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Anello costoso, divorzio più probabile

Avete ricevuto un anello di fidanzamento? Sapete anche il prezzo dell’anello? Speriamo che non sia troppo alto, perché… ♦

Un diamante è per sempre, ma anche il divorzio può essere lungo. Le cause sono tante, ma sembra che più l’anello di fidanzamento è costoso, maggiore sia la probabilità di separazione dei coniugi. Ma, attenzione: non è una regola. Lo dimostra la coppia Amal Alamuddin, e George Clooney, che dopo quasi dieci anni insieme, sembra una delle coppie più stabili di Hollywood. Eppure l’anello di fidanzamento è costato all’attore 550 mila euro. In molti altri casi, invece, sembra proprio che l’anello acquistato con un prezzo a molti zeri non sia stato una garanzia di felicità.

Amal Alamuddin e George Clooney
Amal Alamuddin e George Clooney

Come nel caso di Angelina Jolie, che si è sposata con Brad Pitt dopo aver ricevuto un anello da 200mila euro: matrimonio naufragato. Anche la separazione anni fa tra Lady Gaga e Taylor Kinney (anello con diamante a forma di cuore da 55mila euro) potrebbe dimostrarlo. A rischio (anche se per ora tiene duro) anche Beyoncé, dato che l’anello che le ha regalato da Jay-Z è costato 5 milioni. Per non parlare dell’anello di Kim Kardashian, con con diamante da 15 carati del valore di oltre 7 milioni di euro.

Lady Gaga e Taylor Kinney: crisi nonostante l'anello con diamante a cuore da 55 mila dollari
Lady Gaga e Taylor Kinney: crisi nonostante l’anello con diamante a cuore da 55 mila dollari

A lanciare l’allarme o, meglio, a notare un collegamento tra prezzo dell’anello e divorzi  sono stati due ricercatori americani della Emory University di Atlanta, che tempo fa hanno messo sotto la lente oltre 3 mila coppie di coniugi negli Stati Uniti. Andrew Francis e Hugo Mialon sono giunti alla conclusione che se gli uomini scelgono un anello di fidanzamento tra i 1.500 e 3.200 euro il rischio di divorzio è di 1,3 volte superiore alla media. Abbastanza basso, insomma. I due ricercatori hanno considerato come base un costo per l’anello un prezzo da zero a 1.500 euro. Non solo: il rischio maggiore di separazione si raggiunge quando l’anello di fidanzamento supera i 20.000 dollari. Le donne che ricevono un anello così prezioso hanno 3,5 volte di più la probabilità di divorziare, rispetto a quelle che hanno avuto in dono un solitaire tra 5.000 e 10.000 dollari.

La coppia scoppiata: Beyoncé e Jay-Z
La coppia Beyoncé e Jay-Z

Quindi bisogna essere «scozzesi» per salvare il matrimonio? Per niente: anche le coppie che hanno speso meno di 400 euro per l’anello di fidanzamento hanno i tassi di divorzio elevati. Insomma, l’anello al dito fa bene: basta non esagerare, meglio stare nella media. E se avete qualche dubbio sulla scelta dell’anello, potete sempre farvi consigliare la nostra veloce guida.

La signora Clooney con anello
La signora Clooney con anello
Angelina Jolie con l'anello di fidanzamento
Angelina Jolie con l’anello di fidanzamento

Come indossare tiara o diadema

Tiare e diademi sono di gran moda, preziose o semplici bijoux. Ecco una selezione e i consigli su come indossare una tiara o un diadema e non solo al matrimonio ♦

Oggi, la parola tiara è diventato sinonimo di diadema. La tiara è spesso tradotta con una parola simile a diadema in molte lingue. Entrambe le parole, in ogni caso, derivano dagli ornamenti indossati sulla testa da uomini e donne nell’antichità. Questi ornamenti indicavano uno status elevato. Ma oggi non è più così. La tiara è indossata spesso durante le occasioni formali, in particolare se il codice di abbigliamento è la cravatta bianca, oppure per cerimonie come quelle del matrimonio. E non solo: una tiara può essere anche indossata con un abbigliamento informale. Naturalmente, in questo caso, sarà differente dalla tiara utilizzata per una cerimonia.

Elizabeth von Thurn und Taxis indossa una spilla e e una tiara con diamanti e smeraldi (immagine dal catalogo Sotheby's)
Elizabeth von Thurn und Taxis indossa una spilla e e una tiara con diamanti e smeraldi (immagine dal catalogo Sotheby’s)

La prima donna a rendere popolari tiare, diademi e coroncine, appannaggio dell’alta gioielleria e dell’alta società, è stata Courtney Love, nel 1995, quando si è presentata a un concerto con un voluminoso cerchietto di cristalli che sembravano diamanti. Qualcosa di simile alla corona di Miss America, peccato che il rossetto fosse volutamente sbavato.

Meghan Markle, prima del suo principesco matrimonio, con tiara
Meghan Markle, prima del suo principesco matrimonio, con tiara

Sono passati oltre 20 anni e ci sono ragazze a New York che non rinunciano a un  gioiello tra i capelli nemmeno per andare in ufficio, mentre la stilista Vivienne Westwood indossa un diadema di corallo quando va in giro in bicicletta per Londra. Insomma, un po’ come il cappello firmato Borsalino, tornato di moda per gli uomini anche giovani e vestiti casual, un outfit non è completo se manca l’ornamento giusto in testa. Che, attenzione, non è più espressione di un rango, ma una libera scelta.

Come indossare la tiara

La cosa più interessante è che la democratizzazione della tiara ha modificato persino l’etichetta delle giovani principesse e regine europee, con Kate Middelton in testa (è il caso di dire), che indossa la tiara piuttosto indietro, in linea con le orecchie e inclinata di almeno 45 gradi, mentre la consuetudine la vorrebbe collocata molto più avanti e quasi orizzontale. Ora che conoscete anche il modo più giusto per portarla ecco una selezione adatta ai matrimoni e alle occasioni meno formali.  

Carolina Herrera, Falling Jasmine tiara e orecchino a bottone in argento placcato oro e smalto bianco
Carolina Herrera, Falling Jasmine tiara e orecchino a bottone in argento placcato oro e smalto bianco

I diademi sono spesso indossati dalle attrici nei film, nelle commedie e in televisione. Nel 2013, Cartier ha creato una replica della tiara di rubini e diamanti che avevano originariamente realizzato nel 1956 per la Principessa Grace di Monaco per il film Grace of Monaco , con Nicole Kidman. Ma le tiare possono essere anche in plastica, strass , cristalli Swarovski o qualsiasi altro materiale non prezioso. Sono indossati dalle donne in occasioni come una festa o un ballo. Sono anche indossati dai vincitori dei concorsi di bellezza e dai bambini che si travestono da principesse Disney.

Princess Eugenia con la tiara
Princess Eugenia con la tiara
La principessa Beatrice con lo sposo Edoardo Mapelli Mozzi, indossa la Queen Mary's Fringe Tiara
La principessa Beatrice con lo sposo Edoardo Mapelli Mozzi, indossa la Queen Mary’s Fringe Tiara
Swarovski, Lucia tiara, in palladio e oro
Swarovski, Lucia tiara, in palladio e oro
Tiara in platino con acquamarina
Bulgari, tiara in platino con acquamarina
Tiffany, diadema Butterfly. Gli spinelli rosa e i diamanti tondi taglio brillante adornano un diadema in platino di squisita manifattura, che sviluppa il tema della farfalla al centro. Peso complessivo in carati: diamanti tondi taglio brillante, 19.97; spinelli rosa, 10.98; diamanti marquise, 0.73
Tiffany, diadema Butterfly. Gli spinelli rosa e i diamanti tondi taglio brillante adornano un diadema in platino di squisita manifattura, che sviluppa il tema della farfalla al centro. Peso complessivo in carati: diamanti tondi taglio brillante, 19.97; spinelli rosa, 10.98; diamanti marquise, 0.73
TIara di Susan McLeary
Tiara di Susan McLeary
Kate Middleton con la tiara di Cartier
Kate Middleton con la tiara di Cartier
Tiara e collana vittoriana venduta da Christie's
Tiara e collana vittoriana venduta da Christie’s
BijouxBrigitte, diadema color argento con strass. Prezzo: 25 euro
BijouxBrigitte, diadema color argento con strass
La tiara progettata per Asscher (dal sito di Reena Ahluwalia)
La tiara progettata per Asscher (dal sito di Reena Ahluwalia)
Oscar de La Renta, tiara in metallo placcato oro e cristalli. Prezzo: 300 euro
Oscar de La Renta, tiara in metallo placcato oro e cristalli

Come scegliere un bracciale grande





Come scegliere un bracciale largo, che copre tutto il polso, definito come cuff in inglese? Non c’è nulla come un gioiello per rendere un po’ più frizzante un vestito spento, ma non tutte possono indossarlo e, soprattutto, attenzione all’abbinamento con l’abito. Ma se vi piace, il bracciale a polsino è un’idea interessante: invece di sovrapporre sottili catenelle o bangle all’ultima moda, le trend setter indossano un alto, elegante e scolpito bracciale a polsino che avvolge polso e parte dell’avambraccio. Vediamo come e quando indossarlo.

La cantautrice Paola Turci ha indossato gli orecchini ed il bracciale Eclipsis di Pianegonda in argento, topazi e zirconi bianchi
La cantautrice Paola Turci sul red carpet di Venezia ha indossato gli orecchini ed il bracciale Eclipsis di Pianegonda in argento, topazi e zirconi bianchi

Certo, non non è necessario essere tanto audaci come Diana Vreeland, storica direttrice di Harper’s Bazar, che ne portava due uguali, uno per braccio. E, sicuramente, questi bracciali a polsino non hanno i super poteri di quello di Wonder Woman: però che ci sia un ritorno del cuff lo testimonia il lancio di Coco Crush di Chanel, le sfilate di Louis Vuitton e, soprattutto, le novità che i gioiellieri hanno presentato.

