Una veloce guida per imparare e riconoscere le sfaccettature di un diamante con taglio brillante ♦
Il diamante con taglio brillante, rotondo, è il più richiesto specialmente per gli anelli, ma ci sono diversi aspetti che è bene conoscere prima di acquistarne uno, oppure per saperne di più su quello che si possiede già. Se siete interessati a conoscere come sono tagliati e come si chiamano i diversi punti di un diamante taglio brillante, cioè la classica gemma a forma rotonda potete considerare prima di tutto la capacità di riflettere la luce.

Un diamante deve essere tagliato perfettamente per riuscire a riflettere al massimo i raggi della luce che lo colpiscono. Se un diamante non è tagliato in maniera simmetrica, per esempio, anche la sua luminosità sarà alterata. Per questo è importante la disposizione delle sfaccettature, e di conseguenza come la luce si riflette all’interno della pietra. È il motivo per cui i diamanti sono tagliati in un modo preciso, che si è evoluto nel tempo. Il taglio più comune, il brillante, cioè a forma circolare, è stato codificato solo nel secolo scorso.

Quindi un diamante tagliato a regola d’arte rifletterà meglio e sarà più bello. Se mostrerete di conoscere bene la pietra più desiderata del mondo farete un figurone con gli amici e, magari, riuscirete a impressionare il gioielliere che vi vuole vendere un anello. Chissà che non vi faccia uno sconto…
Come il corpo umano, ogni parte del diamante ha un nome specifico. L’anatomia della gemma è divisa in otto parti: faccette o sfaccettature (Facets), tavola (Table), diametro (diameter), corona (Crown), padiglione (Pavillon), cintura (Girdle) , profondità (Depth) e Apice (Culet). Il miglior rapporto tra brillantezza e dispersione della luce si ottiene quando i raggi riescono a penetrare nel diamante da diverse angolazioni.

Sfaccettature Sono le superfici piane che formano l’esterno del diamante dopo il taglio. Per il taglio brillante sono 57, oppure 58 se anche l’apice (la parte inferiore) non è a punta. Ogni sfaccettatura è angolata, sagomato e tagliata per produrre un particolare effetto di luce. Obiettivo: riflettere più efficacemente la struttura cristallina interna del diamante. Ogni tipo di taglio (brillante, cuscino, pera e così via) produce riflessi differenti. La rifrazione all’interno del diamante stesso aumenta la lucentezza e i riflessi in uscita verso la superficie del diamante.

Tavola È la sfaccettatura più larga del diamante. Si trova nella parte superiore del diamante, e serve come il principale punto di ingresso e di dispersione (fuoco) della luce. Ma, naturalmente, deve avere le giuste proporzioni per catturare il massimo della luce, ma senza ridurre la superficie delle sfaccettature laterali.

Diametro La misura della larghezza del diamante nel suo punto più largo (cintura). Naturalmente il diametro deve essere proporzionato alla dimensione della pietra.
Corona La corona si riferisce alla parte del diamante sopra la cintura. È la sezione del diamante che va dal punto più largo fino alla tavola.
Padiglione Il padiglione è la controparte della corona, cioè la parte inferiore del diamante. L’area che va dalla cintura, o sezione più larga, del diamante al fondo (o culet) è definito come il padiglione.

Cintura È il nome per la parte più ampia del diamante, la sua circonferenza. È lì che si misura la cintura. La pratica comune oggi prevede di sfaccettare anche la cintura stessa, anche se le superfici che ne risultano non sono incluse nel conteggio finale delle sfaccettature del diamante.
Profondità È l’altezza dell’intero diamante. Si misura dalla tavola alla punta inferiore (il culet). La profondità del diamante aiuta a impostare i rapporti per il taglio della gemma. Un diamante troppo profondo rispetto alla sua dimensione avrà un riflesso che tende a essere scuro. Al contrario, un diamante troppo poco profondo, sarà poco brillante.

Apice o culet È il fondo del diamante, la più piccola sfaccettatura. Il culet ha un enorme effetto sul resto del diamante: correttamente tagliata, questa parte della pietra permette alla luce che è entrata di uscire efficacemente attraverso la superficie (la tavola) e abbagliare con i suoi riflessi. Un culet tagliato troppo grande può causare un effetto negativo: se riflette troppa luce può dare l’effetto di avere un foro al suo interno. Il culet, invece, deve essere abbastanza piccolo. Ma non è raro per un diamante non avere del tutto un apice.







