Si avvicina il Natale e Pomellato, brand italiano del gruppo Kering (Pinault) rinnova la sua linea di gioielli. I pezzi della collezione Tango (bracciali, orecchini e anelli), finora caratterizzata inizialmente da un sobrio abbinamento tra oro rosa e diamanti brown, si possono scegliere anche in oro rosa con diamanti icy e zaffiri rosa e arancio, tsavoriti, zaffiri verdi e azzurri. Insomma, un po’ di colore. I bracciali Tango di questo tipo costano 21mila euro. L’anello in oro rosa con diamanti icy, tsavoriti e zaffiri verdi e azzurri costa invece 11.400 euro.
Le Icone di Rosato
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Rosato, marchio di Bros Manifatture specializzato in bracciali, collane e ciondoli, introduce nuovi pezzi nel suo repertorio. Questa volta i charms della serie Icone comprendono cavallino, cuore, corno, lucchetto. Si scelgono a piacere in abbinamento con la propria collana: una lunga catena. I pendenti sono disponibile sia in versione dorata che color argento. Lucidatura, saldatura, incastonatura delle pietre sono fatte a mano, specifica Rosato. Che aggiunge un altro particolare: un ulteriore aspetto della artigianalità distintiva sta nella molteplicità dei trafori che non sono filigrana, ma angoli vivi, geometrie perfette che per realizzarle hanno bisogno dell’innovazione. Ecco immagini e prezzi della linea Icone. Giulia Netrese
Hafner vola sulle ali di Pegaso
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Una delle grandi firme della gioielleria italiana, Stefan Hafner, rinnova il proprio catalogo con una collezione che fa onore alla sua tradizione e conferma lo stile della Maison piemontese. La nuova collezione si chiama Pegaso, come il mitico cavallo volante ed è un’anteprima delle cinque linee che verrano lanciate nel 2016 ette ispirate alle costellazioni. In questo caso il volo è su un universo di colori, ognuno esprime un desiderio con pietre incastonate una vicina all’altra sugli anelli aperti: diamanti bianchi e brown, rubini, zaffiri, smeraldi, ma non solo, tutte a comporre una galassia stellare che è un piccolo cosmo di tonalità. Le pietre, tutte a taglio tondo, sono selezionate in abbinamenti vivaci oppure in gradazioni della stessa tonalità con una sola piccola gemma dalla tinta completante diversa, rottura. Per esempio, nella variante verde di diamanti, zaffiri e tsavoriti spunta una gemma rosa, oppure in quella con rubini, zaffiri arancio, diamanti bianchi e brown ecco qua e là piccole pietre nere. Un effetto di calore che è accentuato ulteriormente dalla montatura dell’anello, in oro rosa. I prezzi dipendono dalla combinazione di pietre ma vanno dai 4 mila ai 6 mila euro circa.
Da Mathon la tartaruga trasformista
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Creata negli anni Trenta a Parigi, a due passi dal Palais Royal, la Maison Mathon è una delle firme eccellenti della gioielleria francese. A VicenzaOro September, il brand parigino ha presentato un nuovo pezzo, nello stile che l’ha resa famosa. È la collezione Galapagos, che comprende una collana che si può trasformare in una spilla. È realizzata in oro bianco, 183 diamanti, due peridoti, sei tormaline verdi, due smeraldi, 52 calcedoni, una pietra di luna, 14 perle. Non male per un solo gioiello. La tartaruga è un animale presente dagli anni Trenta nel bestiario della Maison. A volte, il guscio della tartaruga è realizzato con un opale, altre volte con un pavé. La caratteristica impressionante del guscio di tartaruga gigante della collana Galapagos è la trasparenza e il colore, verde acqua con toni di menta, che evoca le mitiche coste delle isole al largo dell’Equador. Con lo stesso stile è realizzato anche l’anello Galapagos. Tormaline e peridoti sono stati scolpiti in modo da riprodurre la forma dell’animale, dando volume a un disegno delicato. Gli occhi della tartaruga sono di scintillanti smeraldi. Grazie a un sistema ingegnoso, il mandrino può essere portato sulla pietra luna centrale, come se la tartaruga stesse covando un prezioso uovo. Il corpo dell’anello, con diamanti incastonati, ricorda i coralli che ondeggia in balia delle onde.