Bracciale in oro bianco e tormalina, anello in oro rosa e zaffiro rosa
Cora Sheibani, bracciale in oro bianco e tormalina, anello in oro rosa e zaffiro rosa

Quasi tutti i gioiellieri hanno in catalogo bracciali a polsino. C’è il bracciale in ebano etico con inserti di diamanti del marchio bolognese Qayten, la gabbia di Mayet, il sole di Astley Clarke, una designer inglese molto amata da Sienna Miller, le linee imponenti e nette di Nikos Koulis ammorbidite dai toni soft della madreperla, la tecnica a mosaico brevettata di Plevé inventata da Ron Rizzo che inserisce i diamanti su una superficie di cristallo, il telaio di un alveare di Gamuchian che forse non è più un’idea così originale ma le api piacciono ancora molto, la fibbia anni 70 in versione di Janis Savitt e le suggestioni antiche di Roberto Coin. Ma, insomma, come scegliere il bracciale a polsino?

Bracciale e collana in oro giallo della collezione Flapper
Maria Canale, bracciale e collana in oro giallo della collezione Flapper

Peso. La prima cosa alla quale fare attenzione è il peso. Certo, un bel bracciale a polsino è grande proprio perché si deve notare. Ma se è fatto di metallo potrebbe essere faticoso da indossare per tutta la giornata. Meglio non indossare un bracciale di metallo dalla mattina alla sera se non è super leggero. Ma, in questo caso, fate attenzione: potrebbe non essere faticoso da indossare, ma deformarsi facilmente se lo urtate.

Winnie Harlow, la modella famosa anche per la sua vitiligine, ha riscosso successo con una parure di orecchini, bracciale collana con gemme di Fabergé
Winnie Harlow, la modella famosa anche per la sua vitiligine, ha riscosso successo con una parure di orecchini, bracciale collana con gemme di Fabergé

Allergie. Molto metallo a contatto con la pelle potrebbe causare allergie per chi è sensibile a metalli che non siano anallergici, come platino o titanio. Tenetene conto prima di acquistare un bracciale a polsino. I bracciali larghi difficilmente sono realizzati in puro oro, dato che la quantità di metallo utilizzata per un gioiello di questo tipo è considerevole.

Jennifer Lopez con gioielli Harry Winston: Purple Dragon Necklace con incastonato uno zaffiro viola di 65.32 carati su una collana di diamanti con 129.48 carati, su platino. Inoltre, orecchini chandelier di diamanti, vintage del 1972, con 29.59 carati di diamanti su platino, bracciale con diamanti per 67.22 carati sempre su platino, anello con diamante di 15.99 carati
Jennifer Lopez con gioielli Harry Winston: Purple Dragon Necklace con incastonato uno zaffiro viola di 65.32 carati su una collana di diamanti con 129.48 carati, su platino. Inoltre, orecchini chandelier di diamanti, vintage del 1972, con 29.59 carati di diamanti su platino, bracciale con diamanti per 67.22 carati sempre su platino, anello con diamante di 15.99 carati

Polsi. I vostri polsi sono adatti a un bracciale così impegnativo? Guardateli: se avete polsi un po’ larghi è sconsigliabile aumentarne il volume con bracciali così grandi. In questo caso è meglio optare per bracciali sottili, come quelli con piccole catene.

Bracciale in diamanti con orologio di William Goldberg
Bracciale in diamanti con orologio di William Goldberg

Abbigliamento. Un bracciale a polsino è bello, ma impegnativo. Attenzione, quindi ad abbinare il bracciale al tipo di abito. Regola generale: se il bracciale presenta molti colori e motivi a fantasia, risulterà meglio se abbinato a un abito o a una camicia a tinta unita. E viceversa. Nessun problema, invece, se l’abito è senza maniche o a maniche corte. Controllate anche un altro particolare: il bracciale non deve avere elementi di metallo, come le chiusure, che possano impigliarsi nel tessuto con conseguenze spiacevoli.

Bracciale in oro giallo e diamanti
Garavelli, bracciale in oro giallo e diamanti

Stile. Un bracciale a polsino può essere rigido, ma anche realizzato con una morbida maglia di metallo o persino con un intreccio di pietre preziose. Naturalmente in questo ultimo caso il costo decolla come un razzo della Nasa. Quale tipo di bracciale scegliere? I bracciali rigidi sono spesso con lavorazioni meno classiche. Il bracciale di metallo a maglia, soprattutto in oro, è adatto a serate importanti, anche se di solito non è molto leggero da indossare. E i bracciali in pietre preziose? Se ne possedete uno non avete bisogno di consigli… Matilde de Bounvilles

Bracciale con opali, spinelli e diamanti
Yael Design, bracciale con opali, spinelli e diamanti
Bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice
Neil Lane, bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice
Alexandra Albini, bracciale in oro con tanzanite
Alexandra Albini, bracciale in oro con tanzanite
Braccialetto Eshira. Un bracciale di ispirazione africana che riassume il ricco patrimonio di Ena Iro. Traendo ispirazione dalla tribù Punu, realizzato in titanio e presenta zaffiri gialli e rosa misti e diamanti champagne. Il lato del bracciale è impreziosito da zaffiri blu con taglio princess
Ena Iro, braccialetto Eshira. Un bracciale di ispirazione africana che riassume il ricco patrimonio di Ena Iro. Traendo ispirazione dalla tribù Punu, realizzato in titanio e presenta zaffiri gialli e rosa misti e diamanti champagne. Il lato del bracciale è impreziosito da zaffiri blu con taglio princess
Bracciale di Sylvia Furmanovich in legno di acero giapponese scolpito, oro 18 carati e diamanti
Bracciale di Sylvia Furmanovich in legno di acero giapponese scolpito, oro 18 carati e diamanti
Bracciale con diamanti taglio marquise, pera e brillante
Arzano, bracciale con diamanti taglio marquise, pera e brillante
Bracciale in oro rosa, madreperla, diamanti
Bulgari, bracciale in oro rosa, madreperla, diamanti
Bracciale dorato e pietre Swarovski
Bracciale dorato e pietre Swarovski
Bracciale Red Velvet
Bracciale Red Velvet di Vhernier
Bracciale in oro
Walid Akkad, bracciale in oro






Per fortuna ci sono anche Pensieri Felici




Scorre il tempo ed è il momento di Pensieri Felici. Si chiama così il brand nato come spin-off  di Lowell, azienda modenese specializzata in orologi. Liliana Caselli ha fondato l’azienda quando aveva solo 20 anni, nel 1969. Negli anni l’imprenditrice è stata pluripremiata come esempio di managerialità al femminile, e ha tramandato l’azienda ai suoi figli. I fratelli Rovatti sono la seconda generazione e hanno avuto l’idea di sviluppare il brand Pensieri Felici.

Orecchini in argento con ametista brasiliana
Orecchini in argento con ametista brasiliana

Si tratta di gioielli dal prezzo accessibile, realizzati in argento 925, a volte con bagno d’oro giallo a 24 carati, oro rosa a 18 carati o nella versione in argento rodiato, qualche volta con l’aggiunta di perle o smalto. La caratteristica principale è la figura di omino o donna stilizzata e tridimensionale. L’icona del brand è inserita all’interno o all’esterno dei gioielli. Orecchini, collane, bracciali o anelli hanno sempre la piccola miniatura che caratterizza il gioiello.

Charm a forma di scarpa in argento e glitter
Charm in argento e glitter
Collana in argento e dettaglio in oro 18 carati
Collana in argento e dettaglio in oro 18 carati
Collana con omino relax in argento
Collana con omino relax in argento
Collana in argento e omino sdraiato
Collana in argento e omino sdraiato

Orecchini in argento con omini a braccia aperti
Orecchini in argento con omini a braccia aperti







Tutto sulla morganite




La morganite è una pietra rosa molto interessante e meno costosa dei diamanti. Leggete quali sono le caratteristiche della morganite in questa breve guida.

Le aste di Christie’s e Sotheby’s hanno decretato che al momento i re delle pietre preziose sono i diamanti rosa. Ma se vi piace questo colore, la morganite è una delle pietre che offre questa tonalità. La morganite, infatti, ha un deciso colore rosa e si trova con diverse sfumature, più o meno intenso. D’altra parte, è una pietra che va di moda: grandi Maison, come Pasquale Bruni o designer come Lydia Courteille da tempo utilizzano questa pietra per le loro collezioni di alta gioielleria.

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Orecchini in oro rosa, diamanti bianchi brown, morganite

Il nome. Pochi sanno che la la morganite si chiama così in onore di un banchiere. Prende il nome, infatti, da finanziere e banchiere americano appassionato di pietre preziose, John Pierpont Morgan. È stato uno dei grandi banchieri dei primi anni del Novecento e ancora oggi la banca che ha fondato è una delle più grandi e importanti del mondo. La morganite è stata scoperta in Madagascar nel 1910 da George Kunz, che ha proposto di chiamarla morganite durante una riunione della New York Academy of Sciences, per onorare il suo amico e cliente John Pierpont Morgan, che gli aveva concesso il suo sostegno finanziario e per le importanti donazioni di gemme al Museo americano di Storia naturale di New York e al Museo di Storia naturale di Parigi. La collezione di JP Morgan è stata poi in parte utilizzata da Tiffany, di cui Kunz era il capo gemmologo.

Ciondolo in oro con morganite
Ciondolo in oro con morganite di Spreng

Curiosità. La morganite diventa fluorescente e di colore rosso intenso se esposta ai raggi X. La fluorescenza scompare quando non è più colpita dai raggi: è un aspetto da sapere nel caso abbiate un gioiello con morganite e volete indossarlo durante una radiografia…

Orecchini con Morganite della collezione Atelier Vento
Pasquale Bruni, orecchini con morganite della collezione Atelier Vento

Descrizione. La morganite è una varietà del berillo, ha colore rosa delicato, più o meno intenso. Il berillo rosa deve la sua colorazione alla presenza di minime tracce di manganese, spesso associate ad impurità di cesio e di rubidio. I principali giacimenti si trovano in Madagascar e Brasile. La morganite può formare cristalli di grandi dimensioni: in Brasile hanno trovato cristalli fino a 10 chilogrammi.

Quanto vale. La morganite è più rara dell’acquamarina, ma grandi pietre sono facilmente reperibili sul mercato. Il valore è determinato anche dalla qualità della pietra, per esempio dalla sua trasparenza. Un anello con un morganite di buone dimensioni può costare circa 4000-5000 euro, prezzo che aumenta se è associata con altre pietre.

