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I diamanti di laboratorio sono come le Tesla?





È giusto paragonare i diamanti sintetici alle auto Tesla? Una gemma prodotta da una fabbrica con il deposito di gas contenente carbonio è davvero green? E i diamanti sintetici hanno la patente di sostenibilità? Sono domande che seguono un’intervista dal sapore promozionale di Forbes (la trovate qui) ad Anthony Tsang, Ceo di The Future Rocks, nuovo mercato online per gioielli ideati da diversi designer, che utilizza i cosiddetti diamanti coltivati in laboratorio, cioè prodotti artificialmente. L’azienda ha sede a Hong Kong e cerca clienti tra i più giovani, Millennials e Gen-Z, cioè ventenni e trentenni. È questa fascia di età, secondo le ricerche di mercato, a essere la più sensibile al tema della sostenibilità.

Anello in oro con diamante di laboratorio disegnato da Courbet
Anello in oro con diamante di laboratorio disegnato da Courbet

Inoltre, come è noto, i diamanti di laboratorio sono anche meno costosi di quelli naturali. Ma è l’aspetto green quello sottolineato da chi li vende. In realtà, la sostenibilità delle gemme artificiali è solo relativa. I diamanti coltivati in laboratorio sono prodotti in due modi: con reattori che utilizzano un processo ad alta pressione e alta temperatura oppure con un processo chimico che consiste nel deposito del vapore di carbonio. «Non ci confrontiamo con i diamanti naturali, forniamo solo un’opzione diversa, il mercato è abbastanza grande», ha raccontato Tsang. Ok. Ma il manager si spinge più in là: «Quindici anni fa tutti ridevano di Tesla e ora anche la Ferrari sta entrando nel mercato dei veicoli elettrici».
Anello in oro e diamanti di laboratorio by Matilde
Anello in oro e diamanti di laboratorio by Matilde

Questo paragone, però, non sembra del tutto azzeccato. Innanzitutto, le auto elettriche non sono prodotti green: consumano tanta energia generalmente non rinnovabile, e la realizzazione delle loro enormi batterie richiede scavi e devastazioni del territorio per estrarre le cosiddette terre rare. Inoltre, in prospettiva queste batterie costituiranno un enorme problema di gestione alla fine del loro ciclo di vita. Oltre a costare di più, le auto elettriche necessitano anche di un’infrastruttura ancora tutta da realizzare per portare ovunque l’elettricità necessaria per la ricarica. Questo significa migliaia di chilometri di cavi in rame, che provocheranno un’enorme estrazione di minerale oltre al consumo di energia necessario per creare milioni di punti necessari alla ricarica. Quindi, le Tesla e le auto elettriche in genere non sono proprio prodotti green. Ma non è la sostenibilità delle auto elettriche il punto. Ha senso questo martellante marketing sui presunti aspetti green dei diamanti sintetici? Non sarebbe meglio limitarsi a dire che le gemme create in fabbrica costano meno e hanno la stessa proprietà chimica, anche se non il fascino, dei diamanti creati dalla Terra?

Orecchini a bottone in oro, smalto e diamanti di laboratorio disegnati da Loev
Orecchini a bottone in oro, smalto e diamanti di laboratorio disegnati da Loev
Immagine della campagna advertising di The Future Rock
Immagine della campagna advertising di The Future Rock

Orecchini a bottone in oro, smalto e diamanti di laboratorio disegnati da Rêver
Orecchini a cerchio in oro e diamanti di laboratorio disegnati da Rêver







Per Recarlo lusso in giallo




Il lusso non è solo bianco. Recarlo è il brand italiano che più di altri ha conquistato il palcoscenico della gioielleria con i suoi gioielli in oro bianco e diamanti incolori, anche se con qualche sporadico allargamento agli zaffiri blu. Ora, però, l’azienda di Valenza aggiunge alla sua offerta un nuovo colore: il diamante fancy giallo. La Maison ha introdotto una linea dedicata esclusivamente ai diamanti gialli. Sono gioielli di alta qualità particolarmente raffinati che si posizionano nella fascia top di prezzo.

Anello fancy yellow con a fianco due diamanti bianchi taglio brilante
Anello fancy yellow con a fianco due diamanti bianchi taglio brilante

Recarlo ricorda che in natura solo un diamante su 10.000 può essere definito fancy. Proprio per questo i diamanti colorati sono considerati anche una forma di investimento e raggiungono quotazioni stratosferiche alle aste. I diamanti in questo caso sono utilizzati per una serie di anelli con solitari con diversa forma e caratura, ma sempre con gemme del peso superiore a 1 carato. I rebbi utilizzati per fermare il diamante hanno la particolarità di essere in oro giallo, per dare continuità all’incassatura, mentre il resto della montatura è in oro bianco. I diamanti sono proposti in diversi tagli: navette, cuscino, goccia e ovale, che enfatizzano il colore delle gemme.

Anello con diamante giallo taglio pera
Anello con diamante giallo taglio pera
Anello con diamante giallo taglio marquise
Anello con diamante giallo taglio marquise
Anello con diamante giallo taglio cuscino
Anello con diamante giallo taglio cuscino

Anello con diamante giallo taglio ovale
Anello con diamante giallo taglio ovale







Boucheron decuplica all’asta di Cambi




Non è frequente che un gioiello sia acquistato dieci volte il prezzo di partenza a un’asta. È accaduto con il bracciale con diamanti taglio carrè e brillante, smalto nero, smeraldi, rubini e zaffiri taglio cabochon firmato Boucheron Paris, messo in vendita dalla casa d’aste milanese Cambi. Il gioiello è partito da una stima di 35.000 – 45.000 euro, ma è stato venduto per 496.000 euro, al telefono, da un compratore dagli Stati Uniti. Segno che alle aste si possono trovare gioielli a prezzi che, perlomeno secondo l’acquirente, sono parecchio sottovalutati rispetto al valore reale.

Diamante taglio smeraldo di 4.06 carati, colore G, VVS2
Diamante taglio smeraldo di 4.06 carati, colore G, VVS2

Cambi Casa d’Aste ha concluso tre giornate di vendite all’incanto che comprendevano gioielli, monete e vini, divisi in sei tornate. Il venduto totale è stato di 2.830.000 euro. L’asta Fine Jewels, in particolare, ha registrato un fatturato di 2.122.000 euro, con il 115% del venduto per valore. Tra gli altri preziosi andati in asta vale la pena citare il diamante taglio smeraldo di 4,06 carati, venduto a 77.500 euro (da una stima di 45.000-55.000) e il diamante taglio smeraldo di 6,21 carati venduto a 112.500 euro (stima 50.000-70.000). Successo anche per il dipartimento di Numismatica diretto da Paolo Crippa, che ha totalizzato 225% venduto per valore con il 90% di lotti aggiudicati. Top lot la medaglia d’oro per l’Incoronazione del 1878 di Umberto I, venduta a 39.000 euro.

Anello con smeraldo colombiano di 10 carati
Anello con smeraldo colombiano di 10 carati
Collana girocollo con 13 smeraldi della Colombia per 46 carati e diamanti
Collana girocollo con 13 smeraldi della Colombia per 46 carati e diamanti
Medaglia d'oro per l’Incoronazione del 1878 di Umberto I
Medaglia d’oro per l’Incoronazione del 1878 di Umberto I

Bracciale con diamanti taglio carrè e brillante, smalto nero, smeraldi, rubini e zaffiri taglio cabochon firmato Boucheron
Bracciale con diamanti taglio carrè e brillante, smalto nero, smeraldi, rubini e zaffiri taglio cabochon firmato Boucheron







L’alta gioielleria di Harakh




Diamanti e non solo nelle collezioni di Harakh, un nuovo marchio di alta gioielleria ♦︎

C’è un nuovo marchio di alta gioielleria in America. Si chiama Harakh e, per la verità, è nuovo solo per gli Stati Uniti, perché a Bombay lo conoscono dal 2017. Il nome è quello del suo fondatore, Harakh Mehta, che rappresenta la quarta generazione di una famiglia di gioiellieri. Ma in India la parola Harakh ha anche il significato di gioia: che è anche quella di chi può permettersi di acquistare un gioiello della Maison, che ha prezzi che oscillano tra 20.000 e 100.000 dollari. Tra le ultime creazioni della Maison c’è, per esempio, un set di diamanti de 150 carati, realizzato appositamente per celebrare il 150° anniversario del luxury department Bloomingdales a New York.

