I gioielli degli zar hanno ancora fascino. Così all’asta di Magnificent Jewels and Noble Jewels di Sotheby’s a Ginevra, una spilla con zaffiri e diamanti e orecchini a clip abbinati, contrabbandati fuori dalla Russia al tempo della rivoluzione del 1917, sono stati venduti per 850.000 dollari, contro una stima massima di 500.000. Sono gioielli che appartenevano alla famiglia Romanoff. Per la precisione, sono appartenuti alla zia dell’imperatore Nicola II, la granduchessa Maria Pavlovna (1854-1920), che affidò al suo amico, l’antiquario e aristocratico britannico Albert Henry Stopford (1860-1939) l’espatrio dei gioielli a Londra.
Spesso indicata come «regina di San Pietroburgo», la Granduchessa era a detta di tutti una figura scintillante che ha combattuto per mantenere il suo status durante la rivoluzione. Albert Stopford, che all’epoca aveva cinquantacinque anni e quindi non era idoneo al servizio militare, era parte integrante della scena sociale di San Pietroburgo ed era intimo della nobildonna. La storia dei gioielli è abbastanza avventurosa. Vestito con abiti da operaio, Stopford andò a prelevare in gran segreto i gioielli a casa della Granduchessa, il Vladimir Palace, un edificio sulla Neva con 360 stanze, non ancora saccheggiato dai rivoltosi. Entrato da una porta laterale e scortato dal figlio maggiore di Maria Pavlovna, Boris, e da un fidato servitore, Stopford smontò i gioielli, piegandoli in vecchi giornali per proteggerli, e si mise in viaggio in treno. In tre notti raggiunse la città termale di Kislovodsk, in il Caucaso, dove Maria Pavlovna si era ritirata nella sua villa estiva. Poi partì per Londra il 26 settembre 1917, portando 244 gioielli di Maria Pavlovna in una borsa Gladstone, tra cui la spilla di zaffiro e gli orecchini venduti all’asta da Sotheby’s.
Passarono poi altri due anni prima che la Granduchessa varcasse la frontiera russa (con riluttanza), viaggiando a Venezia, in Svizzera e infine a Parigi nel luglio 1920. La sua salute della nobildonna russa era però gravemente compromessa e solo pochi mesi dopo il suo arrivo in Francia morì. I gioielli, quindi, sono stati ereditati da sua figlia, la principessa Elena di Grecia e Danimarca (1882-1957) e poi ai discendenti. A nel 2009 sono stati acquistati in un’asta, sempre Sotheby’s, da un’altra famiglia principesca europea e ora rivenduti.