Un raro zaffiro del Kashmir di 13,963 carati, stimato tra i 200.000 e i 400.000 euro. È la star della prossima asta di gioielli da Dorotheum in programma il 30 novembre 2023. La gemma fa parte di quel ristretto numero di zaffiri estratti per pochi anni alla fine dell’Ottocento nel distretto di Kishtwar, in India, a 5000 metri di altezza. In breve le miniere di zaffiri si esaurirono. Gli zaffiri del Kashmir anche per questo sono particolarmente ricercati: oltre alla eccezionale qualità, con una speciale sfumatura di blu, sono i più rari al mondo.
Lo zaffiro all’asta da Dorotheum, inoltre, è particolarmente pesante: quasi 14 carati. Incastonato in un bracciale, proviene dalla proprietà di una famiglia dell’alta nobiltà europea e viene ora offerto all’asta per la prima volta. La perizia eseguita dall’Istituto Gemmologico Svizzero nel 2023 qualifica il colore della pietra offerta come blue of strong saturation. La sua trasparenza è di particolare effetto grazie alla semplicità del taglio cabochon. L’asta include anche un’ampia selezione di solitari con diamanti di alta caratura e pietre di colore, per un totale di 238 gioielli selezionati, con gioielli di brand come Cartier, Van Cleef & Arpels e Chopard.
Interessante anche l’asta di orologi del 1 dicembre 2023, in cui si potranno acquistare oltre 300 pezzi. Il segnatempo di spicco dell’asta è Il Destriero Scafusia di IWC: orologio da polso estremamente raro e raffinato con calendario perpetuo e fasi lunari, doppio cronografo, ripetizione minuti e tourbillon, con cassa d’oro, è stimato tra i 60.000 e i 90.000 euro. Questo fiore all’occhiello dell’asta di orologi da polso è stato prodotto nel 1993 in occasione del 125° anniversario di IWC in un’edizione limitata di 125 esemplari.
Tutto sullo zaffiro
Le cose da sapere sullo zaffiro, una delle gemme preziose più amate, oltre che pietra del mese di settembre ♦
Lo zaffiro è sempre stato associato al romanticismo e alla regalità. Non a caso uno dei più famosi è il St. Edward’s Sapphire, che risale al 11 ° secolo ed è montato sulla Corona imperiale, uno dei gioielli della corona del Regno Unito, mentre un esempio più attuale è l’anello di fidanzamento con uno zaffiro da 18 carati donato dal principe Carlo a Lady Diana Spencer, passato una generazione più tardi dal figlio William a Kate Middleton. Lo zaffiro da un punto di vista gemmologico è un corindone (se è rosso si tratta di un rubino).
Gli zaffiri naturali sono pietre preziose molto utilizzate in gioielleria. Ma non ci sono solo le pietre naturali: sempre più spesso sono utilizzati zaffiri creati sinteticamente in laboratorio, anche per scopi industriali o decorativi. Lo zaffiro è una pietra molto dura: raggiungono il 9 sulla scala di Mohs, che misura la durezza delle gemme. Questa pietra è, quindi, il terzo minerale più duro al mondo, dopo il diamante che raggiunge il 10 e la moissanite a 9.5). Per questo gli zaffiri sono utilizzati anche come componenti ottici, vetri ad alta resistenza, orologi da polso, wafer elettronici molto sottili, come substrati isolanti nell’elettronica, circuiti integrati e Led blu.
Il colore. La tinta classica dello zaffiro va dal blu molto pallido al profondo indaco, e ha la gradazione più apprezzata nel color fiordaliso, non troppo pastello e non troppo navy blu. Ma lo zaffiro si trova anche in una gamma di colori naturali, grigio, giallo, rosa pallido, arancio, verde, viola e marrone. Questi zaffiri sono classificati come fancy, e alcuni tra questi sono rarissimi, per esempio i Padparadscha (in singalese significa fiore di loto), di un intenso rosa-arancio. Le zone classiche in cui si trovano gli zaffiri sono le miniere di Ceylon, Birmania (Mogok), Madagascar e, in misura minore, Cambogia (Pailin), Cina, Kenya, Laos, Nigeria, Tanzania, Thailandia, Usa (Montana) e Vietnam. Fino agli anni Settanta l’Australia copriva il 70% della produzione mondiale ma la qualità non era premiata dal mercato perché queste gemme erano troppo scure o troppo verdi.
Come scegliere. Secondo il Gia (Gemological Institute of America) uno zaffiro ha generalmente un prezzo più abbordabile rispetto a un rubino, uno smeraldo o un diamante. La qualità migliore è quella che non presenta inclusioni: secondo il criterio standard a distanza di 15 centimetri non devono essere visibili a occhio nudo. Ma c’è sempre l’eccezione: alcune inclusioni, microscopiche e battezzate fiore, latte o seta, possono conferire un aspetto quasi vellutato, che ne accentua la bellezza e di conseguenza anche il valore. Bisogna tenere conto anche della varietà stellata, che cha inclusioni aghiformi di rutilo: in pratica, formano una stella sulla superficie della gemma, che risultano più evidenti grazie a un buon taglio, e appaiono come sei o 12 raggi equidistanti e dritti.
I tagli. Quelli più comuni sono a cuscino e ovali, ma sotto 1 carato si trovano agevolmente anche zaffiri con taglio brillante, smeraldo e princesse. Ma prima di scegliere è fondamentale esaminare la pietra sotto luci diverse ricordando che gli zaffiri blu assumono un aspetto migliore sotto una luce fluorescente, mentre i rubini preferiscono un luce a incandescenza.
Quanto vale la tua pietra?
Quanto vale la pietra del vostro gioiello?
Alzi la mano chi non ha almeno un gioiello con gemme colorate e si è mai chiesto quanto vale davvero quella pietra. Ametista o rubino, smeraldo o citrino, zaffiro o pietra luna: non esistono solo i diamanti. Ma quanto valgono le pietre colorate? Quanto vale un rubino? Oppure uno smeraldo? O, ancora, l’acquamarina? Se volete sapere quanto vale la gemma che avete incastonata sull’anello, oppure in una collana, orecchini o bracciale, leggete qui. Cerchiamo di spiegare in modo semplice quali sono le caratteristiche che determinano il valore di una pietra colorata.
Naturalmente, c’è subito un aspetto abbastanza ovvio: in linea generale il valore è determinato da quanto è rara una gemma. Un rubino, sempre in linea di massima, ha un valore superiore di un semplice quarzo citrino. Ma questa è solo una considerazione di partenza. Infatti, non è detto che nella realtà sia proprio così. Vediamo, invece, quali sono i criteri che guidano la valutazione di una pietra preziosa o semi preziosa.
