L’anello di nozze di Meghan Markle sarà realizzato in oro gallese. Come vuole la tradizione ♦︎
Il conto alla rovescia alimenta la curiosità riguardo le nozze tra il principe Harry e Meghan Markle. Lista degli invitati, vestito e, naturalmente, i gioielli, sono frutto di ipotesi e speculazioni. Un’ipotesi, però, ha più probabilità di altre e riguarda la materia prima con cui sarà realizzato l’anello di nozze della futura moglie del principe (ma non principessa, casomai sarà duchessa del Sussex o altra contea). Dal 1923, infatti, le fedi nuziali per la famiglia reale britannica sono realizzati con l’oro di Clogau St David a Bontddu, nel Galles, miniera d’oro ormai esaurita. Il primo a servirsene è stato George VI per il matrimonio con Elizabeth Bowes Lyon (cioè la Regina Madre, bisnonna di Harry).

Anche se la miniera è esaurita da tempo, con previdenza a Buckingham Palace si erano dotati di una pepita d’oro da cui ricavare gli anelli. Da quella pepita, dunque, sono stati ricavati gli anelli della Regina Madre (1947), la principessa Margaret (1960), Anne (sorella della regina) (1973) e Diana, principessa del Galles, moglie di Carlo (1981).
Dopo questi matrimoni a raffica, la pepita doveva essere ridotta male, perché nel 1981 la regina Elisabetta è riuscita a ottenere altri 36 grammi di oro del Galles. Il primo anello nuziale a essere confezionato con la nuova provvista d’oro è stato quello per Sarah, duchessa di York. Non ha portato granché bene, per la verità. Sembra andare molto meglio, invece, il matrimonio tra Kate Middleton e il principe William, anch’esso celebrato con un anello d’oro sempre di Clogau. Per la cronaca, in quel caso l’anello della Duchessa di Cambridge è stato creato da Wartski, antica azienda di gioielli fondata in Galles nel 1865.
C’è anche un dettaglio tecnico da non sottovalutare: l’oro gallese a 21 carati contiene una percentuale più elevata di oro puro rispetto a quello standard, di solito a 18 carati. Secondo i cultori del vero oro britannico, ha anche un colore più ricco e caldo. Ma, dato che è più puro, è anche più delicato: si graffia con facilità. Matilde de Bounvilles