Pochi lo sanno: ma la tennista Flavia Pennetta ha vinto un trofeo targato Tiffany. Da 25 anni, infatti, la Maison americana realizza il trofeo assegnato per gli US Open di Tennis Championship. Dal 1987 la prestigiosa coppa esce dalla bottega di Tiffany di Rhode Island. Maestri artigiani, fa sapere il brand di New York, utilizzano tecniche secolari di lavorazione, incisione e lucidatura, per creare i trofei. Le coppe di Flushing Meadows sono in argento sterling realizzato a mano, con lo stile di una coppa dell’amicizia, cioè un contenitore per condividere il contenuto, con le maniglie e un pinnacolo. Il trofeo assegnato a ciascun vincitore è inciso a mano con titolo dell’evento e anno, e il nome del tennista che lo riceve. Insomma, una specie di gioiello formato maxi.
I volti misteriosi di Francesca Villa
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Un anello incastonato di gemme preziose: è un design classico quello scelto da Francesca Villa per la sua nuova collezione, Le Follet. Ogni anello è sormontato da un grande cristallo di rocca a taglio cabochon, mentre il cerchio di metallo è di oro lucido, con una sfumatura rosa. Nella struttura che accoglie il cristallo di rocca sono incastonati rubini, ametiste, tzavoriti, zaffiri e diamanti dall’antico taglio a rosetta. Ma l’aspetto più sorprendente sono i visi di giovani donne di un passato remoto che si scorgono sotto la trasparenza della pietra. Possiamo svelare il mistero: sono ritagliati da Francesca Villa, tratti da tavole disegnate per il magazine francese Le Follet: Courier des Salons, pubblicato a Parigi a partire dal 1829. Sono, quindi, visi delle top model di un secolo e mezzo fa, ritratte con delicati tratti di inchiostro di china dagli illustratori della rivista. E ora rivivono una nuova stagione negli anelli della collezione. Per la cronaca: a VicenzaOro abbiamo visto in azione buyer giapponesi molto affascinati dalla creazione della designer italiana. F.G.
I ponti culturali di Maria De Toni
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Bisogna partire dal 1997, quando Maria De Toni fonda un movimento artistico: H.P.- Art. Obiettivo: contaminare l’economia con l’apporto di artisti e designer. Un progetto che è valso alla promotrice l’approdo tra i finalisti del Premio Guggenheim Impresa & Cultura anno 1998. Venti anni dopo, a Sandrigo, tra i marchi hanno reso celebre l’industria del gioiello dell’area di Vicenza, Maria De Toni cerca ancora di costruire ponti tra diversi mondi. In particolare, quelli della moda, della cultura e del gioiello. Oro, diamanti e gemme preziose sono i materiali su cui l’imprenditrice vuole legare diversi aspetti decorativi. Esempi citati sono la creazione del Gioiello per la Pace per l’Unesco nel 2000, oppure il libro e nella mostra del 2004 Le Vie dell’Oro – Vicenza, Venezia La Serenissima e l’Oriente (1404-2004) e nel gioiello Palladio e l’Oriente del 2008. Ma la multitasking designer non si ferma qui. Promuove anche un «nuovo Rinascimento tra Oriente e Occidente con la diffusione internazionale delle proprie collezioni di gioielli in oro di design contemporaneo ad alto valore stilistico, arricchite da nuove linee glamour grazie alla recente acquisizione del marchio storico Auritalia». G.N.
I primi 10 anni brillanti di Messika
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Valerie Messika ha avuto la fortuna di crescere con un padre che era un protagonista nel commercio dei diamanti. Non stupisce, quindi, che abbia fatto tesoro della sua esperienza e che sia riuscita a metterla a frutto. Nel 2005 ha così fondato la Maison che porta il suo nome: dieci anni dopo può ben dire di aver fondato un piccolo impero che ha per sudditi le pietre più affascinanti del mondo. Le sue collezioni fanno un grande e oculato uso dei diamanti, scelti per forma e qualità con un’assoluta esperienza che pochi possono vantare. Non solo: Valerie Messika, con la sua boutique in rue Saint-Honoré, a Parigi, ha messo a punto anche uno stile proprio, aspetto non secondario nell’affollato settore della gioielleria che utilizza le gemme per comporre gioielli. La designer utilizza i diamanti in una varietà di tagli che spesso sono collegati senza che sia visibile alcun supporto che unisce le pietre. Come in questi gioielli che celebrano, nel modo più appropriato, i primi dieci anni di un brand che ci stupirà ancora a lungo. M.d.B.
