Sorprendenti e scenografiche: abbiamo avuto la fortuna di osservare da vicino le creazioni di Alessio Boschi. Sono talmente ricche di dettagli inconsueti da suscitare immancabilmente l’effetto wow. Sarà perché dietro c’è una lunghissima preparazione del disegno, sarà per la sua capacità di prendere a prestito tecniche tradizionali o nuove tecnologie e applicarle, da vero virtuoso dell’arte orafa, nella lavorazione dei gioielli, e sarà anche perché l’estro dell’artista si esprime in un design molto personale. Non a caso Alessio Boschi è stato indicato come il più creativo di Baselworld 2016. Guardate, per esempio, questa collana ispirata al Cedro del Libano della collezione Naturalia, dove ogni elemento, dalla corteccia alle foglie, ai coni con le barrette chiuse e aperte, da solo potrebbe rappresentare un mondo a sé. «Gli aghi sottili, ossia le foglie che in natura sono singole o raggruppate in diverse disposizioni sullo stesso ramo, sono dei cristalli di smeraldo grezzo leggermente lucidati per lasciare intatta l’intensità del colore, e tagliati all’estremità per dare la forma a punta», spiega Alessio.
Un lavoro semplice? L’esatto contrario. «Le pietre provengono dalle miniere afghane e quindi sono molto difficili da reperire e soprattutto in grande quantità con le stesse caratteristiche, in questo caso si tratta di 280 gemme per 100 carati», rivela il designer. C’è, poi, la lavorazione: questi sottili cristalli sono montati con una colla, una resina vetrificata al calore delle lampade Uva, su dei minuscoli cilindri in argento placcato con una pellicola verde dello stesso colore degli smeraldi, fatto apposta per questa collana, e adagiati sopra una molla per consentire alla gemma di oscillare con il movimento del corpo. Analoga montatura en tremblant per i diamanti gialli e marroni, forati sul fondo e disseminati qua e là tra il verde per rappresentare le piccole pigne appena sbocciate. Già questo originale e prezioso distesa di foglie da sola collocherebbe la collana nell’alta gioielleria, ma la fantasia e la maestria di Boschi sono senza limiti.
Così persino il tronco, ossia la struttura della collana, non è un pezzo d’oro qualsiasi. Realizzato secondo la tecnica di produzione delle spade giapponesi dei samurai, Makumé Gane, è costato sei mesi di lavoro per ottenere le venature più somiglianti al modello reale. Ben 19 piastre tra oro giallo, bianco, rosa 18 carati, argento e palladio, le cui molecole bagnate da un acido si inseriscono tra i vari livelli del metallo e formano dei cunicoli microcompressi per disegnare striature con tonalità differenti, mentre micro diamanti gialli, marroni e bianchi danno il senso di rilievo della corteccia. E ancora altri piccolissimi brillanti gialli e marroni, montati al contrario en tremblant sulla pigna ormai matura con le parti legnose aperte come i petali di un fiore, riprendono le sfumature del mondo reale con una lucentezza simile a quella conferita ai brillanti dal taglio a rosa.
Infine, due pigne chiuse che attirano subito l’attenzione non solo per le dimensioni. Si tratta di due rare spessartiti, ossia il granato color mandarino, nella varietà più bella, quella battezzata Fanta orange dal nome della bibita, scelte proprio per la tonalità che esalta il verde dello smeraldo senza essere preponderante. Le squame sono incise a mano per evidenziare la tridimensionalità della conifera e mantenere la trasparenza delle pietre di oltre 70 carati complessivi, che all’interno hanno un Led installato con la consulenza della facoltà di Tecnologia dell’Università di Bangkok. Ma attenzione, la luce è intermittente, perché la collana, frutto di 14 mesi di lavoro, palpita come la natura che rappresenta. Basta vederla indossata da Valeria Boschi, sorella di Alessio, per capirlo. Monica Battistoni
The necklace is just breathtaking. So beautiful and so natural. It seems to be full of life. I am awestruck by the artistry of this necklace!
we agree with you!