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Suzanne Syz ad Art Basel






Suzanne Syz porta la gioielleria ad Art Basel con un progetto sorprendente ♦︎ 

Che progettare gioielli sia un’arte nessuno lo mette in dubbio. Ma c’è chi fa di più, come la designer svizzera Suzanne Syz, che con il progetto Magnifying, di Sylvie Fleury, invita gli artisti contemporanei a ri-immaginare la scatola per gioielli come una scultura. Tanto che l’idea fa parte della Art Basel in programma nella città svizzera (11-17 giugno 2018). Sylvie Fleury non solo ha progettato una scatola di gioielli, ma ha anche creato un ambiente coinvolgente che interagisce con il lavoro per creare un happening, incorporando il visitatore nel lavoro e portando il progetto a una nuova dimensione. 

Secondo le intenzioni dell’artista, i visitatori diventano loro stessi gioielli interagendo con l’installazione, seduti su un display a forma di spilla gonfiabile o guardando se stessi nello specchio di un gigantesco orologio, mentre nelle vicinanze un enorme orecchino si trasforma in scultura. Suzanne Syz, da parte sua, propone anche gioielli che alludono al periodo della Pop Art, fa uso dello smalto per realizzare orecchini iper realistici, piega il titanio in piccole sculture con diamanti, apprezzate da chi ama il design. E l’arte, naturalmente. Giulia Netrese





Suzanne Syz, orecchini in titanio, smalto, tormalina verde
Suzanne Syz, orecchini in titanio, smalto, tormalina verde

Orecchini in titanio rosa e diamanti
Orecchini in titanio rosa e diamanti
Orecchini Lily of the Valley, in titanio con perle, diamanti
Orecchini Lily of the Valley, in titanio con perle, diamanti
Gemelli da polso in titanio blu e diamanti
Gemelli da polso in titanio blu e diamanti
Anello con bronzo, rubellite, diamanti fancy pink light
Anello con bronzo, rubellite, diamanti fancy pink light
Anello Green Lady in oro rosa con tormalina verde, zaffiri rosa
Anello Green Lady in oro rosa con tormalina verde, zaffiri rosa

Anello in titanio, con zaffiro birmano cabochon di 43,40 carati
Anello in titanio, con zaffiro birmano cabochon di 43,40 carati







Tamara Comolli: torno a VicenzaOro. E per Baselworld…





Tamara Comolli spiega a gioiellis.com le strategie per l’Italia, per VicenzaOro, per Baselworld e… ♦︎

Tamara Comolli lancia una nuova collezione. Tamara Comolli apre uno store a Forte dei Marmi. Tamara Comolli viene comprata (almeno in parte) dal fondo Naga di Hong Kong. Il brand tedesco con nome italiano è in un momento di grande attività. D’altra parte la sua mente creativa, Tamara Comolli, è sempre stata piuttosto effervescente. Ma, anche se ha tante novità, la designer ha anche punti fermi. Per esempio, «a settembre torno a VicenzaOro», anticipa a gioiellis.com. E su Baselworld…

Domanda. La partnership con Naga prelude a un’espansione sul mercato asiatico, dal momento che il fondo ha sede a Hong Kong?

Risposta. L’investimento del Gruppo Naga in Tamara Comolli è completamente in linea con il modus operandi dell’azienda. Il loro obiettivo è sostenere gli imprenditori creativi di famiglie e/o aziende guidate dai fondatori in un punto cruciale nel loro sviluppo ed espansione. Il fatto che Naga sia una holding con sede a Hong Kong non implica un focus commerciale in Asia. Damien Dernoncourt, francese e amministratore delegato del gruppo Naga, ha creato John Hardy, una società di gioielli con sede a Bali che ha avuto particolare successo negli Stati Uniti, ma che ha mantenuto il proprio hub a Hong Kong. Gli investimenti resi possibili dalla partnership si concentreranno principalmente sull’ulteriore rafforzamento di Tamara Comolli nei suoi mercati chiave, Europa e Stati Uniti. Questo è il secondo importante investimento per il Gruppo Naga: il primo è stato Talika, un marchio di cosmetici con sede a Parigi.

D. Quale percentuale del marchio Tamara Comolli è stata venduta?

R. Come concordato da entrambe le parti, i dettagli finanziari non sono divulgabili. Come presidente esecutiva e direttore creativo, mi resta una significativa minoranza.

D. La proposta di gioielli sarà estesa al top della gamma o alla categoria di gioielli «più accessibili»?

R. In questo momento rimarrà sicuramente l’ampia gamma di punti di prezzo che si rivolgono a tutti i segmenti del mercato della gioielleria. Definire noi stessi come «casual luxury» è collegato a un approccio progettuale che copre diversi punti di prezzo. La collezione principale va da 1.000 a 15.000 euro per pezzo.

D. La boutique di Forte dei Marmi è un esperimento o avete in programma altre aperture?

R. Forte dei Marmi è una scelta naturale per la strategia retail internazionale del marchio Tamara Comolli. È la nostra settima boutique e siamo convinti che sia un luogo perfetto per sostenere l’espansione. Siamo fiduciosi che questo non sia un esperimento, ma il passo giusto verso «la dolce vita».

D. Perché Forte dei Marmi e non Roma o Firenze (c’è acqua anche lì, elemento che lei predilige)?

R. Forte dei Marmi è stato selezionato per due motivi. In primo luogo, ha la clientela perfetta, sia in termini di residenti locali che nel profilo dei turisti stranieri. In secondo luogo, è l’ideale con la presenza al dettaglio preferita in «luoghi dello spirito» rilassanti e lussuose località balneari dal fascino inconfondibile e un’atmosfera «da villaggio». Il marchio o il simbolo del marchio è la goccia d’acqua. Ne consegue che il viaggio al dettaglio è iniziato dove il lusso rilassato è vissuto al suo meglio: sull’acqua, vicino a spiagge o laghi.

D. Lei pensa di partecipare di nuovo a Baselworld?

R. Stiamo aspettando informazioni sul nuovo concetto di Baselworld per il 2019 e sicuramente ne faremo parte. Inoltre, siamo appena tornati dal Couture di Las Vegas.

D. E a Vicenza Oro?

R. Sì, saremo presenti a settembre 2018.




Tamara Comolli
Tamara Comolli
Pendente in oro rosa e zaffiri
Tamara Comolli, pendente in oro rosa e zaffiri
Pendente Snowflakes
Pendente Snowflakes
Tamara Comolli
Tamara Comolli
Boutique di Tamara Comolli
Boutique di Tamara Comolli
Collezione India, orecchini in oro e snakewood. Prezzo: 1490 euro
Collezione India, orecchini in oro e snakewood. Prezzo: 1490 euro
Bracciale Mikado Flamenco, in 25 pezzi. Oro rosa e pietre colorate
Bracciale Mikado Flamenco, in 25 pezzi. Oro rosa e pietre colorate

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Tamara Comolli, braccialetto Mikado Romance in oro rosa con quarzi, e morganite rosa.







I 15 vincitori del Couture Awards





I 15 vincitori del Couture Awards di Las Vegas. Una italiana, Carolina Bucci, niente francesi, Fernando Jorge fa il bis e… ♦︎

Uno show piuttosto deludente per i designer italiani e francesi, a giudicare dai vincitori dei Couture Design Awards. Solo un’italiana, Carolina Bucci (che poi vive e lavora a Londra), nessun francese e, a tenere alta la bandiera della vecchia Europa, ci sono un greco, Nikos Koulis, abbonato ai trionfi sul palcoscenico di Las Vegas, un britannico, Stephen Webster, e la danese Shamballa. In ogni caso, ecco i 15 vincitori dell’ambito premio: 13 sono stati selezionati da una giuria e due dal pubblico.

Carolina Bucci, premio Best in Gold
Carolina Bucci, premio Best in Gold

Come accennato, Carolina Bucci ha vinto il premio Best in Gold con un gioiello-sciarpa. La designer fiorentina, infatti, utilizza spesso per il suo lavoro una lavorazione a maglia in stile fiorentino, la sua terra d’origine. Un altro pezzetto di Italia, in effetti, è stato rappresentato da Rosario Autore, italiano che vive però da anni in Australia ed è specializzato in perle. Infatti ha vinto il premio Best in Pearls con una collana di perle dei Mari del Su con il suo brand, Autore (è il quarto premio che riceve al Couture). Webster, invece, ha vinto nella categoria Best in Innovative con un paio di orecchini a cerchio pieno con diamanti.

