bobdil

Arrivano i gioielli stampati in 3D

Gioielli fatto con lo stampino. Anzi, con la stampante. Quella che sembra una provocazione è, invece, un business. A proporlo è .exnovo (si scrive proprio con il putno davanti), marchio trentino legato alla realizzazione di prodotti di design (illuminazione, arredo, oggettistica) con tecnologie 3D Printing. Cioè con speciali stampanti capaci di sfornare oggetti in  tre dimensioni. L’azienda è del designer Ignazio Pomini:.exnovo distribuisce in Italia i prodotti Foc (Freedom of creation), società olandese conosciuta per l’utilizzo delle più avanzate tecnologie di 3D Printing unite ad una creatività anticonvenzionale. Ora la società trentina lancia i bijouets di .exnovo: sculture digitali oggetti e complementi d’arredo prodotte attraverso tecnologie di stampa 3D. La produzione include collane e bracciali (in rosso, blu, verde, viola, melanzana e nero) sempre made in Italy e in 3D printing.

Quei diamanti sono Hardcore

[wzslider autoplay=”true”]Roba tosta per gente tosta, un po’ metallica, decisamente hipster. Perché la gioielleria percorre anche le strade del nuovo gusto, per un pubblico giovane e trendy. È il caso di Philipp Plein, marchio che nasce a Monaco nel 1998 dalla mente creativa

dell’omonimo designer e titolare della maison svizzera con headquarters ad Amriswil, vicino a Zurigo. Oggi, oltre ai gioielli, ha in catalogo anche linee di abbigliamento, accessori e interior-design. Sempre legati dallo stile ludico e irriverente: un lusso per chi non teme di stare fuori dagli schemi classici. Se il designer è svizzero, però, la realizzazione dei pezzi è rigorosamente italiana, con gioielli che mostrano un uso insolito di materie preziose, accostate a dettagli originali.

Ora Philipp Plein propone le nuove creazioni della collezione Hardcore Diamonds per la primavera/estate 2013. I pezzi sono già disponibili in edizione limitata nei flagship store sparsi nel mondo. Hardcore Diamonds Collection si compone di collier, catene, bracciali anche over-size, anelli e gemelli. Tutto made in Italy. Fantasiosi i soggetti: ci sono persino teschi in pavé di cristalli, per chi ama l’ironia e un lusso.

Philipp Plein ha showroom a Milano, Düsseldorf e Hong Kong. I gioielli sono distribuiti nelle boutique e nei department store a Monte Carlo, Vienna, Mosca, Kitzbühel, Cannes, Saint-Tropez, Forte dei Marmi, Düsseldorf, Marbella, Baku, St. Pietroburgo, Milano, Seoul, Dubai e Macao.

Bulgari perde la testa

Michael Burke
Michael Burke

Cambio della guardia nel gruppo Lvmh. Michael Burke,  direttore generale di Bulgari, è salito al più alto gradino della scala manageriale: diventa, infatti, amministratore delegato di Louis Vuitton, la griffe di punta del colosso francese. Prende il posto di Jordi Constans, che lascia «per problemi di salute». Burke è entrato in Lvmh nel 1986, e dal febbraio 2012 si era occupato di Bulgari, dopo il passaggio di proprietà del brand italiano sotto il cappello francese. Bulgari, insomma, si trova nel giro di un anno a cambiare per la seconda volta la propria guida. In precedenza Burke era stato direttore di Fendi, dopo una carriera in Dior e Vuitton. Costans era salito alla testa di Vuitton solamente nel novembre 2011, al posto di Yves Carcelles, che invece aveva guidato la maison per ben 22 anni. Chi prenderà il posto di Burke nell’azienda di gioielli? F.G.

English flagBulgari loses his head
Changing of the guard in the LVMH group. Michael Burke, CEO of Bulgari, climbed to the highest rung of the managerial ladder: it becomes, in fact, CEO of Louis Vuitton, the brand’s flagship French giant. He replaces Jordi Constans, which leaves “due to health problems.” Burke joined LVMH in 1986, and since February 2012 it was occupied by the Bulgarians, after the change of ownership of the Italian brand in the French hat. Bulgari, in short, is located in the space of a year for the second time to change their driving. Previously, Burke was director of Fendi, after a career in Dior and Vuitton. Constans had risen to the head of Vuitton only in November 2011, replacing Yves Carcelles, which instead had led the House for 22 years. Who will take the place of Burke holding of jewelry?

France flagBulgari perd la tête
Changement de la garde dans le groupe LVMH. Michael Burke, directeur général de Bulgari, a grimpé au plus haut échelon de l’échelle de gestion: il devient, en fait, PDG de Louis Vuitton, fleuron du géant français de la marque. Il remplace Jordi Constans, qui laisse “en raison de problèmes de santé.” Burke rejoint LVMH en 1986, et depuis Février 2012, elle fut occupée par les Bulgares, après le changement de propriétaire de la marque italienne dans le chapeau français. Bulgari, en bref, est situé dans l’espace d’une année pour la deuxième fois à modifier leur conduite. Auparavant, Burke était directeur de Fendi, après une carrière dans Dior et Vuitton. Constans était passé à la tête de Vuitton seulement en Novembre 2011, en ​​remplacement d’Yves Carcelles, qui avait conduit à la place de la Chambre depuis 22 ans. Qui va prendre la place de Burke tenue de bijoux?

German flagBulgari verliert den Kopf
Wachablösung in der LVMH-Gruppe. Michael Burke, CEO von Bulgari, kletterte auf den höchsten Sprosse der Führungsleiter : es wird in der Tat, CEO von Louis Vuitton, das Flaggschiff der Marke Französisch Riese. Er ersetzt Jordi Constans, die Blätter “wegen gesundheitlicher Probleme.” Burke trat LVMH im Jahr 1986, und seit Februar 2012 wurde er von den Bulgaren besetzt, nach der Änderung der Eigentumsverhältnisse der italienischen Marke in der Französisch-Hut. Bulgari, kurz gesagt, in der innerhalb eines Jahres zum zweiten Mal ihre Fahr ändern entfernt. Zuvor war Burke Direktor Fendi, nach einer Karriere in Dior und Vuitton. Constans hatte, um den Kopf des Vuitton nur im November 2011 gestiegen ist, ersetzt Yves Carcelles, die stattdessen das Haus 22 Jahre lang geführt hatte. Wer wird den Platz von Burke nehmen Besitz von Schmuck?

Russian flagBulgari теряет голову
Смена караула в группе LVMH. Майкл Берк, генеральный директор Bulgari, поднялся на высшую ступень управленческой лестницы: она становится, по сути, главный исполнительный директор Louis Vuitton, флагман французского гиганта бренда. Он заменяет Jordi Констант, который оставляет “из-за проблем со здоровьем.” Берк присоединился LVMH в 1986 году, и с февраля 2012 она была оккупирована болгар, после смены собственника итальянской марки во французском шляпе. Bulgari, короче говоря, находится в пространстве в год во второй раз, чтобы изменить их вождения. Ранее Берк был директором Fendi, после карьеры в Dior и Vuitton. Констант дослужился до главы Vuitton только в ноябре 2011 года, заменив Yves Carcelles, который вместо этого возглавлял Дом в течение 22 лет. Кто займет место Берк проведения ювелирных изделий?

