Dalla carta stampata alla carta di credito: perdonate la battuta, ma non succede tutti i giorni che nel mondo dei gioielli qualcuno che ha lavorato in un giornale finisca dall’altra parte delle barricata. Avviene ora, invece, con Grace Coddington, per quasi 30 anni braccio destro della temuta direttrice di Vogue Usa, Anna Wintour. Tiffany, infatti, ha annunciato una collaborazione e partnership creativa con la stylist. Grace Coddington dirigerà la sua prima campagna pubblicitaria del marchio leggendario: inizierà a essere visualizzata su riviste (di sicuro su Vogue) a settembre, per continuare fino la stagione natalizia. Per la verità Coddington ha già lasciato il ruolo di direttore creativo del mensile di moda a gennaioe si è già occupata di marchi come la giapponese Comme des Garçon. «Tiffany e la sua famosa Blue Box, ha sempre avuto uno speciale significato per me», ha commentato. La scelta dell’esperta di comunicazione serve, probabilmente, a ridare spinta alle vendite del brand americano, che hanno rallentato nell’ultimo trimestre. Federico Graglia
Torino vertiginosa con Ada Minola
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L’avanguardia, l’arte, la cultura: il Piemonte sembra diventata la seconda capitale delle mostre sul gioiello. Dopo l’iniziativa di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (l’articolo qui) ad Asti, Torino risponde con una exhibition a Palazzo Madama. Dal 6 maggio al 12 settembre la Sala Atelier ospita Gioielli Vertiginosi, una mostra sull’arte orafa e in particolare sulla personalità artistica e umana di Ada Minola (1912-1993): scultrice, orafa, imprenditrice, gallerista, attiva a Torino nella seconda metà del Novecento. Chi non conosce il suo lavoro, in particolare quello legato alla gioielleria, farebbe bene ad andare a visitare la mostra curata da Paola Stroppiana. Si articola in cinque sezioni e presenta per la prima volta al pubblico 120 gioielli che delineano i principali caratteri della produzione orafa di Ada Minola, che negli anni ha variato la sua produzione sull’onda di diverse influenze stilistiche: dall’Art Nouveau al gioiello d’artista, dai confronti con le sculture di Giò Pomodoro e Lucio Fontana al periodo neo-barocco, dai dialoghi con le opere di Umberto Mastroianni alle influenze dell’universo estetico del geniale architetto Carlo Mollino.
La vita esuberante di Ada
Ada Minola era amica di Carlo Mollino, che progetta gli arredi dell’abitazione di famiglia nel 1944, ha frequentato Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Umberto Mastroianni e, alla fine degli anni Cinquanta, il critico d’arte francese Michel Tapié, che poi chiamerà Ada a dirigere l’International Center of Aesthetic Research da lui fondato a Torino nel 1960. La passione per il gioiello deriva da essere stata figlia e nipote di orafi lombardi. Conosce la tecnica della fusione a cera persa, con la quale realizza i primi gioielli in oro, argento e pietre preziose. Su invito di Arnaldo e Giò Pomodoro i pezzi sono esposti alla Triennale del 1957. Alcuni suoi gioielli entrano in prestigiose collezioni private italiane e internazionali, come quella della gallerista americana Martha Jackson e del poeta francese Emmanuel Looten, che li definirà in una poesia a lei dedicata «gioielli vertiginosi». Che è anche il titolo della mostra di Palazzo Madama. Federico Graglia
Gioielli Vertiginosi
Palazzo Madama
Piazza Castello, Torino
Fino al 30 aprile 2016:
Lunedì: ore 10.00-18.00
Da mercoledì a venerdì: ore 10.00-18.00
Sabato: ore 11.00-19.00
Domenica: ore 10.00-19.00
Chiuso il martedì
Dal 1° maggio 2016:
Lunedì: ore 11.00-19.00
Da mercoledì a domenica: ore 11.00-19.00
Chiuso il martedì
Ticket: 10 euro
Torna Mondo Prezioso (con corallo)