Orecchini a cerchio in oro bianco e diamanti
Orecchini a cerchio in oro bianco e diamanti

no uno dei punti forti dei gioielli di Harakh, anche perché l’attività di gioielliere arriva dopo quella di commerciante di pietre preziose, e anche grazie agli studi al Gemological Institute of America. Utilizza solo diamanti classificati D, E o F e chiarezza VS / VVS e IF. Ogni pezzo è creato a mano dai 15 artigiani che lavorano con antiche tecniche di gioielleria. Ma questo non impedisce un controllo qualità particolarmente attento anche all’utilizzo e al piacere di indossare anelli, bracciali e orecchini. Come nella collezione Cascade, che è realizzata con un tripudio di pietre. Le forme dei gioielli sono moderne, ma in alcuni casi riprendono le tradizionali figure indiane, come l’elefante o il pavone.

Collana con diamanti bianchi su oro bianco
Collana con diamanti bianchi su oro bianco
Collana con pendente in oro giallo e diamanti bianchi
Collana con pendente in oro giallo e diamanti bianchi
Anello Frangipani in oro bianco e rosa, diamanti
Anello Frangipani in oro bianco e rosa, diamanti
Orecchini Haveli in oro bianco e diamanti
Orecchini Haveli in oro bianco e diamanti
Orecchini Peacock in oro bianco e diamanti
Orecchini Peacock in oro bianco e diamanti

Orecchini Haveli in oro bianco e diamanti
Orecchini Haveli in oro bianco e diamanti

Colorless Diamond Bypass Ring in 18K White Gold
Anello in oro bianco 18 carati e diamanti







Gilberto Cassola, la tradizione è una bandiera




I gioielli di Gilberto Cassola, Maison di Valenza appena approdata sulla piattaforma 1stdibs  ♦︎

È possibile, nel 2017, esercitare la professione di artigiano della gioielleria, ad alto livello, senza essere schiacciati tra le grandi marche che propongono bijoux di massa e famose Maison che godono di fama eterna? Gilberto Cassola & C, piccola azienda di Valenza, tenta di dimostrare che esiste anche un modo diverso per fare gioielleria. La Fabbrica Gioielleria Gilberto Cassola & è stata fondata nel 1965 a Valenza (Alessandria, patria dell’alta gioielleria italiana) dall’omonimo gioielliere.Che è ancora in attività, ma affiancato dal figlio, Graziano Cassola, che gira il mondo per proporre gioielli in oro con diamanti e pietre preziose di altissima qualità e design.

Bracciale in oro con perle Akoya, rubini e diamanti
Bracciale in oro con perle Akoya, rubini e diamanti

In particolare, la Maison piemontese sembra specializzata nel costruire raffinati gioielli con pavé di pietre. Che formano, in qualche caso, dei disegni, anche quelli delle bandiere nazionali. La produzione, come detto, rimane artigianale, nel laboratorio della cittadina piemontese. Ma l’azienda non si limita a proporre i propri pezzi: lavora anche su commissione per singoli gioielli o per intere collezioni, oltre a vendere i gioielli sulla piattaforma online 1stdibs.

Anello in oro con diamanti bianchi e neri
Anello in oro con diamanti bianchi e neri
Anello a forma di serpente in oro bianco, rubini, smeraldo, diamanti
Anello a forma di serpente in oro bianco, rubini, smeraldo, diamanti
Anello a forma di fiore con diamanti bianchi e neri
Anello a forma di fiore con diamanti bianchi e neri
Spilla a forma di coccinella in oro, smalto, diamanti
Spilla a forma di coccinella in oro, smalto, diamanti
Anello in oro, rubini, diamanti e zaffiri con la bandiera britannica
Anello in oro, rubini, diamanti e zaffiri con la bandiera britannica






Che cosa fa Fa Gioielli con Alliori




Fa Gioielli, dalla famiglia Alliori i traguardi della tradizione di Valenza uniti al piacere di innovare ♦

La famiglia Alliori, di Valenza, ha due fortune. La prima è quella di essere proprietaria di un’ottima azienda, Fa Gioielli, nata nel 1960 su iniziativa di Mario Alliori, La seconda è di avere in casa la designer, Alessandra Alliori, che continua la tradizione con le collezioni a marchio Alliori.  I gioielli a marchio Alliori sono venduti in 27 Paesi del mondo, in Europa e negli Stati Uniti. I gioielli sono realizzati in oro rosso 18 carati, con diamanti bianchi o brown incastonati.

Anelli in oro bianco con diamanti e zaffiri
Anelli in oro bianco con diamanti e zaffiri

Una vita da globetrotter che serve a dare linfa al business dell’azienda, ma non limita la creatività, in buona parte modulata attorno all’utilizzo delle pietre preziose e semi preziose colorate, dagli smeraldi alle tormaline, a cui si sommano i classici della gioielleria, cioè oro e diamanti. Ma in più Alessandra Alliori cerca di esplorare nuove zone dell’universo del design.

Anello in oro bianco con topazio e diamanti
Anello in oro bianco con topazio e diamanti
Anelli in oro rosa con diamanti e ametista
Anelli in oro rosa con diamanti e ametista
Anello in oro rosa con topazio
Anello in oro rosa con topazio
Anelli a banda in oro rosa, diamanti e smalto
Anelli a banda in oro rosa, diamanti e smalto

Bracciale in oro bianco con diamanti bianchi e neri
Bracciale in oro bianco con diamanti bianchi e neri

Anello in oro rosa con diamanti e smalti
Anello in oro rosa con diamanti e smalti







Il Firmamento di Crieri




Il firmamento, cioè la volta celeste- Un termine romantico per descrivere quello che per gli adtronomi è semplicemente lo spazio stellare. E anche il nome utilizzato da Crieri per una collezione che alle stelle si ispira, ma con l’obiettivo di creare gioielli capaci di simboleggiare un pezzo di cielo notturno. La collezione Firmamento è composta da collier, bracciali e anelli nello stile tennis, che è la specialità della Maison piemontese. Il motivo tennis è però reinterpretato con oro 18 carati bianco, rosa o brunito. Le stelle che brillano sono diamanti bianchi (su oro bianco), brown (su oro rosa) o neri (per i gioielli in oro brunito).

Anello in oro bianco e diamanti bianchi
Anello in oro bianco e diamanti bianchi

I diamanti sono incastonati sulla superficie tennis alternando gemme di maggiore caratura superiore, taglio brillante, ad altri diamanti più piccoli. I bracciali sono proposti nelle varianti da uno a sette fili, in versione oro bianco con diamanti bianchi, in versione oro rosa con diamanti brown e bianchi e in versione oro brunito con diamanti neri e bianchi a contrasto. La collezione comprende anelli a tre, cinque o sette fili, anche in questo caso con l’abbinamento tra colore dell’oro e dei diamanti. E per ammirare questo firmamento non occorre nessun telescopio.

Anello in oro rosa e diamanti brown
Anello in oro rosa e diamanti brown
Anello in oro brunite e diamanti bianchi e neri
Anello in oro brunite e diamanti bianchi e neri
Anello in oro rosa e diamanti brown
Anello in oro rosa e diamanti brown a cinque cerchi
Bracciale in oro bianco e diamanti bianchi
Bracciale in oro bianco e diamanti bianchi

Bracciale in oro rosa e diamanti a tre fili
Bracciale in oro rosa e diamanti a tre fili

Bracciale in oro brunite e diamanti bianchi e neri
Bracciale in oro brunite e diamanti bianchi e neri







Dezso, il desiderio di Sara Beltrán




Invidiatela: Sara Beltrán, trascorre il suo tempo viaggiando tra il mare del Marocco, il Messico, la Croazia, l’Italia e la Grecia. Per riposarsi può scegliere tra le case di Parigi, New York e Jaipur, in India. Tra un aereo e l’altro, inventa gioielli per il suo brand, Dezso. Curiosamente, sul sito web della Maison si spiega il nome come traduzione dal latino della parola desiderio. In realtà in latino la parola desiderio è cupiditatem, mentre Dezso è un nome maschile in lingua ungherese che significa, appunto, Desiderio. Tra un viaggio e l’altro è facile confondersi, probabilmente.