Il riconoscimento come Best in Bridal è stato assegnato all’americana di New York Eva Fehren, con un anello di diamanti che tutte le promesse spose vorrebbero ricevere. Tanto che la stessa designer non vuole venderlo. Da Cleveland, invece, arriva Heather B. Moore, vincitrice del premio Best in Silver con un curioso bracciale ornato da elefanti. Un gioiello contro il bracconaggio, ha detto. È di Los Angeles, invece, la vincitrice del Best in Colour Gemstones Under 20K$, Ann Korman, designer di Ark Fine Jewelry, con i suoi orecchini in opale e pietra di luna. Il Best in Platinum ha varcato l’Oceano Pacifico ed è atterrato in Giappone, a casa del brand Kuwayama, per una collana composta da effervescenti bolle.

Altri premiati: Best in Colored, premio per le migliori pietre preziose di colore oltre quota 20.000 dollari, è stato vinto dalla indiana Amrapali Jewels per una spilla con smeraldo da 50 carati e uno dei diamanti con «taglio loto». Best in Diamonds Below $ 20K è andato a Studio Rêves per un paio di orecchini, mentre il Best in Diamonds over $ 20K l’ha vinto Mike Joseph con una impressionante collana a cascata.

Premio anche per la categoria Best in Couture Design Award Men all’azienda danese Shamballa Jewels per il bracciale SJ Flip in oro 18 carati con gemme. Best in Debuting è andato a Vram, Maison con sede a Los Angeles e fondata da Vram Minassian. Come accennato, Nikos Koulis ha vinto il premio forse più prestigioso, Best in Haute Couture, per una collana con diamanti, smalti e cristalli di rocca. L’Editor’s Choice è andato agli orecchini del brasiliano Fernando Jorge, che ha bissato il premio dell’anno scorso nella categoria Diamonds Above 20K$. Infine, il People’s Choice, votato in diretta durante lo show di assegnazione, è andato a Julez Bryant per un pendente a forma di teschio. Giulia Netrese





Amrapali, spilla con smeraldo da 50 carati
Amrapali, spilla con smeraldo da 50 carati

Ark Fine Jewelry, orecchini in opale e pietra di luna
Ark Fine Jewelry, orecchini in opale e pietra di luna
Autore, Best in Pearls con una collana di perle dei Mari del Sud
Autore, Best in Pearls con una collana di perle dei Mari del Sud
Mike Joseph, collana di diamanti
Mike Joseph, collana di diamanti
Eva Fehren, Best in Bridal con questo anello di diamanti
Eva Fehren, Best in Bridal con questo anello di diamanti
Orecchini del brasiliano Fernando Jorge
Orecchini del brasiliano Fernando Jorge
Heather B. Moore, vincitrice del premio Best in Silver con questo bracciale ornato da elefanti
Heather B. Moore, vincitrice del premio Best in Silver con questo bracciale ornato da elefanti
Julez Bryant, pendente a forma di teschio
Julez Bryant, pendente a forma di teschio
Kuwayama, collana in platino composta da  bolle
Kuwayama, collana in platino composta da bolle
Nikos Koulis ha vinto il premio Best in Haute Couture con una la collana con diamanti, smalti e cristalli di rocca
Nikos Koulis ha vinto il premio Best in Haute Couture con una la collana con diamanti, smalti e cristalli di rocca
Shamballa Jewels, bracciale SJ Flip
Shamballa Jewels, bracciale SJ Flip
Orecchini di Stephen Webster
Orecchini di Stephen Webster
 Studio Rêves, Best in Diamonds Below $ 20K con questi orecchini
Studio Rêves, Best in Diamonds Below $ 20K con questi orecchini

Anello di Vram, Maison con sede a Los Angeles
Anello di Vram, Maison con sede a Los Angeles







La Stella per Silvia Damiani





Conferito a Silvia Damiani l’Ordine della stella d’Italia ♦︎

L’Ordine della stella d’Italia è una onorificenza della Repubblica Italiana e rappresenta un particolare attestato in favore di tutti coloro che, italiani all’estero o stranieri, hanno acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia. Ed è per questo che la Stella al merito è stata assegnata a una protagonista del mondo della gioielleria, Silvia Damiani. «Riconoscendo il costante impegno a favore del progresso dell’artigianalità di qualità e l’incessante promozione della cultura del made in Italy nel mondo», il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito il riconoscimento, a Lugano, in occasione delle celebrazioni concomitanti con la Festa della Repubblica Italiana. Le immagini in questa pagina si riferiscono, appunto, alla cerimonia ufficiale. Silvia Damiani, vicepresidente del gruppo Damiani, ha ricevuto le insegne ufficiali e il diploma di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia dalle mani del console generale d’Italia, Marcello Fondi.

L’obiettivo di continuare a promuovere il made in Italy nel mondo, sottolinea l’azienda, è una strategia che condivide con i fratelli Guido e Giorgio, rispettivamente presidente e vicepresidente del Gruppo, di cui sono entrati a far parte anche i vetri della veneziana Venini, acquisita un paio di anni fa.




Da sinistra, Guido Damiani, Gabriella Damiani, Silvia Damiani, Leonardo Damiani, Erica Mazzetti
Da sinistra, Guido Damiani, Gabriella Damiani, Silvia Damiani, Leonardo Damiani, Erica Mazzetti
Silvia Damiani
Silvia Damiani
Silvia Damiani riceve l'onorificenza dal console d'Italia, Marcello Fondi
Silvia Damiani riceve l’onorificenza dal console d’Italia, Marcello Fondi
Esterno della boutique Damiani, al 19 di Place Vendome
Esterno della boutique Damiani, al 19 di Place Vendôme
Damiani, anello in oro bianco, rubino e diamanti
Damiani, anello in oro bianco, rubino e diamanti
Bracciale in oro bianco e diamanti
Bracciale in oro bianco e diamanti
Orecchini con pendente in oro bianco della collezione Emozioni
Damiani, orecchini con pendente in oro bianco della collezione Emozioni






I diamanti sintetici di De Beers

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De Beers nel business dei diamanti sintetici: il colosso ne produrrà 500.000 carati l’anno ♦︎

Se ci pensate, la notizia è quasi paradossale: DeBeers, il colosso mondiale dei diamanti, propone ora anche pietre artificiali, che saranno in vendita dall’autunno 2018 sul sito Lightbox.com (prezzi a partire da 200 dollari per un diamante di 0,25 carati). Insomma, se finora De Beers è apparsa come l’acerrima nemica dei diamanti artificiali, ora ha deciso a sua volta di venderli. Come scrisse il generale cinese Sun Tzu circa 2500 anni fa: se non puoi battere il nemico, unisciti a lui.

Come distinguere i diamanti

Come abbiamo scritto più volte su Gioiellis.com, i diamanti artificiali sono sempre meno distinguibili da quelli naturali. Un semplice esame gemmologico, anche di un esperto, non è in grado di indicare quale diamante è vero e quale è falso o, meglio, creato in laboratorio. Solo pochissimi centri di analisi, con macchinari molto costosi e difficili da utilizzare, riescono oggi a stabilire se una pietra è stata estratta da una miniera in Leshoto (per esempio) o prodotta in una fabbrica in Cina o in Usa.

Così i diamanti sintetici iniziano a essere venduti sempre più spesso, e sono venduti, qualche volta, con certificati (falsi) che ne attestano l’autenticità. Perché, allora, non hanno invaso il mercato? Per due motivi. Il primo è che produrre diamanti sintetici di ottima qualità è un procedimento costoso e, quindi, il prezzo è inferiore ma non troppo a quello di una pietra naturale. Il secondo è che un’invasione di diamanti avrebbe la conseguenza di abbattere il prezzo sul mercato ed è un risultato a cui nessuna azienda che commercia in diamanti vuole raggiungere.