Anello in oro bianco brunito con morganite e diamanti di Lorenza Bäumer
Anello in oro bianco brunito con morganite e diamanti di Lorenza Bäumer
Anello con morganite e tormaline
Anello con morganite e tormaline di Lydia Courteille
Collier Goddess Garden in oro, diamanti, morganite
Collier Goddess Garden in oro, diamanti, morganite di Pasquale Bruni
Anello in oro con morganite e diamanti
Anello in oro con morganite e diamanti di Carelle
Anello Twig in oro bianco e morganite
Anello Twig in oro bianco e morganite
Anello con gambo a forma di pesce, spinello rosa e zaffiri
Alessio Boschi, anello con gambo a forma di pesce, spinello rosa e zaffiri
Damiani, anello in oro, zaffiri rosa, diamanti e morganite
Damiani, anello in oro, zaffiri rosa, diamanti e morganite






 

Che cosa è una zirconia cubica?




Cubic zirconia o zirconia cubica: questa pietra è usata spesso in gioielleria. Ma pochi sanno che cosa è davvero  una cubic zirconia. Per esempio, da che cosa è composta una cubic zirconia? È molto diversa da un diamante? Quali sono le differenze? Le risposte sono note a (quasi tutti) quelli che si occupano di gioielli. Ma, se state leggendo questo articolo, è perché volete sapere esattamente quali sono le caratteristiche di una cubic zirconia che, forse, è montata su un anello o un paio di orecchini che state indossando.

Anello in metallo placcato con cubic zirconia
Anello in metallo placcato con cubic zirconia by Stroili

Attenti alla definzione

Prima di spiegare che cosa è, davvero, una cubic zirconia occorre chiarire un equivoco. Spesso le aziende di gioielleria propongono anelli, collane, orecchini o bracciali “con zirconi”. Ebbene, sappiate che nel 99,9% dei casi non è vero. Lo zircone, infatti, è una pietra naturale piuttosto rara e costosa (leggi anche: Diamanti o cubic zirconia?). Una cubic zirconia, invece, è una pietra artificiale. Quindi, fate attenzione quando leggete che un gioiello è composto con zirconi, probabilmente non è vero. Fateci caso: chi usa questo stratagemma di marketing propone i falsi “zirconi” con metalli come l’acciaio o l’argento, difficilmente con l’oro a 18 carati. A proposito, a volte la cubic zirconia è indicata solo con la sigla usata in chimica, CZ.

Anello in argento placcato oro e cubic zirconia
Anello in argento e cubic zirconia di PdPaola

Che cosa è una cubic zirconia?

In breve la risposta è: si tratta (quasi sempre) di una pietra artificiale, prodotta in una fabbrica. Anche se apparentemente assomiglia a un diamante, una cubic zirconia è composta da biossido di zirconio e non da carbonio come le gemme naturali. In natura, per la verità, sono stati individuati grani microscopici di cubic zirconia naturali: non sono di certo quelli utilizzati comunemente in gioielleria.

Orecchini a cerchio in argento e zirconia cubica colorata
Orecchini a cerchio in argento e zirconia cubica colorata di Rosato

Qual è la differenza con i diamanti di laboratorio?

Come abbiamo spiegato, la cubic zirconia è composta da biossido di zirconio. I diamanti creati in laboratorio, artificiali, sono composti da carbonio, come i diamanti che si trovano in natura. Per saperne di più leggete anche: Che cosa sono i diamanti di laboratorio?

Anello Champs Elysées in argento e cubic zirconia
Anello Champs Elysées in argento e cubic zirconia di Aliviero Martini 1A Classe

Quali sono le caratteristiche di una zirconia cubica?

La caratteristica principale, che è la chiave del successo della cubic zirconia, è la somiglianza con il diamante. Ma non ha le medesime proprietà. Per esempio, se si guarda la superficie inferiore di un diamante, si può notare un riflesso arcobaleno. Le cubic zirconia, invece, si limitano a un riflesso arancione e blu a causa di un differente indice di rifrazione. Se esposta ai raggi UV a onde corte una zirconia cubica emette una fluorescenza che tende al giallo, giallo verdastro o beige. Un’altra caratteristica riguarda la durezza. La zirconia cubica è a 8–8,5 sulla scala di Mohs, quindi è un po’ più dura della maggior parte delle gemme naturali semipreziose, anche se meno del diamante, che è a 10. Eppure la cubic zirconia è considerata fragile, si rompe facilmente.

Anello a fascia placcato oro rosa con cubic zirconia
Anello a fascia placcato oro rosa con cubic zirconia di Bronzallure

Come si produce una zirconia cubica?

Il metodo più utilizzato è quello chiamato fusione a cranio. Nessuno viene decapitato: si chiama così per la forma del crogiolo utilizzato che assimiglia a un cranio, circondato da bobine di rame attivate a radiofrequenza. È un sistema brevettato da Josep F. Wenckus nel 1997: consiste nello scaldare il materiale di base a temperature di oltre 3000 gradi. Con questo metodo, però, è difficile prevedere la dimensione dei cristalli prodotti a non si può controllare il processo di cristallizzazione. Per migliorare il risultato sono state introdotte diverse tecniche, tra cui rivestire la zirconia cubica finita con un film di carbonio, simile al diamante, con un processo che utilizza la deposizione chimica da vapore. Oppure qualcuno spruzza sottovuoto uno strato estremamente sottile di un metallo prezioso (come l’oro), che crea un effetto iridescente. L’effetto però non è duraturo. L’inizio della produzione commerciale della cubic zirconia è avvenuta nel 1976. Ma non è l’unica pietra artificiale a essere usata al posto del diamante. Di recente, infatti, si è diffusa la moissanite sintetica, dalle caratteristiche simili.

Collana in argento con cubic zirconia
Collana in argento con cubic zirconia di Gerardo Sacco

Come si distingue da un diamante?

Un esperto gemmologo può scoprire subito la differenza tra una zirconia cobica e un diamante. Per prima cosa, una pietra artificiale non ha inclusioni al suo interno, come spesso avviene per una gemma naturale. Inoltre, la zirconia cubica pesa molto di più del diamante. Ha una densità che è circa 1,7 volte quella della gemma naturale. Basta quindi confrontsre il peso di due pietre della stessa dimensione. Se fate cadere le pietre in un liquido e confrontate i tempi di discesa vedrete che il diamante affonderà più lentamente di una cubic zirconia, perché è più leggero. È diverso anche l’indice di rifrazione: la zirconia cubica lo ha di 2,15–2,18, rispetto a 2,42 della gemma naturale. Paradossalmente, inoltre, la cubic zirconia è più perfetta di un diamante: solo rarissime gemme naturali sono veramente incolori (con una classificazione D). La maggior parte dei diamanti ha una leggera sfumatura di giallo o marrone. Una zirconia cubica è spesso del tutto incolore: equivalente a una D del diamante. Esiste, però, anche le zirconia cubica colorata.

Anello in argento con zirconia cubica bianca
Anello in argento con zirconia cubica bianca di Pandora






 

Che cosa sono i diamanti di laboratorio?

Se ne parla da anni, ma molte persone ancora non hanno le idee chiare su che cosa sono le pietre chiamate diamanti creati in laboratorio, o semplicemente lab grown. Se siete alla ricerca di una descrizione veloce e sintetica dei diamanti prodotti artificialmente, eccoci qui. In sostanza, ci sono due metodi per produrre i diamanti artificiali, ma in tutti e due i casi le gemme sono identiche, da un punto di vista chimico, alle pietre naturali. Ma la somiglianza finisce qui.

Synthesis diamond con taglio a pera
Synthesis diamond con taglio a pera, pietra creata in laboratorio

Il nome dei diamanti

Ma, prima di tutto, come vanno chiamati questi diamanti? In lingue inglese la definizione lab grown è la più utilizzata, soprattutto dal marketing di chi produce o vende questi diamanti sintetici. L’idea che i diamanti crescano in laboratorio come dei pomodori in serra offre una visione più green del prodotto. E proprio sull’idea che i diamanti creati in laboratorio (ma in realtà si tratta di fabbriche, come per qualsiasi altro prodotto), siano più sostenibili è basata la comunicazione di chi li produce e li vende. Giusto? Sbagliato? Vediamo.

Diamante di laboratorio prodotto da Aether Diamonds
Diamante di laboratorio prodotto da Aether Diamonds

La sostenibilità

Un diamante naturale, creato 2 o 3 miliardi di anni fa dal movimento della crosta terrestre, è frutto dell’incredibile pressione provocata dallo spostamento dei continenti. I diamanti naturali, per questo, si trovano sotto il suolo. Per essere estratti, i diamanti devono essere cercati in profondità o attraverso grandi scavi in aree remote. Certo questa attività, seppure oggi sia ben controllata, non può essere definita sostenibile. Ma, per contro, non bisogna dimenticare che l’estrazione di diamanti naturali offre anche un sostentamento per migliaia di famiglie in zone povere, come l’Africa. Infine, qualsiasi smartphone che avete in tasca è il frutto dell’estrazione dalla terra di un gran numero di minerali e nessuno se ne scandalizza.

Un impianto di produzione di diamanti sintetici
Un impianto di produzione di diamanti sintetici

In ogni caso, è vero che i diamanti creati in laboratorio sono green? Dipende. Innanzitutto, per essere prodotti i diamanti artificiali hanno necessità di una enorme quantità di energia. In grande maggioranza questi diamanti sono prodotti in Cina e India, ma anche Stati Uniti e Israele e in molti Paesi le centrali a carbone rappresentano ancora la preponderante fonte di energia. Le emissioni causate dalla produzione di diamanti lab grown non possono essere considerati del tutto green. Inoltre, per produrre i diamanti sintetici occorrono poche persone e, quindi, il loro apporto positivo all’economia sociale è moto basso.

Ricerca di gemme in miniera
Ricerca di gemme in miniera

Come sono prodotti?

I diamanti che escono da un laboratorio sono prodotti utilizzando due metodi molto diversi: CVD (deposizione chimica da vapore) e HPHT (alta pressione ad alta temperatura). Attualmente il sistema CVD sembra prevalere e, secondo alcuni, offre anche un risultato migliore. Quindi, se volete comprare un gioiello con diamante sintetico, potete togliervi la curiosità di chiedere da quale tipo di fabbrica è stato prodotto. Tutti e due i metodi, però, usano la stessa materia base: il carbonio.

