Come va il mercato della gioielleria in Italia? A questa domanda risponde la seconda edizione dell’inchiesta congiunturale organizzata dal Club degli Orafi e da Banca Intesa Sanpaolo. I risultati sono stati definiti con un sondaggio tra i soci del Club degli Orafi, associazione che riunisce le più importanti aziende dell’industria orafa italiana. L’indagine è stata presentata in un talk durante la prima giornata di Vicenzaoro. Risultato: per ora va tutto bene. Più della metà degli operatori ipotizza una crescita del fatturato, confermata anche dalla variazione dell’indice Istat, che si attesta nel primo semestre del 2022 a +32%, meglio dei settori del comparto moda e della media del manifatturiero italiano.
Sempre secondo l’indagine, in termini di produzione industriale la gioielleria e bigiotteria si colloca tra i best performer dell’industria italiana, sia nel confronto con il primo semestre 2021 (+23%, in quarta posizione tra i comparti manifatturieri) sia rispetto ai primi sei mesi del 2019 (+30%, che le vale il terzo posto nel ranking).
Incombono, però, alcune ombre. Una è determinata dalla guerra della Russia in Ucraina. La seconda riguarda invece l’aumento dei tassi di interesse. Il fenomeno inflattivo, inoltre, è di storicamente accompagnato dall’aumento del prezzo dell’oro. A inizio settembre, conferma l’indagine, rispetto alle precedenti edizioni è stata registrata una revisione al ribasso delle aspettative che, però, sembra coinvolgere solo gli operatori di dimensioni minori. Le imprese più grandi, invece, confermano una tenuta per l’anno in corso con il 70% dei partecipanti che dichiara una crescita del fatturato. Va aggiunto, però, che la quantità di ciò che si vende non sempre corrisponde agli utili scritti in bilancio.
In ogni, caso, nei primi cinque mesi del 2022 si è verificata una crescita del 41% in valore e del 15% in quantità dell’export. Il gioiello Made in Italy è riuscito a consolidare il proprio posizionamento verso i principali competitor commerciali. In particolare, ha guadagnato posizioni negli Stati Uniti dove rappresenta il secondo partner con una quota del 12,7% nella prima parte del 2022.
È però sorprendente che, di fronte a questo quadro incerto, le imprese si lamentino in particolare della difficoltà nel reperire manodopera, problema indicato dall’80% delle imprese più grandi, mentre tra le imprese di dimensioni minori cresce l’attenzione ai costi di trasporto.