Insomma, ora anche il diamante artificiale è per sempre? De Beers cerca di smorzare il clamore della notizia: sarà, spiega l’azienda, un business secondario, commercializzato con il marchio Lightbox. Sarà. Ma sta di fatto che per produrre diamanti artificiali De Beers ha investito 94 milioni di dollari per una fabbrica di diamanti sintetici a Portland, in Oregon (Usa). E ne ha già un’altra attiva in Inghilterra. Secondo le previsioni, l’impianto americano produrrà diamanti per 500.000 carati l’anno. I diamanti sintetici di De Beers avranno un vantaggio: non saranno spacciati per pietre naturali, un incubo per gioiellieri e clienti. Saranno apprezzati dai consumatori? Federico Graglia




De Beers, collana Radiating Lotus
De Beers, collana Radiating Lotus
Collana della linea Awakeing, con un diamante pendente di 18,79 carati blu-verde e diamanti bianchi
Collana della linea Awakeing, con un diamante pendente di 18,79 carati blu-verde e diamanti bianchi
Spilla De Beers, Blooming Lotus, con diamanti di diverso taglio
Spilla De Beers, Blooming Lotus, con diamanti di diverso taglio
De Beers, anello della linea Awakening
De Beers, anello della linea Awakening
DeBeers Glacier
De Beers, bracciale Glacier
DeBeers Stream
De Beers, bracciale Stream con diamanti a goccia taglio pera
DeBeers diamante giallo
De Beers, anello con diamante giallo da 70 carati montato su oro rosa






Il mare blu è d’autore

Arte e gioielli, avanguardia e ricerca nella mostra Blu. Segni dal mare organizzata a Milano ♦︎

Come per la pittura, anche nel mondo della gioielleria si organizzano mostre collettive. Avviene quando i gioielli sono d’autore, cioè non legati a grandi brand e a collezioni realizzate in grandi numeri, ma pezzi unico o quasi, piccole raccolte, proposte inconsuete. Fa parte di questa scelta la mostra Blu. Segni dal mare, collettiva organizzata a Milano dalla ESH Gallery (via Forcella 7). Come è facile intuire, l’esposizione ha il suo focus nel mare e nell’elemento acqua. Nell’occasione sono esposti anche alcuni gioielli scultorei della cinese Wanshu Li, vincitrice del Joya Award 2017. A parte quest’ultima, partecipano alla mostra Reiko Tsunashima, Aki Rusu, Andrea Forges Davanzati, Claudio Destito, Fumie Sasai, Shinya Tanoue, Ōki Izumi.

Opening: 5 giugno 18.30-21.00
Dal 6 al 15 giugno: 11-19 (Chiuso domenica)
Dal 18 giugno al 20 luglio: Lun-Ven 11-14 / dalle 14 visite su appuntamento

Wanshu Li, Go with the Glow Brooch I. Acrylic sterling silver sequinsglass beads nylon wire
Wanshu Li, Go with the Glow Brooch I. Acrylic sterling silver sequinsglass beads nylon wire
Wanshu Li, Floating Pendant, 2016. Acrylic, seed beads sequins, nylon wire, fluorescent plastic tube, UV reactive paint
Wanshu Li, Floating Pendant, 2016. Acrylic, seed beads sequins, nylon wire, fluorescent plastic tube, UV reactive paint
Wanshu Li, Go with the Glow series. Brooches 2017. Acrylic, glass beads, nylon wire, sterling silver. Photo by Shannon Tofts
Wanshu Li, Go with the Glow series. Brooches 2017. Acrylic, glass beads, nylon wire, sterling silver. Photo by Shannon Tofts
Andrea Forges Davanzati,  Madrepora, acciaio inossidabile
Andrea Forges Davanzati,
Madrepora, acciaio inossidabile
Shinya Tanoue Kara fu
Shinya Tanoue, Kara fu 17, gres smaltato

Baselworld cambia manager e pelle





Baselworld si rinnova: lascia Sylvie Ritter e arriva un nuovo numero uno, Michel Loris-Melikoff . Ecco le prime iniziative annunciate ♦︎

Terremoto in Svizzera, epicentro a Basilea. Una sola vittima, per fortuna, ma senza danni per la salute. Si tratta dell’ex managing director di Baselworld, Sylvie Ritter. La manager dopo 26 anni al vertice del Gruppo Mch, la società che organizza la fiera dedicata a gioielli e orologi, lascia il posto a Michel Loris-Melikoff, che fino a ieri ricopriva la carica di direttore di Mch Beaulieu Lausanne.

Ecco le dichiarazioni ufficiali: « 26 anni con il Gruppo Mch, 15 dei quali come managing director di Baselworld, è tempo per me di iniziare qualcosa di nuovo e affrontare nuove sfide», dice Sylvie Ritter, che ha ricevuto i ringraziamenti di rito da parte del Comité Consultatif di Baselworld. «Sylvie Ritter ha lasciato il segno su Baselworld per decenni ed è stata il contatto personale più importante per gli espositori», afferma François Thiébaud, presidente del Comitato degli espositori svizzeri.

Michel Loris-Melikoff è, dunque, il nuovo numero uno operativo. Il manager è entrato a far parte del Gruppo Mch tre anni fa come direttore di Mch Beaulieu Lausann, società espositiva che fa parte del gruppo di Basilea dal 2010. Loris-Melikoff è un avvocato, ha 53 anni, e ha iniziato la sua carriera nel private banking, prima di entrare nell’industria degli eventi 20 anni fa. Dopo sei anni come presidente della Zurich Street Parade, ha assunto la gestione di un’agenzia di eventi che ha elaborato e implementato concetti per eventi nazionali e internazionali organizzati da associazioni sportive internazionali, enti pubblici e aziende private. In seguito è diventato amministratore delegato della St. Jakobshalle a Basilea, prima di entrare a far parte del gruppo Mch.





Michel Loris-Melikoff
Michel Loris-Melikoff

Che cosa cambia per Baselworld?

«Ampliamo il team di Baselworld e sviluppiamo ulteriormente l’evento per continuare sulla strada del miglioramento della qualità e per affrontare le sfide del futuro», sono le prime parole di Michel Loris-Melikoff. «Vogliamo posizionare Baselworld come la principale piattaforma di marketing e comunicazione per il settore: stiamo affrontando questo compito con un gran numero di nuove idee e con preziosi input da parte di espositori, visitatori e media».

Ed ecco la prima novità: è in arrivo un’iniziativa soprattutto per il segmento dei gioielli. Nuovi concetti saranno elaborati anche per i settori dell’orologeria e delle pietre preziose. Saranno presentati a breve. Ulteriori innovazioni saranno introdotte nei settori della ristorazione, dell’ospitalità e degli eventi «in modo tale da soddisfare le esigenze di espositori e visitatori in misura ancora maggiore». Baselworld 2019 sarà aperta un’intera giornata per i rappresentanti dei media. Il giornale della fiera Baselworld Daily News tornerà in forma stampata e con un nuovo concept. Parallelamente, le offerte di informazione e comunicazione digitale lanciate nel 2018 saranno intensificate e integrate da nuovi servizi per espositori, visitatori e media.

Sylvie Ritter
Sylvie Ritter inaugura Baselworld 2018
Modella con choker di diamanti di Jacob & co
Modella con choker di diamanti di Jacob & co
Visitatori a Baselworld
Visitatori a Baselworld
Tra gli stand di Baselworld
Tra i booth di Baselworld
Baselworld 2018
Baselworld 2018

Ingresso principale allo spazio espositivo di Baselworld
Ingresso principale allo spazio espositivo di Baselworld







Una cascata di diamanti da Christie’s





Diamanti, diamanti e ancora diamanti all’asta di Christie’s a Ginevra: il fascino della pietra più amata non è in calo ♦︎

Rialzi a raffica, stime travolte, gare tra acquirenti per aggiudicarsi i pezzi migliori: l’asta di Magnificent Jewels di Christie’s a Ginevra è stata eccitante. Nel complesso (ma sommando anche le concomitanti aste di vini e orologi) le vendite Christie’s hanno raggiunto un totale complessivo di 98,2 milioni di dollari, con oltre 2.500 visitatori al Four Seasons Hotel des Bergues, dove erano organizzate gli eventi. Le tre vendite hanno registrato, fa sapere Christie’s, offerenti provenienti da 57 Paesi e con il 20% di nuovi partecipanti alle aste. L’asta Magnificent Jewels, in particolare, ha visto 16 lotti venduti oltre 1 milione, con una vendita totale che ha raggiunto 81,6 milioni di dollari.

