mostra

Arte e gioielleria a Roma

Gioielli e arti figurative alla galleria Incinque Open Art Monti di Roma. Lo spazio ospiterà dal 16 al 30 marzo la mostra Sinopie di Emiliano Alfonsi all’interno del progetto Incinque Jewels curato da Monica Cecchini. L’obiettivo è far dialogare il gioiello contemporaneo con le altre forme d’arte. Il progetto Sinopie, a cura dalla storica dell’arte Carmen Bellalba, nasce itinerante e con l’intenzione di essere divulgato a livello nazionale tra musei, spazi espositivi e luoghi di cultura. Alfonsi, classe 1980, realizza i suoi lavori utilizzando una tecnica antichissima risalente al 1400, la pittura all’uovo, per soggetti che richiamano il Rinascimento toscano e fiammingo, ma anche i Preraffaelliti.

Opera di Emiliano Alfonsi
Opera di Emiliano Alfonsi

Durante il periodo di esposizione di Sinopie, giovedì 21 marzo sarà inaugurata anche la mostra del vincitore della Roma Jewelry Week 2023, Francesco Ridolfi, che si confronterà con le creazioni di Emiliano Alfonsi e degli altri artisti residenti di Incinque Jewels. Ridolfi è stato selezionato come primo classificato al Premio Incinque Jewels, con tema Second Life, per il suo gioiello Vite parallele. «Due mondi paralleli, uno naturale e uno artificiale. Un nuovo orizzonte che apre a tante possibilità o un destino alienante che muterà per sempre noi stessi? Da un lato c’è un cuore pulsante che si lega a due radici di un albero, dall’altro un codice binario e microchip. Probabilmente i due universi coesisteranno, solo l’uomo lo deciderà», spiega l’artista.
Myriam Bottazzi
Myriam Bottazzi

Saranno in mostra le opere, alcune inedite, di Emiliano Alfonsi e per Incinque Jewels i gioielli di Myriam Bottazzi, Dettaglidattimi, Chiara Fenicia, Claudio e Roberto Franchi, Angela Gentile, Emanuele Leonardi, Paolo Mangano, Maria Patrizia Marra, Matuta gioielli, Maria Gaia Piccini, Anna Pinzari, Francesco Ridolfi, Simone Vera Bath e Lorella Verrillo.

Matuta gioielli
Matuta gioielli

Un secolo di Scavia in mostra a Milano

Scavia è un brand storico della gioielleria di Milano. Fondata nel 1911, Scavia è una delle vetrine che più coincidono con la tradizione della città italiana, capitale del design. Ora il Museo Bagatti Valsecchi presenta la mostra Il secolo d’oro di Scavia. Una bellezza che incanta, (8-12 novembre 2023). La mostra testimonia anche una partnership tra la Casa Museo e la maison di gioielli. L’attività di Scavia attraversa quattro generazioni. Il Museo Bagatti Valsecchi, un edificio fine Ottocento in stile neorinascimentale secondo il gusto dei fratelli Fausto e Giuseppe, ora di proprietà della Regione Lombardia, si trova nel cosiddetto Quadrilatero della moda della città, come Scavia.

Gli orecchini Sandra Dia, disegnati nel 1988 per Elizabeth Taylor
Gli orecchini Sandra Dia, disegnati nel 1988 per Elizabeth Taylor

La Maison di gioielleria è stata fondata da Domenico Scavia, orafo, che si è trasferito da Valenza a Milano insieme alla moglie Maria a inizio Novecento, con l’idea di aprire un laboratorio di gioielli, ancora attivo, in un edificio in corso XXII Marzo. Ha poi proseguito il suo lavoro la figlia Sara, affiancata dal figlio Fulvio, distinguendosi come una delle poche donne protagoniste nel settore orafo italiano. Oggi la quarta generazione di Scavia è rappresentata da Fulvio e dal figlio Alessandro, che hanno portato una ventata di innovazione.
Liz Taylor indossa gli orecchini Scavia
Liz Taylor indossa gli orecchini Scavia

Nelle sale del Museo sono esposti, in sinergia con la collezione permanente, alcuni dei gioielli storici del brand, affiancati da altri di fattura recente, frutto dell’estro creativo di Fulvio Scavia e Alessandro Scavia. Come gli orecchini Sandra Dia, disegnati nel 1988 per Elizabeth Taylor e diventati ormai iconici grazie alla loro forma inconsueta e affascinante. O la collana in corno biondo e nero e oro, paradigma dei tagli più classici, l’anello Due coni con due diamanti, grazie al quale Fulvio Maria Scavia si è aggiudicato il primo Diamond Intemational Award nel 1976. Nella mostra non mancano fotografie d’archivio che ripercorrono un secolo di attività.

IL SECOLO D’ORO DI SCAVIA
Una bellezza che incanta
8–12 novembre 2023
Museo Bagatti Valsecchi
Via Gesù, 5
20121 Milano
Orari d’apertura:
mercoledì: 13-20
giovedì e venerdì: 13-17.45
sabato e domenica: 10-17.45
lunedì e martedì chiuso
Biglietto:
Intero: 12,00 €
Ridotto e convenzioni: 9,00 €

Lavorazione del ciondolo Albero della Vita
Lavorazione del ciondolo Albero della Vita

Collana Super Oscar ·
Collana Super Oscar ·

Fulvio Scavia e Sara Scavia nel laboratorio con gli artigiani
Fulvio Scavia e Sara Scavia nel laboratorio con gli artigiani
Fulvio Scavia
Fulvio Scavia
Il primo negozio Scavia a Milano
Il primo negozio Scavia a Milano
Modella indossa gioielli Scavia
Modella indossa gioielli Scavia
Parure Fil Soie
Parure Fil Soie

Il programma della Roma Jewelry Week

Gioielli e avanguardia, il mix della Roma Jewelry Week. La terza edizione (6-15 ottobre) dell’evento dedicato al gioiello contemporaneo, d’autore, d’artista e delle realtà orafe storiche è promossa dall’associazione Incinque Open Art Monti, quest’anno in collaborazione con il Municipio I – Roma centro, e la collaborazione del Vive-Vittoriano e Palazzo Venezia e il Comune di Valenza. L’evento ha in agenda numerose iniziative, con il filo conduttore Second Life, tra tecnologia e riutilizzo in chiave sostenibile.
La manifestazione RJW è ideata dall’architetto Monica Cecchini, direttore del progetto, con il supporto di Giulia Silvia Ghia, assessore di Municipio I, e la consulenza di Barbara Brocchi, creative manager, illustratrice, scrittrice, designer e coordinatrice del dipartimento di design del gioiello Ied-Roma, di Bianca Cappello, docente, storica e critica del gioiello, di Claudio Franchi orafo, argentiere, storico e critico d’arte, e di Laura Astrologo Porché. Anteprima della Roma Jewelry Week è la mostra Oltre il confine – opere d’arte orafa e pittorica dell’artista Rocco Epifanio alla Biblioteca Casanatense (4-6 ottobre).

Da sinistra, Monica Cecchini, Alessandro Onorato, Valeria Percossi Papi, Giulia Silvia Ghia
Da sinistra, Monica Cecchini, Alessandro Onorato, Valeria Percossi Papi, Giulia Silvia Ghia

La mostra Ri-Trovamenti. Il gioiello tra Roma e Valenza prevede in esposizione le opere della Neo Scuola Romana del gioiello contemporaneo e dei maestri orafi Valenzani nelle sale del Museo Napoleonico, anticipando quella che sarà la seconda edizione della Valenza Jewelry Week del 2024. La mostra è a cura di Monica Cecchini e di Claudio Franchi.

Alla galleria Incinque Open Art Monti una mostra inaugura una nuova stagione dello spazio, che da ottobre si dedicherà al gioiello contemporaneo in maniera permanente insieme agli artisti residenti Incinque Jewels, che ospitano il gruppo Kok Kollettivo Orafo Kontemporaneo. Dalla via della seta a Venezia è invece il titolo di una conferenza con il designer Alessio Boschi a Palazzo Venezia il 7 ottobre alle 18, con Edith Gabrielli, direttrice del Vittoriano e Palazzo Venezia, e dell’Assessore alla Cultura del Municipio I Roma Centro, Giulia Silvia Ghia.

Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com

L’Associazione Gioiello Contemporaneo organizza una mostra nella Galleria Alternatives a cura di Rita Marcangelo e Maria Rosa Franzin, in programma dal 7 ottobre. Il 9 ottobre si inaugura la mostra La rondine in fiamme di Paola Gandolfi e Le Sibille presso l’atelier Le Sibille. Il 10 ottobre tornano i tour di visite guidate nei Rioni di Roma alla scoperta della storia della Città Eterna gli atelier orafi apriranno le loro porte ai visitatori. Novità di quest’anno la collaborazione organizzativa di Open City Roma, nella promozione dei tour RJW 2023 e gestione delle prenotazioni. Martedì 10 si inaugura il racconto performativo presso il laboratorio Verdastro, un’antica bottega dove i Verdastro continuano, unici a Roma, dal 1919 a svolgere con sapiente perizia la loro attività di cassai. Marco Verdastro, progetta e crea modelli originali di orologi, realizzandoli a mano.

Opera di Juwon Mun
Opera di Juwon Mun

L’11 ottobre la mostra enCore nell’Atelier di Anna Retico. Encore è un termine francese usato nel mondo dello spettacolo per esprimere la richiesta del pubblico di ottenere un bis. In questa mostra vede protagoniste per la seconda volta Clara Del Papa, Letizia Maggio e Anna Retico. In calendario il 12 ottobre la visita guidata ai Musei Capitolini condotta, eccezionalmente dalla direttrice dei Musei Civici Ilaria Mariani Miarelli. Sempre per il 12 ottobre alle 17 la presentazione del libro Gioielli a Firenze / Jewels in Florence, archivio fratelli Peruzzi 1880-1970 di Bianca Cappello.

Collana di Claudia Gobbi
Collana di Claudia Gobbi

L’esposizione delle opere dell’atelier Percossi Papi è prevista nel sito archeologico dei Mercati di Traiano con alcuni dei gioielli esposti alla mostra Il prezioso cammino di Dante – La Divina Commedia nei gioielli di Percossi Papi. Torna anche quest’anno il Premio Incinque Jewels indetto dall’Associazione Incinque Open Art Monti, contest giunto alla sua quarta edizione che promuove la cultura del Gioiello Contemporaneo. L’esposizione avrà luogo dal 13 al 15 ottobre presso i Mercati di Traiano, un sito d’eccezione per la sua importanza storica. Circa 80 artisti provenienti da tutto il mondo esporranno le loro creazioni realizzate e ideate per il tema di quest’anno: Second Life.

