La straordinaria diffusione dei diamanti sintetici, chimicamente uguali a quelli naturali, ma meno costosi, oltre a provocare una crisi tra i produttori di gemme tradizionali ha spinto il Gia, Gemological Institute of America, a modificare (è la seconda volta) la classificazione delle pietre di laboratorio.
Da ottobre i report di classificazione dei diamanti sintetici cresciuti in laboratorio, disponibili esclusivamente in formato digitale, sarà differente da quella utilizzata finora, che aveva adottato la stessa scala delle pietre naturali. Una scelta che ha confuso i consumatori, che hanno avuto la percezione che le pietre nate da un processo chimico siano uguali a quelle estratte in miniera. La nuova valutazione del Gia, l’istituto gemmologico più prestigioso, sarà disponibile solo per i diamanti sintetici di oltre 0,15 carati. Ogni pietra sarà classificata come premium oppure standard.
La prima categoria (premium) sarà destinata ai diamanti sintetici creati in laboratorio di colore D, purezza VVS o superiore, lucidatura e simmetria eccellenti. Per i diamanti taglio brillante rotondo anche un grado di taglio eccellente.

I diamanti creati in laboratorio che soddisfano una qualsiasi combinazione dei criteri premium, ma per altri aspetti dei criteri minimi, saranno classificati come standard. I criteri di giudizio minimi sono: colore da E a J; purezza VS; lucidatura molto buona; simmetria molto buona (o buona per tagli fancy). Per i diamanti rotondi brillanti si aggiunge un grado di taglio molto buono.
Se un diamante di laboratorio non rientra in questi criteri, non otterrà la valutazione del Gia. Prima di acquistare un gioiello con diamanti di laboratorio, insomma, sarà bene richiedere se ha il certificato Gia.

