Lo stile Versace applicato ai gioielli. Come molte altre firme del fashion, anche il brand italiano propone una collezione di gioielleria: la novità si chiama Iconic Limited Edition, e punta a essere una linea high-end ispirata allo stile originario della Maison diretta da Donatella Versace, quello con le greche e il volto della medusa, che è entrato anche nel logo dell’azienda. Insomma, un viaggio indietro nel tempo con il motivo iconico (da qui il nome della collezione) che contraddistingue Versace. Ogni set di gioielli comprende collana, bracciale e anello, tutti in oro 18 carati. Ma, attenzione: i gioielli sono in edizione limitata, cioè ce ne sono in commercio solo cento e sono tutti numerati. Federico Graglia
Roberto Coin si ispira a Bernini
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New barocco di Roberto Coin è l’interpretazione moderna di uno stile nato a Roma verso la metà del Seicento. Monumentale, esuberante, teatrale, in poco tempo ha contagiato tutta l’Europa dell’epoca. Delle sue forme il gioielliere veneto conserva la morbidezza delle linee curve, la torsione dei materiali, in questo caso i fili d’oro bianco, giallo e rosa e li intreccia componendo volumi diversi e stratificati, proprio come le colonne tortili di San Pietro progettate da Bernini. L’effetto però è leggero e li rende gioielli da abbinare nei tre colori e indossare tutti i giorni, come i bangles sottili solo in oro, oppure con inserti di diamanti incastonati, a gruppi di tre pietre, negli spazi vuoti del disegno. Il motivo del filo intrecciato si ripete tre, quattro volte nei bracciali e negli anelli creando una sorta di tessuto dalle diverse combinazioni più o meno preziose. In altri modelli invece, lo schema si allunga fino a formare delle foglie sovrapposte e delineate dal rapporto tra la superficie in diamanti e la cavità che lascia scoperta la pelle. Una collezione prêt-à-porter protagonista della campagna pubblicitaria del prossimo autunno con la super modella Arizona Muse.
Vhernier, un bracciale che va a vela
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In barca con Vhernier: la Maison veneta (con testa a Milano) partecipa alla sesta edizione della regata Perini Navi Cup 2015 in svolgimento a Porto Cervo. Non è l’unica regata a cui partecipa Vhernier, che ha legato l’immagine del brand a diversi appuntamenti velistici. Forse non a caso i suoi gioielli si ispirano dal mondo del mare e ai suoi colori: dal turchese agli azzurri della sugilite, dal bianco della madreperla australiana al blu del lapislazzuli. In particolare, alcune spille della linea Animalier sono un omaggio ai fondali marini: conchiglie, granchi e tartarughe diventano piccole sculture, lavorate completamente a mano con la famosa tecnica delle trasparenze in cui la sovrapposizione di pietre naturali di colori diversi dà vita a una sfumatura che non esiste in natura.
Vhernier ha realizzato i premi per i protagonisti della terza giornata di gara della Perini Navi Cup 2015 (sabato 5 settembre): i trofei Vhernier per il primo, il secondo e il terzo classificato, richiamano la silhouette delle vele che si stagliano sull’orizzonte del mare. Vhernier ha anche dedicato alle armatrici che partecipano alla Perini Navi Cup una limited edition declinata dalla linea Mon Jeu, composto da singole maglie in oro rosa e titanio.
La porcellana preziosa di Eleonora
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Si avvicina Homi (Milano, 12-15 settembre) e anche sul fronte del bijoux di alto livello ci sono novità, come segnala Eleonora Ghirardi: «Questa per me è la sesta edizione, ed ogni edizione è stata una sfida raccolta puntando alla mia creatività. Ogni gioiello è rigorosamente unico, garantito Made in Italy, realizzato personalmente, e il mio materiale principale è la porcellana di Limoges, coniugata spesso ad altri materiali interessanti, che dà vita a gioielli estremamente eleganti, resistenti, moderni. Creo peraltro gioielli che hanno la peculiarità, spesso, di poter essere indossati in modi diversi (soprattutto le collane)».
Il concept, spiga Eleonora, «è la creazione di opere uniche, o piccole, ma originali collezioni, vere e proprie sculture da indossare o da destinare all’interior design. Trovo la mia più grande ispirazione nell’arte, nell’osservazione della natura e nei viaggi».