Girocollo di Maria Patrizia Marra
Girocollo di Maria Patrizia Marra

Il 14 ottobre alle 17 a Monterotondo, presso la Galleria di Carlo Lucidi verrà presentata New Stories II, una collezione di microsculture indossabili dell’artista lituana Kamile Staneliene.
Durante la settimana si terrà un ciclo di conferenze aventi come tema il gioiello e le sue diverse declinazioni, con diversi esperti del settore, nelle sale di Palazzo Valentini, il 14 ottobre, e Palazzo Braschi, il 15 ottobre. Interverranno, Vincenzo Aucella, Gino di Luca, Laura Astrologo Porché, Nurdos Aliaskarov, Alessia Crivelli, Alessio Boschi, Luca Daverio, Paula Guzman, Wallis Hong e Teilor. Le conferenze verranno realizzate grazie alla collaborazione con la Città Metropolitana di Roma Capitale e della Sovrintendenza Capitolina.

Anello bracciale di Shirley Blanch
Anello bracciale di Shirley Blanch

Tra le scuole presenti l’Istituto Europeo di Design -IED Roma, che ospiterà un workshop con l’artista kazako Nurdos Aliaskarov e la scuola di formazione artistica di livello universitario per la moda, il design e la fotografia Accademia Italiana. Novità di quest’anno la partecipazione anche di due scuole internazionali: HTF Hard to Find dal Messico e MINOSS Jewelry Academy dalla Corea.
Torna l’esposizione collettiva con la Capsule Second Life, quest’anno ospitata presso le esclusive sale di Palazzo Velli, nel centro di Trastevere, dove si svolgeranno anche performance artistiche. Presso le sale sarà ospitato anche il progetto Design Pal di Thai Puan Creative Hub, la collaborazione nata tra Naresuan University (Tailandia) e l’IED Roma (Italia) mira ad unire l’eleganza e la cultura tailandese con lo stile italiano.
Novità di quest’anno il primo contest di Jewelry Illustration lanciato dalla Roma Jewelry Week. Questo evento speciale e innovativo mira a celebrare la creatività e l’eccellenza dell’illustrazione, offrendo a partecipanti provenienti da tutto il mondo la possibilità di presentare le proprie opere.
In collaborazione con Winsor & Newton, la RJW fornirà ai vincitori del contest l’opportunità di ottenere un premio, che consisterà in buoni per una fornitura di materiali.

Emanuele Leonardi, Fori Imperiali
Emanuele Leonardi, Fori Imperiali

Partecipanti al premio Incinque Jewels
Laura Agnello Modica, Arte & Bellezza di Dragana Mircetic, Asimi di Anna Butcher, Hani Baayoun, Ivan Barbato, Shirley Blanch, Rossano Caldaroni, Simone Cipolla, Chantal Corso, Damea di Elena De Battisti e Giancarlo De Battisti, Gaia Descovic, Dettagli D’Attimi di Pinella Distefano, Betti Domonyi, Melinna Elizondo, Ellence di Elle Di Muro, Etra di Ilaria Bonomo, Chiara Fenicia, Chiara Fenicia e Anna Pinzari, Roberto Fenzl, Daniela Ferrero, Formedarte di Rosa Maria Venetucci, Isabella Gabbin, Angela Gentile, Patrizia Giachero, Giove sulla Luna di Monica Petrella, Claudia Gobbi, Cristiane Iglesias Arenas, Kamay di Camille Chikli, Les Mascarones di Inga Macaron, Francesca Luciani, Elda Maresca, Maria Patrizia Marra, Gina Melosi, Gianni Misto, Francesca Mo’, Anastasia Mukhortova, Narratrame di Silvia Pichi e Fernando Masone, Ornella Pandolfi, Tania Marta Pezzuolo, Lon Phanna, Maria Gaia Piccini – Pontevecchio Maria Gaia Piccini, Anna Pinzari, Andreia Gabriela Popescu, Igor Quagliata, Macarena Ravioly Cataldo, Luigina Rech, Renata Jewellery Maker di Renata Dragusin, Ines Reynoso, Francesco Ridolfi, Serena Sciarrini, Sognando lo scirocco di Anna Paparella, Simone Vera Bath, Verba Mundus di Anna Fanigina, Metteo Vitali, Marie Therese Wolf, Zefiro di Annette Schreyer, Zilfi di Pati Kakhniashvili.

A Londra la più grande mostra di Wallace Chan

The Wheel of Time: è il titolo di quella che si preannuncia come la più grande mostra in Europa del lavoro di Wallace Chan. A presentare i gioielli-capolavori del maestro di Hong Kong è Christie’s. I 150 gioielli che compongono The Wheel of Time saranno esposti nella sede centrale di Christie’s King Street a Londra dal 4 al 10 settembre. Oltre ai gioielli Wallace Chan presenta sei sculture in titanio, alcune delle quali mai viste prima in pubblico. Le opere riassumono il lavoro di cinque decenni. La mostra è gratuita e aperta al pubblico ed è la quinta che Christie’s presenta in collaborazione con Wallace Chan, dopo le precedenti esposizioni a Hong Kong (2015, 2019) e Shanghai (2020, 2021). La maggior parte dei pezzi in mostra, creati nell’ultimo mezzo secolo, sono stati prestati da molti dei maggiori collezionisti internazionali di Chan.

Forever Dancing – Wind’s Tale brooch. Yellow Diamond, Morganite, Tsavorite Garnet, Crystal, Butterfly Specimen, Mother-of-Pearl, Fancy Coloured Diamond, Diamond, Pink Sapphire, The Wallace Chan Porcelain, Titanium
Forever Dancing – Wind’s Tale brooch. Yellow Diamond, Morganite, Tsavorite Garnet, Crystal, Butterfly Specimen, Mother-of-Pearl, Fancy Coloured Diamond, Diamond, Pink Sapphire, The Wallace Chan Porcelain, Titanium

Siamo lieti di portare l’immaginazione di Wallace Chan a Londra e presentare questa mostra unica che celebra cinque decenni di eccellenza artistica. La nostra quinta collaborazione con Chan riafferma il rapporto di lunga data di Christie con l’artista e non vediamo l’ora di accogliere i visitatori della mostra.
Mei Y Giam, Private Sales Director, Jewellery di Christie

Legend of the Color Black, spilla-scultura con diamanti neri. L'impressionante pietra centrale del pezzo, uno dei più grandi diamanti neri tagliati conosciuti al mondo, pesa 312,24 carati, insieme a diamanti grigio argento, zaffiro cristallino, agata nera, titanio e la porcellana Wallace Chan
Legend of the Color Black, spilla-scultura con diamanti neri. L’impressionante pietra centrale del pezzo, uno dei più grandi diamanti neri tagliati conosciuti al mondo, pesa 312,24 carati, insieme a diamanti grigio argento, zaffiro cristallino, agata nera, titanio e la porcellana Wallace Chan

Non è facile descrivere il lavoro di Chan, che spazia dai tradizionali canoni dell’estetica cinese con una fantasia senza confini etnici coniugati a una sorprendente abilità tecnica. Il pezzo più importante della mostra è Legend of the Color Black, una straordinaria spilla-scultura con diamanti neri. L’impressionante pietra centrale del pezzo, uno dei più grandi diamanti neri tagliati conosciuti al mondo, pesa 312,24 carati, insieme a diamanti grigio argento, zaffiro cristallino, agata nera, titanio e la porcellana Wallace Chan, un materiale che Chan ha impiegato anni a sviluppare e che è cinque volte più resistente dell’acciaio. Un altro pezzo degno di nota è la spilla The Joy of Life, con uno dei motivi più importanti di Chan, un’affascinante farfalla, composta da zaffiro rosa, zaffiro, granato tsavorite, diamante, diamante giallo, perla e titanio.
Brooch The Beauty of Greatness
Spilla The Beauty of Greatness

Uomo profondamente filosofico, Wallace infonde ai suoi gioielli lo spiritualismo orientale. Questo è il motivo che trascorre tutta la sua vita creativa interpretando e reinterpretando, sperimentando infinite combinazioni di pietre preziose, mezzi, stili, estetica, ed eseguito con le sue tecniche di fama mondiale.
François Curiel, Presidente, Christie’s Europe

Spilla The Joy of Life, composta da zaffiro rosa, zaffiro, granato tsavorite, diamante, diamante giallo, perla e titanio
Spilla The Joy of Life, composta da zaffiro rosa, zaffiro, granato tsavorite, diamante, diamante giallo, perla e titanio

Wallace Chan, nato nel 1956 ha iniziato come intagliatore di pietre preziose nel 1973 all’età di 16 anni. È un artista, ma anche un innovatore: The Wallace Cut è una tecnica di intaglio tridimensionale illusoria inventata nel 1987. Ha una forte capacità nella lavorazione del titanio, e ha brevettato una tecnologia per migliorare la luminosità della giadeite. Le opere di Chan sono nelle collezioni permanenti del Long Museum, Shanghai (2023), Museum of Fine Arts, Boston (2023), British Museum (2019), Capital Museum of China (2010) e Museo di Ningbo (2010). Ha tenuto mostre personali con le sue opere al Fondaco Marcello (Venezia, 2021 e 2022), Canary Wharf (Londra, 2022), Christie’s (Shanghai, 2021), Asia House (Londra, 2019), Christie’s Gallery (Hong Kong, 2019), Gemological Institute of America Museum (Carlsbad, 2011), il Capital Museum of China (Pechino, 2010), il Kaohsiung Museum of History (Taiwan, 1999) e Deutsches Edelsteinmuseum (Idar-Oberstein, 1992).
Collana The Blue Mile
Collana The Blue Mile

In un batter d’occhio, mezzo secolo è volato. Sono onorato dall’opportunità di presentare la mia più grande mostra in Europa da Christie’s a Londra. I miei più sentiti ringraziamenti vanno a Christie’s per aver sostenuto il mio viaggio creativo nel corso degli anni e in tutto il mondo. Sono anche grato ai miei collezionisti di lunga data per aver prestato i pezzi, senza la loro amicizia la mostra non sarebbe possibile. Il tempo è una ruota eterna che gira all’infinito senza né inizio né fine. Nel processo creativo, il tempo è un tema così intangibile, eppure onnifico.
Wallace Chan

Wallace Chan
Wallace Chan

Anche orologi e automi a GemGèneve

Ginevra, capitale della orologeria e uno dei maggiori centri di alta gioielleria. Due aspetti che la prossima edizione di GemGèneve (Palaexpo, 11-14 maggio 2023) ha deciso di valorizzare. L’evento dedicato a gioielli vintage, design e gemme torna ad abbinare una mostra all’interno del padiglione fieristico. Per la nuova edizione GemGenève e il Museo d’arte e storia di Ginevra (Mah), uno dei maggiori della Svizzera, organizzano un’esposizione centrata sui meccanismi degli automi, sugli oggetti d’arte e sulla musica, con pezzi delle sue collezioni. Il Mah è attivo sin dal XVIII secolo. E, per l’occasione, porta 25 opere di piccole e medie dimensioni, oltre a opere realizzate a fine Ottocento, fornite dal Museo Internazionale dell’Orologeria di La Chaux-de-Fonds, da François Junod, realizzatore di automi e scultore svizzero, e dagli espositori di GemGenève.

