La collezione Metafore di Giulia Barela ispirata ai grandi scultori del Novecento ♦︎
La metafora è una figura retorica che implica uno spostamento del significato. Calma, è un concetto molto semplice. Per esempio, possiamo dire che tra mille collezioni di gioielli ne scegliamo una. Ma la parola mille non è da intendersi in senso letterale. Non abbiamo di fronte agli occhi proprio mille collezioni. Quando diciamo mille intendiamo dire, semplicemente, che le collezioni sono moltissime. Usiamo una metafora, appunto.
Proprio come la nuova collezione di Giulia Barela, che si intitola Metafore.
Perché si chiama Metafore? Perché i gioielli si ispirano alla scultura della prima metà del Novecento di artisti come Brancusi, Arp, Moore e Hepworth. La collezione si compone di dieci modelli tra anelli, bracciali, collane e orecchini componibili. L’insieme “rimanda a un alfabeto primordiale fatto di geometrie universali”. Ancora più filosoficamente, “le morfologie, seppure in apparenza astratte, si ricollegano alla relazione tra uomo e natura e uomo e società, rivelandone gli aspetti più intimi”. Siamo, insomma, sul filo della speculazione intellettuale. I gioielli sono realizzati in bronzo bagnato oro 24carati e argento, con superfici lisce, levigate, e grandi volumi svuotati all’interno. In senso letterale, non è una metafora. Lavinia Andorno