Il sistema HPHT

Il processo HPHT utilizza un catalizzatore metallico per dissolvere il carbonio. Questo processo ha uno svantaggio: qualche minuscolo frammento di metallo può entrare nel diamante e causare inclusioni visibili. Il carbonio utilizzato, infatti, viene pressato all’interno di un cubo di metallo, esposto a un immenso calore e pressione attraverso impulsi elettrici. In questo modo il carbonio si scompone e si cristallizza in un diamante. Ma minuscole tracce di metallo all’interno potrebbe rendere il diamante attratto da un magnete. Certo non sarebbe bello acquistare un anello con diamante e poi appenderlo alla porta del frigorifero (stiamo scherzando).

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

Il sistema CVD

Per produrre un diamante con il metodo CVD, un minuscolo frammento di diamante naturale è rinchiuso in una macchina. Qui è esposto a gas ricco di carbonio e portato a temperature estremamente elevate. Nel giro di poche settimane, il gas di carbonio si ionizza e le particelle si attaccano di minerale si incollano al diamante originale e poi si cristallizzano.

Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD
Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD

I diamanti di laboratorio sono uguali agli altri?

Da un punto di vista chimico i diamanti prodotti in laboratorio sono uguali a quelli estratti in una miniera. Sono, quindi, come qualsiasi oggetto prodotto in serie. I diamanti naturali, invece, hanno una imprevedibilità di colore, trasparenza e dimensione che, ovviamente, non è presente nei diamanti sintetici.

Punto luce di Lightbox
Punto luce con diamante di laboratorio Lightbox

I diamanti sintetici sono tutti uguali?

No, come per quelli naturali, anche i diamanti sintetici possono avere una qualità diversa. È solo da poco tempo, però, che i maggiori istituti hanno iniziato a classificarli. GIA e IGI, per esempio, li giudicano per taglio, colore e purezza, come per i diamanti naturali. Taglio eccellente, colore da D a F e purezza da VS2 a SI1 sono le categorie migliori.

Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro
Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro

Quanto costa un diamante sintetico?

Il prezzo di un diamanti creato in laboratorio è determinato da molti fattori. Il primo è la dimensione, poi dalle famose 4 C che servono a classificare tutti i diamanti. Fino a poco tempo fa le fabbriche di diamanti non riuscivano a produrre gemme grandi, oltre uno e due carati. Adesso è molto più comune e sono stati prodotti anche diamanti piuttosto grandi. Il prezzo, però, è molto più alto. In ogni caso, i diamanti lab grown costano meno di quelli naturali. Nel tempo, però, il loro prezzo diminuisce, quello dei diamanti naturali tende ad aumentare.

Leggi anche: https://gioiellis.com/it/il-futuro-dei-diamanti-di-laboratorio

Anello con diamanti di laboratorio
Anello con diamanti di laboratorio

Le caratteristiche

I diamanti da laboratorio sono duri e resistenti quanto i diamanti naturali: hanno un punteggio di 10, che è il massimo, sulla scala di Mohs. Anche su un gioiello brillano esattamente come gli altri. Quando acquistate un gioiello con diamante potete distinguere se è naturale o sintetico? No, anche per un gioielliere o un gemmologo è impossibile distinguere un diamante naturale da uno artificiale. Ci sono però laboratori con speciali attrezzature che possono identificare un diamante creato in laboratorio.

Orecchini lab-grown di Lightbox
Orecchini lab-grown di Lightbox






Create il vostro anello d’oro in 3D (è facile)




Internet offre molte possibilità: per esempio, quella di progettare e realizzare gioielli in argento, oro, bronzo o titanio in 3D  ♦

Se qualche volta avete sognato di creare un anello d’oro, oppure argento o bronzo, sappiate che ora è possibile, senza muoversi da casa. Basta avere un computer e la connessione a internet. L’idea è di Jweel, una start-up che ha lanciato il suo primo sito web dedicato alla creazione e alla stampa di gioielli in 3D. Sono gioielli di metallo, non di plastica. Possono essere d’oro, d’argento, in ottone, in titanio o di acciaio. Si può creare un anello con un design a vostra scelta, anche di fantasia, con una personalizzazione. Magari legato alla data di un compleanno, di un nome, di un anniversario.

Anello in argento indossato
Anello in argento indossato

Oppure si può scegliere e modificare uno dei tanti modelli proposti (sono decine). Ma si possono anche guardare e scegliere le creazioni degli altri utenti del sito. Con il browser web potete progettare il gioiello in 3Din modo molto semplice. Si sceglie l’aspetto e il materiale, poi si ordina. Skimlab propone la creazione dei gioielli online e stampa in 3D tramite il sito di Jweel. Skimlab, inoltre, può stampare direttamente i gioielli d’acciaio oppure preparare uno stampo per la vostra oreficeria di fiducia. È davvero facilissimo.

Alcuni modelli di anelli di Jweel
Alcuni modelli di anelli di Jweel
I fondatori di Jweel
I fondatori di Jweel
Esempi di anelli
Esempi di anelli

Pendente in bronzo
Pendente in bronzo

Anelli in argento realizzati con Jweel
Anelli in argento realizzati con Jweel







Vicenzaoro vuole tornare agli antichi fasti




Vicenzaoro cambia pelle. O, più precisamente, si ripromette di indossare l’abito di gala, quello utilizzato per tanti anni. Fino alla pandemia. Con il blocco o la riduzione delle attività, anche della gioielleria, Italian Exhibition Group, la società che organizza la maggiore fiera italiana dedicata al gioiello, ha deciso di adottare uno stile più sobrio e, soprattutto, meno costoso per gli espositori. A partire da settembre 2020, infatti, Vicenzaoro ha offerto a visitatori e aziende espositrici un allestimento pressoché uguale per tutti, con l’unica differenza delle metrature acquistate. Gli espositori hanno potuto aggiungere sedili, scrivanie, e ovviamente le vetrine per i gioielli. Ma i vari booth sono apparsi tutti invariabilmente nello stesso color mattone.

A sinistra, l'allestimento di Roberto Coin del gennaio 2020, prima dello scoppio della pandemia. A destra, quello di settembre 2021
A sinistra, l’allestimento di Roberto Coin a Vicenzaoro del gennaio 2020, prima dello scoppio della pandemia. A destra, quello di settembre 2021. Copyright: gioiellis.com

Con la fine del periodo di emergenza, e considerato anche che la gioielleria ha messo a segno un piccolo boom nei mesi scorsi, Ieg, riferiscono espositori presenti a settembre, ha deciso che da gennaio Vicenzaoro tornerà al vecchio stile, con allestimenti differenti  per ogni espositore. Ognuno, come negli anni pre-covid, dovrà incaricarsi di organizzare il proprio spazio. Una decisione che dovrebbe riqualificare l’estetica di Vicenzaoro ma che, indubbiamente, comporta qualche costo aggiuntivo per le aziende presenti. In occasione di Vicenzaoro September, abbiamo quindi condotto un informale sondaggio tra alcuni espositori (tutti italiani), sotto rigorosa richiesta di anonimato, riguardo questa scelta. La maggioranza delle aziende con cui abbiamo parlato (una dozzina) si è manifestata contraria, per l’aggravio di spesa che comporta un booth personalizzato. Una minoranza è indifferente o blandamente favorevole.

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L’attuale allestimento di Vicenzoro. Settembre 2022. Copyright: gioiellis.com

Per Ieg, a questo punto, potrebbe aprirsi una riflessione. La volontà degli espositori, come dimostra la vicenda di Baselworld, affossata dai costi eccessivi, potrebbe prevalere o indurre a una maggiore cautela, anche perché non è detto che i tempi d’oro per per la gioielleria siano destinati a continuare. Certo, un mini sondaggio non può essere sufficiente a far cambiare strategia a un’azienda che è specializzata nella gestione delle fiere. Ma potrebbe suggerire di aprire un dialogo con i propri utenti, che non sarebbe tempo perso.

L'allestimento di Fope, gennaio 2020. Copyright: gioiellis.com
L’allestimento di Fope, gennaio 2020. Copyright: gioiellis.com

Vicenzaoro September 2022. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro September 2022. Copyright: gioiellis.com

Business a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Business a Vicenzaoro, marzo 2022. Copyright: gioiellis.com







La guerra fa alzare il costo dei diamanti?




La guerra in Ucraina farà aumentare anche il prezzo dei diamanti? La domanda è lecita. Nel mirino dele sanzioni contro la Russia, infatti, è finita anche Alrosa, gigante minerario controllato dallo Stato e che controlla il 90% della produzione del Paese ed è la prima azienda estrattiva al mondo. Per dare un’idea della dimensione: nel 2021 Alrosa ha venduto 32,4 milioni di carati di diamanti grezzi, che equivale a quasi il 30% della produzione mondiale. Insomma, un diamante su tre arriva dalla Russia. E l’amministratore delegato di Alrosa, Sergey Ivanov, è nell’elenco dei miliardari ricchi russi finiti nel mirino delle sanzioni.

Sergey Ivanov, Ceo di Alrosa
Sergey Ivanov, Ceo di Alrosa

Tra l’altro, è figlio dell’ex ministro della Difesa Sergei Ivanov, stretto collaboratore del presidente Vladimir Putin ed è anche membro del consiglio di Gazprombank, emanazione del gigante petrolifero e del gas. Come reazione, Alrosa ha sospeso la sua adesione al Natural Diamond Council, un’alleanza di mercato dei principali produttori mondiali di pietre preziose.

Il diamante è stato ricavato da una pietra grezza di 179 carati
Diamante di Alrosa ricavato da una pietra grezza di 179 carati

Allo stesso tempo, però, lo Stato russo controlla anche una riserva segreta di diamanti, il Gokhran, che utilizza per stabilizzare i prezzi e per generare entrate in periodi di crisi. Inoltre, finora Alrosa ha bypassato le sanzioni degli Stati Uniti ed è riuscita a garantire un flusso regolare di diamanti in India, dove sono lucidate e tagliati un buon numero di diamanti, circa il 10%. Ma Tiffany, per esempio, ha appena annunciato che non acquisterà più diamanti provenienti dalla Russia.

