I gioielli pieni di adrenalina di Caroline Gaspard, designer di Akillis, con la collezione Capture in motion ♦
In periodi storici così turbolenti, segnati da episodi dolorosi e cruenti, un proiettile non è proprio un oggetto che mette a proprio agio. Eppure Caroline Gaspard, che nel 2007 ha fondato la francese Akillis, continua a proporre le sue collezione Bang Bang e Ak (sigla che contraddistingue anche un famoso mitra), accanto a nuove collezioni meno aggressive, come Capture in motion. Ma non solo.

Come lei stessa ama descriversi, «La designer ama divertirsi e creare il suo stile per soddisfare i suoi stati d’animo». La verità è che il gusto della provocazione, con pendenti, anelli e bracciali a forma di proiettili, in oro e diamanti, è accompagnato da un rigoroso procedimento creativo, a partire dalla creazione artigianale dei gioielli con processi di produzione tradizionali, come la fusione a cera persa assieme alla tecnologia più avanzata, come la saldatura laser. E dire che non ha mai frequentato una scuola di design anche se, per la verità, gioielli e pietre preziose le ha maneggiate sin da quando era bambina, grazie al padre commerciante di gemme. Ha seguito, invece, una scuola di business, ma abbracciato la gioielleria dopo aver provato a creare alcuni pezzi che hanno riscosso successo.

«L’idea per la collezione Ak mi è venuta quando ero in Russia», ha raccontato. Una volta ero in tacchi alti e giacca di pelle, e sparavo con una pistola in un poligono di tiro. C’era un sacco di adrenalina. Ho raccolto i bossoli vuoti come souvenir, e sono quelli che hanno poi ispirato la collezione. La linea di proiettili unisex è la nostra collezione bestseller». Ma se siete stupiti di conoscere una designer che si ispira a una Bond Girl, leggete qui: «Mi piace vivere la vita al limite. Faccio un sacco di attività sportive, come il tennis, lo sci, sci d’acqua e kite surf. Ho anche partecipare a concorsi di salto ostacoli. Mi piace tutto ciò che è veloce e pericoloso, come auto molto veloci. Ho guidato 320 chilometri all’ora domenica scorsa, nel nord della Francia. Potevo andare in galera».