Anello con diamante da 50,47 carati di Harry Winston
Anello con diamante da 50,47 carati di Harry Winston

Il pezzo clou della giornata è stato un anello con diamanti D-Color da 50,47 carati, di Harry Winston. Questo maxi diamante è stato venduto a 6,5 milioni. Altri pezzi che hanno suscitato molto interesse sono uno spettacolare anello in oro vivid fancy yellow di 20,49 carati, con un prezzo quasi record per carato per un totale di 5,6 milioni, un anello con diamante rosa purpureo intenso di 8,52 carati venduto per 6,27 milioni di dollari e un’importante collana di smeraldi e diamanti della fine del XIX secolo, di Tiffany & Co., datata circa 1880, originariamente venduta alla Christie’s New York, più di 20 anni fa e che ha realizzato 1,57 milioni. Ma, anche sotto il simbolico tetto di 1 milione, i rialzi non sono mancati. Come nel caso del bracciale di Cartier con figure di uccelli, che dalla stima di 200-300.000 dollari è stato battuto per 800.000. Quattro volte il prezzo base. È il caso di dire che la valutazione ha preso il volo.

Ecco la dichiarazione ufficiale di Rahul Kadakia, International Head of Jewellery: “La fiera inaugurale della gioielleria GemGenève ha attirato 140 espositori e molti nuovi volti a Ginevra, aggiungendo alla vivace attività delle vendite per tutta la settimana. I diamanti bianchi, in particolare, hanno mostrato una grande richiesta, oltre a pietre blu e rosa e gioielli vintage.”

Ed ecco quella di François Curiel, presidente Europa e Asia di Christie’s: “Le aste della primavera 2018 hanno segnato un’altra stagione di vendita di successo nella storia di Christie’s, che da 50 anni è presente a Ginevra. Nell’ultimo mezzo secolo in Svizzera Christie’s ha collegato collezionisti in tutto il mondo per sperimentare il possesso di bellissimi oggetti, dall’arte alla gioielleria, dagli orologi al vino. I 50 anni di conoscenza e passione hanno elevato Christie’s in una posizione di leadership nel mercato dell’arte svizzera.” Federico Graglia




Bracciale di Van Cleef & Arpels stile art déco, oro bianco, diamanti e rubini, venduto per 1,3 milioni di dollari
Bracciale di Van Cleef & Arpels stile art déco, oro bianco, diamanti e rubini, venduto per 1,3 milioni di dollari
Un momento dell'asta di Christie's
Un momento dell’asta di Christie’s
Anello con diamante rosa purpureo intenso di 8,52 carati venduto per 6,27 milioni di dollari
Anello con diamante rosa purpureo intenso di 8,52 carati venduto per 6,27 milioni di dollari
Bracciale di Cartier in oro, smeraldi, madreperla, Les Oiseaux Libéres. Venduto per 800.000 dollari
Bracciale di Cartier in oro, smeraldi, madreperla, Les Oiseaux Libéres. Venduto per 800.000 dollari
Collana di Cartier con diamanti e smeraldi di fine Ottocento
Collana di Cartier con diamanti e smeraldi di fine Ottocento
Anello con diamanti gialli, bianchi e blu di Cartier. Venduta per 5,2 milioni
Anello con diamanti gialli, bianchi e blu di Cartier. Venduta per 5,2 milioni
Anello con diamante fancy intense yellow aggiudicato per 5,6 milioni
Anello con diamante fancy intense yellow aggiudicato per 5,6 milioni







Cartier vittima di un furto (ma è d’accordo)





Anne Hathaway, Sandra Bullock Cate Blanchett, Mindy Kaling e Helena Bonham Carter a caccia di una preziosa collana di Cartier. È il nuovo film Ocean’s 8 ♦︎

Donne. Rapinatrici. E per di più con l’obiettivo di mettere le mani su una preziosa collana di Cartier. È il soggetto di Ocean’s 8, nuovo film della serie inaugurata con Ocean’s 11. Ma il nuovo spin-off della serie (ci sono già stati gli Ocean’s 12 e 13), avrà un cast tutto femminile. E, soprattutto, avrà come partner la Maison francese.

La trama del fil vede Debbie Ocean/Sandra Bullock (la sorella di Danny Ocean, interpretato nel primo film da George Clooney) riunisce una banda di donne composta da Cate Blanchett, Mindy Kaling e Helena Bonham Carter per compiere il furto del secolo: la leggendaria collana Toussaint, che deve essere indossata dall’attrice (nel film) Daphne Kluger, personaggio interpretato da Anne Hathaway. Il colpo si svolge durante l’annuale Met Gala, quando attrici e celebrity sfilano sul red carpet con gioielli da capogiro. Insomma, è quasi una partnership, dato che Cartier ha realizzato una parure per la rapina del film.

E non si tratta di una collana qualsiasi: la collana Toussaint è un omaggio a Jeanne Toussaint, il direttore creativo di Cartier negli anni Trenta, che ha avuto un ruolo determinante nello stabilirelo stile di Cartier. La collana originale è stata invece progettata nel 1931 per il Maharaja di Nawanagar da Jacques Cartier, ma non esiste più, anche se Cartier ha conservato nei suoi archivi un disegno di design e le fotografie del gioiello e del suo proprietario. Quella indossata da Anne Hathaway è però ridotta del 15-20% rispetto alla dimensione originale, che era progettata per un uomo.

I diamanti colorati nel pezzo originale sono stati sostituiti con ossidi di zirconio, un materiale naturale, montato su oro bianco. Ma non è stato facile: Cartier ha mobilitato i suoi laboratori di alta gioielleria per otto settimane, il tempo (breve) richiesto dalla produzione del film. Ma non solo: nel film compaiono anche altri gioielli e orologi Cartier. Oltre alla Cartier Mansion, sulla 52nd Street. Giulia Netrese




Anne Hathaway con la collana di Cartier
Anne Hathaway con la collana di Cartier
Il Maharaja di Nawanagar con la collana originale
Il Maharaja di Nawanagar con la collana originale
La collana Toussaint realizzata per il film
La collana Toussaint realizzata per il film
La collana con ossidi di zirconio su oro bianco
La collana con ossidi di zirconio su oro bianco
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier

Particolare della collana Toussaint
Particolare della collana Toussaint








VicenzaOro si allarga

Italian Exhibition Group presenta il progetto che dà più spazio al polo fieristico che ospita VicenzaOro ♦︎

Un piano strategico per far brillare di più VicenzaOro. Italian Exhibition Group ha presentato un progetto di riqualificazione del quartiere fieristico vicentino, centrato in particolare sulla manifestazione di riferimento per il settore della gioielleria. Non è un intervento di poco conto: l’investimento è di 35 milioni di euro e prevede la riqualificazione radicale del padiglione 2. Il progetto c’è già e sarà realizzato dall’architetto Volkwin Marg, partner dello studio GMP Von Gerkan, Mark & Partner di Amburgo. La superficie del padiglione sarà di 26 mila metri quadri. Sarà costruito su due livelli, contro i cinque attuali, e sarà dotato di tecnologie funzionali e sostenibili.

L’intervento deciso da Ieg, società che il prossimo anno dovrebbe affrontare la quotazione in Borsa (andamento dei mercati permettendo), parte dall’investimento che, nel 2015, è stato compiuto sul padiglione 7. È stato un intervento che ha permesso a VicenzaOro di ridisegnare la mappa degli espositori in community omogenee, e di mettere a punto il format The Boutique Show. Dopo qualche mugugno iniziale da parte di qualche espositore che si è dovuto spostare dall’abituale posizione, la nuova formula è stata unanimemente considerata un’evoluzione positiva. Nelle ultime edizioni Vicenza ha così raggiunto un’occupazione altissima, pari a oltre il 98%, mentre la richiesta di spazi da parte degli espositori continua a crescere.

Molte delle community merceologiche, spiegano a Ieg, da quella dei brand di alta gamma al mondo della produzione di qualità, fino alle gemme e al gioiello fashion e di design, mostrano grandi potenzialità di crescita. Con l’intervento deciso VicenzaOro dovrebbe offrire  a loro più spazio.