 

Il diamante brown di Alrosa da 27,02 carati utilizzato per una collana di Anna Hu
Il diamante brown di Alrosa da 27,02 carati utilizzato per la collana di Anna Hu

C’è, poi, un altro fattore di cui tenere conto: nei giorni che hanno preceduto le sanzioni molti dei cosiddetti oligarchi o, perlomeno, un buon numero di ricchi russi si è precipitato nelle gioiellerie di mezzo mondo, ma in particolare negli Emirati, per acquistare gioielli e pietre. È un patrimonio facilmente trasportabile e, a differenza del conto in banca, difficilmente può essere individuato e sequestrato. Al contrario, un diamante si può rivendere facilmente in qualsiasi parte del mondo, anche se la carta di credito è bloccata. Un diamante è, insomma, una specie di polizza di assicurazione in tempi difficili. Ma, naturalmente, molti acquisti significano anche tensione sui prezzi. Senza contare che da anni ci sono gruppi criminali russi che operano in Europa e negli Usa e utilizzano proprio i diamanti per riciclare i propri guadagni illeciti. Un’operazione che potrebbe essere ulteriormente incentivata dal clima di guerra.

Diamante nel laboratorio Tiffany di Anversa
Diamante nel laboratorio Tiffany di Anversa

Tutto questo preoccupa le aziende specializzate nella lavorazione di diamanti. L’Anversa World Diamond Center ha suggerito che le restrizioni possano rivelarsi dannose per il settore, dato che la Russia può continuare a vendere diamanti a Paesi come India e Cina. Vero. Ma certo non è facile sostituire in fretta gli specialisti di Anversa nel delicato lavoro del taglio dei diamanti. E la Russia i diamanti li vende grezzi.

Un problema, in ogni caso, che si somma a scorte di diamanti molto ridotte: secondo Bain & Company, nei forzieri degli operatori a inizio anno, prima della guerra, le scorte erano diminuite del 40% circa, spinte dall’elevata domanda e dalla lenta ripresa della produzione. Insomma, di diamanti ce n’erano già meno in circolazione. E ora regalare il classico solitaire rischia di essere molto più costoso.

Diamanti in vendita ad Anversa
Diamanti in vendita ad Anversa







Forse siete in possesso di una di queste cinque rare gemme




Forse avete al dito un anello con una pietra rara: grandidierite, hessonite, jeremejevite, dumortierite e taafeite. Sono gemme che non si trovano facilmente. Spesso queste pietre sono utilizzate in gioielleria, ma non sono tutte uguali e, soprattutto, hanno un valore diverso. Vediamo, quindi, le caratteristiche di queste cinque pietre: grandidierite, hessonite, jeremejevite, dumortierite e taafeite.

Anello in argento con granato
Anello in argento con granato hessonite

Ma con una premessa: se avete cercato una di queste pietre su Google, avrete di sicuro trovato decine di siti che considerano questi minerali come se avessero proprietà magiche. Non credete a una parola di quanto scrivono. Sono fake news, frottole. Le proprietà magiche dei minerali ci sono solo nei libri di Harry Potter o simili, non pensate che una pietra possa curare o avere una benché minima influenza sulla vostra salute o sulla vostra psiche. Per fortuna. D’altra parte, sono pietre bellissime: non è sufficiente?

High Jewellery necklace in pink and yellow gold and precious gemstones
Collana con gemme rosa e gialle su oro
Anelli con gemme di Bulgari
Anelli con gemme di Bulgari

Più in generale, queste cinque pietre fanno parte del mondo inanimato: si contano oltre 4.000 minerali sulla terra, molti dei quali è molto improbabile che possiate vedere da vicino. E spesso costano parecchio, anche se non quanto il diamante rosso, che detiene il record di prezzo per carato.

Grandidierite verde-blu
Grandidierite verde-blu

Grandidierite. È una gemma abbastanza rara di colore verde-blu, giallo-blu o blu-verde. La grandidierite è stata scoperto per la prima volta in Sri Lanka e prende il nome dall’esploratore e naturalista francese Alfred Grandidier (1836-1921). È stato Grandidier che nel 1902, in Madagascar, dove oggi viene estratta la maggior parte di queste pietre, è stato il primo a pubblicarne la descrizione. Sono poche, però, le pietre di grandidierite che si prestano a essere tagliate e utilizzate per la gioielleria. Secondo wikipedia, al mondo esistono solo due dozzine di pietre di questo tipo che sono state tagliate come gemme preziose. E, pare, costano molto care: più di 30.000 dollari a carato. La grandidierite è anche una pietra abbastanza dura: 7.5 nella scala di Mohs, come il granato.

Hessonite tagliata ovale
Hessonite tagliata ovale

Hessonite. È una varietà di granato, chiamata anche pietra cannella per il suo colore giallo rossiccio. Si trova anche in Euroopa, nelle Alpi Occidentali. La hessonite è una varietà comune del grossular, una specie di calcio-alluminio che fa parte del gruppo dei granati. Il nome deriva dal greco antico: hesson significa inferiore. Ma non si riferisce alla bellezza, quanto al fatto che è un tipo di granato meno duro degli altri. La hessonite ha, infatti, una durezza simile a quella del quarzo (circa 7 sulla scala mohs). Questa gemma si trova in Sri Lanka e India, Brasile e California.

Dumortierite montata su un anello
Dumortierite montata su un anello

Dumortierite. È un minerale che prende il nome dal paleontologo francese Eugene Dumortier (1803-1873). Il colore va dal blu a incolore, fino a verde pallido, a volte violetto. È considerato come un quarzo blu, che varia da circa 7 a 8 sulla scala di Mohs. Questa pietra può essere completamente opaca, oppure trasparente, come fosse un cristallo blu di ghiaccio.

Jeremejevite bianco naturale non trattato
Jeremejevite bianco naturale non trattato

Jeremejevite. È un minerale trovato per la prima volta sulle montagne Adun-Chilon, in Siberia, nel 1883. Ha una durezza simile al quarzo, da 6,5 a 7,5 sulla scala Mohs, ed è quindi utilizzabile per la creazione di gioielli. La tonalità può andare dal blu fino a essere quasi completamente senza colore. La jeremejevite è parecchio costosa: è valutata a circa 2.000 dollari per carato.

Taafeite montata su un anello con diamanti
Taafeite montata su un anello con diamanti

Taaffeite. È uno dei minerali più cari utilizzati nella gioielleria: è valutato a 35.000 per carato. È un minerale molto raro e spesso scambiato come spinello. È stata scoperta da poco, nel 1945,a. Dublino (Irlanda), dove era già stata tagliata e lucidata. Ma era etichettata (erroneamente) come spinello: solo dopo un esame gemmologico approfondito è stato considerato un minerale diverso. La differenza principale tra spinello e taafeite, infatti, è la doppia rifrazione che ha questa pietra. La gemma si trova in depositi alluvionali all’interno dello Sri Lanka e della Tanzania.

Anello in argento e dumortierite
Anello in argento e dumortierite
Orecchini pendenti con opale di fuoco, granato hessonite, smalto
Alice Cicolini, orecchini pendenti con opale di fuoco, granato hessonite, smalto






 

IDoni per chi vuole credere 





Il marchio IDoni è stato lanciato da Nuova Jolly Oreficerie, azienda di Arezzo leader nella produzione di medagliette con l’immagine della Madonna e di croci: «L’idea è quella di una collezione a tema religioso, ma solo sussurrato», ha spiegato al momento del battesimo (del brand) Monica Fin, consulente del progetto. Croci e cuori ex-voto diventano ciondoli aggiunti a bracciali e orecchini.

Collana ex-Voto in argento, onice nero
Collana ex-Voto in argento, onice nero

I gioielli sono spesso composti con un filo elastico rivestito d’argento placcato i sei colori, compreso oro giallo e rosa, ma non solo. «Si tratta di collane e bracciali a uno o più fili che si adattano al polso, ma la caratteristica principale è che sono oggetti double face, da una parte la madreperla bianca o nera e dall’altra il segno religioso, in modo da permettere a chi lo indossa di esibire o meno la sua fede. Per questo uso la parola sussurrato», aggiunge Fin. La collezione Cammeo, invece, è caratterizzata da lavorazione a diamantatura, arricchiti da cammeo centrale dai colori tenui.

Orecchini croce traforati in argento con perle o cubic zirconia
Orecchini croce traforati in argento con perle o cubic zirconia
Orecchini in argento con nappe e cubic zirconia neri
Orecchini in argento con nappe e cubic zirconia neri
Orecchini multicharms a cerchio in argento, perle pendenti
Orecchini multicharms a cerchio in argento, perle pendenti
Orecchini della collezione Ex-Voto
Orecchini della collezione Ex-Voto

Orecchini multi-ciondolo in argento, croci diamantate e perle
Orecchini multi-ciondolo in argento, croci diamantate e perle







Diamanti? Vi spiego come evitare cattivi acquisti




Diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri: quanto valgono? Come riconoscerli? C’è chi li compra per farsi perdonare qualcosa, chi per passione, chi come investimento in un bene rifugio. Qualunque sia la motivazione, il parere di un esperto è fondamentale. Soprattutto perché quando si tratta di diamanti esistono dei parametri che sono una sorta di listino di base per la quotazione, ma nel campo delle gemme colorate, come smeraldi, rubini e zaffiri la faccenda non è semplice. A che cosa stare attenti e quali criteri adottare per la scelta, lo spiega Pio Visconti, docente dell’Istituto Gemmologico Italiano, consulente di molti enti regionali e titolare del Centro analisi gemmologiche di Valenza. La prova che sia un insigne gemmologo, sta nel fatto che la sua perizia è citata come garanzia nei cataloghi delle aste, in caso di una sua certificazione del gioiello. «Come valutare una pietra? Se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?», spiega in questa intervista a Gioiellis.com.

Pio Visconti in tenuta da golf
Pio Visconti in tenuta da golf

Domanda. Quale delle famose quattro C carati (carat), colore (colour), chiarezza (clarity) e taglio (cut), è più importante nella scelta di un diamante?

