Non capita tutti i giorni di essere il soggetto di un lungo articolo del New York Times: un privilegio che ha ottenuto Angela Caputi, designer di bijoux di Firenze con sede vicino a Ponte Vecchio, in un antico edificio seicentesco meglio conosciuto come Palazzetto Medici. L’articolo del giornale americano era collegato a una mostra dedicata in primavera ad Angela Caputi dall’Istituto Italiano di Cultura in Park Avenue nella maggiore città degli Usa. I grandi bijoux del brand toscano sono un ponte tra gioielleria e moda: per crearli la designer fiorentina si è ispirata al cinema americano della prima metà del Novecento. Collane, i bracciali e spille create con resina di colori vivaci hanno uno stile unico.
L’azienda, fondata negli anni Cinquanta, è ora gestita dal figlio, Alessandro, e da sua figlia Maddalena, che gestisce le boutique di Milano e Roma di Angela Caputi Giuggiù, il nome ufficiale del brand. Giuggiù era il soprannome quando era bambina della designer, giunta a 87 anni. Nella sua lunga carriera la designer ha ricevuto numerosi riconoscimenti e i suoi gioielli sono comparsi in serie televisive come Dynasty, ma anche in musei come il Metropolitan Museum of Art e Palazzo Pitti a Firenze. Nel laboratorio di Firenze lavorano cinque artigiane, che infilano i pezzi di collane o bracciali su un filo di cotone morbido Cucirini, oppure quando occorre con filo di nylon più resistente o colla.
Grandi carene, orecchini leggeri, ma composti da diversi elementi, bracciali spessi e colorati: i bijoux di Angela Caputi conservano l’eco degli anni Ottanta, ma con un sempre rinnovato stile che si adegua anno dopo anno.