VicenzaOro January 2018
VicenzaOro January 2018
Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg
Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg
Il progetto di allargamento della Fiera di Vicenza
Il progetto di allargamento della Fiera di Vicenza
La situazione attuale della Fiera di Vicenza
La situazione attuale della Fiera di Vicenza
VicenzaOro January
VicenzaOro January
Uno dei booth di VicenzaOro January
Uno dei booth di VicenzaOro January

GemGenève, buona la prima





La prima edizione di GemGenève ha avuto successo. E c’è già chi si prenota per la fiera di gioielli e gemme del prossimo anno ♦︎

GemGenève ha convinto. L’iniziativa di due gioiellieri e commercianti di gemme di Ginevra, Ronny Totah (Horovitz & Totah) e Thomas Faerber (Faerber Collection), ha avuto successo. Diciamolo: non molti, un paio di mesi fa, erano pronti a crederlo. GemGenève è nata in alternativa a Baselworld, anche se con caratteristiche e, soprattutto, dimensioni differenti. A Baselworld un’azienda fieristica forte e convinta della propria leadership si muove dritta sulla propria linea, con la precisione di un orologio svizzero che, se pur ora in dimensioni ridotte, ha comunque raccolto l’adesione di 1300 espositori. GemGenève assomiglia, invece, a una boutique per clienti raffinati dove si sono trovati un centinaio di brand, in buona parte commercianti di pietre preziose: la distanza è siderale.

Ma sarà sempre così? Tanto per cominciare, GemGenève è attesa a una seconda prova, il prossimo anno. E, ufficiosamente, trapela che le domande di adesione alla seconda GemGenève siano il doppio di quelle del 2018. La boutique potrebbe allargarsi.

«Eppure, il prezzo dei singoli spazi espositivi non è molto differente da quello di Basilea», spiega un espositore di lungo corso, che partecipa anche alle fiere di Vicenza, Las Vegas e Hong Kong. «Ma GemGenève è complessivamente meno costosa da un punto di vista logistico. Inoltre, l’organizzazione è di sicuro più friendly».

La fiera di Ginevra, insomma, sembra aver soddisfatto i partecipanti, anche se c’è chi sottolinea che a fronte di molto interesse, anche da parte dei buyer, di affari veri, conclusi, non se ne sono visti molti. Ma è anche comprensibile: nonostante i nomi di spicco presenti GemGenève deve comunque vedersela con la leadership dell’altra città svizzera e con l’incombente (sul calendario) appuntamento di Las Vegas, che è anche la patria del gioco d’azzardo. Ma per ora la scommessa l’ha vinta Ginevra.Vetrina a GemGenève





Vetrina a GemGenève
Vetrina a GemGenève

Una tormalina watermelon africana
Una tormalina watermelon africana
Acquamarina da 130 carati e morganite di Nomads
Acquamarina da 130 carati e morganite di Nomads
GemGenève, vetrina di Dover Jewelry & Diamonds
GemGenève, vetrina di Dover Jewelry & Diamonds
GemGenève, visitatori
GemGenève, visitatori

GemGenève, insieme di booths
GemGenève, insieme di booths







Tamara Comolli in Versilia




Apre a Forte dei Marmi la prima boutique monomarca di Tamara Comolli ♦︎

Tamara Comolli debutta, in Italia, in Piazzetta Tonini, Forte dei Marmi (Lucca). Il taglio del nastro del negozio è in contemporanea con l’apertura della stagione balneare, a giugno. La cittadine della Versilia, la più elegante e frequentata da un turismo di livello, sarà il nuovo indirizzo del brand tedesco di gioielleria. «Sono davvero entusiasta di annunciare l’apertura di una nuova boutique a Forte dei Marmi», commenta Tamara Comolli, designer e fondatrice del brand. «L’Italia fa parte della mia storia personale e ha un ruolo fondamentale anche nella produzione della gioielleria che porta il mio nome. La passione per il bello in tutte le sue forme, l’energia vitale che qui si respira, la creatività e la vicinanza al mare sono elementi che mi spingono oggi a fissare in questo luogo ricco di fascino una tappa importante nel percorso di crescita del mio marchio. Forte dei Marmi è una rinomata destinazione del turismo d’élite, il profumo del mare e l’eleganza che vibrano in ogni angolo creeranno l’atmosfera ideale per comunicare il nostro concetto di gioielleria, easy chic e preziosa, disinvolta e raffinata».

In particolare, nella boutique trova posto la Signature Collection, costruita attorno alla forma arrotondata della goccia, simbolo del marchio. Ma anche collezioni top comeMikado, con le pietre nella classica (per il brand) forma di ghianda. La boutique a Forte dei Marmi è il secondo passo dello sbarco in Italia del brand, iniziato lo scorso anno con l’ingresso da Pisa Orologeria a Milano. L’obiettivo del brand è rendere più capillare la propria distribuzione affiancando alla boutique di prossima apertura una selezione di gioiellerie. In questo piano di espansione l’Italia avrà un ruolo da protagonista, quale tappa fondamentale della strategia di crescita su scala internazionale.





Boutique di Tamara Comolli
Boutique di Tamara Comolli

Tamara Comolli
Tamara Comolli
Pendente Snowflakes
Pendente Snowflakes
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Tamara Comolli, braccialetto Mikado Romance in oro rosa con quarzi, e morganite rosa.
Bracciale Mikado Flamenco, in 25 pezzi. Oro rosa e pietre colorate
Bracciale Mikado Flamenco, in 25 pezzi. Oro rosa e pietre colorate
Bracciale Mikado Flamenco Champagne
Bracciale Mikado Flamenco Champagne

Collezione India, orecchini in oro e snakewood. Prezzo: 1490 euro
Collezione India, orecchini in oro e snakewood. Prezzo: 1490 euro







Gioielli da collezione a GemGenève




A Ginevra (10-13 maggio) un nuovo appuntamento con gioielli da collezione e gemme selezionate: GemGenève ♦︎

Finora gli appuntamenti clou per l’alta gioielleria sono stati pochi: Baselworld, innanzitutto, una storia sé, ora ridimensionata. Poi, in modi e situazioni diverse, VicenzaOro, Jck e Couture a Las Vegas, a cui si è aggiunta la Fiera di Hong Kong e, da ultimo, Dubai. Oltre questi eventi c’era, poi, il Sihh, Salon International de la Haute Horlogerie Genève, centrato però soprattutto sul mercato dei segnatempo di altissima gamma. Ora il mondo delle fiere di gioielleria e gemme ha un rivale in più: GemGenève. A promuovere l’evento sono gioiellieri e commercianti di Ginevra, con oltre 70 anni di esperienza: Thomas Faerber, proprietario di quarta generazione della Faerber Collection, e Ronny Totah, comproprietario di Horovitz e Totah. L’iniziativa segna anche un marcato distacco da Baselworld, considerata poco attraente per la gioielleria antiquaria o da collezione.

Pendente di Nadia Morgenthaler
Pendente di Nadia Morgenthaler

L’appuntamento

La città che è la capitale dell’orologeria è anche sede di raffinati commercianti di gemme di e di gioielli d’epoca. La Svizzera stessa sembra simboleggiare questo mix di discrezione e lusso, di eleganza, ma anche di affari. GemGenève è considerato dagli organizzatori un nuovo genere di fiera, «un nuovo approccio volto a rivelare il vero spirito del mondo della gioielleria, mettendo in mostra la sua esperienza e eccellenza». GemGenève sarà uno spettacolo intimo, elegante, contemporaneo e user-friendly con un centinaio di espositori di alto livello. La fiera si tiene dal 10 al 13 maggio al Palaexpo di Ginevra. Un’occasione per chi ama pietre preziose, diamanti e perle, gioielli antichi, ma anche gioielli contemporanei di design.

