Buccellati bye bye: lo ha scritto il Sole24Ore e non risultano smentite. Un articolo firmato da Carlo Festa prospetta l’addio della Maison italiana dal fondo di private equity Clessidra. Buccellati finirà in Svizzera, sponda lago di Ginevra, nella grande casa del gruppo Richemont. Dopo la scomparsa, a gennaio, del fondatore di Clessidra, Claudio Sposito, sembra così tramontare l’idea di un polo del lusso italiano, che era stato accarezzato con l’ingresso nel fondo di private equity Francesco Trapani. Quest’ultimo, ex numero uno di Bulgari, venduta cinque anni fa alla francese Lvmh, era diventato vicepresidente di Clessidra con l’idea di riunire sotto lo stesso cappello altri marchi del lusso, un po’ come il gruppo francese di Bernard Arnault o la Kering di François Pinault, che controlla tra l’altro il brand italiano Pomellato. Oppure, appunto, la svizzera Richemont, che possiede già marchi come Cartier, Piaget e Van Cleef & Arpels. La rottura tra la moglie di Sposito, Manuela Del Castillo, e Trapani, che uscirà da Clessidra, ha invece rivoluzionato la strategia: niente grande gruppo italiano della gioielleria, Buccellati finirà nella terra di Guglielmo Tell. Che lo desideri o no Andrea Buccellati, presidente e rappresentante della famiglia fondatrice, che mantiene una quota di minoranza nella società. Federico Graglia
In mostra 450 Van Cleef & Arpels
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Si intitola Van Cleef & Arpels: The Art and Science of Gems. Nel caso siate dalle parti di Singapore potete andare a visitare questa mostra dedicata alla storia di uno dei marchi più famosi (a ragione) della gioielleria. Nel caso, invece, non passiate dalla città asiatica, potete guardare le immagini che pubblichiamo: sono alcuni dei 450 pezzi che esposti (23 aprile-14 agosto 2016) al Museo ArtScience a Singapore. La mostra fonde l’arte e l’artigianato, la storia e la geologia: parte dal cuore della terra, dove si estraggono le pietre preziose, e arriva alla raffinata lavorazione della Maison di Place Vendôme. I visitatori possono seguire due percorsi complementari: esplorare i processi scientifici coinvolti nella formazione dei minerali (sono esposti i campioni di 250 minerali prestati dal Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi), e allo stesso tempo guardare da vicino la collezione dell’archivio storico di Van Cleef & Arpels. «È una mostra molto speciale e diversa dal solito, anche per questo viaggio tra i minerali: ha un percorso molto educativo», ha commentato Jean Bienayme, responsabile internazionale di marketing e comunicazione per Van Cleef & Arpels.
Secondo Catherine Cariou, direttore del patrimonio a Van Cleef & Arpels, la mostra è organizzata attorno a sette temi, molti dei quali sono venuti a definire le creazioni del gioielliere nel secolo scorso: le astrazioni, ballerine e fate, moda, influenze, natura, oggetti preziosi e icone. Non mancano alcune delle creazioni più famose della casa di gioielli, come la collana Zip, prodezza tecnica commissionato dalla Duchessa di Windsor nel 1938, che consente a una collana di essere trasformato in un braccialetto grazie a una cerniera-gioiello, oppure la clip fiore del 1967, con rubini birmani per 15.77-carati, in precedenza di proprietà di Maria Callas. Federico Graglia
Van Cleef & Arpels a passo di danza con Fedora
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Van Cleef & Arpels è una Maison famosa anche per le sue spille-ballerina. Non stupisce, quindi, che appoggi un premio per il balletto. In particolare, il Premio Fedora-Van Cleef & Arpels è stato assegnato, al Teatro alla Scala, a Christian Rizzo, coreografo di Le syndrome ian e direttore del Centre Chorégraphique National de Montpellier. Il Premio Fedora, sostenuto dalla Maison di alta gioielleria francese è arrivato alla sua seconda edizione ed è stato creato per sostenere e contribuire al futuro del balletto. Fedora è un circolo filantropico che si dedica con passione a riunire le eccellenze del balletto europeo.