Il punto di partenza è che il valore di una pietra colorata dipende da diversi fattori, non da uno solo. Quindi, il prezzo stimato non dipende solo il peso e il volume di una pietra. Quindi, come abbiamo detto, non è nemmeno il tipo di pietra a determinarne il valore assoluto. Se avete un anello con uno zaffiro, è probabile che abbia un valore superiore a quello di una pietra di luna. Probabile, ma non certo. Per esempio, i diamanti sono utilizzati anche nell’industria, dato che sono il materiale più duro che esiste. E, ovviamente, i diamanti utilizzati per tagliare le piastrelle di ceramica non sono della stessa qualità di quelli che trovate in gioielleria. Questo per far capire che lo stesso tipo di minerale può avere qualità molto diverse.
Le 4C
Come per i diamanti, anche le pietre preziose e semi preziose colorate sono valutate per le classiche 4C: colore, chiarezza, taglio (in inglese cut) e peso in carati (che determina anche le dimensioni). Ma tra queste 4C la prima è la più importante: il colore. È ovvio, parliamo di pietre colorate.
Il colore
Per le pietre colorate preziose (smeraldo, rubino e zaffiro) o semi preziose (tutte le altre) il colore è valutato con tre diversi criteri: la tonalità (nome del colore), il tono (oscurità e luminosità) e la saturazione (vividezza). La relazione tra tonalità, tono e saturazione è l’aspetto più importante per valutare una pietra colorata. Per questo gli smeraldi (o i rubini, gli zaffiri eccetera) non sono tutti uguali. In generale, quando una gemma ha un colore più saturo sarà anche più scura. Per ottenere un colore più saturo spesso le pietre sono sottoposte a particolari procedimenti: per esempio, sono sottoposte a un intenso calore, alle radiazioni, oppure trattate con sostanze chimiche (non dannose). Le pietre naturali, non trattate, hanno un valore maggiore, ovviamente a parità di aspetto e peso.
Ma se volete osservare qual è il colore esatto della vostra pietra, fate attenzione alla fonte di luce: una lampadina che illumina con tonalità gialla, per esempio, può far apparire la vostra pietra di una tonalità diversa da quella naturale.
Chiarezza
Di solito le pietre, alcune in particolare come lo smeraldo, non sono limpide come un cristallo di vetro. La chiarezza misura il grado di trasparenza interna o in superficie. All’interno delle pietre possono trovarsi delle inclusioni, cioè piccole imperfezioni, tracce di altri minerali che possono determinarne il valore. Di solito, meno inclusioni ci sono e più la gemma ha valore. Ma, attenzione: se vi propongono uno smeraldo assolutamente limpido guardatelo con sospetto. Potrebbe essere sintetico. Al contrario, le ametiste sono generalmente prive di inclusioni. Altre pietre, invece, sono apprezzate proprio per le inclusioni: per esempio, l’occhio di gatto. Oppure lo zaffiro stellato, che ha quel particolare riflesso proprio perché ha una inclusione piuttosto rara.
I carati (cioè il peso)
Le dimensioni contano. Certo, il colore è importante, ma se poi la gemma è minuscola… Il peso delle pietre di colore è indicato in carati. Già, ma a che cosa equivale? Presto detto: un carato è circa un quinto di un grammo. Una gemma con maggiori carati costerà generalmente più di un’altra più piccola, se la qualità è equivalente. Ma la proporzione è molto diversa: le ametiste si trovano anche in dimensioni rilevanti, anche oltre 100 carati e, quindi, la differenza tra diverse dimensioni e peso è relativa. I rubini grandi, invece, sono molto rari: in proporzione il loro valore rispetto al peso crescerà di più rispetto a quello dell’ametista.
Il taglio
Non è facile, per chi non è un gemmologo, giudicare se il taglio di una pietra è corretto. Ma dovete sapere che nella valutazione di una gemma conta anche come è stata tagliata. La luce, infatti, sarà riflessa meglio e renderà più brillante una pietra tagliata bene. Proporzioni, simmetria e la lucidatura sono gli aspetti principali. Sul prezzo di una gemma, invece, influisce meno la sua forma, se si tratta di uno dei classici tagli utilizzati, come brillante, smeraldo, navette, eccetera. Un buon taglio può esaltare le sfumature di una gemma colorata. Un taglio non perfetto può, al contrario, deprimere la sua bellezza. E non pensate che il taglio sia una semplice operazione compiuta in automatico: ogni pietra è diversa dall’altra e un taglio che va bene per una può non essere adatto a una simile, ma non uguale.
Il paese di origine
Ultimo aspetto da considerare: il passaporto della pietra conta. Ci sono miniere che hanno una migliore fama e qualità media di altre. E, quindi, nella valutazione delle pietre conta anche sapere qual è l’origine. I rubini birmani sono più pregiati. Gli smeraldi della Colombia sono i più richiesti, seguiti da quelli dello Zambia. Gli zaffiri blu del Kashmir, ormai introvabili, sono i più ambiti.
Diamanti rossi, i più rari
Come scegliere un anello con zaffiro
Come e perché scegliere un anello con zaffiro? Consigli utili per acquistare un anello (ma anche una collana, orecchini bracciale) con zaffiro ♦︎
Il colore blu è bellissimo: è quello del mare, del cielo terso, e anche dello zaffiro più pregiato. Ma probabilmente sapete che gli zaffiri sono una pietra che si trova anche in altri colori, come giallo, rosa, viola. Ma come scegliere un anello con zaffiro? E quanto vale uno zaffiro? Se non siete esperti ci sono alcuni aspetti di cui potete tenere conto prima di acquistare un anello con zaffiro (ma lo stesso discorso vale per una collana, orecchini o bracciale). Ecco alcuni suggerimenti utili, che possono aiutare a prendere la decisione giusta se volete acquistare un gioiello con zaffiro.
1 Controllate la provenienza. Conoscere la provenienza di una pietra è essenziale. Per esempio, per gli zaffiri, l’origine delle pietre è particolarmente importante. Lo zaffiro si estrae in molte parti del mondo, ma non tutte le pietre sono uguali: ci sono i rarissimi zaffiri del Kashmir, oppure della Birmania (Myanmar) o estratti in Sri Lanka. Hanno prezzi diversi. Per esempio, le miniere del Kashmir (India) sono esaurite da un secolo e, quindi, gli zaffiri con quella provenienza sono rarissimi e molto costosi. Sono anche generalmente considerati di una qualità superiore: il loro colore è particolarmente intenso, saturo, con una luce vellutata che sembra provenire dall’interno. Anche gli zaffiri birmani sono simili, ma hanno riflessi più vitrei, trasparenti, chiari, con un colore vivido. Infine, gli zaffiri dello Sri Lanka sono molto luminosi, con un riflesso quasi liquido con punti tendenti al viola. Hanno spesso anche una particolare consistenza cristallina che dona una intensità del colore diversa quando si gira la pietra davanti a una luce. Gli zaffiri dello Sri Lanka sembrano più più freschi e moderni rispetto a quelli di Birmania o Kashmir. Ma si estraggono zaffiri anche in Tailandia o Vietnam, oppure in Africa, per esempio in Tanzania, Kenya, Nigeria, Madagascar e persino nel Montana (Stati Uniti).