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Al Tarì di Caserta torna Mondo Prezioso (vedi anche https://gioiellis.com/intervista-parla-mr-tari). Al Centro orafo di Marcianise dal 29 aprile al 2 maggio va in scena la l’appuntamento (che si ripete da 18 anni) con 480 espositori, di 400 che fanno base all’interno del Tarì, e 80 aziende della gioielleria made in Italy. Oltre all’attività commeciale (è una fiera b2b) sono in programma anche appuntamenti come Seduzione senza tempo. Corallo e cammei tra memoria e modernità, mostra promossa da Assocoral (Associazione dei produttori di corallo, cammei e affini) curata dall’antropologa Cristina Del Mare: inaugurazione sabato 30 aprile alle 12.00, a cui partecipano 30 aziende associate che esporranno collezioni private di haute joaillerie, ovviamente a base di corallo e cammei, prodotti nel distretto di Torre del Greco (Napoli). Lunedì 2 maggio, data di chiusura della mostra, è inoltre in programma un convegno sulle novità legislative, tecniche e tracciabilità nel settore gioielliero, organizzato assieme a Federpreziosi e Federorafi. Federico Graglia
La storia dei bijoux
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Vi piacciono i bijoux d’autore? Siete a caccia di monili che hanno fatto epoca? Vi piacerebbe collezionare orecchini, anelli o collane delle grandi firme? Prima di mettere mano al portafogli potete consultare Storia della Bigiotteria Italiana, un libro che raccoglie il meglio dei bijoux Made in Italy. Una storia lunga, presentata a Milano dall’autrice, Bianca Cappello, storica e critica del gioiello ed edita da Skira. La bigiotteria di qualità, design e interpretazione, capace di confrontarsi con la gioielleria, ha una storia parte dall’Unità d’Italia e corre fino ai giorni nostri, miscelando assieme artigianato e storia sociale, moda, tradizioni, tendenze del costume e, non da ultima, cultura. «Come sempre, quando si affronta un argomento così complesso è inevitabile percorrere anche la storia delle tendenze artistiche, in questo caso quelle del Novecento», spiega Cappello. M.B.
Storia della Bigiotteria Italiana
Skira
2016, edizione bilingue (italiano-inglese)
24 x 28 cm, 160 pagine
152 colori e 32 b/n, cartonato
Prezzo: 40 euro
Vuitton, un lucchetto per i bambini
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Pare che Michael Burke, ceo di Louis Vuitton, si sia arrabbiato quando gli hanno spiegato che l’azienda disperdeva circa 10 milioni di dollari in operazioni di beneficenza. Non perché la cifra sia troppa, ma perché era divisa in tanti piccoli rivoli di denaro con poco impatto, sia dal punto di vista concreto che sotto il profilo mediatico (tra le iniziative c’era il contributo a un allevamento di ostriche giapponese). Per contrastare questa pioggia di iniziative benefiche con modesti risultati, il manager ha deciso di lanciare una campagna di charity che ha come punto di partenza il ciondolo d’argento Lockit. Obiettivo: aiutare i bambini che ne hanno bisogno. Per ogni pezzo venduto, 200 dollari saranno donati, a nome di chi fa l’acquisto, all’Unicef, per aiutare i bambini in situazioni di emergenza. Il ciondolo a forma di lucchetto in argento è prodotto in due versioni, come pendente per collana e per bracciale. Il primo ha un prezzo di 800 dollari, il secondo di 700 (si acquistano anche online). Si fa beneficenza anche così. Federico Graglia
Articolo dedicato ai gioiellieri (parecchi) che ci leggono gioiellis.com. Cerchiamo di rispondere alla loro più frequente domanda: quali sono i gioielli più ricercati? È una curiosità che, in ogni caso, può interessare anche chi acquista: con quale gioiello posso andare sul sicuro se devo fare un regalo? La infografica che pubblichiamo risponde a questa domanda. Perlomeno, è stato l’obiettivo del marchio americano Karus Chain (che propone gioielli per uomo). Va premesso quindi, che l’analisi è a livello globale, non su un singolo Paese. In ogni caso Karus ha analizzato più di 25 milioni di query su Google e circa 22.000 parole chiave associate con il mondo della gioielleria. Il risultato è questo: le donne perlustrano internet innanzitutto alla ricerca di un anello di fidanzamento. Poi, è la volta degli orecchini con diamanti, di braccialetti d’oro e, al quarto posto, di collane o bracciali