Alessio Boschi

I gioielli di Barbie

Vi piace il colore rosa? Volete indossare gioielli rosa? Cercate una collana rosa? O un bracciale? Oppure… Ecco tante idee ♦
Sono tanti i motivi per indossare dei gioielli rosa, il colore preferito di Barbie. Il primo motivo è che è sicuramente adatto a questa stagione. Il secondo motivo è che la sua tonalità, persino quella venata da una sfumatura di grigio, dona a qualsiasi tipo di pelle. E già questo basterebbe a convincere chiunque. Ma c’è un altro aspetto a fare da incentivo e viene dall’inglese: think pink! che tradotto letteralmente significa pensa positivo. E in effetti un bel rosa brillante è una sferzata di energia, uno sprone al buon umore. Così, sebbene in italiano molti dei nomi delle nuance abbiano perso la loro molteplicità di significati, ancora in alcune lingue nelle locuzioni più comuni caratterizzano precisi stati d’animo. Quindi, anello, orecchini oppure bracciale abbiano pure delle pietre colorate, sfaccettate o cabochon, traslucide od opache. Purché siano rosa.

Anello in oro bianco con diamanti e zaffiri rosa
Nigaam, anello in oro bianco con diamanti e zaffiri rosa

Il rosa è anche un colore positivo. Prende il nome dal fiore profumato che ha lo stesso nome. Ma forse non sapete che è nato abbastanza di recente: il nome rosa è statu utilizzato per la prima volta per indicare una sfumatura di colore solo alla fine del 17° secolo. In Occidente (in particolare Europa e Stati Uniti), il rosa è il colore associato a concetti di fascino, gentilezza, sensibilità, tenerezza, dolcezza, infanzia, femminilità e romanticismo. Se la tonalità è molto chiara, è associata a castità e innocenza. Al contrario, un rosa carico fa pensare a erotismo e seduzione.

Petit Joli, anello in oro rosa, calcedonio e diamanti
Petit Joli, anello in oro rosa, calcedonio rosa e diamanti by Pasquale Bruni

La storia del rosa

Si potrebbe scrivere una storia del colore rosa. Ma, senza dubbio, la massima popolarità l’ha raggiunta a metà circa del Settecento, quando i colori pastello divennero molto di moda in tutte le corti d’Europa. Il colore rosa, in particolare, era molto apprezzato da Madame de Pompadour (1721-1764), amante del re Luigi XV di Francia, che indossava spesso vestiti che combinavano azzurro e rosa. Non solo: aveva una particolare tonalità di rosa creata apposta per lei dalla fabbrica di porcellana di Sevres, pare con piccole aggiunte di blu, nero e giallo.

Madame de Pompadour
Madame de Pompadour

Le pietre rosa

Ma parliamo di gioielli: oltre all’oro rosa, avete una vasta scelta di pietre che hanno sfumature in rosa. La più preziosa, e costosissima, è senza dubbio il diamante. Quelli di tonalità rosa sono contesi alle aste per milioni di dollari. Ma per fortuna ci sono tante altre pietre che hanno anche questa tonalità di colore nel loro repertorio: quarzo, zaffiro, topazio mistico, granato rodolite, morganite, kunzite, granato Malaya, tormalina, spinello, opale, zircone, perla rosa, pietra di luna, corallo, smithsonite, pezzottaite, rodocrosite e rhodonite. Non avete che il problema di sceglierne una.

Tiffany, anello Sugar Stacks di Paloma Picasso in oro rosa 18 carati con pavé di zaffiri rosa.
Tiffany, anello Sugar Stacks di Paloma Picasso in oro rosa 18 carati con pavé di zaffiri rosa.
Tamara Comolli, braccialetto Mikado Romance in oro rosa con quarzi, e morganite rosa.
Tamara Comolli, braccialetto Mikado Romance in oro rosa con quarzi, e morganite rosa.
Vhernier, orecchini Eclisse in oro bianco con rhodonite, cristallo di rocca, madreperla e diamanti
Vhernier, orecchini Eclisse in oro bianco con rhodonite, cristallo di rocca, madreperla e diamanti
Collezione Millebolle, anello in oro rosa, diamanti grigi, rodolite. Anello oro rosa, diamanti grigi, quarzo rosa
Minù, collezione Millebolle, anello in oro rosa, diamanti grigi, rodolite.
Anello oro rosa, diamanti grigi, quarzo rosa
Anello con diamante rosa di 8,42 carati, fancy rosa intenso, taglio brillante, ma «modificato rettangolare», chiarezza VVS1. AI lati due diamanti baguette
Anello con diamante rosa di 8,42 carati, fancy rosa intenso, taglio brillante, ma «modificato rettangolare», chiarezza VVS1. AI lati due diamanti baguette
Alessio Boschi, collezione Naturalia anello Peony con morganite centrale
Alessio Boschi, collezione Naturalia anello Peony con morganite centrale
Van Cleef & Arpels, orecchini Papillons in oro rosa con zaffiri rosa e diamanti
Van Cleef & Arpels, orecchini Papillons in oro rosa con zaffiri rosa e diamanti
Etho Maria, bracciale La Serpentine in oro rosa con zaffiri rosa e diamanti brown
Etho Maria, bracciale La Serpentine in oro rosa con zaffiri rosa e diamanti brown
Mary Ching, Wing, in oro rosa e zaffiri
Mary Ching, Wing, in oro rosa e zaffiri
Anello Thalessa, in oro rosa 18 carati, tormalina, zaffiri, tormalina bicolore
Daniela Villegas, anello Thalessa, in oro rosa 18 carati, tormalina, zaffiri, tormalina bicolore
Brumani, Baobab collection Rosé, anello con diamanti, quarzo e tormaline brasiliane rosa
Brumani, Baobab collection Rosé, anello con diamanti, quarzo e tormaline brasiliane rosa
Irene Neuwirth, orecchini a forma di rosa in opale inciso, rhodocrosite tagliata a goccia e diamanti.
Irene Neuwirth, orecchini a forma di rosa in opale inciso, rhodocrosite tagliata a goccia e diamanti.
Olive
Larkspur & Hawk, collana con topazi rosa sfaccettati
Yoko London, anello con perla barocca rosa e pavé di diamanti
Yoko London, anello con perla barocca rosa e pavé di diamanti
Chantecler, orecchini Capri in oro rosa con ametista, fosfosiderite, zaffiri rosa e diamanti
Chantecler, orecchini Capri in oro rosa con ametista, fosfosiderite, zaffiri rosa e diamanti
Marie-Hélène de Taillac, orecchini in oro giallo con due tipi di quarzi rosa da 45 carati complessivi e due spinelli rosa più scuro
Marie-Hélène de Taillac, orecchini in oro giallo con due tipi di quarzi rosa da 45 carati complessivi e due spinelli rosa più scuro
Sutra, anello in oro rosa con diamanti e spinelli rosa e viola
Sutra, anello in oro rosa con diamanti e spinelli rosa e viola
Brumani, Baobab collection Rosé, orecchini con diamanti, quarzo e tormaline brasiliane rosa
Brumani, Baobab collection Rosé, orecchini con diamanti, quarzo e tormaline brasiliane rosa

Alessio Boschi e il fascino dell’antica Persia

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Alessio Boschi è un gioielliere rinascimentale. Non si accontenta, cioè, di progettare e realizzare semplici anelli o collane, ma ha un’attitudine interdisciplinare: disegna, raccoglie immagini, si ispira ad artisti, architetti e poeti. E, soprattutto, racconta. I suoi pezzi più famosi non sono solo gioielli, ma intere storie che Alessio Boschi narra attraverso miti, viaggi e tradizioni. Per questa ragione i suoi pezzi più straordinari diventano essi stessi dei concentrati di narrazione, gioielli con diversi livelli semantici: quello estetico, ovviamente, quello relativo al loro valore materiale, e quello, più affascinante, relativo alla dimensione culturale che ha ispirato l’oggetto. Un esempio perfetto di questo modo di interpretare la gioielleria è l’ultima creazione di Alessio Boschi: un anello è dedicato a Rumi, poeta iraniano del XIII secolo.

Anello ispirato al poeta persiano Rumi. Copyright: gioiellis.com
Anello ispirato al poeta persiano Rumi. Copyright: gioiellis.com

Affascinato dalle tradizioni del mondo persiano, il gioielliere è stato affascinato dai versi fortemente spirituali e improntati a un rapporto personale e meditativo di Rumi con la divinità. Un approccio che Boschi ha sentito ancora molto attuale nel periodo della pandemia, che ha favorito introspezione e riflessione. Come sempre, nelle sue creazioni l’incredibile tecnica nel costruire un gioiello parte da un’idea bene precisa: in questo caso il movimento rotante dell’anello richiama la danza dei dervisci, pratica che consiste nel girare su se stessi al suono della musica per dimenticare l’ego e concentrarsi su Dio. La forma tonda riprende la cupola del mausoleo di Mevlana, a Konya, nell’arida steppa anatolica, dove il poeta morì. Il turchese le colonne tortili all’interno dell’edificio. E sotto la cupola, che si apre, Alessio Boschi ha riservato una sorpresa, la sua specialità.

Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Orecchini Pink Shirazi in oro rosa, diamanti, zaffiri rosa, perle
Orecchini Pink Shirazi in oro rosa, diamanti, zaffiri rosa, perle
Collana Pink Shirazi in oro rosa, diamanti, zaffiri rosa, perla
Collana Pink Shirazi in oro rosa, diamanti, zaffiri rosa, perla

L'anello è realizzato in oro bianco, raro turchese iraniano, smeraldi
L’anello è realizzato in oro bianco, raro turchese iraniano, smeraldi







Alessio Boschi tra sette principesse

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L’antica fiaba delle sette principesse rivive nella collezione dei Alessio Boschi ♦︎

Dall’architettura italiana del Rinascimento all’affascinante mondo della natura, dalla classicità dell’epoca romana alle fiabe persiane: Alessio Boschi non è solo un gioielliere, ma anche un creativo che avrebbe vissuto a suo agio tra gli umanisti del Cinquecento fiorentino. Una delle suo nuove collezioni, per esempio, è dedicata alla storia delle Sette Principesse.

