Sadler Wells ha presentato a Londra la prima mondiale di On the other side, terzo capitolo della trilogia Gems del ballerino e coreografo Benjamin Millepied. Che cosa c’entra questo con i gioielli? Semplice: l’evento ha avuto il supporto di Van Cleef & Arpels, che è famosa anche per le sue spille che raffigurano ballerine classiche. Creata da Benjamin Millepied con la sua compagnia L.A. Dance Project, la trilogia è ora completa, anche grazie alle musiche di Philip Glass. Alla trilogia hanno contribuito il designer Alessandro Sartori e l’artista americano Mark Bradford, che hanno firmato rispettivamente i costumi e le scene per il nuovo balletto. I precedenti capitoli sono stati rappresentati nel 2013 e nel 2014. La danza è un tema affrontato molte volte da Van Cleef & Arpels. Le prime spille della ballerina della Maison sono state create nel 1940 a New York, su richiesta di Louis Arpels, amante della danza classica e dell’opera. Le spille sono diventate presto molto ricercate dai collezionisti. Il nipote, Claude Arpels, era anche un grande amico di George Balanchine e con lui ha ideato uno dei balletti più famosi: Jewels, ispirato da smeraldi, rubini e diamanti. La prima rappresentazione si è tenuta a New York nel mese di aprile del 1967. Ora, con il supporto a questa trilogia, il connubio tra Van Cleef & Arpels e il balletto si rinnova. Rudy Serra
Wallace Chan a tutto volume
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Lui è un’artista cinese prestato alla gioielleria. Lei una casa editrice italiana. Insieme hanno prodotto un libro sul lavoro di lui: Wallace Chan, che ci ha messo sette anni per cercare uno stile di fotografia perfetto per fermare in un’immagine i suoi elaborati pezzi unici. Il libro, Wallace Chan, Dream Light Water sarà per pochi come i suoi gioielli. È, infatti, un’edizione limitata, con le fotografie di 86 dei gioielli del più celebrato designer asiatico. E il libro esce proprio nell’anno in cui Wallace Chan è diventato il primo artista cinese di gioielli a esporre il suo lavoro alla Tefaf, la prestigiosa fiera d’arte a Maastricht (Olanda). Nel caso siate a Londra il 27 giugno, tra l’altro, il maestro di Hong Kong ha programmato di presentare il volume al Victoria & Albert Museum (ma i posti sono limitati e bisogna procurarsi un biglietto per tempo). Il libro sarà presentato dalla esperta di gioielli Vivienne Becker. Ma, a parte l’evento mondano, può essere interessante sfogliare il volume che racchiude, oltre alle immagini, anche la filosofia dell’artista-gioielliere, che è guidato da una spiritualità Zen oltre che, naturalmente, dal suo senso estetico. E se siete fans di Chan, non avete una copia del libro e neppure riuscite a essere presenti al Victoria & Albert Museum, c’è un’altra occasione: la mostra di 40 delle sue creazioni di pezzi unici dal 30 giugno al 6 luglio, sempre a Londra.
Wallace Chan, Dream Light Water
Rizzoli, Aa.Vv. 246,99 euro (prezzo online)
Presentato a
Victoria & Albert Museum
Cromwell Road, Londra – SW7 2RL
www.vam.ac.uk/
19:00-20:45
Dior variante Londra
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Rosso, bianco e blu per l’apertura di una nuova boutique Dior a Londra in New Bond Street. Per celebrare l’evento la maison francese ha realizzato alcune varianti, in edizione limitata, dei pezzi più rappresentativi della collezione di alta gioielleria Archi Dior e scelto rubini, diamanti e zaffiri per rendere omaggio all’Union Jack. Ma i colori però sono anche quelli della bandiera francese, e infatti i toni di queste pietre preziose e le forme dei gioielli conservano perfettamente lo spirito della casa. Per esempio, l’anello Archi Dior Bar en Corolle, ispirato al disegno della famosa giacca Bar con la cintura stretta in vita e i bordi svolazzanti dell’abito Corolle, è in oro bianco con una di fascia di rubini o zaffiri di diverse dimensioni, mentre il metallo modellato come una plissettatura rende il pezzo sofisticato e per nulla tradizionale nonostante la monocromaticità. Milieu du Siecle originariamente concepito in oro rosa e diamanti incolori per riprendere le curve stratificate dell’abito da sera Junon, nella versione inglese i petali sono costellati da rubini rosso sangue e zaffiri rosa. Rivisitazione di una un’altra collezione famosa con gli orecchini e gli anelli Cygne che cingono delicatamente intensi zaffiri blu, spinelli viola o rubini. M.d.B.