A proposito delle spille: la prima clips a ballerina è stata creata da Van Cleef & Arpels nel 1940. Monsieur Arpels ha poi dialogato con George Balanchine, che nel 1967 ideò la coreografia per Jewels, famoso balletto ispirato ai diamanti, agli smeraldi e ai rubini che il grande coreografo aveva ammirato nella boutique di Van Cleef & Arpels sulla 5th Avenue.
Guria del Premio Fedora
Francesc Casadesús Calvó
Direttore de Mercat de les Flors- Spagna
Roberto Giovanardi
Direttore della Associazione Teatrale Emilia Romagna- Italia
Benjamin Millepied
Direttore di Ballet del’Opera Nazionale di Parigi- Francia
Johannes Öhman
Direttore del Balletto Reale Svedese- Svezia
Nicolas Payne
Direttore di Opera Europa- Belgio
Alistar Spalding
Direttore artistico del Teatro Sadler’s Wells a Londra- Reino Unito
Un rubino eccezionale da Christie’s
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Un anello con un grande rubino, il Jubilee Ruby, sarà il pezzo di spicco dell’asta di Magnificent Jewels programmata da Christie’s per il 20 aprile. Perché giubileo? Be’, perché Christie’s compie 250 anni. E forse non a caso saranno in vendita gioielli davvero eccezionali, 250 lotti, tra cui diamanti rari e pietre colorate, e pezzi firmati anche da Buccellati, Cartier, David Webb, Graff, Harry Winston, Van Cleef & Arpels. Dell’asta fanno parte gioielli della collezione di Carroll Petrie, ricca ereditiera scomparsa due anni fa lasciando un patrimonio valutato in 100 milioni di dollari. Secondo Chtisti’es, il Jubilee Ruby è il più importante rubino birmano messo all’asta negli Stati Uniti da oltre 25 anni. Il gioiello è firmato da un designer di eccezione, Verdura. La pietra è di 15.99 carati ed è considerata una rarità per le sue eccezionali dimensioni. È stimato tra 12 e 15 milioni di dollari. Un’altra pietra su cui si concentrerà l’attenzione è un diamante Fancy Intense viola-rosa di 10,07 carati, colore perfetto D, taglio circolare di 40,43 carati.
Secondo Rahul Kadakia, responsabile internazionale dei gioielli di Christie’s, «i rubini birmani di qualità e di oltre 15 carati sono una rarità assoluta nel mondo delle gemme colorate e il prezzo record di 18,3 milioni per una pietra di 15,04 carati all’asta di Christie’s a Hong Kong nel dicembre 2015 esemplifica l’appetito vorace di collettori per queste gemme». I gioielli dell’asta saranno in mostra pubblico dal 15 aprile al 19 aprile nelle gallerie del Rockefeller Center a New York. Federico Graglia
Van Cleef & Arpels e i Bouton d’Or
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Dopo l’art deco, ecco gli anni Quaranta irrompere con decisione nel mondo della gioielleria: Van Cleef & Arpels propone una nuova collezione ispirata ad alcuni suoi pezzi storici di quel periodo. La collezione si chiama Bouton d’or, cioè botton d’oro, il nome del comune fiore di prato della famiglia dei ranuncoli. Ma di comune i gioielli proposti in questa rielaborazione dei suoi pezzi classici, ha poco. Innanzitutto per la forma dei gioielli e, poi, per la lavorazione che non è affatto semplice. Quella che in origine era chiamata paillette, è una elaborazione complessa perché mette insieme tanti minuscoli elementi che concorrono a comporre i fiori. Non solo: i materiali sono forati al centro, dove spunta un piccolo tondo d’oro rosa oppure un diamante. Piuttosto complicato, anche se l’effetto finale è di armonia. Inoltre, tutti i pezzi della collezione, dalla collana al bracciale, sono morbidi, per favorire la vestibilità. La collana, per esempio, si adatta alle forme del corpo, così come il bracciale (leggermente asimmetrico), mentre gli orecchini si muovono seguendo i passi di chi li indossa. Ci sono anche un anello in rilievo e un pendente. La collezione è composta da due parure di cinque gioielli ciascuna: una è in rosso e l’altra è giocata sulla tonalità verde. Tutte e due utilizzano oro rosa: la prima utilizza la madreperla e la cornalina (rossa). L’altra onice (nero) e crisopraso (verde). In più, piccoli diamanti (D, E o F per il colore; IF e VVS per la purezza) aumentano il tasso di luminosità.