Cinque pezzi imperiali per Chopard
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Sul red carpet del Festival del cinema di Venezia non sfilano solo i divi: anche ai gioielli di Chopard è stato è riservato un posto d’onore. Il brand di Ginevra ha lanciato cinque nuovi pezzi di alta gioielleria, che allargano la sua celebre collezione Imperiale. La capsule collection Empress Jewellery Box comprende un orologio, orecchini, anello, collana e diadema. Secondo la Maison, si tratta di un set imprescindibile per ogni imperatrice moderna che si rispetti. Meglio adeguarsi in fretta, quindi… Sull’orologio-gioiello compare la silhouette Imperiale tracciata con diamanti su un quadrante di madreperla, mentre i gioielli utilizzano oro rosa e ametiste. La collezione Imperiale, lanciata nel 2011, è ispirata ai motivi iconografici dell’impero romano. Un regno del lusso, forse un po’ hollywoodiano. Di sicuro con l’aspetto raffinato della top model Hilary Rhoda, volto della prossima campagna pubblicitaria di Chopard, affidata alla coppia di fotografi Luigi & Iango. Per la cronaca, durante la presentazione a Venezia, Hilary Rhoda ha indossato l’anello e il diadema. E, sempre per la cronaca, alla cena di presentazione dei nuovi pezzi di gioielleria, erano presenti Caroline Scheufele, co-presidente di Chopard, l’attrice francese Juliette Binoche, ed Elettra Wiedemann, nipote di Ingrid Bergman alla cui vita è stato dedicato un film. G.N.
Gli elaborati fiori di Fiorella
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Nella sua gioielleria Orolò di San Giovanni Valdarno, nel cuore dell’Aretino, una delle aree dell’oreficeria italiana, Fiorella Cappelli si ingegna a coniugare la tecnologia 3D con il desiderio di creare qualcosa di nuovo. «Nella mia giovinezza ho comincio a lavorare nel settore della gioielleria. Io presto amato gioielli e da allora non ho mai cambiato. Tutta la mia vita è stata in gioielleria. Durante tutti questi anni ho visto tanti cambiamenti: la moda, aumento e la diminuzione di oro e argento prezzo, tecnologie, modo di marketing, nuova apertura per l’esportazione dei paesi, le crisi», dice di sé la designer. «Ogni volta è come ricominciare tutto da capo, ma di fondo, più riconoscere, l’esperienza acquisita rende possibile lo sviluppo di più, se avete una mente aperta». La sua esperienza ha portato quindi la designer a sviluppare e produrre in 3D: «Offre una grande opportunità per fare i disegni diventano realtà; devi quasi nessun limite alla fantasia. Si possono raggiungere dimensioni, forme e dettagli impossibili solo fino a ieri con qualsiasi altro tipo di produzione». Il risultato sono gioielli in oro o argento, come questa collana o questo bracciale, realizzati con una elaborata tecnica produttiva, con ricami e decorazioni leggere e ricche. Volute e forme fiorite si intrecciano con una studiata arte orafa.
Sull’arcobaleno con Roberto Marroni
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Roberto Marroni da oltre 30 anni è diventato un simbolo della gioielleria che ha sposato la moda. «L’arte, il design, echi del passato e la natura sono fondamentali per creare il mio lusso decorazioni, per diventare un esclusivo gioiello», dice lui. È figlio d’arte: il padre aveva aperto un negozio di monili in Umbria, negli anni Cinquanta. Un imprinting che lo ha portato sino a Valenza, dove ha sede il suo laboratorio e dove ha fondato Marroni Design, il brand che accompagna le sue creazioni in giro per il mondo.
