Arte e economia, pittori del dopoguerra e trend di mercato: che cosa c’entra tutto questo con la gioielleria? Può rispondere a questa domanda Tara Hirshberg, che ha studiato alla Ucla (University of California, Los Angeles) e poi a Mancherster, Inghilterra, prima di muovere i primi passi in una galleria d’arte. Anzi, alla più famosa, la Gagosian Gallery, con un’attività come addetta alle vendite. Altro passo in avanti: nel 1998, assieme ad altri soci, la designer ha aperto una galleria d’arte, la Sandroni Rey Gallery, che è stata attiva per 12 anni. E i gioielli? Ci arriviamo.
Tara Hirshberg ha avuto due figli e nel tempo libero ha iniziato a realizzare alcuni pezzi per se stessa. Da una cosa ne nasce un’altra. Un viaggio in India è stato l’evento che ha fatto scattare il desiderio di cimentarsi con una nuova avventura: Tara Hirshberg Jewelry. Utilizza oro e diamanti riciclati, smalti, atmosfere e spiagge della California, un mood yoga e il risultato sono collezioni come Costellations (oro 14 carati, i simboli zodiacali) o Surf (oro, smalti, zaffiri). Le geometrie dei colori, in effetti, ricordano quelle di certi quadri astratti, probabilmente un’eredità della prima attività della designer.