S’Agapò, di acciaio sarò

[wzslider]Low cost, ma senza perdere qualità. È l’obiettivo di S’Agapõ, brand italiano di gioielleria del gruppo Bros Manifatture, nato nel 2008. I gioielli sono realizzati in acciaio 316L, pvd oro e cristalli, e sono pensate per un pubblico giovane, creativo e alla moda. I materiali consentono di puntare sul design, ma a prezzi contenuti: il cosiddetto easy-to-wear sia per l’uomo che per la donna. Le campagne pubblicitarie hanno visto la partecipazione di della modella Melita Toniolo. Ora S’Agapõ lancia una nuova linea dedicata all’uomo.

Di Caprio evangelizza De Beers

Leonardo Di Caprio batte De Beers? I maligni hanno accolto così la notizia del Responsible Jewellery Council, associazione per l’etica nel mondo dei preziosi, secondo cui il Gruppo De Beers, leader nella produzione di diamanti, ha ottenuto la certificazione che attesta i più elevati standard etici, sociali e ambientali stabiliti dal RJC. De Beers era finita nel mirino dei critici dopo il film «Blood Diamonds», anche se per la verità il colosso dei diamanti non era nominato né coinvolto nella vicenda raccontata.

Leonardo Di Caprio nel film Blood Diamonds
Leonardo Di Caprio nel film Blood Diamonds

In molti, però, avevano associato i traffici illeciti nell’ambiente del commercio dei diamanti, raccontati nella pellicola, con il maggiore gruppo minerario. Cosa che non è andata giù ai manager della De Beers. «La valutazione positiva della verifica è stata condotta da Firouzeh Siavoshi di SGS, società di revisione indipendente accreditata presso Responsible Jewellery Council», ha precisato Michael Rae, ceo di RJC. Il Responsible Jewellery Council è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riunisce più di 400 aziende. I suoi membri sono impegnati a promuovere principi etici, i diritti umani, sociali e ad adottare pratiche ambientali in modo trasparente e responsabile di tutto il settore della gioielleria, dalla miniera al vendita al dettaglio.

Miniera di diamanti in Africa
Miniera di diamanti in Africa

L’obiettivo è rafforzare la fiducia dei consumatori in diamanti, oro e platino, nonché  nei prodotti di gioielleria.I membri del RJC sono controllati da revisori accreditati, che verificano la conformità con il Codice etico stabilito.De Beers fa parte (dal 2012) del gruppo Anglo American. Fondata nel 1888, De Beers è leader a livello mondiale nell’estrazione e nel commercio di diamanti. Impiega circa 16mila persone in tutto il mondo ed è il più grande produttore mondiale di diamanti per valore, attivo in Botswana, Canada, Namibia e Sud Africa. F.G. 

Diamanti
Diamanti grezzi

Qui il trailer del film http://youtu.be/m2uXlxNZCs4

 

 

ukDiCaprio evangelizes De Beers

Leonardo DiCaprio beats De Beers ? The malicious welcomed the news that the Responsible Jewellery Council, an association for ethics in the world of precious metals, according to which the De Beers Group, a leader in the production of diamonds, has obtained certification that attests to the highest standards of ethical, social and environmental established by the RJC. De Beers had come under the scrutiny of critics after the film ” Blood Diamonds “, even though the reality is the giant diamond was not nominated nor involved in the story telling. In many, however, were associated with trafficking in the trade of diamonds, recounted in the film, with the largest mining group. Thing that did not go down to the manager of De Beers. ” The positive evaluation of the audit was conducted by Firouzeh Siavoshi SGS, an independent auditing firm accredited by the Responsible Jewellery Council,” stated Michael Rae, RJC ‘s CEO. The Responsible Jewellery Council is an international non -profit organization that brings together more than 400 companies. Its members are committed to promoting ethical principles, human rights, social and environmental practices to adopt transparent and accountable manner throughout the jewelery industry from mine to retail. The objective is to strengthen consumer confidence in diamonds, gold and platinum, as well as in jewelery products. Members of the RJC are audited by accredited, that verify compliance with the Code of Ethics established. De Beers is part (since 2012) of the Anglo American group. Established in 1888, De Beers is the world’s leading extraction and trade of diamonds. It employs about 16 thousand people around the world and is the world’s largest producer of diamonds by value, active in Botswana, Canada, Namibia and South Africa.

france-flagDiCaprio évangélise De Beers

Leonardo DiCaprio bat De Beers ? Le malveillant a accueilli les nouvelles que le Responsible Jewellery Council, une association pour l’éthique dans le monde des métaux précieux, selon laquelle le groupe De Beers, un chef de file dans la production de diamants, a obtenu la certification qui atteste des normes les plus élevées de l’éthique, social et environnemental établi par le RJC. De Beers était venu sous le contrôle de critiques après le film ” Blood Diamonds “, même si la réalité est le diamant géant n’a pas été nommé ni impliqué dans la narration. Dans beaucoup, cependant, ont été associés à la traite dans le commerce des diamants, a raconté dans le film, avec le plus grand groupe minier. Chose qui ne va pas vers le gestionnaire de De Beers.

” L’évaluation positive de la vérification a été effectuée par Firouzeh Siavoshi SGS, un cabinet d’audit indépendant accrédité par le Responsible Jewellery Council », a déclaré Michael Rae, chef de la direction de RJC. Le Responsible Jewellery Council est une organisation internationale à but non lucratif qui regroupe plus de 400 entreprises. Ses membres se sont engagés à promouvoir les principes éthiques, les droits humains, les pratiques sociales et environnementales à adopter de manière transparente et responsable dans l’industrie de la bijouterie de la mine au détail. L’objectif est de renforcer la confiance des consommateurs dans les diamants, l’or et le platine, ainsi que dans les produits de bijoux. Les membres du RJC sont vérifiés par accrédité, que vérifier la conformité avec le Code de déontologie établie. De Beers est partie ( depuis 2012 ) du groupe Anglo American. Fondée en 1888, De Beers est la première extraction et le commerce mondial de diamants. Elle emploie environ 16 mille personnes à travers le monde et est le plus grand producteur mondial de diamants en valeur, actif au Botswana, Canada, Namibie et Afrique du Sud.

german-flagDiCaprio evangelisiert De Beers

Leonardo DiCaprio schlägt De Beers ? Der bösartige begrüßte die Nachricht, dass die Responsible Jewellery Council, eine Vereinigung für Ethik in der Welt der Edelmetalle, nach der die De Beers -Gruppe, ein führendes Unternehmen in der Produktion von Diamanten, hat die Zertifizierung, die zu den höchsten Standards der ethischen, sozialen und ökologischen bestätigt erhalten vom RJC etabliert. De Beers hatte unter der Kontrolle der Kritiker nach dem Film “Blood Diamonds” zu kommen, auch wenn die Realität ist der riesige Diamant wurde nicht nominiert, noch in der Erzähl beteiligt. In vielen, jedoch wurden mit Menschenhandel auf den Handel mit Diamanten zugeordnet ist, erzählt in dem Film, mit dem größten Bergbaukonzern. Sache, die nicht nach unten gehen hat mit dem Manager von De Beers.