La nuova collezione si chiama Pearl-Celain, nome che si ispira alla pronuncia anglosassone di porcelain (porcellana). I bijoux sono dedicati a «donne che non amano un gioiello puramente decorativo, ma puntano alla ricerca dell’unicità ed alla particolarità di indossare un’idea, creata con un materiale all’apparenza fragile, ma assai resistente». Le perle in porcellana sono utilizzate come gocce d’argento oppure oro per collane, bracciali e anelli. La collezione Forest è invece riproposta con nuove forme, ma fedele ai materiali principali, ovvero porcellana e licheni. Eleonora Ghirardi segnala, infine, Hawaiian waves, collezione composta da «vere sculture da indossare» in policarbonato, porcellana, argento e oro. Le fotografie che pubblichiamo, tratte dal catalogo, sono di Tania Betti. La modella è Francesca Polizzi, make-up e hair stylist Laura Martucci.
Estate in giallo
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L’India è il Paese con il maggior utilizzo di oro: non stupisce, quindi, che aziende indiane come Krown Jewels siano specializzate nel confezionare gioielli in cui il colore giallo è prevalente. È il caso di questa serie di gioielli che sembra intonarsi perfettamente ai colori caldi dell’estate e, naturalmente, del caldo sole di Mumbai, dove ha sede il brand. Nata solo nel 2001, Krown si è messa in luce per la sua produzione che non concede troppo agli stilemi del gusto orientale, anche se i gioielli prodotti sono piuttosto vistosi, elaborati, densi. Se vi piace il giallo e l’oro potete tranquillamente fare indigestione con le immagini dell’ultima collezione del brand indiano. A differenza di quelli prodotti da altri connazionali, questi gioielli sono più leggeri nonostante le loro grandi proporzioni, grazie all’utilizzo di parti in rodio. I semplici zirconi che prendono il posto dei classici diamanti concorrono a mantenere più contenuto il prezzo. L.A.
Il filo d’oro di Milano Jewels
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Prendete 20 metri di filo d’oro e intrecciatelo fino a farlo diventare un bracciale di appena 20 centimetri: è quanto è capace di realizzare Milano Jewels, brand che, come è facile intuire, ha le sue radici nel capoluogo lombardo. Precisamente in via Cannobio. E Cannobio8 è la società nata nel 2010 per iniziativa dei fratelli Andrea e Alberto Lattuada, terza generazione di orefici milanesi. Tre anni fa, animati dal desiderio di ampliare l’offerta di Cannobio8, i due hanno rilevato da una azienda storica il know-how e gli strumenti di precisione per realizzare questi pezzi di oreficeria (gioielli? accessori?) realizzati in maglia d’oro. Il passo successivo è stata la prima collezione Knit. La tecnica di realizzazione è una specie di segreto tramandato da maestro ad allievo che dura dal 1936. L’oro è intrecciato a mano, senza alcuna saldatura interna, con abilità (e molta pazienza). Si ottiene così una maglia fitta, compatta e flessibile. Un classico prodotto della fantasia made in Italy. Oltre alle collezioni Knit, i giovani designer di Milano Jewels hanno preparato altre collezioni. Quelle del 2015 utilizzano anche diamanti con ametiste e quarzi fumé, bracciali con fibbie e pavé di diamanti. Matilde de Bounvilles
La joie de vivre di Francesca Villa
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Soldatini d’epoca, fiches anni Cinquanta, biglie di vetro e numeri in ottone: i gioielli di Francesca Villa racchiudono un mondo in miniatura fatto di piccoli oggetti, raccolti in tanti viaggi o scovati per caso in un negozio d’antiquariato o un mercato. Lavorati e reinterpretati con oro in diverse tonalità, diamanti e pietre preziose colorate, perle, coralli, ognuno di questi pezzi è una storia a sé, magari è collegato a una persona, oppure a un luogo o a un momento speciale. Ma, attenzione a non etichettarli come gioielli sentimentali, a non confonderli con il gusto nostalgico tipico dell’epoca vittoriana: le creazioni di Villa non hanno nulla del sentimento di rimpianto. Anzi, sono ironiche, curiose e con accostamenti inaspettati, come i soldatini d’epoca tedeschi, acquistati a Boston da collezionista e inseriti in un cerchio d’oro da cui partono raggi costellati di pietre preziose come fossero fuochi d’artificio, oppure circondati da cuori, colombe e note musicali. Al modello militare si contrappone la spensieratezza e non a caso la collezione è stata battezzata Joie de vivre. M.d.B.