Aste, Sotheby’s riapre le danze
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Si riapre la stagione delle grandi aste di gioielli. A Londra, il 16 marzo, Sotheby’s mette in vendita gioielli Art Deco, pietre preziose, piccoli capolavori di oreficeria. La selezione di gioielli comprende pezzi che vanno dall’Ottocento ai giorni nostri. In media la stima oscilla da 1.000 a 60.000 sterline. Nessun diamante milionario, insomma, ma comunque gioielli firmati Van Cleef e Cartier, Raymond Yard e Marcus e Co. Le pietre, in ogni caso, non mancano: ci sono diamanti e gemme colorate, tra cui alcuni rubini birmani, smeraldi colombiani, e uno zaffiro del Kashmir. Il pezzo che ha la stima di partenza più alta è un bracciale di diamanti e zaffiri del 1930, valutato 60-80000 sterline. Segue una collana degli anni Trenta di diamanti e rubini, valutata 50-70000 sterline. Un diamante fancy yellow montato su un anello oscilla sui 45-65000 euro. Interessanti anche un pendente in diamanti e zaffiro del 1910 e la collana con un ciondolo intagliato pietra lunare di Janesich. Federico Graglia
A Londra i disegni dei capolavori
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Se andate a Londra, non mancate di andare a vedere la mostra Master of design, organizzata da Sotheby’s in New Bond Street su alcuni dei più grandi disegni di gioielli. Ma i protagonista, una volta tanto, è il lavoro di preparazione per la realizzazione dei gioielli: in particolare, i disegni che raffigurano anelli, bracciali e orecchini prima della loro lavorazione nei laboratori di oreficeria. Da ammirare ci sono centinaia di disegni inediti delle più prestigiose Maison, come Cartier, Van Cleef & Arpels, Boucheron, Verdura, Rubin e Bolin. Il periodo è quello che va dal 1890 al 1960. Potrete vedere, per esempio, i disegni di pezzi storici, come i gioielli Tutti Frutti di Cartier o le creazioni di Van Cleef & Arpels del periodo Art Deco. Ci sono anche delle curiosità, come i progetti per gioielli creati su misura per clienti famosi, come i Vanderbilt o la principessa Marie Bonaparte, che hanno contribuito al progetto di gioielli che non sono stati commercializzati per il normale pubblico. Da non perdere. Federico Graglia
I maestri del design
Sotheby, Londra
34-35 New Bond Street, W1S 2RT
Metro: Oxford Circus
Orario: 9:30-04:30, tutti i giorni
Fino all’8 marzo
Pitagorica Noor Fares
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Noor Fares è una stilista di origine libanese, nata e cresciuta a Parigi, che si è trasferita a Londra. Se cercate gioielli diversi dagli altri e vi piace la geometria, Noor Fares è la persona giusta. Non a caso la sua prima collezione si chiamava Geometry 101. Pendenti, orecchini e anelli basati su volumi puri, con sfere che racchiuse da superfici virtuali, delimitate da linee rette. Insomma, il teorema di Pitagora trasfigurato per la gioielleria. Cristallo di rocca e pietra di luna si allacciano con fili di oro e pavé di diamanti. La seconda collezione della designer, Fly Me to the Moon, utilizzava agata rosa lavorata al cesello, evoluta in forme morbide, curve, come le ali che si trasformano in orecchini. Sono seguite altre linee di gioielli, come la collezione Tilsam, con sfere di cristallo circondate da diamanti o zaffiri colorati. La nuova linea di Noor si chiama invece Krystallos. Anche in questo caso la geometria è la filosofia ispiratrice, con piramidi capovolte che diventano pendenti e orecchini, oro e piccoli diamanti a suggellare il perimetro dei gioielli. Matilde de Bounvilles
