Il turchese, pietra del mese di dicembre. Scoprite perché il turchese può essere facilmente alterato e come si deve pulire e conservare ♦︎
È la pietra che, secondo la tradizione, accompagna il mese di dicembre. Ma il turchese ha una storia ancora più antica rispetto all’usanza (recente) di abbinare una pietra per ogni mese dell’anno. Il turchese, infatti, è stato utilizzato fin dall’antichità come pietra preziosa e ornamentale.
La storia. Gli egizi al tempo dei Faraoni la ricavavano dalle miniere dello Uadi Maghara, nella penisola del Sinai. Il turchese più antico è quello utilizzato per un bracciale che risale a circa 8000 anni fa, scoperto proprio in Egitto. E un altro gioiello con turchesi è stato rinvenuto nel sarcofago di una mummia di 7500 anni fa. La pietra azzurra era utilizzata anche dagli aztechi, dai Maya e dagli Incas, oltre che tra i pellerossa come i navajo. Era nota anche agli antichi romani: è stata utilizzata per un busto dell’imperatore Tiberio, conservato al Museo degli argenti di Firenze. Altre pietre turchesi si trovano nel Tesoro di San Marco, a Venezia.
Il nome. Perché il turchese si chiama così? Semplice: la parola deriva dal termine francese per indicare la Turchia. Il minerale, infatti, fu introdotto in Europa attraverso la Turchia, dalle miniere nella provincia di Khorasan, in Persia. Il primo uso della parola turchese per indicare la pietra è del 1573.
Dove si trova. Il turchese si trova di solito in regioni aride, nelle cavità riempitive, spesso con limonite associata e altri ossidi di ferro. La produzione maggiore è localizzata in Iran, Egitto (Sinai), Stati Uniti.
Caratteristiche. Il turchese è un minerale di colore azzurro-verde. È opaco, con un colore azzurro uniforme o qualche venatura dendritiche brune o nere di limonite. È rarissimo sotto forma di cristalli trasparenti. La sua porosità causa spesso alterazioni al colore originario. Il turchese raggiunge una durezza massima di 6 nella scala di Moh (il diamante è a 10). In pratica è poco più duro del vetro di una finestra. Il colore è variabile: dal bianco al blu cielo, fino al verde giallastro.
Utilizzo. Il taglio più usato è cabochon, cioè con una superficie curva senza sfaccettature.
Cura del turchese. Dato che è una pietra di media durezza, il turchese viene di solito trattato per migliorare colore e robustezza. Attenzione, quindi, perché difficilmente sono fornite tutte le informazioni a chi acquista un gioiello con turchese. Per esempio, il turchese è spesso sottoposto a ceratura e oliatura, per migliorare colore e lucentezza. Questo è un trattamento tradizionale e generalmente accettato. Le pietre oleate e incerate, però, tendono a «sudare» se sono esposte al sole o a una fonte di calore. In questo caso possono sviluppare una pellicola o una patina bianca. In quel caso meglio riportare il gioiello da un esperto che possa far tornare brillante la pietra. Ci sono però anche turchesi trattati con plastica o vetro. Questo processo consiste nell’impregnare sotto pressione del materiale gessoso, una resina epossidica e plastica (come il polistirolo) e polvere di vetro (silicato di sodio). I trattamenti di plastica e di vetro dell’acqua sono molto più duraturi e stabili rispetto alla cera e alla lubrificazione. Ma è un metodo non naturale, che è rifiutato da molti. La maggior parte dei turchesi negli Stati Uniti è trattata con questo metodo. C’è, ancora, un metodo ancora più forte: usare del blu di Prussia o altri coloranti. Ovviamente in questo modo la pietra è ancora più alterata rispetto al suo stato naturale.
I trattamenti del turchese. I frammenti residuo della lavorazione, troppo piccoli per essere usati singolarmente, sono polverizzati e impastati con resina e colore per formare una massa solida. Questo procedimento dovrebbe però essere chiaramente spiegato. Di solito, però, l’utilizzo di questa pasta si nasconde dietro la descrizione di «turchese ricostituito». In realtà ha poco di pietra naturale. Negli Usa è spesso anche incollato a un materiale che fa da base del gioiello, per aumentarne la solidità.
Conservare il turchese. Il turchese è abbastanza delicato: è fragile e sensibile ai solventi. Profumo e altri cosmetici sono nemici del turchese: possono alterare il colore della pietra. Anche il sudore può intaccare il turchese. L’esposizione prolungata alla luce solare diretta può scolorire o disidratare la pietra: meglio non indossare gioielli con turchesi in spiaggia o in altri luoghi esposti al a lungo sole. Il turchese va pulito delicatamente con un panno morbido per evitare l’accumulo di residui e deve essere conservato in un contenitore separato, per evitare graffi da gemme più dure. Ma, attenzione: meglio lasciarlo respirare, quindi evitate un contenitore ermetico.