A precipizio il valore dell’oro
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Chi ha comprato gioielli negli ultimi otto anni lo sa: il prezzo è salito parecchio. La causa principale è la quotazione dell’oro, che era salita fino a 1.900 dollari nel settembre del 2011. Poi, è iniziata la discesa e ora il prezzo dell’oro è precipitato del 40% dai massimi, verso quota 1.000 dollari. Sono ormai giorni che il metallo giallo continua a scendere: non avveniva una cosa del genere dal 1996. La conseguenza è che i gioielli (tra qualche mese) costeranno meno, ma anche che se volete vendere ora i vostri orecchini, anelli e collane non incasserete la stessa cifra di un anno fa.
È una discesa momentanea? Difficile. Sono tre i fattori economici che hanno spinto l’oro al ribasso.
1. Dollaro forte Una moneta Usa forte nuoce al prezzo delle materie prime, che sono misurati in dollari, dato che li rende più costoso per gli acquirenti. L’oro, inoltre, dovrebbe essere una copertura contro l’inflazione e la svalutazione della moneta. Quindi ora scende.
2. Cina, l’Iran e Grecia. Le quotazioni dell’oro sono crollate di 40 dollari l’oncia in pochi minuti dopo che la banca centrale cinese ha fatto sapere che accumula riserve di oro a un ritmo più lento di quanto si pensasse. Altro motivo: l’accordo Usa-Iran allenta le tensioni in Medio Oriente e rende meno instabile l’area. E l’accordo tra Ue e Grecia ha disinnescato le tensioni in Europa.
3. L’inflazione non parte Le preoccupazioni di inflazione negli Usa non rimangono disattese, nonostante i tassi di interesse estremamente bassi e anni di acquisti di obbligazioni di massa. Il crollo delle materie prime abbassa inflazione e aspettative di inflazione. Tutto questo spinge al ribasso la quotazione dell’oro.
L’oro scenderà ancora? Secondo la banca d’affari Goldman Sachs la quotazione potrebbe scendere sotto 1.000 dollari l’oncia per la prima volta dal 2009. Ma non tutti sono d’accordo. Vedremo… Federico Graglia
Sembra di cartone, ma è d’oro
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Sembrano di cartone i bracciali di David Bielander, ma in realtà sono preziosi, in oro o argento. È un’idea forse bizzarra, che sottintende al concetto di falsa identità: un oggetto costruito un materiale povero, potrebbe benissimo essere il regalo per la festa della mamma alle elementari, ed è invece un accessorio molto sofisticato nella tecnica. La superficie è patinata, mentre l’interno è ondulato esattamente come il cartone da imballaggio, ossia due fogli che racchiudono una carta ondulata. Ma, a differenza della versione in cellulosa, qui il metallo è piegato e modellato a mano, e c’è persino la graffetta che si utilizza normalmente per chiudere l’imballo. Certo, la copia è molto più preziosa dell’originale, ma solo il peso, la temperatura e il suono del bracciale rivela la sua vera natura. In questo caso, invece, si rovescia il proverbio secondo cui non è tutto oro ciò che luccica. In ogni caso, l’idea ha brillato abbastanza da convincere la giuria del Bavarian State Prize ad assegnare al designer, di gioielli contemporanei, nato a Basilea e trasferito a Monaco, il riconoscimento del 2015 . Ecco le immagini di questa capsule collection battezzata Cardboard. Lavinia Andorno
L’estate Scarlet di Bibigì
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Che faccia caldo o fresco, quest’estate per Bibigì non è un problema: la collezione Scarlet abbina oro bianco, diamanti e pietre preziose nei toni dell’azzurro e del rosa elettrico per dare una sensazione di ghiacciata eleganza come la definisce l’azienda. Oppure, al contrario, questa linea di gioielli scalda le fresche serate con l’oro rosa, il viola dell’ametista tagliato a goccia e una spruzzata di verde oliva. No, non è un cocktail, ma le forme di anello, orecchini e collana. C’è anche una collezione più classica, Serena, in argento e zirconi del marchio 9Venticinque, pensato per le più giovani. Lavinia Andorno
Soldi: l’oro non scende più
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Notizia per chi ama l’oro come investimento (e non sono pochi). Il prezzo è calato: è il caso di tornare ad acquistare il metallo giallo? E tenete conto che il valore dell’oro sul mercato si riflette prima o poi anche sul costo dei gioielli, quindi anche se non avete intenzione di acquistare lingotti, magari attraverso un fondo di investimento, sarete interessati a sapere se nei prossimi mesi il prezzo dell’oro aumenterà o scenderà. Per i lettori di Gioiellis pubblichiamo in esclusiva l’analisi di uno dei più quotati esperti: Nevine Pollini, senior analyst commodities di Union Bancaire Privée (Ubp).
