L’antica fiaba delle sette principesse rivive nella collezione dei Alessio Boschi ♦︎
Dall’architettura italiana del Rinascimento all’affascinante mondo della natura, dalla classicità dell’epoca romana alle fiabe persiane: Alessio Boschi non è solo un gioielliere, ma anche un creativo che avrebbe vissuto a suo agio tra gli umanisti del Cinquecento fiorentino. Una delle suo nuove collezioni, per esempio, è dedicata alla storia delle Sette Principesse.

Tra fiaba e letteratura, la storia delle sette principesse è stata scritta dal poeta persiano Nizami Ganjavi, vissuto tra il 1140 e il 1202 a Ganca, città nel Paese che oggi è l’Azerbaigian. Ganjavi ha raccontato la vita del leggendario sovrano sassanide Bahram Gur (420‒438) che, secondo la leggenda, sposò sette principesse di sette diversi Paesi. Per ognuna delle sue mogli costruì un palazzo a cupola, con colori e decorazioni diverse e che rappresentavano diversi pianeti. Ogni giorno della settimana il re andava a trovare una moglie diversa. Il resto lo immaginate. Certo, nell’epoca del #metoo la storia può far sollevare il sopracciglio di chi censura testi e opere d’arte del passato perché non in sintonia con la morale odierna.

Ma orecchini e anelli con smeraldi intagliati, ametiste e lapislazzuli di Alessio Boschi superano agevolmente ogni dibattito legato all’attualità: come la fiaba alla quale si ispirano, i gioielli sprigionano fantasia e sorprese. Anelli che si aprono e rivelano un bracciale nascosto, orecchini che ondeggiano come fiamme di candela: il mistero dell’Oriente interpretato da un gioielliere dell’Occidente.



