Il Museo del Gioiello di Vicenza si rinnova con la terza esposizione curata da Alba Cappellieri. Ecco come sarà ♦︎
È stato bello, lo sarà ancora di più. Dopo quattro anni il Museo del Gioiello di Vicenza ospitato all’interno della Basilica Palladiana si rinnova. Ma non è una sorpresa: l’esposizione permanente, infatti, è nata proprio con l’idea di un rinnovamento continuo dei gioielli esposti.
Il museo, iniziativa di Italian Exhibition Group Spa in partnership con il Comune di Vicenza, propone al pubblico una mostra di 310 pezzi unici, molti dei quali appartenenti a collezioni private, che generalmente non sono accessibili né al pubblico né agli operatori del settore.
I gioielli sono concessi al museo per due anni. Ora è la volta della terza edizione, che si inaugura il 14 dicembre e sarà visitabile fino alla fine del 2020.
Il Museo del Gioiello è diretto da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello al Politecnico di Milano, oltre che principale studiosa del gioiello in Italia. Tante le novità che gli appassionati di gioiello potranno ammirare. Come la collana Flora High Jewellery di Bulgari. “Ho scelto questo oggetto straordinario perché è un omaggio alla manifattura e alla bellezza italiana. Bulgari si ispira ai dipinti di Sandro Botticelli, la cui grazia eterna si riverbera in questo prezioso e delicato bouquet fiorito e la splendida manifattura esalta la capacità artigiana italiana.”, spiega Cappellieri.
Il percorso espositivo si snoda attraverso nove sale, ognuna delle quali accoglie una diversa accezione del gioiello, in un pluralismo di contenuti, epoche, geografie e provenienze.
Sono il gioiello come Simbolo, Magia, Funzione, Bellezza, Arte, Moda, Design, Icone e Futuro, ciascuna, nella nuova edizione, affidata a un curatore di fama internazionale che ne ha interpretato il significato attraverso preziosi di straordinaria bellezza e inestimabile valore.
È di Pascale Lepeu, direttore della collezione Cartier da oltre 30 anni, la selezione della Sala Simbolo che ospita gioielli straordinari capaci di raccontare la potenza simbolica degli ornamenti. Simbolo di potere, di ricchezza, di religione, regalità, manifattura.
A Cristina Boschetti, archeologa, esperta di produzioni artistiche del Mediterraneo Ellenistico e Romano, è invece affidata la Sala Magia: amuleti e talismani protettivi, monili propiziatori per allontanare influenze maligne. Per la Sala Funzione è stato scelto Massimo Vidale, professore di Archeologia dell’Università di Padova, che ha centrato l’attenzione sulla funzione comunicativa del gioiello. Dai gioielli dei guerrieri di diverse culture, fino agli anelli e ai pendenti utilizzati dai rapper.
L’interpretazione della Sala Bellezza è curata da Patrizia di Carrobio, esperta di diamanti. Per lei i gioielli trasferiscono bellezza in chi li ammira. Il tema è il gioco, in un mix affascinante di valori, dove l’alta gioielleria si mischia con gioielli moda. A Marie-José van den Hout, gallerista olandese, fondatrice della galleria Marzee, è stata affidata la Sala Arte. Il tema è l’oro e il racconto si dipana attraverso i processi di sperimentazione degli artisti internazionali, che non hanno avuto timore di portare al limite la creatività e la sperimentazione ottenendo risultati sorprendenti.
Nella Sala Moda, curata da Chichi Meroni, anima creativa de l’Arabesque Cult Store di Milano, si trovano bijoux creati per la moda tra gli anni Venti e Ottanta mentre, la Sala Design è stata curata da Alba Cappellieri con una selezione dedicata ai designer che non hanno esplorato altri prodotti che non fossero il gioiello.
La Sala Icone è curata da Gabriele ed Emanuele Pennisi, antiquari milanesi specializzati nel gioiello antico: ospita capolavori del passato tra il XVII e il XX secolo, icone dei loro tempi: dalle montature dell’Ottocento alla manifattura mirabile dei gioielli in smalto, fino ai sigilli e ai ritratti di personaggi famosi. L’ultima sala, dedicata al tema del Futuro, è stata curata da Olga Noronha, fashion designer internazionale: dalla gioielleria digitale che modifica il corpo ai gioielli invisibili che si innestano sottopelle, dai gioielli terapeutici ai gioielli home made che si possono autoprodurre.