Collana in stile hawaiano con turchesi e pinna di squalo
Collana in stile hawaiano con turchesi e pinna di squalo

La designer, in ogni caso, è del Texas, nata a El Paso e cresciuta in Messico. In questo Paese ha imparato ad amare il mare, fonte di ispirazione per i suoi gioielli. Tanto che per alcuni gioielli utilizza i denti di squalo. Anche se, per la verità, si tratta di una specie marina considerata in via di estinzione. Ma, naturalmente, non solo denti di squalo, ma anche diamanti polki, non tagliati, presentati nel loro stato naturale, secoli fa molto utilizzati in India. Insomma, un mix che riflette il moto perpetuo della designer.

Pendente in agata con granati gialli
Pendente in agata con granati gialli
Anello in oro rosa, diamanti e zaffiro
Anello in oro rosa, diamanti e zaffiro
Orecchini con conchiglia Mitra e berillo giallo
Orecchini con conchiglia Mitra e berillo giallo
Onyx and Diamond Ring
Anello con onice intagliato, oro e diamanti grigi
Orecchini con conchiglie e zaffiri
Orecchini con conchiglie e zaffiri
Corallo intagliato a forma di cavalluccio marino e sunstone
Corallo intagliato a forma di cavalluccio marino e sunstone







La Starlight Collection di Yoko London




Stelle che si trovano in fondo al mare. Potrebbero essere considerate così le perle del Mari del Sud utilizzate assieme ai diamanti per i nuovi anelli, collane e orecchini della Starlight Collection di Yoko London. Le perle, che si coltivano nell’acqua degli oceani, diventano le stelle al centro dei gioielli ispirati alle costellazioni che illuminano il cielo notturno. E come nelle costellazioni, la collezione presenta alcuni motivi geometrici: le sfere delle perle, che simboleggiano stelle e pianeti, si trovano accanto ai raggi che brillano dai diamanti, utilizzati spesso in motivi a rombi.

Anello moi et toi con perle e diamante
Anello moi et toi con perle e diamante

Oltre alle perle bianche, la collezione utilizza anche quelle nere di Tahiti. Gli anelli sono proposti nella versione moi et toi, con perle alternate a diamanti bianchi. La Maison Yoko London è specializzata in gioielli di perle e ha appena aperto a Londra un grande store. L’azienda è stata fondata nel 1973 dalla famiglia Hakimian e ha scelto di utilizzare solo perle naturali, della migliore qualità.

Anello in oro, diamanti e perla della Starlight collection
Anello in oro, diamanti e perla della Starlight collection
Collana con perla di Tahiti e diamanti
Collana con perla di Tahiti e diamanti
Collana con perla del Mari del Sud e diamanti
Collana con perla del Mari del Sud e diamanti
Orecchini con perle e diamanti
Orecchini con perle e diamanti

Collezione Starlight indossata
Collezione Starlight indossata







I gioielli buoni di Brilliant Earth





Se vi siete accorti che tra i gioiellieri è in corso una gara a chi è più rispettoso dell’ambiente e utilizza principi etici nell’approvvigionamento di oro e gemme, sappiate che c’è anche chi ci ha pensato prima degli altri. Brilliant Earth, con sede a San Francisco, vende gioielli e anche singole gemme, naturali o di laboratorio che garantisce siano di provenienza etica. E dato che negli anni il trend della gioielleria sostenibile e sensibile all’ambiente ha iniziato a fare presa sul grande pubblico, nel 2021 la società ha deciso anche di quotarsi a Wall Street.

Anello in oro giallo e diamante taglio brillante
Anello in oro giallo e diamante taglio brillante

Brilliant Earth è stata fondata nel 2005 da Beth Gerstein ed Eric Grossberg. Secondo molti, l’esempio dell’azienda californiana ha spinto molti altri gioiellieri a imitarne la filosofia. Brilliant Earth utilizza diamanti naturali che provengono dalle miniere di Diavik ed Ekati, in Canada, dalla Namibia e dal Botswana. Gli zaffiri, invece, arrivano dall’Australia o dal Malawi. Oro, argento e platino sono riciclati oppure da cooperative che soddisfano gli standard stabiliti dall’Alliance for Responsible Mining. Inoltre, sono Certified Carbonfree Business Partner e utilizzano legno certificato sostenibile anche per le scatole delle confezioni di gioielli. Ovviamente l’azienda è certificata dal Responsible Jewellery Council e, come se non bastasse, utilizza una piattaforma di blockchain per garantire la tracciabilità delle gemme.

Orecchini in oro bianco e topazio blu
Orecchini in oro bianco e topazio blu

L’elenco delle buone azioni comprende anche il finanziamento di una scuola mobile a Lungudi, nella Repubblica Democratica del Congo, e la collaborazione con Rainforest Alliance, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro. Ah, già, e i gioielli? Sono piuttosto tradizionali. Attraverso il sito internet è possibile anche creare un anello scegliendo il tipo di impostazione, forma e qualità del diamante. Anche questo è un atto di bontà (per chi acquista).

Anello in oro bianco e diamanti Petite Twiste Vine
Anello in oro bianco e diamanti Petite Twiste Vine
Anello Lunette Luxe in oro bianco e diamanti
Anello Lunette Luxe in oro bianco e diamanti
Orecchini con acquamarina e diamanti
Orecchini con acquamarina e diamanti
Anello in oro bianco con diamante ovale
Anello in oro bianco con diamante ovale






La sfida dei diamanti blu





Sfide a colori per gli appassionati di diamanti (e gli investitori). Dopo i diamanti rosa da record, si preannuncia una nuova asta centrata però su una diversa sfumatura, il blu. Questa volta è Sotheby’s a presentare un gruppo di otto diamanti fancy blue, che sono stati valutati complessivamente oltre 70 milioni di dollari. I diamanti saranno i protagonisti di diverse aste di Magnificent Jewels, quest’inverno e la prossima primavera. Il nome conferito a queste gemme, The De Beers Exceptional Blue Collection, ne indica la provenienza: l’azienda specializzata nelle pietre “amiche delle donne”.

Benoit Repellin, responsabile dell'asta Magnificent Jewels di Sotheby's a Ginevra
Benoit Repellin, responsabile dell’asta Magnificent Jewels di Sotheby’s a Ginevra

Gli otto diamanti hanno diverse forme e pesi: ne fanno parte un diamante taglio brillante ovale da 1,22 carati, uno taglio a gradino da 11,29 carati, per un peso totale di 32,09 carati tra loro. Tre diamanti saranno offerti quest’anno: un fancy blue da 5,53 carati all’asta in programma a Ginevra il 9 novembre, un diamante da 3,24 carati e uno da 2,08 carati a New York il 7 dicembre. De Beers e Diacore hanno pagato un totale di 40,36 milioni di dollari per cinque diamanti blu grezzi della miniera di Cullinan del peso di 85,62 carati a novembre 2020. In quasi due anni, Diacore ha tagliato e lucidato le cinque pietre grezze per creare gli otto diamanti blu della collezione che Sotheby’s presenta ora.
La valutazione dei diamanti di questo tipo è abbastanza difficile. Basti pensare che quello da 11,29 ha una stima compresa tra 28 e 50 milioni di dollari.

La miniera di diamanti Cullinan
La miniera di diamanti Cullinan

The De Beers Exceptional Blue Collection
The De Beers Exceptional Blue Collection







Che cosa è una zirconia cubica?




Cubic zirconia o zirconia cubica: questa pietra è usata spesso in gioielleria. Ma pochi sanno che cosa è davvero  una cubic zirconia. Per esempio, da che cosa è composta una cubic zirconia? È molto diversa da un diamante? Quali sono le differenze? Le risposte sono note a (quasi tutti) quelli che si occupano di gioielli. Ma, se state leggendo questo articolo, è perché volete sapere esattamente quali sono le caratteristiche di una cubic zirconia che, forse, è montata su un anello o un paio di orecchini che state indossando.