con ciondoli. Non stupisce forse, che la regina delle ricerche su internet tra i brand sia la danese Pandora (quasi 2,8 milioni di richieste al mese): investire molto in pubblicità evidentemente fa il suo effetto. Al secondo posto tra i brand di gioielleria, sempre secondo la ricerca di Karus, c’è Tiffany, in particolare per i suoi anelli di fidanzamento. Tra i brand spiccano anche l’austriaca Swarovski, e Cartier, in particolare con l’intramontabile bracciale Love. Ma la sorpresa non manca: al secondo posto a livello mondiale tra i siti di gioielleria più frequentati c’è il sito russo Love-Sl.ru, e all’ottavo il polacco Apart.pl. Federico Graglia
Il Jubilee Ruby vale 14 milioni
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Il verdetto è arrivato: sì, il grande anello firmato Verdura, con un rubino di 16 carati vale la stima fatta dagli esperti di Christie’s: con una stima che andava da 12 a 15 milioni di dollari, l’anello è stato aggiudicato a New York per 14,16 milioni. Il rubino birmano color sangue di piccione, certificato come del tutto naturale (cioè non esposto al calore per migliorarne la tonalità) era il pezzo forte dell’asta. Anche perché era stato battezzato il Rubino del giubileo, dato che la casa d’aste compie 250 anni. In linea con le aspettative, ma appena sopra la soglia minima, è andato invece il secondo gioiello di pregio messo all’asta: un anello con diamante rosa taglio cuscino, con due altri diamanti bianchi a lato, è stato venduto per 8,8 milioni, su una stima che oscillava tra 8 e 12 milioni. È un segno che i diamanti colorati hanno esaurito la corsa? Non è detto. Un anello con un grande diamante fancy yellow di 54 carati, stimato tra 1,5 e 2,5 milioni di dollari, è stato venduto per 2,46, quasi la soglia massima. E un anello con uno zaffiro taglio cabochon montato su platino ha spuntato 965.000 dollari contro una stima massima di 1,2 milioni. Federico Graglia
Fa flop il diamante di Shirley Temple
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Il fascino di Shirley Temple (vedi: https://gioiellis.com/asta-diamante-shirley-temple) non è bastato: il Blue Diamond, anello che costituiva il piatto forte dell’asta di Sotheby’s a New York, non è stato aggiudicato. Il diamante blu, molto raro, è montato su un anello di platino che apparteneva all’attrice Shirley Temple, non ha completato la vendita. La casa d’aste, che stimava di raccogliere tra i 25 e i 35 milioni di dollari, ha interrotto l’incanto quando l’offerta di 22 milioni di dollari è stata l’ultima al rialzo. Così il pezzo più costoso dell’asta si è rivelato un diamante rosa di 12,45 carati venduto per 4,5 milioni di dollari. Tanto che qualcuno si è già chiesto se la grande moda dei diamanti fancy sia giù giunta al termine. La verifica si avrà il 18 maggio, a Ginevra, quando andrà all’asta, ma questa volta da Christie’s, l’Oppenheimer Blu (https://gioiellis.com/allasta-il-diamante-blu-da-record), diamante di 14,62 carati. Sotheby’s, per contro, punta su un altro diamante rosa di 15,38 carati, che sarà offerto in asta il 17, sempre nella città svizzera (https://gioiellis.com/una-pera-da-38-milioni/). Il valore è stimato tra i 28 e i 38 milioni di dollari: sarà la prova per verificare se la quotazione dei diamanti fancy è destinata a declinare oppure no. Federico Graglia
Un gioiello per Jane Seymour
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Jane Seymour è un’attrice britannica (è stata anche una Bond-girl) con molte qualità: è anche produttore, pittrice, businesswoman, filantropo e, per finire, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. Ora è anche un gioiello. Dopo aver firmato anni fa una collezione, ora è lei l’oggetto di un gioiello che World of Diamonds Group, una società internazionale che gestisce miniere di diamanti, le ha dedicato. È un anello in platino, un pezzo unico, con un Vivid Blue Diamond di oltre 2 carati. L’anello di diamante blu Jane Seymour, presentato a Singapore, è abbinato a una collana da oltre 20 carati, Ville de Genève, che ha un valore stimato in 24,4 milioni di dollari. La collana comprende uno spettacolare Fancy Vivid Pink Diamond da 18.18 carati: la forma del gioiello è ispirato agli alberi di conifere delle Alpi. Giulia Netrese