Orologio da tasca a ripetizione dei quarti, musica e automa Capt & Janin Ginevra, Mende, ca. 1810 Oro lucidato e inciso, smaltato Il braccio destro dell’automa sfiora la lira per tutta la durata della melodia (meccanismo a lame dritte). Ginevra, Museo d’arte e storia
Orologio da tasca a ripetizione dei quarti, musica e automa Capt & Janin. Ginevra, Mende, ca. 1810. Oro lucidato e inciso, smaltato. Il braccio destro dell’automa sfiora la lira per tutta la durata della melodia (meccanismo a lame dritte). Ginevra, Museo d’arte e storia

A Ginevra l’orologeria è praticata fin dal XVI secolo, associata allo sviluppo di vaste reti commerciali e mette in relazione innovazioni tecnologiche convergenti. La varietà degli oggetti custoditi in questa sezione mette in risalto i meccanismi degli orologi e le invenzioni derivate dalla meccanica d’arte con ingranaggi, carillon e automi: questi ultimi sono particolarmente complessi, poiché combinano aspetti tecnici e storici, fino ad arrivare alla filosofia e persino alla magia. Suoni prodotti dalla tecnica e gesti simulati eseguiti meccanicamente sono state sorprendenti matrimoni tra artigianato e tecnica del passato.
Scatolina con scomparti, con automa e orologio. Ginevra, ca. 1800. Oro rosa, oro colorato, smaltatura champlevé e miniature smaltate. Automa arrotino in oro colorato e smalto 7,7 cm di lunghezza, 3,18 cm di larghezza, 1 cm di spessore. Ginevra, Museo d’arte e storia
Scatolina con scomparti, con automa e orologio. Ginevra, ca. 1800. Oro rosa, oro colorato, smaltatura champlevé e miniature smaltate. Automa arrotino in oro colorato e smalto 7,7 cm di lunghezza, 3,18 cm di larghezza, 1 cm di spessore. Ginevra, Museo d’arte e storia

Questi orologi, la maggior parte dei quali include un meccanismo musicale, hanno raggiunto l’apice di popolarità intorno al 1840. La stessa passione si ritrova negli orologi da camino, che si trasformano in veri e propri spettacoli, con carillon e uccelli canterini: le creazioni si ispirano alla vita quotidiana, alle scene campestri o al mondo circense. La musica spesso accompagna gli spettacoli: semplici carillon, che possono suonare una o più melodie, vengono commissionati ad artigiani specializzati e integrati nelle casse degli orologi.
Il principio del carillon viene inventato nel 1796 dall’orologiaio ginevrino Antoine Favre. Egli ebbe l’idea di sostituire il complesso meccanismo dei timbri e dei martelli delle campane, utilizzati per orologi e tabacchiere, con lame d’acciaio che vibrano quando colpite da perni disposti su un cilindro.
Benoît; Japy Frères Ginevra, Beaucourt (Francia), ca. 1852. Bronzo dorato, automi in legno dipinto, quadrante smaltato, base in legno dipinto, cupola in vetro. Suoneria che scandisce il tempo ogni ora e ogni mezz’ora; meccanismo musicale che suona due melodie, ricaricabile tirando un cordino 83 cm di altezza (vetro compreso), 49 cm di larghezza, 28 cm di profondità. Ginevra, Museo d’arte e storia
Benoît; Japy Frères Ginevra, Beaucourt (Francia), ca. 1852. Bronzo dorato, automi in legno dipinto, quadrante smaltato, base in legno dipinto, cupola in vetro. Suoneria che scandisce il tempo ogni ora e ogni mezz’ora; meccanismo musicale che suona due melodie, ricaricabile tirando un cordino 83 cm di altezza (vetro compreso), 49 cm di larghezza, 28 cm di profondità. Ginevra, Museo d’arte e storia

Pendola con automi e musica (di una coppia). Guangzhou (Cina), Londra, ca.1800. Ormolu, smalto, argento, avorio, pittura su vetro, vetreria policroma, metallo dipinto. Suoneria allo scatto dell’ora, automi e carillon (nella base) attivabili quando si desidera, 90 cm di altezza, 38 cm di larghezza, 33 cm di profondità. Ginevra, Museo d’arte e storia
Pendola con automi e musica (di una coppia). Guangzhou (Cina), Londra, ca.1800. Ormolu, smalto, argento, avorio, pittura su vetro, vetreria policroma, metallo dipinto. Suoneria allo scatto dell’ora, automi e carillon (nella base) attivabili quando si desidera, 90 cm di altezza, 38 cm di larghezza, 33 cm di profondità. Ginevra, Museo d’arte e storia

Attraverso la storia con Ivan Barbato

Artigianato, oreficeria, creatività. Ma anche tradizione e dedizione. Ivan Barbato rappresenta la nuova generazione di professionisti italiani della lavorazione di oro e argento. Barbato è nato a Gallarate in provincia di Varese e lavora a Cardano al Campo, sempre in provincia di Varese. A lui è dedicata una mostra alla Galleria Incinque Open Art Monti, di Roma. La galleria di Monica Cecchini ospiterà le opere di Barbato dal 5 al 7 maggio. La mostra si intitola Sulle orme della materia.

Anello Abbracciando il mare
Anello Abbracciando il mare

La storia di Barbato non è comune: è rimasto attratto dal mestiere quando aveva solo otto anni, osservando dalla finestra di casa l’antica oreficeria nella quale lavorava la madre. Dopo la qualificazione professionale a Milano, ha lavorato per un decennio in diverse aziende del settore orafo. Nel 2008 ha aperto il suo laboratorio atelier. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, ultimo dei quali, nel 2022, alla Roma Jewerly Week, con il primo premio del concorso Incinque Jewels. L’orafo utilizza materiali e tecniche diverse, con un percorso che attraversa la storia: la pietra lavica del Vesuvio, oro, madreperla, corallo, conchiglie, turchesi.
Pendente a forma di cuore con turchese intagliato
Pendente a forma di cuore con turchese intagliato

I miei gioielli sono eseguiti in modo del tutto artigianale, prestando particolare attenzione alla lavorazione del metallo, alla tecnica del traforo e alla modellazione in cera. Si tratta di creazioni realizzate a mano con gemme di qualsiasi tipo, preziose semi preziose e non. Il mio mantra è un mix: plasmare ogni pezzo con la sua montatura e foggiare un fascino che sappia regalare emozioni nel tempo.
Ivan Barbato

La Maschera, con corallo intagliato e perla
La Maschera, con corallo intagliato e perla

La mostra comprende collezione Antica Roma, con monili realizzati in materiale non prezioso come il bronzo e marmo travertino noce e la collezione Infinity, realizzata in collaborazione con il mosaicista Fabio Bordi. Il visitatore potrà ammirare una serie di gioielli anch’essi in bronzo dove la minuziosa modellazione dell’orafo si unisce al paziente lavoro del micro mosaico in marmo o smalti veneziani. Proseguendo si potranno

Galleria Incinque Open Art Monti
via Madonna dei Monti, 69 Roma
Orari della mostra: venerdì 5 vernissage 18/21, sabato 6 11 /13:30 – 16:30/20:30, domenica 7 11/13 – 16/20

Mostra di Ivan Barbato
Mostra di Ivan Barbato

Arte e gioielli con il Club degli Orafi al miart

L’oro, i gioielli e l’arte. Il legame è stretto. Lo sottolinea la partecipazione del Club degli Orafi Italia, supportato dall’agenzia governativa Ice, a Miart, la fiera internazionale di arte moderna e contemporanea che si svolge a Milano dal 14 al 16 aprile 2023 nello spazio di Allianz MiCo, il più grande centro congressi d’Europa. La partecipazione si concretizza con la mostra Double Face, che vede esposti i gioielli d’artista di otto soci del Club, a cura di Alba Cappellieri.

Alba Cappelieri
Alba Cappelieri

Il Double Face non è soltanto una metafora o un espediente narrativo, ma uno spunto per indagare e riflettere sulla doppia capacità dei gioielli in mostra: oggetti preziosi, ma anche espressione della creatività, dall’innovazione, dalla sperimentazione. Da Tiziano ad Anish Kapoor, da Salvador Dali a Cindy Sherman, da Jan Vermeer a Claes Oldenburg e ancora Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic: sono numerosi gli artisti che in tutte le epoche hanno esplorato e indagato la diplopia come riflessione sull’identità ma anche sull’invisibile, lo spirituale, le illusioni o le ombre.
Gio' Pomodoro, bracciale, 1980, oro giallo, oro bianco, smalti, zaffiri, diamanti. Photo: Michele Porcari
Gio’ Pomodoro, bracciale, 1980, oro giallo, oro bianco, smalti, zaffiri, diamanti. Photo: Michele Porcari

Per questo le opere sono state selezionate per le loro duplice identità, con lavoro di artisti come Giò Pomodoro, che ha creato i gioielli di Cesari e UnoaErre, e Sergio Fermariello, autore del bracciale per de’Nobili, che qui hanno interpretato le rispettive ricerche nel medium del gioiello con risultati di grande interesse e qualità, gli orecchini Puzzle Arlecchino di Mattioli ispirati al Pointillisme e al Carnevale di Mirò, le creazioni di Vhernier, che rimandano alle forme eleganti e morbide delle sculture di Constantin Brancusi, Max Bill o Barbara Hepworth, o come la collana trasformabile di Alfredo Correnti, ispirata alle sinuosità dell’Art Nouveau. Sono gioielli che esplorano le sperimentazioni artistiche, come nel bracciale Wave di Angeletti dove la tradizione millenaria della gioielleria incontra l’innovazione dei nuovi materiali o come nel teschio di corallo di Liverino che si trasforma in scultura.