I bracciali armati di Ai Weiwei
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Ai Weiwei è l’artista cinese più noto. Le sue prese di posizione e la sua proposta culturale sono discusse, ma è indiscutibile la fama conquistata in Occidente. Tra le sue installazioni più celebri ci sono opere realizzate con 99 tonnellate di acciaio, oppure 8 milioni di semi di girasole. Adesso l’artista cinese, a sorpresa, presenta una collezione di gioielli. Per il debutto è stata scelta Londra, nella galleria di Elisabetta Cipriani: la città britannica è più ricettiva alle idee di Ai Weiwei rispetto a Pechino. «Ho sempre amato i gioielli, la storia, il senso del passato», ha spiegato il creativo cinese. Il risultato sono delle armature d’oro in miniatura, con bracciali di diverse lunghezze. Armature nel senso dei tondini di ferro che sostengono i pilastri di cemento degli edifici. L’idea della collezione, infatti, si riferisce a un fatto tragico: il terremoto che nel 2008 in Cina ha ucciso sotto le macerie 90mila persone. Ai Weiwei ha visitato i luoghi del disastro e ne è rimasto turbato. Tanto da raccogliere 200 tonnellate di barre di acciaio contorte. Una forma che ora ha deciso di trasformare in gioielli, in memoria di quell’avvenimento tragico. In ogni caso, «mi è piaciuto lavorare con l’oro a 24 carati, perché è molto malleabile», ha spiegato al New York Times. Federico Graglia
Natale si avvicina e Tiffany & Co. inaugura la stagione dei regali con la presentazione delle vetrine della boutique di Old Bond Street a Londra, nel quartiere di Mayfair. In una via che si chiama così, la madrina non poteva che essere l’attrice inglese, ed ex Bond Girl, Gemma Arterton. Senza scomodare 007, Gemma ha inaugurato il Tiffany Christmas shop all’interno dello store londinese, indossando per l’occasione uno scintillante collier in platino con diamanti bianchi e gialli, un bracciale e un anello della collezione Tiffany Victoria e orecchini con diamanti Tiffany & Co. Con questa mise brillante, è stata poi raggiunta da 12 membri del London Contemporary Choir. Nonostante il clima ancora mite (anche a Londra), è stata evocata un’atmosfera invernale, con fiocchi di neve che scendevano dal Tiffany flagship store, cioccolata calda, sidro di pere (rigorosamente analcolico) e biscotti serviti ai clienti di passaggio. Freddo e shopping seguiranno presto.
I rari gioielli di Al Thani in mostra
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Hamad bin Khalifa al-Thani non è solo uno degli uomini più ricchi del mondo, oltre a essere il califfo del Qatar. È anche un collezionista di arte e, pochi lo sanno, di gioielli. Beninteso, non certo gioielli qualsiasi, ma di rare e preziose spille appartenute a maharaja indiani, oppure di raffinati pezzi d’epoca firmati da Cartier o da altre Maison che stanno nell’Olimpo della gioielleria. La buona notizia è che ora questa specialissima collezione di gioielli sarà mostrata al pubblico dal 21 novembre fino al 28 marzo 2016 al Victoria and Albert Museum di Londra. La mostra comprende pezzi spettacolari: esotici come le giade Mughal, o un raro pinnacolo in oro dal trono di Tipu Sultan, pezzi che rivelano profondi cambiamenti che hanno avuto luogo nel design del gioiello indiano nel corso del 20esimo secolo. Ma la mostra prenderà in esame anche l’influenza che l’India ha avuto sui gioielli delle avanguardie europee, per esempio su Cartier, fino a pezzi contemporanei realizzati da Jar e Bhagat, che si ispirano una fusione creativa di motivi tra quelli dell’era Mughal e l’Art Deco.