Intervista: parla mr Tarì
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Parla Mr Tarì. Cioè Vincenzo Giannotti, da settembre alla guida del consorzio di 400 imprese che ha stabilito alle porte di Caserta il quartier generale. Centro di produzione orafa sui generis, ora il Tarì (il nome deriva dall’antica moneta di Amalfi) compie 20 anni. Il consorzio rappresenta un valore non da poco: il giro d’affari delle aziende che ne fanno parte, peraltro non solo napoletane, è di circa 850 milioni. Il compleanno spinge Giannotti a rilanciare quello che è non soltanto un sodalizio commerciale e a delineare i progetti per il futuro. A partire, spiega a Gioiellis.com in questa intervista, dai rapporti con Fiera Vicenza, che ha appena siglato un matrimonio con OroArezzo: «Il discorso con VicenzaOro, dopo l’accordo siglato a gennaio, va avanti. Facciamo parte della stessa famiglia: è chiaro che come Paese dobbiamo lavorare nella stessa direzione». Giannotti, che è appena tornato da VicenzaOro Dubai, è convinto della necessità di coordinare le forze: «La scommessa sul mercato degli Emirati e dell’Oriente e dintorni è stata giusta. Certo, alla seconda edizione non si può pretendere che la partita sia già stata vinta, ma la direzione è quella e bisogna andare avanti».
Evolution
D’altra parte, aggiunge Giannotti, tutto si evolve. Anche il Tarì è nato due decenni fa sulle basi di un semplice bisogno di sicurezza, di un luogo dove poter lavorare in un’area difficile, come quella della Campania, senza subire furti o rapine. Da Forte Apache, però, il Tarì si è trasformato in qualcosa di molto più complesso: un centro di scambi e di servizi business to business. «A partire dalla formazione: i nostri corsi per orafi e tecnici dell’orologeria sono un successo, che testimonia come il lavoro in questo settore possa dare uno sbocco sicuro a tanti giovani», chiosa il presidente del Tarì. La scuola, che ha 25 anni, precede in effetti anche la nascita del consorzio.
Fieri di essere in fiera
Un capitolo importante è quello delle fiere. Giannotti ha molto apprezzato il lavoro dell’ex viceministro allo Sviluppo, Carlo Calenda, ora spostato dal governo a Bruxelles «ma credo che la strategia che riguarda il comparto fieristico resti immutata», commenta. E per il futuro? Avanti tutta con l’internazionalizzazione: «È un compito istituzionale che ci siamo dati. E le fiere di gioielleria Mondo Prezioso sono inserite nel calendario internazionale degli eventi di maggior rilievo». Due gli appuntamenti della rassegna, con la partecipazione delle 400 aziende interne e di 80 espositori esterni, il primo è fissato dal 29 aprile al 2 maggio, con la partecipazione di operatori esteri anche da Cina, Corea del Sud, Giappone e Paesi del Mediterraneo. Mondo Prezioso sarà replicato con la sessione autunnale (7-10 ottobre). A questi due capisaldi si aggiungono una edizione di Bijoux, fiera dedicata al gioiello fashion, e due eventi speciali specializzati alle vendite sul «pronto» (12-13 giugno), e sulle collezioni estive (27-28 novembre).
Oro rosso
Il lavoro è lungo e punta alla valorizzare la specificità della gioielleria italiana. Per quanto riguarda il Tarì, anche della tradizione orafa napoletana. Quella del corallo, per esempio: «Non escludo di sollecitate una campagna di informazione per rendere giustizia alla lavorazione di questo materiale, un’eccellenza dell’area campana», anticipa il numero uno del consorzio. E non a caso Assocoral, l’associazione che raccoglie i produttori di corallo di Torre del Greco, ha nominato il presidente del gruppo Roberto Giannotti portavoce del comitato promotore del progetto per il riconoscimento del corallo come patrimonio dell’Unesco. Chissà che la rinascita di Napoli non parta anche dall’oro rosso del mare.
