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Mousson, nuovi gioielli




Le nuove creazioni della Maison russa di alta gioielleria Mousson. Tra fondali marini, opalescenze e oro che sembra un tessuto ♦

San Pietroburgo, città fondata da Pietro il Grande, per lungo tempo è stata la capitale della Russia e sede della corte degli zar. Non è un caso, probabilmente, che ora ospiti anche una delle Maison russe di gioielleria e alta gioielleria: Mousson, che ora ha sedi anche a Mosca e Bangkog. Nata nel 2008 per opera di un gruppo di professionisti da 20 anni attivi nel settore dell’oreficeria e della gioielleria, Mousson è diventata in poco tempo un brand conosciuto, anche se finora non abbastanza noto al di fuori dei confini della Russia. E sfondare è stata un’impresa non semplice in un mercato dominato da sempre dai grandi gioiellieri italiani e francesi. Ma, forse, era inevitabile che la creatività locale si incanalasse in un’impresa commerciale capace di produrre gioielli di alta qualità.

Orecchini con diamanti e zaffiri
Orecchini con diamanti e zaffiri

Certo, l’estetica delle collezioni è compatibile con quella, a volte un po’ accesa, del gusto russo. Ma a guardare i pezzi di gioielleria proposti da Mousson si capisce che si tratta di una produzione impegnativa, con anelli che fanno un grande uso di pavé di diamanti, con al centro grosse pietre dai colori molto intensi. Roba forte, insomma, per scaldare i venti freddi del Nord. Ogni pezzo è unico e ha un proprio stile.

Alexander Sokolov, co founder di Mousson Atelier. Copyright-gioiellis.com
Alexander Sokolov, co founder di Mousson Atelier. Copyright-gioiellis.com
Anello in oro bianco, diamanti, ametista
Anello in oro bianco, diamanti, ametista
Anello in oro bianco e perla barocca
Anello in oro bianco e perla barocca
Anello con smeraldo taglio baguette e diamanti
Anello con smeraldo taglio baguette e diamanti

Mousson, anello con opale e smalto arcobaleno. Copyright-gioiellis
Mousson, anello con opale e smalto arcobaleno. Copyright-gioiellis







Alexey Pomelnikov, l’arte degli zar

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Le opere sorprendenti di un maestro della gioielleria russa: Alexey Pomelnikov ♦︎

La Russia, per gli amanti dei gioielli, è quasi un mistero: sono pochi i mastri orafi capaci di farsi conoscere anche in Occidente. Eppure gli eredi di Fabergé ci sono e non hanno dimenticato l’arte di creare gioielli di alto livello, quelli che uniscono l’abilità nella lavorazione di pietre preziose e metalli con la fantasia capace di suggerire forme piacevoli e inconsuete. Fa parte di questa elite di maestri Alexei Leonidovich Pomelnikov, proprietario e designer della Jewelry Company di Alexey Pomelnikov di San Pietroburgo.

Spilla mughetto in oro e diamanti
Spilla mughetto in oro e diamanti

La sua biografia racconta di molte ore trascorse davanti alle opere esposte all’Ermitage, ma anche in altri musei che raccolgono le opere della storia russa. A cui si ispira Pomelnikov, reinterpretando i canoni classici di antichi capolavori dell’arte. Come è facile intuire ammirando le opere del gioielliere di San Pietroburgo, i suoi pezzi sono prodotti in un numero limitato e sono il risultato di uno studio accurato di un gran numero di capolavori di gioielleria della fine del XIX – inizi XX secolo. In effetti, al tempo degli zar, la Russia era uno dei trendsetter della moda europea. L’azienda di Alexey Pomelnikov esiste più di 20 anni: il fondatore si era dato il compito di rinnovare le tradizioni della gioielleria russa. Ci è riuscito.

