C’è chi dice che i loghi nella moda non sono più di moda, eppure Tiffany & Co con il lancio della nuova linea T Collections dimostra il contrario. Lo dicono i numeri dell’ultimo bilancio presentato dalla multinazionale americana, come spiega bene l’analisi di Jenni Avins in un articolo scritto per Quartz, il giornale digitale di notizie economiche del gruppo Atlantic Media. Non che prima dell’avvento del nuovo direttore creativo Francesca Amfitheatrof le vendite andassero male, ma i gioielli di fascia prezzo più bassa, al di sotto dei 500 dollari, non facevano certo i grandi fatturati degli anni passati, afflitti anche da un dollaro troppo forte. Alla manager stilista il compito di introdurre delle novità per invertire la tendenza negativa. E così è stato: i nuovi bracciali rigidi con due semplici T e più in generale tutta la linea sono piaciuti e parecchio, poiché i clienti di Tiffany stanno spendendo molto di più per la T Collection che per qualsiasi altra collezione fashion mai realizzata in passato secondo quanto ha affermato Mark Aaron, responsabile investor relations della società, in una dichiarazione raccolta dalla giornalista Jenni Avins. Che rileva come la peculiarità questo successo stia in un design molto discreto, a volte a un punto tale da non essere nemmeno riconoscibile come marchio, per esempio nelle collane e nei bracciali a catena con le maglie formate da sottili T difficilmente individuabili da un occhio inesperto. Insomma, una mossa audace che ha dato i suoi frutti. E che, aggiungiamo noi di Gioiellis, è stata fortemente sostenuta e lo è ancora da una campagna pubblicitaria imponente su tutti i possibili mezzi di comunicazione a livello globale, dalla stampa alle affissioni alla tv e su tutti i social media, sfruttando al massimo le possibilità di coinvolgimento offerte dalla tecnologia. Monica Battistoni