Nella migliore tradizione del distretto piemontese del gioiello, le sue proposte sono naturalmente legate a materiali come l’oro e a pietre preziose come i diamanti, ma anche alle gemme colorate. Come la collana presentata a VicenzaOro September, che raccoglie come in un arcobaleno diverse tonalità e tipologie di pietre. Oppure come il classico anello Infinito, in oro rosa e diamanti, dove la ricerca della forma ha dato vita a un oggetto dal disegno inconfondibile e allo stesso tempo lineare.
I suoi gioielli si trovano in molte prestigiose vetrine internazionali e su selezionate piattaforme digitali, come Barney’s New York, Luisaviaroma, Joyce-Hong Kong, Matches Fashion London, Mytheresa, Amazon Uk, Secret Location – Vancouver, Illum – Copenaghen, Barney’s Japan – Tokyo, oltre in selezionate boutique in tutto il mondo.
Il piccolo mondo di Simona Elia
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Dalla Sicilia con colore: Simona Elia interpreta la gioielleria come fosse il regno della scultura. E riporta nei piccoli oggetti che servono a completare l’aspetto di una donna il colore vivace dell’isola in cui vive, assieme alle forme esuberanti della natura. Il suo brand si chiama Fancs V. Il risultato sono cascate di pietre preziose che servono a far posare grandi farfalle dalle ali rosso fuoco, o petali di una orchidea su cui si trova una rana d’oro che tende l’agguato a una libellula con il dorso e le ali ricoperte da piccoli diamanti. La cosa buffa è che la designer non è affatto integrata nel mondo di cui giocoforza diventa parte: «Esattamente non amo il mondo del gioiello poiché è facile riconoscervi al suo interno molto fumo e poca sostanza se si toglie quella puramente economica», sostiene. «Ogni gioiello è un’ esperienza tattile e visiva da vivere senza alcuna fretta… un inno allo slow living per comprendere che madre natura è l’ unica vera creatrice che da lei, dai suoi colori, dalle sue imperfezioni noi ritroviamo il nostro equilibrio interiore».
Antonini in B&W
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Si chiama Black & White, ma l’ultima collezione di Antonini è in realtà una lunga variazione sulla tonalita dell’oro: quello, bianco naturale. Il metallo, infatti, è lasciato del suo colore senza la rodiatura bianca e successivamente satinato. Il risultato è una nuance di colore innovativa, morbida, che contrasta con il bianco e il nero del pavé di diamanti. Lo stile è quello classico di Antonini, con geometrie morbide. In questo caso ovali che si intrecciano e diventano orecchini, pendenti e anelli. Le catene si sdoppiano in maglie diverse di due colori, nero e bianco. Il colore dell’oro satinato accentua le forme curve mentre il motivo degli ovali ricoperti di pavé bianco e nero richiama le forme optical degli anni Settnta, ma rivisitati. E il concetto di black&white? Il motivo c’è: la collezione è disponibile con uno o due elementi in pavé di diamanti neri o bianchi. Ecco immagini e prezzi. Giulia Netrese
Quel corallo è un Myto
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Non è una novità che i gioiellieri italiani, in particolare del distretto napoletano, siano maestri nell’arte del corallo. È, invece, una novità la collezione Myto di De Simone, presentata a VicenzaOro September. Si tratta di una espansione della collezione Icon presentata a gennaio 2015. L’ispirazione iniziale, raccontano in azienda, nasce dalle grandi icone dell’eleganza Made in Italy: Sofia Loren, Anna Magnani, Silvana Mangano. Cioè stile, eleganza, nostalgia retrò per gli anni Cinquanta. E bisogna aggiungere che in quegli anni il corallo era un must irrinunciabile. Ore è tornato prepotentemente di moda, e in questa collezione è abbinato a perle e turchesi, con brillanti e pietre preziose. Insomma, quanto fa di un gioiello una preziosa testimonianza di capacità artigianale, oltre che un oggetto di valore. Ecco un paio di immagini della collezione Myto, assieme a quelle della collezione Icon. Lavinia Andorno
Trovare Gioia con Morellato
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Morellato ama definire i suoi gioielli con il termine di bridge, ponte. Cioè non sono gioielli di alta gamma, ma nemmeno easy to wear, cioè a (eccessivo) basso prezzo. In questa terra di mezzo nascono le collezioni autunno-inverno 2015 del brand veneto. Tra le nuove linee in su questa pagina presentiamo la collezione Gioia, che comprende pendenti, collane, girocolli, braccialetti e orecchini che hanno la forma di piccole foglie stilizzate e sono decorate da cristalli e perle naturali. Gioielli che sembrano più di quanto sono e, forse, è proprio questo l’effetto che voleva ottenere Morellato. Il tono liftato della collezione diventa un po’ più aggressivo con gli orecchini versione ear cuff. Il materiale utilizzato è l’acciaio, sia in versione naturale che con pvd per rendere il colore dell’oro rosa. I prezzi vanno dai 69 ai 119 euro.