Alexey Pomelnikov
Alexey Pomelnikov
Anello in oro e diamanti
Anello in oro e diamanti
Anello in oro, smeraldo e diamanti
Anello in oro, smeraldo e diamanti
Collana con pendente gatto in oro, diamanti, smalto
Collana con pendente gatto in oro, diamanti, smalto
Orecchini tulipano in oro, smalto e diamanti
Orecchini tulipano in oro, smalto e diamanti
Orecchini in oro, smeraldi e diamanti
Orecchini in oro, smeraldi e diamanti
Orecchini in oro, zaffiri e diamanti
Orecchini in oro, zaffiri e diamanti






La storia avventurosa dei gioielli degli zar venduti da Sotheby’s




I gioielli degli zar hanno ancora fascino. Così all’asta di Magnificent Jewels and Noble Jewels di Sotheby’s a Ginevra, una spilla con zaffiri e diamanti e orecchini a clip abbinati, contrabbandati fuori dalla Russia al tempo della rivoluzione del 1917,  sono stati venduti per  850.000 dollari, contro una stima massima di 500.000. Sono gioielli che appartenevano alla famiglia Romanoff. Per la precisione, sono appartenuti alla zia dell’imperatore Nicola II, la granduchessa Maria Pavlovna (1854-1920), che affidò al suo amico, l’antiquario e aristocratico britannico Albert Henry Stopford (1860-1939) l’espatrio dei gioielli a Londra.

I gioielli messi all'asta da Sotheby's
I gioielli messi all’asta da Sotheby’s

Spesso indicata come «regina di San Pietroburgo», la Granduchessa era a detta di tutti una figura scintillante che ha combattuto per mantenere il suo status durante la rivoluzione. Albert Stopford, che all’epoca aveva cinquantacinque anni e quindi non era idoneo al servizio militare, era parte integrante della scena sociale di San Pietroburgo ed era intimo della nobildonna. La storia dei gioielli è abbastanza avventurosa. Vestito con abiti da operaio, Stopford andò a prelevare in gran segreto i gioielli a casa della Granduchessa, il Vladimir Palace, un edificio sulla Neva con 360 stanze, non ancora saccheggiato dai rivoltosi. Entrato da una porta laterale e scortato dal figlio maggiore di Maria Pavlovna, Boris, e da un fidato servitore, Stopford smontò i gioielli, piegandoli in vecchi giornali per proteggerli, e si mise in viaggio in treno. In tre notti raggiunse la città termale di Kislovodsk, in il Caucaso, dove Maria Pavlovna si era ritirata nella sua villa estiva. Poi partì per Londra il 26 settembre 1917, portando 244 gioielli di Maria Pavlovna in una borsa Gladstone, tra cui la spilla di zaffiro e gli orecchini venduti all’asta da Sotheby’s.

Maria Pavlovna
Maria Pavlovna

Passarono poi altri due anni prima che la Granduchessa varcasse la frontiera russa (con riluttanza), viaggiando a Venezia, in Svizzera e infine a Parigi nel luglio 1920. La sua salute della nobildonna russa era però gravemente compromessa e solo pochi mesi dopo il suo arrivo in Francia morì. I gioielli, quindi, sono stati ereditati da sua figlia, la principessa Elena di Grecia e Danimarca (1882-1957) e poi ai discendenti. A nel 2009 sono stati acquistati in un’asta, sempre Sotheby’s, da un’altra famiglia principesca europea e ora rivenduti.

La granduchessa Maria Pavlovna
La granduchessa Maria Pavlovna
Spilla e orecchini con zaffiri e diamanti
Spilla e orecchini con zaffiri e diamanti







Ecco i gioielli degli zar




Ecco il raro catalogo che riporta 406 gioielli e gemme appartenuti agli zar di Russia ♦

Per quasi un secolo sono stati un mistero. Ma sui gioielli appartenuti agli zar si apre un nuovo capitolo. Tempo fa è stato infatti ritrovato uno dei pochi esemplari superstiti (circa 20) di un catalogo di epoca bolscevica che fa un inventario dei 406 gioielli sequestrati dai rivoluzionari alla famiglia reale russa. Il catalogo risale al 1925 e ora è anche consultabile online a più di altri 200 libri rari e storicamente significativi sulle gemme e gioielli, è accessibile sul sito archive.org. Le fotografie sono ovviamente in bianco e nero, ma il volume è interessante perché riporta, oltre ai gioielli della corona che sono esposti nei musei russi, anche pezzi ormai scomparsi.