Attenti alla data: non è un caso che i giorni coincidano con le principali aste di gioielli e orologi a Ginevra, che attirano i migliori acquirenti del mondo, quelle dei Magnificent Jewels di Christie’s e Sotheby’s. E, sempre non a caso, Christie’s ha guardato benevolmente all’iniziativa, con una partecipazione non secondaria e uno stand. Qualche nome tra i cento partecipanti: Nadia Morgenthaler, Fabio Salini, Kothari, David & Sohn, Gorgoglione. Monica Battistoni




Croce con diamanti e zaffiri di Gorgoglione
Croce con diamanti e zaffiri di Gorgoglione
Collana in oro e diamanti firmata René Boivin
Collana in oro e diamanti firmata René Boivin
Orecchini in oro di Phillips
Orecchini in oro di Phillips
Pendente con perla e diamanti di Gorgoglione
Pendente con perla e diamanti di Gorgoglione
Anello con grande diamante fancy intense yellow
Anello con grande diamante fancy intense yellow
Orecchini a forma di anemoni
Orecchini a forma di anemoni
Nadia Morgenthaler, anello com spinello, perla e diamanti
Nadia Morgenthaler, anello com spinello, perla e diamanti






Colazione da Tiffany festeggia 60 anni a Torino





Colazione da Tiffany festeggia i 60 anni al Salone del Libro di Torino ♦︎

Siete affascinati e affascinate da Holly Golightly, alias Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany? Forse non sapete che il romanzo da cui è stato tratto il film è stato scritto da Truman Capote proprio 60 anni fa. E se vi piace la lettura, vi piace la Maison di New York, siete a Torino e ammirate l’attrice britannica (non è americana come molti pensano), potete partecipare venerdì 11 maggio a una tavola rotonda organizzata nell’ambito del Salone del Libro. Colazione da Tiffany fu pubblicato dalla rivista Esquire a novembre del 1958. Qualche mese dopo, la casa editrice Random House lo propose in libreria. Il Time definì la sua eroina «la gattina più eccitante che la macchina da scrivere di Truman Capote abbia mai creato». Nel 1961, uscì al cinema il film omonimo diretto da Blake Edwards con protagonista Audrey Hepburn.

La tavola rotonda ripercorrerà la vicenda editoriale della  prima pubblicazione del racconto,  la  sua  versione cinematografica e, naturalmente, del mito di Tiffany & Co. su Fifth Avenue a New York.

Intervengono Luca Beatrice, critico d’arte e presidente Circolo dei Lettori Torino, Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio di Torino e presidente di Enit, Piero Negri, giornalista La Stampa, Enrico Remmert, scrittore. Introducono Raffaella Banchero, amministratore delegato Tiffany & Co. Italia e Spagna e Carlo Mazzoni, direttore editoriale di The Fashionable Lampoon.

60th anniversary Breakfast at Tiffany’s
a novel by Truman Capote New York, 1958
Tavola Rotonda Venerdì 11 maggio ore 10
Museo del Risorgimento, Torino




Audrey Hepburn
Audrey Hepburn
Un'immagine di «Colazione da Tiffany»
Un’immagine di «Colazione da Tiffany»
Audrey Hepburn in «Colazione da Tiffany»
Audrey Hepburn in «Colazione da Tiffany»
Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers
Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers
Raffaella Banchero (amministratore delegato di Tiffany & Co. Italia) con Trudie Styler
Raffaella Banchero (amministratore delegato di Tiffany & Co. Italia) con Trudie Styler






A Livorno 40 gioielli in mostra





Influences, Chi siamo ora? È il titolo della mostra di gioielli contemporanei alla galleria Contemporary di Livorno ♦︎

Inaugurata a marzo, durante la settimana del gioiello contemporaneo Schmuck a Monaco, arriva a Livorno un’esposizione presenta i lavori di 12 designer internazionali: Claudia Steiner (Austria), Corrado De Meo (Livorno, Italia), Elin Flognman (Svezia), Gabi Veit (Italia), Gigi Mariani (Italia), Judy Mc Caig (Inghilterra), Lluis Comin (Catalogna), Maria Rosa Franzin (Italia), Nicola Heideman (Germania), Patrizia Bonati (Italia), Stefano Rossi (Italia) e la coppia di designer Pietro Pellitteri e Yoko Takirai (Italia/Giappone).

La mostra internazionale di gioielli contemporanei (dal 5 maggio fino al 1 giugno) si intitola Influences, Chi siamo ora? ed è allestita alla galleria Contemporary di Livorno (via Goldoni 52).

La mostra presenta 40 gioielli. «La città, l’ambiente e il paesaggio circostante in cui si vive, influenzano inevitabilmente il nostro agire e il nostro essere», spiega la curatrice Claudia Steiner. «Il lavoro dell’artista che vive e lavora in città, può essere influenzato consciamente o inconsciamente. Ispirazioni e idee sono reinterpretate attraverso l’elezione di forme, colori, materiali e tecniche scelte. E il lavoro degli artisti partecipanti, ciascuno proveniente da città geograficamente e scenograficamente diverse, riflette queste condizioni variabili».

Dopo la tappa livornese l’esposizione proseguirà a Firenze, a giugno, alla galleria (Via Giano della Bella, 20/1). I primi di ottobre si sposterà a Barcellona alla 66 Mistrall ed infine, a ottobre rientrerà in Italia, a Padova, alla Maricke, dove concluderà il suo ciclo espositivo.

Per informazioni
Galleria Contemporary (via Goldoni 52 Livorno) Telefono: 0586 805541
Martedì-venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00
Sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso gratuito




Claudia Steiner, spilla
Claudia Steiner, spilla
Stefano Rossi, spilla
Stefano Rossi, spilla
Maria Rosa Franzin, spilla
Maria Rosa Franzin, spilla
Lluis Comin, spilla
Lluis Comin, spilla
Judy McCaig, spilla
Judy McCaig, spilla
Elin Flognman, spilla
Elin Flognman, spilla
Corrado De Meo, spilla
Corrado De Meo, spilla
Yoko Takirai e Pietro Pellitteri, orecchini
Yoko Takirai e Pietro Pellitteri, orecchini
Gigi Mariani, orecchini
Gigi Mariani, orecchini
Nicola Heidemann, collana
Nicola Heidemann, collana
Patrizia Bonati, anello
Patrizia Bonati, anello
Gabi Veit, anelli
Gabi Veit, anelli






OroArezzo vuole brillare ancora





OroArezzo al via con la consueta formula di business e gioielli. Tema anche per il 2018: il bracciale ♦︎

Riparte OroArezzo (5-8 maggio). È la 39esima edizione della manifestazione focalizzata sui produttori di gioielleria e componenti, che per il secondo anno è organizzata da Ieg, Italian Exhibition Group. OroArezzo prevede la partecipazione di 650 aziende dell’oreficeria. In particolare, lo scorso anno le aziende orafe hanno rappresentato il 75% del totale degli espositori mentre il 13 % sono state le aziende di macchinari e il 12% quelle presenti nella sezione cash and carry, per le vendite a pronto. Grazie al contributo del governo, cioè del ministero per lo Sviluppo e l’Ice, inoltre, è previsto il soggiorno di 450 top buyer internazionali provenienti da oltre 60 Paesi, aree di sbocco del Made in Italy, oltre a retailer italiani. Per il business è stata organizzata per gli espositori la piattaforma Meeting Club, che servirà a mettere in contatto i titolari delle aziende orafe con i buyer di mercati emergenti. Sarà infatti programmata un’agenda di incontri one to one con i buyers direttamente allo stand delle aziende espositrici nei quattro giorni di fiera. OroArezzo ha, poi, come contorno il consueto concorso tra produttori di gioielli, anche quest’anno centrato sul tema del bracciale.




Bracciale a OroArezzo 2017
Bracciale a OroArezzo 2017
Bacheche a OroArezzo
Bacheche a OroArezzo
Una passata edizione di OroArezzo
Una passata edizione di OroArezzo

Lo stato maggiore di Itaiian exhibition Group. Da sinistra, Corrado Facco (direttore generale), Lorenzo Cagnoni (presidente), Matteo Marzotto (vicepresidente)
Lo stato maggiore di Itaiian exhibition Group. Da sinistra, Corrado Facco (direttore generale), Lorenzo Cagnoni (presidente), Matteo Marzotto (vicepresidente)







Sotheby’s vende il nobile Blu Farnese 





Il Blu Farnese è il diamante più atteso all’asta di Magnificent Jewels and Noble Jewels di Sotheby’s a Ginevra ♦︎

A maggio fioriscono le rose. Ma fioriscono anche i diamanti. Quelli super, con prezzi da capogiro e che diventano titoli da prima pagina. Come quelli che Sotheby’s si prepara a presentate alla sua asta di Magnificent Jewels and Noble Jewels a Ginevra. Nel catalogo, che assomiglia a un menu irresistibile per i golosi di gioielli, si trovano anche tre diamanti tagliati a distanza di 300 anni. Tutti e tre i diamanti sono estremamente rari e di straordinaria bellezza. Il primo è chiamato Blu Farnese. Si tratta di un importante diamante blu da 6,16 carati che fu donato a Elisabetta Farnese, Regina di Spagna, nel 1715, prima di essere tramandato attraverso quattro delle più importanti famiglie reali di Europa. La stima per questo diamante è di 3,6-5,2 milioni di dollari.