2 Scaldati o non scaldati. Nella maggioranza dei casi, gli zaffiri (così come molte altre pietre) sono stati scaldati per rendere più vivido il colore e maggiormente trasparenti le gemme. È una pratica che dura da secoli, quindi non bisogna scandalizzarsi. Se una pietra non è stata scaldata e vanta un colore intenso, però, ha anche un maggior valore. E se uno zaffiro non è naturale e non è stato scaldato solitamente è una qualità sottolineata (e fatta pagare) al momento della vendita. Normalmente le pietre è sempre accompagnate dal certificato di un istituto gemmologico. Attenzione: scaldare lo zaffiro non è l’unico sistema per rendere migliore e più vendibile la pietra. Un altro sistema consiste nel riempire le micro fatture con materiale sintetico con l’aggiunta di coloranti. In questo caso però, le pietre possono essere rovinate da una sostanza acida, per esempio al momento della pulizia, per esempio un sapone o un succo di limone. Quindi, prima di acquistare uno zaffiro chiedete sempre se è stato trattato e con quale metodo.
3 Quale colore. Gli zaffiri non sono tutti blu, il colore più pregiato. Ci sono anche zaffiri gialli, arancio, rossi, viola, verdi e rosa (una particolare varietà particolarmente pregiata è chiamata padparadscha) e ci sono persino gemme incolori come i diamanti. In generale, però, il valore delle pietre dipende parecchio dall’intensità del colore. Più il colore è intenso senza compromettere la luminosità, e più la pietra è preziosa.
4 Attenti ai difetti. Se acquistate un anello con zaffiro e la pietra ha una certa dimensione sarà più facile controllare se all’interno vi sono delle inclusioni (e di solito è molto facile che ci siano). Le inclusioni possono essere, per esempio, dei filamenti chiari di rutilio, che rendono una pietra meno preziosa. Non solo: in alcuni casi queste inclusioni possono minacciare la solidità della pietra. Se le inclusioni sono molto visibili il prezzo di uno zaffiro può scendere sostanzialmente. Con un’eccezione: se le inclusioni formano una sorta di stella riflessa sulla superficie, un fenomeno abbastanza raro, in quel caso lo zaffiro ha un valore maggiore.
5 Fate un confronto. Anche se un anello con zaffiro vi sembra bello, chiedete di confrontarlo alla luce con altri gioielli. Il vostro gioielliere ha di sicuro a disposizione altri gioielli con zaffiri e un confronto tra pietre diverse vi farà scoprire, per esempio, se il colore della vostra pietra è più o meno intenso. Come per i diamanti, inoltre, conta molto la qualità del taglio: di solito per gli zaffiri viene preferito un taglio tondo oppure ovale. Pietre di grande dimensione sono proposte anche con una forma pan di zucchero.
6 Guardate il taglio. Uno degli aspetti che può valorizzare o deprimere il valore di una gemma è il taglio. Un buon taglio può fare una grande differenza, conferendo una maggiore brillantezza alla pietra e riflettere la luce uniformemente su tutta la gemma. Gli zaffiri tagliati male hanno anche un valore minore. Come si fa a sapere se una pietra è tagliata bene? In effetti, sono un esperto gemmologo può scorgere subito i difetti e individuare la causa tecnica di un taglio mal riuscito. Ma se esponete la pietra alla luce e la paragonate ad altre simili, potreste notare delle differenze nei riflessi: scegliete il più brillante.
Zaffiri e un’evoluzione dei gioielli della collezione Xpandable, che si adattano al volume di polsi o dita: Picchiotti a Vicenzaoro ha presentato diverse novità, sempre nella categoria gioielleria top di gamma. Gioielli che si aggiungono alla nuova collezione di pezzi reversibili, a due facce, che si possono indossare in occasioni diverse, che abbiamo già descritto qui.
L’alta gioielleria della Maison di Valenza, che gode di meritata fama su molti mercati esteri, potrebbe essere sintetizzata dall’anello a forma di fiore con al centro uno zaffiro di 9,45 carati, circondato da diamanti bianchi e da altri zaffiri blu. È questo, forse, uno degli esempi più significativi di Picchiotti, che ama unire una creatività che si può definire pittorica all’abilità orafa artigianale.
Un altro zaffiro maxi, di 9,27 carati, è montato invece su un anello della collezione Xpandable. Ma è un unicum, non solo per la qualità e il peso della pietra, ma anche per la particolare incassatura: visto di lato l’anello presenta una serie di diamanti che rendono il volume ancora più prezioso. A proposito di Xpandable: la collezione si arricchisce di altri pezzi sempre più ricchi, con l’accostamento di diamanti di diverse dimensioni, con un sottile bordo d’oro che delimita il volume del gioiello.
Quanto sono dure le pietre dei gioielli?
Quanto sono resistenti le pietre dei vostri gioielli? Si possono rovinare facilmente?
La durezza delle gemme è misurata dalla scala di Mohs. Il nome deriva dallo scienziato tedesco Friedrich Mohs, che la ideò nel 1812. La scala di Mohs assegna un voto da uno a dieci al grado di durezza delle pietre. In questo modo si può sapere quelle che sono più delicate, per esempio, che si graffiano o si rompono più spesso. È un aspetto che è meglio conoscere per non avere brutte sorprese: sapere quanto sono dure le pietre dei vostri gioielli è utile anche per la pulizia. Per esempio, un opale non è resistente quanto un rubino e va trattato con maggiore delicatezza.
Insomma, generalmente quando qualcuno compra un gioiello non vi domanda se sarà abbastanza duro da sopportare urti occasionali. Eppure è una domanda che è meglio porvi, specialmente se la pietra è montata su un anello, un gioiello che più facilmente è soggetto al contatto con altri materiali. Ma il discorso vale anche per gli orecchini o la collana se questi gioielli hanno delle pietre.
Anche se si tende a credere che una pietra sia incredibilmente più solida di un qualsiasi oggetto comune della vita quotidiana, non è così. Le gemme del vostro gioiello potrebbero essere pietre fragili, a rischio di essere graffiate o, addirittura, di finire frantumate in qualche sfortunata circostanza. Persino il diamante non è, in assoluto, al riparo da ogni pericolo. Per fortuna Mohs si è preso la briga, quasi due secoli fa, di misurare la durezza dei diversi minerali, pietre preziose comprese. È possibile, quindi, conoscere il grado di durezza delle pietre con una certa sicurezza.