A questo link trovate il documento uffciale.

Collana con diamanti e pietre
Collana con diamanti e pietre

Secondo Dona Dirlam, direttrice della biblioteca del Gia, che ha reperito il raro libro, nel 1925-1926, il governo bolscevico ha pubblicato questo catalogo con l’idea che che i gioielli dei Romanov non sarebbero mai stati venduti.

I gioielli presentati nel catalogo sono appartenuti tutti agli zar, a cominciare dal regno di Pietro il Grande, nel 1689, fino alla fine, con l’ultimo imperatore Nicola II, ucciso nel 1917. Tra i 406 tesori ci sono il set Imperiale con lo Scettro che ha 189 carati di diamanti, il Globo imperiale, con uno zaffiro di 200 carati, la Grande Imperial Crown e la corona nuziale. Federico Graglia

Collana con diamanti e pietre preziose
Collana con diamanti e pietre preziose
Set con collana, bracciale e orecchini
Set con collana, bracciale e orecchini
La copertina del catalogo
La copertina del catalogo
Diadema principesco
Diadema principesco
La corona imperiale
La corona imperiale
Set di spille
Set di spille
Copricapo con perle e diamanti
Copricapo con perle e diamanti
Spilla appartenuta agli zar
Spilla appartenuta agli zar
I gioielli della corona dei Romanov
I gioielli della corona dei Romanov

Lo zar Nicola II e famiglia
Lo zar Nicola II e famiglia







I topazi imperiali di Cartier

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Presentata assieme alla collezione Magnitude di Cartier, la parure Mauna rimane un caso unico nel panorama dell’alta gioielleria. Questi pezzi di alta gioielleria, infatti, ruotano attorno a una gemma speciale: il topazio imperiale. È una pietra conosciuta da pochi, con alta proprietà riflettente, che ha una storia particolare. Si chiama imperiale, infatti, perché il suo nome è legato alla Russia e, precisamente, all’epoca degli zar. Nell’Ottocento, infatti, questo tipo di topazio era estratto nelle miniere dei monti Urali. E solo la famiglia dello zar era autorizzata a indossare le gemme. Di recente questa pietra è stata rivalutata ed è entrata a far parte di collezioni di alta gioielleria, come quella di Cartier.

Anello del set Mauna di Cartier
Anello del set Mauna di Cartier

La Maison francese ha utilizzato il topazio imperiale bicolore (anche se in questo caso provengono dal Brasile), assieme a zaffiri, diamanti e quarzo rutilato, montati su oro bianco. Se il topazio imperiale ricorda gli zar, lo stile di questi gioielli è invece legato al periodo dell’art déco, con virtuosismi geometrici e un aspetto che sarebbe piaciuto a Jeanne Toussaint, la storica designer e direttrice artistica di Cartier tra il 1933 e il 1970.

Bracciale in oro bianco, topazio imperiale bicolore, diamanti
Bracciale in oro bianco, topazio imperiale bicolore, diamanti
Collana della parure Mauna
Collana della parure Mauna

Orecchini in oro bianco, topazi imperiali taglio a pera, diamanti






I gioielli della zarina all’asta

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C’è anche una collana con grande smeraldo appartenuto alla zarina Caterina la Grande tra i Magnificent Jewels in asta da Christie’s ♦︎

I gioielli degli zar sono sempre stati un mito. E a Ginevra, il 15 maggio, tra i gioielli in vendita all’asta di Christie’s spicca anche la collana appartenuta a Caterina la Grande di Russia, con uno smeraldo a forma di pera. È appartenuta alla collezione imperiale russa per oltre un secolo. Lo smeraldo originariamente pesava oltre 107 carati e presentava un taglio rettangolare. Quando Caterina di Russia morì nel 1796, i suoi gioielli furono passati sui suoi figli. E lo zar Alessandro II diede la pietra alla duchessa Maria di Meclemburgo-Schwerin quando sposò suo figlio, il Granduca Vladimir, nel 1874.