Mattioli, anello della collezione Calatrava
Mattioli, anello della collezione Calatrava

A Milano arte e gioielli di Vasiliki Merianou




Gioielli e arte, scultura e bijoux: il matrimonio è destinato a continuare. A Milano la Galleria Rossini è specializzata nel proporre periodicamente il lavoro di designer, artisti, creativi che si cimentano nella realizzazione di gioielli. È la volta dell’artista greca Vasiliki Merianou (alias Lokta Art) con la mostra Paramonas (23 marzo – aprile), ispirata alla costa occidentale dell’isola di Corfù e, in particolare, alla spiaggia di Paramonas. Vasiliki Merianou ha vinto nel 2022, il primo premio al concorso Gioiello Contemporaneo I edizione, indetto dalla Galleria Rossini. Ora espone oltre 30 creazioni, fra gioielli e micro sculture, in questa mostra personale.

Vasiliki Merianou, fondatrice del brand Lokta Art, che vive e lavora in Svizzera, propone gioielli con forme definite arcaiche e organiche, con sfumature della terra come il rosso, il marrone o il beige, accostate a tonalità fredde come il verde e il blu. I materiali utilizzati sono i più vari: pietre, legno, spago e carte, elementi poveri ed eterogenei. D’altra parte sono creazioni artistiche.

Galleria Rossini
Viale Monte Nero 58, Milano
da giovedì 23 marzo al 7 aprile 2023
orari: da martedì a sabato 10.00 – 19.00

Collana di Lotka Art
Collana di Lotka Art







I pezzi unici di Antonella Ferrara




Oro, argento, pietre naturali e perle, con l’ambizione di diventare sculture da indossare. Sono il frutto del lavoro di Antonella Ferrara, che ha alle spalle una lunga (35 anni) attività. Dopo aver studiato scultura orafa in Milano, Antonella Ferrara crea gioielli nel suo studio-laboratorio. Al centro del suo universo creativo è significativa la realizzazione di microsculture che utilizzano gemme e opali. Sono tutti pezzi unici con elementi decorativi, figurativi, che evocano simbologie moderne e rimandi storici e costituiscono un segmento tematico della sua produzione, legata all’esperienza artistica.

Anello in oro con rubino
Anello in oro con rubino

Collane, bracciali, orecchini, anelli e spille sono ispirate a temi di largo respiro, come la collezione Galaxia, oppure Tesori del Mare, Ancestralia, ma anche le Meraviglie della Terra. Un esempio delle fonti di ispirazione è il medaglione in madreperla con una figura di fantasia e ispirato all’elemento mitologico della divinità greca Aschepio, in latino Esculapio, simbolo delle scienze sanitarie e della sapienza.

Collana con pendente in argento e oro, smalto
Collana con pendente in argento e oro, smalto
Anello con diamanti e perla scaramazza
Anello con diamanti e perla scaramazza
Orecchini Ethnos con oro e perle
Orecchini Ethnos con oro e perle
Medaglione con oro e madreperla
Medaglione con oro e madreperla
Orecchini con gocce di opale e oro sabbiato
Orecchini con gocce di opale e oro sabbiato

Anello di Antonella Ferrara
Anello di Antonella Ferrara







I gioielli dell’antico Egitto a Vicenza




Anche le donne dell’antico Egitto indossavano bracciali, collane e anelli, che spesso erano associati ad amuleti. Ora alcuni dei gioielli di quella cultura che continua ad affascinare a distanza di migliaia di anni sono raccolti in una mostra (dal 23 dicembre 2022 al 7 maggio 2023) al Museo del Gioiello di Vicenza. Nelle sale del museo la mostra espone scarabei, fiori di loto o il tipico occhio di Horo in forma di amuleto, collane e bracciali in terracotta, fili di perle e anelli d’avorio, sigilli con il nome del faraone. Sono gioielli che erano comunemente utilizzati, come testimoniano dipinti, rilievi e l’analisi del corredo di alcune mummie. Insomma, gli antichi egizi erano vanitosi quanto gli esseri umani oggi.

Amuleto Occhio di Horo
Amuleto Occhio di Horo

E la mostra intitolata Gioielli e Amuleti. La bellezza nell’Antico Egitto, curata dal direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, con la collaborazione dei curatori del Museo Paolo Marini e Cédric Gobeil, è un’occasione interessante per scoprire il gusto di quell’epoca per i monili. Lo spazio museale, gestito da Italian Exhibition Group (la società che organizza Vicenzaoro) assieme al Comune di Vicenza si trova all’interno della Basilica Palladiana, nel centro della città, e abitualmente raccoglie una mostra permanente con gioielli che hanno fatto la storia, oltre a eventi temporanei.

Interno del Museo del Gioiello
Interno del Museo del Gioiello

Orari di visita Museo del Gioiello
dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00
sabato e domenica dalle 10:00 alle 18:00.
www.museodelgioiello.it

Un'immagine della mostra al Museo del Gioiello
Un’immagine della mostra al Museo del Gioiello
Locandina della mostra Gioielli e amuleti. La bellezza nell’Antico Egitto
Locandina della mostra Gioielli e amuleti. La bellezza nell’Antico Egitto
L'esposizione permanente al Museo del Gioiello di Vicenza
L’esposizione permanente al Museo del Gioiello di Vicenza
Maschera funeraria esposta al Museo Egizio di Torino, dettaglio
Maschera funeraria esposta al Museo Egizio di Torino, dettaglio






Gioielli da passeggio alla galleria Esh




L’idea è originale: Walking Treasures. Tesori da passeggio, una mostra dedicata al gioiello contemporaneo. A Milano la galleria Esh presenta una nuova edizione dedicata al gioiello d’artista. L’esposizione comprende gioielli in oro, argento, bronzo, vetro, con pietre ed elementi naturali, nel labile confine tra arte e design. Gli autori ospitati sono Daria Olejniczak, artista con base a Berlino che realizza anelli e orecchini in oro e argento dall’anima dinamica, Chiara Davanzo, vincitrice del Primo Premio Studenti alla Venice Design Week 2022, Miriam Arentz, i cui scarabei-spilla riportano in auge l’antica pratica del guilloché, Giulia Lentini, con gioielli realizzati a fusione a cera persa con pietre colorate, Annarita Bianco (Meristema Lab) e Sara Barbanti, con collezioni in argento e resina, Namkyung Lee, Juntao (Asa) Ouyang, Laura Volpi.

Creazione di Chiara Davanzo. Photo Pascal Arnet
Creazione di Chiara Davanzo. Photo Pascal Arnet

Walking Treasures. Tesori da passeggio
ESH Gallery
Via Forcella 7 – 20144 Milano
t: + 39 0256568164 
enquiries@eshgallery.com
www.eshgallery.com
Opening: giovedì 1 dicembre, 18.00-21.00
Dal 2 al 23 dicembre: 11.00-19.00

Creazione di Miriam Arentz
Creazione di Miriam Arentz
Anello di Sara Barbanti
Anello di Sara Barbanti
Orecchini di Daria Olejniczak
Orecchini di Daria Olejniczak

Anello di Giulia Lentini
Anello di Giulia Lentini







A GemGèneve 100 gioielli di Fabergé




I gioielli di Fabergé fanno parte della storia non solo della gioielleria, ma della cultura. E non sono esclusivamente legati alle mitiche uova collezionate dagli zar. La tradizione, lo stile e l’eredità di della Maison Fabergé sono giunti sino a noi per lo speciale posto che occupa l’artigianato e la creatività di Peter Carl Fabergé, il più famoso designer della famiglia di gioiellieri attiva a San Pietroburgo. Il figlio, Igor Carl Fabergé, ha dato vita a una fondazione che celebra quest’anno i 40 anni. E per celebrare l’anniversario ha organizzato una grande mostra nell’ambito di GemGenève (3-6 novembre).

Calamaio ingioiellato d'oro a due colori a forma di fungo porcino. Oro, diamanti taglio rosa, cabochon rubis, cabochon zaffiri, mastro Frederich Koechli, San Pietroburgo circa 1900 larghezza 9,0cm Collezione Palais Royal Hong Kong Ltd
Calamaio ingioiellato d’oro a due colori a forma di fungo porcino. Oro, diamanti taglio rosa, cabochon rubis, cabochon zaffiri, mastro Frederich Koechli, San Pietroburgo circa 1900 larghezza 9,0cm Collezione Palais Royal Hong Kong Ltd

Bernard Ivaldi, presidente della Fondazione Igor Carl Fabergé, ricorda che mentre la maggior parte della notorietà riguardo Fabergé è concentrata sulle preziose uova di Pasqua commissionate dalla famiglia imperiale russa e da importanti mecenati privati, l’attività della Maison non si esaurisce qui. Per questo la Fondazione Igor Carl Fabergé ha deciso di offrire un approccio diverso presentando «nuovi ritrovamenti» e oggetti poco conosciuti come punto di partenza della mostra.

Spilla di presentazione imperiale “Aquila a due teste”. Oro, argento, diamanti, Bottega di Henrik Wigström, Carl Fabergé, numero di inventario 1418 San Pietroburgo 1903, Provenienza: Imperatrice Maria Fedorovna di Russia Lunghezza 4,5 cm
Spilla di presentazione imperiale “Aquila a due teste”. Oro, argento, diamanti, Bottega di Henrik Wigström, Carl Fabergé, numero di inventario 1418 San Pietroburgo 1903, Provenienza: Imperatrice Maria Fedorovna di Russia Lunghezza 4,5 cm

L’esposizione comprende oltre 100 pezzi provenienti da collezioni private e offre uno sguardo alla ricchezza e alla versatilità dei laboratori Fabergé. Molti pezzi non sono stati esposti in precedenza in Europa e alcuni sono presentati per la prima volta in questa mostra.