Pietra | Durezza |
---|---|
Diamante | 10 |
Rubino | 9 |
Zaffiro | 9 |
Alessandrite | 8.5 |
Crisoberillo | 8.5 |
Topazio | 8 |
Spinello | 8 |
Smeraldo | 7,5-8 |
Andalusite | 7.5 |
Hambergite | 7.5 |
Acquamarina | 7,5-8 |
Goshenite | 7,5-8 |
Berillo | 7,5-8 |
Morganite | 7,5-8 |
Granato demantoide | 7-7,5 |
Ametista | 7 |
Tormalina | 7-7,5 |
Quarzo | 7 |
Kunzite | 7 |
Citrino | 7 |
Danburite | 7-7,5 |
Iolite | 7-7,5 |
Rubellite | 7-7,5 |
Tanzanite | 6,5-7 |
Peridoto | 6,5-7 |
Granato | 6,5 - 7,5 |
Diaspro | 6,5-7 |
Axinite | 6,5-7 |
Crisoprasio | 6,5-7 |
Corallo fossile | 6,5-7 |
Agata | 6,5-7 |
Spessartite | 6,5 - 7,5 |
Occhio di tigre | 6,5-7 |
Zircone | 6,5 - 7,5 |
Diasporo | 6,5-7 |
Eliotropio | 6,5-7 |
Tsavorite | 6,5 - 7,5 |
Onice | 6,5-7 |
Corniola | 6,5-7 |
Calcedonio | 6,5-7 |
Rhodolite | 6,5 - 7,5 |
Sillimanite | 6,5 - 7,5 |
Labradorite | 6 - 6.5 |
Pietra Luna | 6 - 6.5 |
Giadeite, giada nefrite | 6 - 6.5 |
Amazzonite | 6 - 6.5 |
Opale | 5.5 - 6.5 |
Ematite | 5.5 - 6.5 |
Lapislazzuli | 05-giu |
Turchese | 05-giu |
Ossidiana | 5-5,5 |
Malachite | 3,5-4 |
Corallo | 03-apr |
Perla | 2,5-4,5 |
Chrysocolla | Di 2 - 4 |
Ambra | 2-2,5 |
Inizialmente la scala di Mohs si è basata su dieci minerali facilmente disponibili. Successivamente questa graduatoria è stata completata ed è ora un indicatore importante per chi acquista una pietra. Attenzione, però: è una scala speciale. Per esempio, un corindone (come il rubino) è due volte più duro di un topazio, ma il diamante è quasi quattro volte più duro di un corindone. Quella che vedete in questa pagina è una tabella che riassume la durezza delle principali pietre. In testa c’è il diamante. Subito dopo ci sono rubini e zaffiri. Poi…
Sotheby’s vende a Moussaief uno zaffiro record
Nella Sotheby’s Luxury Week, serie di vendite all’asta iniziata nel novembre 2020, tra Ginevra, Hong-Kong e New York era compresa la vendita di Magnificent Jewels. Risultato: 98,4% di tutti i lotti venduti al di sopra delle stime minime, e oltre il 56% al di sopra delle stime massime. Il numero complessivo di offerenti è aumentato di oltre l’80% rispetto alla stessa vendita dell’anno scorso e di oltre il 126% rispetto alla stessa vendita dell’anno scorso, ma anche le offerte telefoniche e in camera sono state più forti rispetto allo scorso anno. Inoltre, il numero di nuovi partecipanti è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno per la vendita equivalente. Altro dato interessante: forte aumento dei partecipanti di età inferiore ai 40 anni, più del doppio del numero di coloro che hanno preso parte alla vendita equivalente nel 2021.
Premesso questo, l’asta di gioielli a Ginevra segna anche il prezzo record per carato per uno zaffiro rosa (90.622 per carato) di origine birmana taglio a cuscino e del peso di 20,58 carati. È stato venduto ad Alisa Moussaieff, mente e forza trainante della omonima Maison di gioielleria, per 1,8 milioni di dollari, triplicando la stima massima. Prezzo record per carato anche per uno zaffiro blu di origine birmana (137.525 dollari per carato) incastonato su un anello con diamanti del peso di 20,16 carati, tra spalle di diamanti firmato Cartier venduto per 2,8 milioni ad Assil, società di commercio gemme di New York.
Un altro gioiello molto apprezzato, record per i pezzi di Jean Schlumberger, è stato uno zaffiro rosa di origine Ceylon su spilla con diamanti della collezione di Fiona Thyssen Bornemisza. La gemma a cuscino a cuscino del peso di 92,01 carati ha una cornice di rami intrecciati circondata da piccoli zaffiri blu a forma pera e diamanti. Realizzato da Schlumberger negli anni Cinquanta, la spilla è stata venduta per 1,7 milioni di dollari.
Complessivamente, la quinta serie di aste della settimana del lusso di Ginevra di Sotheby’s ha raggiunto i 69,3 milioni di dollari, compresa la vendita all’asta di orologi per 14,2 milioni di dollari. Una curiosità: le vendite comprendevano anche il telaio della Ferrari F2003-GA di Michael Schumacher, una delle auto sportive più importanti di tutti i tempi, venduta a 14,8 milioni di dollari, il che la rende l’auto di Formula 1 dell’era moderna più preziosa mai venduta.
Come pulire oro, diamanti e altre pietre preziose? Ecco una veloce guida con quello che c’è da sapere su come pulire i vostri gioielli ♦
Naturalmente un gioiello molto prezioso va tenuto con cura e, francamente, se ha un grande valore, anche affettivo, è meglio portarlo periodicamente dal gioielliere, che può verificare anche il suo stato di salute: avviene, per esempio, che si possano staccare le pietre, oppure che la superficie sia ricoperta di graffi. Ma non sempre è necessario. Si possono (anzi, si devono) pulire i gioielli periodicamente, proprio come si lava la biancheria. Un gioiello, infatti, è quasi sempre a contatto con la pelle e si copre di una patina opaca dovuta al naturale grasso che esce dai pori, e peggio ancora può essere rovinato da profumi, creme e lozioni utilizzate abitualmente. Ecco, dunque, i consigli per la pulizia dei gioielli da eseguire a casa.
A differenza dell’argento, per esempio, l’oro non si annerisce nel corso del tempo, ma può facilmente accumulare polvere e sporcizia. Lo stesso vale per i diamanti che, tra tutte le gemme, hanno maggiore capacità di trattenere frammenti organici. E così i gioiellieri inorridiscono quando i clienti portano anelli da stringere o allargare, orecchini da sistemare, e si domandano perché non li lavano al pari dei vestiti. Ripristinare la lucentezza dei monili da soli si può, bastano alcuni strumenti di uso domestico e pochi ingredienti.
1 Versare qualche goccia di detersivo per piatti liquido in una ciotola di acqua poco più che tiepida, ma non calda. Mescolare delicatamente. Anche se l’acqua del rubinetto normale funziona bene , per ottenere risultati ancora migliori, è possibile utilizzare quella gasata senza sodio: l’anidride carbonica dà luogo a un processo, la carbonatazione, che nei tensioattivi, ossia i detersivi, aiuta a sciogliere sporco e detriti accumulati. Non utilizzare acqua molto calda o bollente perché alcune pietre, come opali, perle e coralli, possono rompersi con rapido e drastico cambio di temperatura. Quindi, lasciare a bagno per circa 15 minuti in modo che la soluzione penetri in fessure e crepe, altrimenti difficili da raggiungere.