Victoria and Albert Museum
Orario di apertura
10.00 – 17.45 tutti i giorni
10,00-22,00 venerdì (aperture galleria ridotto dopo le 18:00)
Chiuso il 24, 25 e 26 dicembre
Biglietto: 10 sterline
I mille colori di Tivo
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A giugno ha festeggiato i 50 anni: Tivon, brand che prende il nome dalla famiglia dei fondatori, è arrivata alla seconda generazione con la stessa filosofia che ha contraddistinto il l’azienda dall’inizio, cioè grandi pietre per grandi gioielli. Un binomio che non sorprende, visto le origini sudafricane dei fondatori. Nel Paese africano che è il regno di oro e diamanti l’azienda mantiene una sede. Ma l’attività di gioielleria fa capo a Londra. Se vi piacciono i gioielli in cui spicca una grande gemma, magari dal colore intenso, Tivon è il gioielliere giusto per voi. Ed è quello che deve avere pensato anche Monica Bellucci, che si è presentata con due grandi anelli Tivon (acquistati, non prestati dall’azienda) alla prima del nuovo film di 007, Spectre, a Londra. Una scelta intelligente, visto che i gioielli della Maison londinese sono concepiti proprio per non passare inosservati, anche se il loro disegno è assolutamente classico: nessun cedimento alla modernità, al design minimal o alle line troppo piatte. Gli anelli hanno colorazioni decise. In alternativa, alcune collezioni utilizzano un cocktail di gemme colorate, con un effetto «tutti i frutti» molto vivace. Matilde de Bounvilles
Coco Chanel story a Londra
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I gioielli di Coco Chanel celebrati in una mostra a Londra. Si intitola Mademoiselle Privé ed è visitabile dal 13 ottobre al 1 novembre alla Saatchi Gallery. L’esposizione celebra la Maison parigina e racconta la storia del celebre profumo Chanel n°5, ma anche delle collezioni di alta gioielleria, con serie come quella che è appena stata reinterpretata con Chanel haute couture autunno-inverno 2015-2016 (vedi https://gioiellis.com/chanel-sotto-il-segno-del-leone). L’evento non manca di sottolineare l’apporto del direttore artistico per più di 30 anni, Karl Lagerfeld. Ma ovviamente si parte dalla prima collezione di gioielli firmata da Mademoiselle Chanel nel 1932. E poi i temi forti che simboleggiano l’identità del marchio. Come quelli che tra il 1988 e il 2007 sono stati disegnati da Lorenz Bäumer. Cosimo Muzzano
Mademoiselle Privé
Tutti i giorni 10.00-18.00 (mercoledì fino alle 22.00)
Entrata libera
Saatchi Gallery
Duke of York’s HQ
King’s Road
London SW3 4RY
Tiffany porta New York a Londra
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Vacanze a Londra con Tiffany, ma in stile New York. Il celebre brand americano ha organizzato nella City l’installazione Fifth & 57th, con una serata glamour. La serata ha celebrato il lancio dell’installazione e l’apertura della nuova boutique all’interno dello store londinese Selfridges. Più di 300 gli ospiti, tra cui le pubbliche relazioni di Tiffany hanno segnalato Poppy Delevingne, Caroline Issa, Olivia Inge, Zara Martin, Graham Norton, Tess Ward, Jasmine e Melissa Hemsley, Sarah Ann Macklin, Hilary e Galen Weston. Il cocktail party è stato ambientato immaginariamente tra la 5th Avenue e la 57th della Grande Mela, un’installazione della boutique accompagnata dal video New York Minute con immagini della città americana, proiettate sullo sfondo e accompagnate dai tipici sottofondi della city, hanno ricreato un’atmosfera in perfetto stile newyorchese.