Da Bonhams i gioielli di Aladino
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Gioielli di India, Persia, Paesi Islamici di tanti secoli fa. Quasi come il tesoro custodito nella caverna di Aladino è stato messo in vendita da Bonhams a Londra. La casa d’aste è riuscita a organizzare un’asta con oggetti (c’è persino un’antica armatura), stoffe e gioielli che una volta appartenevano a una famiglia reale indiana. Arte e gioielleria islamica e indiana, insomma. La famiglia che vende i preziosi reperti vuole rimanere anonima (ora vive nel Regno Unito), e ha accumulato questi pezzi per generazioni. Tra i pezzi interessanti per chi segue gioiellis.com, segnaliamo una collana del 19° secolo, composta da elementi a forma di mango con rubini e diamanti (questo frutto è considerato un simbolo dell’amore e della fertilità nell’India del sud). Ma per gli appassionati di gioielleria antica orientale ci sono anche orecchini, bracciali, anelli. Alcuni pezzi sono davvero antichi, come gli anelli d’oro che risalgono all’undicesimo secolo. Chissà se qualche pezzo contiene un genio nascosto… Federico Graglia
Ecco le immagini dell’evento Tiffany più atteso dell’anno: la presentazione del Blue Book 2016. È stato organizzato come sempre a New York, con un gala affollato di celebrity. L’evento ha avuto anche un tema: The Art of Transformation, scelto del direttore creativo, Francesca Amfitheatrof, per realizzare i pezzi di alta gioielleria. La cronaca della serata registra musica e danze all’interno del Cunard Building, edifico storico in stile neo rinascimentale italiano a Manhattan, con 300 ospiti tra cui Reese Witherspoon, Diane Kruger, Jessica Biel, Naomi Watts e Eve Hewson. E, poi, sottofondo musicale affidato al pianista Lee Musiker, cena preparata dallo chef stellato del ristorante Betony, Bryce Shuman, performance musicale di Esperanza Spalding, quattro volte vincitrice dei Grammy Award e spettacolo di danza con coreografia di Luam Keflezgy ispirato alla collezione. Il tutto sotto un allestimento speciale, con sfere color argento sospese sopra gli ospiti, ispirate alle forme di uno dei collier con più di 3000 diamanti della nuova collezione Blue Book 2016. «Abbiamo illuminato la serata con i nostri bellissimi diamanti e gli straordinari gioielli Blue Book», è il racconto di Frederic Cumenal, chief executive officer of Tiffany & Co. «Una collezione che rappresenta l’eredità di Tiffany, che da sempre onora e trae ispirazione dalla natura e dalle sue meraviglie reinterpretandole con design innovativi». Ma, ovviamente, le vere star della serata sono stati i gioielli, tra cui quelli potete vedere nelle immagini. Matilde de Bounvilles
La guerra dei diamanti
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È scoppiata la guerra dei diamanti. Produttori di gemme sintetiche contro chi sostiene le pietre naturali. E non è solo una faccenda tra aziende, perché tocca argomenti che interessano tutti quelli che possiedono gioielli con diamanti e hanno finora pensato di avere nel cassetto un valore che rimane inalterato nel tempo, addirittura, aumenta. La vicenda è raccontata in un lungo articolo di Jck, che trovate qui.
Un passo indietro
Tempo fa abbiamo raccontato di Diamond Foundry, azienda che produce diamanti sintetici grazie a una complicata e costosa nuova tecnologia e di cui è socio anche Leonardo DiCaprio. Le pietre sono talmente simili a quelle autentiche che è molto difficile, se non impossibile, distinguerle da quelle originali. La faccenda ha profondamente irritato il maggior esperto mondiale di diamanti, Martin Rapaport. Lui è un guru che stabilisce prezzi e tendenze, prevede e influenza il mercato delle gemme più ambite. Rapaport, quindi, si è scagliato contro Diamond Foundry, con un articolo che vale la pena di leggere. Si intitola La truffa diamante sintetico. Il primo argomento contro la diffusione delle pietre artificiali, per quanto esteticamente perfette, riguarda il valore etico sostenuto dall’azienda che li produce.