“Die positive Bewertung der Prüfung wurde von Firouzeh Siavoshi SGS, einer unabhängigen Wirtschaftsprüfungsgesellschaft von der Responsible Jewellery Council durchgeführt “, erklärte Michael Rae, CEO der RJC. Die Responsible Jewellery Council ist eine internationale Non-Profit- Organisation, die mehr als 400 Unternehmen zusammenbringt. Seine Mitglieder sind für die Förderung ethischer Prinzipien, Menschenrechte, Sozial-und Umweltpraktikentransparent und rechenschafts Weise in der gesamten Schmuckindustrie verabschieden von meinen den Einzelhandel verpflichtet. Ziel ist es, das Vertrauen der Verbraucher in Diamanten, Gold und Platin, sowie in der Schmuck Produkte zu stärken.

Mitglieder des RJC werden von akkreditierten Prüfungsgesellschaft, dass die Einhaltung des Code of Ethics überprüfen etabliert. De Beers ist Teil (seit 2012) der Anglo American -Gruppe. 1888 gegründet, ist De Beers der weltweit führenden Extraktion und Handel von Diamanten. Es beschäftigt rund 16.000 Menschen auf der ganzen Welt und ist der weltweit größte Produzent von Diamanten nach Wert, in Botswana, Kanada, Namibia und Südafrika aktiv.

flag-russiaДи Каприо евангелизирует De Beers

Леонардо Ди Каприо бьет De Beers ? Вредоносный приветствовали новость о том, что Ответственный Ювелирные Совет,ассоциация этики в мире драгоценных металлов, в соответствии с которым De Beers Group, лидер в производстве алмазов, получил сертификат, удостоверяющий самым высоким стандартам этического, социального и экологического устанавливается РЕК. De Beers пришла под пристальным вниманием критиков после фильма “Blood Diamonds “, хотя реальность такова, гигантский алмаз не был номинирован ни участие в рассказом. Во многих, однако, были связаны с торговлей в торговле алмазами, рассказывается в фильме, с самым большим горнодобывающей группы. Вещь, которая не пошел к менеджеру De Beers.

” Положительная оценка аудита было проведено Firouzeh Siavoshi SGS, независимой аудиторской фирмой, аккредитованной Ответственного Ювелирные изделия Совета “, заявил Майкл Рей, генеральный директор RJC в. Ответственный Ювелирные Совет является международной некоммерческой организацией, которая объединяет более 400 компаний. Ее члены привержены содействию этические принципы, права человека, социальные и экологические практики принять прозрачным и подотчетным всей ювелирной промышленности из шахты в розницу. Цель состоит в том, чтобы укрепить доверие потребителей к алмазов, золота и платины, а также в ювелирных изделий. Члены РЕК проверяются аккредитованным, что проверки соблюдения Кодекса этики установлено. De Beers является частью ( с 2012 года ) из англо американской группы. 1 888 Основанная года De Beers ведет мировую добычу и торговлю алмазов. В нем занято около 16 тыс. человек по всему миру и является крупнейшим в мире производителем алмазов по стоимости, активность в Ботсване, Канаде, Намибии и Южной Африке.

Nomination raddoppia a Dubai

[wzslider]Da Sesto Fiorentino a Dubai. La strada di Nomination è lunga. L’azienda toscana ha allargato il proprio orizzonte con un nuovo punto vendita in Medio Oriente. Il nuovo store di Dubai, d’altra parte, è solo la conferma del successo di Nomination negli Emirati: è, infatti, il secondo nella città araba. Inaugurato all’interno della nota Gallerie Lafayette nell’Arabian Mall, il negozio è stato realizzato seguendo l’ormai classico format di Nomination in tutto il mondo, con i colori del brand: bianco, nero con dettagli in giallo. Lo stile è stato adattato alle esigenze culturali e logistiche del Paese che ospita il monomarca.

Il nuovo store segue quelli sparsi in tutto il mondo: l’azienda, infatti, da tempo punta sul Medio Oriente. Negozi Nomination sono già stati aperti (mono o bimarca) a Kuwait City, Daharan, Beirut e Riyad. Le location sono scelte privilegiando sia gli shopping center qualificati, sia le vie commerciali dei centri delle città. Ma l’azienda di gioielleria non dimentica la sua patria di origine. Lo scorso settembre ha infatti apert un monomarca a Firenze. E nuove inaugurazioni sono previste per il 2013. F.G.

ukNomination in Dubai

Da Sesto Fiorentino in Dubai. The road is long Nomination. The Tuscan company has broadened its horizons with a new store in the Middle East. The new store in Dubai, on the other hand, is only a confirmation of the success of the UAE Nomination : it is, in fact, the second in the Arab town. Opened in the note nell’Arabian Mall Galleries Lafayette, the store has been built according to the classic format of Nomination in the world, with the brand colors : white, black with yellow details. The style was adapted to the cultural needs and logistics of the country that is home to the brand.

The new store follows those around the world : the company, in fact, from time rush on the Middle East. Nomination stores have already been opened (mono or bimarca ) in Kuwait City, Daharan, Beirut and Riyadh. The locations are chosen emphasizing both shopping centers qualified, and the shopping streets of the city centers. But the business of jewelry does not forget his country of origin. Last September, in fact apert a store in Florence. And new openings are planned for 2013.

france-flagNomination à Dubaï

Da Sesto Fiorentino à Dubaï. La route est longue pour Nomination. La société toscane a élargi ses horizons avec un nouveau magasin dans le Moyen-Orient. Le nouveau magasin à Dubaï, d’autre part, n’est qu’une confirmation de la réussite de la mise en candidature des EAU : il est, en effet, la seconde dans la ville arabe. Ouvert dans la note nell’Arabian Mall Galleries Lafayette, le magasin a été construit selon le format classique de nomination dans le monde, avec les couleurs de la marque : blanc, noir avec du jaune. Le style a été adapté aux besoins et à la logistique culturelles du pays qui est le foyer de la marque.

Le nouveau magasin suite à ceux du monde entier : l’entreprise, en fait, de la ruée vers l’ époque du Moyen-Orient. Magasins de candidature ont déjà été ouverts ( mono ou bimarca ) à Koweït City, Daharan, Beyrouth et Riyad. Les emplacements sont choisis en insistant sur les deux centres commerciaux qualifiés, et les rues commerçantes des centres -villes. Mais l’entreprise de bijoux n’oublie pas son pays d’origine. Dernière Septembre, en fait Apert un magasin à Florence. Et de nouvelles ouvertures sont prévues pour 2013.

german-flagNomination in Dubai

Da Sesto Fiorentino in Dubai. Der Weg ist lang Nomination. Die toskanische Unternehmen hat seinen Horizont mit einem neuen Store im Mittleren Osten erweitert. Der neue Markt in Dubai, auf der anderen Seite, ist nur eine Bestätigung für den Erfolg der Vereinigten Arabischen Emirate Nominierung : es ist in der Tat, die zweite in der arabischen Stadt. In der Notiz nell’Arabian Mall Galleries Lafayette eröffnete, hat sich das Geschäft nach dem klassischen Format der Nominierung in der Welt gebaut worden, mit den Markenfarben : weiß, schwarz mit gelben Details. Der Stil wurde auf die kulturellen Bedürfnisse und Logistik von dem Land, das die Heimat der Marke angepasst.

