Bulgari, Serpenti, particolare
Bulgari, Serpenti, particolare

A Venezia in mostra la storia dei Serpenti Bulgari





A guardare Venezia dall’alto il Canal Grande ha la forma sinuosa di un serpente. Quindi, quale luogo migliore della città Lagunare per una mostra dedicata ai serpenti di Bulgari? Dal 4 dicembre 2019 al 1 marzo 2020 Venezia, al Fondaco dei Tedeschi ospita una mostra dedicata all’iconico gioiello della Maison romana, ora parte del gruppo Lvmh.

Bulgari, Serpenti, particolare
Bulgari, Serpenti, particolare

La mostra è organizzata da Bulgari o, meglio con il suo marchio Bvlgari e T Fondaco dei Tedeschi by DFS, il lifestyle department store nel cuore di Venezia. La mostra si intitola Bvlgari Serpenti – Myth and Mastery e racconta storia e aspetti inediti dei gioielli che hanno affascinato tante donne, comprese dive come Liz Taylor.

Pubblicità di Bulgari con Liz Taylor
Pubblicità di Bulgari con Liz Taylor

L’esposizione è organizzata negli ambienti dell’Event Pavilion, al quarto piano del Fondaco e comprende un excursus delle celebri creazioni Serpenti Bvlgari, dai primi modelli più stilizzati realizzati con la tecnica Tubogas fino a quelli più realistici con scaglie in oro o rivestite di smalti policromi evidenzierà. Una evoluzione che continua ancora.

Su cinque totem sono installate immagini di scatti di grandi fotografi che hanno immortalato muse del mondo del cinema e della moda con indosso creazioni Bvlgari Serpenti di ieri e di oggi. Su video panel, un’antologia di immagini storiche e di opere d’arte ispirate al mito del serpente completerà il racconto offrendo un punto di incontro e riflessione nelle diverse culture del mondo. Tutto intorno, il motivo delle scaglie del serpente avvolgerà il visitatore favorendo l’immersione in un affascinante universo fatto di bellezza, creatività e maestria artigianale.

Serpenti bracelet in gold with jade, rubies and diamonds, 1968 Orologio-bracciale Serpenti in oro con giada, rubini e diamanti, 1968 BVLGARI Heritage Collection
Serpenti bracelet in gold with jade, rubies and diamonds, 1968 Orologio-bracciale Serpenti in oro con giada, rubini e diamanti, 1968. BVLGARI Heritage Collection

Emblema di seduzione, rinascita e trasformazione, il simbolo del serpente si intreccia da secoli con la storia dell’umanità, catturandone l’immaginario a Oriente come a Occidente. Fin dall’antichità, la capacità dell’animale di rinnovarsi cambiando pelle, di rimanere in contatto con la terra e al tempo stesso elevarsi da essa, di avvolgersi sinuosamente o di sconfiggere minacciosi predatori ha alimentato miti e leggende ispirando la produzione artistica in molteplici campi.

Bvlgari advertising campaign form the 1970s
Bvlgari advertising campaign form the 1970s

Negli Anni Quaranta, Bvlgari ha colto la forza espressiva di questo segno così suggestivo reinterpretandolo per la prima volta in gioielleria con flessuosi orologi-bracciale divenuti, decade dopo decade, icone della sua creatività.

I bracciali-orologio a forma di serpente di Bvlgari sono diventati un punto di riferimento della gioielleria. Sono caratterizzati dal quadrante incastonato nella testa, tempestata di gemme e con il cinturino dorato che avvolge il polso.

Serpenti bracelet-watch in gold with green enamel, emerald and diamonds, ca. 1965
Serpenti bracelet-watch in gold with green enamel, emerald and diamonds, ca. 1965

L’origine dei primi bracciali-orologio è legata all’uso della tecnica tubogas di Bvlgari. I primi esemplari risalgono alla fine degli anni Quaranta ed erano a forma di serpente altamente stilizzato con spirali realizzate sia nella tipica tubogas, sia in maglia d’oro che avvolgeva il polso. La cassa dell’orologio e il quadrante, solitamente quadrati o rettangolari, erano posti a una estremità così da evocare la testa del serpente. L’elegante sobrietà di queste creazioni fu un successo immediato negli anni post guerra, quanto la rinascita economica in Europa doveva ancora arrivare e i pezzi vistosi non erano né adatti né abbordabili. Perciò, si sono rilevati accessori ricercati con una funzione, in sintonia con il desiderio femminile di apparire con un ornamento distintivo a discapito dei vincoli monetari che le circondavano.

Serpenti bracelet-watch in gold with polychrome enamel and emeralds, ca. 1967
Serpenti bracelet-watch in gold with polychrome enamel and emeralds, ca. 1967

Negli anni successivi, questo genere di orologio si è visto in versioni sempre più varie e interessanti esplorando qualsiasi tipo di forma per quanto riguarda la cassa e il quadrante: rotonda, quadrata, ottagonale, a pera e dai bordi smussati, con o senza lunetta di diamanti. La cassa era posizionata alla fine o al centro del bracciale in tubogas a spirale, ed era esso stesso realizzato in ogni possibile variante: acciaio, acciaio annerito o in una combinazione di oro e acciaio. Il meccanismo era sempre di alta qualità: Audemars Piguet, Jaeger LeCoultre, Movado e Vacheron Constantin solitamente personalizzavano i loro meccanismi per Bvlgari, il logo di colui che personalizzava il movimento, appariva accanto al logo sul quadrante.