Anello in metallo placcato con cubic zirconia
Anello in metallo placcato con cubic zirconia by Stroili

Attenti alla definzione

Prima di spiegare che cosa è, davvero, una cubic zirconia occorre chiarire un equivoco. Spesso le aziende di gioielleria propongono anelli, collane, orecchini o bracciali “con zirconi”. Ebbene, sappiate che nel 99,9% dei casi non è vero. Lo zircone, infatti, è una pietra naturale piuttosto rara e costosa (leggi anche: Diamanti o cubic zirconia?). Una cubic zirconia, invece, è una pietra artificiale. Quindi, fate attenzione quando leggete che un gioiello è composto con zirconi, probabilmente non è vero. Fateci caso: chi usa questo stratagemma di marketing propone i falsi “zirconi” con metalli come l’acciaio o l’argento, difficilmente con l’oro a 18 carati. A proposito, a volte la cubic zirconia è indicata solo con la sigla usata in chimica, CZ.

Anello in argento placcato oro e cubic zirconia
Anello in argento e cubic zirconia di PdPaola

Che cosa è una cubic zirconia?

In breve la risposta è: si tratta (quasi sempre) di una pietra artificiale, prodotta in una fabbrica. Anche se apparentemente assomiglia a un diamante, una cubic zirconia è composta da biossido di zirconio e non da carbonio come le gemme naturali. In natura, per la verità, sono stati individuati grani microscopici di cubic zirconia naturali: non sono di certo quelli utilizzati comunemente in gioielleria.

Orecchini a cerchio in argento e zirconia cubica colorata
Orecchini a cerchio in argento e zirconia cubica colorata di Rosato

Qual è la differenza con i diamanti di laboratorio?

Come abbiamo spiegato, la cubic zirconia è composta da biossido di zirconio. I diamanti creati in laboratorio, artificiali, sono composti da carbonio, come i diamanti che si trovano in natura. Per saperne di più leggete anche: Che cosa sono i diamanti di laboratorio?

Anello Champs Elysées in argento e cubic zirconia
Anello Champs Elysées in argento e cubic zirconia di Aliviero Martini 1A Classe

Quali sono le caratteristiche di una zirconia cubica?

La caratteristica principale, che è la chiave del successo della cubic zirconia, è la somiglianza con il diamante. Ma non ha le medesime proprietà. Per esempio, se si guarda la superficie inferiore di un diamante, si può notare un riflesso arcobaleno. Le cubic zirconia, invece, si limitano a un riflesso arancione e blu a causa di un differente indice di rifrazione. Se esposta ai raggi UV a onde corte una zirconia cubica emette una fluorescenza che tende al giallo, giallo verdastro o beige. Un’altra caratteristica riguarda la durezza. La zirconia cubica è a 8–8,5 sulla scala di Mohs, quindi è un po’ più dura della maggior parte delle gemme naturali semipreziose, anche se meno del diamante, che è a 10. Eppure la cubic zirconia è considerata fragile, si rompe facilmente.

Anello a fascia placcato oro rosa con cubic zirconia
Anello a fascia placcato oro rosa con cubic zirconia di Bronzallure

Come si produce una zirconia cubica?

Il metodo più utilizzato è quello chiamato fusione a cranio. Nessuno viene decapitato: si chiama così per la forma del crogiolo utilizzato che assimiglia a un cranio, circondato da bobine di rame attivate a radiofrequenza. È un sistema brevettato da Josep F. Wenckus nel 1997: consiste nello scaldare il materiale di base a temperature di oltre 3000 gradi. Con questo metodo, però, è difficile prevedere la dimensione dei cristalli prodotti a non si può controllare il processo di cristallizzazione. Per migliorare il risultato sono state introdotte diverse tecniche, tra cui rivestire la zirconia cubica finita con un film di carbonio, simile al diamante, con un processo che utilizza la deposizione chimica da vapore. Oppure qualcuno spruzza sottovuoto uno strato estremamente sottile di un metallo prezioso (come l’oro), che crea un effetto iridescente. L’effetto però non è duraturo. L’inizio della produzione commerciale della cubic zirconia è avvenuta nel 1976. Ma non è l’unica pietra artificiale a essere usata al posto del diamante. Di recente, infatti, si è diffusa la moissanite sintetica, dalle caratteristiche simili.

Collana in argento con cubic zirconia
Collana in argento con cubic zirconia di Gerardo Sacco

Come si distingue da un diamante?

Un esperto gemmologo può scoprire subito la differenza tra una zirconia cobica e un diamante. Per prima cosa, una pietra artificiale non ha inclusioni al suo interno, come spesso avviene per una gemma naturale. Inoltre, la zirconia cubica pesa molto di più del diamante. Ha una densità che è circa 1,7 volte quella della gemma naturale. Basta quindi confrontsre il peso di due pietre della stessa dimensione. Se fate cadere le pietre in un liquido e confrontate i tempi di discesa vedrete che il diamante affonderà più lentamente di una cubic zirconia, perché è più leggero. È diverso anche l’indice di rifrazione: la zirconia cubica lo ha di 2,15–2,18, rispetto a 2,42 della gemma naturale. Paradossalmente, inoltre, la cubic zirconia è più perfetta di un diamante: solo rarissime gemme naturali sono veramente incolori (con una classificazione D). La maggior parte dei diamanti ha una leggera sfumatura di giallo o marrone. Una zirconia cubica è spesso del tutto incolore: equivalente a una D del diamante. Esiste, però, anche le zirconia cubica colorata.

Anello in argento con zirconia cubica bianca
Anello in argento con zirconia cubica bianca di Pandora






 

Che cosa sono i diamanti di laboratorio?

Se ne parla da anni, ma molte persone ancora non hanno le idee chiare su che cosa sono le pietre chiamate diamanti creati in laboratorio, o semplicemente lab grown. Se siete alla ricerca di una descrizione veloce e sintetica dei diamanti prodotti artificialmente, eccoci qui. In sostanza, ci sono due metodi per produrre i diamanti artificiali, ma in tutti e due i casi le gemme sono identiche, da un punto di vista chimico, alle pietre naturali. Ma la somiglianza finisce qui.

Synthesis diamond con taglio a pera
Synthesis diamond con taglio a pera, pietra creata in laboratorio

Il nome dei diamanti

Ma, prima di tutto, come vanno chiamati questi diamanti? In lingue inglese la definizione lab grown è la più utilizzata, soprattutto dal marketing di chi produce o vende questi diamanti sintetici. L’idea che i diamanti crescano in laboratorio come dei pomodori in serra offre una visione più green del prodotto. E proprio sull’idea che i diamanti creati in laboratorio (ma in realtà si tratta di fabbriche, come per qualsiasi altro prodotto), siano più sostenibili è basata la comunicazione di chi li produce e li vende. Giusto? Sbagliato? Vediamo.

Diamante di laboratorio prodotto da Aether Diamonds
Diamante di laboratorio prodotto da Aether Diamonds

La sostenibilità

Un diamante naturale, creato 2 o 3 miliardi di anni fa dal movimento della crosta terrestre, è frutto dell’incredibile pressione provocata dallo spostamento dei continenti. I diamanti naturali, per questo, si trovano sotto il suolo. Per essere estratti, i diamanti devono essere cercati in profondità o attraverso grandi scavi in aree remote. Certo questa attività, seppure oggi sia ben controllata, non può essere definita sostenibile. Ma, per contro, non bisogna dimenticare che l’estrazione di diamanti naturali offre anche un sostentamento per migliaia di famiglie in zone povere, come l’Africa. Infine, qualsiasi smartphone che avete in tasca è il frutto dell’estrazione dalla terra di un gran numero di minerali e nessuno se ne scandalizza.