Segnalibro oro smaltato. Oro, smalto, cristallo di rocca. Scatola in pelle originale su misura Officina di Mikhail Perkhin, Carl Fabergé, Numero di inventario 2976, San Pietroburgo circa 1900 Provenienza: Imperatrice Maria Fedorovna di Russia Lunghezza 5,9 cm
Segnalibro oro smaltato. Oro, smalto, cristallo di rocca. Scatola in pelle originale su misura Officina di Mikhail Perkhin, Carl Fabergé, Numero di inventario 2976, San Pietroburgo circa 1900 Provenienza: Imperatrice Maria Fedorovna di Russia Lunghezza 5,9 cm
Campanello a forma di cuore. Argento dorato, oro, smalto, perle, calcedonio, Provenienza: Granduchessa Elena Vladimirovna e Nicolas Principe di Grecia Larghezza 5,0 cm
Campanello a forma di cuore. Argento dorato, oro, smalto, perle, calcedonio, Provenienza: Granduchessa Elena Vladimirovna e Nicolas Principe di Grecia Larghezza 5,0 cm
Sigillo a mano in nefrite ingioiellato. Oro, nefrite, rubini, perle. Bottega di Mikhail Perkhin La matrice è incisa con lo stemma della famiglia di Gorchakov Altezza 12,3cm
Sigillo a mano in nefrite ingioiellato. Oro, nefrite, rubini, perle. Bottega di Mikhail Perkhin La matrice è incisa con lo stemma della famiglia di Gorchakov Altezza 12,3cm
Cornice del vaso di Pandora. Cornice smaltata, argento dorato, argento dorato, smalto, Workmaster Israel Roukhomovsky, Parigi circa 1910
Cornice del vaso di Pandora. Cornice smaltata, argento dorato, argento dorato, smalto, Workmaster Israel Roukhomovsky, Parigi circa 1910
Bollitore d'argento semplice. Una grande "bouilloire" in argento semplice con un supporto e il bruciatore, Numero di inventario 23184, officine di Mosca di Carl Fabergé, 1901 Altezza 24,00 cm
Bollitore d’argento semplice. Una grande “bouilloire” in argento semplice con un supporto e il bruciatore, Numero di inventario 23184, officine di Mosca di Carl Fabergé, 1901 Altezza 24,00 cm
Chitarra russa a sette corde. Bomboniera a forma di chitarra russa a sette corde, scolpita da un'unica pietra di agata corniola, cornalina, oro, perle, smalto, numero di inventario 54223. Attribuito alla bottega di Mikhail Perkhin, Fabergé Lunghezza 10,2cm
Chitarra russa a sette corde. Bomboniera a forma di chitarra russa a sette corde, scolpita da un’unica pietra di agata corniola, cornalina, oro, perle, smalto, numero di inventario 54223. Attribuito alla bottega di Mikhail Perkhin, Fabergé Lunghezza 10,2cm
Spilla "Fiocco di neve" con gemme. Platino, diamanti. Attribuito al laboratorio di Alma Pihl, Carl Fabergé Diametro 3,2cm
Spilla “Fiocco di neve” con gemme. Platino, diamanti. Attribuito al laboratorio di Alma Pihl, Carl Fabergé Diametro 3,2cm

La campana di tre tartarughe suona. Campana circolare “Tree turtles”, oro, granato, diamanti con taglio a rosa, pietra dura, numero di inventario 553, Carl Fabergé. Provenienza: Imperatrice Maria Fedorovna di Russia Diametro 8,4 cm
La campana di tre tartarughe suona. Campana circolare “Tree turtles”, oro, granato, diamanti con taglio a rosa, pietra dura, numero di inventario 553, Carl Fabergé. Provenienza: Imperatrice Maria Fedorovna di Russia Diametro 8,4 cm







Ultimi giorni per la scoperta dei gioielli in vetro




Un gioiello che utilizza un vetro non è considerato prezioso. Niente di più sbagliato. Perché il vetro in gioielleria è un materiale nobile, che ispira creatività e passione. Lo testimonia una mostra (23 aprile-16 ottobre) organizzata al Museo del Bijou di Casalmaggiore. Il titolo non lascia equivoci: Vetro. Gioielli italiani tra 800 e 900. L’esposizione, curata da Bianca Cappello, raccoglie oltre 300 pezzi tra gioielli d’autore e documenti d’epoca che hanno utilizzato questo forte fragile materiale: lunghi e colorati sautoir di inizio secolo, bracciali in stile Dèco, murrine millefiori, gioielli in micro mosaico romano realizzati per il Grand Tour, grandi collier multifilo e collarette realizzate con minuscole conterie da abbinare agli abiti da cocktail sartoriali degli anni Sessanta.

Ancora: orecchini a bouquet degli anni Cinquanta, bijoux anni Sessanta stile figli dei fiori ispirati ai nativi americani, cristalli degli anni Ottanta, fino alle creazioni sperimentali di grandi designer e artisti. Prima dell’avvento della plastica, il vetro era considerato il materiale per eccellenza nella creazione di gioielli, una sorta di simbolo dell’evoluzione sociale della donna: da angelo del focolare a flapper, da signorina della buona società a donna in carriera, da figlia dei fiori a eterea minimalista.

Spilla a forma di galletto, vetro avventurina, oro giallo, oro bianco, diamanti, gemme sintetiche, Italia, 1940-1950
Spilla a forma di galletto, vetro avventurina, oro giallo, oro bianco, diamanti, gemme sintetiche, Italia, 1940-1950

Dalla preistoria a oggi, il gioiello di vetro è stato capace di muoversi al passo con il linguaggio, l’ingegno e l’estetica della società riuscendo sempre a raccontarla e a mostrarne le caratteristiche. Il vetro nel gioiello è fragile e indistruttibile al tempo stesso, è un materiale che racconta l’altissimo livello raggiungibile con l’artigianato artistico e che, negli ultimi due secoli, è entrato da protagonista nei gioielli del sistema moda, così come nel gioiello di ricerca e in quello di design.
Bianca Cappello, curatrice della mostra

Bianca Cappello
Bianca Cappello

Il vetro è un materiale difficile da ottenere e da lavorare tanto che nella storia era considerato un segreto di pochi maestri e per tale motivo da essi gelosamente conservato. Tra Ottocento e Novecento, a seguito del processo di industrializzazione, il vetro ha diversificato la sua identità: da una parte un prodotto di finissimo e altissimo artigianato oggetto di sperimentazione tecnica e artistica per gioielli di lusso e ricercati, dall’altra un articolo industriale per il grande pubblico usato in gioielli a basso costo. L’allestimento della mostra è stato progettato e realizzato dalla designer iraniana Sogand Nobahar, rielaborando vetro di recupero.

Ercole Moretti, Collane con piastre di vetro a mosaico con occhi, Murano (VE), 1968
Ercole Moretti, Collane con piastre di vetro a mosaico con occhi, Murano (VE), 1968

Agli inizi del XX secolo la perla di vetro diventa accessorio indispensabile nell’abbigliamento elegante e seducente della donna moderna e si riappropria di quel fascinosissimo ruolo avuto nel corso dei secoli, da Cleopatra a Elisabetta Gonzaga.
Augusto Panini, co-curatore della mostra

Vetro. Gioielli italiani tra ‘800 e ‘900

a cura di Bianca Cappello e Augusto Panini

Dal 23 aprile al 9 ottobre 2022 – inaugurazione sabato 23 aprile ore 15.30

Museo del Bijou

Via Porzio 9, 26041 Casalmaggiore (Cremona)
Orari di apertura: dal martedì al sabato: 10.00-12.00 / 15.00-18.00; domenica e festivi: 15.00- 19.00.
Ingresso mostra e museo: intero € 3,00; ridotto € 2,50. Gratuito per le scolaresche e i possessori dell’Abbonamento Musei Lombardia.
Distanze: 25 km da Parma, 40 da Cremona e Mantova, 140 da Milano.
Telefono: 0375 284424 205344

Catalogo
Bianca Cappello, Augusto Panini, Gioielli di Vetro dalla Preistoria al III Millennio, Antiga edizioni, 300 pagine, testo in italiano con oltre 300 immagini a colori. Formato 24×30 cm, cartonato. Prezzo di copertina 39 euro

Sautoir, perle di vetro da canna molata e conterie, Venezia, anni venti del XX secolo
Sautoir, perle di vetro da canna molata e conterie, Venezia, anni venti del XX secolo
Collana, perle di vetro a lume fiorate montate in filo di metallo, Venezia, XIX secolo
Collana, perle di vetro a lume fiorate montate in filo di metallo, Venezia, XIX secolo
Collana, perle di vetro a lume fiorate montate in filo di metallo, Venezia, XIX secolo
Collana, perle di vetro a lume fiorate montate in filo di metallo, Venezia, XIX secolo






Van Cleef & Arpels story in mostra a Londra




La lunga storia di Van Cleef & Arpels è iniziata nel 1896, anche se la fondazione vera e propria è del 1906. L’iniziativa della Maison a Parigi si deve al tagliatore di diamanti olandese Alfred Van Cleef e da suo suocero, Salomon Arpels. Da allora di tempo ne è passato parecchio, ma Van Cleef & Arpels rimane uno dei marchi di altra gioielleria più famosi al mondo, anche grazie al fatto di essere stato scelto da celebrity come reali come Grace Kelly, la principessa del Galles, Ava Gardner, Farah Pahlavi, Eva Perón, Elizabeth Taylor, la duchessa di Windsor (alla quale si attribuisce l’idea della collana zip) o la regina Nazli d’Egitto. I gioielli dell’azienda di gioielleria, che ora fa parte del gruppo svizzero Richemont, sono spesso a forma di fiori, animali, ballerine.

La collana Zip, uno dei gioielli più famosi di Van Cleef & Arpels
La collana Zip, uno dei gioielli più famosi di Van Cleef & Arpels

E i gioielli storici, che ora fanno parte della raccolta della Maison e di collezioni private, sono esposti al Design Museum di Londra dino al 20 ottobre. La mostra, intitolata The Art of Movement, comprende un centinaio di gioielli e sottolinea leggerezza e dinamismo dei pezzi speciali di Van Cleef & Arpels. Il percorso si articola in quattro temi: Natura viva, Danza, Eleganza e Movimenti astratti. Sono presenti anche bozzetti e disegni che raccontano la nascita dei gioielli della Maison.