Risposta. Il criterio che deve prevalere, secondo me, è il taglio. Certo peso, colore e chiarezza sono importanti, ma poiché la spesa per una pietra IF di 40 punti e una Vs2 di 70 punti magari è abbastanza simile, rimane il fatto che il diamante quando è incastonato deve brillare sulla montatura, deve essere una montagna di luce, come dicevano gli antichi, e questo lo si ottiene solo con un buon taglio.

Fedi eternity in diamanti
Fedi eternity in diamanti

D. Ma chi non è del settore come fa a capire se si tratta di un buon lavoro? Si affida al suo senso estetico?

R. Nel certificato si leggono dei numeri che si riferiscono ai valori della tavola, ossia della parte superiore, per esempio 57%, e all’altezza della corona 14%. Al cliente non dicono nulla e per questo a fianco è scritto il giudizio dell’analista: ottimo, buono, medio, sia come proporzioni sia come accuratezza. In definitiva, io consiglierei un diamante tagliato in maniera ottima, perché gli altri criteri sono legati al prezzo.

D. Che cosa fare se la certificazione non esiste?

R. Le faccio io una domanda: se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?

Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi

D. Molti marchi conosciuti ci tengono a evidenziare l’utilizzo esclusivo di diamanti certificati, ma non c’è il rischio di ricevere il certificato di un’altra gemma? 

R. Tutto può succedere, però rovinarsi la reputazione per un comportamento poco trasparente per gemme di poco valore non vale la pena, tanto più che basta poco a trasformarsi in una catastrofe commerciale. In casi di pietre molto rare, il diamante è sigillato con il suo certificato all’interno, addirittura negli ultimi dieci anni è sempre più frequente la richiesta dell’incisione del numero di certificato sulla cintura della pietra stessa.

D. La corsa alla certificazione non dipende anche dalla notevole evoluzione tecnologica nella produzione diamanti sintetici che derivano sì dal carbonio, ma realizzati in laboratorio, e dall’aumento del numero di pietre naturali modificate dall’uomo per farle sembrare più belle. Il Gemological Institute of America(Gia), ha addirittura messo a punto un software 3D per smascherare i falsi. Funziona? 

R. È uno strumento in più, ma da solo non basta. Il lavoro del gemmologo è quello di identificare l’autenticità della pietra con una strumentazione adatta. Inoltre, esiste un listino prezzo di massima per ognuna delle 4 C, poi il valore preciso è determinato dalla domanda e dall’offerta. I commercianti addirittura possono valutare la pietra senza nemmeno vederla perché, appunto, fa fede il certificato. Le cose invece, si complicano terribilmente con le pietre di colore: nessun ente certificatore al mondo è riuscito a identificare in maniera seria parametri che possano suggerire il valore di uno smeraldo, di un rubino e uno zaffiro. E per le pietre semipreziose è ancora peggio.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello com diamante

D. Si dice che la provenienza delle gemme ne determini la qualità. È vero che i rubini più belli sono birmani, così come gli smeraldi devono essere colombiani?

R. È una semplificazione: si sa che un rubino birmano solitamente ha delle caratteristiche cromatiche eccezionali perché è di un bel rosso vivo, brillante, senza saturazioni di bruno o di viola, quasi la tonalità delle auto Ferrari per intendersi. Questo non vuol dire che pietre simili non si possano trovare anche nei giacimenti di altri Paesi, ma sicuramente sono più rare. Per esempio quelli tailandesi hanno un’ottima trasparenza, ma anche una sfumatura violacea, per una piccolissima saturazione blu. Lo stesso vale per gli smeraldi: alcuni esemplari, magnifici per colore e trasparenza ossia con caratteristiche tipiche dei berilli colombiani, sono stati scoperti in Brasile. Gli zaffiri del Kasmhir sono di un blu incomparabile, ma rarissimi, mentre quelli di Ceylon sono più chiari ma più caldi e, ancora, quelli del Siam sono di una tonalità molto intensa.

D. Se la provenienza non garantisce la qualità, che dire del taglio?

R. Le pietre colorate hanno dei sistemi cristallini più complicati del diamante, quello che conta è una buona simmetria e un’uniformità colore vista dall’alto, perché di profilo questo non si otterrà mai. Per questo un taglio non perfettamente centrato è accettabile negli smeraldi, rubini e zaffiri. Al contrario, è inaccettabile in un diamante.

Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms
Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms

D. E si torna sempre al taglio…

R. Sfruttare al massimo sia il peso che il colore della gemma dipende dall’abilità del tagliatore: gli zaffiri australiani molto scuri con un sovratono verdastro e per questo poco amati, sono solitamente tagliati abbastanza sottili per evitare di accentuarne la cupezza. Invece, quelli Ceylon dalla tonalità molto bella, ma poco intensa hanno un padiglione molto più ampio per rafforzarne il colore.

D. Ma allora il criterio di scelta per queste pietre è il colore?

R. Sì, deve essere il più puro possibile, rispecchiare l’idea di verde o rosso o blu che abbiamo. Ovviamente, non devo vedere inclusioni a occhio nudo, magari posso aiutarmi con occhiali da una diottria o due, perché le imperfezioni ne abbassano il valore. E se capita di voler fare shopping durante un viaggio, prima di comprare una pietra meglio passare prima da un ente certificatore del luogo.

Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti
Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti

D. Quali sono le contraffazioni più comuni e quelle più dannose economicamente? Si sente spesso parlare di smeraldi «No Oil» come segno di autenticità. Vale anche per rubini e zaffiri? 

R. Tra tutti i trattamenti quello citato è più innocuo e anche più antico: Plinio accenna nei suoi scritti che per rendere più belli gli smeraldi era sufficiente metterli a bagno nell’olio. Le microfratture impregnate di resina: quelle sì che sono gravi. Per gli zaffiri il metodo più clamoroso, che riduce di un decimo il valore è la termodiffusione, ossia la colorazione blu di un corindone naturale, ma completamente incolore. Risultato? Una gemma da 70 euro trattamento compreso, potrebbe essere valutata anche 1.200 euro. Mentre le radici di rubino, chiamate così perché opache, sono rubini di bassissima qualità che, con una tecnica molto sofisticata, ricevono infiltrazioni di vetro. In genere sono al piombo per aumentare l’effetto, in modo da rendere i rubini completamente trasparenti. In pratica, una pietra di 4 carati il cui costo al commercio fatica superare i 100 dollari, assume lo stesso aspetto estetico di una da 5mila dollari.

D. Quindi l’ente certificatore garantisce l’autenticità e l’origine del prodotto?

R. Sì, verifica se è naturale o sintetico e, nel primo caso, se ha subito dei trattamenti. Grazie alle inclusioni, che sono delle tracce della roccia nella quale la pietra si è formata, è possibile risalire alla zona geografica. Sul valore c’è una forbice molto ampia legata al commercio, alla moda, alla percezione personale. Monica Battistoni

Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo
Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo






 

Quanto spendere per l’anello

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Non sapete quanto è giusto spendere per un anello di fidanzamento? Leggete qui ♦

Quanto bisogna spendere per un anello di fidanzamento? È una spesa che nel tempo si ripaga, perché il valore dell’anello sale? Oppure è meglio investire la stessa somma in qualcosa che ha un’utilità immediata, come un mobile o una o due rate di mutuo? Dipende. Non c’è una risposta unica a tutte queste domande. Ma si può ragionare per arrivare a una conclusione intelligente.

Kim Kardashian con l'anello di fidanzamento
Kim Kardashian con l’anello di fidanzamento

1 Meglio non andare oltre uno o due mesi di stipendio, ma…

Una vecchia regola indicava in due mesi di stipendio un valore impegnativo, ma non impossibile. Certo, tutto è in proporzione al reddito. Se un manager guadagna 4mila euro o dollari al mese, un anello da 8-10mila euro o dollari è una scelta possibile. Ma, certo, chi guadagna 1.500 euro al mese farà fatica anche ad arrivare a un anello da 3mila euro. Quindi, la proporzione di due mesi di stipendio va mantenuta solo se non è da considerarsi uno sforzo impossibile, che debilita le proprie finanze. Lo stesso ragionamento vale per chi riceve l’anello: è meglio far sapere prima che non si gradisce una spesa tale da costringere il futuro sposo a ridursi in povertà.

Recarlo, anello trilogy Nodo d’amore. Prezzo: 970 euro
Recarlo, anello trilogy Nodo d’amore. Prezzo: 970 euro

2 Ha senso chiedere un prestito per acquistare l’anello di fidanzamento?

Sì, è una strada possibile, a patto che il prestito non sia erogato a condizioni da usura. Insomma, tutto dipende da chi vi concede il prestito e a quali condizioni. Alcune carte di credito consentono un pagamento rateale, ma prima è meglio informarsi sul costo (Taeg) effettivo, cioè di interessi più eventuali spese.

Anello in oro rosa e rubino sintetico. Prezzo: 119 euro
Bluespirit, anello in oro rosa e rubino sintetico. Prezzo: 119 euro

3 È necessario scegliere la forma classica di solitaire?

Non siamo più nel Novecento, le vecchie regole non valgono neppure per quanto riguarda i gioielli. Certo, se il fidanzamento avviene in forma ufficiale e in un ambiente molto formale, allora la forma classica di oro o platino più brillante è consigliabile. Ma se non frequentate l’alta società potete tranquillamente optare per un design differente, a patto che sia molto semplice e comprenda anche una pietra di valore, meglio un diamante. Alcune gioiellerie propongono anelli composti da tre o quattro piccoli diamanti incastonati assieme, che danno l’impressione di un’unica pietra (ne trovate qualcuno anche nelle pagine di Gioiellis.com). Sono una valida alternativa.

Tiffany Setting. Prezzo: a partire da 13.000 euro
Tiffany Setting. Prezzo: a partire da 13.000 euro

4 Oro giallo oppure oro bianco?

Da circa mezzo secolo l’anello di fidanzamento è stato proposto quasi sempre in oro bianco oppure platino (un po’ più costoso). Attenti, in ogni caso, alla qualità dell’oro, che deve essere certificata. L’oro bianco, infatti, non è altro che oro giallo più altri metalli, come argento, nichel o manganese. Il colore chiaro ricorda, appunto, il matrimonio imminente e l’impegno della futura sposa, un tempo considerata di regola illibata alle nozze.

