Bilancio di Baselworld 2017: i buyer sono diminuiti ancora (-4%), ma meno rispetto alla calo degli espositori. In compenso… ♦
Che cos’è un successo? Dipende dai punti di vista. A volte perdere meno di quanto temuto può essere considerato un buon risultato. Ed è quanto avvenuto con Baselworld 2017. La più grande, e meglio organizzata, fiera dedicata a gioielli e orologi ha chiuso la sua edizione numero cento con 106.000 buyer (-4% rispetto al 2016, quando erano stati 111.000 e meno anche dei 114.000 del 2015) provenienti da oltre 100 paesi. È un dato negativo? Sì e no. Gli espositori dell’edizione 2017, infatti, sono scesi del 13,3%, da 1.500 a 1.300. Quindi, il calo dei buyer è stato minore rispetto a quello delle aziende presenti. In ogni caso questo calo è il terzo, dopo due anni consecutivi in cui espositori e buyer sono risultati in contrazione del 3%.
In totale, le presenze sono scese del 30% in quattro anni, da 150.000 a poco più di 100.000. Così non stupisce che il prossimo anno Baselworld sarà più breve: da otto a sei giorni (da giovedì 22 marzo 2018 a martedì 27). Questo significa anche meno costi per le aziende e, forse, qualche presenza in più. Anche se vuol dire anche meno ricavi per la società organizzatrice.
Quanto la discesa è da imputare agli orologi e quanto alla gioielleria? Un dato è chiaro: nel 2016 le esportazioni dell’industria orologiera svizzera sono diminuite del 9,88% rispetto al 2015, anche se nell’ultimo trimestre è stato registrato un leggero miglioramento. Ma all’appello sono mancati anche marchi della gioielleria come Antonini o Nikos Koulis, per citarne un paio. In compenso, è aumentato l’afflusso di giornalisti presenti (tra cui quelli di gioiellis.com). E tra gli espositori ha sorpreso la presenza di un gigante dell’hi-tech come Samsung. Più che orologi digitali, ha presentato il suo dispositivo per la realtà virtuale, con tanto di dimostrazione al pubblico. Per Baselworld è l’inizio di una svolta? Federico Graglia