«Rimaniamo cauti sull’oro, poiché sembra bloccato intorno ai 1180-1200 dollari l’oncia, spinto in direzioni opposte da due forze diverse: da un lato ci sono le continue incertezze sulla crisi del debito greca (fattore positivo per i prezzi); dall’altro troviamo la forza del dollaro che, supportata da una serie di dati macro positivi negli Stati Uniti (indice ISM manifatturiero, spesa per costruzioni e disoccupazione), sta aumentando le aspettative circa un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve per quest’anno, riducendo così l’attrattività del metallo giallo.
La scorsa settimana, la revisione al ribasso da parte del Fondo Monetario Internazionale sulle stime della crescita statunitense per il 2015 e l’invito rivolto alla Fed di ritardare il primo rialzo dei tassi alla prima metà del 2016 (fino alla comparsa di maggiori segnali di inflazione) non hanno avuto il minimo effetto sul prezzo dell’oro. Il prossimo meeting del Fomc, previsto per il 17 giugno, potrebbe fornire maggiore chiarezza sulla volontà della Fed di applicare una stretta alla politica monetaria entro la fine dell’anno. Tuttavia, poiché nel resto del mondo le altre banche centrali, al contrario della Fed, stanno mantenendo politiche monetarie espansive, questi trend divergenti stanno continuando ad avvantaggiare il dollaro e a pesare sul prezzo dell’oro.
Per quanto riguarda la crisi del debito greca, poi, al Paese è stato concesso di effettuare tutti i pagamenti di giugno al FMI in un’unica soluzione, con scadenza il 30 giugno. Tuttavia, il rischio di default è stato semplicemente posticipato e dovrebbe ricomparire presto, innescando probabilmente un acquisto di beni rifugio. Fin quando però questi eventi continueranno a contrapporsi, l’oro sembra immune a entrambe le forze.
E’ poi interessante notare come le quote detenute dagli ETF sull’oro continuino a diminuire, con un totale sceso a 51 milioni di once, il livello più basso dal 2009. Inoltre, nonostante la recente volatilità dei mercati, l’oro non sembra comunque in grado di riacquistare la sua attrattività come bene rifugio.
A questo punto, l’unica salvezza per i prezzi dell’oro potrebbe provenire da una considerevole contrazione dell’offerta; anche in questo caso però ci vorrà del tempo, perché l’oro, a differenza dei metalli di base e della maggior parte delle commodity, è meno sensibile all’andamento dell’offerta, per via della quantità di scorte disponibili. Occorrerebbero, infatti, due o tre anni consecutivi di contrazione della produzione perché entri in gioco una percezione di scarsità e perché ciò influenzi il sentiment sul metallo giallo, creando una reazione positiva sui prezzi dello stesso».
La Cina appanna l’oro
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L’oro è meno brillante: secondo il World Gold Council, la domanda di oro nel primo quadrimestre del 2015 si è aperta con un segno meno del 3%, che porta i volumi delle transazioni a 600,8 tonnellate. La causa? Nel report, commentato con un articolo da Anthony DeMarco per Forbes, si citano le oscillazioni delle vendite un po’ ovunque nel mondo, ma in particolare nei due principali mercati di gioielli: Cina e India. Nel primo Paese c’è stato un calo del 10%, ossia 23 tonnellate in meno rispetto all’anno precedente (su un totale di 213 tonnellate), anche per effetto (pare) delle norme anti-corruzione varate dal governo. Una perdita però compensata da un sensibile aumento di vendite in India, dove in questi primi mesi sono state acquistate oltre 150 tonnellate di oro, 27 in più rispetto allo stesso periodo del 2014 e pari a un più 22%. Insomma, gli indiani nonostante l’introduzione di tassa più alta sulle importazioni di questo bene di lusso, non rinunciano ai gioielli.