Der neue Speicher folgt die um die Welt: die Firma, in der Tat, von Zeit Ansturm auf den Nahen Osten. Nomination Geschäfte haben bereits in Kuwait City, Daharan, Beirut und Riad eröffnet (mono oder bimarca ). Die Standorte sind so gewählt, betonen die beiden Einkaufszentren qualifiziert und die Einkaufsstraßen der Innenstädte. Aber das Geschäft der Schmuck nicht vergessen, sein Herkunftsland. Im vergangenen September, in der Tat Apert ein Geschäft in Florenz. Und Neueröffnungen sind für 2013 geplant.

flag-russiaНоминация в Дубае

Да Sesto Fiorentino в Дубае. Дорога длинная Номинация. Тосканской компания расширила свои горизонты с нового магазина на Ближнем Востоке. Новый магазин в Дубае, с другой стороны, это только подтверждение успеха номинации ОАЭ : это, по сути, второй в арабском городе. Открыт в ноте nell’Arabian Mall Galleries Lafayette, магазин был построен по классической формате номинации в мире, с фирменными цветами : белый, черный с желтыми деталями. Стиль был адаптирован к культурным потребностям и логистики страны, которая является родиной бренда.

Новый магазин следует тех, по всему миру : компания, по сути, от времени бросается на Ближнем Востоке. Номинация магазины уже открыты ( моно или bimarca ) в Эль-Кувейте, Daharan, Бейруте и Эр-Рияде. Места выбираются подчеркнув, торговые центры квалифицированных и торговых улиц города городских центров. Но бизнес ювелирных изделий не забывает свою страну происхождения. В сентябре прошлого года, на самом деле Аперт магазин во Флоренции. И новые отверстия запланированы на 2013 год.

 

Zilli da polso

[wzslider]Zilli, brand francese del lusso, nato come pellettiere top, da tempo ha incluso nella sua gamma anche una linea di gioielleria. Con il 2013 il brand nato a Lione negli anni Settanta ha deciso di rinnovare 44 modelli, a partire dalla nuova collezione di gemelli. Il design associa i 18 carati dell’oro giallo con il metallo in versione rosa e bianco, associato con pietre preziose. Gemelli a cerchi concentrici o cluster di strisce scolpite in oro, zaffiri cabochon, bordi colorati (nero, rosso e oro), oppure una lettera bordato con la madreperla. E, ancora, bracciali coordinati con pietre preziose: verde con smeraldo, rosso con rubini, zaffiri blu, viola con ametista e nero con diamanti. M.d.B.

ukNew Products Zilli

Zilli, the French luxury brand, born as a top leather manufacturer, has long included in its range a line of jewelry. By 2013, the brand was born in Lyon in the seventies has decided to renew 44 models, starting from the new collection of cufflinks. The design combines 18-karat yellow gold with the metal version in pink and white, combined with precious stones. Gemini concentric circles or clusters of stripes carved in gold, cabochon sapphires, colored borders (black, red and gold), or a letter edged with mother of pearl. And, again, matching bracelets with precious stones: emerald green, ruby red, sapphire blue, purple amethyst and black diamond.

france-flagNouveaux produits Zilli

Zilli, la marque de luxe française, née en tant que fabricant de cuir haut, a depuis longtemps intégré dans sa gamme une ligne de bijoux. En 2013, la marque est née à Lyon dans les années soixante-dix a décidé de renouveler 44 modèles, à partir de la nouvelle collection de boutons de manchette. Le design combine en or jaune 18 carats avec la version de métal en rose et blanc, combiné avec des pierres précieuses. Cercles ou groupes de bandes taillées dans l’or, des saphirs cabochons, des bordures de couleur (noir, rouge et or), ou une lettre concentriques Gémeaux légèrement avec de la nacre. Et, encore une fois, correspondant à des bracelets de pierres précieuses: vert émeraude, rouge rubis, bleu saphir, améthyste pourpre et diamants noirs.

german-flagNeue Produkte Zilli

Zilli, die Französisch Luxusmarke als Top-Lederhersteller geboren, ist seit langem in seinem Sortiment eine Linie von Schmuck enthalten. Bis 2013 wurde die Marke in Lyon in den siebziger Jahren geboren, hat beschlossen, 44 Modelle erneuern, ausgehend von der neuen Kollektion von Manschettenknöpfe. Das Design kombiniert 18-karätigem Gelbgold mit dem Metall-Version in rosa und weiß, kombiniert mit Edelsteinen. Zwillinge konzentrische Kreise oder Gruppen von Streifen in Gold geschnitzt, Cabochon Saphire, farbige Ränder (schwarz, rot und gold) oder einem Buchstaben umrandet mit Perlmutt. Und wieder, passende Armbänder mit Edelsteinen: Smaragdgrün, Rubinrot, Saphirblau, lila Amethyst und schwarzer Diamant.

flag-russiaНовые товары Zilli

Zilli, французский люксовый бренд, родившийся в качестве ведущего производителя кожаной, давно включены в своем ассортименте линии ювелирных изделий. К 2013 году, бренд родился в Лионе в семидесятых решил возобновить 44 моделей, начиная с новой коллекции запонок. Дизайн сочетает в себе 18-каратное желтое золото с металлической версии в розовый и белый в сочетании с драгоценными камнями. Близнецы концентрические круги или кластеры полосами, вырезанные в золото, кабошон сапфирами, цветных границ (черных, красных и золотых), или письмом краями перламутром. И, опять же, соответствующие браслеты с драгоценными камнями: изумрудно-зеленый, рубиново-красный, синий сапфир, фиолетовый аметист и Black Diamond.

Pomellato a Monaco per San Valentino

[wzslider]anello-pomellatoSan Valentino da festeggiare con un incontro romantico. E prezioso. L’idea è di Mandarin Oriental, la città di Monaco di Baviera e Pomellato. Le aziende hanno confezionato uno speciale pacchetto per il giorno di San Valentino. Il 14 febbraio 2013 gli ospiti della cate3na di hotel avranno la possibilità di soggiornare in una spaziosa camera o suite con una splendida vista sulla storica città di Monaco. Il menu prevede una bottiglia di champagne Dom Pérignon vintage, fragole ricoperte di cioccolato e uno speciale menu formato da sei portate da Mark’s, il ristorante stellato Michelin dell’albergo. Gratificato il palato, c’è tempo anche per far brillare la vista. Per la ospite è previsto un anello Pomellato con topazio bianco o quarzo Cairngorm. L’offerta, tra l’altro non vale solo per il giorno di San Valentino, ma sarà disponibile per tutto il mese di febbraio. Il costo è proporzionato all’offerta: 3.731 euro. Il pacchetto comprende anche petali di rosa in camera e una colazione a base di Champagne a letto per due persone. Info: +49 89 290 980 o www.mandarinoriental.com

La suite presidenziale del Mandarin Hotel di Munich
La suite presidenziale del Mandarin Hotel di Munich

Damiani, i conti brillano un po’ meno

[wzslider]«All’inizio dell’esercizio 2011/2012, e più precisamente in data 21 aprile 2011, i Consiglieri Guido Grassi Damiani, Giorgio Grassi Damiani e Silvia Maria Grassi Damiani hanno volontariamente rinunciato ai compensi per l’esercizio 2011/2012 deliberati dal Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 2389, comma 3, del codice civile, al fine di manifestare in tal modo, ancor di più, la propria viva affezione all’azienda». In tempi duri bisogna dare un segnale inequivocabile al mercato. E come direbbe Bersani-Crozza: «Signori, non siamo qui a lucidare il guscio delle cozze». Insomma, non si perde tempo e si manda a dire che gli azionisti di riferimento sono pronti a rinunciare allo stipendio per il bene della società. Decisione previdente. Perché già nella primavera 2011, con il governo Berlusconi in pieno avvitamento, la crisi dei consumi aveva bussato alla porta delle aziende del lusso. Le quali, al contrario di quanto è lecito credere, non sono immuni dalla recessione. Lo testimoniano i conti del gruppo di oreficeria quotato alla Borsa Italiana, che ha visto nel 2012 una difficile tenuta, ma non senza difficoltà. L’azienda, comunque, rimane sana e propositiva nonostante il perdurare delle difficoltà congiunturali. Forse anche grazie al beau geste dei proprio soci e manager.