Gli ospiti, proiettati sull’immaginaria 5th Avenue, si sono ritrovati al Charlie, bar omonimo del fondatore Charles Lewis Tiffany, dove hanno potuto sorseggiare cocktail all’insegna di una serata retrò animata da musica jazz, note blues e brani della cantante jazz Lana Shelley. Un vero tuffo nel passato con fedeli ricostruzioni delle vetrine del leggendario Gene Moore che per più di 40 anni ha progettato le famose vetrine di Tiffany & Co. Se siete di passaggio a Londra, sappiate che l’installazione Fifth & 57th sarà aperta al pubblico da venerdì 3 luglio a domenica 12 (ma è chiusa il lunedì e il martedì). Info: Tiffany.co.uk/fifthand57th. F.G.
Gioielli, i capolavori di Londra
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Opere d’arte su tela, in bronzo e in oro e gemme: i gioielli sono stati parte integrante della sesta edizione di Masterpiece London, una fiera (ma la definizione è riduttiva). A disposizione degli appassionati c’erano opere di diversa provenienza, ma tutte selezionatissime, di oltre 150 gallerie di tutto il mondo. Opere esposte, ma anche disponibili per l’acquisto. Gioielli compresi. L’offerta è stata la più varia. Accanto a firme affermate, come Van Cleef & Arpels, c’erano le nuove leve della gioielleria, come Suzanne Syz o il brasiliano Jojo Grima. E contrapposti a preziosi gioielli antichi sono stati presentati ai visitatori londinesi anche gioielli realizzati da una serie di artisti, in gran parte italiani, tra gli anni Cinquanta e i Settanta. Qualche nome: Giò Pomodoro, Afro, Ettore Sottsass, Pietro Consagra, Annigoni e Umberto Mastroianni. Ecco una nutrita serie di immagini e una selezione dei pezzi migliori, per chi non ha potuto partecipare alla esibizione londinese. Federico Graglia
Stephen Webster gold addicted
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Colpito dall’oro Stephen Webster lo è senz’altro visto che sono quasi 40 anni che disegna gioielli, ma non è solo per questo che ha battezzato Gold Struck la sua nuova collezione. Struck letteralmente significa colpito, ma anche fulminato o, meglio, in questo caso folgorato dalla scoperta della Cheapside Hoard, la più grande collezione di gioielli di epoca Elisabettiana e Tudor mai rinvenuta. Ciò che ha colpito il designer inglese non sono tanto i 500 pezzi di eccezionale valore, ma il fatto che siano stati portati alla luce nel 1912 dai picconi di alcuni operai intenti a demolire i locali di un vecchio gioielliere a Cheapside nella City di Londra. Un po’ come la scoperta del petrolio che zampilla dal terreno, questi gioielli sono saltati fuori da una cassa simile a quella dell’isola del tesoro. Nella collezione di Webster dominano ametiste, topazi, tanzaniti, rubini, granati, zaffiri, diamanti e opali di fuoco, e sono le stesse pietre del tesoro nascosto. Ma queste sono incastonate in rombi, triangoli, rettangoli, tondi, insomma varietà di forme e dimensioni orbitano armoniosamente attorno a una pietra centrale esagonale e sfaccettata in maniera irregolare come fossero state appena scavate. Le combinazioni dei colori per gli orecchini che si arrampicano (ear climbers) gli anelli doppi o aperti, i classici pendenti o bracciali, sono come l’estetica spigolosa di Webster, ossia stravagante e forte nella variante rossa con corallo, opale di fuoco e zaffiri arancio, in quella viola con ametiste, rubini e rodoliti, e in quella blu con turchesi, ametiste, tanzaniti e topazi blu. Matilde de Bounvilles
Da Sotheby’s vincono gli anni Venti