Sinfonia in blu di Recarlo
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L’autunno è blu per Recarlo. Il brand di gioielli ha presentato a Milano le sue novità, che sono legate un colore: il Bleu Royal. Il colore, spiegano da Recarlo, «rispecchia la personalità del brand e diventa fonte di ispirazione per un’eleganza aristocratica attraverso la quale la Maison Recarlo racconta la sua regalità e le sue radici piemontesi». Sembra un’allusione alle tradizioni savoiarde del Regno del Piemonte, quello che poi si estese fino a diventare il Regno d’Italia. Ma questo, forse, è un’eccessiva estensione storica della scelta di considerare il blu come colore simbolo, anche perché la tonalità di Casa Savoia è l’azzurro. In ogni caso, la sfumatura scelta è tra il blu pervinca e il pavone. E anche quella dello zaffiro blu, presentato nel taglio più antico che si conosca, quello del cabochon alternato ai tagli con sfaccettature. Anche nel caso della forma si parte da radici lontane, visto che prende ispirazione dai quadri del Quattrocento. Premesso questo, il Bleu Royal è declinato in diverse collezioni: Solitario Anniversary, che fa storia a sé, più Square, Parentesi e Tattoo.
Oggi vi mostriamo le immagini di due di queste: la collezione Anniversary e Parentesi. La prima, come si può dedurre dal nome, è evocativa della storia e dei valori della Maison, oltre che del suo fondatore, Carlo Re: tradizione, bellezza, cura della lavorazione, qualità dei diamanti e innovazione. La collezione Anniversary fa dell’incastonatura a cuore il suo elemento distintivo. E l’anello Anniversary Bleu Royal evoca un momento specifico nella vita del gioielliere: l’acquisto del suo primo zaffiro, che resta incantato davanti ad una pietra straordinaria, completamente diversa, uno zaffiro blu di Ceylon da 1,63 carati, diventata per lui fonte di ispirazione. L’anello Anniversary Bleu Royal è un pezzo unico per celebrare, attraverso la forma più iconica della maison, l’essenza del marchio e la sua capacità di reinventarsi costantemente, mantenendo sempre una forte identità. È realizzato in oro grey, proprio per esaltare le nuance cromatiche dello zaffiro. Ne esiste un solo esemplare.
Anche nella collezione Parentesi il protagonista è lo zaffiro cabochon, ellittico, dai volumi pieni. La pietra è contornata da diamanti incastonati su oro bianco che, a loro volta, sono racchiusi in un perimetro di zaffiri sfaccettati accolti da castoni con le punte rodiate di nero: un dettaglio che enfatizza la nuance cromatica dello zaffiro blu. Un abbinamento che esalta tutte e due le gemme, mostra la sua preziosità, ma in modo discreto, elegante.
La Premiere 2 di Annamaria Cammilli
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Uno dei brand più affermati del design della gioielleria fiorentina, Annamaria Cammilli, ha rinnovato una delle sue collezioni più voluttuose: Premiere. Lanciata nel 2014 e rinnovata nel 2015 con nuovi bracciali e collier, la linea si ispira ai petali di grandi fiori dalle forme sinuose. All’interno della piega delle foglie è incastonato un diamante dal taglio a goccia. Il design dei gioielli è morbido, rotondo, con una lucentezza che è aggiunta anche dalla cornice di brillanti sui perimetri di tutti i gioielli, come fossero gocce di rugiada posate sui petali. Molti pezzi di questa linea comprendono anche elementi mobili, che aggiungono preziosi scintillii. L’oro è proposto in sei differenti tonalità, ottenute con l’utilizzo di speciali leghe. Il risultato è una nuance che caratterizza il marchio, con speciali sfumature di oro, come quella color albicocca. Nello stile del brand toscano, la lavorazione dell’oro punta anche sui contrasti tra metallo lucido e opaco. M.d.B.