Anello a forma di turbante
Anello a forma di turbante

Tra fiaba e letteratura, la storia delle sette principesse è stata scritta dal poeta persiano Nizami Ganjavi, vissuto tra il 1140 e il 1202 a Ganca, città nel Paese che oggi è l’Azerbaigian. Ganjavi ha raccontato la vita del leggendario sovrano sassanide Bahram Gur (420‒438) che, secondo la leggenda, sposò sette principesse di sette diversi Paesi. Per ognuna delle sue mogli costruì un palazzo a cupola, con colori e decorazioni diverse e che rappresentavano diversi pianeti. Ogni giorno della settimana il re andava a trovare una moglie diversa. Il resto lo immaginate. Certo, nell’epoca del #metoo la storia può far sollevare il sopracciglio di chi censura testi e opere d’arte del passato perché non in sintonia con la morale odierna.

Collezione Seven Princess, orecchini trasformabili
Collezione Seven Princess, orecchini trasformabili

Ma orecchini e anelli con smeraldi intagliati, ametiste e lapislazzuli di Alessio Boschi superano agevolmente ogni dibattito legato all’attualità: come la fiaba alla quale si ispirano, i gioielli sprigionano fantasia e sorprese. Anelli che si aprono e rivelano un bracciale nascosto, orecchini che ondeggiano come fiamme di candela: il mistero dell’Oriente interpretato da un gioielliere dell’Occidente.

Alessio Boschi, orecchini con tormaline
Alessio Boschi, orecchini con tormaline
Collezione Seven Princess, orecchini con zaffiri e citrini
Collezione Seven Princess, orecchini con zaffiri e citrini
Collezione Seven Princess, orecchini con ametiste e perle
Collezione Seven Princess, orecchini con ametiste e perle
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com







Alessio Boschi, la Roma imperiale al Couture





Alessio Boschi al Couture Show: uno dei grandi artisti del gioiello mostra all’evento di Las Vegas le ultime creazioni ♦︎

Le autostrade creative di Alessio Boschi portano in due differenti luoghi: il primo è la tradizione della cultura classica, tra architettura e scultura dell’Italia, miniature e Rinascimento.

Al Couture Show, per esempio, Alessio Boschi non trascura questo filone creativo, quello ispirato all’arte classica, a partire da quella dell’antica Roma. Come testimonia la grande collana, che si accompagna a un anello e a un paio di orecchini, sotto il nome di Imperial Acanthus. Le foglie di acanto sono un ornamento che fu utilizzato nell’architettura greca e romana. In epoca romana dall’unione della parte inferiore del capitello corinzio, con le foglie d’acanto, e del capitello ionico nacque il capitello composito. L’acanto aveva un forte valore simbolico, in relazione con la propaganda augustea di un ritorno all’età dell’oro e al culto di Apollo. Età dell’oro che è evocata nella collana con straordinarie perle di Tahiti e pietre preziose, assieme a due camei sempre decorati con figure classiche.

Collana Imperial Acanthus
Collana Imperial Acanthus

È uno stile coerente con un altro pezzo eccezionale di Alessio Boschi, una collana in puro stile neoclassico. Un salto millenario che, però, ha per soggetto la stessa antichità di epoca classica. In questo caso si tratta di un collier prezioso e fedele al gusto ottocentesco: 18 fili di perle Baby Akoya di colore naturale e un grande, magnifico, autentico cammeo. Infatti, la conchiglia con la boccoluta testa di Zeus rimanda a Tommaso Saulini, il più famoso incisore romano dell’epoca. Le sue opere erano un must-have nell’Ottocento, un souvenir della Città Eterna irrinunciabile per l’alta borghesia e l’aristocrazia internazionale che passava a Roma per il Grand Tour. In più, il gioielliere italiano, alla stregua dei raffinati dandy di allora, sì è ispirato a Canova e a Thorvaldsen, disseminando nella montatura stilemi presi dalla tradizione scultorea greca e latina: un tripudio di palme, di foglie di acanto, di ghirlande sono incisi sul retro.

Collier neoclassico, Alessio Boschi
Collier neoclassico, Alessio Boschi

Questa cura per il dettaglio, per la finitura anche nelle parti più nascoste è proprio la firma di Boschi. E, ancora, c’sul gioiello c’è il rosso smorzato delle perle di rubellite, una sfumatura amata da Napoleone e utilizzata anche nell’arte egizia. Ma la vera sorpresa sono i pezzi che compongono il gioiello: la frangia di perle pendente si stacca e può essere usata come spilla. Funzione già presente in origine (e per fortuna mantenuta) del cammeo che è solamente inserito nella nuova struttura. Un sistema basculante fa apparire il giorno e la notte delle tombe medicee, un tuffo nel Rinascimento che richiama l’età classica.

La collana con il cameo-spilla staccato
La collana con il cameo-spilla staccato

Ma il secondo luogo di creatività di Alessio Boschi è quello della natura, con un’alta gioielleria che piacerebbe anche a Greta Thunberg. Per esempio, con l’anello Melting Arctic: un gioiello che è un piccolo mondo, come spesso avviene per le creazioni di Alessio Boschi. L’anello è costruito su una fascia in oro bianco 18 carati tempestata di diamanti bianchi e micro Paraiba. La cupola dell’anello è un topazio bianco scolpito, che sembra un ghiaccio che si scioglie a causa del riscaldamento globale. Insomma, alta gioielleria con un messaggio sociale. La cupola, però, si apre e all’interni si trovano tre orsi, una mamma orsa con due cuccioli, circondati da una serie di pietre di luna blu, che rappresentano gocce d’acqua e rami di ghiaccioli incastonati con gemme scintillanti.

Alessio Boschi, Artic Ring
Alessio Boschi, Artic Ring

Attenzione: i cuccioli sono separati dalla madre a causa di strati di ghiaccio sciolti glassato quarzi, galleggianti a parte. Insomma, un gioiello e allo stesso tempo un teatro, con i solchi che sottolineano la distanza tra un ghiaccio e l’altro sottolineati da smalto blu scuro (il mare che crea le fratture nel ghiaccio) mentre gli orsi bianchi sono attaccati a pezzi di ghiaccio e sono scolpiti in noce di Tagua, albero del Sud America, chiamato anche avorio vegetale.

Inoltre, l’anello può stare in piedi a causa del suo fondo piatto scolpito con increspature concentriche che imitano i cerchi creati da una goccia quando cade su una superficie d’acqua, un altro riferimento al ghiaccio che si scioglie nella regione artica a causa dei cambiamenti climatici.




Il retro dell'Artic Rinf
Il retro dell’Artic Rinf
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Il cameo neoclassico sulla collana
Il cameo neoclassico sulla collana
Spilla a cameo con l'effige di Zeus
Spilla a cameo con l’effige di Zeus







Ecco i 12 designer di VicenzaOro September





I 12 gioiellieri della Design Room di VicenzaOro September. Tra le new entry Tomasz Donocik e Yeprem. In arrivo anche Stephen Webster ♦︎

Ieg, la società che organizza VicenzaOro, ha osservato la lezione di Baselworld: comunicare ed evitare un precipitoso declino. Giusto, quindi, che si promuova con largo anticipo e dimostri di essere viva e vegeta. Anzi, con interessanti novità. Per esempio, quelle che riguardano la Design Room, lo spazio dedicato alle boutique di gioiellieri estrosi e meritevoli di attenzione. Una formula, tra l’altro, che è stata replicata in altre manifestazioni fieristiche.

L'area Design Room a VicenzaOro September
L’area Design Room a VicenzaOro September

Ecco, quindi, le prime novità di VicenzaOro September, che quest’anno è anticipata dal 7 all’11 settembre. The Design Room, collocata all’interno del padiglione Icon, affiancherà a presenze ormai consolidate a Vicenzaoro come Marie Mas, Lydia Courteille e Alessio Boschi, alcune novità di rilievo internazionale. Tra queste, Tomasz Donocik, designer polacco che risiede e lavora a Londra, già nominato Gioielliere dell’anno del Regno Unito, di chio abbiamo scritto altre volte su gioiellis.com. Stilisticamente molto contemporaneo, con un linguaggio che parla ad un pubblico sofisticato e maturo, lavora in modo artigianale, esclusivamente in oro 18 carati, rosa o bianco, utilizza le migliori pietre preziose ed è riuscito nel tempo a innovare nel rispetto dell’armonia delle forme.

Leggi qui: Le sorprese di Tomasz Donocik. 

Alessio Boschi
Alessio Boschi

Sarà presente nella Design Room anche Yeprem, designer libanese famoso per le sue creazioni con diamanti, e il greco Margaritis Lefteris. Tornano anche Sicis, Mattia Cielo e Alessa Jewelry. Infine, sono previste le presenze di Eclats Jewelry, Cedille Paris e Netali Nissim, con la sua iconica collezione di talismani prêt-à-porter. Un’altra novità di rilievo è prevista, invece, nel resto dell’area Icon: per la prima volta debutterà a Vicenzaoro Stephen Webster, designer inglese della gioielleria rock.




Lydia Courteille. Copyright: gioiellis.com
Lydia Courteille. Copyright: gioiellis.com

Tomasz Donocik
Tomasz Donocik

Yeprem, il bracciale Ararad della Y-Conic collection, vincitore dei Couture Awards
Yeprem, il bracciale Ararad della Y-Conic collection, vincitore dei Couture Awards

Orecchini di Marie Mas indossati
Orecchini di Marie Mas indossati

Yuvraj Pahuja co-fondatore di Alessa
Yuvraj Pahuja co-fondatore di Alessa

Mattia Cielo
Mattia Cielo

Netali Nissim
Netali Nissim







Le rose sorprendenti di Alessio Boschi

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La collana Rose de France di Alessio Boschi: una storia di alta gioielleria piena di sorprese ♦︎

Alta gioielleria: la collana Rose de France di Alessio Boschi è ispirata ai roseti settecenteschi di Maria Antonietta, la regina ghigliottinata durante la Rivoluzione francese, e riabilitata con una revisione storica, nonché da film di successo. E siccome Alessio Boschi più che un designer è un artista che lavora con oro e pietre preziose, ma trae ispirazione dalla Storia della cultura, ecco che il gioiello presentato a VicenzaOro ha necessità di un articolo a sé. Non solo perché si tratta di una elaborata creazione orafa, ma anche perché è uno di quei pezzi fuori dai consueti canoni della gioielleria. Come è abitudine di Alessio Boschi.

