Se sommate uno più uno ottenete due. Se sommate due più uno si arriva a tre. E tre più due fa cinque, eccetera. Ma il bello è che se dividete i due numeri vicini in questa successione matematica (importata in Europa dal pisano Fibonacci nel 1300), otterrete sempre un numero vicino a 1,6. E più i numeri sono alti, tanto più il risultato della divisione sarà vicino a 1,618. Sembra un gioco, ma non lo è: il numero 1,618 è indicato come quello della proporzione perfetta, quella che gli antichi chiamavano la sezione aurea o proporzione divina. Anche perché è una proporzione che si trova in molte manifestazioni naturali, dalla forma delle conchiglie a quella dei fiori. Che c’entra tutto questo con i gioielli?
Chiedetelo a Dario De Maria, gioielliere appassionato della storia e dell’arte orafa italiana dal Settecento a oggi. E lui stesso, con la sua azienda nata nell’Antico Borgo Orefici di Napoli, ha adottato il numero 1,618 come brand per una linea di gioielli, spesso prodotti da stampi antichi, rifiniti e assemblati a mano e realizzati in bronzo e argento, in alcuni casi con l’aggiunta di pietre sintetiche. Molti gioielli, inoltre, sono un omaggio a forme antiche, ricordo della tradizione orafa napoletana, oppure con la lavorazione a canna vuota, che consente di utilizzare l’oro in spessori molto ridotti e abbassare i costi.
https://gioiellis.com/wp-content/uploads/2020/08/argento-925-caratterizzati-dalla-microgranulazione.jpg
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Molto belli vorrei comprarli.