Shopping in Cina
Shopping di gioielli in Cina

Gioielli e lusso, che cosa cambierà





Il mondo dei gioielli e, più in generale, del lusso, di fronte alle mutevoli tendenze della società e dei consumatori. Come andrà nei prossimi anni? A questa domanda cerca di rispondere il Global Luxury Brands Survey Report realizzato da Willis Towers Watson, società specializzata nella consulenza, brokeraggio e offerta di soluzioni per le imprese. Obiettivo della ricerca è stato, appunto, diradare la nebbia che avvolge un futuro oscurato dalle mode, dalle perturbazioni dell’economia, ma anche dalle conseguenze della pandemia. Per capirlo, Willis Towers Watson ha intervistato cento decision maker presso marchi retail di lusso in Europa, Stati Uniti e Asia, inclusi cinquanta brand del valore superiore a 250 milioni di dollari e quattordici oltre i 5 miliardi.

Shopping in Cina
Shopping in Cina

Il mondo del lusso sta cambiando e sono ben evidenti le macro tendenze di mercato che segnano il passo a cominciare dalla digitalizzazione, dove i marchi devono sfruttare il potere del digitale per ispirare e motivare i clienti e per parlare a una fascia demografica più giovane, anche se la maggior parte delle vendite continuerà in negozio. E poi la sostenibilità, la personalizzazione con sempre più contenuti ed esperienze su misura, le vendite in-country, perché è probabile che le limitazioni sui viaggi continuino. Da qui nasce un ritorno ai core value: i marchi si stanno rifocalizzando sulle proprie radici di qualità, artigianalità, design e attenzione ai dettagli per riaffermare la loro unicità e autenticità.
Alessandra Capua, Head of Fine Art, Jewellery and Specie, Europa ed Italia, di Willis Towers Watson

Alessandra Capua
Alessandra Capua

Secondo la ricerca, quindi, metà dei brand di lusso considera ancora la pandemia una sfida per la propria stabilità finanziaria, ma la maggioranza resta ottimista: il 70% crede di incrementare la redditività nel corso dei prossimi due anni. E questo nonostante la pandemia sia ancora un rischio: il 50% degli intervistati ha indicato la salute come uno tra i maggiori rischi per il successo finanziario e il 30% ha indicato l’abbandono dei beni di lusso e delle esperienze dal vivo nel periodo post-pandemia.

Shopping da Tiffany
Shopping di anelli da Tiffany

Una novità riguarda, invece, le vendite online: tutti gli analisti ritengono lo shopping sul web, compreso quello per i gioielli, un trend inarrestabile. Ma dal sondaggio di Willis Towers Watson emerge un quadro diverso: le vendite online potrebbero aver raggiunto un punto massimo. Quasi il 40% degli intervistati vede l’impennata delle vendite online come un’opportunità, ma la stragrande maggioranza non crede che in futuro sostituiranno le vendite in negozio. Anzi, l’81% prevede che le vendite online, in quanto parte del totale delle vendite, rimarranno le stesse. Una sensazione sbagliata dei manager aziendali? Oppure un’opinione dettata dall’esperienza diretta?

Shopping in Place Vendôme, Parigi
Shopping in Place Vendôme, Parigi

Di certo, la ricerca indica che il digitale continuerà a crescere e faciliterà il business. I brand stanno adottando tecnologie che miglioreranno la customer experience e faciliteranno le vendite: il 44% ha indicato i modelli di pagamento buy now pay later come la migliore opportunità di business, potenzialmente in grado di aumentare le vendite, mentre il 38% ha indicato il pay-by-link o altri metodi di pagamento alternativi.

Interno della boutique Graff
Boutique Graff

Infine, i grandi brand della gioielleria e del lusso considerano importante il fattore Esg, cioè governance ambientale, sociale e aziendale: quasi il 70% ha indicato la composizione del consiglio di amministrazione e la struttura del comitato di controllo tra i cinque maggiori rischi, assieme a biodiversità, cambiamento climatico e deforestazione (52%), gestione delle risorse idriche e scarsità d’acqua (50%). Legato a questo è il fatto che alcuni marchi stanno abbracciando per la prima volta il mercato second life (dell’usato) e stanno facendo accordi di marketing con i rivenditori.







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