2 Strofinare delicatamente i gioielli con uno spazzolino a setole morbide, le più morbide possibili (esistono dei prodotti specifici, ma uno spazzolino per i denti o per sopracciglia andrà benissimo), per evitare di graffiare la superficie. Attenzione, delle setole rigide potrebbero rimuoverne lo strato superiore in caso di oro placcato o gioielli con trattamento galvanico. Particolare attenzione va posta per pietre molto sensibili e morbide, come gli opali, oppure le perle.
Leggi anche: Come pulire cammei, perle, smeraldi, opali, cristalli
3 Risciacquare in acqua corrente (sempre tiepida) per rimuovere gli ultimi residui ricordandosi di coprire il tappo di scarico con un colino pasta o caffè filtro metallico. Gli incidenti domestici sono più frequenti di quanti ci si immagini e anche l’anello o gli orecchini nel tubo del lavandino sono un classico! Un’ultima accortezza. Lasciate asciugare completamente i gioielli prima di indossarli di nuovo: se sono ancora bagnati, anche leggermente, possono trattenere l’umidità sulla pelle e causare lievi irritazioni cutanee.
Che fare quando le pietre non sono incastonate ma incollate? Accade, per fortuna non è frequente, per gli orecchini. L’acqua calda potrebbe sciogliere la colla e nella fase di spazzolatura le pietre potrebbero staccarsi. E allora, basta fare qualche modifica: immergere un panno morbido in acqua calda con poche gocce di detersivo, strizzare e strofinare i gioielli. Anche il risciacquo va eseguito con un panno inumidito con acqua, tamponando delicatamente.
C’è un altro metodo, quello del dentifricio, utile in viaggio o per gioielli di uso quotidiano
1 Mescolare in una ciotola una piccola quantità di dentifricio e acqua per ottenere una pasta fluida.
2 Strofinare con un vecchio spazzolino da denti a setole morbide.
3 Risciacquare abbondantemente.
Ma se lo sporco rimane, prima di provare metodi più radicali come acqua bollente o ammoniaca, che invece noi sconsigliamo vivamente, è meglio rivolgersi a un professionista.
Il fascino discreto della gamma di colori visibile, cioè quella dell’arcobaleno, è trasversale. Prima o poi tutti alzano lo sguardo per ammirare l’arco nel cielo colorato dalle sfumature che vanno dal giallo al blu. Un’attrazione a cui non si sottraggono certo i gioiellieri, che a turno propongono la loro versione di arcobaleno adatto a essere indossato. Una di queste è la nuova linea Rainbow di Crieri, azienda di Valenza che propone un’inedita parure tennis. Bisogna aggiungere che la Maision piemontese è specialista proprio nei gioielli di tipo tennis, anche se poi ha allargato l’offerta anche a gioielli di tipo tradizionale.
La linea Rainbow, in questo caso, è realizzata con l’utilizzo di zaffiri multicolori incastonati e posti l’uno accanto all’altro e incastonati attorno a un cerchio con un setting in oro rosa. Al momento sono tre i gioielli proposti con i colori dell’iride: un anello di tipo eternity, una collana e un bracciale tennis.
Perché le gemme preziose vengono riscaldate?
Le pietre preziose e semipreziose in buona parte sono riscaldate ad alte temperature. Oppure sottoposte a radiazioni. Ecco perché ♦
Se le pietre preziose vi scaldano il cuore è forse perché a loro volta sono state riscaldate. Non dal vostro sguardo, ma da un forno elettrico che può arrivare a 1600 gradi, oppure con un semplice trattamento sul fuoco effettuato subito dopo l’estrazione delle gemme dal sottosuolo. Il trattamento termico delle pietre preziose e semipreziose è noto a gioiellieri e gemmologi, ma poco conosciuto dal grande pubblico, che acquista i gioielli che ostentano rubini di profondo rosso, zaffiri blu intenso, acquamarine azzurre e trasparenti. In realtà le pietre colorate vendute e davvero naturali come sono state estratte sono una piccola minoranza: la maggior parte finisce al forno, senza l’intervento di uno chef. Vediamo, quindi, in che cosa consiste il trattamento termico delle gemme.
Caldo e colore
Le pietre si riscaldano soprattutto per farne risaltare i colori. Durante il trattamento la pietra viene riscaldata a temperature molto elevate (fino a circa 1600 gradi Celsius). A questa temperatura le inclusioni (le piccole quantità di altri minerali) presenti nella pietra si sciolgono e aggiungono il proprio colore alla pietra. Di solito, quindi, la pietra scaldata diventa più scura, di una tonalità più intensa. È il caso, per esempio, del rutilo negli zaffiri blu. Ci sono anche zaffiri, noti come Gouda, che sono estratti dalla terra colore bianco latte e zaffiri diventano blu solo quando sono riscaldati. Anche i rubini sono quasi sempre riscaldati (tranne eccezioni): con il calore l’ossido di alluminio nella pietra crea una nuova struttura cristallina e il cromo si combina in modo diverso, permettendo una migliore tonalità di colore rosso. Un altro effetto del calore è che può migliorare la trasparenza della pietra, grazie alla distruzione di gas o delle inclusioni fluide.
Come scoprirle
Avete un anello con una pietra naturale o riscaldata? La domanda dovrebbe essere: che cosa ve ne importa? Ma se siete curiosi di saperlo, dovete rivolgervi a un gemmologo dotato di microscopio e buona esperienza. E anche così non sarà facile scoprirlo. I gemmologi, comunque, possono esaminare lo stato interno della pietra, le inclusioni, e cercare i segni del trattamento termico. In generale, se la pietra è perfetta, o ha un valore eccezionale, oppure è perfetta perché è stata trattata.
Quali pietre sono riscaldate
Ecco le pietre che più facilmente finiscono al forno: ametista, citrino, ametrino, acquamarina, tormalina, topazio, zaffiro, rubino, tanzanite, zircone blu.
Irradiazione
Oltre a essere riscaldate, le pietre preziose e semi preziose possono essere sottoposte a radiazioni. La domanda che sorge è: ma allora sono pericolose? No, nessun problema: sono sottoposte a un rigido controllo, proprio come quando si va in ospedale per una schermografia al torace. E, in ogni caso, prima di lasciare il laboratorio le pietre sono controllate per verificare che non emettano radiazioni pericolose. Dopotutto molte gemme sono sottoposte a radiazioni naturalmente, quando sono sotto terra. L’irradiazione che avviene in laboratorio serve a rafforzare o cambiare il colore. Una pietra spesso sottoposta a radiazioni è il topazio blu, che in natura si trova con una tonalità molto chiara. Spesso i due trattamenti, quello termico e quello radioattivo sono abbinati: ognuno riesce a migliorare un aspetto diverso della pietra.
