Pomellato con l’accento sull’ultima lettera? L’azienda di gioielli sembra aver imboccato la strada che porta in Francia, nelle braccia del gruppo Ppr di Francois Pinault. Swarovski e Prada avrebbero invece ammainato la bandiera. Anche perché il gruppo Ppr sembra disposto a sborsare uno sproposito, pardon, una cifra molto elevata per conquistare il gruppo italiano che fa affari d’oro (150 milioni di fatturato nel 2012) con il brand Dodo. Monsieur Francois Pinault, secondo le ultime indiscrezioni, sembra infatti disposto a pagare un multiplo di 15 volte l’ebitda, che in gergo finanziario sta grosso modo a indicare l’utile lordo. Il fondatore Pino Rabolini, alla soglia degli 80 anni, ha infatti deciso di mollare. Anche perché ha ormai piena disponibilità solo del 10% del capitale, mentre la quota di maggioranza è nelle mani di Unicredit e il 18% è della famiglia Damiani con la holding Sparkling. E anche loro sono intenzionati a mollare il colpo. Il gruppo Ppr, da parte sua, ha bisogno di rafforzarsi nella gioielleria (e rispondere, anche se su piani diversi) all’acquisto di Bulgari da parte di Lvmh. A Ppr, al momento, fanno capo Boucheron e Girard Perregaux (con Jean Richard), che sul bilancio 2012 di Ppr (6,2 miliardi di euro), pesano solo per il 5 e il 4% dei ricavi.
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