Vedi anche: Guida: come scegliere un anello.

Anello Etincelle di Cartier. Prezzo su richiesta
Anello Etincelle di Cartier. Prezzo su richiesta

5 Quanto deve costare un anello di fidanzamento?

Premesso che la spesa, come scritto sopra, deve essere proporzionata al proprio reddito, si trovano anelli a 14 carati con diamante da mezzo carato dai 600 ai 900 euro, con un po’ di fortuna anche a meno. Il peso (espresso in carati) del diamante fa la differenza. Se volete spendere poco state sotto 1 carato, e anche mezzo va bene. Certo, non sarà un solitaire da esibire alla serata di gala del Teatro alla Scala, ma farà ugualmente la sua figura.

Damiani, anello in oro bianco e diamanti. Prezzo; 5790 euro
Damiani, anello in oro bianco e diamanti. Prezzo: 5790 euro

6 Tanta resa, poca spesa.

Una buona idea è scegliere anelli senza un unico diamante, ma con tanti piccoli brillanti incastonati, magari su tutto il perimetro o quasi dell’anello. Non si tratta più di un solitaire, evidentemente, ma siccome la dimensione dei diamanti fa la differenza in termini di prezzo, tanti diamanti costano meno di uno.

Anello in oro bianco e diamanti. Prezzo: 3745 euro
Salvini, anello in oro bianco e diamanti. Prezzo: 3745 euro

7 Ci sono alternative ai diamanti?

Se non avete la necessità di un modello super classico, si può optare per un’altra pietra. Per esempio, uno zaffiro. Oppure scegliere uno zircone o uno zaffiro sintetico. Ok, non sono la stessa cosa, ma se non siete un esperto non noterete la differenza. La differenza, invece, sta nel prezzo: le gemme sintetiche costano molto meno. Però, attenzione: se vorrete vendere l’anello sarà valutato in proporzione.

 

L'anello con acquamarina indossato da Merghan Markle
L’anello con acquamarina indossato da Merghan Markle
Anello della Twist Twist collection, in oro e diamanti
Ferrarifirenze, anello della Twist Twist collection, in oro e diamanti
Recarlo, anello della collezione Elisir
Recarlo, anello della collezione Elisir con zaffiro blu e diamanti
Anello con leone scolpito in cristallo di rocca, oro bianco e diamante
Chanel, anello con leone scolpito in cristallo di rocca, oro bianco e diamante
Anello in oro bianco con acquamarina taglio ovale e diamanti
Paolo Costagli, anello in oro bianco con acquamarina taglio ovale e diamanti
Hemmerle, anello in argento, oro bianco e diamanti
Hemmerle, anello in argento, oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco e diamanti Lucciole
Valentina Callegher, anello in oro bianco e diamanti Lucciole
Bracciale della collezione Allegra Toi & Moi di de Grisogono
Bracciale della collezione Allegra Toi & Moi di de Grisogono
Tiffany Harmony, anello solitaire
Tiffany Harmony, anello solitaire
Tamara Comolli, anello della collezione Curriculum Vitae, oro rosa 18 carati, 12 diamanti bianchi
Tamara Comolli, anello della collezione Curriculum Vitae, oro rosa 18 carati, 12 diamanti bianchi
Anello in oro bianco con pavé di diamanti bianchi e neri
Mattioli, anello in oro bianco con pavé di diamanti bianchi e neri
Contrasti, anello oro rosa, diamanti neri, diamanti gialli
Giovanni Ferraris, Contrasti, anello oro rosa, diamanti neri, diamanti gialli
Anello Hespérides. Zaffiro giallo ovale di 20,36 carati (Sri Lanka), onice, diamanti
Van Cleef & Arpels, anello Hespérides. Zaffiro giallo ovale di 20,36 carati (Sri Lanka),
onice, diamanti
Anello in oro rosa e spinello
Nouvel Héritage, anello in oro rosa e spinello
Anello Holika in oro bianco, con rubellite al centro, crisoberillo, tormalina
Cartier, anello Holika in oro bianco, con rubellite al centro, crisoberillo, tormalina
Louis Vuitton, anello della collezione Conquêtes - Régalia
Louis Vuitton, anello della collezione Conquêtes – Régalia
Anello Midnight Sun in oro rosa 18K con 1 smeraldo della Colombia taglio smeraldo (circa 5,43 carati), 12 smeraldi taglio marquise (circa 0,72 carati), 8 diamanti taglio marquise (circa 0,03 carati) e 52 diamanti taglio brillante (circa 1,20 carati)
Piaget, anello Midnight Sun in oro rosa 18K con 1 smeraldo della Colombia taglio smeraldo (circa 5,43 carati), 12 smeraldi taglio marquise (circa 0,72 carati), 8 diamanti taglio marquise (circa 0,03 carati) e 52 diamanti taglio brillante (circa 1,20 carati)







E l’anello disse: bau!

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Se vi piacciono i cani ecco l’anello che fa per voi: Dog Fever. Perché stupirsi? Ci sono signore che non lasciano il loro animaletto a quattro zampe neppure un secondo. E la schiera degli amanti degli animali è sempre più numerosa. Dog Fever è la collezione disegnata per loro. La collezione è composta da una serie di anelli e bracciali che raffigurano diverse razze canine, dal bull terrier al labrador. Possono essere in solo argento, oppure colorate in smalto, e in oro con un bagno galvanico.

Anello Dalmata, in argento e smalto
Anello Dalmata, in argento e smalto

L’idea è di Nove25, una società di Milano specializzata in gioielli in argento. La sede-laboratorio è un grande spazio di 700 metri quadrati con un’atmosfera vagamente anglossassone in cui lavora anche il fondatore, Roberto Dibenedetto, che ha creato la società nel 2005. I gioielli creativi di Nove25 si sono moltiplicati (non manca una serie che ha per soggetto i gatti)  e oggi i negozi Nove25 sono otto, tra diretti e franchising, situati nei centri storici di Milano, Roma, Napoli, Como, Torino, Lugano, Ibiza e Valencia.  Matilde de Bounvilles 

Anello American Staffordshire in argento
Anello American Staffordshire in argento
Bracciale Buldog in argento e smalto
Bracciale Buldog in argento e smalto
Anello Bassotto in argento
Anello Bassotto in argento
Anelli Fever Dog
Anelli Fever Dog
French Bulldog al dito
French Bulldog al dito
Bulldog francese in argento
Bulldog francese in argento
Bull Terrier
Bull Terrier

Labrador in argento
Labrador in argento







Tiare e corone, la festa è in testa




Fare festa con qualcosa di prezioso tra i capelli: una tiara. Diademi e corone sono gioielli perfetti per una sera speciale

Un po’ di coraggio e un tocco scintillante: per sentirsi regine della notte in occasione di una serata speciale (decidete voi quale) basta un gioiello tra i capelli. Non occorre essere principesse o indossare un vestito da sposa per indossare un diadema. A proposito, è meglio specificare: una tiara è una leggera corona ornamentale. È un gioiello indossato dalle donne fin dall’antichità. Indossavano una tiara le donne dell’antica Grecia e le matrone dell’antica Roma. Oggi la tiara è indossata in particolare durante occasioni molto formali ma non solo, come qualcuno crede, per la cerimonia di matrimonio. Se siete curiose, la parola tiara è una parola che si è conservata dal latino, e a sua volta deriva dal greco antico τιάρα termine sua volta importato dall’antico persiano. Un sinonimo di tiara è diadema.

Elizabeth von Thurn und Taxis indossa una spilla e e una tiara con diamanti e smeraldi (immagine dal catalogo Sotheby's)
Elizabeth von Thurn und Taxis indossa una spilla e e una tiara con diamanti e smeraldi (immagine dal catalogo Sotheby’s)

La tiara è spesso associata alla nobiltà, benché sia un ornamento ormai entrato nell’uso comune, anche se limitato alle occasioni importanti. È molto in uso, per esempio, nell’alta società americana. Resta il fatto che in origine tiare e diademi fossero un appannaggio dei nobili. Non a caso la famiglia reale britannica ne possiede un numero imprecisato. La regina indossa spesso tiare in occasioni di cerimonie di Stato. Buona parte delle tiare della regina Elisabetta sono un’eredità della regina Alexandra di Danimarca, moglie di Edoardo VII, figlio maggiore della regina Vittoria.

La principessa Beatrice con lo sposo Edoardo Mapelli Mozzi, indossa la Queen Mary's Fringe Tiara
La principessa Beatrice con lo sposo Edoardo Mapelli Mozzi, indossa la Queen Mary’s Fringe Tiara

La regina Mary, moglie di Giorgio V, figlio di Edoardo), per esempio ha ricevuto una famosa tiara in stile kokoshnik (acconciatura popolare russa) come regalo di nozze da Lord e Lady Iveagh nel 1893. Consiste di numerosi cerchi di diamanti a incastro, con gocce di perle attaccate all’interno. Ora è indossata di Camilla, duchessa di Cornovaglia e moglie del principe Carlo.

La Kokoshnik tiara e una collana di diamanti e smeraldi
La Kokoshnik tiara e una collana di diamanti e smeraldi indossati dalla regina Elisabetta

Ma le tiare non sono sempre così preziose. Ce ne sono con finte perle, ci sono diademi con cristalli Swarovski, piccole corone in stile greco, ma con foglie di pelle invece che d’oro. Insomma, questo gioiello non è più posato solo sulle teste coronate e c’è anche chi lo indossa per uscire la sera, come Rihanna, Sarah Jessica Parker e altre celebrity. Insomma, perché farne a meno?