Gioielli online, Christie’s fa strike
Fino a qualche anno fa acquistare gioielli che costano migliaia di dollari online era solo una fantasia. Oggi è la realtà, come testimonia la vendita di Christie’s September Jewels Online, che ha raggiunto un totale di 3,2 milioni di dollari con bilancio totale del 140% sopra la stima di partenza più bassa e con il 91% dei lotti aggiudicati. La vendita ha visto la partecipazione globale con offerenti registrati da 32 Oaesi e ha attirato il 20% di iscritti per la prima volta.
A guidare la vendita c’erano diamanti bianchi offerti senza riserva, tra cui un anello di diamanti Harry Winston di 5,03 carati, venduto per 175.000 dollari, e orecchini a lobo di diamanti di 3,13 e 3,01 carati, che hanno realizzato 137.500 dollari.
La vendita ha anche ottenuto ottimi risultati per i gioiello con zaffiri, la pietra di nascita per il mese di settembre. Un anello con zaffiri e diamanti di 12,32 carati è stato venduto per 106.250 dollari, un anello di diamanti, zaffiri e smeraldi per 50.000, orecchini di zaffiri e diamanti sono stati battuti per 30.000, e un braccialetto d’oro e zaffiro retrò per 20.000 dollari.
Gli zaffiri vincono all’asta di Sotheby’s a Ginevra
La tiara appartenuta alla famiglia Savoia, ex reali d’Italia, ha concentrato l’attenzione all’asta di Magnificent Jewels and Noble Jewels di Sotheby’s a Ginevra (56 milioni totalizzati). La tiara è stata venduta a 1,6 milioni di dollari, uno dei prezzi più alti pagati per un gioiello di questo tipo negli ultimi anni. La tiara era stata pubblicizzata da Sotheby’s anche ricorrendo a uno originale strumento di marketing: era possibile indossare virtualmente la tiara attraverso Instagram (ciò è avvenuto 22.000 volte). Il gioiello, in perle naturali e diamanti, era stato molto probabilmente regalato a Maria Vittoria dal Pozzo in occasione del suo matrimonio con Amedeo I di Savoia, duca d’Aosta nel 1867.
Con il loro mix di magnificenza e intimità, i diademi hanno un fattore X che trascende i tempi e le culture. Questa tiara racchiude tutto lo sfarzo, il potere e la presenza associati ai gioielli reali e nelle ultime due settimane ha catturato l’immaginazione dei collezionisti e degli utenti di Instagram. Il prezzo raggiunto oggi testimonia non solo la sua eccezionale maestria artigianale e la qualità dei suoi materiali che la rendono una vera opera d’arte, ma anche la sua risonanza storica ed emotiva.
Benoit Repellin, responsabile dell’asta Magnificent Jewels di Sotheby’s a Ginevra
Ma la tiara non è stato l’unico gioiello ad attirare l’attenzione dei collezionisti. Uno zaffiro del Kashmir da 55,19 carati (la gemma più grande del suo genere mai proposta all’asta) ha fatto ancora meglio. La gemma è abbinata a un altro zaffiro di 25,97 carati: le pietre sono montate in una spilla degli anni Trenta con diamanti, appartenuta a Maureen Constance Guinness, marchesa di Dufferin e Ava. Il gioiello è stato venduto per oltre 3,9 milioni di dollari.
L’asta ha registrato, inoltre, la vendita di un gruppo di sette gioielli di un’importante collezione di proprietà nobiliare , con grandi diamanti e pietre preziose, molti dei quali erano incastonati in spettacolari design di Harry Winston. Il 100% dei lotti di questa collezione ha trovato acquirenti, raggiungendo un eccezionale 19,8 milioni di dollari, molto al di sopra della stima pre-vendita (10,9 – 16,5 milioni). Tra i pezzi più importanti, c’era una collana di zaffiri e diamanti di Harry Winston, che sostiene un ciondolo staccabile con uno zaffiro a forma di cuscino da 111,73 carati di origine Ceylon e colore blu reale , venduta per 4,7 milioni di dollari.
Gioielli napoleonici all’asta con Christie’s
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Christie’s è una casa d’aste britannica fondata nel 1766. È nata, quindi, tre anni prima di Napoleone, venuto al mondo nel 1769 e morto a Sant’Elena il 5 maggio 1821, 200 anni fa. L’anniversario trova una sorta di celebrazione anche nel mondo della gioielleria, con la vendita della spettacolare parure di zaffiri e diamanti che è appartenuta alla figlia adottiva dell’imperatore e generale francese, Stephanie de Beauharnais, Granduchessa di Baden ( 1789-1860). La parure sarà tra le attrazioni della vendita all’asta dei Christie’s Magnificent Jewels, in programma a Ginevra il 12 maggio.
Si tratta di nove pezzi, tra cui una tiara, un collier, un paio di orecchini, due ciondoli e spille, nonché un anello e un braccialetto, offerti come lotti individuali. Un totale di 38 zaffiri provenienti da Ceylon sono stati utilizzati per creare questa parure all’inizio del 1800. La collezione comprende anche l’importante corona di zaffiri di Maria II, regina del Portogallo, incastonata con uno straordinario zaffiro birmano al centro.
La ricostruzione storia ricorda che Napoleone I nel 1796 sposò Josephine de Beauharnais, la zia di Stephanie, nata il 28 agosto 1789. La madre morì due anni dopo e Stephanie trascorse i suoi primi anni con le suore nella campagna francese. Subito dopo il matrimonio di sua zia con Napoleone I, si unì a loro e crebbe a Versailles e Parigi. Un mese prima del suo matrimonio fu adottata da Napoleone e divenne sua altezza imperiale principessa Stephanie Napoléon e poté quindi sposarsi il 6 aprile 1806 con il principe Carlo di Baden. Insieme hanno avuto cinque figli: due ragazzi, morti in tenera età, e tre figlie.
Esiste un documento, trovato tra le scatole dei gioielli, secondo cui sono stati dati a Stephanie da sua cugina Hortense de Beauharnais, figlia di Josephine. Una tale origine è molto probabile. In molti dipinti si possono vedere Hortense e sua madre, l’imperatrice Josephine, indossare i gioielli. Inoltre, le carte finanziarie di Hortense, che sono conservate nell’archivio Napoléon a Parigi, testimoniano la sua fortuna tra il 1817 e il 1837, anno della sua morte. Dimostrano che lasciò Parigi nel 1816 con pochi soldi, ma molti gioielli.
Dopo la morte di Stephanie, nel 1860, la parure di zaffiri descritta come “collana, ciondolo, orecchini, sette spille e cintura” fu ereditata dalla seconda figlia di Stephanie, Josephine, principessa di Hohenzollern Sigmaringen. Sotto la corte di Napoleone, le cinture decorate con pietre preziose facevano parte di qualsiasi parure di gioielli, poiché la moda imponeva che la vita fosse molto alta sugli abiti e le dame di corte avevano bisogno di una cintura che fosse posta appena sotto il décolleté.
