Pare che Michael Burke, ceo di Louis Vuitton, si sia arrabbiato quando gli hanno spiegato che l’azienda disperdeva circa 10 milioni di dollari in operazioni di beneficenza. Non perché la cifra sia troppa, ma perché era divisa in tanti piccoli rivoli di denaro con poco impatto, sia dal punto di vista concreto che sotto il profilo mediatico (tra le iniziative c’era il contributo a un allevamento di ostriche giapponese). Per contrastare questa pioggia di iniziative benefiche con modesti risultati, il manager ha deciso di lanciare una campagna di charity che ha come punto di partenza il ciondolo d’argento Lockit. Obiettivo: aiutare i bambini che ne hanno bisogno. Per ogni pezzo venduto, 200 dollari saranno donati, a nome di chi fa l’acquisto, all’Unicef, per aiutare i bambini in situazioni di emergenza. Il ciondolo a forma di lucchetto in argento è prodotto in due versioni, come pendente per collana e per bracciale. Il primo ha un prezzo di 800 dollari, il secondo di 700 (si acquistano anche online). Si fa beneficenza anche così. Federico Graglia
Argento con sorpresa
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Gioielli in argento con una piccola sorpresa celata: Dada Arrigoni con la sua Silver Jewelry presenta una serie di novità dal design molto moderno, con linee essenziali, da indossare tutti i giorni. Le linee di gioielli, che si affiancano a quelle in oro e diamanti (https://gioiellis.com/dada-arrigoni-si-sdoppia/) si chiamano Lulia e Circles e si ispirano a segni e moduli di matrice tribale. Il sapore vagamente etnico è corroborato anche dalla sorpresa a cui facevamo riferimento all’inizio: una minuscola pietra, un piccolo spinello nero, si trova incastonato nell’argento, quasi nascosto. I pezzi della collezione di Dada Arrigoni sono disponibili in tre diverse finiture: argento, argento brunito (o black) e ottone bagnato nell’oro 24 carati. La battitura a mano del metallo, lavorato da esperti artigiani, rende vagamente irregolari le superfici, con un deciso contrasto. Dada, cioè Daniela Arrigoni, ha la sua base a Bergamo, dove si trova la sua boutique. Lavinia Andorno
Raspini, anelli senza memoria
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Giovanni Raspini, marchio storico della Toscana, non è solo un produttore di oggetti di argento, dai gioielli ai complementi d’arredo come le cornici. È anche un cultore della tradizione che affonda le radici nella storia della sua regione. Per questo anelli, la collezione Primavera Estate che abbiamo anticipato qui (https://gioiellis.com/quattro-argenti-per-raspini) riassume non solo la filosofia di un argentiere che non è più solo un argentiere. Gli anelli sono una congiunzione con il passato rinascimentale, rivisto sotto una luce Pop. È possibile? Sì, se guardate bene questi anelli in argento con pietre policrome luminosissime, montate con castone a vista. Se li immaginate addosso a Lorenzo il Magnifico, oppure alla dolce Beatrice dantesca… Negli anelli la griffe stessa diviene essa stessa motivo di decoro, dato che può assumere forme anche un po’ stravaganti (texture coccodrillo, texture galuchat, corda, fiore, teschi). Se poi si aggiungono le pietre color verde, citrino, turchese, verde acqua e viola, siamo abbastanza lontani dall’argenteria e più vicini a un gioiello ibrido tra passato e presente. Rudy Serra
Daniela Villegas con Ferragamo
