Nuovi diamanti di laboratorio di Lightbox, marchio di De Beers. Ma se fosse una mossa sbagliata? ♦
I diamanti sintetici, da un punto di vista chimico indistinguibili da quelli naturali, sono il futuro della gioielleria? I pareri sono discordi. È possibile riflettere, però, su quello che sta accadendo. Come abbiamo già riferito su gioiellis.com la più grande azienda commerciale di diamanti, De Beers, ha deciso di vendere diamanti creati in laboratorio, cioè sintetici. Grazie a un investimento molto consistente ha quindi iniziato a produrre e a commercializzare pietre non naturali.

Il risultato si chiama Lightbox, un marchio che in alcuni Paesi, come Gran Bretagna e Stati Uniti, ha iniziato a farsi largo sul mercato dei gioielli. I diamanti sono del tutto simili a quelle naturali, sono proposti con tagli diversi (l’ultima proposta è di pietre taglio cuscino) e anche a colori. E mentre un diamante rosa naturale potrebbe costare migliaia fino a milioni di dollari, i diamanti sintetici di Lightbox sono venduti a poche centinaia di euro. Un bracciale con diamante rosa, per esempio, è venduto negli Usa a 600 euro. Più, in generale, questi diamanti sono venduti a 800 dollari al carato. Un prezzo incredibilmente basso anche per gli standard dei diamanti artificiali. Anche perché le pietre sono spesso montate su argento e non su oro, per tenere basso il prezzo.

Con la premessa che nessuno riuscirà mai a distinguere un diamante naturale da uno artificiale, tranne che con un complicato esame di laboratorio gemmologico, non stupisce che Lightbox possa avere successo.

Ma è un successo anche per chi vende gioielli? Secondo un’analisi del mensile Usa Forbes, potrebbe essere un clamoroso autogoal. Specialmente se i diamanti artificiali come quelli di Lightbox saranno venduti in gioielleria e non solo sui siti online. Secondo De Beers, i diamanti Lightbox a basso prezzo si rivolgono al settore degli accessori moda e non al mondo della gioielleria. I dati citati dalla testata americana, però, mettono in dubbio questa affermazione.

A ottobre De Beers ha annunciato un calo delle vendite di diamanti del 39% rispetto al trimestre, e del 44% rispetto a un anno fa. L’azienda ha indicato come causa l’incerta economia globale e le tensioni a Hong Kong. Eppure marchi come Bulgari non hanno riscontrato gli stessi problemi. Al contrario i gioielli del gruppo Lvmh si sono venduti di più. Insomma, vendere diamanti creati in laboratorio potrebbe essere stata una mossa poco previdente.