Sembra che la cintura sia stata rimodellata in un diadema a fascia e un braccialetto dalla principessa Josephine, morta nel 1900, all’età di 83 anni, che ha lasciato i gioielli al figlio Léopold (1835-1905). A questo punto, la parure di zaffiri di Stephanie è stata affiancata da un altro spettacolare gioiello in zaffiro: una corona con spille staccabili della regina Maria da Gloria del Portogallo (1819-1853).
Maria nacque nel 1819 a Rio, in Brasile, dove la sua famiglia, la dinastia Braganza, si rifugiò quando Napoleone I invase il regno del Portogallo. Suo padre Pedro, re del Portogallo e primo imperatore del Brasile, abdicò alla corona del Portogallo in suo favore nel 1826. In tal modo, Maria da Gloria divenne regina del Portogallo all’età di sette anni. Morì nel 1853 dopo aver dato alla luce 11 figli. La sua settima figlia, Infanta Antonia (1845-1913) sposò Léopold, principe di Hohenzollern Sigmaringen nel 1861, e si ritiene che la loro unione unisse le due parure di zaffiro.
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Gioielli e gemme grandi, belle e costose: Sotheby’s ha programmato una primavera ricca per i collezionisti di pezzi eccezionali. La casa d’aste ha messo in vendite, per esempio, gemme pesanti oltre i 100 carati, un limite psicologico che attira l’attenzione di chi ama o investe in pietre preziose.
Il fascino per le grandi gemme risale a secoli fa. Avvolte nel mistero e intrise di leggende, queste pietre sono state apprezzate dai sovrani, mentre sono anche apprezzate per i loro presunti poteri magici, e talvolta addirittura temute per essere maledette. Negli ultimi anni, in virtù della crescente conoscenza del mercato, abbiamo visto la domanda di queste gemme crescere rapidamente e ben oltre il tradizionale pool di collezionisti. Questi nuovi acquirenti sono alla ricerca di diversi tipi di pietre, e questo si riflette nella grande diversità dell’offerta di questa stagione, che spazia da diamanti di prim’ordine non montati e gioielli con diamanti, a pezzi di nobile provenienza e gioielli firmati che sposano gemme colorate con la straordinaria maestria di rinomate case, come Cartier e Harry Winston.
Gary Schuler, presidente mondiale della divisione gioielli
Appartiene a questa ristretta schiera di eccezioni una spilla con zaffiri e diamanti degli anni Trenta, con il più grande zaffiro del Kashmir mai apparso in un’asta e che sarà battuto a Ginevra il prossimo 11 maggio: è una gemma ovale da 55,19 carati, assieme a un altro zaffiro del Kashmir a forma di cuscino del peso di 25,97 carati. Il gioiello faceva parte della collezione di Maureen Constance Guinness, marchesa di Dufferin e Ava (1907-1998). La stima è di 2-3 milioni di dollari.
Con la loro storia mineraria che risale a pochi anni alla fine del XIX secolo, gli zaffiri del Kashmir sono tra le gemme colorate più rare conosciute dall’uomo. Ambite per le loro caratteristiche uniche, tra cui la loro impareggiabile e ricca tonalità blu fiordaliso, la loro consistenza morbida e vellutata e il fatto che mantengono la loro lucentezza in qualsiasi luce, queste gemme hanno acquisito negli anni uno status quasi leggendario. Gli zaffiri del Kashmir di oltre 30 carati sono un evento molto raro, quindi l’apparizione di una gemma di 55,19 carati, la più grande mai arrivata all’asta, è un evento importante. Salutando una provenienza illustre e incastonata come una splendida spilla accanto a un altro zaffiro del Kashmir, susciterà senza dubbio molto interesse tra i collezionisti.
Benoit Repellin, responsabile dell’asta Magnificent Jewels di Sotheby’s a Ginevra
L’asta di Magnificent Jewels e Noble Jewels comprende anche altri zaffiri eccezionali, come la collana con zaffiri e diamanti, che supporta un ciondolo staccabile con uno zaffiro a forma di cuscino da 111,73 carati di Ceylon e colore blu reale. Un’altra collana con zaffiri e diamanti, invece, è firmata Harry Winston, e data circa 1969. Il gioiello ha un ciondolo staccabile incastonato con uno zaffiro a forma di cuscino da 126,43 carati di origine Ceylon.
Un altro pezzo forte dell’asta sarà la combinazione spilla/pendente con smeraldi e diamanti di Harry Winston, circa 1974, con uno smeraldo a forma di pera da 104,40 carati di origine colombiana. In vendita anche un’altra spilla/pendente con smeraldi e diamanti, incastonato con uno smeraldo tagliato a gradini da 80,45 carati di origine colombiana. Tra i pezzi di spicco non mancano i diamanti, come l’anello con un diamante quadrato da 40,08 carati taglio smeraldo, colore D, Flawless, tipo IIa e un anello di diamanti della collezione Noble, Harry Winston Set, con un diamante a forma di pera da 43,24 carati, colore D, purezza VVS1, diamante di tipo IIa Est. Sempre del gioielliere americano una collana di diamanti, circa 1973, con otto diamanti a forma di pera di peso compreso tra 3,77 e 20,72 carati, per un totale di 280 carati.
I virtuosi di Ferrarifirenze
I gioielli di Ferrarifirenze, ori e pietre preziose con una classica lavorazione made in Italy ♦︎
Ferrarifirenze, scritto così, tutto attaccato, è facile indovinare dove ha sede. La giovane azienda, fondata da Giulio Ferrari e Ilaria Furlotti, punta sul connubio tra arte e tecnologia. Il risultato è la ricerca di forme morbide, ricche, che si traducono in gioielli molto lavorati. Oro e pietre preziose sono la base di partenza per realizzare collezioni che si fanno notare e vantano, fa sapere l’azienda, prezzi competitivi.
Oro, pietre preziose e una buona capacità di composizione sono gli ingredienti del menu di Ferrarifirenze.
Benché giovane, il marchio è distribuito in oltre dieci Paesi e punta molto sull’export. Date un’occhiata ai gioielli. Per esempio, la collezione Sole con anelli composti da 38 piccoli petali, ognuno attaccato individualmente al gambo dell’anello: un lavoro piuttosto laborioso, che richiede artigiani all’altezza. Anche perché i petali in questione sono mobili: se si rovescia all’ingiù, gli elementi si muovono e si chiudono, come una margherita durante la notte. La linea Trottola, invece, comprende un anello con piccola catenella che avvolge le mani, coordinato con un paio di orecchini con la stessa forma, mentre la collezione Twist Twist compone i gioielli come fossero fiori racchiusi da petali. La collezione Twist Twist, in particolare, è ispirata alle decorazioni del Rinascimento italiano, ai dettagli architettonici delle ville toscane. Matilde de Bounvilles
Il gioco della fantasia di Sicis
La fantasia esuberante di Gioia Placuzzi, art director di Sicis, si è tradotta in una nuova serie di gioielli. Si tratta di una serie di sette anelli di alta gioielleria, con il nome di Tesserae collection, che non si preoccupano di rompere gli schemi tradizionali per navigare nella assoluta libertà. Come sempre, accanto all’oro e alle pietre preziose e semi preziose, i gioielli sono realizzati con l’utilizzo anche della tecnica di micro mosaico, la specialità di Sicis.