Bolaffi, gioielli tra Storia e occasioni
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Si preannuncia un’asta per tutti quella di Bolaffi, in programma il 15 marzo a Milano. Al Grand hotel et de Milan di via Manzoni, infatti, la casa d’aste torinese mette in vendita gioielli delle Maison più note, come Cartier, Buccellati, Tiffany, Buccellati, Van Cleef & Arpels. Ma le basi d’asta sono davvero interessanti: accanto a gioielli che partono da 130.000 euro, ci sono anche pezzi che si possono contendere a partire da qualche centinaio di euro. Inoltre, saranno vendute pietre, oggetti di oreficeria in stile Art Deco. Dai top lot del catalogo, come l’anello di platino con diamante da 5,29 carati, il diamante sciolto rotondo da 7,25 carati o lo smeraldo colombiano purissimo incastonato in un anello degli anni Settanta, ai gioielli di Pina Maule Fin, battuti all’asta per beneficienza: sono oltre 400 i lotti in catalogo, per una base complessiva di oltre 870 mila euro. Tra i pezzi pregiati ci sono i doni di nozze commissionati da re Umberto I alla storica gioielleria Musy, per il matrimonio di una famiglia della nobiltà piemontese, o un Patek Philippe di fine Ottocento, orologio da tasca in perfette condizioni. C’è anche il lascito dell’imprenditrice Pina Maule Fin, 80 gioielli eccentrici e originali, i cui proventi andranno alla onlus torinese Area. Ci sono, inoltre, un bracciale rigido del 1925 in platino con elemento centrale in giadeite, onice e diamanti (4.000 euro di base d’asta), e un bracciale in diamanti del 1935, con il punzone con lo stemma fascista: risale all’epoca del regime autarchico, quando la commercializzazione dei gioielli era proibita dal regime. «I conferenti sono tutti privati, spesso famiglie importanti, italiane o straniere», ha spiegato l’esperta della casa d’aste Bolaffi, Maria Carla Manenti. «Sono gioielli tirati fuori dai cassetti di famiglia e in gran parte mai visti sul mercato». La nascita del dipartimento gioielli è una novità per Bolaffi. Federico Graglia
I bracciali a tempo di Van Cleef & A.
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Ci sono gioielli che, tra l’altro, segnano il tempo. Non sono orologi, ma oggetti preziosi con un paio di piccole lancette. Insomma, gioielli con un piccolo aspetto di utilità oltre al piacere di brillare alla vista. Un esempio lo si è visto a Ginevra, all’annuale Salon International de la Haute Horlogerie. Tra i preziosi oggetti in mostra tra le sale ovattate spiccavano le proposte di Van Cleef & Arpels. In particolare, il bracciale-orologio Rubis Secret: un pezzo unico in oro bianco e rosa, coperto di 115 rubini ovali del Mozambico (151,25 carati totali). Le pietre sono accuratamente allineate su tre file ancora, liscio, nonostante le leggere variazioni di taglio, da ovale a cuscino. Ogni riga di rubini è separata da quattro file di diamanti. Non è l’unico «gioiello da tempo» di Van Cleef & Arpels: Pompon è un gioiello che può essere indossato come una collana o un braccialetto a cui si può aggiungere l’orologio