Carolina Herrera, Falling Jasmine tiara e orecchino a bottone in argento placcato oro e smalto bianco
Carolina Herrera, Falling Jasmine tiara e orecchino a bottone in argento placcato oro e smalto bianco
Tiara di diamanti trasformabile in collana di Cartier
Tiara di diamanti trasformabile in collana di Cartier

Tiara in oro bianco 18 carati, diamanti e ametiste di diverse sfumature
Tiara in oro bianco 18 carati, diamanti e ametiste di diverse sfumature

Meghan Markle, prima del suo principesco matrimonio, con tiara
Meghan Markle, prima del suo principesco matrimonio, con tiara







Nimb, anello anti aggressione

Nimb è un anello che lancia un allarme in caso di pericolo ♦

C’è un gioiello che è più prezioso di tutti: la sicurezza. Nimb non è il primo gioiello che cerca di abbinare tutte e due gli aspetti, quello estetico e quello della tranquillità di chi lo indossa, come nel caso della collana anti aggressione (ne abbiamo parlato qui). Nimb, invece, è un anello con un pulsante nascosto che consente di inviare un allarme di emergenza a contatti predefiniti con il semplice tocco di un pollice. Quando chi lo indossa si sente in difficoltà, per esempio se è minacciato, preme il pulsante e lo tiene premuto per tre secondi: questo basta per spedire un messaggio con il proprio profilo e la propria posizione.

Nimb in versione nera
Nimb in versione nera

Avviato l’allarme, un operatore manderà un messaggio entro 10 secondi e chiamerà entro 30 secondi. Se nessuno risponde, invieranno i primi soccorritori, amici, famigliari o altre persone con Nimb. L’anello tiene conto degli spostamenti e segue la posizione in tempo reale, in modo che chi riceve il messaggio saprà sempre dove localizzare chi lo indossa. Quando si utilizza l’applicazione per cellulare collegata a Nimb si possono scegliere e configurare le proprie cerchie di sicurezza: servizi di emergenza, il migliore amico, la famiglia, persone nelle vicinanze. Da sottolineare che questo anello è stato promosso da una donna che anni fa ha subito un’aggressione in pieno giorno, Ekaterina Romanovskay. Da questa brutta esperienza è nata l’idea di un dispositivo di sicurezza, ma anche bello da indossare. Prezzi: un singolo anello costa 23,95 dollari al mese in abbonamento.  

Runner con Nimbi
Runner con Nimbi
Nimb costa 115 euro
Nimb costa 115 euro
L'anello elettronico anti aggressione
L’anello elettronico anti aggressione
In viaggio con l'anello anti pericolo
In viaggio con l’anello anti pericolo

Quanto costa il rinvio di Baselworld




Il rinvio di una Fiera costa: a Baselworld hanno fatto i conti e stabilito quanto sarà la perdita per l’organizzazione e quanto sarà sopportato dalle aziende espositrici. Ecco la suddivisione: la società organizzatrice svizzera offre di far slittare l’85% del costo per Baselworld 2020 a Baselworld 2021. Il restante 15% rimarrà a Mch Group, la società che controlla la manifestazione fieristica, per compensare parzialmente i costi già maturati). In alternativa, gli espositori possono chiedere un rimborso in contanti fino al 30% delle commissioni, mentre il 40% sarà destinato a Baselworld 2021.

La sala stampa a Baselworld
La sala stampa a Baselworld

La precisazione risolve i dubbi di molti espositori, ma certo non farà piacere perdere dal 15% al 30%, secondo quale opzione sarà scelta dalle aziende di gioielleria e orologeria. D’altra parte, anche per la società fieristica il danno è notevole. L’organizzazione di Baselworld, precisa un comunicato, coinvolge un team di 25 persone che lavorano tutto l’anno, assieme a partner interni ed esterni per la pianificazione, il coordinamento, la costruzione, la commercializzazione. E questo si traduce in un impegno finanziario prima dell’evento stesso. Inoltre, la sospensione dell’evento è stata decisa quanto la maggior parte delle spese per la preparazione a Baselworld 2020 era già stata effettuata. Infine, la società fieristica ha annunciato il lancio di una nuova piattaforma digitale globale, che dovrebbe essere online prima dell’estate.

Nel booth di Alessio Boschi a Baselworld
Nel booth di Alessio Boschi a Baselworld

Siamo tutti insieme e per questo motivo ci impegniamo a supportare i nostri espositori nel miglior modo possibile in questi tempi turbolenti. Offriamo condizioni senza precedenti, che vanno ben oltre gli obblighi contrattuali (termini e condizioni generali) e sono molto più generosi della stragrande maggioranza di programmi europei simili che hanno dovuto essere cancellati o rinviati. Sembrava essenziale compiere questi significativi sforzi finanziari. Auguro a tutti noi un ritorno al più presto possibile.
Michel Loris-Melikoff, amministratore delegato di Baselworld

Michel Loris-Melikoff
Michel Loris-Melikoff. Copyright: gioiellis.com

Il talk show di apertura di Baselworld 2019
Il talk show di apertura di Baselworld 2019







I diamanti sintetici di De Beers, idea giusta o sbagliata?

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Nuovi diamanti di laboratorio di Lightbox, marchio di De Beers. Ma se fosse una mossa sbagliata? ♦

I diamanti sintetici, da un punto di vista chimico indistinguibili da quelli naturali, sono il futuro della gioielleria? I pareri sono discordi. È possibile riflettere, però, su quello che sta accadendo. Come abbiamo già riferito su gioiellis.com la più grande azienda commerciale di diamanti, De Beers, ha deciso di vendere diamanti creati in laboratorio, cioè sintetici. Grazie a un investimento molto consistente ha quindi iniziato a produrre e a commercializzare pietre non naturali.

Pendente in argento placcato oro con diamante sintetico da 1 carato
Pendente in argento placcato oro con diamante sintetico da 1 carato

Il risultato si chiama Lightbox, un marchio che in alcuni Paesi, come Gran Bretagna e Stati Uniti, ha iniziato a farsi largo sul mercato dei gioielli. I diamanti sono del tutto simili a quelle naturali, sono proposti con tagli diversi (l’ultima proposta è di pietre taglio cuscino) e anche a colori. E mentre un diamante rosa naturale potrebbe costare migliaia fino a milioni di dollari, i diamanti sintetici di Lightbox sono venduti a poche centinaia di euro. Un bracciale con diamante rosa, per esempio, è venduto negli Usa a 600 euro. Più, in generale, questi diamanti sono venduti a 800 dollari al carato. Un prezzo incredibilmente basso anche per gli standard dei diamanti artificiali. Anche perché le pietre sono spesso montate su argento e non su oro, per tenere basso il prezzo.

Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox
Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox

Con la premessa che nessuno riuscirà mai a distinguere un diamante naturale da uno artificiale, tranne che con un complicato esame di laboratorio gemmologico, non stupisce che Lightbox possa avere successo.

Catena in argento con diamanti sintetici di Lightbox
Catena in argento con diamanti sintetici di Lightbox

Ma è un successo anche per chi vende gioielli? Secondo un’analisi del mensile Usa Forbes, potrebbe essere un clamoroso autogoal. Specialmente se i diamanti artificiali come quelli di Lightbox saranno venduti in gioielleria e non solo sui siti online. Secondo De Beers, i diamanti Lightbox a basso prezzo si rivolgono al settore degli accessori moda e non al mondo della gioielleria. I dati citati dalla testata americana, però, mettono in dubbio questa affermazione.

Anello Blue Moon
Anello Blue Moon

A ottobre De Beers ha annunciato un calo delle vendite di diamanti del 39% rispetto al trimestre, e del 44% rispetto a un anno fa. L’azienda ha indicato come causa l’incerta economia globale e le tensioni a Hong Kong. Eppure marchi come Bulgari non hanno riscontrato gli stessi problemi. Al contrario i gioielli del gruppo Lvmh si sono venduti di più. Insomma, vendere diamanti creati in laboratorio potrebbe essere stata una mossa poco previdente.

Bracciale con diamante rosa creato in laboratorio
Bracciale con diamante rosa creato in laboratorio

Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio
Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio







10 Tiffany da 270 a 970 euro

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Dieci gioielli di Tiffany da 270 ai 970 euro: ecco una scelta ragionata.

Nota introduttiva: gioiellis.com non riceve pubblicità da Tiffany né è legato in alcun modo a Tiffany & Co. Lo premettiamo perché la scelta di questi gioielli è assolutamente autonoma e non è condizionata (come invece avviene in tanti blog che invece di informazione propinano pubblicità occulta) a nessun contratto commerciale.

Premesso questo, Tiffany è l’azienda di gioielleria più nota e più grande al mondo. Un gioiello piccolo o grande chiuso nella classica scatola color verde-azzurra è nella maggior parte dei casi gradita. Ma il catalogo di Tiffany è sterminato: spazia dai piccoli anelli in argento fino all’alta gioielleria con cifre a tanti zeri. Ecco, quindi, che vi aiutiamo per una scelta di gioielli che possono essere adeguati per un regalo e per un portafogli medio. Abbiamo scelto diaci gioielli che costano dai 270 ai 970 euro. Niente di molto caro, insomma. Ma una cifra sufficiente per un gioiello che sia gradito a chi lo riceve. Giulia Netrese

Prezzi aggiornati a novembre 2018




270 euro

Orecchino Oui disegnato da Paloma Picasso
Orecchino Oui disegnato da Paloma Picasso

290 euro

Ciondolo Lion in argento: collezione Tiffany Save the Wild, il cui ricavato sarà interamente donato al Wildlife Conservation Network
Ciondolo Lion in argento: collezione Tiffany Save the Wild, il cui ricavato sarà interamente donato al Wildlife Conservation Network

350 euro

Pendente a cerchi intrecciati in argento
Pendente a cerchi intrecciati in argento

360 euro

Orecchini a cerchio in argento
Orecchini a cerchio in argento

540 euro

Collezione Tiffany T, anello Two a catena in oro rosa
Collezione Tiffany T, anello Two a catena in oro rosa

570 euro

Bracciale in rame con finitura in carbonio nero, design Elsa Peretti
Bracciale in rame con finitura in carbonio nero, design Elsa Peretti

570 euro

Bracciale Peace in oro rosa, collezione Graffiti di Paloma Picasso
Bracciale Peace in oro rosa, collezione Graffiti di Paloma Picasso

690 euro

Pendente Loving Art in oro giallo disegnato da Paloma Picasso
Pendente Loving Art in oro giallo disegnato da Paloma Picasso

 

720 euro

Anello X Wire in oro rosa e diamante
Anello X Wire in oro rosa e diamante

970 euro

Fedina disegnata da Elsa Peretti per Tiffany, oro rosa e diamante
Fedina disegnata da Elsa Peretti per Tiffany, oro rosa e diamante







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