Giorgio Damiani, SIlvia, la madre Gabriella e Guido Grassi Damiani
Giorgio Damiani, SIlvia, la madre Gabriella e Guido Grassi Damiani

Il gruppo. Ha (quasi) 90 anni, ma non li dimostra. La Damiani è stata fondata a Valenza nel 1924 da Enrico Grassi Damiani. È lui che ha iniziato a disegnare e produrre gioielli per le famiglie nobili dell’epoca e i ricchi borghesi della zona. La bottega orafa è stata ereditata da Damiano Grassi Damiani, il figlio, che ha continuato la tradizione di famiglia. I gioielli Damiani hanno acquistato sempre maggiore notorietà grazie anche all’idea, innovativa per quel tempo, di garantire il prezzo ai clienti e di creare cataloghi con tutte le collezioni. Negli anni Ottanta è invece cominciato il carosello dei volti dello star system, testimonial per un’azienda che ormai era proiettata sui mercati internazionali. Nomi come Isabella Rossellini, Brad Pitt, Nastassja Kinski, Chiara Mastroianni, Milla Jovovich, Jennifer Aniston, Gwyneth Paltrow, Sophia Loren o Sharon Stone sono stati (e sono ancora) abbinamenti che affermano il marchio in tutto il mondo. Oggi l’azienda, cresciuta fino a diventare un gruppo multibrand, è guidata dalla terza generazione dei Damiani. E ai gioielli ha affiancato gli orologi di alta gamma. Oltre a Damiani, del gruppo fanno parte i marchi Calderoni 1840, Salvini, Alfieri & St. John, Bliss, oltre alle linee in licenza (come Ferrari, Ducati e Maserati, Galliano Jewellery). La catena Rocca 1794 (oltre 200 anni di storia) è specializzata nel retail di orologeria e alta gioielleria. Ma il Gruppo Damiani è presente in Italia e nei principali mercati mondiali con 47 punti vendita diretti posizionati nei principali vie della moda italiana e internazionale.  Dal 2007 il gruppo è quotato sul listino di Piazza Affari.

Jennifer Aniston, Isabella Rossellini, Gwyneth Paltrow
Jennifer Aniston, Isabella Rossellini, Gwyneth Paltrow

I conti. Damiani chiude il bilancio al 31 marzo. I conti, quindi, sono sfalsati rispetto all’anno solare. Nel corso dell’esercizio terminato al 31 marzo 2012, l’azienda ha realizzato ricavi consolidati per 151,6 milioni di euro, con un ebitda (margine lordo) negativo per 4,3 milioni e un risultato operativo (ebit) anch’esso con il segno meno per 7,4 milioni. In rosso anche il risultato netto di gruppo per 11,9 milioni di euro. Ciò premesso, può sembrare curioso che l’azienda punti il dito contro i provvedimenti del governo Monti, accusato di deprimere i consumi, per giustificare i propri risultati economici. Insomma, se anche il 2011 (quando Monti non c’era) è stato chiuso in rosso, non si può certo additare lo spauracchio della Guardia di finanza per spiegare il calo delle vendite. Eppure è quello che si legge nella semestrale dei conti 2012, chiusa al 30 settembre. «Nel mercato domestico prosegue invece la contrazione dei consumi e una generale incertezza che determinano una minore propensione all’acquisto da parte della clientela wholesale», si legge nella relazioni di bilancio del semestre. «La contrazione dei consumi in Italia è dovuta anche ad un clima di sfiducia sicuramente non aiutato dal provvedimento del tetto massimo dei mille euro per i pagamenti in contanti imposto dal Governo. Per un settore come quello del lusso questo tetto frena le vendite e affossa i consumi. A ciò si aggiunge anche un generalizzato atteggiamento ostile ai beni di lusso che sono stati e sono tuttora una risorsa molto importante per il Paese e bandiera del Made in Italy». Il clima di ostilità al lusso è senza dubbio reale. Ma la lettura del conto economico andrebbe, diciamo così, più articolata. Poche righe prima, infatti, si spiega che «nel semestre i negozi monomarca Damiani gestiti direttamente in Italia e all’estero, seguendo un trend che si protrae ormai da tempo, hanno continuato a crescere registrando complessivamente ricavi in incremento del 27,4% a testimonianza dell’apprezzamento delle collezioni e del brand da parte del consumatore finale». Insomma, si dice che 1) ci sono più negozi, 2) i ricavi al dettaglio sono aumentati di quasi un terzo. Non è proprio coerente con il timore di essere tracciati oltre i mille euro. Non solo: «Anche le boutique multibrand hanno registrato un buon andamento, in miglioramento rispetto al 30 settembre 2011 anche in Italia». Eppure, i conti non sono brillanti, è il caso di dirlo: «Nel corso del primo semestre dell’esercizio 2012/2013, il Gruppo ha conseguito Ricavi da vendite e prestazioni pari a 57,7 milioni di euro, rispetto ai 61,2 milioni di euro registrati nell’analogo periodo dell’esercizio precedente, con una variazione negativa del -5,8%, a tassi di cambio correnti». Il vero problema è invece che sono calati, di parecchio, i ricavi del canale all’ingrosso. Il fatturato del wholesale nel semestre è  infatti sceso  a quota 34,150 milioni, contro i 40,090 del corrispettivo periodo precedente, con un calo del 15%. Da notare che l’incidenza di quest’area di business è passata da 65,4% a 59,1%. Insomma, se le vendite al dettaglio sono aumentate e invece è diminuito l’acquisto da parte dei rivenditori, è forse qui che, si potrebbe presumere, ha inciso l’obbligo di usare pagamenti tracciabili con il conseguente taglio del «nero»? La logica può portare in questa direzione, ma l’ipotesi è, naturalmente, tutta da verificare. Di sicuro, come afferma il gruppo, si è ridimensionato il peso del mercato italiano da 74 al 67,5% sui ricavi totali. È aumentato invece il ruolo del Giappone dal 7,6 al 9,6% del fatturato, così come quello catalogato Resto del mondo (da da 13,6 a 18,6%), mentre risulta in leggero calo il business in America Nord e Sud (da 4,7 a 4%). I sei mesi di Damiani, insomma, sono in bianco e nero, con un risultato operativo consolidato  negativo per 4,0 milioni di euro, che però è in contenuto miglioramento rispetto ai –4,8 milioni al 30 settembre 2011. Le vendite natalizie diranno quanto questo margine è stato recuperato.