Non è vero, sostiene Rapaport, che i diamanti sintetici sono più etici di quelli naturali. Per esempio, perché sottraggono lavoro ai poveri che estraggono quelli autentici. Insomma, chi afferma che i diamanti sintetici sono più etici è un bugiardo. Un punto molto sensibile perché i diamanti sintetici non costano molto meno di quelli originali e sono proposti dal marketing con un valore etico in più per convincere i possibili acquirenti nella scelta.
C’è, poi, un secondo punto: i diamanti naturali sono sempre stati un investimento che dura nel tempo, mentre il prezzo di quelli sintetici è destinato a scendere nel tempo, dato che i costi di produzione si abbasseranno come per tutti gli oggetti legati alla tecnologia. Su questo punto, però, Jck obietta: primo, non è detto che i diamanti sintetici debbano per forza abbassarsi di prezzo. Secondo, non è detto neppure che quelli naturale mantengano inalterato il loro valore per sempre.
DiCaprio risponde
La storia non è finita. Diamond Foundry, infatti, ha risposto per le rime: primo, creare gemme perfette in laboratorio è e rimarrà costosissimo, quindi il prezzo dei diamanti sintetici non scenderà. Inoltre, secondo l’azienda, Rapaport è semplicemente una pedina in un «cartello» occulto di produttori di diamanti. Infine, l’azienda che ha DiCaprio (ricordate il suo film Blood Diamond?) tra i proprietari lancia una sfida. E propone al Botswana di costruire lì un impianto che produca diamanti sintetici, per compensare la perdita nelle vendite di diamanti. Difficile, però, che l’idea possa davvero entrare in porto. Restano le polemiche, ad alta caratura. Federico Graglia
Questo anello è da record
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Ecco le immagini del più grande anello crossover con diamanti taglio cuscino del mondo. Lo ha realizzato il gioielliere britannico Hancocks, utilizzando due grandi pietre da 20 carati. L’anello di diamanti è valutato 1,6 milioni di sterline, ed è così raro che avrà una propria guardia di sicurezza nel negozio della Maison londinese, a Burlington Arcade, Mayfair. Nelle intenzioni di Hancocks è destinato a essere un anello di fidanzamento. I due diamanti da 20 carati complessivamente pesano 41.78 carati. «Sono estremamente rari, dato che hanno una corrispondenza perfetta. Le pietre sono state tagliate dallo stesso pezzo di diamante grezzo, e sono veramente eccezionale», ha spiegato a Professional Jeweller Stephen Burton, amministratore delegato di Hancocks. «Nei miei oltre 40 anni di lavoro nel settore della gioielleria non ho mai visto una coppia di pietre così grandi e ben assortita come queste, che hanno origine dallo stesso diamante grezzo. Sono perfetti in termini di taglio e stanno bene uno accanto all’altro». L’anello è stato progettato da Amy Burton, 34 anni, come parte della sua linea Unum. Federico Graglia
Effetto vetro con Ron Arad
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Una galleria a Londra che è specializzata in gioielli d’artista: è la Louisa Guinness Gallery. Lo spazio è il primo dedicato esclusivamente ai gioielli disegnati da nomi come Anish Kapoor, Sophia Vari, Claude Lalanne e Mariko Mori, oltre a maestri del secolo scorso, come Picasso, Calder, Man Ray e Fontana. Per esempio, nel caso siate di passaggio a Londra (o magari abitate lì) sappiate che fino al 22 aprile ci sono in mostra i gioielli di Ron Arad. La mostra si chiama Rocks! e basta guardare la collezione dell’artista, architetto e designer per capire perché. Sono opere uniche o in edizioni limitate: collane, bracciali e orecchini sono realizzati in silicio, laser poliammide sinterizzata, quarzo, oro e argento. Sembrano rocce, ma sono molto più semplici da maneggiare o (forse) indossare. Di sicuro non passano inosservate. Nonostante l’aspetto dei gioielli, il silicio è morbido e flessibile al tatto: sembra vetro tagliente, ma invece non lo è. Indossare una collana o un bracciale fa uno strano effetto e, soprattutto, attira gli sguardi (preoccupati) di chi incontrate. Ma, nel caso, rassicurateli: i gioielli sono sorprendenti, ma assolutamente innocui. Rudy Serra
Louisa Guinness Gallery
First floor, 45 conduit street london w1s 2yn
info@louisaguinnessgallery.com
VicenzaOro Dubai con 400 i brand