Ballerina, clip del 1952
Ballerina, clip con turchesi e rubini del 1952
Clip Trois Clochettes, 1964
Clip Trois Clochettes, 1964
Collana in oro, 1971
Collana in oro, 1971
Disegno preparatorio
Disegno preparatorio
Orologio segreto, 1937
Orologio segreto, 1937

Spilla a forma di ballerina
Spilla a forma di ballerina in oro, perle, smalto







I gioielli della regina Elisabetta visti da vicino




L’addio alla regina Elisabetta ha emozionato milioni di persone. Ma la regina lascia un’eredità non solo legata alla sua figura istituzionale, ma anche materiale. A partire dai suoi gioielli. E uno degli eventi legati al giubileo della regina, celebrato solo due mesi prima della sua morte, riguarda la mostra dei gioielli di sua maestà. La mostra, organizzata dal Royal Collection Trust, si trova in quella che era la casa della regina, cioè a Buckingham Palace, a Londra. I visitatori possono ammirare molti storici gioielli della regina, accompagnati da immagini e stampe originali rifinite a mano scattate da Dorothy Wilding (1893-1976), che ha ritratto in più occasioni Elisabetta II. La mostra si intitola The Platinum Jubilee: The Queen’s Accession e dura fino al 2 ottobre.

La regina Elisabetta indossa la tiara The Girls of Great Britain and Ireland
La regina Elisabetta indossa la tiara The Girls of Great Britain and Ireland

I gioielli sono gli oggetti più eccitanti per gli appassionati. Anche perché non ci sono solo gioielli che hanno un valore esclusivamente storico, oltre che essere preziosi. Molti dei gioielli in mostra, invece, sono tra i preferiti della regina, che li ha indossati più volte in occasioni ufficiali e per i ritratti che sono diventati icone. Per esempio, la tiara Diamond Diadem e la tiara The Girls of Great Britain and Ireland.

La tiara The Girls of Great Britain and Ireland. La regina fece riattaccare la parte superiore e la fascia nel 1969 e da allora la tiara è diventata uno dei suoi gioielli più riconoscibili
La tiara The Girls of Great Britain and Ireland. La regina fece riattaccare la parte superiore e la fascia nel 1969 e da allora la tiara è diventata uno dei suoi gioielli più riconoscibili

Il Diamond Diadem è stato creato in occasione della incoronazione di Giorgio IV, nel 1821. È un gioiello realizzato con 1.333 diamanti taglio brillante e con una fascia con due file di perle. Due diamanti sono incastonati nella forma di una rosa, un cardo e due quadrifogli: sono i simboli nazionali di Inghilterra, Scozia e Irlanda. Il diadema fu ereditato nel 1837 dalla regina Vittoria e, tra l’altro, compare sul primo francobollo mai creato, il mitico Penny Black. Il diadema è passato alla regina Alessandra, poi alla regina Mary, alla regina Elisabetta, alla regina madre e poi a Elisabetta II, che lo ha indossato il giorno della sua incoronazione e per l’apertura del parlamento dal primo anno del suo regno.

Il Diamond Diadem. È incastonato con 1.333 diamanti taglio brillante e 169 perle. Il diadema è stato originariamente creato per l'incoronazione di Giorgio IV nel 1821
Il Diamond Diadem. È incastonato con 1.333 diamanti taglio brillante e 169 perle. Il diadema è stato originariamente creato per l’incoronazione di Giorgio IV nel 1821

Il diadema Vladimir, invece, si chiama così perché è stato realizzato per la Granduchessa Vladimir di Russia e venduto da sua figlia alla regina Mary nel 1921. Ereditato dalla attuale regina nel 1953, il diadema è stato indossato con le sue gocce di perle originali. Ma ci sono anche gioielli che sono visibili in pubblico per la prima volta, come la spilla con fiocco Dorset e un paio di braccialetti con diamanti.

Diadema Vladimir. Realizzato per la Granduchessa Vladimir di Russia, questo diadema è stato venduto da sua figlia alla regina Mary nel 1921. Ereditato dalla regina nel 1953, il diadema è stato indossato con le sue gocce di perle originali
Diadema Vladimir. Realizzato per la Granduchessa Vladimir di Russia, questo diadema è stato venduto da sua figlia alla regina Mary nel 1921. Ereditato dalla regina nel 1953, il diadema è stato indossato con le sue gocce di perle originali

La la tiara The Girls of Great Britain and Ireland, invece, è della regina dal 1947, come regalo per il matrimonio da parte della nonna, la regina Mary. Tra i gioielli compare anche la collana Nizam of Hyderabad in platino con 300 diamanti: è stata donata alla principessa Elisabetta dal Nizam di Hyderabad (governatore del Regno, titolo dei sovrani nativi dello Stato indiano di Hyderabad) come regalo di nozze nel 1947. Elisabetta II l’ha indossata stato spesso indossato per impegni ufficiali e per ritratti formali.

Collana Nizam of Hyderabad in platino con 300 diamanti
Collana Nizam of Hyderabad in platino con 300 diamanti
Bracciale di Cartier in platino, diamanti e zaffiri
Bracciale di Cartier in platino, diamanti e zaffiri
Collana Delhi Durbar. È composta con nove smeraldi originariamente di proprietà della nonna della regina, Mary. Il diamante ovale da 8,8 carati è stato tagliato dal diamante Cullinan, il più grande mai trovato
Collana Delhi Durbar. È composta con nove smeraldi
originariamente di proprietà della nonna della regina, Mary. Il diamante ovale da 8,8 carati è stato tagliato dal diamante Cullinan, il più grande mai trovato
Garrard, collana regina del Sudafrica, 1947
Garrard, collana regina del Sudafrica, 1947
Garrard, bracciale della regina del Sudafrica
Garrard, bracciale della regina del Sudafrica
La regina Elisabetta II ritratta da Dorothy Wilding
La regina Elisabetta II ritratta da Dorothy Wilding
La regina Elisabetta II indossa il Diamond Diadem e la collana Nizam of Hyderabad
La regina Elisabetta II indossa il Diamond Diadem e la collana Nizam of Hyderabad
Spilla con diamanti dono della contea del Dorset alla regina Mary nel 1893. È stata donata alla principessa Elisabetta come regalo di nozze nel 1947
Spilla con diamanti dono della contea del Dorset alla regina Mary nel 1893. È stata donata alla principessa Elisabetta come regalo di nozze nel 1947






I gioielli della Mostra del cinema di Venezia




I gioielli, assieme ad abiti con sempre meno stoffa, sono anche per il 2022 i protagonisti del festival di Venezia. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la numero 79 della storia, è uno degli eventi mondiali che offre maggiore visibilità. Logico, quindi, che le attrici cerchino di mostrare il meglio, aiutate dalle grandi Maison della gioielleria che prestano i gioielli per scintillare sul red carpet. I fotografi presenti hanno quindi la funzione di mettere a fuoco le immagini che faranno il giro del mondo. Ecco alcuni dei gioielli visti al Lido, l’isola di Venezia che ospita le proiezioni dei film in gara.

Dorra Zarrouk con gioielli Messika
Dorra Zarrouk con gioielli Messika

L’attrice tunisina Dorra Zarrouk ha partecipato indossando alta gioielleria di Messika. La Maison parigina ha fornito una collana di diamanti e un anello con ciondolo. Sempre di Messika i gioielli dell’attrice americana Camilla Mendes, con orecchini Pear Appeal e l’anello Diamond Magnet 2, della collezione Magnetic Attraction High Jewelry. La modella belga Rose Bertram ha scelto, invece, orecchini e anello Wild Moon High Jewelry e il doppio anello Miss Milla. DI Messika anche gli orecchini asimmetrici High Jewelry Illusionnistes, della collezione Voltige High Jewelry per l’attrice italiana Matilde Gioli. Il brand francese è stato tra i più rappresentativi., Ha convinto anche l’attrice italiana Anna Foglietta, con orecchini High Jewelry Kashmir, mescolati con l’anello Desert Bloom, nonché l’attrice britannica Charithra Chandran, con gli orecchini Solena Maya della collezione High Jewelry di Messika. All’elenco va aggiunta anche Greta Ferro, che ha partecipato all’AmfAR Venice Gala 2022 con la collana Flappers e il doppio anello Rockefeller.

Anna Foglietta con orecchini Messika
Anna Foglietta con orecchini Messika

Ma non c’è solo l’alta gioielleria a brillare: due attrici italiane Aurora Ruffino e Valeria Angione hanno indossato gioielli Pandora della collezione Timeless e Signature. E mentre Federica Panicucci, conduttrice televisiva italiana, ha scelto la collezione Emozioni di Damiani, la enterteiner Camilla Boniardi ha optato per la parure della collezione Magia di Salvini.

Alta gioielleria, invece, con un altro brand italiano, Leo Pizzo. Hanno indossato i gioielli della Maison di Valenza Nilufar Addati, con orecchini e anello in oro bianco e diamanti della Diva Collection, e Ludovica Pagani, con parure di anelli, orecchini, collana, bracciali in oro bianco e diamanti della Flora Collection.

Nilufar Addati sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia indossa orecchini e anello in oro bianco e diamanti della Diva Collection di Leo Pizzo
Nilufar Addati sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia indossa orecchini e anello in oro bianco e diamanti della Diva Collection di Leo Pizzo

Sempre alto di gamma con Pasquale Bruni: hanno scelto i gioielli disegnati da Eugenia Bruni l’attrice italiana Aurora Giovinazzo e la modella filippina Kelsey Merit. E sempre di Pasquale Bruni sono i gioielli indossati dalla partner di Cristiano Ronaldo, Georgina Rodriguez, della cantante italiana Nina Zilli e della guru della moda Anna Dello Russo.