Un impianto di produzione di diamanti sintetici
Un impianto di produzione di diamanti sintetici

In ogni caso, è vero che i diamanti creati in laboratorio sono green? Dipende. Innanzitutto, per essere prodotti i diamanti artificiali hanno necessità di una enorme quantità di energia. In grande maggioranza questi diamanti sono prodotti in Cina e India, ma anche Stati Uniti e Israele e in molti Paesi le centrali a carbone rappresentano ancora la preponderante fonte di energia. Le emissioni causate dalla produzione di diamanti lab grown non possono essere considerati del tutto green. Inoltre, per produrre i diamanti sintetici occorrono poche persone e, quindi, il loro apporto positivo all’economia sociale è moto basso.

Ricerca di gemme in miniera
Ricerca di gemme in miniera

Come sono prodotti?

I diamanti che escono da un laboratorio sono prodotti utilizzando due metodi molto diversi: CVD (deposizione chimica da vapore) e HPHT (alta pressione ad alta temperatura). Attualmente il sistema CVD sembra prevalere e, secondo alcuni, offre anche un risultato migliore. Quindi, se volete comprare un gioiello con diamante sintetico, potete togliervi la curiosità di chiedere da quale tipo di fabbrica è stato prodotto. Tutti e due i metodi, però, usano la stessa materia base: il carbonio.

Il sistema HPHT

Il processo HPHT utilizza un catalizzatore metallico per dissolvere il carbonio. Questo processo ha uno svantaggio: qualche minuscolo frammento di metallo può entrare nel diamante e causare inclusioni visibili. Il carbonio utilizzato, infatti, viene pressato all’interno di un cubo di metallo, esposto a un immenso calore e pressione attraverso impulsi elettrici. In questo modo il carbonio si scompone e si cristallizza in un diamante. Ma minuscole tracce di metallo all’interno potrebbe rendere il diamante attratto da un magnete. Certo non sarebbe bello acquistare un anello con diamante e poi appenderlo alla porta del frigorifero (stiamo scherzando).

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

Il sistema CVD

Per produrre un diamante con il metodo CVD, un minuscolo frammento di diamante naturale è rinchiuso in una macchina. Qui è esposto a gas ricco di carbonio e portato a temperature estremamente elevate. Nel giro di poche settimane, il gas di carbonio si ionizza e le particelle si attaccano di minerale si incollano al diamante originale e poi si cristallizzano.

Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD
Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD

I diamanti di laboratorio sono uguali agli altri?

Da un punto di vista chimico i diamanti prodotti in laboratorio sono uguali a quelli estratti in una miniera. Sono, quindi, come qualsiasi oggetto prodotto in serie. I diamanti naturali, invece, hanno una imprevedibilità di colore, trasparenza e dimensione che, ovviamente, non è presente nei diamanti sintetici.

Punto luce di Lightbox
Punto luce con diamante di laboratorio Lightbox

I diamanti sintetici sono tutti uguali?

No, come per quelli naturali, anche i diamanti sintetici possono avere una qualità diversa. È solo da poco tempo, però, che i maggiori istituti hanno iniziato a classificarli. GIA e IGI, per esempio, li giudicano per taglio, colore e purezza, come per i diamanti naturali. Taglio eccellente, colore da D a F e purezza da VS2 a SI1 sono le categorie migliori.

Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro
Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro

Quanto costa un diamante sintetico?

Il prezzo di un diamanti creato in laboratorio è determinato da molti fattori. Il primo è la dimensione, poi dalle famose 4 C che servono a classificare tutti i diamanti. Fino a poco tempo fa le fabbriche di diamanti non riuscivano a produrre gemme grandi, oltre uno e due carati. Adesso è molto più comune e sono stati prodotti anche diamanti piuttosto grandi. Il prezzo, però, è molto più alto. In ogni caso, i diamanti lab grown costano meno di quelli naturali. Nel tempo, però, il loro prezzo diminuisce, quello dei diamanti naturali tende ad aumentare.

Leggi anche: https://gioiellis.com/it/il-futuro-dei-diamanti-di-laboratorio

Anello con diamanti di laboratorio
Anello con diamanti di laboratorio

Le caratteristiche

I diamanti da laboratorio sono duri e resistenti quanto i diamanti naturali: hanno un punteggio di 10, che è il massimo, sulla scala di Mohs. Anche su un gioiello brillano esattamente come gli altri. Quando acquistate un gioiello con diamante potete distinguere se è naturale o sintetico? No, anche per un gioielliere o un gemmologo è impossibile distinguere un diamante naturale da uno artificiale. Ci sono però laboratori con speciali attrezzature che possono identificare un diamante creato in laboratorio.

Orecchini lab-grown di Lightbox
Orecchini lab-grown di Lightbox






Il rarissimo diamante verde di Jennifer Lopez

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I diamanti verdi sono rarissimi e molto costosi. Perché hanno un segreto ♦︎

I diamanti colorati infiammano da molti anni le aste di Sotheby’s e Christie’s. Mentre un tempo i diamanti incolori, comunemente chiamati bianchi, erano le gemme più costose, ora sono i colori quelli che vengono pagati di più. I colori più apprezzati sono il giallo, il rosa e il blu. Più rari sono i diamanti rossi. Ma esistono anche diamanti di un altro colore, ancora più raro: sono quelli verdi. Rarissimi. Una delle poche donne ad avere un diamante verde nel cassetto (ma forse in cassaforte) è Jennifer Lopez, che lo ha ricevuto in regalo, montato su un anello.

L'anello con diamante verde di Jennifer Lopez
L’anello con diamante verde di Jennifer Lopez
L'anello con diamante verde ricevuto da Jennifer Lopez
L’anello con diamante verde ricevuto da Jennifer Lopez

Perché sono verdi. Il colore verde è estremamente raro nei diamanti anche perché si ritiene anche sia dovuto alla esposizione della pietra a materiali radioattivi. Ma niente paura: si possono indossare senza problemi. I diamanti verdi contenevano, millenni fa, piccole quantità di materiale come l’uranio o il torio. Ma con il tempo la radioattività è decaduta, cioè è cessata. In ogni caso queste radiazioni sono penetrate nel vicino cristallo di diamante e ne hanno modificato il colore.

Anello con un raro diamante verde e diamanti bianchi
Anello in platino con un raro diamante verde e diamanti bianchi

Verde artificiale. Visto che i diamanti verdi sono il frutto delle radiazioni, perché non ripetere in laboratorio il processo? È, infatti, quello che fanno alcuni laboratori per produrre un colore verde nei diamanti. Le pietre sono lucidate e poi colpite con un fascio di elettroni a bassa energia. Con questo stesso sistema si producono diamanti gialli. Un altro metodo consiste nell’applicare un sottile strato di silice sulla superficie dei diamanti. Ma, attenzione: il rivestimento è molto sottile e può essere perso con la normale usura.

Aurora Green, venduto da Christie's per 16,8 milioni di dollari, record d'asta mondiale
Aurora Green, venduto da Christie’s per 16,8 milioni di dollari, record d’asta mondiale

Il più grande. Il diamante chiamato Verde di Dresda è quello più grande del mondo (40,72 carati) con questa tonalità. È conservato all’interno del castello di Dresda. L’anello che vedete in queste immagini, invece, è stato venduto per 1,8 milioni di dollari nella primavera del 2014. La sua valutazione è anche dovuta al fatto che il gioiello è firmato dal mitico designer Jar. Il diamante colorato calcareo montato sull’anello pesa 2.49 carati ed è incastonato su platino, circondato da diamanti incolori. Interessante anche ricordare la storia di questa pietra: una volta apparteneva a contessa Eliza Branicka Krasińska ed era montato sul suo anello di fidanzamento con il poeta romantico conte Zygmunt Krasinski, in Polonia. I due si sposarono nel 1843 e rimasero insieme fino alla morte del conte nel 1859.

