E adesso che cosa succede? Chi ha gioielli in oro può rallegrarsi: il metallo giallo ha superato tutti i record fino a toccare (per il momento) i 2.580 dollari l’oncia sul listino di New York. Pochi avevano previsto una corsa simile dell’oro, che di solito si impenna quando si alzano scenari di guerra o tensioni internazionali. Che, in effetti, ci sono, ma non più di dieci mesi fa. Dove potrà arrivare il prezzo dell’oro? Secondo la grande banca d’affari statunitense Goldman Sachs (report intitolato Go for Gold) il metallo salirà fino a 2.700 dollari l’oncia nel giro di tre mesi. Non solo: un altro centro di analisi, quello del colosso Bofa Global Research, non esclude la possibilità che l’oro possa toccare i 3mila dollari l’oncia. Non è detto che la previsione sia rispettata, ma dà l’idea di quello che si aspettano gli operatori del settore.
L’aumento del prezzo dell’oro, inoltre, è arrivato dopo che la Banca centrale cinese, che per un anno e mezzo ha acquistato una grande quantità di metallo giallo, a maggio ha fermato lo shopping. E proprio gli acquisti della Cina e di altre banche centrali sono stati uno dei fattori che hanno spinto il valore della quotazione sempre più in alto. I fattori che, secondo gli analisti, spingono il prezzo dell’oro sono però altri. Per esempio, il trend di diminuzione dei tassi d’interesse è visto come fattore che può spingere ancora le quotazioni del metallo. Senza contare che le tensioni geopolitiche (Ucraina, Gaza) possono deflagrare da un momento all’altro.
Quindi un ulteriore rialzo è certo? Nel campo degli investimenti finanziari nulla è sicuro. Per esempio, quelli che a inizio 2020 hanno acquistato oro a 1.600 dollari, ma anche chi lo ha comprato solo un anno fa, oggi potrebbe voler monetizzare l’investimento e vendere i titoli legati al metallo. E ì, in questo modo, far scendere le quotazioni. E se in campo internazionale iniziassero a soffiare venti di pace la discesa dell’oro sarebbe quasi immediata. Di certo, l’aumento del prezzo influirà non solo sugli investimenti, ma anche sul mercato della gioielleria, con forti rincari per tutti quei preziosi realizzati prevalentemente nel metallo più amato dalle donne (e non solo).
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