al quarzo alla fine della nappa. Uno stile che ricorda gli anni 1940 e 1950, secondo quanto fa sapere la Maison parigina. Meno fantasioso, ma altrettanto lussuoso, i bracciali-orologio Fiocco di neve e fiocco di neve Fleurette. Hanno forme più tradizionali, a parte il fatto che sono ricoperti di diamanti bianchi: uno stile non molto comune in metropolitana o in ufficio. Il primo bracciale ha una cassa in platino 20 millimetri con la lunetta, quadrante bianco e cinturino in platino tempestato di diamanti. Il secondo è una versione 18 millimetri con molto gli stessi materiali, dettagli simili ma un aspetto leggermente diverso. Federico Graglia
A Londra i disegni dei capolavori
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Se andate a Londra, non mancate di andare a vedere la mostra Master of design, organizzata da Sotheby’s in New Bond Street su alcuni dei più grandi disegni di gioielli. Ma i protagonista, una volta tanto, è il lavoro di preparazione per la realizzazione dei gioielli: in particolare, i disegni che raffigurano anelli, bracciali e orecchini prima della loro lavorazione nei laboratori di oreficeria. Da ammirare ci sono centinaia di disegni inediti delle più prestigiose Maison, come Cartier, Van Cleef & Arpels, Boucheron, Verdura, Rubin e Bolin. Il periodo è quello che va dal 1890 al 1960. Potrete vedere, per esempio, i disegni di pezzi storici, come i gioielli Tutti Frutti di Cartier o le creazioni di Van Cleef & Arpels del periodo Art Deco. Ci sono anche delle curiosità, come i progetti per gioielli creati su misura per clienti famosi, come i Vanderbilt o la principessa Marie Bonaparte, che hanno contribuito al progetto di gioielli che non sono stati commercializzati per il normale pubblico. Da non perdere. Federico Graglia
I maestri del design
Sotheby, Londra
34-35 New Bond Street, W1S 2RT
Metro: Oxford Circus
Orario: 9:30-04:30, tutti i giorni
Fino all’8 marzo
Cupido per Van Cleef & Arpels
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Alfred Van Cleef e suo patrigno, Salomon Arpels, hanno fondato l’azienda nel 1896. Questo significa che Van Cleef & Arpels quest’anno compie 120 anni. Un’età venerabile per un brand, eppure la Maison di gioielleria è riuscita a mantenere intatto il suo fascino, anche grazie a una grande ricchezza nelle collezioni. Ne è un esempio questa selezione di gioielli, scelti giusto per San Valentino guardando qua e là tra le linee più classiche dell’azienda. Ci sono anche i gioielli più semplici, adatti a un regalo per la festa degli innamorati, ma non per questo meno preziosi. La Collezione Alhambra, per esempio, continua a riscuotere successo da quasi 40 anni: è stata introdotta nel 1968, come lunga collana in oro giallo, e poi ampliata per includere una ricca varietà di modelli e pietre colorate. Così come Perlée, che in francese significa «bordo perlato», e ha le sue origini nel patrimonio di Van Cleef & Arpels dal 1920. Due opzioni da tenere in considerazione. Ecco le immagini e, nelle didascalie, i prezzi dei gioielli.