Aurora Giovinazzo con collana di diamanti by Pasquale Bruni
Aurora Giovinazzo con collana di diamanti by Pasquale Bruni
Georgina Rodriguez con girocollo di Pasquale Bruni
Georgina Rodriguez con girocollo di Pasquale Bruni
Ludovica Pagani sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia indossa la parure di anelli, orecchini, collana, bracciali in oro bianco e diamanti della Flora Collection di Leo Pizzo
Ludovica Pagani sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia indossa la parure di anelli, orecchini, collana, bracciali in oro bianco e diamanti della Flora Collection di Leo Pizzo
Kesley Merrit con gioielli di Pasquale Bruni
Kesley Merrit con gioielli di Pasquale Bruni
Charithra Chandran in Messika
Charithra Chandran in Messika
Greta Ferro con i gioielli Messika
Greta Ferro con i gioielli Messika
Camilla Boniardi con gioielli Salvini
Camilla Boniardi con gioielli Salvini
Aurora Ruffino con gioielli Pandora
Aurora Ruffino con gioielli Pandora






 

Gli animali di David Webb a New York




New York ospita la prima mostra dedicata a David Webb, un nome storico della gioielleria americana. Tra i gioielli più famosi della Maison ci sono i bracciali a forma di animali, che costituiscono il soggetto della mostra. Sono braccialetti intagliati e smaltati,  con oro e pietre preziose incastonate. Tutti i gioielli sono stati realizzati nei locali di New York a partire dal 1948. David Webb ha guadagnato la fama dopo aver lavorato come apprendista per uno zio  gioielliere. Nel 1962 i gioielli di David Webb conquistarono la First Lady Jackie Kennedy cpme regali di Stato ufficiali.

Spilla a forma di rana del 1964 con i disegni originali
Spilla a forma di rana del 1964 con i disegni originali

Il primo braccialetto con animali di David Webb risale al 1957 e nel 1963 l’azienda aveva prodotto un intero bestiario, con rane, cavalli, zebra (la mascotte dell’azienda), scimmie, serpenti, elefanti e i grandi felini. Entro la fine degli anni Sessamta, lo smart set e tutta Hollywood hanno indossato i braccialetti con animali di David Webb. La mostra a New York si intitola A Walk in the Woods: David Webb’s Artful Animals e si svolge presso il flagship store di Madison Avenue a New York City dal 19 settembre al 2 ottobre. Oltre ai gioielli, l’esposizione comprende disegni preparatori, oltre a foto e video realizzati da Noah Kalina.

Bracciale a forma di zebra
Bracciale a forma di zebra
Bracciale a forma di giraffa
Bracciale a forma di giraffa
Pantera in oro, diamanti e smeraldi
Pantera in oro, diamanti e smeraldi

David Webb
David Webb







Tiffany in mostra con Vision & Virtuosity




Vision & Virtuosity: si può definire così il lavoro di Tiffany, che dura da quasi due secoli? La Maison americana, ora parte del gruppo Lvmh, pensa di sì e ha organizzato una mostra che approda alla Saatchi Gallery di Londra. In esposizione ci sono oltre 400 oggetti dagli archivi della Maison: per i cultori del brand è un’occasione per vedere da vicino pezzi entrati nella storia della gioielleria.

Spilla disegnata da Jean Schlumberger con diamanti e acquamarina
Spilla disegnata da Jean Schlumberger con diamanti e acquamarina

La raccolta documenta il lavoro di Tiffany dalla sua fondazione a New York City (era il 1837) a oggi. Alta gioielleria con pezzi storici,, le famose vetrine di Tiffany e l’Empire Diamond di oltre 80 carati recentemente acquisito, fino ad importanti cimeli della cultura popolare come la sceneggiatura originale del film Colazione da Tiffany.

Audrey Hepburn davanti alle vetrine di Tiffany, a New York
Audrey Hepburn davanti alle vetrine di Tiffany, a New York

Vision & Virtuosity racconta la straordinaria storia di uno dei più antichi gioiellieri di lusso, attraverso i suoi quasi 200 anni di storia di creatività pionieristica, leggendaria artigianalità e approvvigionamento dei diamanti e delle pietre preziose più straordinari del mondo. Questa mostra cattura perfettamente la nostra lunga eredità nel saper unire tradizione e modernità. Siamo entusiasti di condividere con Londra il mondo di Tiffany & Co. e il nostro stile unico nell’alta gioielleria.
Anthony Ledru, President e Chief Executive Officer, di Tiffany & Co

Anthony Ledru
Anthony Ledru

L’esposizione è divisa in sette tappe. Ognuna esplora temi diversi che hanno sengato la vita della Maison: dal lavoro del fondatore, Charles Lewis Tiffany, ai gioielli di designer come Jean Schlumberger ed Elsa Peretti. Non mancano una sezione dedicata alla collezione di alta gioielleria Blue Book, una sala centrata sull’eredità di Tiffany nel mondo dell’amore, con l’iconico anello solitaire con Tiffany Setting nel 1886 (che ha sei rebbi sottili invece di quattro). Infine, spazio al film che ha contribuito al mito, Colazione da Tiffany, e a grandi creazioni a base di diamanti, tra cui il citato Tiffany Diamond da 128,54 carati.

Tiffany Diamond, gemma gialla da 128,54 carati
Tiffany Diamond, gemma gialla da 128,54 carati

Fin dall’inizio, Tiffany & Co. ha ricoperto una posizione unica all’interno della cultura. Vision & Virtuosity celebra i momenti più importanti della Maison, mette in mostra i suoi incredibili archivi e illustra il motivo per cui Tiffany & Co. è un marchio così iconico.
Alexandre Arnault, Executive Vice President, Product & Communications di Tiffany & Co

Alexandre Arnault
Alexandre Arnault

Il catalogo della mostra, disponibile in due formati, contiene immagini con le creazioni di Louis Comfort Tiffany e Gene Moore, oltre a Jean Schlumberger, Elsa Peretti, Paloma Picasso, John Loring e tanti altri designer. Con una prefazione di Andre Leon Talley e un testo di Vivienne Becker, il volume di 160 pagine è pubblicato da Assouline New York e sarà disponibile nel gift shop della mostra e presso il negozio Tiffany di Old Bond Street a Londra, a partire dal 10 giugno 2022.

Vision & Virtuosity
Londra, 10 giugno-19 agosto 2022
Saatchi Gallery
Duke of York’s HQ, King’s Rd
Biglietti disponibili a partire dal 2 maggio 2022 sull’app Tiffany & Co. Exhibition (iOS e Google Play), o direttamente alla mostra

Il catalogo della mostra Vision & Virtuosity
Il catalogo della mostra Vision & Virtuosity
Collana con ametista, giada e oro disegnata da Julia Munson sotto la direzione di Louis Comfort Tiffany nel 1906
Collana con ametista, giada e oro disegnata da Julia Munson sotto la direzione di Louis Comfort Tiffany nel 1906
Il poster della mostra
Il poster della mostra

La Saatchi Gallery a Londra
La Saatchi Gallery a Londra







I gioielli di Arnaldo Pomodoro




Arnaldo Pomodoro è uno dei grandi scultori italiani, che a oggi (2021) è arrivato alla bella età di 95 anni. Da tempo ha messo a disposizione del pubblico molti dei suoi lavori alla Fondazione Arnaldo Pomodoro (Via Vigevano 9, Milano), oltre che online. Ma, oltre ad aver realizzato imponenti sculture, Pomodoro nella sua lunga carriera si è divertito anche a progettare collane, bracciali, anelli, spille, gemelli, scatole, portasigarette, piccole medaglie, eseguiti con il metodo della fusione su osso di seppia e con l’aggiunta di fili martellinati, grumi di materia, pietre fini o pietre grezze, e ancora. Ora il Catalogue Raisonné online di Arnaldo Pomodoro si arricchisce della nuova sezione dedicata ai gioielli. Si tratta di circa 800 opere, ornamenti realizzati per lo più in un’unica copia, che testimoniano le esperienze dell’artista nel campo dell’oreficeria a partire dagli anni Cinquanta, per la prima volta sono stati raccolti e documentati, insieme ai disegni su carta realizzati per la loro progettazione.

Arnaldo Pomodoro, Spilla, 1958
Arnaldo Pomodoro, Spilla, 1958

Vedere oggi le immagini in sequenza di tutti i gioielli presenti nel Catalogue Raisonné  mi emoziona profondamente; anzitutto perché si tratta di opere in gran parte sconosciute, non esposte nelle mostre o illustrate nei libri e nelle riviste. Questi piccoli oggetti preziosi, che durano a lungo inalterati e sembrano contraddire l’incessante e inesorabile trascorrere del tempo, racchiudono tante idee, riferimenti, esperienze e presentano, per così dire, un repertorio di elementi espressivi del mio proprio linguaggio. Esaminandoli nella progressione del loro insieme e nei dettagli di ciascuno, essi rivelano corrispondenze e caratteri che rimandano al dispiegarsi della mia ricerca e della mia storia complessiva di artista.
Arnaldo Pomodoro

Inaugurazione della mostra Arnaldo Pomodoro Sculture nella città, a Bologna, 28 giugno 1971 (Foto: Ugo Mulas, Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati)
Inaugurazione della mostra Arnaldo Pomodoro Sculture nella città, a Bologna, 28 giugno 1971. Al centro, vestito di bianco, Arnaldo Pomodoro (Foto: Ugo Mulas, Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati)

Il Catalogue Raisonné online è un progetto in progress condotto dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro sotto la supervisione dell’artista: uno strumento di consultazione immediato, gratuito, sempre aggiornato e preciso, rivolto a studiosi, istituzioni culturali e studenti, collezionisti, operatori di mercato, oltre che al grande pubblico, che vogliano approfondire la conoscenza dell’opera del Maestro. Dopo le sezioni dedicate a Sculture, Disegni, Multipli, Scenografia e Gioielli, il catalogo affronterà progressivamente tutti gli altri ambiti sperimentati dall’artista con il suo lavoro: Studi progettuali, Grafiche, Arti applicate.

Arnaldo Pomodoro, Collana, 1966
Arnaldo Pomodoro, Collana, 1966

La pubblicazione della sezione dedicata ai gioielli segna un ulteriore passo avanti nelle attività di ricerca intraprese dalla Fondazione, perseguendo una precisa politica culturale di coinvolgimento degli utenti in un reciproco scambio di informazioni, che nel tempo andranno ad arricchire sia il catalogo ragionato online che il database dell’Archivio. Dal 22 dicembre, inoltre, l’Archivio online di Arnaldo Pomodoro (un portale web, gratuitamente accessibile) si arricchisce di nuovi materiali utili a documentare e approfondire la vita e l’opera del Maestro, così come il tratto della storia artistica e culturale del Novecento che lo ha visto partecipe.

In particolare, si raddoppiano i materiali della sezione Audiovisivi, nella quale sarà ora possibile visionare circa 50 filmati dal 1964 a oggi, in forma integrale o di anteprima, acquisiti da pellicole cinematografiche, Vhs e Dvd, contenenti film d’artista, documentari, interviste, filmati di inaugurazione di opere e mostre, riprese di vario genere. Inoltre, ci sono  due nuove sezioni: Fotografie e Materiali diversi.