La seconda metà degli anni Cinquanta vide i primi modelli in cui il serpente era reso in maniera realistica, affermando la connessione con la tradizione antica in modo più esplicito. Negli orologi a forma di serpente di Bvlgari di quel periodo, la cassa dell’orologio era nascosta nella testa del serpente e il quadrante giaceva sotto una copertura a cerniera nella parte superiore e centrale della testa.

Numerosi elementi di manifattura particolarmente elaborati formavano il corpo: ogni maglia era realizzata a mano in lamina d’oro ed erano fissate tra loro con perni d’oro saldati o, nel caso delle versioni smaltate, avvitate. L’anima era attraversata da una molla fatta in oro bianco che assicurava una perfetta flessibilità.

Composit of Serpenti bracelet-watches from the 1960s, Bvlgari Heritage Collection
Composit of Serpenti bracelet-watches from the 1960s, Bvlgari Heritage Collection

I primi modelli animalier furono realizzati esclusivamente in oro giallo con le teste e le code in platino e decorate con diamanti. L’orologio di Elizabeth Taylor, immortalato al polso dell’attrice in una fotografia fatta sul set di Cleopatra nel 1962, ne costituisce un magnifico esempio. La testa del serpente è in pavé di diamanti con gli occhi in smeraldo impreziosita da una cresta fatta di diamanti a forma marchese. Naturalmente, negli anni successivi furono prodotte numerosi varianti, anche senza l’orologio stesso. Il corpo del serpente è sempre stato in oro ma le piccole squame del serpente dei primi modelli si sono trasformate in più grandi, adornate con decorazioni di diamanti poligonali o con smalto multicolore nelle più svariate e sgargianti combinazioni tra cui turchese e bianco, rosso e giallo, verde, rosso, nero e celeste e così via. Di queste varianti, per il modello Harlequin, così chiamato poiché era caratterizzato da quattro colori, erano necessarie in media duecento ore di lavoro, essendo più lungo da realizzare poiché era necessario che ogni pigmento smaltato fosse cotto separatamente.

Pubblicità Bvlgari degli anni Settanta
Pubblicità Bvlgari degli anni Settanta

La procedura di smaltamento delle cavità poligonali che trasformava le squame era un processo che richiedeva una lunga e paziente preparazione di tre giorni: la molatura del vetro colorato, la decantazione delle polveri, il lavaggio, l’applicazione, la cottura, il raffreddamento e la finitura. Furono adottate con successo anche le pietre dure come il corallo, turchese, lapislazzuli o giada per creare le squame, generando sempre combinazioni cromatiche di forte impatto. Per completare una linea così intricata, diverse pietre furono usate per simulare gli occhi del serpente. Furono usati diamanti gialli o colorati, rubini, zaffiri e smeraldi con forma a pera, marchese o circolari.

Amanda Wellsh by Gian Paolo Barbieri, 2016
Amanda Wellsh by Gian Paolo Barbieri, 2016

Le vivaci versioni animalier riflettevano le tendenze della società e dei costumi degli anni Sessanta, quando le donne mostravano un atteggiamento più sicuro di sé, riflettendo profondamente sul loro ruolo nella società e sfidando le convenzioni. Audaci e carismatiche, le creazioni Serpenti esprimevano un atteggiamento femminile responsabile delle leggi che governavano la seduzione, prendendo in giro il ruolo tradizionale della “donna peccatrice”. Le creazioni Serpenti avvolte intorno al polso trasmettevano immediatamente la loro appartenenza alla donna carismatica che le indossava.

Benedetta Barzini by Gian Paolo Barbieri, 1968
Benedetta Barzini by Gian Paolo Barbieri, 1968

Diana Vreeland, il giudice della moda di New York, amava indossare la sua cintura pitonata di Bvlgari a doppio giro come collana. Vreeland era così affascinata dal potere seducente dei serpenti che in un memorandum del 1968 indirizzato al suo staff editoriale scrisse: “Non dimenticare il serpente…il serpente dovrebbe essere su ogni dito e attorno ad ogni polso e ovunque”. Non a caso, i giornali di moda cominciarono a proporre scatti fatti dai maestri della fotografia come Gian Paolo Barbieri, Franco Rubartelli o Bret Stern con modelle che indossavano le creazioni Serpenti di Bvlgari in pose sicure di sé. Non a caso, una iconica campagna pubblicitaria di Bvlgari degli anni Settanta era caratterizzata da una grande B avvolta da numerosi varianti dei modelli di Serpenti, affermando ulteriormente l’importanza di questo motivo nell’universo creativo del brand. Oltre ai bracciali-orologio, nel corso degli anni la linea di Bvlgari Serpenti si è arricchita con collane, anelli, cinture, clutch in oro e con lo sviluppo della gamma accessori della Maison negli anni Novanta comprendendo occhiali da sole e borse in pelli pregiate. Il motivo del serpente ha così espresso e continua a esprimere la creatività multiforme della Maison, racchiudendo al contempo la costante evoluzione stilistica. Una centenaria metafora di trasformazione e rinascita, e non c’è animale migliore a incapsulare il mistero del tempo.

BVLGARI Serpenti. Myth and Mastery
Fondaco dei Tedeschi by DFS in collaborazione con Bvlgari
DFS T Fondaco dei Tedeschi
Dal 4 dicembre 2019 al 1 marzo 2020
Venezia, Calle del Fontego dei Tedeschi (Ponte di Rialto)
Orario: 9,30 – 19,30
Non è necessaria la prenotazione
Entrata gratuita







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