Van Cleef & A., sognando California
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Beverly Hills è un luogo famoso per la concentrazione di personaggi del mondo dello spettacolo che vi abitano. Non stupisce, quindi, che la cittadina vicino a Los Angeles ospiti una mostra dedicata alla alta gioielleria. In particolare, a Van Cleef & Arpels, brand che in America è sbarcato nel 1939, con la sua prima boutique a New York. A Berverly Hills il brand parigino è arrivato nel 1970. La Maison si è trovata bene (i clienti non mancano), tanto che ha anche creato un’intera collezione di Alta Gioielleria, California Reverie, ispirata al paesaggio del Golden State. Ora Van Cleef & Arpels celebra con una mostra (fino al 2 marzo) alcuni dei suoi pezzi più famosi. Se siete da quelle parti potete dare un’occhiata, l’ingresso è libero. La mostra è divisa in quattro temi: Natura, Couture, Esotismo e Ballerine. Ci sono anche molti pezzi che appartengono a collezioni private. Uno dei pezzi più importanti della sezione dedicata alla natura, per esempio, è la suite Reine-Margeuerites, datata intorno al 1990-1993, che faceva parte della collezione di Elizabeth Taylor. Non manca, naturalmente, la ormai mitica collana zip, idea alla Duchessa di Windsor, che nel 1938 ha chiesto a Renée Puissant, direttore artistico della Maison 1926-1942 e alla figlia di Alfred Van Cleef, di creare un gioiello ispirato alla cerniera. Federico Graglia
45 anni a Beverly Hills
A Celebration of Style & Design
13 Novembre 2015 al 2 Marzo, 2016
Aperto da Lunedì a Sabato 10:00-06:00
Domenica 12:00-05:00
Entrata libera
Van Cleef & Arpels, soffio di diamanti
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Souffle de diamants: Van Cleef & Arpels ha anticipato l’inverno con la collezione Diamond Breeze (ne abbiamo parlato qui: https://gioiellis.com/il-ghiaccio-bollente-di-van-cleef-arpels), ma ha anche deciso di riunire alcuni eccellenti risorse del suo repertorio per un inno alla neve. E ovviamente anche come suggerimento nella stagione dei regali, per chi se li può permettere. Accanto alle immagini dei gioielli che costituiscono Souffle de diamants abbiamo inserito anche il prezzo, nel caso abbiate voglia e disponibilità di acquistare uno dei gioielli. Tutti hanno in comune la scelta di diamanti di prima qualità e montature al platino. Una cascata di diamanti, direbbe 007, che è simile allo spettacolo delle montagne innevate, solo che questa nevicata dura anche d’estate e mantiene il suo valore nel tempo. Bracciali, anelli con il classico fiore della Maison oppure con il loto, orecchini voluttuosi, farfalle, collane da Mille e una notte compongono questa festa del lusso prezioso. Guardate e sognate. Matilde de Bounvilles
Il ghiaccio bollente di Van Cleef & A.
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Se avete voglia di neve, non c’è bisogno di aspettare che dal cielo cadano cristalli di acqua ghiacciata: Van Cleef & Arpels anticipa l’inverno con la collezione Diamond Breeze. Dedicata alla stagione fredda, al ghiaccio e ai suoi riflessi, la collezione probabilmente piacerà anche durante la stagione estiva, se non altro per l’impressione di rinfrescare chi indossa i gioielli, che sono (facile da intuire) realizzati con grande utilizzo di diamanti, incastonati su oro bianco. L’effetto è quello di preziosi cristalli di neve o ghiaccio, come i ricami geometrici che si formano con le gocce d’acqua trasformate in neve o brina. Anello, orecchini e una grande collana sono tutti nella tonalità classica dei diamanti incolori e, naturalmente, capaci di riflettere i bagliori della luce. Gioielli che sono forse l’unico ghiaccio capace di riscaldare chiunque li accosti.
Van Cleef & Arpels, capolavori a Roma
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Van Cleef & Arpels da Place Vendôme, a Parigi, a Via Condotti, a Roma. Passando per Milano. La Maison francese di alta gioielleria ha inaugurato la sua nuova boutique nella capitale italiana. È distribuita su due piani, per 200 metri quadri di superficie. L’indirizzo è di pregio: oltre a trovarsi nella strada dello shopping di lusso di Roma, la boutique si trova a fianco dello storico Palazzo Nuñez Torlonia, residenza privata del XVII. Per rimanere in armonia con il contesto, Van Cleef & Arpels ha deciso di conservare il fascino storico dell’edificio: le persiane romane e gli affreschi originali che ornano il soffitto del primo piano sono coerenti con l’arredamento sobrio e raffinato. Come nel negozio inaugurato la scorsa primavera in via Monte Napoleone, a Milano, anche qui dominano le sfumature beige mordorè, che conferiscono un’atmosfera soft, tra legno, velluto, seta, cristallo. L’ambiente ha luci adeguate e lunghe tende e discreti pannelli decorativi, ricoperti di foglie d’oro: è un eco dei motivi vegetali che fanno parte dell’universo floreale della Maison. E poi, ovviamente, ci sono i gioielli, con pezzi di spicco adagiati all’interno di alte campane di vetro e vetrine laccate di nero di varie dimensioni. Una di queste teche utilizza una tecnologia che permette di osservare meglio i pezzi più pregiati: quando il visitatore si avvicina, l’illuminazione si fa soffusa e si trasforma in un fascio orientato, che aiuta a svelare anche i dettagli del gioiello, la vivacità delle pietre preziose, i colori.