Il Wgc fa notare l’impatto dei numeri sull’andamento globale, e rileva che, se si esclude la Cina, la domanda mondiale è cresciuta dell’1%, buona notizia che si trasforma in negativa se si elimina anche l’India. Anche perché il boom dei primi quattro mesi del 2015 è relativo alla contrazione registrata nello stesso periodo un anno fa, causata dall’incertezza economica e dalle restrizioni governative. Mentre per la Cina è avvenuto esattamente il contrario: a un grande crescita passata si contrappone un rallentamento del Pil e un Outlook sull’oro piuttosto cauto. Altrettanto misurato è il giudizio sul mercato Usa: è vero che è in crescita per il terzo anno consecutivo, ma gli esperti parlano di fragile ripresa quando si riferiscono a +4% con 22,4 tonnellate di oro. Stessa percentuale positiva per il Regno Unito a fronte di un’Europa sotto del 2%. Che però sta meglio della Turchia, meno 28%, della Russia, meno 40% e dell’Egitto, meno 31%. Ma c’è l’Arabia Saudita con il suo più 5%. Federico Graglia
I sei ori di Annamaria Cammilli
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Si chiamano Bella, Camelia, Cupido, e Daisy: sono le novità 2015 di Annamaria Cammilli, brand toscano che ha portato le sue novità a VicenzaOro Dubai, la fiera organizzata negli Emirati per i buyer del MedioOriente, Asia e Paesi dell’Est Europa. Il marchio ha creato una speciale finitura per esaltare la propria gioielleria: uno speciale effetto lucido-opaco che dà loro consistenza e maggiore profondità. La filosofia estetica è ispirata a quattro elementi: cielo, flora, acqua e terra. Le collezioni sono declinate in sei diversi colori di oro: bianco, nero, giallo, naturali, arancio e rosa, tutti realizzati con leghe speciali. Giulia Netrese
Una sbandata per Coco Crush
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Dal cuoio all’oro: ecco la capsule collection Coco Crush di Chanel ispirata al famoso decoro matelassé dei suoi accessori. Solchi profondi incisi nel metallo, che sono l’interpretazione contemporanea delle impunture a rombi della 2.55, una delle borse più desiderate dalle donne. Un successo nato nel febbraio del 1955, da qui la sigla come nome, applicato poi negli anni a portafogli, scarpe e a tutta la pelletteria di lusso. E ora eseguito anche su bracciali e anelli in oro bianco e giallo 18 carati. L’effetto trapuntato è ovviamente stilizzato, ma le forme rotonde un po’ ricordano la morbidezza della pelle di questa linea battezzata Coco Crush, che vuol dire scontro ma anche cotta, sbandata, innamoramento. Qualcosa di simile alla passione per il motivo incrociato che contagia le clienti della maison da più di 60 anni. E pensare che sono state le giacche dei garzoni delle corse ippiche a suggerire questa lavorazione a Mademoiselle, che amava ripetere: «The best things in life are free. The second best are very expensive». Ecco le immagini e il video di lancio. G.N.
Un anello per Pasqua (e oltre)
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A Pasqua nell’uovo potreste trovare Eva Franceschini. Be’, non proprio lei, ma uno dei suoi anelli. E chissà, la sorpresa forse potrebbe essere replicata anche in un dolce per una festa senza uovo di cioccolato. La designer, infatti, si presta a disegnare l’anello che più rappresenta e identifica le caratteristiche della donna (o uomo?) a cui destinare il regalo. È prevista l’elaborazione di un bozzetto, la lavorazione della lastra d’oro dove il gioiello inizia a prendere vita, la saldatura a fuoco e, infine, l’incastonatura della pietra preziosa. Nella pagina potete vedere alcuni bozzetti. La designer utilizza oro in lega 750, seleziona personalmente le pietre e i diamanti sono scelti solo se vantano una natura etica certificata in Canada, per regalare qualcosa di prezioso ma anche buono. Non ci sono prezzi ufficiali, ma l’ordine di grandezza è di circa 1.400 euro. G.N.