Collana di diamanti e smeraldo appartenuto a Caterina la Grande di Russia
Collana di diamanti e smeraldo appartenuto a Caterina la Grande di Russia

Cartier acquistò la pietra dalla famiglia reale russa nel 1927 e nel 1954 tagliò lo smeraldo a forma di pera per accrescerne la luminosità. Lo smeraldo è stato poi aggiunto a una collana di diamanti acquistata dalla famiglia Payne Whitney e, in seguito, da John D. Rockefeller. La stima è tra 2,5 e 3,5 milioni di dollari.

Lo smeraldo taglio a pera
Lo smeraldo taglio a pera

Per gli appassionati di gioielli dal sangue blu, l’asta prevede anche la tiara regalo di nozze di Federico Francesco IV, Granduca di Meclemburgo-Schwerin alla sua sposa Principessa Alexandra di Hannover e Cumberland. La tiara, realizzata nel 1904, è composta da nove acquamarine a forma di pera graduate e diamanti con taglio a rosa. Il gioiello non è firmato, ma è attribuito a Fabergé.

Diadema con acquamarine appartenuto alla gran duchessa Alexandra di Macklenburg-Schwerin
Diadema con acquamarine appartenuto alla gran duchessa Alexandra di Macklenburg-Schwerin

Quello della zarina non è l’unico grande gioiello che spicca nel catalogo. C’è, per esempio, una rara collana di 110 perle naturali: anche questa valutata 2,5-3,5 milioni. Sotto la lente, inoltre, c’è anche un diamante colorato non montato di 118,05 carati che è stato esposto nelle sale d’asta di Christie’s a Londra, il 9 aprile 2019. Il diamante è stimato tra 2,5 e 3,5 milioni di dollari. Un’altra collana, di smeraldi e diamanti, con una storia meno avventurosa è stimata in 1,5-2.5 milioni di dollari.

Curiosa la storia del Jonker Diamonds pietra a taglio smeraldo firmata Harry Winston. È uno dei diamanti ricavati da un diamante, chiamato Jonker, trovato il 17 gennaio 1934, del peso straordinario di 726 carati. È stato ritratto in una foto con l’attrice Shirley Temple da bambina. Il Jonker è stato il quarto più grande diamante di qualità mai portato alla luce.La pietra è stata tagliata in 13 pezzi. Il Jonker V, il diamante in vendita, pesa 25,27 carati. Federico Graglia




Il diamante Jonker V di 25,27 carati
Il diamante Jonker V di 25,27 carati
L'originale Jonker tenuto in mano da Shirley Temple bambina
L’originale Jonker tenuto in mano da Shirley Temple bambina
Collana a frange con diamanti dell'Ottocento
Collana a frange con diamanti dell’Ottocento
Rara collana con 110 perle naturali
Rara collana con 110 perle naturali

Diamante fancy yellow di 71,80 carati
Diamante fancy yellow di 71,80 carati







I gioielli perduti degli zar




I gioielli degli zar: la ricostruzione in un libro delle leggende, la storia e miti di una delle più grandi collezioni 

I gioielli dei Romanov: una serie di collane, diamanti, corone che non hanno avuto, forse, pari. Rivivono in un libro. Fino alla sua caduta, nel 1917, la dinastia dei Romanov ha posseduto una collezione di gioielli mozzafiato, raccolti nel corso dei secoli: collane, pendenti, bracciali, spille, diademi, corone. Anche la ricca ereditiera americana Consuelo Vanderbilt, abituata al lusso più sfrenato, è stata colpita quando la zia dello Zar, la Granduchessa Maria Pavlovna, le ha mostrato alcuni pezzi della sua collezione: “Ci sono parures infinite di diamanti, smeraldi, rubini e perle, per non parlare di pietre semi-preziose, come turchesi, tormaline, e acquamarine”, ha raccontato.