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Allegri pappagallini, curiose voliere e ovunque il gancino icona di Ferragamo. Ecco la nuova collezione di gioielli della Maison fiorentina realizzata con la collaborazione di Daniela Villegas di cui vi avevamo già anticipato la notizia (https://gioiellis.com/entomologica-daniela-villegas/ ). «Nel naturale percorso evolutivo, la natura offre sempre un rifugio rassicurante e piacevole per resistere al logorio che scaturisce dall’evoluzione. L’opportunità di collaborare a questa collezione con un marchio come Ferragamo è per me un sogno che diventa realtà», ha dichiarato la designer messicana che dalla natura appunto trae l’ispirazione creativa. Collane, orecchini, anelli e braccialetti reinterpretano con semplicità e in chiave moderna la qualità, il colore, lo humour, lo spirito italiano e il mix di materiali che da sempre contraddistinguono il marchio fondato da Salvatore Ferragamo, anche lui appassionato di flora e fauna puntualmente riprodotti nei celebri foulard. Argento, topazio verde, ametista e smalto per la capsule collection in argento con prezzi che partono da 180 euro per l’anello fino ai 680 euro della collana con ciondolo a forma di gabbietta dove il gancino, messo come apertura, è simbolo di libertà. Ecco immagini e prezzi. Matilde de Bounvilles
Quattro argenti per Raspini
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Giovanni Raspini, cioè il virtuosismo dell’argento. A VicenzaOro January il brand toscano si è presentato rinnovando le sue linee di gioielli realizzati con il bianco metallo reso ancora più nobile da una lavorazione che ricorda il cesello delle sculture cinquecentesche, con forme prese dalla natura e una raffinata capacità di esaltare le possibilità interpretative che offre l’argento. Sono quattro le collezioni su cui punta il brand: Leopard, Ginkgo, St Tropez e Anelli. Ogni collezione ha un suo preciso carattere. Leopard, per esempio, ha texture in argento realizzate con una nuova tecnica di trattamento del gioiello per smaltare in nero le incisioni sulla superficie. Così aumenta il contrasto tra metallo e le macchie del leopardo. La linea comprende sei bracciali, due anelli, due orecchini e cinque collane (di cui una con un grande leopardo disteso sul fascio di catene e un’altra con scudi in argento texturizzati). Ginkgo, invece, si sviluppa intorno alla forma della foglia dell’albero esotico da cui prende il nome. È realizzata in fusione di argento con finitura brunita. Ne fanno parte una collana, un pendente, due bracciali e due orecchini.
St Tropez è una collezione che si ispira alle reti dei pescatori della Costa Azzurra. La corda di canapa diventa monili in argento: due collane, due bracciali, tre anelli e un orecchino. Infine Anelli, per la Primavera Estate, riassume in cinque gioielli lo stile Raspini. Gli anelli in argento indossano pietre policrome luminose, montate con castone a vista. Cinque i differenti decori (texture coccodrillo, texture galuchat, corda, fiore, teschi) con pietre color verde, citrino, turchese, verde acqua e viola. Giulia Netrese
Raspini porta l’argento a Parigi
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Diciamo la verità: in lingua italiana la parola il matrimonio tra Raspini e Orenda non suona molto bene. Ma per il designer di gioielli artistici in argento il Raspini Corner della galleria d’arte a Parigi rappresenta un bel traguardo per il brand, che ha inaugurato una boutique anche sul ponte di Rialto, a Venezia. La produzione è incentrata su argento e «bronzobianco», una lega messa a punto dal gioielliere. Tutto nasce, come una volta, da un disegno, a sua volta trasformato in cera riproducibile, che è poi utilizzata per la successiva fusione. Una antichissima tecnica, che si chiama fusione a cera persa e permette di seguire passo passo la creazione di un gioiello. E Raspini, brand che nasce ad Arezzo, ha ormai convinto anche il mercato estero anche grazie alla collaborazione con il giovane artista franco-polacco Édilouchka, che ha diretto due collezioni di gioielli all’anno. Ecco le immagini delle collezioni autunno-inverno 2015-2016, a partire dai gioielli in stile animalier.