La collana, tra l’altro, riserva delle sorprese nascoste: un’altra caratteristica del gioielliere romano con base a Bangkog.

Alessio Boschi, Rose de France necklace
Alessio Boschi, Rose de France necklace

La collana Rose de France è realizzata con pietre in colori pastello, griffe smaltate di arancione che, mentre fissano la pietra alla montatura, svolgono una funzione decorativa minore, ma essenziale nel suo complesso: rappresentano i pistilli. Il retro mostra una fattura artigianale di altissima qualità: i pezzi possono muoversi per adattarsi meglio al décolleté. Sul metallo, i calici incisi raccolgono dei petali: qui Alessio Boschi ha utilizzato la tecnica en tremblant, che permette ad alcune parti del fiore di vibrare con il movimento del corpo di chi indossa il gioiello. Proprio come fossero veri petali vegetali. I calici altro non sono che forme geometriche definite dai tagli ripresi a mano, secondo la tecnica a-jour inventata per dare risalto alla luce delle pietre sull’altro lato, ossia la parte anteriore.

Non solo, la chiusura, nascosta da un diamante, può essere posizionata a diverse altezze per modulare la lunghezza della collana.

Valeria Boschi indossa la collana Rose de France
Valeria Boschi indossa la collana Rose de France

Non poteva mancare la versatilità: la parte pendente della collana può essere staccata per trasformarsi in una spilla lunga, oppure in una coppia di orecchini asimmetrici.

La chiusura è una rosa. Insomma, ormai lo sappiamo, una delle principali caratteristiche dei gioielli di Boschi è il gioiello nel gioiello, con la levetta nascosta che apre uno scrigno segreto, in cui è inciso un motto o disegnata una miniatura, oppure la componente meccanica che rende l’oggetto talmente versatile da trasformarsi in tre gioielli diversi con altrettanti usi. E immancabilmente, pur essendo consci di tutto ciò, Alessio Boschi riesce sempre a sorprendere. Monica Battistoni





Alessio Boschi, collana Rose de France
Alessio Boschi, collana Rose de France scomponibile

Il set della collana
Il set della collana

Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com

Maria Antonietta con una delle sue rose
Maria Antonietta con una delle sue rose







In 12 nella Design Room





Ecco chi sono i 12 creatori presenti nella Design Room a VicenzaOro January 2019 ♦︎

VicenzaOro scalda i motori e anticipa i nomi dei 12 creativi che saranno nella Design Room a gennaio. La Design Room, introdotta un paio di anni fa dalla precedente gestione dell’evento, è uno spazio dedicato a brand di nicchia, ma di alto valore. Giovani designer, ma anche nomi affermati nel panorama della gioielleria, sempre però con spiccate doti creative.

Ecc chi sono, quindi, i 12 designer di VicenzaOro January: Alessio Boschi,

, Anna Maccieri Rossi, Bee Goddess, Cedille, Lydia Courteille, Eclats Jewels, Mattia Cielo, Magerit, Marie Mas, Monica Rich Kosann, Sicis.

L'area Design Room a VicenzaOro September
L’area Design Room a VicenzaOro September

Alcuni, come Alessio Boschi, Alessa o Magerit, sono già stati presenti alla Design Room di VicenzaOro, mentre altri sono al debutto. Per Mattia Cielo, per esempio, è un ritorno a VicenzaOro dopo molte stagioni di Baselworld, mentre per i micromosaici di Sicis è una prima assoluta.

Molto differenti anche le caratteristiche dei designer: Alessio Boschi o Lydia Courteille fanno parte del mondo dell’alta gioielleria, anche se con caratteristiche creative che ne fanno degli unicum assoluti. Bee Goddess oppure Anna Maccieri Rossi propongono, invece, una originale fine jewelry, Magerit predilige uno stile scultoreo tardo barocco, Monica Rich Kosann è un brand di fine jewelry di largo consumo, Cedille mette l’accento su uno stile etnico, e Mattia Cielo su un design tecnologico.




Alessio Boschi
Alessio Boschi
Anello Flamingo, oro rosa, rodocrosite, zaffiri, rubini, diamanti neri e bianchi, zaffiri orange e rosa
Lydia Courteille, anello Flamingo, oro rosa, rodocrosite, zaffiri, rubini, diamanti neri e bianchi, zaffiri orange e rosa
thumb alessa
Anello di Alessa
Bee Goddess, anello in oro rosa con diamanti bianchi, blu e neri
Bee Goddess, anello in oro rosa con diamanti bianchi, blu e neri
Daniel Calvo, designer di Magerit
Daniel Calvo, designer di Magerit
Bracciale della linea Pavone di Mattia Cielo
Bracciale della linea Pavone di Mattia Cielo

Sicis, anello Arabesque in micromosaico, oro bianco, diamanti e rubino
Sicis, anello Arabesque in micromosaico, oro bianco, diamanti e rubino







VicenzaOro, tra le novità c’è l’addio di Marzotto





Il vice presidente di Ieg, Matteo Marzotto, lascia con polemica, mentre si prepara l’edizione di VicenzaOro January ♦︎

Si annunciano già le prime novità per la prossima edizione di VicenzaOro January. Ma all’appuntamento dell’edizione invernale della fiera dedicata al gioiello brillano anche le polemiche. Che non possono lasciare indifferenti gli addetti ai lavori.

Qualche giorno fa, infatti, Matteo Marzotto, vice presidente di Ieg, società nata dall’unione di Fiera Rimini con Fiera Vicenza, si è dimesso dalla carica, in polemica con l’ottuagenario presidente di Italian Exhibition Group, Lorenzo Cagnoni.

Da sinistra, Matteo Marzotto, Lorenzo Cagnoni, Ugo Ravanelli
Da sinistra, Matteo Marzotto, Lorenzo Cagnoni, Ugo Ravanelli, ad di Ieg

Non è un addio da poco, visto che a Marzotto va riconosciuto il merito di aver rilanciato VicenzaOro, oltretutto in un momento difficile per l’economia italiana. Nuove idee, dinamismo e le relazioni personali di Marzotto sono state la ricetta per il nuovo volto del format, esportato poi con successo all’estero. Tutto questo, però, non sembra essere bastato alla nuova gestione dell’azienda fieristica. Più che una fusione tra due soci, è il senso dell’addio di Marzotto, si è trattata di un’Opa di Rimini su Vicenza. E per Ieg, che ha come traguardo la quotazione in Borsa, quello di Marzotto non è un addio di poco conto.

La distanza era già apparsa palese durante l’ultima edizione di VicenzaOro September, in cui Marzotto non era coinvolto.

Matteo Marzotto, presidente di Fiera Vicenza (a sinistra) e Corrado Facco, direttore generale
Matteo Marzotto, ex presidente di Fiera Vicenza (a sinistra) e Corrado Facco, ex direttore generale

L’imprenditore veneto, in ogni caso, non ha usato mezzi termini e ha denunciato in una lettera il mancato «rispetto istituzionale del socio di minoranza, troppo spesso mal tollerato a tenuto in disparte, anche in occasioni di importanti decisioni, come quella dell’assegnazione della progettazione per gli ampliamenti dei quartieri fieristici, portata in cda dall’ad Ravanelli a cose ampiamente fatte e per mera informativa».

La lettera di Marzotto sottolinea anche quanto gli addetti ai lavori commentano negativamente da tempo: il frettoloso licenziamento dell’ex direttore di Fiera Vicenza, Corrado Facco, braccio destro di Marzotto e co-artefice del rilancio di VicenzaOro.

«Il nostro modo di vedere è opposto praticamente su tutto, tranne che sulla bontà della fusione delle due società fieristiche e della loro quotazione in Borsa», ha concluso con amarezza Marzotto.

VicenzaOro September
VicenzaOro September

Forse anche per stendere un velo su questo epilogo poco commendevole, Ieg inizia ad accendere le luci sul prossimo appuntamento. Ecco le novità: Roberto Coin presenterà le nuove versioni della collezione Princess Flower, Damiani le estensioni delle collezioni D.Side, Eden e dell’iconica Belle Epoque (chissà se le aziende sono contente di perdere l’effetto sorpresa). Nell’area Icon non mancheranno Fope, Crivelli, Leo Pizzo, Tamara Comolli, Djula. Una conferma è anche quella di Alessio Boschi nell’area Design Room, nella quale si troverà anche la designer-artista parigina Lydia Courteille, il vicentino Mattia Cielo (per lui un ritorno) e Monica Rich Kosann. Conferme anche per Giovanni Raspini, Rue de Milles, Victoria Cruz, Bronzallure, Crieri. Cosimo Muzzano





VicenzaOro January
VicenzaOro January 2017

L'area Design Room a VicenzaOro September
L’area Design Room a VicenzaOro September

Alessio Boschi
Alessio Boschi

Jessica Kahawaty e Roberto Coin
Jessica Kahawaty e Roberto Coin

Interno di Fiera Vicenza September. Foto di Carolina Nobile
Interno di Fiera Vicenza September. Foto di Carolina Nobile







VicenzaOro, i magnifici otto della Design Room

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Chi c’è nella Design Room di VicenzaOro: debutta Alessio Boschi, trasloca Garavelli e… ♦︎

Nel conto alla rovescia in vista di VicenzaOro September, organizzato da Italian Exhibition Group e in programma a Vicenza dal 22 al 26 settembre 2018, si delinea con maggiore precisione l’ambito di una delle sezioni più attese, The Design Room. Introdotta un paio di edizioni fa, l’area è riservata a firme particolarmente significative del design del gioiello. Nella edizione di settembre 2018 l’area vede qualche conferma e parecchie novità. Innanzitutto cambia il numero di designer che espongono: dai 12 della prima edizione, a gennaio 2017, agli 11 della edizione dello scorso gennaio, agli otto di settembre 2018. Tra gli aficionados della Design Room, per questa edizione si contano Qayten, innovativa boutique bolognese che suscita sempre molto interesse, Alessa Jewellery,  brand nato dall’amore tra i designer Yuvraj Pahuja e Alessandra Robles, e la italo-brasiliana Bia Tambelli. Un esordio d’eccezione è quello dell’estroso Alessio Boschi, designer italiano di profilo mondiale, che finora è stato presente solo a Baselworld. Altre novità sono rappresentate dal marchio Cedille, creato da Carmen Aoun nel 2015, dalle collezioni esotiche di Inspiration Jewels e dalla semplicità di Syna. Trasloca nella Design Room, invece, il marchio storico Garavelli. In realtà si tratta di uno spostamento di pochi metri, perché la Maison piemontese era in precedenza collocata nell’area Icon di VicenzaOro, al cui interno si trova l’area Design Room. Non a caso lo scorso anno Garavelli ha vinto un prestigioso Design Award al Couture di Las Vegas.