La storia del Blu Farnese. Il diamante proviene dalle miniere indiane di Golconda, esaurite da decenni. Elisabetta, una discendente di papa Paolo Terzo Farnese, lo ricevette nel 1714 a Parma per il matrimonio con Filippo V di Spagna, nipote del Re Sole. Elisabetta, poi, regalò il diamante blu al figlio prediletto Filippo, duca di Parma e fondatore della dinastia Borbone-Parma. Il duca, a sua volta, lo donò al figlio Ferdinando. Da un ducato all’altro, finì nelle mani di Carlo, duca di Lucca, che lo indossava montato su una spilla da cravatta. Successivamente, fu indossato da Roberto, ultimo duca di Parma, esule in Austria dopo l’Unità d’Italia. Ultimi proprietari sono stati stati Elia, figlio di Roberto, morto nel 1959, e la la moglie, Maria Anna d’Austria.

Non solo diamanti. Insieme al Blu Farnese a Ginevra saranno offerti in asta due maestosi diamanti bianchi, ognuno con un peso di oltre 50 carati e con una stima complessiva di oltre 15 milioni di dollari. I diamanti bianchi sono entrambi perfetti secondo tutti i criteri con i quali sono misurati i diamanti e ciascuno è il secondo più grande per la sua forma mai avuto in asta. Ma l’asta del 15 maggio al Mandarin Oriental di Ginevra comprende altre ai diamanti, bianchi colorati, anche pietre preziose e pezzi emblematici firmati dalle case di gioielli più rinomate al mondo (in questa pagina vedete alcuni dei pezzi più interessanti).

«Dopo dieci anni di grande successo per le aste ginevrine Noble Jewels, siamo lieti di offrire questa primavera un diamante storico così importante: il Blu Farnese. Nella sessione di vendita Magnificent Jewels saranno offerti due straordinari diamanti bianchi perfetti, ognuno del peso di oltre 50 carati, insieme ad una sontuosa selezione di diamanti colorati. Grazie al superbo zaffiro del Kashmir a introdurre il bel gruppo delle pietre preziose colorate e alla meravigliosa scelta di pezzi firmati Cartier e Van Cleef & Arpels, sarà una bella festa della primavera», è il commento di David Bennett, Worldwide Chairman del dipartimento di Sotheby’s Jewellery. Federico Graglia




The Farnese Blue
The Farnese Blue
The Farnese Blue. Historic and highly important fancy dark grey-blue diamond weighing 16.16 carats
The Farnese Blue. Historic and highly important fancy dark grey-blue diamond weighing 16.16 carats
From the collection of the Marchioness of Londonderry, Mount Stewart. Impressive emerald and diamond bracelet, 1930s
From the collection of the Marchioness of Londonderry, Mount Stewart. Impressive emerald and diamond bracelet, 1930s
Cartier, fine gem set, onyx and diamond necklace, 1930s and later
Cartier, fine gem set, onyx and diamond necklace, 1930s and later
Van Cleef & Arpels, gem set and diamond demi-parure, Zipe, 1950s
Van Cleef & Arpels, gem set and diamond demi-parure, Zipe, 1950s
Cartier, very light pink diamond, gem set and diamond ring, “Parrot”
Cartier, very light pink diamond, gem set and diamond ring, “Parrot”
Pair of fancy intense yellow diamond pendent earrings
Pair of fancy intense yellow diamond pendent earrings
Magnificent diamond ring. The oval diamond weighing 50.39 carats
Magnificent diamond ring. The oval diamond weighing 50.39 carats
Fine sapphire and diamond ring
Fine sapphire and diamond ring
Superb sapphire and diamond ring, 1930s
Superb sapphire and diamond ring, 1930s
Exceptional diamond ring. The round brilliant-cut diamond weighing 51.71 carats
Exceptional diamond ring. The round brilliant-cut diamond weighing 51.71 carats
Superb fancy vivid purplish pink diamond ring
Superb fancy vivid purplish pink diamond ring
From a princely family. Impressive diamond tiara, circa 1830
From a princely family. Impressive diamond tiara, circa 1830







Gioielli all’asta con Faraone




Faraone Casa d’Aste torna con una vendita di 300 pezzi: ecco i gioielli più preziosi ♦︎

A Milano tornano i gioielli di Faraone Casa d’Aste. La vendita programmata per il 14 maggio comprende oltre 300 lotti tra gioielli e orologi del XX secolo. Quello in programma al Four Seasons Hotel di Milano è il primo dei due appuntamenti asta annuali (ormai un classico), mentre il secondo precede il periodo natalizio. Il catalogo dell’asta di maggio, tra l’altro, segna una crescita rispetto agli appuntamenti precedenti di Faraone Casa d’Aste: supera, infatti, i 240 lotti di novembre e i 160 di maggio 2017.

I pezzi più preziosi

L’azienda, che è il braccio specializzato nelle vendite della storica gioielleria Faraone, segnala in particolare due anelli. Il primo è realizzato in platino con zaffiro Kashmir, una delle gemme più rare al mondo, con un taglio a cuscino di circa 9 carati, contornato da diamanti. Il secondo anello ha, invece, uno smeraldo colombiano di 13 carati avvolto da diamanti taglio baguette. Altri pezzi che possono risultare tra i più richiesti: una spilla in platino, punzonata Monture Cartier, con uno smeraldo colombiano da 3,10 carati posto al centro di un gioco di fasce in platino ricoperte da 8,20 carati di diamanti a taglio old cut e baguette. In vendita anche una parure di Van Cleef & Arpels, composta da anello e orecchini in platino con 14 carati di diamanti taglio brillante e 15 carati di rubini tondi, oltre a un bracciale, sempre in platino, con cinque zaffiri per un totale di 22 carati contornati da altrettanti carati di diamanti baguette e brillante. Per quanto riguarda i gioielli, spiccano anche un anello in platino punzonato Bulgari con diamante old cut centrale di circa 3 carati, contornato da diamanti taglio brillante e baguette del peso complessivo di circa 3 carati, e un anello Cartier, con diamante fancy yellow ottagonale del peso di 3,09 carati con due diamanti triangolari laterali del peso di circa 1 carato, corredato dal suo astuccio originale.

Orologi da collezione

L’asta, oltre ai gioielli, propone anche oltre 50 orologi, tra i quali un Rolex Daytona Patrizzi ref 16520 calibro 4030, con cassa e bracciale oyster in acciaio, desiderato dai collezionisti per la singolare variazione di colore dei tre contatori posti sul quadrante, dovuta alla naturale ossidazione dell’argento, che lo rendono particolarmente ambito. Oltre ad una serie di ricercati Rolex, sono in vendita un Audemars Piguet Royal Oak Offshore Chronograph ref. 25770ST in acciaio e un raro Santos Dumont Louis Cartier Ultra-Thin. Infine, Faraone Casa d’Aste propone una collezione di 22 paia di gemelli e cinque diamanti in cartina del peso di 1,40 carati circa di tipo HVVS1. Federico Graglia




Anello in platino con zaffiro Kashmir
Anello in platino con zaffiro Kashmir
anello Cartier, con diamante fancy yellow ottagonale del peso di 3,09 carati con due diamanti triangolari laterali del peso di circa 1 carato
Anello Cartier, con diamante fancy yellow ottagonale del peso di 3,09 carati con due diamanti triangolari laterali del peso di circa 1 carato
Collana con smeraldo a goccia
Collana con smeraldo a goccia
Van Cleef & Arpels, anello e orecchini in platino con 14 carati di diamanti taglio brillante e 15 carati di rubini tondi
Van Cleef & Arpels, anello e orecchini in platino con 14 carati di diamanti taglio brillante e 15 carati di rubini tondi
Aanello con smeraldo colombiano di 13 carati avvolto da diamanti taglio baguette
Aanello con smeraldo colombiano di 13 carati avvolto da diamanti taglio baguette
spilla in platino punzonata Monture Cartier con uno smeraldo colombiano
Spilla in platino, punzonata Monture Cartier, con uno smeraldo colombiano da 3,10 carati posto al centro di un gioco di fasce in platino ricoperte da 8,20 carati di diamanti a taglio old cut e baguette
Audemars Piguet Royal Oak Offshore Chronograph
Audemars Piguet Royal Oak Offshore Chronograph