Salotti appartati sono riservati ai clienti, che possono osservare da vicino i gioielli delle collezioni di successo, come gli anelli Perlée e Alhambra, o le linee mitiche come quella che comprende gli anelli Entre les Doigts, o gli orologi Complications Poétiques. In aggiunta, fino al 15 novembre, la boutique ospita 30 capolavori antichi della Collezione privata Van Cleef & Arpels: è un’occasione per ammirare gioielli Art déco, collane Passe Partout, spille ballerine raffinate e Lovebirds degli anni Quaranta, creazioni in Serti Mystérieux, parure d’ispirazione orientale, collane Zip trasformabili in bracciali. Insomma, una buona selezione dei gioielli che anno reso famosa la Maison fondata nel 1906 al 22 di Place Vendôme da Alfred Van Cleef ed Estelle Arpels.
Christie’s passa con il giallo a NY
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Arriva un’altra asta che mette in primo piano un eccezionale diamante: si tratta di una pietra da 75.56 carati, fancy yellow, che sarò venduto da Christie’s a New York il 20 ottobre. La stima è di 3-4 milioni di dollari. Fancy Vivid è il grado più alto nella classificazione di diamanti colorati ed è considerata una qualità eccezionale. Ma l’anello non sarà l’unico pezzo eccezionale in vendita. Nel catalogo dell’asta compaiono anche un altro anello con diamante yellow fancy da 34.12 carati, tagliato a cuscino su platino e oro 18 carati. C’è anche un diamante taglio a pera su anello di una tonalità giallo-verde, da 7.11 carati. La casa d’aste, come vedete dalle immagini, mette in vendita inoltre una serie di pezzi firmati David Webb, così come spille da Maison come Cartier, Van Cleef & Arpels, e Tiffany. Ecco alcuni dei pezzi che andranno in asta. Federico Graglia
Il guru di Christie’s: gioielli irresistibili
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I numeri a otto cifre raggiunti nelle aste di gioielli non sono più un’eccezione: «I valori che fino a dieci anni fa si raggiungevano solo nelle aste di dipinti, per esempio un Picasso venduto per 10 milioni di dollari o un Van Gogh battuto a 20 milioni di dollari, sono ormai una tendenza anche nel mondo dei gioielli», spiega Rahul Kadakia, direttore internazionale del dipartimento di gioielleria di Christie’s, in un’intervista rilasciata al magazine americano Robb Report. L’esperto della società londinese entrata nell’orbita della multinazionale del lusso Kering, lo descrive come un fenomeno inarrestabile e in espansione. E i risultati delle aste dello scorso anno lo confermano: lo zaffiro di 392 carati Belle Blue of Asia venduto a Ginevra per 17 milioni e 500 mila dollari, un record; la spilla di Cartier Belle Époque a 17 milioni 900 mila dollari. E, ancora, una collana di rubini in asta a Hong Kong per 13 milioni di dollari.
Ecco un estratto dell’intervista.
RR: È l’interesse per il colore a dare gas al mercato?
RK: Sì. Una volta acquistare un diamante bianco a 100 mila dollari per carato e uno colorato a 1 milione sempre per carato era un grande affare. Oggi la quotazione è raddoppiata, e pagare 2 milioni a carato per un diamante colorato è normale.
RR: Questo cambiamento è dovuto a un atteggiamento diverso da parte dei compratori? O è l’andamento dell’economia globale ad aver avuto il maggiore impatto?
RK: Il mercato azionario ha influito: non si può fare molto con un pezzo di carta, mentre il diamante lo puoi tenere in mano, senti la materia e vale per quello che vale. Ed è questa la ragione per cui le persone stanno orientando i loro investimenti in pietre di valore: sono portatili e un modo per mettere i soldi al sicuro.