Alessio Boschi
Alessio Boschi

Alessa Jewelry, anelli della Amara Collection
Alessa Jewelry, anelli della Amara Collection
Qayten, bracciale Nexus chiuso
Qayten, bracciale Nexus chiuso
Garavelli, bracciale in oro diamanti
Garavelli, bracciale in oro diamanti

Bia Tambelli, orecchini con acquamarine
Bia Tambelli, orecchini con acquamarine







Alessio Boschi poeta di Venere





Le onde del mare, Venere, le perle, il guscio di una conchiglia che serba un segreto: ecco le ultime creazioni di Alessio Boschi ♦︎

La collezione Thalassa di Alessio Boschi prende il nome greco del mare. E come le onde dell’oceano riserva sorprese, misteri, meraviglie. Dato che si ispira al mare, ma quello di un’antica fantasia, anche l’alta gioielleria di questa collezione propone scoperte entusiasmanti. D’altra parte, è questa la specialità di Alessio Boschi, che si è affermato a livello internazionale come interprete di una sorta di umanesimo orafo, di una gioielleria del Rinascimento, con il tipico virtuosismo degli scultori del periodo barocco. Insomma, ha un suo stile complesso ed elaborato che si può tranquillamente paragonare a quello dei rari guru della gioielleria mondiale.

Nel 2017 la collezione Thalassa ha monopolizzato l’attenzione con il grande squalo con il corpo composto da una gigantesca perla keshi. L’anno successivo Alessio Boschi ha aggiunto, accanto a straordinari anelli ispirati agli abitanti dei flutti e spille a forma di pesci, anche un anello, Venus Heart, che è un omaggio sia al mare che alla Venere dipinta dal Botticelli e custodita agli Uffizi di Firenze. Il mare e il Rinascimento, in questo caso, si abbinano. Anche questa volta sono utilizzate le perle dalla forma irregolare, che servono costruire il guscio di una conchiglia che nasconde una sorpresa: si apre per fare posto a una sottile catena con piccoli pesciolini che trasforma l’anello in pendente. Mentre il gambo dell’anello è un pavé irregolare che ricorda una barriera corallina, le perle sul guscio sono circondate da un pavé di zaffiri blu e diamanti bianchi: le onde del mare e la schiuma delle onde che si rifrange. Pensate ancora che Alessio Boschi sia un semplice gioielliere? Macché è un poeta.





Anello Venus Heart
Anello Venus Heart

La trasformazione in collana con pendente
La trasformazione in collana con pendente
Venus Heart 1
Il segreto di Venus Heart
Alessio Boschi
Alessio Boschi
Alessio Boschi con Venus Heart
Alessio Boschi con Venus Heart
Alessio Boschi con Venus Heart a Baselworld
Alessio Boschi con Venus Heart a Baselworld
Alessio Boschi, spilla pesce con perla e zaffiri
Alessio Boschi, spilla pesce con perle e zaffiri

Anello con gambo a forma di pesce, spinello rosa e zaffiri
Anello con gambo a forma di pesce, spinello rosa e zaffiri







Alessio Boschi, il Rinascimento al Couture




Il Gran Tour al Couture di Las Vegas di Alessio Boschi: palazzi e meraviglie dell’Italia del Rinascimento si trasformano in gioielli sorprendenti ♦︎

Alessio Boschi, mago, genio, designer, artista: difficile trovare una definizione per un erede del Rinascimento che si cimenta nella gioielleria. E il riferimento al periodo storico non è casuale, perché Alessio Boschi da anni ha intrapreso una sorta di Gran Tour in Italia, tra monumenti e capolavori che hanno reso famosa la Penisola.

Alcuni di questi pezzi eccezionali Alessio Boschi li ha portati al Couture di Las Vegas, selettivo palcoscenico capace di attrarre gioiellieri delle più differenti tradizioni. Di sicuro, però, i gioielli di Alessio Boschi si distinguono dagli altri. Prendiamone, come esempio, due.

La collana ispirata al Palazzo Ducale di Venezia, dove risiedeva il governo dei Dogi nell’antica Repubblica è realizzata in oro bianco e giallo a 18 carati, con diamanti bianchi taglio brillante, pera e marquise. Ci sono anche diamanti gialli, smeraldi con l’inconsueto taglio marquise, perle dei mari del Sud, altri 12 smeraldi naturali colombiani a forma di pera verde vivo. Il tutto per ricreare l’atmosfera dello stile gotico veneziano del Palazzo Ducale, costruito tra il XII e il XVI secolo, che fu la residenza del Doge e sede del Gran Consiglio. Il Doge era la suprema autorità della Repubblica di Venezia e il palazzo conteneva gli appartamenti del Doge, oltre la grande sala delle assemblee in cui si discutevano questioni politiche, economiche e militari.

Collana di Alessio Boschi con elemento staccabile che diventa orecchino
Collana di Alessio Boschi con elemento staccabile che diventa orecchino

Architettura sul dito

Tipico di Alessio Boschi anche far comprendere come i particolari architettonici e artistici abbiano influito sul suo lavoro. La porta del Palazzo, per esempio, è stata costruita nel 1442 e presenta raffinati marmi istriani scolpiti, colonne tortili e finestre ornate con il tipico motivo veneziano a quattro lobi. Lo stesso disegno che poi si ritrova nella collana. La straordinaria eleganza della composizione è incorniciata da una grande finestra ricoperta da un color miele scuro e grigio: sono i vetri a piombo rotondi prodotti sulla vicina isola di Murano per i palazzi medioevali e rinascimentali delle residenze più aristocratiche d’Europa. Diversi motivi geometrici e poche statue adornano i bordi della porta in marmo scolpito. Questa porta insieme alla facciata del palazzo sono state le principali ispirazioni della collana e le sue tre paia di orecchini rimovibili adornati con diamanti gialli bianchi e fantasiosi e squisiti smeraldi colombiani disposti a motivi architettonici e pendenti da un bellissimo filo rosa del South Sea Pearl. Come sa chi conosce Alessio Boschi, il suo virtuosismo orafo nasconde sempre una sorpresa: in questo caso, un elemento della collana si può staccare per essere utilizzato come orecchino.

Collana Palazzo Ducale, particolare
Collana Palazzo Ducale, particolare
Collana Palazzo Ducale, Alessio Boschi
Collana Palazzo Ducale, Alessio Boschi

Sorpresa nascosta

Un altro pezzo in questa cavalcata attraverso le bellezze dell’Italia rinascimentale il set dedicato a Siena, città toscana dove dal Seicento si corre due volte all’anno il Palio, cioè una corsa equestre con i fantini che montano a pelo i cavalli, senza sella, attorno alla piazza principale della città. È uno spettacolo storico, con musiche, bandiere e costumi rinascimentali, oltre a tanto tifo delle 17 contrade che si sfidano. I dieci cavalieri che partecipano alla corsa devono compiere tre giri in Piazza del Campo in meno di 90 secondi. La piazza è circondata da palazzi storici di epoca medioevale, in mattoni rossi.Nella parte superiore della piazza si trova una squisita fontana rinascimentale (Fonte Gaia) del 1419. Ed ecco la fontana riprodotta nell’anello di Alessio Boschi, attraverso uno smeraldo quadrato nell’anello in oro rosa e pavé di diamanti champagne che rielabora con le stesse proporzioni l’architettura della pizza di Siena. Altri diamanti bianchi con taglio baguette disegnano i triangoli in cui è divisa la piazza. Pensate che questo gioiello sia abbastanza fantasioso? Eppure c’è anche qui una sorpresa: l’anello si apre rivelando una micro corsa di cavalli delle diverse contrade, con i simboli che sono applicati attorno all’anello. Lo storico palazzo che sovrasta la piazza è invece simboleggiato da un berillo giallo a taglio cuscino.

Ma non è tutto. A dominare la piazza è la Torre del Mangia, che è così chiamata dopo il suo soprannome del suo ultimo avido custode (mangia in italiano significa «he eats»). Il campanile fu costruito nella prima metà del Trecento per superare in altezza quello della rivale Firenze e presenta un orologio che è riprodotto anche sul fianco dell’anello. Ma a questo gioiello sono abbinati anche orecchini che riprendono gli stessi motivi architettonici, Gli orecchini sono decorati con una clip a forma di torre, sul retro di due campanili allungati. Ed ecco la sorpresa la parte inferiore può aprirsi per far posto a una cascata di catene e cavalli.




