all’idea di gioielli a tema food. I gioielli sono realizzati con materiali naturali e sostenibili, ma ci sono anche dolci a tema gioiello, per accontentare vista e palato. Il tutto si troverà al Café Marinetti in abbinamento al tradizionale brunch della domenica. I protagonisti sono dieci gioielli progettati da artisti italiani e stranieri abbinati alle creazioni di quattro pasticceri, uno per ogni città, di Bologna, Verona, Firenze e Genova. I gioielli saranno esposti insieme alle creazioni del pasticcere coinvolto, a cui serviranno da ispirazione. Da qui il nome dell’evento, «dolce conversazione».

Ecco i nomi dei partecipanti: MICartapesta alias Michela Boschetto, Chimajarno, Elena dp Crea, Fragiliadesign, Frilli Colombo, Giuliana Kobayashi Mantovi, Rita Martinez Art Jewelry, Francesca R. Sansoni, Ag Art alias Agnese Taverna e Maria Tenore.

Dopo Bologna, le dolci conversazioni sui gioielli saranno ad aprile a Verona, in concomitanza con l’apertura delle terrazze dell’hotel Due Torri, a maggio a Genova (Hotel Bristol), durante la Festa della Mamma, a giugno a Firenze, al Bristol Palace, durante Pitti Uomo. Margherita Donato




Rita Martinez Art Jewellery, A mi no me gusta el dulc
Rita Martinez Art Jewellery, A mi no me gusta el dulc
Giuliana Mantovi, Nima Acessóries Arte,Café brasileiro
Giuliana Mantovi, Nima Acessóries Arte,Café brasileiro
Maria Tenore, Delicious Ring
Maria Tenore, Delicious Ring
Agnese Taverna, Ag Art, Cochlea in mano
Agnese Taverna, Ag Art, Cochlea in mano
Francesca R. Sansoni
Francesca R. Sansoni
Frilli Colombo, Anguria
Frilli Colombo, Anguria
Fragiliadesign, Rosso Fondente
Fragiliadesign, Rosso Fondente
Michela Boschetto, Opuntia Ficus
Michela Boschetto, Opuntia Ficus
Elena dp Crea, La ciliegina sulla torta
Elena dp Crea, La ciliegina sulla torta

Chimajarno, Red Velvet Buttons
Chimajarno, Red Velvet Buttons







Sondaggio: i gioielli per San Valentino

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Il giorno di San Valentino è perfetto per regalare gioielli. Lo sostiene il 68% degli italiani ♦︎

Chissà se San Valentino è uguale per tutti? Di sicuro, secondo una ricerca condotta per conto di Inhorgenta, fiera della gioielleria che si tiene a Monaco (16-19 febbraio), gli italiani vedono nel gioiello un regalo quasi irrinunciabile. Il dato emerge dalle interviste su 1.118 consumatori. Risultato: per il 77% degli italiani un gioiello deve avere un particolare valore e il 40% è attento alla scelta di un pezzo unico. «La nostra indagine mostra che chi combina un design classico con una nota individuale ha buone possibilità di far felice la persona amata il giorno di San Valentino», sostiene Stefanie Mändlein, direttrice di Inhorgenta. Si possono personalizzare i gioielli utilizzando, per esempio, con una incisione o una pietra preziosa del colore preferito. Quale? Dipende anche dal momento e dalle tendenze osservate sulle passerelle di New York, Parigi o Milano. Anche se, quando il gioiello e la pietra sono di valore, la moda conta meno: il 64% degli italiani è convinto che i gioielli con diamanti in futuro saranno attuali tanto quanto oggi. E il 68% desidera che collane, anelli e bracciali siano realizzati in oro e diamanti o materiali dello stesso valore.

Sempre secondo l’inchiesta di Inhorgenta, per incrementare il valore del regalo è meglio donare il gioiello in un giorno speciale: il 68% degli italiani consiglia di associare gioielli a un‘occasione particolare, come San Valentino, per aumentarne il valore emotivo. Sono d’accordo sia donne (73%) che uomini (63%).





Giorgio Visconti, solitaire, oro bianco e diamante
Giorgio Visconti, solitaire, oro bianco e diamante

Ink, fedine in argento
Ink, fedine in argento
Recarlo, anello con sette diamanti, quello centrale con taglio cuore
Recarlo, anello con sette diamanti, quello centrale con taglio cuore
Trollbeads, bracciale con lo stop a forma di rosa in argento
Trollbeads, bracciale con lo stop a forma di rosa in argento

Vhernier anelli KIss Spire Eclisse in oro
Vhernier anelli KIss Spire Eclisse in oro







Un chatbot per Baselworld

Baselworld si rinnova. E riparte con una chatbot che dialoga con aziende e clienti ♦︎

Ogni anno migliaia di persone che lavorano nel mondo dei gioielli e degli orologi di lusso, ma anche molti appassionati, convergono da tutto il mondo a Basilea, Svizzera. In marzo, infatti, si tiene la tradizionale fiera dedicata al mondo del lusso, Baselworld. Quest’anno, però, ad accoglierli ci sarà un padrone di casa in più: un robot. O, meglio, un chatbot, cioè un software che simula una conversazione tra un robot e un essere umano. Questi programmi funzionano (se funzionano) come delle chat, oppure come esperti che rispondono alle Faq (Frequently asked question) delle persone che accedono a un sito.

La notizia è che Baselworld cerca di stare al passo con i tempi e utilizzerà la tecnologia chatbot per offrire notizie e aggiornamenti ai visitatori reali e virtuali. La chatbot Baselworld Live News consentirà, nelle intenzioni degli organizzatori, di offrire una comunicazione più interattiva, istantanea, diretta e personalizzata. Sempre secondo la società che organizza Baselworld, con il nuovo canale gli espositori avranno un collegamento diretto con i clienti attuali e potenziali. L’idea è quella di offrire un canale di comunicazione ad hoc per le aziende studiato con caratteristiche personalizzate e in tempo reale.

Non solo: il chatbot Baselworld Live News sarà collegato con il sito web della fiera, il catalogo elettronico e l’app Baselworld. In prospettiva ogni visitatore potrà selezionare le notizie in base ai propri interessi personali, per esempio per segmento di prodotto o per marca.

Come si fa ad accedere alla chatbot? Basta iscriversi al canale Baselworld corrispondente su Facebook Messenger, Wechat e Telegram a partire da marzo 2018. Monica Battistoni

Il booth Crivelli a Baselworld
Il booth Crivelli a Baselworld
Modelle nel booth di Jacob & co a Baselworld
Modelle nel booth di Jacob & co a Baselworld
Baselworld 2017
Baselworld 2017
Sono stati 104.000 i buyer a Baselworld 2017
Sono stati 104.000 i buyer a Baselworld 2017
Sylvie Ritter, managing director di Baselworld
Sylvie Ritter, managing director di Baselworld
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