Damiani, Baci
Damiani, Baci

Il futuro. Il domani è oggi, ma non qui. Damiani, come molte altre realtà del lusso, punta sullo sviluppo dei Paesi emergenti, ma non solo. Nel febbraio 2012 il gruppo ha annunciato un accordo strategico con Itochu, colosso giapponese con oltre 70mila dipendenti presente in 80 Paesi. L’accordo prevede l’ingresso di Itochu nel capitale della filiale giapponese Damiani Japan K.K. con una partecipazione di minoranza del 14% tramite un aumento di capitale riservato. L’obiettivo è rafforzare la presenza del gruppo Damiani in Giappone. Non poteva mancare una puntata in Cina: a maggio del 2012, Damiani ha infatti concluso un contratto esclusivo con il gruppo Hendgeli, leader nella distribuzione di alta orologeria e gioielleria in Cina. È il primo passo, si presume, di una lunga marcia nel Paese di mezzo, dove il gruppo è già presente. Federico Graglia

Medusa, anello di oro bianco, brillanti e zaffiri
Medusa, anello di oro bianco, brillanti e zaffiri

Vergara da 175 carati

[wzslider]Ma quanto valgono le celebrities? A giudicare da quello che si portano addosso, parecchi milioni di euro. Ecco le immagini tratte da pinterest (http://pinterest.com/pin/31806741090074355/) di Sofia Shimmers Vergara, che ai 64esimi Annual Primetime Emmy Awards a Los Angeles si è presentata con un patrimonio di oltre 175 carati firmato Neil Lane, gioielliere molto quotato di Hollywood. La modella e attrice, che la rivista “Forbes” inserisce tra le cento celebrità più potenti al mondo, con 19 milioni di dollari guadagnati tra maggio 2011 e il maggio 2012, non si è mostrata preoccupata di un’eventuale rapina. Per forza: era circondata da guardie del corpo. Ecco il corredo di Sofia: abbaglianti orecchini pendenti di diamanti (45 carati), un bracciale di brillanti e platino (75 carati) più un altro braccialetto a forma di serpente (10 carati) con un diamante tagliato a marquise e bracciale in platino (25 carati). Infine,un grande e anello in platino, con incastonati due diamanti da 20 carati.

 

 

Reuters: Italia meno d’oro, è battaglia sull’export

Secondo l’agenzia Reuters, l’Italia ha perso la sua leadership di esportatore gioielli d’oro, superata da India e Stati Uniti. Non solo: rischia di scivolare ulteriormente a causa del costo elevato della produzione e per le barriere tariffarie. Per anni l’Italia è stata il più grande produttore ed esportatore mondiale di prodotti in oro. Aziende come Bulgari, Damiani e Roberto Coin sono stati (e sono ancora) marchi di lusso italiani celebrati in tutto il mondo per l’uso del metallo giallo abbinato a pietre preziose e design d’avanguardia. Ma il settore orafo italiano, secondo l’agenzia britannica, sta combattendo una dura battaglia contro i dazi punitivi imposti dai mercati come la Cina, e la concorrenza da parte dei produttori a più basso costo, che beneficiano del miglioramento delle competenze e tecnologie più avanzate.

L'Italia esporta il 70% dei gioielli d'oro che produce
L’Italia esporta il 70% dei gioielli d’oro che produce

A incidere sono stati anche l’impennata dei prezzi di oro e gli alti salari, che hanno ulteriormente gonfiato i costi. Inoltre, le vendite di gioielli d’oro in Italia sono crollate a causa della recessione. “La domanda di gioielli è una delle prime a scendere in una recessione”, commenta Licia Mattioli, presidente di Federorafi, e a capo di un’azienda orafa a Torino. Le vendite di gioielli in oro in Italia sono diminuite del 15% in termini di volume (a 4,8 tonnellate) e del 9% in termini di valore (246 milioni di dollari) su base annua nel secondo trimestre, secondo i dati del World Gold Council.

Steven Tranquilli, direttore della Federazione Italia di distributori di gioielli, Federdettaglianti Orafi, stima che in Italia le vendite di gioielli d’oro al dettaglio siano diminuite del 20-25% in un anno. E secondo Federorafi, i ricavi totali del settore nel 2011 sono state pari a 6,3 miliardi di euro, in calo del 16% dal 2007.

Gioielli Damiani
Gioielli Damiani

Così ora India e Stati Uniti hanno superato l’Italia come esportatori, perlomeno in termini di volume. A questo si aggiunge la forte concorrenza dei Paesi a basso costo di lavorazione, come Cina continentale, Hong Kong e Thailandia. L’export soffre anche per gli alti dazi. I produttori indiani e brasiliani pagano tasse doganali basse quando esportano i loro gioielli nella Ue. Ma in quei Paesi ci sono freni all’import. Inoltre, i produttori di India e Stati Uniti beneficiano di maggiori economie di scala rispetto alla natura frammentaria del settore degli orafi italiani, aziende centrate a Vicenza, Valenza, Arezzo e Bassano del Grappa, la maggior parte a gestione familiare con piccole botteghe artigianali.

Come se ne esce? Secondo Reuters, bisogna migliorare le capacità di progettazione e la tecnologia, oltre ad abbassare il costo del lavoro. C’è poi da migliorare l’export. I produttori di gioielli d’oro si riuniscono tre volte l’anno, a gennaio, maggio e settembre, per le fiere di VicenzaOro di Vicenza, che attirano centinaia di acquirenti al dettaglio da tutto il mondo alla ricerca delle creazioni più interessanti per i loro negozi. E di fronte alle difficili sfide del mercato nazionale, i produttori italiani di gioielli stanno rivolgendo la loro attenzione sempre più verso i mercati a rapida crescita. Secondo gli ultimi dati di VicenzaOro, le principali destinazioni per la gioielleria italiana nel primo trimestre del 2012 sono stati la Svizzera (363 milioni di euro, il 22% del totale), gli Emirati Arabi Uniti (237 milioni di euro, pari al 14,3%), e gli Stati Uniti (142 milioni di euro, pari al 8,6%).

Bulgari, marchio italiano che è emigrato in Francia
Bulgari, marchio italiano che è emigrato in Francia

 L’Italia esporta circa il 70% dei propri gioielli in oro, il resto è venduto sul mercato interno. “Ma il grosso problema per le esportazioni italiane di gioielli d’oro sono i dazi all’importazione nei paesi Bric”, aggiunge Mattioli, riferendosi a Brasile, Russia, India e Cina. L’industria italiana sta facendo pressione l’Unione europea per superare la sfida dei dazi, ma a Bruxelles hanno risposto che l’alta qualità delle esportazioni italiane di gioielli dovrebbe garantire la penetrazione nei mercati asiatici in rapida crescita, tra cui la Cina. “La Cina gestisce dazi all’importazione consistenti, un freno importante per affari per le imprese italiane,” commenta Mattioli. “Abbiamo bisogno di discutere a livello internazionale il problema dei dazi all’importazione”. Secondo gli esperti di VicenzaOro, comunque, le esportazioni verso la Cina nel primo trimestre del 2012 sono aumentate del 52,7% a 38,2 milioni di euro, spingendo il Paese secondo posto tra le destinazioni di esportazione.

