Tra gli abitanti di Astoria, un angolo del Queens, quartiere di New York, ci sono anche Sara Freedenfeld e suo marito Daniel Tishbi. Sara è la fondatrice di Amàli, brand di gioielli che prende il nome dalla nonna della designer. Eppure non è stata la nonna Amalia a spingere Sara Freedenfeld a intraprendere la carriera nella gioielleria, da autodidatta. È stato il caso. O, meglio, un furto subito in gioventù, mentre con lo zaino in spalla percorreva le strade del Cile. Rimasta senza soldi, Sara ha iniziato a vedere bijoux realizzati con corda intrecciata, abilità acquistata a Valparaiso. Da quella rudimentale attività è passata alla lavorazione dei metalli, appresa con l’aiuto di un orafo venezuelano. Insomma, una storia strana, che potrebbe stare bene in una serie sulle sliding doors.
Fatto sta che a 26 anni, dopo essere tornata negli Stati Uniti, la designer ha messo in pratica quello che ha imparato durante i suoi viaggi e nel 2006 ha fondato Amàli. I gioielli della Maison sono in oro giallo 18 carati, conditi con pietre preziose e semipreziose, in particolare opale e tormalina. Collane, anelli e orecchini sono tutti realizzati a mano.