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Aggiornamento su VicenzaOro Dubai di cui abbiamo parlato qui. Arrivano ora i primi numeri sulla manifestazione organizzata da VicenzaOro e Dwtc, aperta dal presidente di Fiera Vicenza, Matteo Marzotto. A Dubai sono presenti più di 400 brand provenienti da 21 Paesi. Per la prima volta in una manifestazione dedicata al b2b ci sono le collezioni di sei designer indipendenti provenienti dall’Arabia Saudita (in collaborazione con l’Azurde e Collection Magazine), Cina e Uae. Come a VicenzaOro January, le tendenze del mercato della gioielleria con 18 mesi di anticipo sono state presentate da Trendvisio Jewellery+Forecasting, il think tank indipendente di Fiera di Vicenza, che all’interno di due seminari ha indicato anche i profili dei consumatori, le dinamiche di mercato della gioielleria.
Idea regalo: il ciuccio di platino
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È nato il vostro nipotino? Prima di correre ad acquistare il classico (e inutile) cucchiano d’argento, considerate questa alternativa escogitata da Eyal Cohen, proprietario della Luxury Diamonds, azienda che propone pietre ma anche gioielli realizzati con la pietra più preziosa. È lui che ha pensato a un ciuccio da 400.000 dollari: è il primo della nuova linea di Cohen chiamata Objet de Luxe. Il ciuccio è realizzato con 112 grammi di platino, una perla bianca di 10 millimetri e diamante verde-blu naturale. «Il ciuccio è destinata a essere un ricordo, non è davvero per il bambino», si giustifica Cohen. «Sul gioiello può essere inciso con il nome del bambino. Non lo ho fatto con un cliente specifico in mente, piuttosto ho creato la linea di colmare un vuoto nel mercato», ha spiegato Eyal Cohen a Jck. Lui rappresenta la quinta generazione di una famiglia di gioiellieri ed esperti di diamanti. Lo zio di Eyal è uno dei migliori commercianti di diamanti a Hong Kong. Eyal ha conseguito la laurea in gemmologia a Gerusalemme, dove è nato. Ma non sappiamo se abbia dei figli piccoli… Federico Graglia
Il blu da 31,8 milioni
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La primavera di Sotheby’s regala un record alla Hong Kong Magnificent Jewels e Jadeite Spring Sale. L’asta ha totalizzato vendite per 73,3 milioni di dollari. Top lot è stato il De Beers Millennium, diamante ovale di 10.10 carati Fancy Vivid Blue. La pietra è stata venduta per 31,8 milioni di dollari, che corrisponde a oltre 3.1 milioni per carato, prezzo più alto mai pagato per una pietra di questo tipo in asta in Asia. Il precedente record in asta per una gemma in Asia, un diamante ovale di 118,28 carati D-Flawless era di 30,6 milioni di dollari, messo a segno sempre a un’asta di Sotheby’s a Hong Kong nel mese di ottobre del 2013. Buon risultato anche per un anello con diamante taglio brillante di oltre 22 carati, venduto per 3,7 milioni di dollari. Terzo posto per un anello accompagnato da due orecchini di giada e diamanti: sono stati battuti per 2,4 milioni di dollari. Lo stesso prezzo ottenuto per un anello con un insolito diamante color arancio, forse il pezzo più originale tra i primi dieci. Federico Graglia
In mostra 450 Van Cleef & Arpels
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Si intitola Van Cleef & Arpels: The Art and Science of Gems. Nel caso siate dalle parti di Singapore potete andare a visitare questa mostra dedicata alla storia di uno dei marchi più famosi (a ragione) della gioielleria. Nel caso, invece, non passiate dalla città asiatica, potete guardare le immagini che pubblichiamo: sono alcuni dei 450 pezzi che esposti (23 aprile-14 agosto 2016) al Museo ArtScience a Singapore. La mostra fonde l’arte e l’artigianato, la storia e la geologia: parte dal cuore della terra, dove si estraggono le pietre preziose, e arriva alla raffinata lavorazione della Maison di Place Vendôme. I visitatori possono seguire due percorsi complementari: esplorare i processi scientifici coinvolti nella formazione dei minerali (sono esposti i campioni di 250 minerali prestati dal Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi), e allo stesso tempo guardare da vicino la collezione dell’archivio storico di Van Cleef & Arpels. «È una mostra molto speciale e diversa dal solito, anche per questo viaggio tra i minerali: ha un percorso molto educativo», ha commentato Jean Bienayme, responsabile internazionale di marketing e comunicazione per Van Cleef & Arpels.