Anello di perle appartenuto alla zarina Alessandra
Anello di perle appartenuto alla zarina Alessandra

Negli Usa tempo fa è stata pubblicata una nuova edizione di un volume che racconta la storia di questi gioielli da re, anzi, da zar. Il libro si intitola The Jewels of the Romanovs, ed è stato scritto dall’italiano Stefano Papi (Thames & Hudson, 352 pages, 65 dollari su Amazon). Stefano Papi è uno dei massimi esperti al mondo di gioielli: è stato Senior European Specialist per il dipartimento di gioielleria sia di Sotheby’s che di Christie’s. Per gli appassionati il libro è una miniera. Le foto mostrano, per esempio, l’imperatrice Maria Feodorovna in un abito di raso bianco con una fascia rossa, corona e quattro girocolli di perle, una collana di diamanti con in più più perle che pendono come lacrime giganti; una spilla di diamanti e, al polso, un braccialetto con tre giri di perle. Nonostante la bassa statura, ha la posa e l’aura di un’imperatrice.

Spilla a forma di cornucopia
Spilla a forma di cornucopia

Ma in una fotografia all’interno del libro viene indicata anche con il suo soprannome intimo: Minny. La granduchessa Maria Pavlovna, invece, è stata uno degli ultimi Romanov di lasciare la Russia, nel 1920, per morire pochi mesi dopo in Svizzera. Gli amici erano riusciti a salvare la sua collezione affidandola, pezzo per pezzo, a un visitatore inglese che a sua volta aveva depositato i gioielli all’ambasciata svedese. Come tanti profughi reali, la granduchessa ha mantenuto quello che poteva, ma molto è stato venduto. Alcuni dei suoi gioielli, avvolti in una federa, sono stati scoperti decenni più tardi e venduti per ingenti somme solo di recente, nel 2009.

Lo Zar Alessandro con la famiglia
Lo Zar Alessandro con la famiglia

Tra i tesori in mostra nel libro di Papi ci sono oggetti commemorativi o regali per occasioni particolari. Maria Feodorovna, per esempio, aveva regalato sua sorella un piccolo ritratto di se stessa, circondata da perle, in una cornice a forma di cuore di smalto rosso Fabergé. Lo Zar Nicola II, invece, per la sua incoronazione nel 1896, aveva regalato a suo zio, il granduca Vladimir, e alla moglie del granduca, una piccola scatola d’orio e smalto verde. Ritratti doppi adornano un portasigarette verde e oro a strisce creato da Fabergé per il matrimonio della figlia unica grande della coppia ducale, Elena, al principe Nicola di Grecia e Danimarca.

Diadema con perle
Diadema con perle

Molti dei gioielli, però, sono stati dispersi con la rivoluzione russa. Il governo bolscevico in quegli anni drammatici ha fatto cassa vendendo ciò che poteva, compresa la corona nuziale indossata da generazioni di zar. Alcuni Romanov, inoltre, hanno venduto i propri gioielli durante la fuga. Per questo alcuni magnifici pezzi sono stati poi indossati dai membri delle dinastie reali di Romania e Jugoslavia, mentre una tiara è ancora oggi utilizzata dalla regina Elisabetta II. La nonna, Queen Mary, nota per la sua avarizia, è riuscita a entrare in possesso dei migliori pezzi dei gioielli dei Romanov dopo la morte di sua madre, l’imperatrice vedova.