Gancino Silver, Ferragamo al polso
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Una maglia in argento che sembra un tessuto: sono i gioielli della nuova linea Gancino Silver di Salvatore Ferragamo Jewels. Prende il nome dalla celebre clip per borse, ormai protagonista delle collezioni di gioielli dell’azienda fiorentina, e in questo caso davvero ha una funzione di chiusura, ma è anche abbinata a una maglia di metallo prezioso e morbido che riprende le nervature dell’altrettanto famoso nastro in gros-grain delle scarpe Vara. Due icone, un disegno, e quattro modelli diversi di bracciali realizzati da esperti orafi italiani. C’è la versione alta, classica ma d’effetto, quella a polsino più fashion, o ancora quella a cinturino con doppio giro o singolo, più sportiva. Ecco le immagini. M.d.B.
Amen preziosi per il Paradiso
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Croci, cuori e angeli nelle nuove collezioni di Amen che rimandano all’amore, alla fede e alla protezione spirituale. Simboli per scaldare l’anima ed esprimere le proprie convinzioni con gioia, nel vero senso della parola, perché un anello, un bracciale o una collana in argento o in oro placcato donano luce e anche allegria. E se l’emblema della protezione è nelle tenere sagome dei messaggeri divini della linea Volo d’Angeli, la fede è nella croce di collane, bracciali, orecchini e anelli in argento e un materiale nuovo per il marchio aretino di gioielli religiosi, che non a caso si chiama Le Madreperle. E, ancora, il simbolo francescano del Tau nei monili a rosario in ebano, ulivo e rovere; la Passion(e) di Cristo nel bracciale brevettato in cuoio intrecciato a mano come fosse la Corona di spine e 14 nodi simboleggiare le Stazioni della Via Crucis, con una chiusura a forma di cuore raccolto in una mano. La pratica devozionale della preghiera ha la sua linea di anelli in argento 925 e pavé di scintillanti battezzata Rosari, mentre Prega, Ama sono costruiti su croci e cuori, simboli di amore e di fede. Profonda e moderna. Ecco le immagini dei nuovi gioielli e prezzi.
Mayumi, perle alla veneta
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Se fate un viaggio alla scoperta dei gioielli made in Italy potete incontrare anche Mayumi. Il nome, però, non è italiano, è giapponese: deriva dalle parole nipponiche Ma, che significa arco, e Yumi, che vuole dire forza. Niente a che vedere con le arti marziali: Mayumi, che ha sede a Verona, è specializzata in gioielli composti con delicate perle. Però è vero che l’azienda è nata in Giappone, nel 1991, in una delle maggiori Pearls Farm, su iniziativa del fondatore Alberto Fasoli. Il quale, dopo aver imparato i segreti delle perle, ha deciso di trasformare la sua azienda da semplice importatrice a produttrice di gioielli. Insomma, materia prima giapponese e fantasia italiana. Il risultato sono una serie di collezioni di gioielli che ruotano tutte attorno alla stessa concezione, cioè prevedono l’uso di una «lacrima degli dei», coltivata in acqua dolce o di mare. Oltre alle perle, sono utilizzati argento, a volte rodiato oro, zirconi e zaffiri sintetici. Insomma, un compromesso che permette di moderare il prezzo senza perdere nell’effetto estetico. Ecco alcuni esempi. Lavinia Andorno
Sembra di cartone, ma è d’oro
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Sembrano di cartone i bracciali di David Bielander, ma in realtà sono preziosi, in oro o argento. È un’idea forse bizzarra, che sottintende al concetto di falsa identità: un oggetto costruito un materiale povero, potrebbe benissimo essere il regalo per la festa della mamma alle elementari, ed è invece un accessorio molto sofisticato nella tecnica. La superficie è patinata, mentre l’interno è ondulato esattamente come il cartone da imballaggio, ossia due fogli che racchiudono una carta ondulata. Ma, a differenza della versione in cellulosa, qui il metallo è piegato e modellato a mano, e c’è persino la graffetta che si utilizza normalmente per chiudere l’imballo. Certo, la copia è molto più preziosa dell’originale, ma solo il peso, la temperatura e il suono del bracciale rivela la sua vera natura. In questo caso, invece, si rovescia il proverbio secondo cui non è tutto oro ciò che luccica. In ogni caso, l’idea ha brillato abbastanza da convincere la giuria del Bavarian State Prize ad assegnare al designer, di gioielli contemporanei, nato a Basilea e trasferito a Monaco, il riconoscimento del 2015 . Ecco le immagini di questa capsule collection battezzata Cardboard. Lavinia Andorno