Innovazione di design e marketing sono le chiavi per il successo. A livello retail, per esempio, Damiani ha registrato un forte incremento. “Ci sono mercati esteri che sono in rapida crescita e in cui il nostro gruppo vede grandi possibilità, come la Cina, in cui Damiani è già presente con otto negozi e presto ne aprirà altri cinque, e le ex repubbliche sovietiche, dove una nuova boutique sarà inaugurata presto a Mosca “, ha confermato Guido Damiani, presidente e ceo del gruppo omonimo. Insomma, non tutto è perduto, per fortuna.

Grandi manovre su smeraldi & c

Grandi manovre nel mondo delle pietre preziose. La nuova tendenza, che potrebbe avere significative ripercussioni sul mercato, è quella di unire l’attività di estrazione delle gemme a quella dell’oreficeria. Insomma, produttore di materia prima e e cesellatore uniti. Uno dei segnali è stato dato da Gemfields, uno dei grandi produttori mondiali di smeraldi. Il colosso ha annunciato che rileverà Fabergé, celeberrimo marchio che risale al 1842: fu fondato dall’orafo di corte degli zar russi e creò le leggendarie uova d’oro, decorate di pietre preziose e smalti colorati, una chicca per i (pochi) collezionisti. Sia Fabergé che Gemfields fanno capo allo stesso gruppo, la Pallinghurst Resources. Gemfields, quotata a Londra, controlla la maggiore miniera di smeraldi nel mondo, Kagem in Zambia, e punta a pesare di più nei rubini in Mozambico.

Pendenti Mosaic di Fabergé, con rubini e zaffiri
Pendenti Mosaic di Fabergé, con rubini e zaffiri

Pendenti Mosaic di Fabergé, con rubini e zaffiriIl controllo di Fabergé le permetterà di influenzare il posizionamento del prodotto e di rafforzare la sua posizione sul mercato delle gemme colorate, particolarmente richieste in tempi di crisi, perché meno care dei diamanti. Fabergé, in compenspo, sarà avvantaggiata dalla sicurezza di approvvigionamenti costanti. Ma Gemfields non è l’unico caso: la canadese Henry Winston ha già affiancato la vendita di gioielli con l’estrazione di diamanti e di recente ha acquistato la miniera Ekati. E dal 2001 De Beers oltre a estrarre diamanti è entrata nel segmento della vendita di gioielli al dettaglio con la De Beers Diamond Jewellers, joint-venture col gruppo francese Lvmh. Per non parlare di TIffanY, che sta intensificando il lavoro con società estrattive, finanziando lo sviluppo di nuovi depositi di diamanti in cambio di un diritto di prelazione sulla futura produzione. Non a caso ha annunciato da poco due nuovi accordi con Diamcor Mining e DiamondCorp. La strategia di Tiffany, ha spiegato il ceo Michael Kowalski, deriva dalla forte crescita della domanda di diamanti in Asia e dalla difficoltà nell’individuare nuove miniere. Quindi, che c’è di meglio di andare a scavare (quasi) direttamente?

Ritrovati i gioielli perduti dei Romanov (ma in foto)

[wzslider]Le fotografie perdute di quattro gioielli della corona russa dei Romanov, risalenti a prima della rivoluzione bolscevica, sono stati scoperti in una biblioteca degli Stati Uniti, la Us Geological Survey, in Virginia. I bibliotecari scoperto le quattro fotografie in un vecchio album di 90 anni fa, senza etichetta. I ricercatori hanno descritto la scoperta come un fatto unico, notando che le fotografie non sono state incluse nel “Tesoro di diamanti e pietre preziose della Russia”, un libro considerato come l’inventario più completo dei gioielli della Corona russi. I quattro pezzi di recente scoperta sono uno zaffiro su tiara di diamanti, un bracciale di zaffiro, una collana di smeraldi e zaffiri, e una spilla con forma arcuata. Il libro era stato archiviato sotto la categoria “minerali e pietre preziose”. I bibliotecari si sono imbattuti nelle foto durante un processo di digitalizzazione dei libri. La data che compare sul volume indica il 1922. Le fotografie in origine appartenevano alla collezione personale di George F. Kunz, un mineralogista e gemmologo.

Mps: i gioielli sono un ottimo investimento. Perché…

[wzslider]Investire in gioielli è un vero affare. Specialmente nei momenti di turbolenza economica, come quello che viviamo da qualche anno. Lo sostiene il Monte dei Paschi di Siena, che ha realizzato uno studio sul mercato dell’arte e su quello dei preziosi. L’indagine sul mercato dell’arte del Mps analizza l’andamento del mercato della pittura, distinto in tre segmenti di riferimento, sintetizzando i risultati delle maggiori transazioni di case d’asta (circa 1.550 le osservazioni totali) in tre indici secondo il periodo storico di riferimento: MPS Art Old masters e 19° secolo Index, MPS Art Pre War Index e MPS Art Post War Index. Le evidenze dei 3 indici sono infine sintetizzate nel MPS Global Painting Art Index.

Ma, come anticipato, la disamina non finisce qui. Gli esperti hanno anche introdotto  indici che mirano ad analizzare l’andamento delle cosiddette arti minori: oggetti antichi, arredi e sculture, gioielli, vini e fotografia. All’interno delle arti minori si è analizzato l’andamento del comparto Jewels rispetto alle altre arti minori data la particolare funzione di bene rifugio ricoperta da questo segmento. Il segmento più importante dopo la pittura, infatti, è rappresentato dai gioielli e orologi, le cui aste spiccano per gli elevati fatturati medi e che complessivamente pesa il 14,2% dei ricavi totali (+3,1% rispetto alla quota del primo semestre 2010). Tale segmento è previsto in ulteriore crescita dagli esperti del Mps, visto il successo che soprattutto le aste di pietre e preziosi stanno riscuotendo su tutte le piazze continentali.

Conclusioni: il peso tra i vari segmenti pare sia destinato ancora a cambiare, con un rafforzamento delle arti minori che mostrano, nel solo ultimo anno solare e in tutte le categorie, performance migliori, in termini di variazioni percentuali, rispetto al Mps Global Painting Art Index.

Il MPS Jewels index riassume l’andamento delle aste di gioielli, orologi e pietre preziose dei più importanti centri internazionali: Ginevra, Londra, New York e Hong Kong. Il segmento mostra i tassi di crescita più interessanti del comparto delle arti minori, con un progresso del 160,8% negli ultimi 5 anni (primo semestre 2011 su primo semestre 2006).

Nel confronto con il MPS Arti Minori Index Without Jewels (+71,0% tra il 2006 e il 2011), è evidente il successo dei preziosi, che al momento si confermano bene rifugio per eccellenza, con una performance stimata per il 2011 +10,0% (ultimo dato preso in considerazione allo studio).