Secondo Catherine Cariou, direttore del patrimonio a Van Cleef & Arpels, la mostra è organizzata attorno a sette temi, molti dei quali sono venuti a definire le creazioni del gioielliere nel secolo scorso: le astrazioni, ballerine e fate, moda, influenze, natura, oggetti preziosi e icone. Non mancano alcune delle creazioni più famose della casa di gioielli, come la collana Zip, prodezza tecnica commissionato dalla Duchessa di Windsor nel 1938, che consente a una collana di essere trasformato in un braccialetto grazie a una cerniera-gioiello, oppure la clip fiore del 1967, con rubini birmani per 15.77-carati, in precedenza di proprietà di Maria Callas. Federico Graglia
VicenzaOro, atterraggio bis a Dubai
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VicenzaOro si trasferisce a Dubai, assieme a una nutrita pattuglia di gioiellieri italiani. Obiettivo: puntare ai clienti di Medio Oriente, Africa, India, Russia, Centro e Sud Asiatico. VicenzaOro Dubai, Vod per gli amici, presenta alcune novità rispetto alla prima edizione dello scorso anno. La piattaforma (14 al 17 aprile nel Dubai World Trade Centre) è riservata al settore B2B, tuttavia nell’ultimo giorno sarà aperta ai visitatori in occasione del Jewellery Celebration Day. Il format è suddiviso in quattro community: Global Brands, marchi riconosciuti e apprezzati a livello internazionale per la loro esperienza nel fare tendenza e creare l’alta moda; Fine Jewellery & National Pavilions, per aziende e artigiani che espongono gioielli di finissima qualità; Gemstones & Diamonds, aziende rivolte alla vendita di pietre preziose certificate; Packaging & Supply, per esperti di packaging e visual merchandising, assieme ad aziende specializzate in macchinari, nella tecnologia e sviluppo di nuove soluzioni per la produzione del gioiello.
Secondo Corrado Facco, vice presidente di DV Global Link e direttore generale di Fiera di Vicenza, «il mercato internazionale della gioielleria sta attraversando una fase complicata, per via di una congiuntura macroeconomica non favorevole e delle tensioni internazionali. Tuttavia, in alcuni Paesi ad alto potenziale si assiste a un grande fermento e, in generale, c’è un grande desiderio nel settore di innovare, condividere le best practice, sviluppare nuove partnership, presentare e conoscere le ultime tendenze dell’industria del lusso. È quello che abbiamo colto viaggiando in tutto il mondo e facendo visita ai player di riferimento in ogni mercato, per condividere informazioni e aggiornamenti riguardanti VicenzaOro Dubai. La Manifestazione è proprio disegnata per soddisfare queste esigenze e può rappresentare per tante aziende un’importante occasione di crescita ed espansione in nuovi Paesi, a beneficio di tutta la gioielleria mondiale. Vod è la piattaforma per eccellenza che consente ai più prestigiosi player del mercato di incontrare e tessere relazioni di business con esperti e professionisti a livello internazionale».