I gioielli dei Romanov acquistati a prezzo di saldo dalla regina d'Inghilterra
I gioielli dei Romanov acquistati a prezzo di saldo dalla regina d’Inghilterra
Una parte del tesoro dei Romanov
Una parte del tesoro dei Romanov
La sfera che simboleggia il potere conferito da Dio
La sfera che simboleggia il potere conferito da Dio
Orecchini di brillanti e rubini
Orecchini di brillanti e rubini
Un rubino tagliato a forma di fragola
Un rubino tagliato a forma di fragola
Un grosso smeraldo circondato da diamanti a fiore
Un grosso smeraldo circondato da diamanti a fiore
Spilla con grossi rubini e diamanti fancy
Spilla con grossi rubini e diamanti fancy
Collana di perle appartenuta all'imperatrice Maria Feodorovna
Collana di perle appartenuta all’imperatrice Maria Feodorovna
Cornice a forma di cuore firmata Fabergé
Cornice a forma di cuore firmata Fabergé
L'aquila imperiale a due teste tempestata di diamanti, con sovrapposta una croce di Sant'Andrea
L’aquila imperiale a due teste tempestata di diamanti, con sovrapposta una croce di Sant’Andrea
La copertina del libro
La copertina del libro
Alcune pagine del libro di Papi
Alcune pagine del libro di Papi
Spilla con brillanti e zaffiri
Spilla con brillanti e zaffiri
Spilla floreale
Spilla floreale
Spilla a stella dell'imperatore di Russia
Spilla a stella dell’imperatore di Russia
Spilla con piccoli brillanti
Spilla con piccoli brillanti
Spilla a forma di rosa, argento e pavé di brillanti
Spilla a forma di rosa, argento e pavé di brillanti
Pendente con diamanti e un grosso smeraldo
Pendente con diamanti e un grosso smeraldo
Frammento
Frammento
Diadema e orecchini
Diadema e orecchini
Una delle corone imperiali degli zar
Una delle corone imperiali degli zar
Copricapo con visone e croce, oro e pietre
Copricapo con visone e croce, oro e pietre







All’asta un diamante russo da 51 carati



Un super diamante russo (più altri cinque) dedicato agli zar ♦︎

Il gruppo minerario russo Alrosa ha annunciato per novembre un’asta per la vendita di una rara collezione di diamanti già tagliati, tra cui una gigantesca pietra di 51,38 carati. È uno dei più grandi diamanti mai messi sul mercato. È un diamante a taglio rotondo, tradizionale, con 57 sfaccettature, il cui diametro da 1 pollice (2,5 centimetri), grande all’incirca quanto l’occhio di un uomo. Secondo Alrosa, che è un’azienda controllata dallo Stato, è probabilmente il diamante più costoso prodotto nella storia dei gioielli russi. Il diamante è uno dei cinque pezzi ricavati dal diamante grezzo Romanov di 179 carati, estratto nel 2015 in una delle miniere della società nella regione Yakutia, nell’estremo est della Russia. Nelle intenzioni tutti i diamanti dovrebbero essere venduti assieme a non meno di 10 milioni di dollari. Il nome Romanov è una dedica allo zar Pietro il Grande, che ha costruito la città di San Pietroburgo e la dinastia Romanov, che ha governato la Russia per 300 anni. Federico Graglia





Il diamante è stato ricavato da una pietra  grezza di 179 carati
Il diamante è stato ricavato da una pietra grezza di 179 carati

Il diamante di Alrosa ha un diametro da 1 pollice (2,5 centimetri)
Il diamante di Alrosa ha un diametro da 1 pollice (2,5 centimetri)

Il  diamante Romanov a taglio rotondo, tradizionale, con 57 sfaccettature
Il diamante Romanov a taglio rotondo, tradizionale, con 57 sfaccettature







Damiani Fiocco, nuove immagini

Vi abbiamo già mostrato in anteprima i gioielli da zar firmati Damiani, a cui aggiungiamo alcune immagini. La Maison italiana ha presentato a Mosca, e ora in Italia, due linee di gioielli in collaborazione con l’attrice Nicoletta Romanoff. Il nome non è casuale: l’attrice, che ha già indossato gioielli Damiani un paio di anni fa, è una discendente della dinastia di monarchi che ha governato la Russia per quasi mezzo millennio. Tra parentesi, gli zar avevano un debole per i gioielli, come dimostra il loro tesoro, rimasto a testimoniare questa passione. I gioielli di Damiani non avrebbero sfigurato nello scrigno di Nicola II:  la prima collezione, Fiori d’arancio, si ispira al matrimonio dei nonni dell’attrice e designer, cioè il principe Nicola Romanoff e la contessa italiana Sveva della Gherardesca. Per rimanere in sintonia con la tradizione, la collezione comprende un diadema, gioiello tipico della Russia imperiale. Per creare la tiara ci sono voluti sei mesi di lavoro artigianale, 500 grammi di oro  rosa speciale, più di 4.500 diamanti e 83 perle bianche giapponesi. La seconda, collezione, Fiocco, ricordare la fastosa epoca di Pietro il Grande e delle corti di Elisabetta e Caterina la Grande. Anelli e collane sono tutti in oro bianco e diamanti. Avrebbero avuto successo alla corte degli zar. Lavinia Andorno