I gioielli si rivelano anche un bene piuttosto «liquido», perlomeno per i pezzi di alta qualità: le aste considerate dimostrano che i gioielli firmati o d’antichità sono un investimento sicuro. Oltre ai diamanti rimangono sempre molto apprezzate le pietre naturali (non trattate) e le perle naturali (non coltivate). Il successo del segmento è da attribuire a due motivi principali: 1) il gioiello è visto come un bene rifugio di garanzia; 2) il valore del sottostante (oro, argento, diamante…) è cresciuto sensibilmente in questo periodo di recessione.

Certo, non è automatico vendere un gioiello, ma non più di un quadro di pittura. I tassi di unsold registrati negli ultimi cinque semestri, notano gli analisti della banca senese, si assestano nella regione dei tassi medi del quinquennio (tasso medio per lotto 21,4%, per valore 17,6%), e al di sotto dei picchi raggiunti nel 2008: il mercato negli ultimi due anni sembra aver trovato un equilibrio sostenibile per domanda e offerta.

Rispetto al passato la domanda di preziosi si concentra più su diamanti di qualità superiore, pietre con colorazione particolare come il Birmano per i rubini, il Kashmir per gli zaffiri e il Colombiano (Muso) per gli smeraldi.

Sulla piazza newyorkese sono apprezzati soprattutto i diamanti di grande caratura bianchi, come pure le grandi pietre di colore e i diamanti colorati. I gioielli degli anni ’20 e ’50 sono molto graditi sia nel vecchio sia nel nuovo Continente. Il mercato inglese è più orientato verso i diamanti a taglio cushion per la loro particolare lucentezza e per il loro fascino. In Italia si afferma sempre più l’interesse per i gioielli d’epoca, grazie ad una consolidata tradizione orafa che ha prodotto manifatture, design e proporzioni di qualità elevata. Le firme, note a livello internazionale, aggiungono valore al gioiello mediante design raffinati e fattura perfetta.

Non mancano, infine, i consigli per chi decide di lanciarsi in un investimento in diamanti. È necessario, spiegano gli esperti, valutare le cosiddette 4 C: colore (Color), purezza (Clarity), taglio (Cut) e caratura (Carat). Da non trascurare, inoltre, proporzioni, fluorescenza e politura.

Il mercato dei gioielli di pregio è sintetizzato in una serie di grafici. Il rendimento del MPS Jewels Market Value Index nell’intero periodo di osservazione (settembre 2008-settembre 2011) è decisamente positivo (+63,5%) e superiore agli altri indici borsistici nazionali considerati, tutti in terreno negativo: SMI (-4,9%), CAC 40 (-36,7%)** e Ftse Mib (-54,5%) ad eccezione dello S&P 500 (+2,7%).

L’investimento borsistico nel gioiello di lusso risulta essere l’unico positivo rispetto ai maggiori indici rappresentativi dei 4 paesi che contribuiscono, con loro società, alla definizione del MPS Jewels Market Value Index (Damiani e Bulgari per l’Italia, LVMH, Hermès e Dior per la Francia, Richemont per la Svizzera e Tiffany & Co. per gli Stati Uniti).

Attenzione, però: i pericoli non mancano. Il segmento del gioiello di lusso, continua lo studio, è sottoposto a numerose minacce: 1) sempre più forte interesse per beni sostitutivi destinati a soddisfare il benessere psico-fisico (es. viaggi, SPA, palestre, ecc); 2) maggiore domanda per le produzioni della fashion industry soprattutto da parte dei più giovani, attratti da prezzi meno proibitivi e caratteristiche innovative; 3) preferenza per i prodotti-moda più che per i prodotti-valore; 4) forte stagionalità delle vendite in alcuni periodi dell’anno (per i gioielli Natale e San Valentino); 5) rischio di contraffazione; 6) rischio reputazionale (per esempio quando la produzione viene decentrata all’estero); 7) cambiamento nel gusto dei consumatori, spesso improvviso e non motivato. Gli alti tassi di disoccupazione e i livelli delle aliquote fiscali nei mercati emergenti sono fattori in grado di influenzare la domanda. Inoltre, i prodotti del mercato del lusso hanno natura di bene secondario e ciò li rende suscettibili alla congiuntura macroeconomica circostante rendendo necessario il costante potenziamento e rilancio del marchio.

 Anche per questo nei mesi scorsi la performance del MPS Jewels Market Value Index ha risentito della difficoltà dei mercati finanziari (-20,5%), ma sono state negative anche le performance di tutti gli altri indici che oscillano dal -31,9% del Ftse Mib al -10,7% dello S&P500.

Sulla performance complessiva del MPS Jewels Market Value Index hanno comunque inciso soprattutto LVMH (-19% ca.) e Richemont (-23% ca.) che complessivamente pesano per il 70% ca. sull’intero indice.

Poco significativa sulla performance dell’indice la crescita del titolo Bulgari (+50% ca.) a seguito dell’OPA lanciata da LVMH, a causa del suo limitato peso sull’aggregato (4,5% ca.). Federico Graglia

 

I diamanti di Anversa

Da La Stampa

Sul quotidiano torinese un reportage da Anversa, la città dei diamanti.

GIANLUCA PAOLUCCI INVIATO AD ANVERSA

«Un dono di Dio». Non provate a parlare di meraviglie della natura con un commerciante di diamanti. Ebreo o indiano gianista, uno dei (pochi) protestanti fiamminghi rimasti o degli ultimi arrivati, i russi di fede ortodossa, per un commerciante di diamanti la pietra più rara, bella e preziosa del mondo è sempre «un dono di Dio». David Wahl commercia pietre da 42 anni, come prima di lui faceva il padre e come poi farà il figlio. Ebreo ortodosso, nel suo ufficio al sesto piano della Antwerp Diamond Ring – la Borsa specializzata nei diamanti grezzi – riceve clienti e fornitori rovesciando pietre sul tavolo, passandosele tra le dita e guardandole con occhio svelto e attento prima di dire un prezzo. Se un affare va in porto, per David e per tutti gli altri basta una stretta di mano e una parola: mazal (buona fortuna in ebraico, ma è la formula usata da tutti indipendentemente dalla religione, ndr) per chiudere scambi anche di decine o centinaia di migliaia di euro. Quello dei diamanti è un mercato basato essenzialmente, se non esclusivamente, sulla fiducia, spiega Alberto Osimo, commerciante di pietre milanese che si rifornisce regolarmente ad Anversa. La città belga, con le sue quattro borse dei diamanti, i 2500 dealer registrati e un indotto di centri di taglio, servizi di sicurezza, spedizione e lavorazione è la principale piazza mondiale per il commercio di queste pietre. In un’area di 2,5 chilometri quadrati, due vie chiuse al traffico e piene di telecamere,polizia e vigilanti privati, passa il 75% della produzione mondiale di diamanti grezzi e circa il 60% di quelli lavorati. Un mercato globale da 22 miliardi di dollari all’anno secondo una ricerca di Boston Consulting che pesa per il 6,5% del Pil del Belgio.

Il resto dell’articolo: www.lastampa.it/2012/11/25/esteri/alla-borsa-di-anversa-una-stretta-di-mano-vale-un-diamante-WcK30yPyL0kidN308VacUP/pagina.html

Anelli di diamanti esposti nel cosiddetto Diamond Ring di Anversa
Anelli di diamanti esposti nel cosiddetto Diamond Ring di Anversa
Anversa, boutique di diamanti
Anversa, boutique di diamanti
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