Il Verde di Dresda, custodito nel castello della città
Il Verde di Dresda, custodito nel castello della città
Un raro diamante verde contornato da bianchi e fancy pink
Un raro diamante verde contornato da bianchi e fancy pink
Diamante verde montato su anello firmato Jar. Venduto per 1,8 milioni di dollari nel 2014
Diamante verde montato su anello firmato Jar. Venduto per 1,8 milioni di dollari nel 2014
Adaline, anello con diamante verde
Adaline, anello con diamante verde
 Eliza Branicka Krasińska
Eliza Branicka Krasińska
La scala delle tonalità dei diamanti verdi
La scala delle tonalità dei diamanti verdi






Mosaic cocktail con Antonini




Sono state parecchie le cose straordinarie accadute nel 2022: da avvenimenti riprovevoli, come la guerra in Ucraina, a momenti di commozione per la scomparsa di grandi personaggi, ma anche le nuove entusiasmanti immagini dallo spazio, la (quasi) fine del covid in molte aree del mondo, l’entusiasmo per la difesa dell’ambiente. Insomma, il mondo è straordinario, nel bene e nel male. E anche la gioielleria può essere straordinaria. Anzi, se si parla di Antonini Milano, Maison che ha fatto del design la sua bandiera, bisogna parlare di Extraordinaire, nome che il direttore creativo Sergio Antonini ha fornito alla sua linea di alta gioielleria.

Anello della linea Extraordinaire in oro satinato e diamanti neri
Anello della linea Extraordinaire in oro satinato e diamanti neri

Il 2022 vede aggiungersi due nuovi pezzi alla linea Extraordinaire. Si tratta di un anello Mosaic cocktail in oro con la tipica lavorazione satinata e una superficie concava, che è una forma classica di Antonini. La superficie superiore dell’anello è composta da un pavé di diamanti neri circondata da un bordo con diamanti bianchi. Un paio di orecchini dalla forma allungata, come foglie lanceolate curvate dal vento è composta con gli stessi materiali.

Orecchini della linea Extraordinaire in oro satinato e diamanti bianchi e neri
Orecchini della linea Extraordinaire in oro satinato e diamanti bianchi e neri

Da segnalare anche due nuovi pezzi della collezione Anniversary100 di fine jewelry. Si tratta di una collana a catena e di un paio di orecchini in cui l’oro si abbina a titanio nero, con un piacevole contrasto.

Orecchini in oro e titanio nero
Orecchini in oro e titanio nero

Collana in oro e titanio nero
Collana in oro e titanio nero







Il futuro dei diamanti di laboratorio




Come nello sport, nel mondo della gioielleria sono scese in campo due squadre. La prima detiene il primato in classifica e non intende cederlo. La seconda guadagna punti, ma è ancora lontana dalla vetta. I due team rivali sono quelli di chi utilizza diamanti naturali, creati da madre natura milioni di anni fa, e chi li produce artificialmente con raffinate macchine. Questi ultimi sono chiamati pudicamente diamanti lab grown, cioè cresciuti come fossero zucchine in serra. La realtà è diversa: i diamanti sintetici, del tutto uguali chimicamente a quelli naturali, sono prodotti con impianti produttivi perlopiù in Cina e India che sono, tra l’altro, parecchio energivori. Ma questo è un altro aspetto.

Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro
Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro

È un fatto che con la tecnologia sia diventata più semplice e meno costoso produrre i diamanti definiti lab grown. E la domanda che si pongono i gioiellieri, ma anche molti consumatori, è se le vendite di queste gemme sintetiche continuerà ad aumentare, come è avvenuto negli ultimi anni a partire dal 2018, quando è sceso in campo anche il produttore di diamanti naturali De Beers con il marchio Lightbox. Inoltre, un interrogativo riguarda il mercato dei gioielli con diamanti naturali: è destinato a perdere quote di mercato? A queste domande cerca di rispondere un analista specializzato, Paul Zimnisky, che ha pubblicato un’analisi riportata dal sito National Jeweler.

Punto luce di Lightbox
Punto luce con diamante di laboratorio Lightbox

L’analisi di Zimnisky è particolarmente interessante perché getta uno sguardo sui prossimi 10-15 anni. La prima considerazione dell’analista è che, come è ovvio, l’offerta di diamanti artificiali è illimitata. Basta produrli. E, visto il trend, la produzione di diamanti sintetici dovrebbe continuare a crescere fino ai 25 milioni di carati entro il 2030. Una grande quantità, ma molto meno dei diamanti naturali, che nel 2021 hanno raggiunto i 120 milioni di carati. L’aumento dell’offerta, unita alla spesso scarsa possibilità di valutazione delle pietre sintetiche, farà scendere ulteriormente il prezzo dei diamanti di laboratorio. L’analista porta un esempio: a metà 2018 un diamante generico da 1 carato, G VS1, coltivato in laboratorio è stato venduto al dettaglio per 3.625 dollari, rispetto a 6.600 per un diamante naturale della stessa dimensione e qualità. Ma oggi, un diamante sintetico delle stesse dimensioni e qualità è venduto per 1.615 dollari, mentre quello equivalente naturale è aumentato di valore a 6.705 dollari.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

Se ne deduce che i diamanti sintetici sono destinati, se il trend sarà confermato, a perdere di valore. Al contrario di quelli naturali. Ma sarebbe sbagliato ridurre tutto a una questione di prezzo. A pesare molto è il marchio di chi vende. Zimnisky porta come esempio un brand come Hèrmes: se vendesse un buon diamante sintetico, sarebbe percepito prima di tutto come gioiello di alta classe e poi come gemma non naturale. Questo ragionamento porta l’analista a una previsione: la maggior parte dei diamanti sintetici perderà valore. Ma ci sarà anche un ristretto numero di brand che potranno utilizzarli facendo leva sulla propria notorietà, a patto di scegliere gemme molto grandi e di ottima qualità. Insomma, il mercato dei gioielli sintetici potrebbe dividersi in due classi, normale e premium. Questi ultimi potranno essere competitivi con i diamanti naturali ma, naturalmente, saranno anche più costosi.

Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD di De Beers
Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD di De Beers

Un esempio di successo per i diamanti sintetici di qualità media è, per esempio, la recente linea Pandora Brilliance. Ma una carta da giocare per i produttori di gemme artificiali potrebbe essere la possibilità di personalizzare con forme inusuali le gemme, aspetto che permetterebbe di distinguersi dai prodotti naturali. La partita tra le due squadre durerà a lungo.

Rendering degli anelli della collezione Pandora Brilliance
Rendering degli anelli della collezione Pandora Brilliance







I gioielli Couture di Yeprem




Se pensate ancora che indossare un gioielli equivalga a infilare un anello al dito, indossare orecchini, sfoggiare una collana o circondare il polso con un bracciale, siete rimasti indietro. Il mondo corre e la gioielleria evolve, anche quella di alta gamma. Ne è una testimonianza Yeprem, Maison di alta gioielleria che da tempo ha intrapreso una nuova strada, come nella sua linea Couture. Accanto ai tradizionali gioielli, Yeprem propone composizioni di oro bianco e diamanti che abbracciano parti del corpo con forme ed effetto estetico inconsueto. Sono definiti come “gioielli per la mano” nel caso di pezzi destinati ad attraversare il dorso e a spuntare sul palmo.

Anello indossato della linea Couture in oro bianco e diamanti
Anello indossato della linea Couture in oro bianco e diamanti

Per quanto riguarda gli orecchini, anche Yeprem ha scelto di evolverli in una delle tante nuove fogge che hanno incontrato il favore del pubblico. E i bracciali non sono più solo un cerchio che si indossa alla fine del polso, ma gioielli che serpenteggiano attorno al braccio e alla mano, con una sorprendente autonomia. I gioielli, inoltre, aumentano la sensazione di movimento grazie alla duplice scelta di taglio dei diamanti, brillante e marquise.

Bracciale in oro bianco e diamanti
Bracciale in oro bianco e diamanti
Collana in oro bianco e diamanti
Collana in oro bianco e diamanti
Gioiello per la mano, indossato
Gioiello per la mano, indossato
Orecchini in oro bianco e diamanti della linea Couture
Orecchini in oro bianco e diamanti della linea Couture
Anello in oro bianco, diamanti, perla
Anello indossato in oro bianco, diamanti, perla

Orecchino indossato della linea Couture di Yeprem
Orecchino indossato della linea Couture di Yeprem







I gioielli interattivi di Fortitudo Diamond




I diamanti sono per sempre, perlomeno nel vostro smartphone. L’idea di abbinare emozioni e ricordi alla gemma più amata dalle donne torna in auge sulle ali di una start-up che ha il privilegio di partire non da un garage, ma da via Monte Napoleone, il cuore dello shopping di lusso a Milano. L’idea di Fortitudo Diamond, società nata nel 2018 e che ha sviluppato l’innovazione chiamata Rem, consiste nel combinare una registrazione di video o foto tramite una app con il gioiello. Avvicinando lo smartphone al bracciale o al pendente di una collana si possono vedere sullo smartphone immagini o ascoltare suoni registrati in precedenza, per esempio da chi ha regalato il gioiello. Un biglietto di accompagnamento digitale, insomma.

