Misurare il battito cardiaco dell’industria del gioiello in Italia. È l’obiettivo della periodica indagine del Club degli Orafi Italia, realizzata da Intesa Sanpaolo, la maggiore banca italiana. E la quarta edizione dell’inchiesta, presentata nell’ambito di Vicenzaoro, ha scattato una fotografia in tonalità rosa, colore dell’ottimismo oltre che del mondo femminile. In sintesi, gli operatori consultati nel sondaggio per il 39% prevede un incremento del fatturato nel 2023, più o meno come a fine 2022. Attese positive anche per gli investimenti, previsti in crescita da un operatore su tre, con punte del 42% per le imprese di dimensioni maggiori. A conferma, il settore dell’oreficeria nei primi sei mesi dell’anno è cresciuto in termini di fatturato (+10,2%), meglio del sistema moda e della media del manifatturiero italiano. E nei primi cinque mesi del 2023 le esportazioni di gioielli in oro hanno superato i 4 miliardi di euro, in crescita del 9% in valore e del 2% in quantità.
L’edizione di giugno dell’indagine sul sentiment degli imprenditori del settore orafo conferma ancora una volta le previsioni positive, in particolar modo per le aziende medio-grandi e per il mercato estero. Nonostante l’incertezza, un’impresa su tre ha deciso di aumentare gli investimenti: le imprese di minori dimensioni mirano con questo a rispondere al contesto competitivo in continua evoluzione. Per le aziende medio-grandi, l’inclinazione agli investimenti è principalmente legata all’evoluzione dei mercati internazionali e all’aggiornamento tecnologico e dei macchinari. In considerazione del dinamismo del comparto italiano in questa particolare fase storica, con il questionario abbiamo voluto indagare le caratteristiche distintive del Made in Italy considerate più importanti dagli imprenditori, e il mix che ne emerge è di estremo interesse, come anche la lettura incrociata con l’elenco delle criticità segnalate. Questo doppio livello di lettura fa emergere con forza un tema cruciale: la sfida della mancanza di manodopera qualificata rappresenta una questione critica che impatta direttamente sul concetto stesso di Made in Italy. Si conferma essenziale affrontare questo problema in modo strategico e collaborativo, favorendo l’adeguata formazione e lo sviluppo delle competenze, al fine di preservare l’identità e il valore dell’eccellenza italiana nel panorama internazionale.
Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia
Il Made in Italy del gioiello, insomma, gode di buona salute. Un successo che, secondo le imprese interpellate, deriva dalla qualità del prodotto (74%), dall’artigianalità della produzione (66%) e dalla professionalità della manodopera, che rappresenta un fattore chiave per più della metà di chi ha risposto (51%). Ma proprio questo è anche il punto debole: scarseggia la manodopera qualificata. Il reperimento della manodopera è percepito come ostacolo dal 75% delle imprese medio-grandi.
Dopo i brillanti risultati del 2022 con crescite del fatturato e delle esportazioni nell’ordine del 20% e pur in un contesto di rallentamento dell’economia, il settore orafo italiano continua a mostrare nel 2023 un andamento positivo con una crescita del fatturato nei primi sei mesi del 10%, meglio di quanto registrato dal sistema moda (+7,2%) e dal manifatturiero nel suo complesso (+3,0%); anche in termini di produzione il settore mostra una tenuta con un valore in linea al primo semestre 2022. L’elevata competitività sui mercati esteri si conferma l’elemento trainante del settore: nel periodo gennaio-maggio del 2023 le esportazioni di gioielli in oro hanno abbondantemente superato i 4 miliardi di euro, in crescita dell’8,6% in valore e del +1,6% in quantità. In questo particolare contesto competitivo, il posizionamento del settore, maggiormente orientato sul segmento dell’alta gamma, si è confermato un punto di forza in grado di cogliere la domanda di beni di lusso che risulta meno colpita dagli effetti delle tensioni inflattive con prospettive che restano positive. L’incertezza nello scenario rimane elevata, ma questo settore ha dato prova di una buona capacità di risposta alle tensioni esterne grazie a un tessuto produttivo che nel tempo ha saputo trasformarsi guadagnando competitività: per affrontare le sfide del prossimo futuro sarà importante continuare a investire con interventi volti a supportare la sostenibilità in tutte le sue declinazioni (economica, ambientale e sociale).
Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo