Bulgari, collana Flora, High Jewellery 2013. Oro rosa, 60 zaffiri fancy color, diamanti tondi taglio brillante, pavé di diamanti
Bulgari, collana Flora, High Jewellery 2013. Oro rosa, 60 zaffiri fancy color, diamanti tondi taglio brillante, pavé di diamanti

Terza vita per il Museo del Gioiello





Il Museo del Gioiello di Vicenza si rinnova con la terza esposizione curata da Alba Cappellieri. Ecco come sarà ♦︎

È stato bello, lo sarà ancora di più. Dopo quattro anni il Museo del Gioiello di Vicenza ospitato all’interno della Basilica Palladiana si rinnova. Ma non è una sorpresa: l’esposizione permanente, infatti, è nata proprio con l’idea di un rinnovamento continuo dei gioielli esposti.

Il museo, iniziativa di Italian Exhibition Group Spa in partnership con il Comune di Vicenza, propone al pubblico una mostra di 310 pezzi unici, molti dei quali appartenenti a collezioni private, che generalmente non sono accessibili né al pubblico né agli operatori del settore.

Bulgari, collana Flora,  High Jewellery 2013.  Oro rosa, 60 zaffiri fancy color, diamanti tondi taglio brillante, pavé di diamanti
Bulgari, collana Flora, High Jewellery 2013.
Oro rosa, 60 zaffiri fancy color, diamanti tondi taglio brillante, pavé di diamanti

I gioielli sono concessi al museo per due anni. Ora è la volta della terza edizione, che si inaugura il 14 dicembre e sarà visitabile fino alla fine del 2020.

Il Museo del Gioiello è diretto da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello al Politecnico di Milano, oltre che principale studiosa del gioiello in Italia. Tante le novità che gli appassionati di gioiello potranno ammirare. Come la collana Flora High Jewellery di Bulgari. “Ho scelto questo oggetto straordinario perché è un omaggio alla manifattura e alla bellezza italiana. Bulgari si ispira ai dipinti di Sandro Botticelli, la cui grazia eterna si riverbera in questo prezioso e delicato bouquet fiorito e la splendida manifattura esalta la capacità artigiana italiana.”, spiega Cappellieri.

Il percorso espositivo si snoda attraverso nove sale, ognuna delle quali accoglie una diversa accezione del gioiello, in un pluralismo di contenuti, epoche, geografie e provenienze.

Sono il gioiello come Simbolo, Magia, Funzione, Bellezza, Arte, Moda, Design, Icone e Futuro, ciascuna, nella nuova edizione, affidata a un curatore di fama internazionale che ne ha interpretato il significato attraverso preziosi di straordinaria bellezza e inestimabile valore.

È di Pascale Lepeu, direttore della collezione Cartier da oltre 30 anni, la selezione della Sala Simbolo che ospita gioielli straordinari capaci di raccontare la potenza simbolica degli ornamenti. Simbolo di potere, di ricchezza, di religione, regalità, manifattura.

A Cristina Boschetti, archeologa, esperta di produzioni artistiche del Mediterraneo Ellenistico e Romano, è invece affidata la Sala Magia: amuleti e talismani protettivi, monili propiziatori per allontanare influenze maligne. Per la Sala Funzione è stato scelto Massimo Vidale, professore di Archeologia dell’Università di Padova, che ha centrato l’attenzione sulla funzione comunicativa del gioiello. Dai gioielli dei guerrieri di diverse culture, fino agli anelli e ai pendenti utilizzati dai rapper.

Alba Cappelieri
Alba Cappelieri

L’interpretazione della Sala Bellezza è curata da Patrizia di Carrobio, esperta di diamanti. Per lei i gioielli trasferiscono bellezza in chi li ammira. Il tema è il gioco, in un mix affascinante di valori, dove l’alta gioielleria si mischia con gioielli moda. A Marie-José van den Hout, gallerista olandese, fondatrice della galleria Marzee, è stata affidata la Sala Arte. Il tema è l’oro e il racconto si dipana attraverso i processi di sperimentazione degli artisti internazionali, che non hanno avuto timore di portare al limite la creatività e la sperimentazione ottenendo risultati sorprendenti.

Nella Sala Moda, curata da Chichi Meroni, anima creativa de l’Arabesque Cult Store di Milano, si trovano bijoux creati per la moda tra gli anni Venti e Ottanta mentre, la Sala Design è stata curata da Alba Cappellieri con una selezione dedicata ai designer che non hanno esplorato altri prodotti che non fossero il gioiello.

La Sala Icone è curata da Gabriele ed Emanuele Pennisi, antiquari milanesi specializzati nel gioiello antico: ospita capolavori del passato tra il XVII e il XX secolo, icone dei loro tempi: dalle montature dell’Ottocento alla manifattura mirabile dei gioielli in smalto, fino ai sigilli e ai ritratti di personaggi famosi. L’ultima sala, dedicata al tema del Futuro, è stata curata da Olga Noronha, fashion designer internazionale: dalla gioielleria digitale che modifica il corpo ai gioielli invisibili che si innestano sottopelle, dai gioielli terapeutici ai gioielli home made che si possono autoprodurre.





Queen Maria of Serbia's tiara. Van Cleef and Arpels, 1949 White gold, silver, diamonds, fake emerald (glass)
Queen Maria of Serbia’s tiara. Van Cleef and Arpels, 1949
White gold, silver, diamonds, fake emerald (glass)

Marcel Boucher, Sonia,  Linea Ballet of Jewels, 1950, Usa. Metallo dorato, strass blu e bianchi
Marcel Boucher, Sonia, Linea Ballet of Jewels, 1950, Usa. Metallo dorato, strass blu e bianchi
Una sala della Basilica Palladiana
Una sala della Basilica Palladiana
Interno del Museo del Gioiello
Interno del Museo del Gioiello

Alba Cappelieri in una sala del Museo del Gioiello
Alba Cappelieri in una sala del Museo del Gioiello







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