L’estate Scarlet di Bibigì
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Che faccia caldo o fresco, quest’estate per Bibigì non è un problema: la collezione Scarlet abbina oro bianco, diamanti e pietre preziose nei toni dell’azzurro e del rosa elettrico per dare una sensazione di ghiacciata eleganza come la definisce l’azienda. Oppure, al contrario, questa linea di gioielli scalda le fresche serate con l’oro rosa, il viola dell’ametista tagliato a goccia e una spruzzata di verde oliva. No, non è un cocktail, ma le forme di anello, orecchini e collana. C’è anche una collezione più classica, Serena, in argento e zirconi del marchio 9Venticinque, pensato per le più giovani. Lavinia Andorno
Novità Lebole: le città-gioiello
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Il primo monumento rappresentato nella nuova collezione di Lebole gioielli, battezzata De Architectura, non poteva che essere il Duomo di Milano. Un gioiello che è un omaggio all’Expo 2015, composto da un paio di orecchini tondi e asimmetrici: in un disco ricoperto di tessuto a pois con la sagoma dell’Italia in metallo dorato e nell’altro il planisfero del mondo con la sagoma della cattedrale milanese. Parte da qui la serie ispirata al più famoso teorico dell’architettura, ossia Virtruvio, e al suo trattato da cui prende il nome la linea; poi sarà il turno di Roma, con il Colosseo, quindi Venezia e a seguire tutte le città gioiello della Penisola.
Dalla citazione dotta, una costante nella produzione di Nicoletta e Barbara Lebole, con i tessuti della settecentesca fabbrica borbonica e gli antichi kimoni delle precedenti collezioni, al salto di qualità con l’uso dell’argento: «È stata una scelta quasi obbligata quella del posizionamento verso l’alto per continuare a crescere ed entrare nelle gioiellerie che tengono in assortimento solo oggetti in metallo prezioso, niente ottone o bronzo. Sono sempre di più, soprattutto in Italia e questo è un segnale positivo», spiega Barbara Lebole. «Così abbiamo deciso di realizzare delle collezioni in argento con le nostre caratteristiche: orecchini asimmetrici che ripetono uno dei motivi storici di maggiore successo ovvero il kimono e l’ideogramma, e pezzi unici perché la seta applicata sopra la lastra in argento con un nostro brevetto è sempre diversa. In più abbiamo introdotto una variante in smalto bianco, nero e verde lucido o opaco, i colori dell’Art Deco da cui prende il nome questa linea. Anche i prezzi di conseguenza sono più alti e si aggirano tra i 150 e 200 euro». Insomma, l’idea è semplice: meglio essere il gioiello più economico di un negozio di alta gioielleria piuttosto che quello più caro di un negozio con un target un po’ più basso. Ecco immagini e prezzi. Monica Battistoni
Charlotte in passerella
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Non ci sono solo i grandi nomi sulla Croisette, ma anche i gioielli di Charlotte Chesnais, la giovane stilista cresciuta alla scuola di Nicolas Geshquière quando era da Balenciaga e di Julien Dossena da Paco Rabanne. Di lei tutti parlano nel mondo della moda, perché per la sua prima collezione sarà venduta in esclusiva da Colette a Parigi, uno dei concept store più selettivi e di ricerca in fatto di design e conosciuto in tutto il mondo. Una certificazione di talento, insomma. Certo è che il bracciale-anello indosso a Maïwenn Le Bosco in posa per le foto a Cannes non è passato inosservato. Sarà per l’attenzione dedicata alla regista francese in gara con Mon Roi, protagonista Vincent Cassel, uno dei due film in concorso diretti da una donna, (l’altro è Marguerite e Julien di Valérie Donzelli), ma anche per la linea minimalista e allo stesso tempo molto seducente del gioiello. Infatti, il bracciale è un ornamento che avvolge il polso e come una spirale gira intorno al pollice. Altri anelli e altri bracciali volano leggeri in forme circolari in oro e argento. Ecco immagini e prezzi. Matilde de Bounvilles