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[wzslider]A sorpresa a vincere l’asta Fine Jewels organizzata da Sotheby’s a Londra il 16 luglio sono stati due bracciali di smalto con decorazioni in stile cinese. Si tratta di bracciali decorati su entrambi i lati, in smalto arancio e verde, lunghi 18 centimetri e firmati Verger Frères, realizzati nel 1920. I due gioielli sono stati venduti per oltre 94mila euro. Ottima performance anche per un paio di orecchini di diamanti bianchi e fancy giallo scuro di buona dimensione (6,15 e 6,34 carati) con taglio cushion: sono stati venduti per 86mila euro. Un anello di diamanti, con grande rubino da 10 carati al centro è stato invece aggiudicato per 63 mila euro, mentre un anello di diamanti e grande smeraldo taglio baguette è stato acquistato per oltre 60mila euro. Una gemma molto appariscente, ma in confronto, la collana di diamanti e gemme venduta per poco più di 44mila euro sembra un affare. Federico Graglia
Bijouets tra Londra e Trento
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[wzslider]I gioielli stampati in 3D di bijouets nello shop del museo della Tate Modern di Londra. L’occasione è la mostra dedicata a Kazimir Malevich che si chiuderà il 26 ottobre. Lo shop del museo ospiterà una selezione di oggetti in linea con lo stile dell’artista russo padre del Suprematismo, tra cui gioielli bijouets. Alla Tate si potranno acquistare la collana Square Chain disegnata da Selvaggia Armani e gli anelli Geometrie della designer francese Charlotte Juillard. Ma quello londinese non è l’unico museo in cui si affaccia il brand di Trento. Bujouets, infatti, ha preparato una collezione disegnata per il Muse, museo delle scienze di nuova concezione progettato da Renzo Piano. La collezione comprende ciondoli e spille in una gamma colori che va dal giallo all’arancio, dal bordeaux al fucsia passando per verde erba, hemlock, bluette, desert e il classico nero. I designer di bijouets si sono ispirati alle forme della genetica e della natura, a partire dal paesaggio montano che circonda Trento, dando vita a bijoux dall’aspetto essenziale ma allo stesso tempo elaborati. In particolare, la linea disegnata da Selvaggia Armani si ispira al mondo della genetica. Il bracciale, gli orecchini e il ciondolo Dna, hanno una struttura a doppia elica. Quelli di Charlotte Juillard e da Maria Jennifer Carew, invece, guardano al mondo della natura selvaggia. La linea Textures (Giraffa, Zebra e Rettile) riproduce le trame di alcune pelli di animali su forme geometriche dal carattere definito. I monili sono di poliammide, resine e pigmenti. Lavinia Andorno
Sotheby’s, diamanti e gioielli regali
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Volete indossare i gioielli della corona? Partecipate all’asta di Sotheby’s che si tiene a Londra il 16 luglio. La Sotheby’s London sale of Fine Jewels, non a caso, ha per titolo «Due Secoli di Gioiello Design». La vendita propone una selezione di pezzi d’autore, compresi repliche dei gioielli della Corona. Tra i gioielli top ci sono quelli firmati da Cartier, Van Cleef & Arpels e Giuliano. L’idea è rappresentare ogni epoca con gioielli di design, dal 19esimo secolo all’Art Deco.
I gioielli della Corona
Il lotto 476 che, come accennato, comprende le repliche dei gioielli della Corona. I pezzi risalgono al 1950 e comprendono una replica della corona di St. Edward, che è rappresentato sullo stemma reale del Regno Unito; una replica della Queen Mary’s Crown che è stata originariamente commissionata dalla stessa regina alle gioielleria Garrard & Co., in occasione dell’incoronazione del marito, Giorgio V, il 22 giugno 1911, e una replica dell’anello di incoronazione della regina Vittoria (lotto 27, 3.100-5.600 euro o 4.200-7.600 la valutazione). Queste riproduzioni sono state realizzate per l’esposizione itinerante nei Paesi del Commonwealth, dopo l’incoronazione della regina Elisabetta II a Westminster, il 2 giugno 1953.