Collana in oro rosa e malachite
Collana in oro rosa e malachite

Rem, infatti, è una sigla che sta per Relive Emotional Moments. L’idea della società, che è guidata da Nicola Rossi, manager che ha alle spalle una esperienza con Diamond Love Bond, azienda che per un certo periodo ha venduto diamanti tramite Ubi banca, è quella di aumentare l’impressione emotiva legata all’acquisto o al regalo di un gioiello. Bracciali e collane sono realizzate in argento oppure oro, con l’aggiunta di pietre semi preziose come l’opale, malachite o madreperla. E, probabilmente, con all’interno un minuscolo chip Rtf capace di connettersi con la app di Rem che attiva il messaggio digitale.

Bracciale in argento e opale
Bracciale in argento e opale
Collana in argento e opale
Collana in argento e opale
Bracciale in oro rosa e madreperla
Bracciale in oro rosa e madreperla

Avvicinando lo smartphone al gioiello si attiva la app
Avvicinando lo smartphone al gioiello si attiva la app







Anello Tiffany, mystery setting e trilogy




Le tre tecniche della gioielleria che dovete assolutamente sapere se non volete fare brutte figure. La prima è… ♦

Ci sono gioielli che hanno segnato un’epoca. Che sono stati copiati, imitati, e resi famosi da personaggi famosi. Insomma, pietre miliari della storia della gioielleria che bisogna assolutamente conoscere. Sono quei gioielli che sono stati realizzati con una tecnica o una forma che si deve conoscere, se non volete fare figuracce. Tra le tante tappe della gioielleria ne abbiamo selezionate tre.

1 La montatura Tiffany

Inventata nel 1866 da Charles Tiffany e dalla sua squadra di gemmologi, divenne ben presto uno standard industriale per gli anelli di fidanzamento: sei punte di platino (griffe) che come artigli spuntano dalla base dell’anello e lo sostengono in maniera quasi invisibile in modo da riflettere il massimo della luce. L’alternativa tradizionale, che è ancora utilizzata, è l’anello con quattro griffe. Le sei griffe, però, possono essere più piccole e sottili, in modo da far risaltare la pietra e bloccarla in modo più accurato. Semplice, ma geniale.

Disegno montatura Tiffany anello con diamante
Disegno montatura Tiffany anello con diamante
Anello con solitario montato a griffe Tiffany
Anello con solitario montato a griffe Tiffany

2 La montatura invisibile (mystery setting)

Brevettata da Van Cleef & Arperls nel 1933, consiste nel tagliare dei piccoli solchi paralleli lungo le cinture delle pietre verso il basso e porle una a una, su una rete di oro o platino. In pratica, è la gemma stessa a essere inserita in questa struttura e a tenere ferma la pietra vicina, con un gioco a incastro che può valere anche 300 ore di lavoro per una spilla. Il sistema è utilizzato principalmente per rubini e zaffiri, mentre lo smeraldo con le sue inclusioni rende alquanto rischiosa questa operazione perché potrebbe disintegrarsi se tagliato male. Solo nel 1990 è stato sviluppato questo setting anche per i diamanti. Ma le tecniche avanzate di oggi con la modellazione software rendono economicamente proibitiva questa lavorazione, non solo per il costo della mano d’opera, ma anche per l’eccessivo materiale di scarto. Nonostante questo, lo stile mystery setting è utilizzato ancora da maestri della gioielleria, come Jar.

Bracciale con rubini e diamanti con tecnica mystery setting di Van Cleef & Arpels
Bracciale con rubini e diamanti con tecnica mystery setting di Van Cleef & Arpels
Mistery
Spilla Van Cleef & Arpels, zaffiri Mistery setting e pavé di diamanti rotondi

3 L’anello Trilogy

In questo caso non si tratta di un brevetto o una di tecnica speciale, ma di una delle campagne di marketing più riuscite del settore: i tre diamanti montati a griffe o incastonati su una fede non erano certo una novità, ma nel 1990 De Beers li ha proposti con campagna pubblicitaria ideata dall’agenzia americana J.W. Thompson. Lo slogan era: «presente, passato, futuro», declinato in circa 2000 filmati pubblicitari ed è rimasto nella mente dei consumatori, tanto da spingere tutti i gioiellieri del segmento sposa a tenere nel proprio catalogo un modello simile.

Anello trilogy di De Beers
Anello trilogy di De Beers

Anello trilogy in oro bianco e diamanti
Anello trilogy in oro bianco e diamanti di Damiani







Guida al taglio delle pietre preziose




Veloce guida ai tagli delle pietre, diamanti inclusi. Imparate a che cosa corrispondono i tagli baguette, marquise, brillante e… ♦

Brillante, marquise, briolette… Diamanti, smeraldi o rubini e tutte le altre gemme possono essere tagliati in molti modi differenti. E non è facile ottenere una pietra tagliata perfettamente, che ne valorizzi colore e brillantezza. Ma quante volte vi capita di legge la descrizione di un gioiello e di non sapere con esattezza il significato delle differenti forme che assume una gemma su anelli o collane? Ecco una piccola guida tra i diversi tagli delle pietre preziose.

Baguette. È un tipo di diventato popolare durante il periodo Art Deco: in sostanza, è una variante del taglio smeraldo. La baguette, cioè la bacchetta, ricorda il tipico pane francese: è lunga e rettangolare, con angoli ottagonali e 14 sfaccettature. Può creare effetti davvero sorprendenti e aggiunge un carattere forte al gioiello. Ma è anche un taglio che non è facile da utilizzare in gioielleria. Spesso il taglio baguette è utilizzato assieme a pietre con altre forme. Per esempio, un diamante tagliato baguette può accompagnare altre gemme con volumi differenti.

Taglio a baguette
Taglio a baguette
Pietra con taglio a baguette
Pietra con taglio a baguette
Galleria Leysen, orecchini in oro bianco, smeraldi colombiani e diamanti baguette
Galleria Leysen, orecchini in oro bianco, smeraldi colombiani e diamanti baguette

Brillante o rotondo. Il taglio brillante è la forma più diffusa per i diamanti, anche perché esalta la capacità di diffrazione della pietra, aumentandone la luminosità. Il taglio brillante (round, rotondo, in inglese) rappresenta fino al 75 per cento dei diamanti venduti. Questo taglio è piuttosto recente: è stato codificato solo all’inizio del secolo scorso e presenta 58 sfaccettature. La corona è l’area che sta in alto, la cintura è la circonferenza, la più larga. Questo taglio non è facile da realizzare, ma di sicuro è quello che offre la maggiore valorizzazione di un diamante rispetto al suo peso.

Taglio brilllante
Taglio brilllante
Orecchini in oro bianco, con diamante taglio brillante da 15 carati e due perle naturali di 13 millimetri
Orecchini in oro bianco, con diamante taglio brillante da 15 carati e due perle naturali di 13 millimetri
Anello della collezione Melody of Diamonds di de Grisogono. Un brillante, due diamanti a pera, 268 diamanti su oro bianco
Anello della collezione Melody of Diamonds di de Grisogono. Un brillante, due diamanti a pera, 268 diamanti su oro bianco

Briolette. Il taglio briolette è tra i più conosciuti ed è spesso utilizzato per realizzare pendenti per collane o orecchini. Questo taglio ha essenzialmente la forma di una goccia, ma sfaccettata. In realtà ci sono quattro varianti della forma a goccia: il più famoso ha le sfaccettature composte da rombi. Ma si trovano anche il taglio a goccia più accentuato, a oliva, a palla: pendenti che assumono la forma indicata dal nome.

