Michael Pelamidis rinnova le sue collezioni ispirandosi agli abissi e a Shaka, un antico guerriero africano.
Dice di ispirarsi alla natura, ma c’è anche molta architettura nei gioielli Michael Pelamidis, designer nato in Grecia e cresciuto a Parigi, dove si è diplomato (Chambre Syndicale De La Haute Joaillerie De Paris). Dopo aver trascorso alcuni per lavoro tra Bangkok e Hong Kong, il designer si è trasferito ad Atene, dove crea collezioni con un forte contrasto tra colori, volumi e materiali: quarzi bicolori, rutili e tormaline sembrano dominare l’oro lucido, cascate di perle barocche si oppongono a rami d’oro placcati in argento. Insomma, sono gioielli che sorprendono per le forme organiche e dinamiche, quasi scattanti e molto selvagge nella collezione Biomorphic, più intellettuali, ma sempre naturali nella collezione Thalassa, con increspature d’oro che ricordano il mito di Afrodite. Il tratto estetico di Pelamidis si nota soprattutto negli anelli, che per lui rappresentano il gioiello per antonomasia: un’estensione della personalità indossata sulla parte più sensuale del corpo, secondo il designer. E, allora, ecco chevalier che avvolgono completamente il mignolo e pietre grezze che si allungano sulle falangi in orizzontale, per attirare l’attenzione.