Arnaldo Pomodoro, Collana con sfere, 1964
Arnaldo Pomodoro, Collana con sfere, 1964

Della sezione Fotografie sarà accessibile una prima selezione di circa 200 scatti, che ritraggono Arnaldo Pomodoro in diverse occasioni, con amici, artisti, esponenti della cultura e delle istituzioni, spesso realizzate da grandi fotografi quali Paolo Monti, Ugo Mulas, Maria Mulas e Carlo Orsi. Della sezione Materiali diversi sarà invece online l’intero nucleo di circa 150 manifesti di mostre e di spettacoli teatrali, ai quali seguiranno, nelle prossime release, i premi ricevuti dall’artista e tutti quei materiali insoliti e curiosi di varia natura, come calendari, agende, cartoline.

Anello e bracciale, 1966
Anello e bracciale, 1966
Anello, 1966
Anello, 1966

Bracciale, 1966
Bracciale, 1966







Van Cleef & Arpels story a Milano





Ci sono pietre miliari nella storia dell’arte, come la Gioconda di Leonardo da Vinci, oppure nell’architettura, come il Partenone ad Atene. Ma ci sono pietre miliari anche nella gioielleria. Alcuni di questi punti di riferimento li ha creati Van Cleef & Arpels. Un esempio è la collana Zip, frutto di un’eccezionale tecnica orafa e di una idea non comune di una persona non comune come la Duchessa di Windsor, Wallis Simpson, che nel 1938 avrebbe suggerito questa collana a forma di cerniera zip a Renée Puissant, figlia di Estelle Arpels e Alfred Van Cleef. Un compito arduo: la designer riuscì a realizzarla solo nel 1950.

Collana e bracciale Zip degli anni Cinquanta
Collana e bracciale Zip degli anni Cinquanta nella mostra di Van Cleef & Arpels

Questa e altre creazioni della Maison parigina sono ora in mostra, fino al 9 gennaio 2022, nella boutique Van Cleef  & Arpels di via Monte Napoleone 10, a Milano. La mostra di gioielli da collezione si chiama Creazioni oltre il tempo e comprende 32 pezzi di alta gioielleria e orologeria ad alto contenuto artistico. I gioielli comprendono un periodo che va dagli anni Trenta agli anni Settanta e fanno parte della Collezione Van Cleef & Arpels. Pezzi che sono accompagnati da altri 67 creati più di recente, oltre a documenti d’archivio che testimoniano le grandi fonti di ispirazione della Maison: la couture, la natura, le culture lontane, la danza e l’amore. Il piano inferiore della boutique milanese è stato allestito ad hoc per offrire un percorso tematico, anche con creazioni mai esposte prima in Italia.

Collana e bracciale Corde, in oro con dettagli in diamanti
Collana e bracciale Corde, in oro con dettagli in diamanti

Un altro esempio di gioiello che ha segnato un’epoca è la collana Corde, ispirata al mondo del couture parigino. Negli anni Quaranta la collezione Corde era nota per la sua flessibilità e facilità di abbinamenti. L’oro intrecciato ha creato nodi e motivi di passamaneria mentre le corde sono state adattate a clip, orecchini e orologi con segreto. Grazie alla particolare  chiusura, la collana Corde del 1947 (in mostra per la prima volta in Italia) può essere indossata alla lunghezza desiderata. La sua estetica ha ispirato la collezione Liane, in cui l’altezza dei pompon può essere regolata grazie al fermaglio.

Il motivo Paillettes, creato da Van Cleef & Arpels verso la fine degli anni Trenta, è reinterpretato oggi con la collezione Bouton d’or: collane, anelli, bracciali e orecchini  dalle combinazioni  femminili e dai colori sempre nuovi come la parure in oro rosa, oro bianco e diamanti in mostra a Milano, con un gioco tra concavo e convesso degli elementi in oro, che aggiunge volume e dinamismo alla creazione.

Una versione contemporanea della collana Corde, con chiusura regolabile in diamanti e ametista
Una versione contemporanea della collana Corde, con chiusura regolabile in diamanti e ametista

Fra i gioielli memorabili di Van Cleef & Arpels c’è anche la collana Couscous, creata nel 1948, probabilmente in seguito a un viaggio dei fratelli Arpels in Marocco. La famiglia Arpels ha trasformato quest i grani in un’estetica distintiva, facendo così evolvere la tecnica usata per decorare i bordi dei gioielli. Utilizzata ancora oggi nei laboratori della Maison, questa lavorazione artigianale ha ispirato la collezione Perlée, per esempio con il pendente trasformabile Perlée couleurs, i bracciali Perlée clovers e Perlée diamants, con gli anelli Perlée Signature e Perlée diamants pavé. I diversi tipi di oro esaltano lo scintillio delle perle d’oro, le stesse utilizzate per la collana Couscous, che presenta il motivo floreale Bagatelle (riferimento ai Jardins de Bagatelle a Boulogne, vicino a Parigi) nei colori della bandiera francese.

Una delle fonti di ispirazione per Van Cleef & Arpels sono sempre stati i fiori. La spilla Marguerite è del 1907, mentre nel 1925 è stata la volta del bracciale Fleurs enlacées, roses rouges et blanches: gioielli che hanno vinto il Grand Prix all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes de Paris. Nel corso degli anni, sono stati molti gli stili floreali rappresentati dalla Maison, come l’anello Due trifogli del 1950, la spilla Trifogli del 1952 e gli orecchini Fiore del 1955. E oggi con la collezione Folie des Prés.

Sempre i fiori sono alla base della collezione Rose de Noël che, come il suo omonimo fiore (l’elleboro), si schiude d’inverno giusto in tempo le feste invernali. La mostra comprende un paio di orecchini storici Rose de Noël in agata verde del 1977 e altri più recenti in madreperla grigia e onice.

Agli anni Settanta sono l’epoca degli anelli Entre les Doigts, inventati proprio da Van Cleef & Arpels: un’altra pietra miliare della gioielleria. Alla mostra milanese sono esposti gli ultimi Entre les Doigts della collezione Two Butterfly, che fanno posare sulle dita la grazia e la bellezza delle farfalle in volo con eleganti ali in pietre ornamentali o madreperla e diamanti, e delle collezioni a tema floreale Frivole, Lotus, Cosmos e Socrate.

Sempre in tema vegetale, il quadrifoglio, simbolo della fortuna, è il motivo che ha ispirato la collezione Alhambra, del 1968. Una collezione fortunata, visto che è riproposta ancora oggi. D’altra parte, “per avere fortuna,  bisogna credere  nella fortuna”, diceva Jacques Arpels, nipote di Estelle Arpels. Celebrity come Françoise Hardy, Romy Schneider hanno indossato gioielli della collezione, mentre la Principessa Grace di Monaco amava sovrapporne più modelli in pietre ornamentali.

Nel 1954 Van Cleef & Arpels ha creato una collezione La Boutique, indossata anche della principessa Grace di Monaco, dalla principessa Soraya d’Iran o da Hélène Beaumont. La collezione comprende figure di mammiferi, volatili e farfalle, dai toni ludici, benevoli e poetici, espressione degli anni Sessanta. Le miniature rappresentano l’addio al formalismo nell’indossare i gioielli da sera per uno stile anticonvenzionale. Come per le spille Petit Oiseau del 1961, Tigre del 1968 e Girafe del 1972. In parallelo, le spille della collezione contemporanea Lucky Animals hanno rinnovato il tradizionale bestiario della Maison.

Per la prima volta in Italia è esposta la collana in oro giallo e ametiste del 1971. Lo stile rivela influenze di gusto indiano, che si stempera nell’eco delle collane Art Déco degli anni Venti, che comprendeno, come in questo caso, pendenti a nappe, i pampille.

Collana in stile indiano con ametiste e diamanti, assieme a una clutch interamente in oro con chiusura in diamanti
Collana in stile indiano con ametiste e diamanti, assieme a una clutch interamente in oro con chiusura in diamanti

Nella carrellata di gioielli presenti nella mostra milanese fanno parte anche i bracciali Ludo (soprannome di Louis Arpels), tra geometrie e stilemi grafici, pietre preziose e ricordi Art Déco. Oltre ai tre pezzi storici Ludo, con una speciale lavorazione a maglia, luccicano un bracciale e un orologio, che svela il quadrante solo dopo aver ruotato il motivo in lapislazzuli o in corallo.

Nati nel 1935, gli orologi Cadenas hanno permesso alla donna di guardare l’ora in modo discreto, nel pieno rispetto delle convenzioni sociali. Wallis, la già citata Duchessa di Windsor, ne possedeva uno in platino e diamanti. Gli esemplari contemporanei presentati sono in oro e diamanti.

Bracciali della collezione Ludo in maglia d'oro e rubini con chiusura in diamanti
Bracciali della collezione Ludo in maglia d’oro e rubini con chiusura in diamanti

Una delle pietre miliari firmate Van Cleef & Arpels riguarda la tecnica Serti Mystérieux. Brevettata dalla Maison nel 1933, ancora oggi rappresenta un’autentica sfida per la gioielleria. Il micro-mosaico di pietre preziose è sostenuto da binari invisibili, che obbligano i maestri lapidari a intervenire su ogni singola pietra. Il livello di virtuosismo cresce nel caso di superfici curve. Questa lavorazione complessa si è evoluta recentemente grazie al perfezionamento del Serti Mystérieux Navette, che consente di riprodurre la vitalità di piume o petali, e del Serti Mystérieux Vitrail, che impreziosisce entrambe le facce di una medesima creazione. In mostra a Milano, l’anello Céroessa in oro bianco e oro rosa con rubini incastonati in Serti Mystérieux taglio buff-top a corolla intorno a un diamante di 10,16 carati dialoga con l’anello Entre ouverte del 1956, in cui l’invisibile incastonatura in rubini con un diamante centrale si svela al centro di fasce d’oro giallo e platino.

Boutique Van Cleef  & Arpels via Monte  Napoleone, 10

20121 Milano

Fino al 9 gennaio 2022

Da lunedì a sabato dalle ore 10.30 alle 19,

la domenica dalle ore 11 alle 19

La locandina della mostra «Creazioni oltre il tempo»
La locandina della mostra «Creazioni oltre il tempo»







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