Taglio briolette
Taglio briolette
Pendente con diamante taglio briolette
Pendente con diamante taglio briolette

Ovale. È una forma molto semplice e regolare. Per questo motivo si ritiene comunemente sia anche uno dei tagli più antichi di presentare un diamante. Invece, non è così: questo taglio per le gemme è stato sperimentato solo dal 1960. Un diamante tagliato con forma ovale ha design uniforme e simmetrico e presenta 56 sfaccettature. Come il taglio marquise è, in sostanza, una variante del taglio a brillante. Il vantaggio è che la forma allungata fa sembrare più grande la pietra rispetto al taglio perfettamente circolare.

Taglio ovale
Taglio ovale
Lenti Villasco, anello in oro bianco e diamante
Lenti Villasco, anello in oro bianco e diamante ovale
Anello con smeraldo colombiano taglio ovale e diamanti
Anello con smeraldo colombiano taglio ovale e diamanti

Cuore. Il taglio a cuore è, in sostanza, una forma a pera con una piega verso l’interno sul lato superiore. Come è facile immaginare, è utilizzato per sottolineare l’aspetto romantico, ma non è molto facile da realizzare: richiede di solito pietre piuttosto larghe e molta lavorazione. Ma c’è anche chi, come l’italiana Recarlo, utilizza spesso diamanti a forma di cuore anche di piccole dimensione e ne ha fatto un aspetto distintivo. Per le pietre più grandi, però, la forma a cuore è di solito più costosa in proporzione ai carati.

Taglio a cuore
Taglio a cuore
Orecchini con diamante taglio a cuore
Orecchini con diamante taglio a cuore
Orecchini con zaffiri tagliati a cuore e diamanti
Orecchini con zaffiri tagliati a cuore e diamanti

Asscher. Prende il nome dalla Asscher, società di Amsterdam specializzata nel commercio dei diamanti fondata nel 1854 dalla omonima famiglia (è responsabile del taglio di alcuni dei diamanti più famosi al mondo, tra cui due dei tre diamanti più grandi mai trovati). Nel 1902 Joseph Asscher progettò e brevettò il suo omonimo taglio originale Asscher. L’idea era combinare il taglio smeraldo con il taglio rotondo, in una forma caratterizzata da estrema simmetria e angoli drammaticamente-tagliati. Come il taglio smeraldo, ha necessità di pietre senza inclusioni e molto chiare.

Taglio Asscher
Taglio Asscher
Anello con grande diamante taglio Asscher firmato David Morris
Anello con grande diamante taglio Asscher firmato David Morris
Anello con diamante asscher giallo contornato da diamanti biancbi taglio a pera
Anello con diamante Asscher giallo contornato da diamanti biancbi taglio a pera

Cuscino. È facile imbattersi nel cushion-cut su gioielli antichi: è, infatti, la forma più tradizionale, un aggiornamento del cosiddetto taglio Old Mine del 18esimo secolo. Come indica il nome, è un taglio a forma di cuscino con 58 sfaccettature. Gli angoli sono arrotondati e le sfaccettature tipicamente più grandi del taglio brillante. Ma richiede pietre molto pure, di prima qualità.

Taglio cuscino
Taglio cuscino
Diamante fancy intense blue con taglio a cuscino
Diamante fancy intense blue con taglio a cuscino
Anello con diamante fancy intense yellow e diamanti incolori
Anello con diamante fancy intense yellow e diamanti incolori

Marquise. Pochi sanno perché questa forma si chiama così: secondo la leggenda questo taglio ha invece una storia piccante. Sarebbe stato inventato alla corte del re di Francia: Luigi XIV lo commissionò, pare, per abbinare la pietra a Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour, sua amante. Il taglio è una forma allungata che arriva a un punto a entrambe le estremità, con lati leggermente arrotondati. Come il taglio ovale, il taglio marquise esalta l’impatto visivo della pietra, che appare più grande di tagli rotondi dello stesso peso in carati.

Taglio marquise
Taglio marquise
Anello con diamante taglio marquise di 4,61 carati, colore D, chiarezza VVS
Anello con diamante taglio marquise di 4,61 carati, colore D, chiarezza VVS
Chanel, anello con diamante taglio marquise e zaffiri
Chanel, anello con diamante taglio marquise e zaffiri

Pera. Fai un mix del taglio ovale con il taglio marquise ed ecco che il risultato è la forma a pera. Come indica il nome, la forma è simile a quella del frutto ed è molto utilizzata in gioielleria, anche perché ha il vantaggio di esaltare la luce nei diamanti e di aggiungere un pizzico di asimmetria al design. Un diamante con taglio a pera ha 58 sfaccettature: la asimmetria è proprio uno degli aspetti più apprezzati da molti gioiellieri, che utilizzano la forma a pera per anelli come alternativa al classico taglio rotondo. Ma questa forma è molto utilizzata anche per i pendenti.

Taglio a pera
Taglio a pera
Orecchini con diamanti taglio pera
Orecchini con diamanti taglio pera
Anello con due diamanti, fancy vivid blue e bianco taglio pera, circa 2 carati l'uno, con diamanti baguette ai lati, montati su platino
Anello con due diamanti, fancy vivid blue e bianco taglio pera, circa 2 carati l’uno, con diamanti baguette ai lati, montati su platino

Princess. È una delle novità più recenti. Infatti, questo tipo di taglio è stato introdotto in gioielleria solo dal 1980 ed è molto popolare soprattutto in Nord America. Il taglio princess è quadrato o rettangolare, che in alcuni casi riesce a essere più più luminoso rispetto al taglio tipico tondo. Ma, naturalmente, dipende anche dalla forma di partenza della pietra. Un altro vantaggio del taglio «principessa» è che richiede minor spreco di pietra grezza rispetto agli altri tagli.

Taglio princess
Taglio princess
Anello in platino con diamanti bianchi e rosa
Anello in platino con diamante taglio princess e diamanti bianchi e rosa
ANCO02
Anello con un ciuffo di alghe in tsavoriti e diamanti black, trattiene un’acquamarina taglio princess di 52.45 carati

Radiant. Combina le virtù del taglio brillante con quelle del taglio smeraldo. La forma radiant è stata sviluppata nel 1977 e presenta tra 62 e 70 sfaccettature. Spesso è confuso con il taglio princess, ma a differenza di quest’ultimo, la forma radiant ha gli angoli tagliati, che addolcisce un po’ la forma squadrata. A parità di peso, rispetto a un diamante con taglio rotondo, la superficie del radiant è del 4% più piccola. In compenso, un diamante con taglio radiant appare più grande.

Taglio radiant
Taglio radiant
Radiant diamond (3.20 ct) and diamond (4.80 ct) ring set in white and yellow gold
Picchiotti, radiant diamond (3.20 ct) and diamond (4.80 ct) ring set in white and yellow gold

Smeraldo. La forma è rettangolare, con angoli tagliati. È uno dei tagli più antichi e anche uno dei più esigenti: con questa forma i difetti di una pietra si vedono subito. In alcune occasioni è definito anche step-cut, perché i suoi piani concentrici, larghi e piatti ricordano i gradini delle scale. Inclusioni e colorazioni difettose sono esaltate, ma allo stesso tempo le pietre migliori sono valorizzate. Ha tipicamente 50 a 58 sfaccettature.

Taglio smeraldo
Taglio smeraldo
Galleria Leysen, anello in platino e diamante taglio smeraldo da 8,32 carati
Galleria Leysen, anello in platino e diamante taglio smeraldo da 8,32 carati
Charles green, anello con acquamarina taglio smeraldo, diamanti, su platino
Charles Green, anello con acquamarina taglio smeraldo, diamanti, su platino

Trilliant. Anche questo taglio è stato sviluppato dalla Asscher. È stato lanciato a New York nel 1960. È considerato ottimo per la capacità di esaltare la luce all’interno della pietra. In sostanza è una forma triangolare, con parti curve e rette, angoli appuntiti e arrotondati. Questo taglio ha diverse varianti: i lati, per esempio, possono essere curvi oppure diritti e anche la forma della superficie è soggetta a diverse interpretazioni.

Taglio trilliant
Taglio trillion
Tanzanite a taglio triangolare con oro bianco e diamanti
Tanzanite a taglio triangolare con oro bianco e diamanti







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