Le gioiellerie hanno le ore contate? Si venderanno solo gioielli online? Una notizia non troppo brillante, ma che fa riflettere, è riportata dal sito Professional Jewellers: Payne e Son, che iniziato la sua attività nel Kent nel 1790 e poi ha aperto una filiale a Oxford 146 anni fa, ha dovuto chiudere i battenti a causa della crescita dello shopping online. La gioielleria ha subito un declino delle vendite a Natale e ha concluso che non poteva più competere con gli store online. Non è la prima gioielleria che chiude a causa della migrazione delle vendite di gioielli sul canale online, specie gli acquisti tra 50 e 350 euro, ma non solo. Una ricerca di Federpreziosi curata da Spice-Research in collaborazione con Studio EffeErre su un campione di 1.750 intervistati indica che per San Valentino 2016 il 28% di chi ha acquistato un gioiello in Italia si è basato su quanto visto nelle vetrine, ma quasi altrettanto, il 27%, si è affidato al web.
Il trend per i prossimi anni
La ricerca di Federpreziosi concorda con il risultato della ricerca condotta nel 2015 da Exane Bnp Paribas Research assieme a Luxury Goods & ContactLab sul mercato del lusso. Secondo l’analisi della banca francese, il numero di clienti registrati online e digitalmente contattabili continua a salire. Non solo: i clienti che sono coinvolti via web poi spendono più nel negozio (+ 16%). Chi riesce a contattare digitalmente i clienti, può sviluppare piattaforme cross-channel (internet più negozio fisico) e questi client cross-channel spendono più (in media oltre il 60% degli altri). Infine, continua ad aumentare la quota di chi fa acquisti di beni di lusso online ogni anno (dal 30% nel 2011 al 37% nel 2014).
Gli sviluppi
I gioiellieri dovrebbero sapere che, secondo questa analisi, entro il 2020 i marchi di lusso sapranno praticamente tutti i loro clienti, dato che quelli registrati online saranno il 45%, e quelli contattabili via e-mail il 41%. Cioè quasi il 90% di tutti i clienti in-store saranno seguiti online. E, come se non bastasse: la possibilità di usare una piattaforma online decreterà il successo o il fallimento per i marchi di lusso, dato che le vendite di e-commerce saranno almeno due o tre volte quelle attuali. Federico Graglia
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