Gioielli e pasticceria




Gioielli da indossare e gioielli della pasticceria abbinati in Dolci Conversazioni ♦︎

Gioielli da mangiare, gioielli da indossare e gioielli da guardare. Se passate da Verona oltre all’Arena e alla casa di Giulietta potete fare un tuffo nel mondo dell’alta pasticceria abbinata alla gioielleria. La mostra itinerante Dolci Conversazioni, a cura di Sonia Patrizia Catena, in collaborazione con Ridefinire il Gioiello e l’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, propone dieci opere di designer del gioiello contemporaneo: ricerca e materiali sperimentali sono il denominatore comune. Ma non solo: i gioielli sono abbinati a tentazioni della pasticceria, come gli ironici macarons di Rita Martinez, gli innocui pasticcini pendenti di Francesca Sansoni, il rosso fondente di Fragiliadesign o la gustosa e fresca anguria-bracciale di Frilli Colombo, solo per citarne alcuni. In questo caso si indossano, ma è meglio non assaggiarli.

La mostra attraversa quattro palazzi storici del gruppo Duetorrihotels e ora arriva per la sua terza tappa al Due Torri Hotel di Verona (3 -15 maggio 2018). Da osservare da vicino ci sono spille, orecchini, collane, anelli, ciondoli e bracciali creati da MICartapesta alias Michela Boschetto, Chimajarno, Elena dp Crea, Fragiliadesign, Frilli Colombo, Giuliana Kobayashi Mantovi, Rita Martinez Art Jewelry, Francesca R. Sansoni, Ag Art alias Agnese Taverna e Maria Tenore.

E per gratificare il palato ci sono i dolci di Stefano Zizzola: Filì ha una base in frolla sablée, mousse al cheesecake e mascarpone che si sposa con un cremoso soffice, con Yuzu e Zenzero, pan di spagna al Thè Matcha. Più una sfera in cioccolato filigrana color oro, con perla in zucchero satinato all’interno. Prossimo appuntamento a Firenze, al Bernini Palace, dal 31 maggio al 30 giugno, in concomitanza con Pitti Immagine uomo.

Dolci Conversazioni | Ridefinire il Gioiello
03-15 maggio 2018
Due Torri Hotel
Piazza Sant’Anastasia, 4 – Verona
Tel. +39 045 595044




Chimajarno, Red Velvet Buttons
Chimajarno, Red Velvet Buttons
Elena dp Crea, La ciliegina sulla torta
Elena dp Crea, La ciliegina sulla torta
Frilli Colombo, Anguria
Frilli Colombo, Anguria
Francesca R.Sansoni, Innocue tentazioni
Francesca R.Sansoni, Innocue tentazioni

Agnese Taverna Ag Art Cochlea in mano

Fragiliadesign, Rosso Fondente
Fragiliadesign, Rosso Fondente
Giuliana Mantovi, Nima Acessóries Arte, Café brasileiro
Giuliana Mantovi, Nima Acessóries Arte, Café brasileiro
Maria Tenore, Delicious Ring
Maria Tenore, Delicious Ring
Michela Boschetto, Opuntia Ficus
Michela Boschetto, Opuntia Ficus

Rita Martínez Art Jewellery, A mi no me gusta el dulce
Rita Martínez Art Jewellery, A mi no me gusta el dulce







Cartier in mostra





Oltre 300 grandi gioielli di Cartier in una grande mostra: c’è anche la tiara della regina Elisabetta indossata da Kate Middleton ♦︎

Ci sono nomi della gioielleria che assomigliano a famiglie reali. Hanno una lunga tradizione alle spalle e, soprattutto, sono considerate da tutti (anche dai concorrenti) una spanna al di sopra degli altri. Insomma, ci sono Maison con il sangue blu. E, non a caso, sono anche le preferite dai reali, quelli veri. Una di queste regine della gioielleria è Cartier. Cinque anni fa Cartier aveva deciso di celebrare la propria ricca tradizione con una grande mostra a Parigi, al Grand Palais. Ora, un po’ a sorpresa, replica questa esposizione in Australia. La mostra Cartier: The Exhibition è organizzata alla National Gallery di Canberra, sede del Parlamento australiano (no, non è a Sidney) e presenta oltre 300 gioielli, anche di famiglie reali che li hanno gentilmente prestati per la mostra, o appartenute a celebrità, più pezzi rari che fanno parte della collezione Cartier. Ci sono diademi, collane, spille e orecchini che fanno parte di un pezzo di storia: in tutto, 7776 diamanti, 1246 smeraldi, 301 zaffiri, 249 altre gemme colorate da 3500 carati. Come la spilla con diamanti della cantante lirica australiana Dame Nellie Melba, la collana di giadeite imperiale dell’ereditiera Barbara Hutton, l’anello di fidanzamento con diamante da 10,48 carati della principessa Grace di Monaco, la collana di diamanti e rubini di Elizabeth Taylor (regalo del terzo marito Mike Todd).

Molti dei pezzi esposti hanno una lunga storia. Come la tiara Halo, ordinata a Cartier tre settimane prima di diventare re da Giorgio VI, nel 1936. Il diadema in platino, con 739 diamanti tondi taglio brillante e 149 diamanti taglio baguette, era per la sua futura moglie Elizabeth Bowes-Lyon (la regina madre). Che poi ha regalato la tiara alla futura Regina d’Inghilterra, Elisabetta II, per il diciottesimo compleanno. La Halo Tiara è tornata a splendere in pubblico nel 2011, indossata da Kate Middleton per il suo matrimonio con il Principe William.

La mostra comprende anche una selezione di originali disegni preparatori, ritratti, fotografie storiche, film, materiale pubblicitario, strumenti per la creazione di gioielli e attrezzature per fornire una panoramica storia di Cartier. Margherita Donato




Tiara Halo con 739 diamanti tondi taglio brillante e 149 diamanti taglio baguette
Tiara Halo con 739 diamanti tondi taglio brillante e 149 diamanti taglio baguette
Kate Middleton con la Halo TIara il giorno del suo matrimonio. Photo: Getty Image
Kate Middleton con la Halo Tiara il giorno del suo matrimonio. Photo: Getty Image
Spilla in platino del 1953, Ordine speciale. Platino, diamanti, diamante rosa . Prestato da Sua Maesta Elizabeth II. Collection Trust
Spilla in platino del 1953, Ordine speciale. Platino, diamanti, diamante rosa . Prestato da Sua Maesta Elizabeth II. Collection Trust
La Regina Elizabeth II con la  collana Nizam di Cartier. Indossata per il suo matrimonio nel 1947
La Regina Elizabeth II con la collana Nizam di Cartier. Indossata per il suo matrimonio nel 1947
La collana Nizam of Hyderabad di Cartier , in platino e diamanti. Prestata da Sua Maestà la regina Elisabetta
La collana Nizam of Hyderabad di Cartier , in platino e diamanti. Prestata da Sua Maestà la regina Elisabetta
La Duchessa di Windsor nel 1947. Foto Condé Nast
La Duchessa di Windsor nel 1947. Foto Condé Nast
Collana in platino e diamanti Devant de corsage, Cartier, 1902
Collana in platino e diamanti Devant de corsage, Cartier, 1902
Grace, principessa di Monaco, indossa gioielli Cartier, 1959. Photo: H. Lukomski
Grace, principessa di Monaco, indossa gioielli Cartier, 1959. Photo: H. Lukomski
Anello di fidanzamento   della principessa di Monaco. Cartier Paris, 1956. Foto: Vincent Wulveryck
Anello di fidanzamento
della principessa di Monaco. Cartier Paris, 1956. Foto: Vincent Wulveryck

Spilla Flamingo di Cartier, collezione Nils Herrmann. Platino, oro, diamanti, smeraldi, zaffiri, rubini, citrini
Spilla Flamingo di Cartier, collezione Nils Herrmann. Platino, oro, diamanti, smeraldi, zaffiri, rubini, citrini







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