Anello Palio, interno
Anello Palio, interno
Anello Palio, esterno
Anello Palio, esterno
Orecchino Palio
Orecchino Palio
Orecchino Palio, con cavalli
Orecchino Palio, con cavalli
Orecchino Palio, chiuso
Orecchino Palio, chiuso
Alessio Boschi
Alessio Boschi






Alessio Boschi, Animal & Fish




La serie Animal & Fish di Alessio Boschi: spille e orecchini con perle, oro e pietre preziose in una turbinosa fantasia barocca (e allegra) ♦︎

Chi non conosce Alessio Boschi non conosce la gioielleria. O, meglio, non ha mai visto quello come la gioielleria può trasformarsi nelle mani di uno scultore prestato all’arte di comporre con oro, pietre preziose. E perle. Ma non le tonde troppo perfette perle da infilare per una collana. Le perle Akoya che sceglie Alessio Boschi sono stravaganti, disarmoniche, asimmetriche perle keshi. Che, proprio, per questo, si trasformano in volumi attorno i quali comporre. Per esempio, Alessio Boschi ha scelto una serie di perle bitorzolute che, come per un incantesimo, si animano nel corpo di animali, come pesci o uccelli.

Ma, attenzione, chi non conosce Alessio Boschi non conosce neppure la magia. Perché il designer italiano è capace di creare gioielli che sorprendono a prima vista, e continuano a sorprendere una volta che ci si accorge che il gioiello nasconde a sua volta un altro gioiello. Come per la spilla White Shark presentata nel 2017: un pescecane con pietre incassate che nasconde, dietro un piccolo sportello sul lato inferiore, un paio di orecchini pendenti. C’è, poi, la sorpresa della sorpresa, perché gli orecchini sono, a loro volta, scomponibili (ne abbiamo parlato più diffusamente qui https://is.gd/xXKndy).

Anche il resto della serie di Animal & Fish non è da meno. E, rispetto alle serie «animalia» di  altri designer, quelli di Alessio Boschi hanno un ulteriore vantaggio: sono allegri, mettono di buonumore.




Rabbit (perle, diamanti bianchi e brown)
Rabbit (perle, diamanti bianchi e brown)
Rabbit with carrot
Rabbit with carrot
Rabbit with carrot
Rabbit with carrot
Rooster cufflinks and Jabot  (pin)
Rooster cufflinks and Jabot (pin)
Seahorse
Seahorse
The Cat and the Mouse
The Cat and the Mouse
The Chick
The Chick
The Duck
The Duck
Spille della serie Fish
Spille della serie Fish
The Fish
The Fish
The Great Withe Shark
The Great Withe Shark
The Griffin
The Griffin
The Parrot with trunk
The Parrot with trunk
The Parrot
The Parrot

Alessio Boschi
Alessio Boschi







Baselworld: tenuta o flop?




Baselworld 2018, numero di visitatori invariato. Ecco chi è contento e chi è perplesso tra i gioiellieri ♦︎

Dipende. Il giudizio finale su Baselworld 2018 si può riassumere così: dipende. Perché la Fiera della orologeria e gioielleria di Basilea (22-26 marzo 2018) ha avuto due facce. Una è quella sintetizzata da due numeri: 1300 e 650. Il primo è il numero di espositori, già in calo, del 2017 (erano 1500 nel 2016). Il secondo è il numero di espositori del 2018, meno della metà. Una strage. «Una selezione», preferisce definirla la managing director di Mch, l’azienda che organizza Baselworld. Ma, appunto, dipende dai punti di vista. Di fronte a una diminuzione così drastica poteva andare molto peggio. Il bilancio finale di Baselworld 2018, nelle parole degli organizzatori è, se non entusiasmante, almeno sufficiente. Il numero dei visitatori, per esempio, «è rimasto stabile». Dato che la fiera è durata due giorni in meno questo è da considerarsi un successo. Al momento non si conosce, invece, il numero di buyer presenti. I giornalisti accorsi a Baselworld sono stati 4.400, il 15% in meno dall’Europa, ma il 5% in più dall’Asia. E se molti grandi marchi, come Festina o Dior, quest’anno hanno disertato la fiera di Basilea, Breitling, Rolex, Patek Philippe, Swatch, Chanel e Gucci hanno già annunciato che saranno presenti anche il prossimo anno, dal 21 al 26 marzo 2019.

E gli espositori? I pareri sono diversi. Anche in questo caso, dipende. Tra le opinioni raccolte da gioiellis.com tra i gioiellieri, prevale uno scarso entusiasmo per la nuova formula «concentrata», che per alcuni è «triste» se confrontata all’atmosfera che si respirava fino a un paio di anni fa. Ma, allo stesso tempo, molti hanno confermato che l’attività commerciale non è mancata e, dunque, la presenza a Basilea ha ancora un motivo d’essere. Dai commenti raccolti durante la fiera, possiamo sintetizzare così il mood:

Siamo soddisfatti ugualmente: Fope, Pasquale Bruni, Nanis, Alessio Boschi, Tamara Comolli, Picchiotti, Messika, Mattioli, Rivière

Tutto ok, ma qualche perplessità: Casato, Annamaria Cammilli, Leo Pizzo, Yoko London, Giovanni Ferraris, Djoula, Facet, Crivelli

No comment: Coronet, Sutra, Butani





Baselworld 2018
Baselworld 2018

Tra gli stand di Baselworld
Tra i booth di Baselworld
Visitatori a Baselworld
Visitatori a Baselworld
Ingresso alla messe
Ingresso alla messe

Modella di Jacob & co
Modella di Jacob & co







Baselworld 2018, selezione e novità




Baselworld 2018 parte all’insegna della selezione. Ma le novità non mancano ♦︎

«Il mondo sta cambiando velocemente. Di fronte a questa sfida ci sono solo due alternative: ingigantirsi o concentrarsi. Noi abbiamo scelto di concentrarci». Le parole di Sylvie Ritter, managing director di Baselworld, hanno aperto la nuova edizione, la numero 101, della grande fiera dedicata a orologi e gioielleria di lusso. Anzi, sempre più di lusso, perché se Baselworld 2017 ha contato 135.000 visitatori totali, in calo dai 145.000 del 2016, a novembre il gruppo Mch, che organizza la fiera, ha annunciato che avrebbe dimezzato la lista degli espositori e ridotto la durata dell’evento di due giorni, in risposta alla fase di difficolta registrata dai player dell’orologeria elvetica (l’export di orologi svizzeri, però, dopo due anni di crisi ha ripreso a lievitare a +12,6% nei primi mesi 2018). Baselworld ha anche ridotto del 10% le tariffe per l’affitto degli stand.

Il risultato è che a Basilea ci sono circa 700 espositori, quasi dimezzati rispetto ai 1.300 del 2017, anno in cui erano già calati di 200 rispetto al 2016, ma avevano comunque attratto 106mila buyer e 4.400 giornalisti (tra cui quelli di gioiellis.com). Eppure, se nella orologeria non ci sono più brand come Movado o Eberhard, rimangono sempre nomi di primo piano come Rolex, Patek Philippe, il gruppo Swatch con i tanti suoi brand, alcuni dei quali, come Omega. C’è anche il gruppo Lvmh con Maison come Bulgari e Tag Heuer. E non mancano molti top brand della gioielleria da quelli fashion come Swarovski, fino all’haute joaillerie con Graff, de Grisogono o Harry Winston, Pasquale Bruni, fino a i piccoli ma con grande creatività come Alessio Boschi, ai marchi classici della gioielleria italiana, Nanis, Giovanni Ferraris, Annamaria Cammilli, Picchiotti, Fope, Leo Pizzo, Casato, tanto per citarne alcuni. Insomma, Baselworld è dimagrita, ma conserva sempre un bel po’ di fascino: i 101 anni li porta bene. Racconteremo nei prossimi giorni le novità.




Sylvie Ritter
Sylvie Ritter inaugura Baselworld 2018
Booth Swarovski
Booth Swarovski
Ingresso principale allo spazio espositivo di Baselworld
Ingresso principale allo spazio espositivo di Baselworld
Collana Swarovski
Collana Swarovski
Al lavoro nei booth
Al lavoro nei booth

Interno di Baselworld
Interno di Baselworld







Speciale Alessio Boschi



L’arte, la fantasia e i virtuosismi di Alessio Boschi: i suoi straordinari gioielli spiegati da lui stesso ♦︎

Sono tanti i gioiellieri. Sono pochi gli artisti. Gli artisti-gioiellieri, poi, sono ancora meno. E ancora meno. Uno di questi scultori prestati alla oreficeria, visionario che guarda il futuro attraverso il passato, raffinato intenditore delle pietre e dell’anima delle pietre, è Alessio Boschi. Eclettico, ma attaccato alla tradizione, fantasioso, ma senza cadere nello stravagante, sfarzoso, ma nei limiti del buon gusto: Alessio Boschi è un unicum che dovrebbe essere salvaguardato come la pittoresca Bagnoregio, piccolo paese vicino a Orvieto, da cui parte per i suoi giri intorno al mondo alla ricerca di pietre, perle e ispirazioni.

È forse l’atmosfera millenaria che si respira A Civica di Bagnoregio (se non conoscete il paese andate a visitarlo) a spingere Alessio Boschi in un viaggio attraverso i segno che la storia dell’arte ha disseminato in giro per l’Italia. La collezione del 2017, per esempio, è stata ispirata alle fontane di Roma, che fa parte della linea Historica.

Alessio Boschi
Alessio Boschi

Milano

La linea con le finestre dell’abside del Duomo di Milano, che è bellissima, come il bracciale molto chic. C’è la versione con pavé e quella più accessibile solo incisa. La chiusura ha diamanti piccolissimi incassati e poi è modellata a forma di bifora per tenere insieme la chiusura. C’è anche bracciale versione ridotta con tre fili di perle. Milano è una collezione di gioielleria che testimonia il collegamento del gotico fiorito francese con il capoluogo lombardo: c’è anche nella versione diamanti e perle Akoya gialle.