Un giallo per Gucci
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Non troverete nel catalogo Gucci questi tre pezzi di alta gioielleria: il brand italiano del gruppo Kering realizza questo set solo su richiesta. Ma dargli un’occhiata non costa nulla. Il set comprende collana, bracciale e orecchini. I gioielli sono composti con oro giallo, diamanti, e una varietà di berillo Eliodoro (una pietra che nella versione azzurra è chiamato acquamarina). È una pietra di colore giallo scuro, con riflessi dorati. Una scelta che concorre a rendere ancora più caldo l’insieme dei gioielli. Le forme dei tre pezzi sono geometriche e al centro della collana è posta una pietra da 36,2 carati di forma squadrata, con a fianco due diamanti bianchi. Gli orecchini sono composti da una cascata di 100 diamanti bianchi, che terminano da due gemme da 17,2 carati di berillo, sfaccettato per aumentare la lucentezza. Un buon esempio di raffinatezza coniugata al lusso. M.d.B.
Gioielli e tappeti rossi, cene di gala e pietre preziose, famosi brand del lusso e attori: il festival del Cinema di Venezia è anche mondanità, come dimostra il gala The Fashionable Lampoon per la festa del film L’attesa, con Tiffany protagonista. Tra gli ospiti, più o meno ingioiellati, il modello spagnolo Jon Kortajarena, Luca Argentero, il fotografo Michael Avedon, Arisa, Candela Novembre, Fiammetta Cicogna, Roberta Ruiu, Antonius von Furstenberg con Matilde Borromeo, Francesca Versace con Christopher Leoni, Eleonora Carisi, Ginevra Rossini, Malika Ayane, Nathalie Dompé, Syria, Teresa Missoni, Vera e Viola Arrivabene e Umberta Gnutti Beretta. All’interno di Palazzo Pisani Moretta, con una facciata vestita di Tiffany Blue per l’occasione, la cena attorno a una tavola d’oro specchiata, riflessa dalla luce di preziosi candelabri (vedete le immagini in questa pagina), con indosso i gioielli Victoria, Bow e Infinity di Tiffany, collezioni storiche reinterpretate dalla design director Francesca Amfitheatrof, mixate ad altre collezioni storiche. Un evento unico, sulle note dell’esibizione live di Arisa, dell’inedito brano Keep on Shining (Lampooners feat. Esther Oluloro) e del DJ set di Sergio Tavelli. Dal Canal Grande a Venezia Lido. E non è finita: si annunciano altri party ingioiellati… M.d.B.
Dove fa rotta Zancan
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L’azienda veneta Zancan sente probabilmente di portare con sé l’eredità dei dogi, del commercio e della navigazione che per secoli hanno fatto grande Venezia. Gran parte delle sue collezioni sono ispirate in qualche modo a strumenti nautici, simboli maschili per eccellenza, tra avventura e fantasia di conquista. Una delle linee più gettonate si chiama Black Magic, ora rivisitata, che ha come segno stilistico più forte la classica Rosa dei venti. La serie di pendenti è ora proposta in una nuova concezione, con una forma ridisegnata e anche double face, in oro 18 carati, diamanti bianchi e neri, tutto realizzato a mano in Italia. La collezione vanta un particolare tocco di originalità: i diamanti neri sono infilati, non incastonati. Zancan ha sede a Ponte di Nanto (Vicenza) in un edificio moderno costruito attorno a un vecchio albero di ulivo. Il brand è nato nel 1990, ma è nel 2001 che il fondatore, Robertino Zancan, le dà l’impronta attuale, con una forte spinta nel segmento della gioielleria maschile. F.G.