Torna l’argento design di De Vecchi
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Il linguaggio dell’arte e del design abita negli oggetti di De Vecchi 1935, storico brand dell’argento, e parla di superfici specchiate, di contrasti di luce, di nuovi materiali. Vale per i pezzi storici come l’ultra famoso T8, un progetto rivoluzionario, che nel 1947 cambiò per sempre i canoni del candelabro fatto a stelo con i suoi tre punti di appoggio. E vale anche per la nuovissima collezione di gioielli presentata nel negozio di via Santo Spirito a Milano. «L’idea era quella di creare una linea con un estetica fortemente riconoscibile come De Vecchi, molto materica nei volumi, che valorizzasse le superfici lucide, accessibile nel prezzo, ma con una grandissima qualità», racconta Lorenzo Traglio, alla guida del marchio storico di argenteria milanese, rilevato da Vhernier nel 2010. Così l’argento si attorciglia nelle geometrie rotonde o quadrate degli anelli Contrarié (divisi all’estremità), si sovrappone sinuosamente nell’anello Nodo, in tre versioni diverse con gli elementi tondi, a sezione quadrangolare oppure nelle combinazione delle due forme, e si unisce negli anelli Abbraccio.
Tradizionale abilità
«Attenzione, ci vuole molta capacità artigianale nel lavorare l’argento per ottenere forme ondulate e ritorte e garantire non solo l’armonia del disegno, ma anche una perfetta vestibilità. Soprattutto quando si tratta di anelli di una certa dimensione», aggiunge Traglio. Che con molta soddisfazione mostra un bellissimo bracciale, ovale tondeggiante, all’apparenza molto semplice, ma con una torsione appena accennata e raffinatissima. «È il pezzo più importante della collezione, il bracciale Torcion a cui abbiamo dedicato sei mesi di progettazione e innumerevoli prove di modellazione. Non gira intorno al polso, per mantenere sempre a vista il dettaglio della torsione. Quest’ultima piega in modo discreto, e dà movimento al gioiello con un effetto di grande design. Non solo, la cerniera che ne permette l’apertura è letteralmente impalpabile: sfido che chiunque, a occhi chiusi, riesca a individuare il punto di snodo con il tatto. Quindi, il bracciale non solo è piacevole da indossare, ma si può portare dal mattino alla sera in qualunque occasione, anche quella più formale e sentirsi lo stesso eleganti. Ecco, questo è un esempio di alta gioielleria», spiega il manager.
Anelli, bracciali, collane e…
Ma Torcion non è l’unico pezzo della collezione che vanta abilità orafa. Anche modelli più stagionali e giovani non sono semplicemente «piatti». Anelli, orecchini, altri bracciali e collane, in solo argento o alternato al bronzo, sempre a specchio, sono a forma di cuore oppure ovali, e leggermente bombati per conferire maggior carattere a un disegno in fondo semplice. Dettaglio simile per l’anello Lastra, che scorre aperto sulla prima falange. E poi catene, chocker, anelli con lamelle tonde basculanti, che con un certo umorismo sono stati battezzati Maracas. I prezzi vanno dai 250 euro per l’anello Lastra ai 550 per gli altri anelli, fino ai 1.100 euro per il bracciale Torcion, che per è l’unico ad avere questo valore. Per tutti i pezzi un trattamento antiossidante evita l’annerimento del metallo e lo mantiene lucido, assicurano in azienda, almeno per due anni. Federico Graglia
Benedette Comete
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La primavera non è solo la stagione dei matrimoni, ci sono anche altre ricorrenze: Comete ha creato una linea proprio da regalare alle più giovani in occasione di Cresime e Comunioni, che è anche il nome della nuova collezione. Argento e perle per bracciali, orecchini e collane con piccole coccinelle, angeli e stelline d’oro, materiali tradizionali usati con la freschezza tipica di andrà indossarli. E anche qualcosa di spiritoso e di tendenza, come gli orecchini in argento asimmetrici che combinano il muso di una gatto da una parte, con tanto di occhi e baffi con i brillantini, e dall’altra una lisca di pesce, sullo stesso stile il muso di un orsetto e la sua impronta. E ancora, un lucchetto e la sua chiave, entrambi a forma di cuore. M.d.B.