Bracciale della linea Milano con perle Akoya bianche
Bracciale della linea Milano con perle Akoya bianche
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle indossato
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle indossato

Firenze

La linea Firenze invece vola a un livello più alto. È realizzata in oro rosa e morganite: riprende lo stile gotico e le bifore delle finestre della chiesa di Santa Maria del Fiore e del campanile di Giotto e la a Firenze. Il bracciale Florence è in oro rosa, con molle e morganiti montate per formare delle bifore senza metallo ai lati, ma tenute da delle griffe sorrette da doppi ponti che seguono la forma della pietra agganciata alle estremità da motivi trilobati. In pratica, chi indossa il bracciale non vede nulla del metallo su cui sono montate le morganiti. L’ordine delle bifore è scandito da colonnine tortili in oro lavorato a scanalature con incastonati piccolissimi diamanti: si vede solo da vicino, ma l’effetto è estremamente luminoso e prezioso. Da notare i minuscoli capitelli satinati in oro, micro-pavé e gigli rifiniti in oro diamanti. Gli orecchini Del Fiore sono separabile in diversi pezzi, con decori sul retro di motivi della cattedrale in diamanti brown. Anche la collana Del Fiore è separabile: si staccano le colonne.

Bracciale della linea Firenze
Bracciale della linea Firenze
Firenze, collana Del Fiore
Firenze, collana Del Fiore

Firenze, orecchini con Morganite
Firenze, orecchini con Morganite




Venezia

Gondola ring, anello one of a kind, rappresenta la laguna di Venezia. È realizzato con un opale nero australiano blu dalle sfumature nere. È una pietra difficilissima da tagliare senza romperla, come la laguna, appunto. L’anello utilizza anche smeraldi e zaffiri ai lati, tormaline Paraiba e perle baby Akoia blu e gialle. All’interno della galleria dell’anello, che raffigura il ponte di Rialto, c’è un gondoliere. Ci sono, inoltre, due versioni di orecchini combinati all’anello Gondola. Il primo ha una gondola in legno fossile che sembra onice, con clip e butterfly diverse con motivo veneziano. La seconda versione ha un topazio imperiale e il gondoliere sembra arrampicarsi. Le gallerie dei due anelli sono completamente diverse: una ha Rialto, con il gondoliere sul riflesso delle onde. Nell’altra, il gondoliere è in primo piano con il tramonto in diamanti gialli tagliati come finestra. Sempre a Venezia, uno dei luoghi più famosi è il Ponte dei sospiri, che ha ispirato un anello. Il Ponte dei Sospiri, per chi non lo sapesse conduceva alle inospitali carceri veneziane e i sospiri erano di chi vedeva la luce del sole per l’ultima volta. Boschi ha completamente inciso a mano i diamanti, tagliati appositamente per seguire la forma del ponte. Ogni singolo varco è un diamante, e al centro tra nove pietre mistery setting c’è uno spinello naturale, viola come il colore dell’aristocrazia veneziana. Nella galleria si trova la Porta della carta, uno degli ingressi monumentali di Palazzo Ducale, che porta e all locale del Gran Consiglio, con l’incisione del Leone di San Marco con il doge Foscari, i rosoni con i diamanti, le maschere. All’interno dell’anello si trova la classica sorpresa di Alessio Boschi: una dama veneziana con il marito condotto in prigione dalle guardie armate di alabarda.

Anello Ponte dei Sospiri
Anello Ponte dei Sospiri
Il Ponte dei Sospiri
Il Ponte dei Sospiri
Anello Ponte di Rialto indossato
Anello Ponte di Rialto indossato
Anello Ponte di Rialto
Anello Ponte di Rialto
Orecchini Gondola
Orecchini Gondola
Anello Gondola
Anello Gondola

Pendente Paper Gate Venice
Pendente Paper Gate Venice




Verona

L’anello Romeo e Giulietta nasce dall’acquisto di un grande zaffiro con una finestra, ossia la luce passa attraverso la pietra. Lo zaffiro era già con taglio smeraldo, e di colore giallo naturale, quindi non riscaldato. «Volevo creare un gioiello con una pietra così pura e trasparente da poter mettere qualcosa di visibile a occhio nudo sotto», spiga Boschi. «Lo zaffiro trovato a Bangkok è stata l’occasione per celebrare l’amore impossibile tra Romeo e Giulietta, il dramma scritto da Shakespeare. All’interno del gioiello c’è, infatti, uno scomparto inciso a mano, che rappresenta la tomba dei giovani amanti. Custodisce un piccolo ciondolo in micro mosaico, di manifattura romana della scuola del Vaticano, uno stile diverso da quello di Ravenna di Sicis o dello stile bizantino di Istanbul. È una miniatura che evoca la drammatica scena di Giulietta mentre si avvelena. Ecco perché la parte superiore dell’anello ha forma rettangolare: la finestra dello zaffiro è funzionale al disegno. Quando l’anello si apre, grazie a un movimento meccanico simile a quello dell’uovo Fabergé, si alza un ciondolo con incisi gli stemmi dei Capuleti e dei Montecchi. Il ciondolo si trasforma anche in un braccialetto, adornato da un piccolo cuore trafitto da una freccia per ricordare che l’amore è più forte di ogni altra cosa. Ai lati dell’anello si trovano le incisioni che riproducono il famoso balcone dei due amanti, ornato di micro-diamanti di 0,5 millimetri. Un secondo vano segreto ospita una statua in miniatura di Romeo in ginocchio, con una rosa in mano. Dall’altra parte, invece, la tomba di Giulietta, che ha i capelli non incisi in uno solo pezzo d’oro (chiunque potrebbe farlo). Invece, i capelli sono realizzati uno per uno, fili d’oro intrecciati insieme: l’ennesima sfida di Boschi verso l’impossibile. Impossibile da imitare, di sicuro. L’anello è frutto di due mesi di lavorazione solo per il micromosaico. C’è anche l’orecchino con la scritta «amor vincit omnia», l’amore vince tutto. Come la fantasia.

Verona, gli orecchini
Verona, gli orecchini
Verona, anello Romeo e Giulietta
Verona, anello Romeo e Giulietta

Pisa

L’anello che si ispira alla famosa torre pendente, riproduce la parte alta, quella con il lucernaio. È un one-of-a-kind, con zaffiri viola e rosa taglio princess, incorniciati da microdiamanti, con gli ordini di archi che sembrano leggermente bizantini. In qualunque modo si possa girare la torre, non starà mai diritta sul dito ma, ovviamente, penderà sempre da un lato. Il gioiello è realizzato con la tecnica mistery setting da un lato, mentre dall’altro si trova una rosetta laterale composta da zaffiri viola taglio buff top (sopra cabochon, sfaccettato sotto) circondati da un micro pavé. Anche questo anello ha una sorpresa: si apre e dentro si trovano i simboli della antica Repubblica Marinara (Pisa era un piccolo stato durante il Medioevo) incisi e una piccola torre come pendente.

Anello Torre di Pisa, con i secrets
Anello Torre di Pisa, con i secrets

Roma

Il Colosseo diventa un doppio gioiello, ma con l’aspetto che aveva in origine, in epoca imperiale. Il gioiello è in oro bianco, con tre ordini di colonne e altrettanti capitelli in stile ionico, dorico e corinzio. In basso si scorge il rilievo sabbiato con i legionari, i loro elmi e le lance, l’aquila e le insegne imperiali dell’antica Roma. Nella prima galleria del Colosseo ci sono diamanti princess, tagliati a mano. Non solo: sono tagliati in modo da poter assecondare la curvatura della montatura. Qui sta l’arte di Boschi: scegliere un taglio brillante con le sfaccettature che riflettono la luce, di forma quadrata come in questo caso, comporta un dispendio notevole di materiale. Sarebbe stato più economico un taglio a gradini, anche di una forma rettangolare quindi baguette. Ma avrebbe donato una luce meno bella, più fredda. Invece, le entrate sono in taglio a gradini baguette, apposta per avere luce diversa. Nel primo anello con il Colosseo si trovano i più piccoli diamanti neri al mondo: 0,7-0,8 carati. Sotto questa dimensione i diamanti neri non si possono tagliare. Per questo il secondo e il terzo anello sono in smalto nero. La cosa più difficile è stato trovare il modo di scalare la parte bianca: è difficilissimo trovare 0,6 carati in India (dopo la crisi, dice Boschi, questa dimensione non la taglia più nessuno). Invece, l’ultimo gradino vicino all’arena è di 0,5 carati, così come le punte che incassano le pietre sono microscopiche. L’anello più grande verso l’alto ha dei diamanti neri princess cut montati al contrario, per dare l’idea delle borchie. Rappresentano le finestre del Colosseo e ogni anello-settore è diviso da fila di diamanti baguette neri. Così la luce complessiva che è molto bella è data dagli incastri dei vari tagli delle pietre.

C’è anche una seconda versione del Colosseo: quella che lo rappresenta come è ai giorni nostri. È in oro rosa, con lo stesso lavoro di incassatura, ma questa volta con smeraldi: una pietra difficilissima da lavorare, che si crepa facilmente. Al centro si trova la biga e i cavalli utilizzati nei giochi dell’antica Roma. C’è, infine, la lupa capitolina sabbiata, e quando si gira l’anello dall’ipogeum escono la tigre e il leone, trattenuti dalle catene montate su dei binari.




Colosseo, ciondolo interno
Colosseo, ciondolo interno
Anello Colosseo, seconda versione in oro rosa
Anello Colosseo, seconda versione in oro rosa
Anello Colosseo, prima versione
Anello Colosseo, prima versione
Anello Colosseo
Anello Colosseo

Natura, animali

Accanto alla collezione Historica, Boschi coltiva altre linee continuative come Naturalia, ispirata a piante, fiore e animali, e Thalassa, che celebra le creature del mare. Un esempio da incorniciare è The Great White Shark, è una spilla della linea Thalassa, un pezzo unico e il più importante della produzione 2017: una grande (ma leggera) spilla dalla forma di pesce. Il muso, le pinne e la coda sono in perle keshi, mentre il corpo ricorda le sfumature del pesce che in natura può essere di due colori, con il dorso di un blu tendente al grigio e la parte inferiore in blu pallido. Nel gioiello questo effetto è reso da una combinazione di tormaline indigo light e acquamarina Santa Maria: due varietà simili alle sfumature dell’oceano.