Capolavori antichi
L’asta propone anche gioielli antichi. Un esempio di gioielli naturalistici, molto popolari per gran parte del 19esimo secolo, è rappresentato da una tiara di diamanti che può essere indossato in diverse combinazioni: come un diadema, collana, aigrette, spille e corpetto. Il pezzo è accompagnato da cinque disegni originali (lotto 474, stima: 18.500-24.600 euro). Tra i pezzi antichi, una spilla in oro e smalto del 1880 firmata dal napoletano Carlo Giuliano (1831-1895), che trasferitosi a Londra divenne un famoso gioielliere dell’alta società britannica. Il pezzo proposto rappresenta un Arlecchino che sale una scala (lotto 51, stima 9.900-14.800 euro). Le arti del Giappone e della Cina hanno avuto un impatto straordinario sul disegno dei gioielli di metà Ottocento. Stampe giapponesi, tra le quali quelle di Hokusai Manga, un’enciclopedia pittorica di ogni aspetto della vita giapponese, sono state la principale fonte di ispirazione del gioielliere francese Alexis Falize (1811-1898), come si è visto in un paio di bottoni del 1870 (lotto 50, stima 3.700-4,950 euro).
Art Deco
La vendita comprende una serie di gioielli di epoca Art Déco, dove il requisito era di forti forme geometriche dinamiche per completare l’ultima moda in fatto di design, come nel caso di Chanel e Lanvin. Forme forti come nei disegni architettonici, ispirate a Cubismo, Futurismo, Espressionismo e alle arti di Africa ed Estremo Oriente, il tutto con l’accento sulla modernità e della velocità. Come nel caso braccialetto reversibile di smalto e diamanti, realizzato nel 1920 da Verger Frères, gioiellieri francesi rinomati per le loro creazioni, che sposano Art Deco e Art Nouveau (lotto 313, stima 24.600-36.900 euro). Cartier è stato in prima linea di alcune delle più importanti tendenze del design di gioielli del 20esimo secolo. Come nella clip con acquamarina e diamanti di disegno geometrico datata 1930 (lotto 268, stima 7.400-9.900 euro).
Accessori
L’asta comprende anche accessori in stile Art Deco, a partire da porta rossetto e cipria in smalto e diamanti del famoso gioielliere argentino Walser Wald nel 1920 (lotto 310, stima 4.950-6.200 euro) e un beauty case di onice, smalto, corallo e diamanti di Lacloche Frères, risalente allo stesso periodo (lotto 311, 9.900-14.800 euro). Più recenti accessori come una borsa da sera con gemme del 1960 di Van Cleef & Arpels, originariamente regalo della regina Vittoria Eugenia di Spagna (5.600-8.000 euro).
I gioielli della Maharani del Baroda
Altri pezzi di provenienza illustre sono i tre gioielli che, per tradizione familiare, facevano parte della collezione della Maharani Sita Devi Sahib di Baroda, acquistati direttamente da suo figlio, Princie, nel 1970. Conosciuta come la «Indian Wallis Simpson», a causa della sua passione per i gioielli e la sua forte personalità, la Maharani di Baroda (1917-1989) ha condotto uno stile di vita lussuoso e costituito una collezione di gioielli straordinaria, soprattutto con creazioni di Van Cleef & Arpels.