Chimento accelera in curva
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Morbida ed essenziale: la nuova collezione Supreme di Chimento gioca sulle linee curve. Archi che non solo promettono grande indossabilità ma riflettono la luce sulla superficie d’oro, amplificata da file di diamanti nelle versioni più preziose in oro bianco, giallo o rosé.Sono i tasselli dall’anima elastica ad adattarsi al corpo, con una flessibilità anche stilistica: infatti, in azienda spiegano che oltre ai diamanti bianchi si potrebbero utilizzare diamanti brown o addirittura nuovi materiali, come la ceramica. Più geometrica con linee che si intrecciano a dare l’idea di una lavorazione openwork è la collezione Olimpia, caratterizzata da un gioco di pieni e di vuoti delle superfici in oro e da un motivo a pallinatura, ossia una fila di piccolissime sfere sui bordi del gioiello. Incastonati qua e la nella trama i diamanti. Lavina Andorno
Nuovi moduli per Nomination
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Nuove collezioni di gioielli modulari firmata Nomination. Questa volta l’azienda fiorentina dedica una linea alla forma geometrica perfetta, il cubo. La collezione si chiama, appunto, Cubiamo. I singoli elementi, nello stile tradizionale di Nomination, lasciano la libertà di creare un braccialetto su misura, sempre con i singoli elementi da allegare, tutti con quattro lati. Ogni cubo è in argento massiccio e decorato con incisioni, disegni e simboli, zirconi, pietre preziose e semipreziose. Il bracciale su cui infilare gli elementi, invece, è in pelle lavorata in Italia. Altra novità del brand toscano è RoseGold: la collezione, anche in questo caso con elementi componibili da montare su un bracciale in metallo, utilizza oro rosa 9K, decorato con smalti, zirconi e pietre naturali. Tra gli elementi con cui comporre il bracciale ci ci sono anche un lingotto d’oro da 1 grammo, con in rilievo il logo Nomination, oppure moduli con topazio azzurro, madreperla o pietre ametista montate con taglio cabochon. Giulia Netrese
Marco Bicego poetico
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Un mix di luce e trasparenza nella collezione Lunaria di Marco Bicego. In principio furono i petali d’oro, forme irregolari incise a mano, poi la combinazione con l’acquamarina sfaccettata per ottenere un gioco di contrasti tra il calore dell’oro 18 carati e la freschezza della pietra dura. Il tutto in nuove dimensioni, ossia petali più grandi e collane lunghe fino a un metro per lussuosi soutoir. Giulia Netrese
Con Nanis l’oro diventa Cachemire
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Un disegno antico di origine persiana e indiana per festeggiare i 25 anni di Nanis, l’azienda gioielleria fondata da Laura Bicego, che a Baselworld presenterà la sua nuova collezione Cachemire. La texture scelta è il Pasley, classico disegno orientale, che però prende il nome dalla cittadina scozzese che per prima iniziò a tessere queste fibre e a decorarle con questa forma ritorta, che ad alcuni ricorda una foglia, una palma o una goccia. Per la designer è l’acqua legata alla semina e al raccolto che diventa simbolo di fertilità e abbondanza; qualcosa di molto terreno ma espresso in una forma leggera e delicata nella lavorazione dell’oro inciso a mano con il bulino. Reso ancora più prezioso da un pavé di diamanti, sempre a goccia. Lavinia Andorno
Coin sul Golden Gate
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Ecco un’anteprima della collezione Golden Gate, che Roberto Coin presenterà a Baselworld 2015. Sotto una superficie liscia e lucente, un’intricata struttura composta di fili d’oro che vanno in tutte le direzioni, un po’ come la base che regge l’omonimo ponte di San Francisco a cui si è ispirato. Un pezzo di architettura in miniatura, tra le più rappresentative dell’America degli anni 30, immerso nel gioiello grazie all’utilizzo della tecnologia 3D, impreziosito da un diamante e con la classica firma di Coin: un singolo rubino nascosto nascosto da qualche parte, in questo caso nel gambo. M.d.B.