Le pietre sono montate a jour (a giorno), ossia senza un fondo in metallo per ricevere la luce anche dal basso. E, in vero stile Boschi, persino la forma della montatura a jour è inconsueta: ogni singola trama riprende la forma delle squame dei pesci, un virtuosismo artistico che non pregiudica la resa.

Alessio Boschi con gli orecchini Great White Shark
Alessio Boschi con la spilla Great White Shark

Il pesce con sorpresa

L’incassatura risulta perfettamente liscia al tatto, perché le pietre sono ritagliate nuovamente sul bordo per eliminare qualsiasi dislivello. Per rendere portabile la spilla, tutta la struttura o montatura è in palladio, il nuovo lusso della gioielleria. Il metallo è forgiato con una difficile fusione, perché il palladio è un metallo che richiede alte temperature, più del platino. Per lavorare il palladio ci vuole una macchina particolare e si può utilizzare solo in lega con un altro metallo. Un’azienda tailandese è l’unica in Asia a consentire questa lavorazione.

Il risultato è una spilla 40% più leggera rispetto alle tradizionali montature. I gioielli di Boschi, come sempre, nascondono dettagli inaspettati. In questo caso, lo stomaco del pesce si apre e rivela uno scomparto in oro rosa, dove sono incisi a mano le creature della barriera corallina: polipo, pesce pagliaccio, pesce violino. Non solo: con una molla lo sportello della spilla si apre e si chiude per contenere anche un paio di orecchini. La forma del gioiello è tondeggiante e la spilla non si indossa solo per un verso, ma in tre dimensioni. Gli orecchini in perla e diamanti rappresentano la pinna dorsale che emerge dal mare e si ispirano ai famosi disegni di onde dell’artista giapponese Hokusai: hanno una lunga catenella pendente removibile in oro intervallata da piccole perle, e la clip di chiusura è sagomata a squalo.

Spilla Great White Shark
Spilla Great White Shark
Alessio Boschi con gli orecchini Great White Shark
Alessio Boschi con gli orecchini Great White Shark
Orecchini Great Shark
Orecchini Great Shark

I fiori di Alessio

Di solito Boschi ogni modello lo replica da uno a dieci pezzi. Per il mercato cinese ha disegnato una serie di anelli Peony inseriti nella linea Naturalia. La novità è il tema del loto, fiore da cui si estrae un preziosissimo olio essenziale, più costoso dell’oro. L’anello è realizzato con zaffiri, baby perle Akoia rosa e tsavoriti sfumate, con una tormalina volutamente selezionata con inclusioni, perché rende l’idea delle gocce di essenza scaturite dal suo pistillo: una scelta coraggiosa, perché sottolinea come il designer privilegi la creatività, piuttosto che adattarsi alle regole del mercato. «Secondo me le inclusioni non sono necessariamente imperfezioni», racconta Boschi a gioiellis.com. «In certi casi danno vitalità e luce alla pietra e conferiscono unicità, per esempio la tormalina Paraiba». Ci sono, poi, i pezzi ispirati al glicine (wisteria collection) altro fiore cinese in giada viola di grande qualità e tsavoriti mischiati con diamanti gialli per le foglie e il tralcio.

Anelli Peony
Anelli Peony
Anello Wisteria indossato
Anello Wisteria indossato

Un tocco di India

The Palace Flowered è anello che rappresenta la foglia di acanto rivisitata nello stile del Rajastan, con i colori dell’India su una montatura che ricalca il doppio arco, come dei palazzi moghul, con zaffiri viola, taglio rosa forma a pera, tsavoriti in diverse sfumature e gocce di smeraldi.

Anello The Palace Flowered
Anello The Palace Flowered







Premiato il Rinascimento di Alessio Boschi

Alessio Boschi tra i vincitori dell’International Design Excellence Award 2017 di Hong Kong con un omaggio al Rinascimento ♦

Un omaggio al Rinascimento e a Firenze: Alessio Boschi, artista della grande gioielleria italiana, ha vinto l’Aesthetic first prize all’International Design Excellence Award 2017 di Hong Kong. Il premio (meritato) è stato assegnato per Homage To The Renaissance, collana e orecchini sontuosi che hanno come pendente un’ancona (nell’arte figurativa è un dipinto su tavola o rilievo in marmo o legno, di soggetto religioso, all’interno di una cornice architettonica). Naturalmente in questo caso non è un dipinto a essere realizzato, ma un prezioso mosaico (ne parleremo ancora). Un premio prestigioso, se si pensa che hanno partecipato 165 designer provenienti da 27 Paesi.

L’International Jewellery Design Excellence Award è un evento biennale. Si è tenuto in occasione dell’Hong Kong International Jewellery Show (HKTDC). Oltre all’italiano Boschi, i premi sono andati al designer giapponese Natsumi Odate, che ha vinto la più alta onorificenza Campione dei Campioni, con la sua collana Rhythm, realizzata con la tecnologia 3D. La collana simula la forma di foglie di vite selvatiche. I designer russi Natalia Tarasova e Tatiana Tarasova hanno vinto, invece, l’Uniqueness in Design Award con il loro anello For Form. Il design è stato ispirato dalla geometria del vortice. A un altro designer russo, Viktor Moiseikin, è stato assegnato il Craftsmanship Award per il set di anello e orecchini Firebird Feather, che utilizza la tecnologia Waltzing Brilliance, che offre effetti caleidoscopici.

La collanai dedicati al Rinascimento di Alessio Boschi
La collanai dedicati al Rinascimento di Alessio Boschi
Orecchini dedicati al Rinascimento di Alessio Boschi
Orecchini dedicati al Rinascimento di Alessio Boschi
Alessio Boschi con l’Aesthetic first prize disegnato da Wallace Chan
Alessio Boschi con l’Aesthetic first prize disegnato da Wallace Chan
Anello in argento, carta colorata, e ambra di Natalia Tarasova e Tatiana Tarasova
Anello in argento, carta colorata, e ambra di Natalia Tarasova e Tatiana Tarasova
Finalista: earcuff Symphony di Kalpana Asar. Oro giallo 18k con diamanti e rubini
Finalista: earcuff Symphony di Kalpana Asar. Oro giallo 18k con diamanti e rubini
La collana Rythm in platino con diamanti, tanzanite, peridoto, e iolite di Natsumi Odate
La collana Rythm in platino con diamanti, tanzanite, peridoto, e iolite di Natsumi Odate
Tra i finalisti, la collana Warm e orecchini di Xiaolei Feng. Oro, perle, e madreperla
Tra i finalisti, la collana Warm e orecchini di Xiaolei Feng. Oro, perle, e madreperla
Tra i finalisti, la collana Firebird e anello di Alina Andreeva. Oro bianco 18k con zaffiri e diamanti
Tra i finalisti, la collana Firebird e anello di Alina Andreeva. Oro bianco 18k con zaffiri e diamanti


L’Oceano di Alessio Boschi

Le ultime fantastiche, ingegnose, geniali invenzioni di Alessio Boschi, gioielli che sembrano nati sulle onde dell’Oceano.




Come definire Alessio Boschi? Un genio? Un erede del Rinascimento italiano? Un eclettico artista? Forse tutte queste cose assieme. Alessio Boschi è un designer che ha imparato l’arte orientale della delicata lavorazione di complicati incastri, porta con sé l’umanesimo della storia artistica italiana, ha la sensibilità per la scelta e la composizione dei suoi pezzi unici. Alessio Boschi è ormai una stella nel firmamento della gioielleria e lo sarà sempre di più. Come dimostrano alcuni delle sue ultime creazioni ispirate al mare o, meglio, all’Oceano (Boschi vive tra la Tailandia e l’Italia).

La spilla Coral Reef è anche un ciondolo con un sistema di chiusura invisibile: può essere indossato come un pezzo centrale in un filo di perle South Sea. Il gioiello è un omaggio alla barriera corallina dei mari tropicali e rappresenta uno spruzzo di acqua che si schianta contro la riva. Ma, guardatelo bene: ci sono anche un corallo, gorgonie e un polpo abbarbicati attorno all’opale boulder australiano, che ricorda la profondità blu del mare. Quale altro designer potrebbe concepire e poi realizzare qualcosa di simile? Sempre dedicato alle profondità marine è l’anello Anemone di mare arancione, con i suoi tentacoli di diamanti incrostati che incorniciano uno splendido opale etiope cabochon, circondato da zaffiri arancio e granati del Mali. Questo abitante dei mari sembra collegato a una roccia sottomarina pieno di micro-alghe, rese con diamanti champagne, arancio e zaffiri gialli. All’interno dell’anello, il lavoro interno rivela una micro barriera corallina, intagliata a mano in oro bianco e i dettagli di diverse creature marine.

Non è meno affascinante la collana Ocean Foam, che si ispira alle onde che si infrangono contro la riva. Una tormalina Paraiba blu e verde ricorda le sfumature delle acque tropicali, mentre la giadeite bianca e i diamanti rappresentano la schiuma che si sviluppa dopo l’impatto delle onde sulla barriera. Il movimento delle onde, decorato con pietre preziose pendenti a suggerire le gocce d’acqua, incornicia una splendida giada verde imperiale. Come spiega Alessio Boschi, un gioco tra la più squisita e tradizionale gemma cinese e uno stile meno convenzionale in una sfida creativa che non finisce mai: Oriente incontra l’Occidente. Ma solo Boschi riesce ad arrivare a questo. Giulia Netrese

Ocean Foam ring by Alessio Boschi
Ocean Foam ring by Alessio Boschi





Coral Reef, spilla-ciondolo by Alessio Boschi
Coral Reef, spilla-ciondolo by Alessio Boschi

Collana Ocean Foam, by Alessio Boschi
Collana Ocean Foam, by Alessio Boschi
Anello Orange Sea Anemone, by Alessio Boschi
Anello Orange Sea Anemone, by Alessio Boschi

Alessio Boschi
Alessio Boschi




I giochi d’acqua di Alessio Boschi

C’è la massima espressione del Barocco romano nella collana di Alessio Boschi dedicata a Piazza Navona. L’abbiamo vista a Basilea tra tormaline Paraiba, diamanti bianchi e smeraldi che evocano giochi d’acqua, palladio e l’oro rosa che danno forma a figure mitologiche. Il gioiello diventa una mappa architettonica e iconografica, a partire da piccolissimi dettagli, come la placca rettangolare che pende dalla chiusura e riprende la forma della piazza fatta costruire da papa Innocenzo X, sull’area anticamente occupata dalla stadio dell’imperatore Domiziano. Le tre baguette azzurre simboleggiano le tre fontane, ma anche i tre gigli dello stemma dei Pamphili, la famiglia del Papa.