RR: Quali sono i nomi più quotati?
RK: Nei classici le grandi case continuano a essere molto ricercate: Boucheron, Bulgari, Cartier, Harry Winston, e Van Cleef & Arpels. Per quanto riguarda i contemporanei, c’è JAR naturalmente: tutti amano Joel Arthur Rosenthal. Poi c’è Viren Bhagat, il gioiellerie di Bollywood che ha varcato i confini dell’India e ora ha clienti in tutto il mondo. Anche Michelle Ong la designer di Carnet, società con sede a Hong Kong. Un altro nome sinonimo di un buon guadagno è Edmond Chin di Etcetera, altro marchio di Hong Kong, che ha disegnato la collana di rubini venduta da Christie’s per 13 milioni di dollari.
RR: E, invece, come epoca l’Art Deco ha ancora un buon valore?
RK: L’Art Deco continuerà a dominare. È davvero un periodo eccezionale di produzione grazie all’abbondanza di pietre in circolazione. Però sono molto belli anche i gioielli in oro rosa e giallo di epoche antecedenti, come la Belle Époque. L’Art nouveau invece ha un target più mirato, anche se il prezzo sale nel caso di oggetti con smalto lavorazione plique-à-jour.
RR: In che cosa si distinguono i collezionisti a livello regionale?
RK: Gli asiatici sono i più grossi collezionisti di giadeite. Gli acquirenti provenienti dal Medio Oriente, Asia e India, sono molto interessati alle perle naturali orientali perché fanno parte della loro cultura. Mentre gli americani scelgono gioiellieri americani come David Webb, Seaman Schepps. Gli europei, i clienti inglesi in particolare, invece preferiscono i gioielli antichi. A Ginevra non vendiamo solo perle, ma tante parure.
RR: Prevede che il mercato della gioielleria di continuare a crescere nei prossimi anni?
RK: Per gli oggetti difficili da trovare il mercato continuerà a salire: perle rare, grandi zaffiri del Kashmir, preziosi gioielli Art Deco e Belle Époque. È evidente che il mercato farà le sue correzioni per ogni fascia di prezzo anche abbassandoli in caso di oggetti modesti, e questo è normale. E i collezionisti cercheranno di avere sempre maggiori competenze per comprare al meglio.
RR: Come sarà la prossima generazione di collezionisti/intenditori?
RK: Sarà in continua evoluzione con il mercato. Lui o lei vogliono acquistare sia gioielli che arte, e sanno valutare un investimento anche quando i numeri diventano grandi, cosa che non accadeva con i diamanti 20 o 30 anni fa.
Oscar del gioiello: vincono Bodino e…
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Il designer più talentuoso del 2015 è Giampiero Bodino. La Maison più interessante Vhernier. E quella che ha comunicato meglio è Tiffany. A VicenzaOro sono stati assegnati gli Andrea Palladio International Jewellery Awards 2015, considerati gli Oscar italiani del gioiello e giunti alla quarta edizione. La giuria era composta da Silvana Annichiarico, direttore della Trienniale di MIlano, Alba Cappellieri, docente al Politecnico di MIlano, Franco Cologni, presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Clare Phillips, curatore del Victoria and Albert Museum. Riepiloghiamo il risultato:
- The Best Italian Jewellery designer a Giampiero Bodino
- The Best International Jewellery designer a Shaun Leane
- The Best Italian Jewellery Brand Collection 2014/2015 a Vhernier
- The Best International Jewellery Brand Collection 2014/2015 a Etho Maria
- The Best Jewellery Communication Campaign 2014/2015 a Tiffany & Co.
- The Best Jewellery Flagship Store 2014/2015 a Van Cleef & Arpels
- The Lifetime Achievement Award a Enzo Liverino 1894
- Jewellery Corporate Social Responsibility Award a Pandora
- The Best Jewellery Communication New Media 2014/215 a BVLGARI.
A Mosca 280 spille di Van Cleef & A.
