I braccialettini Cruciani finiscono sulle pagine del più prestigioso quotidiano finanziario del mondo: il «Wall Street Journal». I laccetti colorati in macramè, con piccoli ricami che formano cuori o fiori, personaggi dei fumetti o semplicemente una trama, hanno fatto boom. Due anni fa sono stati lanciati sulle spiagge della Versilia. Ora sono al polso di 11 milioni di uomini e donne, dalle star come Belen e Alessia Marcuzzi, ai campioni del calcio. Risultato: l’azienda di Foligno, che qualche anno fa rischiava di chiudere, ora va a gonfie vele. Il 2013, secondo le previsioni, chiuderà con un fatturato a 28,7 milioni di euro, il doppio rispetto a al 2011. E tutto con bijoux che costano pochi euro (circa 5 di media). Insomma, tutto merito di quel mix tra accessorio e bracciale che la piccola azienda tessile ha saputo inventare. Tanto che ora i laccetti Cruciani si trovano in punti vendita sparsi per il mondo, anche negli Usa, come a Miami e Palm Springs. E ora sono in arrivo quelli in Paesi come Turchia e Libano: la previsione è di aprire entro 2 anni 400 nuovi store. Per Luca Caprai, amministratore delegato di Cruciani, una sfida che sembra appena iniziata. Federico Graglia
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