Creando questi pezzi abbiamo immaginato gioielli importanti da indossare in speciali occasioni, che possano anche essere portati con disinvoltura, in una nostra normale giornata, vibranti ed estremante versatili.
Gioia Placuzzi, art director di Sicis
L’anello Secret Garden, per esempio, utilizza un diamante Fancy Yellow da 7.66 carati. Una gemma rara, circondata da una cornice delicati fiori in diamanti, bianchi e gialli, e micromosaico: minuscole tessere che possono essere utilizzate solo dalle mani molto esperte degli artigiani della Maison. L’anello, inoltre, può essere scomposto in due gioielli, con o senza micromosaico. Un altro pezzo eclettico è Life, nome di un anello con un grande peridoto da 9.31 carati. Intorno alla pietra si trovano piccole semisfere elaborate in micromosaico verde smeraldo e viola ametista, tutto contornato da diamanti e zaffiri rosa. Joyful, invece, è un anello che sfoggia uno zaffiro giallo di 11.70 carati da cui partono, come raggi, elementi in micromosaico, micro tessere nei toni del giallo, blu topazio e diamanti.
L’anello Infinity ha al centro una tanzanite da 9,25 carati con taglio a smeraldo, che esalta le sfaccettature del suo colore tra il blu e il viola ed è circondata da ali di farfalla stilizzate. Disegni concentrici realizzati con pregiate miniature in micromosaico, una intricata tridimensionalità di forme e colori. Anche questi anelli sono scomponibili, per un uso polivalente: l’elemento centrale con la pietra può essere indossato da solo o completato dalla veste in micromosaico.
Super zaffiro royal blu all’asta di Sotheby’s
Mentre l’Occidente procede a zig zag nel tentativo di evitare blocchi da coronavirus, in Oriente si torna a respirare un clima di normalità. Non a caso le vendite di beni di lusso sono ripartite, come testimoniano le aste di Magnificent jewels. Sotheby’s dopo aver annunciato la vendita in un unico lotto di un diamante da 102,39 carati D Color Flawless Oval cut, con la formula di offerta senza riserva, il 7 ottobre propone un’altra rarità nel mitico mondo delle pietre da 100 carati: uno zaffiro birmano Royal Blue non riscaldato di 118,88 carati. Si tratta del più grande zaffiro birmano Royal Blue offerto da Sotheby’s negli ultimi due decenni. Non è stata fornita la stima della gemma, ma è di sicuro a sei zeri.
Nella stessa asta è interessante anche osservare l’interesse per i gioielli di due designer di avanguardia: il brand Forms, che presenta uno spettacolare rubino birmano, e Nicholas Lieou, virtuoso delle perle.
Siamo entusiasti di presentare un’altra stagione eccezionale di Magnificent Jewels e di offrire alcune delle gemme più belle al mondo: uno zaffiro birmano da 118,88 carati, uno dei più grandi zaffiri birmani mai offerti da Sotheby’s e un rubino birmano non riscaldato Pigeon’s Blood da 6,41 carati anello disegnato e montato da Forms, proveniente da importanti collezioni private. Il mercato della gioielleria ha dimostrato di essere molto resistente, con i nostri clienti in Asia che guardano ai gioielli della migliore qualità in offerta. Questa asta è caratterizzata da tesori inestimabili che sicuramente stupiranno i collezionisti di tutta la regione e oltre .
Wenhao Yu, Vicepresidente, Gioielleria, Sotheby’s Asia
In anteprima un pezzo di alta gioielleria che Antonini presenterà a Voice (12-14 settembre), l’evento che sostituisce Vicenzaoro con un format adattato alle circostanze. È probabile che la mini fiera-summit di Vicenza, in realtà, non sia prodiga di nuove collezioni, visto che in primavera le aziende della gioielleria sono rimaste ferme a causa del lockdown dettato dal covid. Intanto, però, ecco una delle novità che saranno presentate.
Si tratta un anello di alta gioielleria, che fa parte della linea Extraordinaire, l’alto di gamma della Maison di Milano Antonini. Il gioiello è un pezzo unico, un anello in cui al centro brilla uno zaffiro blu di 7,8 carati, montato su rodio nero e circondato da piccoli diamanti. L’anello si affianca agli altri pezzi della linea Extraordinaire presentati a gennaio, centrati però sull’utilizzo di smeraldi. Altri pezzi unici realizzati con zaffiri blu, invece, sono stati presentati negli anni scorsi.
Francis Chiu, messaggio tailandese
I gioielli preziosi di Francis Chiu, firma del design classico tailandese ♦︎
Non è un segreto che buona parte della gioielleria e dell’alta gioielleria di grandi Maison europee sia realizzata nei laboratori e nelle fabbriche tailandesi. L’abilità manuale degli artigiani del Paese asiatico, unita a un costo del lavoro più basso, ha spinto parecchie marche ad affidarsi agli operosi tailandesi. Ma, a parte produrre gioielli per conto terzi, che cosa sono capaci di fare? Vale la pena, come esempio della capacità di realizzare gioielli di grande valore, di guardare il lavoro di Francis Chiu.
La sua storia professionale è iniziata nel 1999. Quando la maggior parte delle imprese di gioielleria tailandesi si concentrava sui gioielli di massa, Francis Chiu ha scelto di creare un marchio di gioielli esclusivo in Asia, per il pubblico più esigente. Oggi i suoi gioielli sono apprezzati anche in Occidente e sono venduti anche attraverso case d’asta internazionali. Sono gioielli basati su grandi e considerevoli pietre preziose, dai rubini agli zaffiri, a cui si aggiunge la giada. Attorno a queste pietre, sempre di grande impatto, è costruito il gioiello. Lo stile è quello classico, ogni tanto con qualche concessione al gusto orientale.
Anche Leo Pizzo ama Venezia, la città celebre in tutto il mondo: un luogo unico, custode di tante opere d’arte e purtroppo minacciato dal cambiamento climatico. La Maison di Valenza dedica alla città lagunare una collezione che si ispira alle maschere del carnevale, ai ponti romantici e ai canali che la compongono. E se Venezia è ricca di aspetti interessanti, di cultura, di scorci romantici, la collezione firmata Leo Pizzo che è dedicata alla città è altrettanto ricca.
I gioielli sono realizzati in oro 18 carati e comprendono collier, anelli e orecchini. La forma dei gioielli riprende alcuni dettagli dell’architettura veneziana, come il motivo a trifoglio in stile moresco, che si ispira all’originale traforo gotico di Palazzo Ducale. I diamanti, con taglio a pera, servono anche a comporre anelli di carattere floreale. Oro bianco e rosa, diamanti bianchi e zaffiri rosa sono gli elementi con i quali è realizzata la collezione: anche i colori ricordano quelli dei palazzi dell’antica città galleggiante.