Orecchini della collezione Fiocco
Orecchini della collezione Fiocco
Bracciale Fiocco con pavé di diamanti
Bracciale Fiocco con pavé di diamanti
Orecchini Fiocco di Damiani
Orecchini Fiocco di Damiani
Nicoletta Romanoff
Nicoletta Romanoff
Nicoletta Romanoff con la tiara della collezione Fiori d'Arancio
Nicoletta Romanoff con la tiara della collezione Fiori d’Arancio
Nicoletta Romanoff indossa la collezione Fiocco
Nicoletta Romanoff indossa la collezione Fiocco
Orecchini in oro rosa, diamanti e perle
Orecchini in oro rosa, diamanti e perle
Anello in oro rosa e diamanti della collezione Fiocco
Anello in oro rosa e diamanti della collezione Fiocco
Diadema della collezione Fiori d'Arancio
Diadema della collezione Fiori d’Arancio
Nicoletta Romanoff
Nicoletta Romanoff
Anello in oro rosa, perle e diamanti della collezione Fiori d'arancio
Anello in oro rosa, perle e diamanti della collezione Fiori d’arancio

anello-doppio

Anelli della collezione Fiori d'arancio
Anelli della collezione Fiori d’arancio
Collier Damiani, collezione Fiocco
Collier Damiani, collezione Fiocco

Notizie di gioielli dal mondo

New York / Aumentano le vendite di gioielli in Usa. Negli Stati Uniti, nel mese di aprile, le vendite di gioielleria sono aumentate del 17,7 per cento rispetto allo scorso anno, a quota  2,4 miliardi dollari. E allo stesso, tempo l’indice dei prezzi per gioielli è sceso dell’1,2 per cento. Nei primi quattro mesi del 2013 le vendite nei negozio di gioielleria sono rimaste sostenute, con un aumento del 10,6 per cento a 9,568 miliardi dollari rispetto ai primi quattro mesi del 2012.

 

Il gioielliere più ricco d'America: Harry Winston
Il gioielliere più ricco d’America: Harry Winston

Istanbul / Annullato il summit dei diamanti. Le manifestazioni anti-Erdogan hanno avuto una ricaduta anche sul mondo dei rpeziosi: l’International Diamond Manufacturers Association (IDMA) ha infatti annullato la riunione che doveva svolgere a Istanbul. L’organizzazione ha sottolineato i problemi di sicurezza nella città turca.

 

Hong Kong / La fiera del gioiello si sdoppia. Nel 2014 l’Hong Kong International Jewellery Show (HKTDC) sarà separato in due differenti spazi: il motivo è l’aumento della domanda da parte di aziende e visitatori. Gli organizzatori della fiera hanno detto che è «necessario garantire lo spazio sufficiente per un ulteriore sviluppo». A partire dal marzo 2014, la fiera sarà suddivisa in due eventi in due sedi: il HKTDC Hong Kong International Jewellery Show e la HKTDC Hong Kong International Diamond, Pearl e Gem Show. I prodotti di gioielleria saranno esposti all’Hong Kong International Jewellery Show e all’Hong Kong Convention and Exhibition Centre dal 5-9 Marzo 2014. hong-kong

 

Mosca /  Una copia della corona dello zar. Il Gruppo Jewellery Smolensk Diamonds ha presentato nella città di  Voronezh una replica della corona dello zar. La corona è stata realizzata in oro bianco e tempestato con più di 11 mila diamanti. È stata assicurata con una polizza per 100 milioni di dollari. La creazione ha richiesto circa un anno e mezzo di lavoro e 60 persone. Il gruppo Jewellery Smolensk Diamonds è una filiale della Production Association Crystal.

 

 

La copia della corona dello zar
La copia della corona dello zar