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Oltre 280 spille di Van Cleef and Arpels in una grande mostra. Purtroppo (per chi non capita da quelle parti) l’esposizione è organizzata a Mosca. La collezione privata, creata tra il 1910 e il 1970, sarà esposta nei due negozi della Maison fino al 30 settembre 2015. Comprende anche gioielli che sono noti per la loro bellezza. Ma se non passate nella capitale della Russia, ecco qui un po’ di immagini con cui potete rifarvi gli occhi: tra i gioielli c’è una spilla appartenuta a Maria Callas. Ma in realtà i gioielli con una affascinante storia alle spalle sono parecchi. Ecco per voi una selezione di pezzi della rassegna di Mosca. Federico Graglia
Sotheby’s, grandi firme in asta
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A settembre tornano le grandi aste di gioielli: la prima sarà quella di Sotheby’s, in calendario per il 24-25 settembre, a New York. Siamo in grado di anticipare alcuni dei pezzi più interessanti che saranno battuti nella vendita: il catalogo comprende importanti firme del design di gioielli del XIX secolo a oggi, come Bulgari, Van Cleef & Arpels e Jean Schlumberger. E ci sono anche molti pezzi appartenuti a donne famose come Estée Lauder, Spelman Prentice, Mamie Doud Eisenhower, oltre a quelli davvero interessanti della collezione di Dolores Bosshard Sherwood. Tra i gioielli si segnalano una spilla a forma di fiocco, tempestata di diamanti, con zaffiri di Van Cleef & Arpels del 1937 assieme a un cluster con diamanti realizzato da Harry Winston nel 1960. Interessanti anche una serie di pezzi di Aldo Cipullo e Bulgari, due nomi che hanno segnato la storia dei gioielli nello stile glamour degli anni Settanta. Federico Graglia
Mariah Carey tra cuore e farfalla
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Notizie per gli amanti di gossip & gioielli: Mariah Carey è stata avvistata nel bel mezzo di una festa con indosso una collana da mezzo milione di dollari. Il pendente, con un diamante fancy yellow, è il regalo del fidanzato miliardario australiano James Packer. La cantante, 45 anni, ha sfoggiato il gioiello al Mirage di Las Vegas, sabato 25 luglio. Non solo: oltre alla collana con la grossa pietra tagliata a forma di cuore, la star americana ha indossato l’inseparabile anello a forma di farfalla. E non è un caso, visto che l’anello a forma butterfly sembra un accessorio inseparabile: la cantante e produttrice statunitense lo indossa, in fatti, nelle più disparate occasioni. Per chi non lo sapesse, si tratta di un anello firmato Van Cleef & Arpels della collezione Envol, in oro bianco e 131 diamanti. Il costo è di circa 31.000 dollari. G.N.
Van Cleef & Arpels: nuove immagini
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Vi abbiamo parlato qui della nuova collezione di Van Cleef & Arpels, Seven Seas. Ecco altre immagini di quella che è la collezione più originale dell’estate 2015. Una collezione o, meglio, una collezione di collezioni, che resterà desiderabile per lungo tempo. Il tema del mare, tra flora e fauna, leggende e passioni, ha spinto i designer a un lavoro intenso e senza confini. Tra sogno e viaggio attraverso la cultura e il sapore dell’Oriente e del Mediterraneo, dell’oceano e del mare. La Maison ricorda anche che il nome della collezione è lo stesso scelto da Rudyard Kipling come titolo per la sua raccolta di poesie The Seven Seas (1896). Un’altra prova dei rimandi culturali dell’idea, quella di ispirarsi a sette differenti acque. Flutti che rivivono nel luccichio delle Pierres de Caractère, le gemme eccezionali scelte da Van Cleef & Arpels: zaffiri e smeraldi cristallini, turchesi, acquamarine e tormaline Paraiba. E, poi, i colori vivaci dei fondali marini, con rubini, coralli e spinelli rossi, oppure perle coltivate e onice. Il tutto a formare conchiglie, pesci e figure mitiche, come le sirene. Ecco un’altra serie di straordinarie immagini di questa collezione profonda come il mare.