Rosato a tavola con Expo 2015
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Creatività tutta italiana per Rosato (gruppo Bros Manifatture), che lancia tre charm in edizione limitata, dedicati a uno dei patrimoni gastronomici del Paese: la pasta. Non pensate ai bijoux pop in plastica o silicone tipici del Giappone o ad alcune creazioni iperrealiste americane: questi sono gioielli veri, in argento 925 lavorati artigianalmente. Ci sono ciondoli a forma di penne, farfalle e pipette, che tra l’altro sono tra i formati di pasta (vera) più venduti. Spesso artisti, scultori scrittori e in tempi più recenti, fotografi e registi con le loro opere hanno suggerito modi di interpretare e consumare il cibo, che adesso diventa anche moda preziosa con le tre miniature in vendita, per tutta la durata di Expo 2015, in esclusiva nei negozi Rosato a Milano, Roma e Forte dei Marmi. G.N.
La primavera a colori di Bibigì
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Per la mitologia antica Ambrosia era un Elisir di lunga vita: per Bibigì, invece, questi due nomi indicano le due nuove collezioni con i colori della primavera del marchio 9Venticinque, la seconda linea realizzata esclusivamente in argento. Spinelli azzurri e zirconi, montati su un motivo a traforo in un ovale in argento e decorato con zirconi per gli orecchini, l’anello e il ciondolo della linea Ambrosia. Sempre taglio ovale, ma ametista, la pietra che sboccia come un fiore sugli orecchini e il pendente di Elisir. La stessa gemma abbinata all’oro bianco caratterizza la collezione Erika, firmata Bibigì, che oltre al color cioccolato del quarzo fumé, si tinge di viola e di un caldo color miele con il quarzo citrino abbinato all’ametista nell’anello Toi et Moi, la montatura a S con pietre o perle di tonalità diverse, molto in voga a fine Ottocento, come anello di fidanzamento a simboleggiare due anime unite per sempre. E guardare la vita a colori. Giulia Netrese
Le fioriture di Yvone Christa
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In natura è una pianta che assicura fioriture spettacolari, ma nelle creazioni Yvone Christa New York è il simbolo di condivisione solidarietà e sostegno reciproco. È Phlox, un vegetale che produce tanti piccoli fiori a stella, che insieme formano fiori più grandi. Quelli tradotti in gioielli delle due designer svedesi trapiantate nella Grande Mela (ma che hanno studiato design in Italia) sono ovviamente in filigrana argentata e dorata e hanno cubic zirconia dai colori trasparenti, dal perla, al verde, al rosa, tanto per smentire che l’erba del vicino è sempre più verde. Ecco immagini e prezzi. G.N.
Raspini in the garden
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Il richiamo alla natura è fortissimo per Giovanni Raspini, che dopo il tema animalier (https://gioiellis.com/raspini-
Giulia Netrese
Ti Sento molto primaverile
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Prime anticipazioni da Baselworld: Sono ispirati al concetto di luce, nei colori e nelle texture. Sono state utilizzate superfici «trasparenti» attraversate da righe in pavé. Pietre nelle sfumature dell’azzurro cielo e del verde chiaro sono incastonato in montature Sterling Silver rodiato, anche con placcature in oro rosa a 18 carati. Ecco un’immagine in anteprima della collezione. G.N.