A destra, dopo una successione di smeraldi concavi di Zambia, tormaline Paraiba del Mozambico, diamanti bianchi, ecco i Tritoni della fontana del Moro, quello centrale che sta domando un delfino e quelli con le conchiglie da cui zampilla acqua. Tutte le figure sono in palladio 950 e placcate in oro rosa per far risaltare la plasticità della modellazione, come la sirena e il dio Nettuno, dell’omonima fontana, rappresentati sul lato sinistro. Ma è in tutto ciò che gravita intorno all’imponente tormalina Paraiba di 80,5 carati e tagliata a cuscino, che lo spirito di Boschi coincide perfettamente con la definizione del Barocco data dallo storico Bruno Zevi: un animo libero e un atteggiamento creativo. Con in più l’immaginazione travolgente del gioielliere artista qual è Boschi.

Infatti, la composizione ruota intorno alle caratteristiche di trasparenza della pietra e alla scelta di costruire una narrazione anche sul retro della gemma: sorretta da quattro figure che impersonano i quattro fiumi dell’omonima fontana al centro della piazza, ossia il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata, la montatura è incisa sul fondo verde acqua della tormalina con la sagoma dell’obelisco che nella realtà sovrasta il complesso scultoreo, ed è circondato dai gigli e dalla palma, elementi dello stemma dei Pamphili. Della stessa collezione ispirata alle fontane, c’è un anello con uno straordinario berillo come colore e lucentezza e le tormaline Paraiba sfumate fino a diventare la schiuma dell’acqua. Due composizioni scultoree, per vederne l’effetto wow eccole indossate da Valeria Boschi. Monica Battistoni

Alessio Boschi, omaggio a Piazza Navona. Collana in palladio, oro rosa Alladium, oro rosa 18 carati, diamanti bianchi, perle naturali, 131 smeraldi, 282 tormaline Paraiba, tormalina centrale da 80, 2 carati
Alessio Boschi, omaggio a Piazza Navona. Collana in palladio, oro rosa Alladium, oro rosa 18 carati, diamanti bianchi, perle naturali, 131 smeraldi, 282 tormaline Paraiba, tormalina centrale da 80,5 carati
La collana indossata da Valeria Boschi
La collana indossata da Valeria Boschi
Vista da vicino
Vista da vicino
Il retro della collana, con l'obelisco e i gigli
Il retro della collana. Da notare la finitura accuratissima e l’obelisco e i gigli centrali
L'anello dedicato alla fontana del Moro con i Tritoni. In palladio e oro rosa, con diamanti bianchi, tormaline Paraiba e un berillo di 55 carati centrale
L’anello dedicato alla fontana del Moro con i Tritoni. In palladio e oro rosa, con diamanti bianchi, tormaline Paraiba e un berillo di 55 carati centrale
L'anello indossato
L’anello indossato
Alessio Boschi
Alessio Boschi

Un capolavoro di Alessio Boschi

Sorprendenti e scenografiche: abbiamo avuto la fortuna di osservare da vicino le creazioni di Alessio Boschi. Sono talmente ricche di dettagli inconsueti da suscitare immancabilmente l’effetto wow. Sarà perché dietro c’è una lunghissima preparazione del disegno, sarà per la sua capacità di prendere a prestito tecniche tradizionali o nuove tecnologie e applicarle, da vero virtuoso dell’arte orafa, nella lavorazione dei gioielli, e sarà anche perché l’estro dell’artista si esprime in un design molto personale. Non a caso Alessio Boschi è stato indicato come il più creativo di Baselworld 2016. Guardate, per esempio, questa collana ispirata al Cedro del Libano della collezione Naturalia, dove ogni elemento, dalla corteccia alle foglie, ai coni con le barrette chiuse e aperte, da solo potrebbe rappresentare un mondo a sé. «Gli aghi sottili, ossia le foglie che in natura sono singole o raggruppate in diverse disposizioni sullo stesso ramo, sono dei cristalli di smeraldo grezzo leggermente lucidati per lasciare intatta l’intensità del colore, e tagliati all’estremità per dare la forma a punta», spiega Alessio.

Un lavoro semplice? L’esatto contrario. «Le pietre provengono dalle miniere afghane e quindi sono molto difficili da reperire e soprattutto in grande quantità con le stesse caratteristiche, in questo caso si tratta di 280 gemme per 100 carati», rivela il designer. C’è, poi, la lavorazione: questi sottili cristalli sono montati con una colla, una resina vetrificata al calore delle lampade Uva, su dei minuscoli cilindri in argento placcato con una pellicola verde dello stesso colore degli smeraldi, fatto apposta per questa collana, e adagiati sopra una molla per consentire alla gemma di oscillare con il movimento del corpo. Analoga montatura en tremblant per i diamanti gialli e marroni, forati sul fondo e disseminati qua e là tra il verde per rappresentare le piccole pigne appena sbocciate. Già questo originale e prezioso distesa di foglie da sola collocherebbe la collana nell’alta gioielleria, ma la fantasia e la maestria di Boschi sono senza limiti.

Alessio Boschi, collezione Naturalia: Cedar necklace con diamanti bianchi, marroni e gialli, smeraldi naturali del Panjshir per 100 carati e due spessartiti di 72.65 carati complessivi.
Alessio Boschi, collezione Naturalia: Cedar necklace con diamanti bianchi, marroni e gialli, smeraldi naturali del Panjshir per 100 carati e due spessartiti di 72.65 carati complessivi

Così persino il tronco, ossia la struttura della collana, non è un pezzo d’oro qualsiasi. Realizzato secondo la tecnica di produzione delle spade giapponesi dei samurai, Makumé Gane, è costato sei mesi di lavoro per ottenere le venature più somiglianti al modello reale. Ben 19 piastre tra oro giallo, bianco, rosa 18 carati, argento e palladio, le cui molecole bagnate da un acido si inseriscono tra i vari livelli del metallo e formano dei cunicoli microcompressi per disegnare striature con tonalità differenti, mentre micro diamanti gialli, marroni e bianchi danno il senso di rilievo della corteccia. E ancora altri piccolissimi brillanti gialli e marroni, montati al contrario en tremblant sulla pigna ormai matura con le parti legnose aperte come i petali di un fiore, riprendono le sfumature del mondo reale con una lucentezza simile a quella conferita ai brillanti dal taglio a rosa.

Infine, due pigne chiuse che attirano subito l’attenzione non solo per le dimensioni. Si tratta di due rare spessartiti, ossia il granato color mandarino, nella varietà più bella, quella battezzata Fanta orange dal nome della bibita, scelte proprio per la tonalità che esalta il verde dello smeraldo senza essere preponderante. Le squame sono incise a mano per evidenziare la tridimensionalità della conifera e mantenere la trasparenza delle pietre di oltre 70 carati complessivi, che all’interno hanno un Led installato con la consulenza della facoltà di Tecnologia dell’Università di Bangkok. Ma attenzione, la luce è intermittente, perché la collana, frutto di 14 mesi di lavoro, palpita come la natura che rappresenta. Basta vederla indossata da Valeria Boschi, sorella di Alessio, per capirlo. Monica Battistoni

Valeria Boschi
Valeria Boschi, sorella di Alessio, indossa la Cedar necklace. Le pigne contengono una lampadina led che si accende a intermittenza
Cedar necklace, particolare
Cedar necklace, particolare
Alessio Boschi
Alessio Boschi

Alessio Boschi trionfa a Hong Kong

Alessio Boschi re delle aste asiatiche d’autunno. Il designer (https://gioiellis.com/il-virtuosismo-di-alessio-boschi), è stato la star all’asta Jewellery and Jadeite Autumn Auction 2015 di Tiancheng, società di aste con sede a Hong Kong. Un paio di orecchini trasformabili in anello o pendenti di giadeite icy lavanda e verde, con diamanti, firmati dal designer italiano che fa base a Bangkok, è stato venduto per 3,33 milioni di dollari Usa, il prezzo massimo della intera vendita. Da notare che all’asta sono stati venduti l’87% dei gioielli, per un totale di 31,4 milioni di dollari. Un anello spinello  color cobalto cangiante  dello Sri Lanka e diamanti per 25.79 carati, ha attirato più di 20 offerte ed è stato venduto per 230.000 dollari. Lo spinello appare blu alla luce del giorno, ma si trasforma violaceo con la luce artificiale. Era stato scambiato per uno zaffiro blu, ed è stato conservato in un caveau privato per più di 50 anni, fino a quando è stato visto dagli specialisti di Tiancheng e correttamente identificato e valutato. Federico Graglia

Anello con diamanti e rubini a forma di libellula
Anello con diamanti e rubini a forma di libellula
Lo spinello cobato (fotomontaggio): cambia colore se esposto alla luce artificiale
Lo spinello cobato (fotomontaggio): cambia colore se esposto alla luce artificiale
Versione pendente dei due gioielli
Versione pendente dei due gioielli
Anelli di giadeite icy lavanda e verde
Anelli di giadeite icy lavanda e verde
Orecchini trasformabili in pendente o anelli di Alessio Boschi. Venduti per 3,3 milioni di dollari
Orecchini trasformabili in pendente o anelli di Alessio Boschi. Venduti per 3,3 milioni di dollari
Un altro pendente di Alessio Boschi: Tulip
Un altro pendente di Alessio Boschi con giadeite: Tulip
Pendenti di giadeite verde e lavanda firmati Alessio Boschi
Pendenti di giadeite verde e lavanda firmati Alessio Boschi
Anello con zaffiro e diamanti
Anello con zaffiro e diamanti