Diamanti
All’asta anche gioielli con diamanti di pregio. Tra tutti, un paio di orecchini con diamanti fancy giallo-marrone tagliati a cuscino da 6,15 e 6.34 carati (lotto 446, stima 68,000-92,500 euro). Un altro esempio di diamanti gialli è quello a forma di pera da 6,93 carati (lotto 440, 24,600-36,900 euro). Infine, un raro diamante rosa (estremamente raro nei gioielli antichi). La vendita comprende una spilla 20esimo secolo, progettato come un insieme di foglie e petali con diamanti a marquise che formano una rosa (lotto 260, stima 22.100-27.100 euro). Federico Graglia
A Londra è verde l’oro d’avanguardia
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[wzslider]Il meglio del gioiello contemporaneo in mostra a Londra: è quanto promette il Hallmark Salon, con la sua selezione di 86 espositori, che oltre al talento, devono avere come caratteristica comune la produzione inglese. In pratica, qualsiasi pezzo, ciondolo, spilla, gemelli o vaso (ci sono anche gli argentieri) deve avere la punzonatura Uk. Eppure tra i diversi gioiellieri anche un’italiana, Barbara Bertagnolli, dallo stile molto caratteristico che fonde insieme influenze medievali, i segni della Secessione viennese e forme astratte contemporanee. Le origini del Belpaese hanno influenzato l’estro dell’australiana Mia Chicco, che ammorbidisce con un pavé di brillanti, pepite d’oro a 9 carati. Forte e grafica è Ute Decker, una delle prime orafe a lanciare una collezione realizzata in oro Fairtrade. Sostenibilità ed etica anche per Jon Dibben, che realizza anelli e collane con gemme dai colori insoliti e oro ecologico dalla miniera Oro Verde in Colombia, sostenuta dalle associazioni Fairtrade e Fairmined. Forme organiche e naturali danno una cromia stravagante e attraente agli anelli di Beth Gilmour, mentre Lilly Hastedt combina perle e vetri antichi per creare orecchini di un moderno romanticismo. Nel ciondolo spilla di spilla di Ingo Henn, la tanzanite blu sembra l’occhio di un uccello tropicale, grazie anche alla montatura con smalto colorato. La natura ispira anche Tomasz Donocik, che ha lavorato per gioielliere Stephen Webster, prima di lanciare una collezione con coccodrilli, aquile e altri animali a tratti bruscamente realistica. G.N.
Somerset House, West Wing Strand London WC2R 1LA 24-28 giugno 11.am-6.30 pm Biglietto: 6 sterline
Il serpente più costoso è a Londra
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[wzslider]Un orologio serpente di Bulgari ha segnato il record all’asta di Christie’s a Londra. Il gioiello-orologio è stato venduto a 812mila euro (1,1 milioni di dollari). Il bracciale, a forma di serpente con oro, diamanti e smalto della metà degli anni Sessanta, il periodo ruggente della maison romana. Il gioiello che segna il tempo ha raggiunto più del doppio rispetto alla sua stima pre-vendita. Un altro bracciale di Bulgari, con un diamante fancy brown-yellow da 18,27 carati ha invece raggiunto i 473mila euro (645mila dollari). E un anello con un diamante tagliato a pera da 5 carati è stato battuto all’asta per 267mila euro (365mila dollari). Ottima accoglienza anche per i gioielli firmati Cartier: il lotto è stato venduto al 100%, per un totale di 946.750. Ecco le immagini e le quotazioni dei pezzi di maggior valore.
Chimento, nuova vita a 50 anni
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[wzslider]Nel 2014 Chimento festeggia i 50 anni spegnendo due candeline, a Milano e a Londra. La maison nata dieci lustri fa a due passi da Vicenza su iniziativa di Adriano Chimento e ora guidata dai figli Mario e Federica, però, non si siede sugli allori di mezzo secolo di alta gioielleria. La prova sono le iniziative della storica azienda. La prima riguarda il restyling della boutique milanese di via della Spiga, main street della moda italiana. Il nuovo flagship store, disposto su due piani, ha colori e sfumature calde e intense che vanno dalla tonalità testa di moro, al tortora e all’oro che richiamano i colori istituzionali del brand. Il progetto per il nuovo concept rilegge gli elementi classici in chiave contemporanea. Per esempio, con il portale che presenta una texture di CO, che richiama il logo Chimento, o con le cornici delle vetrine in bronzo invecchiato. A Londra, invece, Chimento si affaccia nel tempio inglese dello shopping di lusso, i magazzini Harrods Store. Un’area di Harrods, infatti, ospita un’esclusiva selezione di gioielli Chimento. A proposito: vi mostriamo qualche immagine delle collezioni di alta gioielleria Bamboo Over e Infinity che era possibile ammirare nel grande stand di VicenzaOro, accanto ai nuovi bracciali Armillas, alla storica collezione Double, ai bracciali Stretch e alla collezione Elisir. Matilde de Bounvilles